Corea del Nord, Pyongyang: “Le nuove sanzioni imposte dall’Onu sono un atto di guerra”

La Corea del Nord ha bollato come un “atto di guerra” le nuove sanzioni imposte dall’Onu. “Consolideremo ulteriormente il nostro deterrente nucleare per sradicare radicalmente le minacce nucleari degli Usa, i loro ricatti e le mosse ostili per stabilire un equilibrio con i loro armamenti”, fa sapere in una nota il ministero degli Esteri di Pyongyang. Lo scrive la Bbc online.

Le ultime sanzioni Onu rappresentano “una violenta violazione della sovranità della nostra repubblica e un atto di guerra che distrugge la pace e la stabilità della penisola coreana e di una vasta regione – precisa il comunicato di Pyongyang -. Gli Stati Uniti terrorizzati per la storica realizzazione del completamento della nostra forza nucleare, stanno diventando sempre più deliranti nelle mosse per imporre sanzioni sempre più severe e pressioni sul nostro Paese. Consolideremo ulteriormente la nostra difesa nucleare come deterrente finalizzato a sradicare radicalmente le minacce nucleari statunitensi, i loro ricatti e le mosse ostili per stabilire un equilibrio con i loro armamenti”, conclude la nota del ministero degli Esteri di Pyongyang.




Corea del Nord, Usa all’Onu: “Ora la guerra è più vicina”

COREA DEL NORD – “Ora la guerra è più vicina”. Parole pesanti quelle pronunciate dall’ambasciatrice americana all’Onu Nikki Haley, durante il consiglio di sicurezza sulla Corea del Nord. Mentre pochi minuti prima, durante un comizio in Missouri, Donald Trump era tornato ad attaccare sul piano personale il dittatore di Pyongyang, Kim Jong-un, deridendolo e descrivendolo come un “cagnolino malato”. “The little rocket man”, il piccolo uomo-missile, ha ripetuto davanti ai suoi calorosi sostenitori.

Il silenzio del presidente americano dopo l’ennesimo lancio di un missile balistico da parte del regime nordcoreano è durato dunque poche ore. E ancora una volta le sue parole rischiano di alimentare una guerra di offese e di insulti che va avanti da mesi e che non favorisce di certo la realizzazione di quel canale diplomatico che con enorme fatica Rex Tillerson e i vertici del Dipartimento di stato stanno tentando di aprire.

Intanto, mentre al Tesoro americano si studiano nuove sanzioni finanziarie e al Pentagono si valuta l’ipotesi di un blocco navale, le Nazioni Unite rinviano la decisione di nuove misure punitive verso Pyongyang, con i Quindici del Consiglio di sicurezza che per il momento insistono sulla piena e rigorosa attuazione delle sanzioni già prese negli ultimi mesi.

Soprattutto da parte della Cina che resta il più stretto alleato della Corea del Nord.

L’ultimo esperimento missilistico di Pyongyang, che ha dimostrato di avere un ‘supermissile’ in grado di colpire ovunque gli Stati Uniti, “e’ un’azione che avvicina il mondo alla guerra, non lo allontana”, ha tuonato Haley. “Anche se è un conflitto che gli Usa non cercano – ha aggiunto l’ambasciatrice Usa – e se ci sarà una guerra, il regime nordcoreano sarà completamente distrutto”. Quindi l’ennesimo appello alla comunità internazionale (rivolto ancora una volta soprattutto a Pechino) per “tagliare tutti i rapporti con Pyongyang”, per isolare ulteriormente il regime di Kim: dai rapporti diplomatici, alla cooperazione militare, scientifica e commerciale, passando per lo stop a tutte le importazioni ed esportazioni. “Invece – ha denunciato – alcuni paesi continuano ancora a finanziare il programma nucleare nordcoreano”.

Intanto l’ambasciatore italiano Sebastiano Cardi, presidente di turno dei Quindici e del comitato sanzioni del Consiglio di sicurezza, ha spiegato come le misure restrittive decise contro la Corea del Nord stiano funzionando: “Ma si può fare di più per farle applicare”, ha sottolineato.




Corea Nord: al via esercitazioni con tre portaerei Usa

Tre portaerei Usa a propulsione nucleare e relativi gruppi d’attacco, 11 cacciatorpediniere con tecnologie antimissile Aegis, 7 unità navali sudcoreane, incluse due con standard Aegis, hanno dato oggi il via alle manovre nel mar del Giappone. La prova di forza contro la Corea del Nord, nel mezzo della visita del presidente Donald Trump in Asia, mira anche a neutralizzare la minaccia nucleare di Pyongyang. La Uss Reagan, la Uss Roosevelt e la Uss Nimitz si ritroveranno in zona intorno a lunedì, secondo il Comando di stato maggiore di Seul.

Le manovre sono state duramente criticate da Pyongyang nei giorni scorsi, ritenute essere le prove generali di un attacco nucleare ai suoi danni verso il quale ha minacciato a sua volta “un attacco atomico preventivo”. La moltitudine di mezzi militari e uomini messi in campo ha lo scopo di rafforzare le capacità operative congiunte e “la forte reattività a difendersi con una forza dominante contro qualsiasi provocazione messa in essere da Pyongyang in caso di crisi”, hanno spiegato i militari di Seul in una nota.
La riunione di tre portaerei in un’ unica zona operativa, come quella del Pacifico occidentale che fa capo alla Settima Flotta, non è nuova per la Marina americana: l’ultima risale al 2007 e si tenne a Guam, l’isola americana nel mar delle Filippine finita nel mirino di Pyongyang per un possibile attacco dimostrativo “di quattro missili balistici”, come annunciato dal Nord ad agosto.
Le tre portaerei, inoltre, avranno dopo il ciclo di manovre con la Corea del Sud, un altro con il Giappone che mobiliterà tre cacciatorpediniere.

Il tour asiatico di Trump, oltre al tema del commercio, ha avuto il suo focus primario sulla minaccia nucleare e balistica di Pyongyang. Appena ieri, parlando a summit Apec di Da Nang, nel Vietnam, il tycoon ha detto che il futuro della regione “non deve essere tenuta in ostaggio dalle contorte fantasie di conquista violenta e di minaccia nucleare di un dittatore”.
Mercoledì, parlando al parlamento di Seul, Trump ha lanciato un altro perentorio messaggio: “Non ci sottovalutate e non metteteci alla prova”.




Trump alla Corea del Nord: “Nessun dittatore sottovaluti gli Usa”

TOKYO – “Nessun dittatore deve sottovalutare la determinazione e la risolutezza degli Stati Uniti”. Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump, riferendosi alla situazione geopolitica nella penisola coreana, durante il suo discorso alle truppe militari della base aerea di Yokota, a ovest di Tokyo. Trump si fermera’ nella capitale nipponica fino a martedi’.

La Corea del Nord minaccia una “punizione spietata” contro il presidente Usa Donald Trump per gli “stupidi commenti”: a due giorni dalla visita a Seul, il Rodong Sinmun, organo del Partito dei Lavoratori, accusa in un commento il tycoon di irretire “seriamente” Pyongyang con le sue parole. “Trump deve dare retta alle affermazioni di altri esperti Usa secondo cui lui dovrebbe fermare l’incauto ricatto e tirarsi fuori dagli affari della penisola coreana”.




Potenziale conflitto Usa – Corea del nord: in un video il perchè sarà molto breve

In un video, gli ultimi aggiornamenti da parte della difesa statunitense analizzano perché un potenziale conflitto tra Usa e la Corea del nord sarà molto breve rispetto alle guerre in Vietnam, Iraq o Afghanistan.

 

Armi chimiche – La Corea del Nord è nota per possedere armi chimiche ed è considerata tra i più grandi possessori dopo gli Stati Uniti e la Russia. Nel 2012, il Ministero della difesa nazionale della Corea del sud ha stimato che la DPRK possiede tra 2.500 e 5.000 tonnellate di armi chimiche.

Si ritiene che la Corea del Nord possa dispiegare la sua scorta di agenti chimici attraverso una varietà di mezzi, tra cui artiglieria di campo, lanciagranate multipli, razzi FROG, missili Scud e Nodong, aerei e mezzi non convenzionali. Questa situazione garantirà l’uso della forza letale con l’eventuale utilizzo di armi nucleari tattiche.

 

Artiglieria – La Corea del Nord potrebbe scatenare il proprio arsenale sulla città di Seoul che dista solo 35 miglia dal confine. Le migliaia di pezzi di artiglieria settentrionale sono già mimetizzati e scavati. I pezzi di artiglieria della Corea del Nord includono il Koksan da 170 mm, che ha una portata di circa 40 km, usando i proiettili convenzionali. Tuttavia, Seoul dispone di razzi assistiti dall’eser-cito coreano, che hanno una portata di circa 60 km.

Questo scenario costringerà nuovamente gli Stati Uniti a utilizzare un’opzione militare che possa sot-tomettere rapidamente le forze nordcoreane, e questo è potenzialmente possibile con l’uso delle armi nucleari tattiche.

 

Nukes con Icbm – La Corea del Nord ha provato il missile balistico intercontinentale (ICBM) denominato HWA-SONG-14 su quello che ha la gamma per colpire le principali città statunitensi. La Corea del Nord ha testato questo ICBM due volte nel mese di luglio ed entrambe le volte il test ha avuto successo, segnando una tappa importante per il paese. Questa è la prima volta che la Corea del Nord ha dimostrato la capacità di poter colpire gli Stati Uniti.
In totale la Corea del Nord ha condotto fino ad ora sei test nucleari. Il primo nucleo test è stato condotto dalla Corea del Nord l’8 ottobre 2006. Secondo gli analisti sta-tunitensi, ha avuto una resa di meno di un kilotone di TNT.
Le esplosioni sono diventate più potenti da allora. Il dispositivo testato dal Nord ha recentemente avuto una resa di oltre 100 chilogrammi di TNT. In caso di conflitto, gli Stati Uniti non hanno altra scelta se non di estrarre i nucleari e missili nord-coreani. Ciò è possibile solo con l’uso di una forza letale che comprende bombe di precisione e nuclei tattici per distruggere le strutture sotterranee indurite.

 

In conclusione – Il punto cruciale della questione è che, a differenza del Vietnam, Iraq o Afghanistan, una guerra con la Corea del Nord sarà una corsa contro il tempo. Dare la possibilità di ritorsione della Corea del Nord provocherebbe una catastrofe. Gli Stati Uniti dovranno quindi portare le grandi armi fin dall’inizio compreso l’uso possibile di nucleare tattico. La guerra sarà rapida e sarà combattuta a ritmo fulmini. La cache statunitense di nucleare tattica ha il potenziale di accorciare la guerra come quello che è accaduto nella seconda guerra mondiale.

B61 nuke è una delle armi che possono svolgere un ruolo importante.

B61 è una resa variabile, arma di chilotoni. Le versioni tattiche possono essere impostate su una resa esplosiva di 0,3, 1,5, 5, 10, 45, 60, 80 o 170 kilot, e la versione strategica ha un rendimento di 340 kilotoni.

Le parole di Trump, minacciando di incontrare le minacce della Corea del Nord con un “fuoco e fu-ria come il mondo non hanno mai visto”, sono stati l’avvertimento più forte di uno sciopero nucleare da qualsiasi presidente Usa nei tempi moderni.

 

Anche Trump nel discorso dell’ONU ha detto, riferendosi al regime del leader del Nord Corea Kim Jong Un: “Nessuna nazione sulla Terra ha interesse a vedere questa banda di criminali armarsi con armi nuclea-ri e missili. Gli Stati Uniti hanno grande forza e pazienza, ma se è costretto a difendersi o ai suoi al-leati, non avremo altra scelta se non per distruggere completamente la Corea del Nord “.




Corea del Nord: Trump minaccia Pyongyang con i bombardieri

USA – Donald Trump minaccia Pyongyang con i suoi bombardieri B-1B Lancer supportati da caccia F-15C sopra i celi delle acque internazionali della Corea del Nord.

Il messaggio che vuole mandare Trump alla Corea del Nord è quello di informrlo che ha tutto il necessario militare per fermarlo.

Toni duri quelli di Trump diretti a Pyongyang: “Un folle gonfio della sua megalomania”. Intanto al confine con la Corea del Nord sono in corso esercitazioni congiunte Stati Uniti-Corea del Sud.

Quello che pensa Donald Trump di Pyongyang è stato chiarito, ma cosa pensa Pyongyang di Trump? Chiaramente non c’è nessuna stima nei confronti del presidente a stelle e strisce: “Le parole incoscienti e violente di uno chiamato presidente degli Stati Uniti”.

 

Intanto il ministro degli Esteri nordcoreano Lee Yong-Ho, parlando all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha messo le mani avanti e chiarito: “”La Corea del Nord è uno stato responsabile, che possiede armi nucleari. Prenderemo misure preventive “spietate”, se da parte degli USA e dei loro vassalli-alleati ci sarà solo un segno di intervento per l’eliminare il leader o per attaccare il paese” ha detto il ministro. Pyongyang non ha intenzione di minacciare con le armi nucleari gli stati che non partecipano alle manovre militari degli USA”,




Corea del Nord, allarme di Parigi: “Ue rischia di finire nel mirino dei missili”

I missili nordcoreani potrebbero essere in grado di raggiungere l’Europa “prima del previsto”: lo ha detto la ministra francese della Difesa, Florence Parly, nel corso di un intervento dinanzi ai militari a Tolone. “Lo scenario di una escalation verso un grande conflitto non può essere scartato”, ha affermato, aggiungendo: “L’Europa rischia di essere alla portata dei missili di Kim Jong Un prima del previsto”.

La Corea del Sud continua il ciclo di manovre militari dedicandosi da oggi alle attivita’ marittime in risposta alle continue provocazioni di Pyongyang. In base a quanto riferito dalla Marina di Seul, tra gli asset mobilitati nelle acque del mar del Giappone figurano la fregata da 2.500 tonnellate Gangwon, una motovedetta da 1.000 tonnellate e altre unita’ da 400 e 130 tonnellate, alcune delle quali al servizio di incursioni rapide. E’ soltanto il primo passo di quattro giorni di altre esercitazioni navali che partiranno domani.

”Le esercitazioni hanno lo scopo di migliorare la nostra capacita’ di risposta immediata contro le provocazioni navali da parte di nemici”, ha spiegato il capitano Choi Young-chan, comandante del 13/mo Gruppo navale. ”Se il nemico provoca ovunque, sull’acqua o sotto, reagiremo in maniera pronta annientandolo in mare”, ha aggiunto Choi. Le manovre sono maturate a due giorni dal sesto test nucleare nordcoreano, il piu’ potente mai fatto finora e rivendicato come ”perfetto successo” del primo ordigno all’idrogeno. La Marina dara’ il via domani, per la durata di 4 giorni, ad altre operazioni nelle acque meridionali con oltre 10 unita’, tra cui la fregata da 2.500 tonnellate Chungbuk, sottomarini e aerei di sorveglianza P-3C Orion e multiuso Lynx. L’Aeronatica invece partecipera’ shierando i caccia F-15K e un aereo CN-235 da trasporto. Corea del Sud e Usa, a completamento del piano, avranno poi giovedi’ e venerdi’ manovre congiunte nel mar del Giappone che avranno come target i sottomarini nemici.

Nuove sanzioni contro la Corea del Nord sarebbero “futili e inefficaci” e visto che Pyongyang “ha armi atomiche, un conflitto potrebbe portare a una catastrofe globale”: così il presidente russo Vladimir Putin, convinto che “insistere sull’isteria militare” per risolvere il problema sia “senza senso, un vicolo cieco”. Lo riferisce Interfax. “Incrementare l’isteria militare in tali condizioni – ha affermato Putin – non ha senso, è una strada senza uscita. Potrebbe portare a una catastrofe globale, planetaria e a un’enorme perdita di vite umane. Per risolvere la questione nucleare nordcoreana non c’è altra via se non quella del dialogo pacifico”. Il presidente russo si è inoltre detto contrario a ulteriori sanzioni. “Come ho detto ieri ai miei colleghi – ha proseguito – mangeranno erba ma non fermeranno il loro programma finché non si sentiranno sicuri”.

Il fatto che si tratti di un’area geograficamente molto lontana non evita all’Europa di fare la sua parte nel conflitto nordcoreano: “L’Europa ha una voce importante nel mondo, deve usarla”, ha detto Angela Merkel parlando al Bundestag, e sottolineando che ci possa essere “solo una soluzione diplomatica e pacifica per la quale ci si deve impegnare con tutte le forze”.

Intanto, citando una fonte anonima, secondo l’Asia Business Daily, testata sudcoreana, la Corea del Nord sta trasportando verso la costa occidentale un razzo che sembrerebbe essere un missile balistico intercontinentale (Icbm).

E Seul ieri ha lanciato l’allarme sui nuovi test della Corea del Nord, mentre al Consiglio di Sicurezza dell’Onu è esplosa l’irritazione Usa nelle parole dell’ambasciatore Nikki Haley che, al laconico “quando è troppo e troppo”, ha aggiunto la richiesta di “più forti misure possibili” contro Pyongayang anticipando la circolazione di una bozza di risoluzione.

Sulla Corea del Sud pende uno stato d’emergenza permanente: un nuovo test nucleare, possibile in ogni momento, e lanci di missili intercontinentali in date sensibili per la storia del Nord come il 9 settembre, giorno della fondazione dello Stato, e il 10 ottobre, dedicato alla nascita del Partito dei Lavoratori. A poche ore dall’avvio dei lavori al Palazzo di Vetro sul sesto test nucleare del Nord tra condanna unanime e divergenze su sanzioni e mosse da adottare, a Seul l’agenzia d’intelligence sudcoreana (Nis) ha tracciato un quadro allarmante sugli scenari futuri con un vettore balistico intercontinentale di fatto in rampa di lancio e con una “traiettoria standard verso il Pacifico del Nord”, simile a quella del Hwasong-12 di fine agosto che sorvolando il Giappone finì poi in mare. Anche i leader del G7 hanno condannato “nei termini più forti possibili il nuovo test nucleare condotto dalla Corea del Nord” con comportamento “irresponsabile”.

Nella dichiarazione firmata da Paolo Gentiloni, Justin Trudeau, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Shinzo Abe, Theresa May, Donald Trump, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, si chiede con forza che la Corea del Nord abbandoni immediatamente “tutti i programmi nucleari e di missili balistici in una maniera che sia completa, verificabile e irreversibile”.

Angela Merkel e Donald Trump, in una telefonata, hanno affermato che bisogna aumentare la pressione internazionale sulla Corea del Nord e il consiglio di sicurezza dell’Onu deve ratificare velocemente nuove e più forti sanzioni. È quello che hanno affermato. Merkel ha ribadito che “obiettivo resta una soluzione pacifica”, e ha affermato che la Germania “si impegnerà in Europa perché in Ue vi siano sanzioni contro la Corea del nord”. Per Trump, invece, “Tutte le opzioni per affrontare la minaccia della Corea del Nord sono sul tavolo”.




Corea del Sud, Cina e Giappone chiedono l’isolamento totale di Pyongyang. Allerta ai massimi livelli

IL CONFLITTO – Irritata la reazione di Seul e Tokyo, alla quale è seguita la dura risposta della Cina che, attraverso il ministero degli Esteri, ha “condannato con forza” l’intemperanza di Pyongyang proprio quando il presidente Xi Jinping era impegnato ad aprire i lavori del vertice dei Paesi Brics, a Xiamen, altro momento a lungo preparato di grande visibilità internazionale dopo il G20 del 2016.

La Corea del Sud, che ha alzato l’allerta, ha intenzione di chiedere più aspre sanzioni assicurando che farà tutta la pressione possibile sul Consiglio di Sicurezza dell’Onu perché si arrivi all’isolamento “totale” di Pyongyang, in base all’esito della riunione del Consiglio di sicurezza nazionale che ha annunciato l’ipotesi di accettazione di più armi tattiche dagli Usa.

In Giappone, primo Paese a confermare il test, il premier Shinzo Abe ha definito la mossa “assolutamente inaccettabile”. I primi dati sulla detonazione sono preoccupanti: il sisma artificiale è il più potente dei sei test fatti finora. L’onda è stata pari a 5-6 volte quella generata dal quinto esperimento e 11 volte quella del quarto, entrambi nel 2016, ha riferito la Korea Meteorological Administration, l’agenzia sudcoreana che oltre al meteo ha in carico le rilevazioni sismiche.

Il sesto test ha avuto una potenza fino a 100 chilotoni, circa 5 volte più forte della bomba sganciata dagli Usa sulla città nipponica di Nagasaki nell’agosto del 1945, ha reso noto Kim Young-woo capo della commissione Difesa del parlamento di Seul, citando le stime dei militari sudcoreani. L’ordigno è stato il più potente finora provato da Pyongyang, pari a 10 volte il quinto test del 9 settembre 2016 di 10 chilotoni. Un chilotone è pari a 1.000 tonnellate di tritolo.




Corea del Nord, sisma artificiale di magnitudo 6.3: pronta nuova bomba a idrogeno per missile intercontinentale

La Corea del Nord va verso l’ufficializzazione del test nucleare, il sesto, che poche ore fa ha causato un sisma artificiale di magnitudo 6.3, come ha confermato poco fa il governo giapponese.

Il governo giapponese ha appurato che la Corea del Nord ha effettuato il suo sesto test nucleare: lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Taro Kono.

Il test nucleare effettuato dalla Corea del Nord, e confermato dal Giappone, è il sesto in assoluto e il primo durante la presidenza di Donald Trump, che si è insediato alla Casa Bianca a gennaio, mentre la precedente detonazione risale a 9 settembre 2016. Il sisma di magnitudo 6.3, seguito da un altro di magnitudo 4.6, è stato confermato anche dal China Earthquake Network Center secondo cui l’ipocentro è stato misurato a “zero chilometri”, a conferma della natura artificiale dell’onda sismica.

I militari della Corea del Sud hanno confermato la natura artificiale del terremoto di magnitudo 6.3 registrato nel nordest della Corea del Nord alle 12 ora locale (le 5:30 in Italia), in base alla misurazione dell’agenzia sismologica statunitense Usgs: l’epicentro è stato individuato vicino al sito di test nucleari Punggye-ri. L’onda sismica anomala è oggetto di verifica, ha reso noto il Comando di Stato maggiore congiunto, per accertare la possibile sesta detonazione atomica da parte di Pyongyang.

La Corea del Sud ha rilevato anche una seconda scossa sismica intorno al sito nucleare nordcoreano di Punggye-ri, misurata in magnitudo 4.6: lo riferisce l’agenzia Yonhap, secondo cui sono in corso ulteriori accertamenti sulla sua natura.

Gli sforzi in corso per massimizzare la pressione sulla Corea del Nord sono stati al centro del colloquio telefonico fra Trump e Abe. Lo afferma la Casa Bianca, sottolineando che i due leader hanno ribadito l’importanza di una stretta collaborazione fra Usa, Corea del Sud e Giappone di fronte alla ”crescente minaccia della Corea del Nord”. Il presidente americano ha messo in evidenza che il coordinamento fra i tre paesi sara’ oggetto di incontri a margine dell’Assemblea dell’Onu.

La Corea del Nord ha messo a punto con ”successo” un’arma nucleare ”piu’ avanzata”: una testata a idrogeno in grado di essere montata sul nuovo missile intercontinentale Icbm e di esplodere anche ad altitudine elevata. L’annuncio dell’agenzia Kcna e’ una nuova sfida per la comunita’ internazionale e per gli Stati Uniti di Donald Trump. La nuova provocazione arriva pochi giorni dopo l’ennesimo lancio balistico di Pyongyang, con un missile che ha sorvolato il Giappone. La Kcna accompagna l’annuncio con foto del leader nord coreano Kim Jong-un che ispeziona un impianto nucleare e la nuova bomba a idrogeno, avvertendo il mondo sul fatto che il paese può produrre quante armi nucleari vuole. Le parole di Pyongyang rischiano di aumentare la tensione gia’ alta. Gli Usa sono al lavoro per accertare la veridicita’ delle affermazioni, dopo che la Corea del Nord ha definito il lancio che ha sorvolato il Giappone il ”preludio” di quello che succedera’ a Guam. Gli accertamenti presentano molte difficiolta’ e gli Stati Uniti si affidano soprattutto ai satelliti spia. Trump e’ stato raggiunto dall’annuncio della Kcna in Louisiana, dove e’ volato per accertare i danni causati dall’uragano Harvey. Secondo indiscrezioni, il presidente americano starebbe valutando una mossa controversa, ovvero l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo di libero scambio con la Corea del Sud. Un’ipotesi sulla quale Trump incontra le resistenze di parte della sua amministrazione, convinta che un addio dall’intesa commerciale rischi di isolare Seul in un momento in cui la minaccia nord coreana aumenta. Nel gennaio 2016 la Corea del Nord aveva dichiarato di aver testato con successo una bomba a idrogeno nel suo quarto test nucleare, ma la notizia era stata accolta con scetticismo dagli esperti. Alla luce dell’intensificarsi dei lanci missilistici e dei progressi effettuati, pero’, l’annuncio della Kcna agita la comunita’ mondiale. Il presidente russo Vladimir Putin ha negli ultimi giorni denunciato la gravita della situazione, mettendo in guardia su come si sia sull’orlo di ”un conflitto su larga scala”.




Tensioni per le minacce della Corea del Nord: il Consiglio di Sicurezza dell'Onu condanna il lancio del missile

 

Redazione Esteri

 

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu "condanna fortemente" il lancio del missile da parte della Nord Corea e chiede che tutti gli Stati membri "attuino pienamente, in modo rigoroso e veloce" le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite. La dichiarazione, adottata all'unanimità, condanna Pyongyang "per le sue azioni oltraggiose e le minacce contro un altro Stato membro dell'Onu, chiedendo che tali atti cessino immediatamente". Tuttavia, non si minacciano nuove sanzioni del Cds

Non si fa attendere la risposta di Seul dopo la nuova provocazione di Kim. Le Forze armate della Corea del Sud – secondo quanto riporta il quotidiano britannico Independent – hanno sganciato otto bombe vicino al confine con la Corea del Nord in una dimostrazione di "forza travolgente" – come l'hanno definita i media locali – in risposta al test missilistico compito da Pyongyang.

Nella notte – infatti – un missile balistico a medio raggio è stato lanciato dalla Corea del Nord: si tratta del primo disegnato per trasportare una testata nucleare secondo quanto riportano i media sudcoreani.

"Azioni che minacciano e destabilizzano aumentano solo l'isolamento del regime nord coreano. Tutte le opzioni sono sul tavolo", afferma il presidente americano Donald Trump, commentando il nuovo lancio da parte di Pyongyang. "Il mondo – sottolinea il leader Usa – ha ricevuto l'ennesimo messaggio della Corea del Nord forte e chiaro: questo regime ha segnalato il suo disprezzo per i paesi vicini, per tutti i membri delle Nazioni Unite e per gli standard minimi di comportamento accettabile a livello internazionale".

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro giapponese Shinzo Abe si sono detti d'accordo sul fatto che la Corea del Nord "pone una grave e crescente minaccia diretta agli Stati Uniti, alla Corea del Sud e al Giappone, ma anche agli altri paesi del mondo". Lo afferma la Casa Bianca riferendo del colloquio telefonico fra i due leader. Trump e Abe si sono impegnati "a mantenere alta la pressione sulla Corea del Nord e a fare il possibile per convincere il resto della comunità internazionale a fare lo stesso".




Corea del nord, sanzioni Onu: Pyongyang pronto a utilizzo testate nucleari

La vendetta della Corea del Nord contro gli Stati Uniti per le dure sanzioni Onu sarà “mille volte più grande”: lo ha affermato oggi Pyongyang in un comunicato in cui il regime afferma che le sanzioni sono il frutto di un “odioso complotto degli Usa per isolare e soffocare” la Corea del Nord. Le misure, prosegue la nota, non costringeranno mai il Paese a trattare sul suo programma nucleare.

La Corea del Nord “è pronta a dare agli Stati Uniti una severa lezione con la sua forza nucleare strategica”
. Lo ha detto il ministro degli Esteri Ri Yong Ho, aggiungendo che il suo Paese non vuole usare le proprie armi nucleari contro alcun Paese “eccetto gli Usa”, a meno che qualcun altro non si unisca all’iniziativa americana, perché la responsabilità della crisi nella penisola coreana è soltanto di Washington. Poi ha aggiunto che Pyongyang non metterà “in nessun caso” sul tavolo dei negoziati il suo arsenale nucleare.

Trump-Moon, ‘minaccia seria e diretta’ “La Corea del Nord rappresenta una crescente minaccia, seria e diretta, contro gli Stati Uniti, la Corea del Sud e il Giappone, così come contro gran parte dei Paesi nel mondo”: lo hanno affermato il presidente Usa Donald Trump e il presidente sudcoreano Moon Jae-in in una dichiarazione congiunta rilasciata dalla Casa Bianca dopo un colloquio telefonico avvenuto domenica sera tra i due leader.

Lavrov a ministro Pyongyang, evitare uso forza 
– Tutte le parti coinvolte nella crisi coreana devono “evitare l’uso della forza” e “cercare metodi politici e diplomatici per risolvere i problemi che la regione sta affrontando, inclusa la denuclearizzazione della penisola coreana”: è questo – secondo il ministero degli Esteri russo – il contenuto delle parole rivolte dal capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov al suo omologo nordcoreano Ri Yong-ho durante l’incontro svoltosi a Manila.

Tillerson, stop lanci missili Pyongyang – Il miglior segnale che la Corea del Nord potrebbe dare per dimostrare che e’ pronta a negoziare con gli Stati Uniti sarebbe quello di interrompere i lanci missilistici: lo ha detto il Segretario di Stato americano Rex Tillerson a Manila. Parlando a margine dell’Associazione delle nazioni del sudest asiatico nella capitale filippina, Tillerson ha sottolineato che l’interruzione dei lanci rappresenterebbe il “primo e più forte segnale” da parte di Pyongyang.