Pisa, Unità d’Italia: successo per l’incontro ANCRI sui valori e simboli della Costituzione

PISA – Si sono conclusi i lavori dell’incontro spettacolo “Viaggio tra i Valori e i Simboli della Repubblica” organizzato al CNR di Pisa dall’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica (ANCRI) insieme con il Comune di Pisa per celebrare la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”
La cerimonia è stata aperta con l’inno nazionale, da grandi emozioni, cantato dal tenore trevigiano Francesco Grollo e intonato da tutti i presenti nell’Auditorium con la massima partecipazione.
A seguire hanno preso la parola per un indirizzo di saluto il padrone di casa Ottavio Zirilli, Responsabile dell’area Ricerche del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi, il presidente dell’Associazione ANCRI Tommaso Bove e il Prefetto di Pisa Angela Pagliuca.
Sono stati saluti-interventi istituzionali ricchi di significato molto apprezzati dalle centinaia di persone presenti in sala che si sono strette intorno ai valori e ai simboli richiamati nella nostra Carta Costituzionale.
Una standing ovation per lo spettacolo originale e istituzionale dello storico del risorgimento Michele D’Andrea che ha incantato tutti.
Sul palco dell’Auditorium Area della Ricerca del CNR di Pisa è andata in scena una “lezione” di storia distante anni luce dal taglio didattico o accademico: si è trattato di una “chiacchierata briosa” sull’inno nazionale attraverso le vicende, la musica, i fatti, i personaggi, le curiosità e gli aneddoti che si nascondono dietro la cortina della storia ufficiale.
Non sono mancati i richiami ad altri canti dell’indipendenza italiana e i confronti con gli inni degli altri Paesi, ricchi di retroscena gustosi e sorprendenti.
Storico di formazione, Michele D’Andrea ha un passato nella dirigenza del Quirinale e si occupa di onorificenze, di musica del Risorgimento e di araldica militare. Suoi sono, fra gli altri, lo stendardo presidenziale e gli attuali stemmi dell’Esercito, della Marina e dei Carabinieri.
A seguire è intervenuto Paolo Carrozza, professore ordinario di diritto costituzionale alla Scuola Superiore Sant’Anna, autore di opere monografiche e di numerosi saggi in tema di diritto costituzionale, che ha trattato dei valori fondamentali che emergono dal complesso della Costituzione e che dovrebbero essere quelli cui si ispira tutta la vita politica, economica, sociale del Paese.
Nel chiudere i lavori Francesco Tagliente, già prefetto di Pisa, ha presentato alle personalità pisane presenti in sala la figura del presidente dell’Associazione ANCRI, una persona caratterizzata da una forte vocazione sociale ed istituzionale, che ha saputo imprimere all’ANCRI un ruolo centrale nella promozione di iniziative per tenere alti i valori e i simboli della Repubblica. Tagliente ha poi fatto un cenno al progetto “Decoro delle Bandiere” voluto dall’ ANCRI, finalizzato a contribuire a garantire il decoro del Tricolore, primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica.
Concludendo il suo intervento e i lavori della giornata Tagliente ha sottolineato che “l’iniziativa dell’ANCRI vuole rappresentare un contributo per a far conoscere l’importanza dei valori e in particolare del cittadino come persona e come individuo portatore di diritti e di doveri.
Parlo del valore della legalità, della libertà, della dignità della persona, della dignità sociale, della democrazia, della solidarietà, dell’eguaglianza. Parlo della esigenza di rivolgere attenzione ai diritti delle persone che versano in una condizione di fragilità, come gli anziani, i disabili, i bambini, le donne che si vengono a trovare in un momento di debolezza per aver subito una violenza o un trauma”.
All’iniziativa hanno partecipato oltre 300 ospiti d’eccezione, delle istituzioni e della società civile. Presenti oltre al Prefetto Angela Pagliuca, il Questore Paolo Rossi, i comandanti provinciali dei Carabinieri Col. Nicola Bellafante, della Guardia di Finanza Col. Giancarlo Franzese e dei Vigili del Fuoco ing. Ugo D’Anna.
Presente anche Antonio Cerrai, presidente provinciale della Croce Rossa di Pisa che ha patrocinato l’evento, definito da Tagliente suo punto di riferimento negli anni in cui ha svolto il ruolo di rappresentante di Governo nella Città della Torre



70 anni di Costituzione, al via il progetto Ancri: un flag man per ogni ufficio pubblico

L’ANCRI vara il “Progetto decoro della Bandiera” in occasione dei 70 anni dalla firma della Costituzione della Repubblica Italiana Un progetto finalizzato a contribuire a garantire il decoro del Tricolore, primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica soprattutto con la concreta azione di individuare gli Enti pubblici che non sono nelle condizioni economiche di poter sostituire il Tricolore esposto che versa in degrado con una nuova Bandiera finanziata dall’ANCRI.

Questa è la nuova sfida dell’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica che per l’anniversario della promulgazione della Costituzione intende rimettere al centro di ciascun individuo i principi fondamentali che regolano la vita civile e sociale del nostro paese e su cui si basa la nostra Repubblica e le norme che stabiliscono i diritti inviolabili e doveri inderogabili di ciascuno Per celebrare l’Evento volto alla promozione del Tricolore, il Direttivo Nazionale dell’ANCRI ha varato un progetto, proposto dal Delegato Nazionale ai Rapporti Istituzionali prefetto Francesco Tagliente e dal presidente Tommaso Bove: “Nella premessa alla delibera dell’ANCRI è scritto chiaramente che la Bandiera è il primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica. Per garantire la corretta esposizione e il decoro delle bandiere – sostengono Tagliente e Bove – ogni ufficio pubblico deve designare un responsabile (flag man).

Negli ultimi anni è sempre più frequente notare anche su edifici pubblici bandiere strappate, lacerate, scolorite o sporche. Qualora le Bandiere si presentino logore, scolorite, strappate, sporche o male avvolte all’asta i responsabili della verifica della loro corretta esposizione il “Flag Man” dovrebbe provvedere ad assicurarne il decoro e, se necessario alla loro sostituzione. Lo spirito dell’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica trova origine nel rispetto dei principi della Costituzione Italiana che hanno ispirato l’Associazione stessa.

La collocazione della disposizione sulla Bandiera nazionale, all’interno dei principi fondamentali della Costituzione è particolarmente significativa anche perché rappresenta simbolicamente un certo Paese e l’identità dello Stato. Poiché l’Ancri sente doveroso promuovere ogni possibile iniziativa per concorrere a tenere alto il decoro della bandiera simbolo della Repubblica, ritiene di varare il Progetto “Decoro delle Bandiere”.

La Presidenza Nazionale ANCRI, pertanto, valuterà eventuali espresse richieste di organismi pubblici che non sono nelle condizioni di provvedere in proprio all’acquisto delle bandiere strappate o lacerate, anche su segnalazione delle strutture territoriali e, previa delibera del Direttivo Nazionale, compatibilmente con le risorse economiche disponibili, provvederà all’acquisto e alla fornitura del materiale necessario alla messa in decoro, con modalità da concordare.

Sul punto si ricorda che le Bandiere devono avere le dimensioni previste dal regolamento ufficiale governativo.” L’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica coglie l’occasione per ricordare che “l’obbligo di rispettare il decoro delle bandiere riguarda anche i privati. Anche i drappi, le insegne e le bandiere, con i colori della città o di altri Paesi, esibite per iniziativa personale degli esercenti per arredare alberghi o esercizi commerciali, non possono essere logore, scolorite, strappate, sporche o male avvolte all’asta. E’ bene ricordare però che un privato gestore di un pubblico esercizio (albergo, ristorante, ecc.) può esporre anche le bandiere straniere a condizione che esibisca anche la bandiera italiana e ne rispetti il decoro”. Dunque per l’Ancri, celebrare 70 anni di Costituzione significa prima di tutto onorarne il decoro e gli alti contenuti che sono alla base fondamentale di una corretta e civile convivenza sociale




Costituzione, ricorrono i 70 anni. Domani Mattarella potrebbe sciogliere le Camere

“#70anni Evviva la #Costituzione”. Con questo messaggio pubblicato su Twitter, il presidente del consiglio Paolo Gentiloni ricorda l’anniversario della promulgazione della Carta Costituzionale.   Intanto domani giovedì 28 dicembre terminerà la XVII legislatura della Repubblica. Ambienti parlamentari danno infatti ormai per scontato che il presidente Sergio Mattarella scioglierà le Camere allo scadere di questa data, giorno in cui il premier Paolo Gentiloni congederà di fatto il suo mandato nel corso della conferenza stampa di fine anno, prevista per le 11 (verrà trasmessa anche attraverso la webtv).

Il timing sembra definito anche perché, agli occhi del Quirinale, con il mancato numero legale verificatosi in Senato sullo ius soli, dal Parlamento è giunto un chiaro segnale che la legislatura può chiudere i battenti. Eppure quello dello ius soli è un capitolo che, nonostante la pausa natalizia, non smette di alimentare forti polemiche. I ragazzi del “Movimento italiani senza cittadinanza” (ovvero quelli nati in Italia o all’estero da genitori stranieri ma comunque cresciuti nel nostro Paese) con una accorata lettera chiedono al Capo dello Stato di “non lasciarli soli” nella loro battaglia per far approvare ora la legge sulla cittadinanza. E da sinistra si moltiplicano gli appelli per l’approvazione.

“Auspichiamo che Mattarella “valuti di non sciogliere le Camere fino a quando questa legge di civiltà non sarà approvata”, sottolinea Angello Bonelli dei Verdi mentre Barbara Pollastrini del Pd spiega: “abbiamo il dovere di provarci”. Liberi e Uguali, con il senatore Federico Fornaro, ricorda che “se Pd ed M5S avessero avuto più coraggio” lo ius soli sarebbe legge laddove il capogruppo Mdp alla Camera Francesco Laforgia rilancia: “Se ci fosse un sussulto di dignità da parte del Parlamento e del Governo noi non faremmo mancare il nostro sostegno incondizionato”. Sul fronte opposto, Lega e FI ribadiscono il loro “no” al provvedimento: “è una legge che non serve, la cittadinanza deve essere una conquista e non un regalo”, sottolinea Roberto Calderoli.

Ma lo ius soli, salvo colpi di scena clamorosi, finirà, in questo giro, nelle calderone delle cose non portate a termine.
Al Senato mancano i voti centristi della maggioranza di governo e manca anche quell’asse tra Pd e M5S che aveva garantito l’ok al biotestamento. Del resto, il mancato numero legale in Aula ha stoppato, lo scorso 23 dicembre, una legge su cui in pochi, sin dalla sua calendarizzazione, ormai scommettevano. E Mattarella, sciogliendo le Camere prima della ripresa dei lavori, prevista sulla carta il 9 gennaio, non potrà che prendere atto del segnale arrivato da Palazzo Madama. Il 28, perciò, si chiuderà la legislatura iniziata il 15 marzo 2013




Coppia dell’acido: i genitori di Martina Levato chiedono l’affidamento del nipotino

Si torna a parlare di Alexandeer Boettcher e Martina Levato, la coppia dell’acido che costituiva una vera e propria associazione a delinquere e che si è resa responsabile dell’aggressione ai danni di due persone. Il 28 dicembre scorso la coppia ha aggredito con l’acido Pietro Barbini, cagionando ad egli danni e lesioni gravissime. Martina Levato inoltre è accusata di aver tentato l’evirazione di uno studente della Cattolica con cui avrebbe avuto una breve relazione; l’episodio in questione risale al 19 maggio scorso.  Insieme a loro è stato condannato anche il presunto basista Andrea Magnani. I fatti recenti che li vedono protagonisti nuovamente, però, non riguardano le vicende sopracitate che hanno portato i Giudici a condannarli, bensì il frutto del loro amore malato e perverso, anch’egli vittima inconsapevole di tutto ciò: il loro figlio.

 

I genitori di Martina hanno chiesto l’affidamento del nipotino, venuto al mondo nell’agosto del 2015; il sostituto procuratore generale della Cassazione Francesca Ceriani, nella requisitoria scrive: “La legge contempla l’affidamento quando ci sono rapporti significativi e nel caso del figlio di Alexandeer Boettcher e Martina Levato occorre dare rilievo al fatto che i nonni materni hanno avuto con lui 46 incontri, senza mancare mai ad un appuntamento tutte le volte che era loro consentito, e chiaramente la significatività del rapporto deve essere calibrata rispetto al fatto che si tratta di un neonato”. Se la Cassazione dovesse accogliere la tesi del PG e il ricorso dei genitori di Martina, si annullerebbe la decisione di adottarlo presa dal Tribunale di Milano. Il PG della Cassazione ha chiesto l’affido ai nonni materni con questi precisando che “I figli non si tolgono nemmeno ai mafiosi perchè ogni bambino ha diritto a crescere nella famiglia dove è nato, e anche se Alexander Boettcher e Martina Levato sono responsabili di crimini raccapriccianti, dare in adozione il loro figlio equivarrebbe a una non consentita operazione di genetica familiare, come se il piccolo fosse nato con una macchia. I nonni materni sono idonei a crescerlo e ne hanno diritto”.

 

Anche il Comune di Milano ha preso una posizione in questa torbida vicenda, costituitosi come tutore del piccolo e chiedendo alla Suprema Corte il respingimento della richiesta dei familiari: “rispettiamo le figure di questi nonni ma l’impegno che vogliono assumersi è sproporzionato alle loro forze, al divario di età, alla durata pesante della pena alla quale sono stati condannati i genitori del bambino che non potranno quindi subentrare presto ai nonni, e al fatto che le aggressioni con l’acido che hanno compiuto denotano un totale deficit di senso civico che può certo essere colmato, ma solo attraverso un processo lungo e dall’esito incerto”. Ma la collocazione del piccolo all’interno della famiglia può ritenersi una scelta corretta? Alla luce dei gravissimi fatti compiuti dai rispettivi genitori, potrebbe esserci il rischio che taluni episodi possano influenzare la crescita del piccolo? Ricordiamo che il secondo comma dell’articolo 31 della Costituzione recita che lo Stato: “Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”.

 

Rimanendo sempre in tema di leggi, l’articolo 30 della Costituzione Italiana recita: “E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti”. Nel caso sopracitato le parti in causa mirano a colmare il vuoto affettivo e l’inadempienza dei genitori con un’azione palliativa quanto più possibile risolutiva, ma è sempre così? C’è una coppia di Monferrato che lotta da anni per poter riabbracciare la propria bambina: si tratta di Gabriella Carsano, 57 anni e il marito Luigi Deambrosis di 69 anni. Sono stati ritenuti troppo anziani per crescere e accudire la loro bambina avuta in tarda età, così dopo essere stati accusati di aver abbandonato la loro piccola in macchina per quattro minuti la loro piccola è stata adottata. Anche in questo caso il Pg della Cassazione è Francesca Ceriani e dice a gran voce che la piccola deve tornare dai genitori biologici, sostenendo che l’adozione è una situazione “la cui genesi non è legale” e che la famiglia adottiva dovrà collaborare al reintegro della piccola nella casa dei veri genitori per attutire il trauma. La Corte di Cassazione deciderà tra un mese. Un calvario a cui la piccola è stata sottoposta tra comunità e famiglie adottive e che oggi, dopo sette anni, è giunta l’ora che torni tra le braccia dei genitori naturali. Nel marzo scorso la Corte di Torino aveva confermato l’adottabilità della piccola ma i contatti con i genitori naturali si sono interrotti nel 2013. Ripercorriamo la vicenda: la piccola nacque nell’aprile del 2010 ed è stata amata e coccolata dalla sua famiglia per diciotto intensi giorni fino a quando piombarono su di loro le accuse di aver abbandonato la piccola in auto, motivo? Il padre aveva lasciato la piccola che dormiva in auto davanti casa ed era entrato a scaldare il latte. Una vicina aveva chiamato i Carabinieri; la piccola è stata allontanata, i genitori denunciati per abbandono di minore, accusa da cui furono assolti. In seguito ci furono incontri prestabiliti  e in luoghi protetti, fino al 2012, quando la Corte d’Appello dichiara la piccola adottabile e successivamente la Cassazione conferma.

Angelo Barraco

 




Referendum: con il NO l'Italia riparte

 

di Roberto Ragone

 

Per molti versi questa ‘riforma’ costituzionale – fra virgolette, perché più che una riforma, la nuova Costituzione riveste il carattere di un vero e proprio colpo di Stato, abbiamo tutti il coraggio di riconoscerlo, specialmente quelli che votano SI’ perché a loro non piacciono quelli che votano NO. Ma non è un fatto politico: la nuova Napolitano-Verdini-Boschi-JP Morgan-Bilderberg che modifica la ‘vecchia’ Costituzione – ritoccata comunque ben sedici volte dal ‘48 ad oggi – è sempre stata contestata nel merito, e mai nel fatto politico.

 

Solo Renzi ha voluto farne un fatto personale, con la sua famosa promessa di andare a casa.  Ma, nella realtà, tutti i più eminenti costituzionalisti italiani – e in queste colonne abbiamo avuto il piacere di ospitare un’intervista alla professoressa Lorenza Carlassare – sono insorti come un sol uomo contro un provvedimento raffazzonato, pasticciato, manovrabile, e soprattutto orientato in una unica direzione: quella di togliere agli Italiani, insieme alla nuova legge elettorale, ogni e qualsiasi libertà e democrazia, accentrando tutto il potere nelle mani di un uomo solo al comando.

 

Certo, non c’è scritto espressamente così, e ci mancherebbe: ma con tutti i giri di parole, gli arzigogoli, le norme, leggi, leggine e disposizioni ad incastro che troviamo nei vari tabella, nei fatti succederebbe proprio questo; come, ad esempio, l’elezione del capo dello Stato, dei membri del CSM, la maggioranza assoluta in Parlamento, l’egemonia del partito di governo, e così via, a cascata. Presentare una legge di iniziativa popolare, o un referendum – le uniche manifestazioni di democrazia dal basso – diverrebbe praticamente impossibile. Agli ex presidenti della Repubblica – leggi Napolitano – verrebbe riconosciuto, avulso da qualsiasi altro conteggio, un emolumento mensile vitalizio di poco meno di 50.000 euro. Il pareggio di bilancio, una norma che costringerebbe l’Italia ad accantonare decine di miliardi all’anno per eliminare un debito pubblico che spiace solo all’Europa della Merkel, diverrebbe costituzionale, senza possibilità di ritocco: mentre gli economisti di tutto il mondo hanno sempre considerato il pareggio di bilancio un suicidio, per una nazione.

 

Il Senato di nominati – nonostante l’ultimo coniglio dal cappello, quello della falsa scheda elettorale per il Senato velocemente elaborata al computer in esemplare unico, ma di cui mancano le disposizioni ed ogni altro strumento per metterla in opera – farebbe il gioco del governo, impedendo di fatto ogni iniziativa con solo il 30% dei voti, se il governo non fosse quello che questo Senato ha nominato. Fermo, e dimostrato, restando, che i sindaci e i consiglieri regionali non possono materialmente svolgere con efficacia due compiti come quelli proposti. E se dobbiamo votare noi i futuri senatori, perché farli passare attraverso le Regioni, e non lasciarli eleggere liberamente a quell’incarico nelle politiche, come s’è sempre fatto? E via così. Non possiamo qui fare una disamina completa di tutta la nuova Costituzione, né è questa l’intenzione.

 

Renzi non ama perdere, questo l’abbiamo capito, e la scheda elettorale per il nuovo Senato ne è la prova: invocare un falso a tre giorni dalla consultazione è contro ogni correttezza, contro ogni etica, contro ogni regola del vivere civile e di quella mens democratica che dovrebbe ispirare chiunque voglia impegnarsi nell’agone politico. Che sia una toppa, è evidente: togliere ai cittadini, e agli Italiani all’estero, la possibilità di eleggere i loro senatori, è stato un argomento cardine delle contestazioni. Sfilare dalla manica una falsa scheda elettorale, stravolgendo tutto ciò che si è pubblicizzato fino ad un momento prima, vuol dire aver capito che quello era un punto dolente, e che si è voluto mettere una pezza a colore, l’improvvisazione fatta politica, adottata a gestione della nazione e delle sue leggi. Ma noi non vogliamo gli improvvisatori, le amebe politiche, quei personaggi che cambiano le tre carte in tavola secondo il vento. All’Italia serve che ci sia un governo prima di tutto che faccia gli interessi dei cittadini: questo è il significato di ‘democrazia delegata’. Ridurre il numero comunque dei parlamentari di ambedue le Camere è un provvedimento che rispecchierebbe i tempi in cui viviamo: anche a loro farebbe bene un po’ di austerity. Toglierci la democrazia, no.

 

Altri paesi hanno un’amministrazione diversa, senza due camere paritarie, me il loro ordinamento – Germania, Francia, Inghilterra – e i loro meccanismi sono diversi. Insomma, questa riforma è un gran cavallo di Troia di Renzi, dove si vuol far passare dalla finestra ciò che non può far passare dalla porta. Insieme a tante strombazzate ‘buone’ modifiche, passerebbero altre cose poco piacevoli. Se in vece del SI’ vincerà il NO, dal giorno dopo gli Italiani potranno incominciare a riprendersi l’Italia, scevri da lacci e lacciuoli, liberi da un orientamento politico liberticida e totalitario. Finalmente potremmo riprenderci la nostra democrazia; con tutti i suoi difetti, con le liti in Parlamento, con le contrapposizioni più o meno ideologiche, con i giochi di palazzo, ma è meglio una brutta democrazia che una bella dittatura, specialmente se sappiamo da dove viene. Se gli investitori internazionali – dei quali non abbiamo avuto bisogno per settant’anni – non verranno a comprare i nostri titoli di Stato, o i nostri gioielli di famiglia, le nostre eccellenze – che è bene che rimangano nostre – ce ne faremo una ragione. Meglio così che diventare una colonia. L’Italia ha in sé gli anticorpi, la capacità di risollevarsi da sola, a dispetto di qualsiasi deleteria globalizzazione, tesa soltanto a renderci schiavi di grosse multinazionali, – il Nuovo Ordine Mondiale –  a cui Renzi e tutta la sua truppa spianano il terreno per la conquista. Se vince il NO, il giorno dopo l’Italia riparte, ma nella direzione giusta, con i cittadini italiani che potranno ancora alzare la voce. La Costituzione, non è assolutamente vero che non si possa più modificare per trent’anni: questo slogan è stato preso dalle vendite televisive, dove lo sconto è praticato solo se ordinate subito il prodotto reclamizzato; ma il giorno dopo, la canzone è la stessa. Se vince il NO, l’Italia riparte, senza una casta deleteria, come si è dimostrata fino ad oggi, e con una democrazia, con tutti i suoi difetti, ma che da’ voce anche a chi non ne avrebbe più.




ALBANO LAZIALE, COSTITUZIONE ITALIANA: REGALATA AI NEO DICIOTTENNI LA "CARTA PIU' BELLA DEL MONDO"

Redazione

Albano Laziale (RM) – «È la Carta più bella del mondo». Con queste parole, poche settimane fa, Roberto Benigni celebrava in prima serata su Rai Uno la Costituzione italiana definendola, appunto, «la più bella». Ad Albano, ormai da tre anni, la Carta costituzionale viene regalata ai cittadini neo-diciottenni dal Presidente del Consiglio comunale Massimiliano Borelli, in una manifestazione accompagnata dalla lettura degli tabella fondamentali dall’attrice Francesca Guercio. 

«La nostra Costituzione – afferma Borelli – è sempre troppo poco conosciuta, in particolare dai giovani. Da qui l’iniziativa di regalarla ai neo-diciottenni, che si affacciano per la prima volta alle responsabilità di essere cittadini in senso pieno. La Costituzione è il cardine fondamentale del nostro Paese e da essa non si può prescindere. Dai ragazzi presenti alla consegna ho ricevuto un entusiasmo incommensurabile che, nonostante ogni tanto qualche defezione, mi spinge ad andare avanti con l’iniziativa».

Il prossimo appuntamento è fissato per il 7 febbraio, ore 18.00, presso la sala Nobile di palazzo Savelli con i ragazzi che hanno compiuto diciotto anni tra il giugno e il dicembre 2012.




ROCCA DI PAPA SAN RAFFAELE, DOMANI PRESIDIO A SOSTEGNO DEI LAVORATORI

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 Redazione

Rocca di Papa – Martedì 15 gennaio alle ore 16,30 si terrà nuovamente un presidio presso la rotatoria di via dei Laghi a sostegno dei lavoratori del San Raffaele di Rocca di Papa e di tutte le altre 13 Case di Cura presenti nella Regione Lazio, la cui situazione di assoluta precarietà si trascina ormai da mesi.

Dopo la minaccia di chiusura di tutte le strutture del territorio, i dipendenti sono ancora mortificati dalla mancata erogazione degli stipendi, fermi a ottobre. Una situazione che stenta a sbloccarsi e che sta avendo risvolti drammatici per tutte le famiglie coinvolte.

“Nonostante gli appelli più volte mossi al Prefetto di Roma e al Commissario per la Sanità, poco o nulla è cambiato – dichiara il primo cittadino Pasquale Boccia -. Ora più che mai non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia sulla questione che sta portando allo stremo gli operatori, tanto da mettere a rischio l’ordine sociale e una struttura sanitaria presente da più di 40 anni sul territorio, che eroga cure specializzate e assistenza sanitaria di qualità per oltre 200 pazienti.

Tutta la comunità è invitata pertanto a partecipare al presidio e a stringersi attorno ai lavoratori del San Raffaele, a difesa del diritto al lavoro e alla salute, due principi cardine della nostra Costituzione”.