Nemi, Sprar o Cas? Eppure qualcosa si muove

NEMI (RM) – La situazione dell’accoglienza a Nemi è ancora poco chiara perché se da una parte c’è la volontà del Comune di aderire allo Sprar dall’altra c’è una struttura, una villa del ‘600, in via dei Laghi N° 52 dove di recente sono stati fatti dei lavori di ristrutturazione come testimoniato da un permesso del Comune di Nemi concesso all’impresa Edil Lazio Srl di Roma per interventi in economia delle pitture, rifacimento dei bagni con diversa distribuzione.

Dei lavori strutturali importanti per un cantiere che, almeno sulla carta, è stato dato per concluso a febbraio 2017.  Sul cancello al civico 52 è affisso un cartello con su scritto Società Cooperativa Lea con un numero di cellulare di riferimento. Al numero risponde il referente Antonio Razzicchia, che ha inteso ribadire la più completa estraneità della Cooperativa Lea nella gestione degli immigrati: “Noi abbiamo fatto i lavori nella struttura ma è cosa vecchia – dice Razzicchia raggiunto telefonicamente dopo aver contattato l’azienda del figlio a Palestrina – abbiamo pulito il parco all’interno della struttura dopo il sequestro intorno al 2014. Un’altra cooperativa era venuta a fare un sopralluogo la scorsa stagione e si chiama Eta Beta. Questa cooperativa era interessata all’accoglienza di immigrati ma la Lea non centra niente con la cooperativa che li gestirà. Ma adesso non si parla di migranti perché con il Comune non si sono messi mai d’accordo. Quello che so è che la proprietà aveva fatto solo una lettera per l’eventuale gestione di immigrati”.

Nemi ingresso comprensorio Le ville nel Parco via dei Laghi 52 – Foto L’Osservatore d’Italia Copyright 2017

La Eta Beta risulta essere di fatti una cooperativa, si legge sul sito ufficiale della stessa, che partecipa attivamente, in collaborazione con gli Enti Locali, le Istituzioni, il no-profit, alla costruzione del benessere della comunità partecipando ai processi di inclusione sociale attraverso l’integrazione, la progettazione, la promozione di servizi ed iniziative a beneficio dei cittadini appartenenti anche, e soprattutto alle fasce svantaggiate.  Ma come funziona il ruolo di cooperative come Eta Beta all’interno dei progetti Sprar? Molto semplice, il Ministero degli Interni affida ai Comuni i finanziamenti per i progetti di accoglienza dei richiedenti asilo (Sprar), che a loro volta attraverso un bando pubblico appaltano alle cooperative sociali o alle associazioni la gestione dei centri e dei servizi. In questo caso la cooperativa Eta Beta potrebbe essere un futuro aderente al bando pubblico che si presume farà anche il Comune di Nemi, come tanti Comuni d’Italia, a seguito dell’adesione allo SPRAR di concerto con la Prefettura.

Il direttore generale della Cooperativa Eta Beta ha detto che in nessun modo la cooperativa ha partecipato al sopralluogo che invece è stato fatto tempo addietro dagli amministratori del Comune di Nemi, Carabinieri, polizia e Prefettura nella persona del dottor Leone. Ha detto inoltre che Eta Beta è stata ripetutamente contattata e cercata dallo pseudo proprietario di questa struttura: “Padre e figlio di un’azienda di cui non farò il nome per ovvi motivi – ha detto il direttore generale di Eta Beta – ci hanno ripetutamente cercato perché probabilmente siamo rimasti i soli a gestire l’accoglienza in maniera legale. Dopo nostre opportune verifiche e contattato l’allora Prefetto, abbiamo capito che non c’erano le condizioni per operare in quella struttura dove tra l’altro i costi d’affitto prospettati erano molto alti, c’erano delle questioni in sospeso da risolvere al livello di servizi e poi di fatto il signore che ci ha contattato si è addossato la proprietà arbitraria del bene benché il Tribunale non si sia ancora pronunciato”. A tal proposito, occorre ricordare che la proprietà risulta a tutt’oggi in capo alla Evo Team Srl, società che ha come legale rappresentante Giorgio Cumino. Tra l’altro, ha spiegato sempre il direttore generale, la cooperativa Eta Beta la cui serietà è comprovata, di solito valuta la fattibilità dei progetti proposti e anche l’impatto sul territorio: “Nemi – ha detto – con lo Sprar può ospitare un massimo di 8 migranti e una struttura grande come quella in via dei Laghi – Villa Rospigliosi Ndr. – non sarebbe neppure adeguata per accogliere un così esiguo numero di persone”.

 

Intanto il consigliere di Insieme per Nemi Stefano Tersigni, coordinatore locale di Noi con Salvini ha presentato una interrogazione: “Premesso che – si legge nell’atto protocollato al Comune da Tersigni – l’adesione allo Sprar sembrerebbe non essere stata formalizzata da parte del Comune di Nemi, considerato che: il non aderire allo Sprar potrebbe comportare un intervento diretto della Prefettura nell’ imporre un CAS (centro di accoglienza straordinario) con il consequenziale arrivo di circa 100 immigrati sul territorio di Nemi si interrogano Sindaco e Giunta al fine di sapere se si configura la possibilità di una imminente apertura di un CAS a Nemi e se realmente la Cooperativa ‘LEA’ stia predisponendo la struttura di ‘Villa Rospigliosi’ a tal fine”.

 

Ora, mancando una informazione puntuale sul territorio in merito al caso Sprar è lecito pensare tutto ma non è possibile affermare nulla. Inoltre a Nemi, oltre a Villa Rospigliosi, è presente sulla via Nemorense un ex albergo anch’esso recentemente ristrutturato che potrebbe essere candidato alla ricezione di migranti. Come detto, tutto è possibile ma nulla è certo e intanto più di qualche grosso immobile in disuso si è rifatto il look.