Covid, in Italia prosegue la discesa della curva: i ricoveri registrano una frenata

I deceduti hanno in media 80 anni, per la maggior parte sono stati ricoverati nei reparti ordinari e i vaccinati avevano un’età media più alta e più patologie preesistenti rispetto ai non vaccinati

La curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia sta proseguendo la discesa, mentre i ricoveri registrano una frenata e il numero dei decessi è ancora alto, con un incremento di 427 nelle ultime 24 ore.

La tendenza generale sembra essere quella di una progressiva riduzione dei casi, che potrebbe proseguire per tutto febbraio fino all’esaurimento di questa quarta ondata in marzo, come indicano le analisi di Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica dell’Università di Milano.

Si tratta di una discesa a più velocità: come sì è osservato molte volte dall’inizio della pandemia, il calo dei ricoveri segue con alcuni giorni di ritardo quello dei casi positivi e quello dei decessi ha 15-20 giorni di ritardo rispetto ai ricoveri. E’ presto, però, per abbassare la guardia: “anche se vediamo la fine di questa ondata e se in marzo i casi potranno essere pochi, non dimentichiamo – dice La Vecchia – che attualmente i contagi sono ancora tanti e che, con il 15% di tamponi positivi, contagiarsi è facile: occorre fare attenzione ancora per settimane”.

I numeri dell’epidemia in Italia sono infatti così alti, che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) rileva nel suo aggiornamento settimanale che l’Italia occupa il secondo posto in Europa per casi e decessi: nella settimana dal 17 al 23 gennaio, si legge nel rapporto dell’Oms, in Italia sono stati rilevati 1.231.741 nuovi contagi, un livello invariato rispetto alla settimana precedente; nello stesso periodo i morti sono stati 2.440, con un aumento del 24%. Che i numeri dell’epidemia siano ancora alti lo indicano anche i dati del ministero della Salute, che segnalano 167.206 nuovi casi in 24 ore, contro i 186.740 del giorno prima. Sono stati individuati con 1.097.287 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 1.397.245 del giorno precedente. Il tasso di positività è perciò salito dal 13,4% al 15,2%.

Per quanto riguarda i ricoveri, il ministero segnala che nelle terapie intensive sono complessivamente 1.665, ossia 29 in meno in un giorno nel saldo tra entrate e uscite; i nuovi ingressi giornalieri sono stati 123. Nei reparti ordinari i ricoverati con sintomi sono 20.001, ovvero 26 in meno in 24 ore. Sempre per quanto riguarda i ricoveri, l’analisi giornaliera dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) segnala che l’occupazione delle terapie intensive sale al 18% a livello nazionale e al 31% quella dei reparti, mentre la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) segnala una frenata del 2,5% nei reparti e dell’8% nelle terapie intensive: la più importante rilevata negli ultimi tre mesi.

Quanto ai decessi, il ministero indica che nelle ultime 24 ore sono stati 427, contro i 468 del giorno prima. A fornirne un identikit è l’Istituto Superiore di Sanità (Iss): i deceduti positivi al virus SarsCoV2 hanno in media 80 anni, per la maggior parte sono stati ricoverati nei reparti ordinari e i vaccinati avevano un’età media più alta e più patologie preesistenti rispetto ai non vaccinati. Si vedono intanto i primi segnali del raggiungimento del picco dei decessi, come indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “Con i dati dei prossimi giorni – osserva – sarà possibile una localizzazione più precisa”.

Guardando alle regioni, infine, i dati del ministero segnalano i maggiori incrementi giornaliero in Lombardia, con 27.808 casi positivi, Veneto (19.820), Emilia Romagna (19.028), Lazio (14.987), Piemonte (14.207), Campania (12.854) e Toscana (10.535).




Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi

L’Italia si sta avvicinando alla zona arancione: ne è convinto Guido Rasi, consulente scientifico di Figliuolo, che fa notare come continui “ad aumentare l’occupazione dei posti ospedalieri. E’ fondamentale fare subito le terze dosi.

E’ una corsa contro il tempo”. Il ministero della Salute chiede alle Regioni di rafforzare le misure di assistenza: “Il Paese è in una fase epidemica acuta”. Appello degli anestesisti: “Aumento del 70% dei posti occupati in intensiva, lockdown stringente per i non vaccinati”. Draghi convoca una cabina di regia per il 23. Servirà anche a “decidere se ci sarà bisogno di ulteriori” misure. Sul tavolo l’obbligo di mascherine all’aperto e la il tampone per eventi o discoteche. Omicron fa paura. La Delta, dice ancora Rasi, è “in qualche modo sotto controllo, ma Omicron potrebbe sparigliare completamente le carte”. Nelle ultime 24 ore 24.259 positivi e 97 vittime. Tasso di positività al 4,3%.

“E’ sicuramente vero che c’è una situazione non semplice a livello italiano e europeo e i numero sono in crescita e tale crescita rischia di mettere in crisi le strutture sanitarie. Valuteremo la congruità delle misure facendo una riflessione con i nostri scienziati”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a ‘Che tempo che fa’ su Rai Tre.
“Bisogna tenere altissimo il livello attenzione e chiediamo uno sforzo in più ai cittadini nel rispettare le misure, dalle mascherine all’evitare gli assembramenti. Chiedo con forza di fare il possibile, abbiamo bisogno dello sforzo di tutti”. E “chiediamo uno sforzo sulle vaccinazioni, il mio invito è prenotarsi per la terza dose”, ha aggiunto Speranza.
“Su obbligo vaccinale agli studenti il governo è stato più prudente perchè c’è un diritto essenziale che è quello all’istruzione. Ho letto la richiesta dei sindaci che merita di essere approfondita ma lo sforzo del governo è trovare condizioni per tutelare il piu possibile la scuola”.

“Nessuna decisione è stata assunta, ci sarà flash survey domani e solo giovedi sulla base dei dati faremo la nostra valutazione. C’è un elemento di preoccupazione da parte del governo, ci stiamo confrontando e valuteremo le soluzioni possibili”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a ‘Che tempo che fa’ su Rai Tre. “Oggi l’Italia è il paese in Ue che ha l’obbligo vaccinale più esteso per varie categorie. Dopo di che verificheremo i dati epidemiologici e anche la portata della variante Omicron. Le misure che sceglieremo saranno sempre ponderate rispetto alla situazione”.
“Oltre 52mila bimbi tra 5-11 anni hanno già fatto la prima dose e dentro questa cifra ci sono anche i miei due figli. Ringrazio l’Ssn perchè hanno trovato un clima accogliente e di festa. Invito i geniotri a parlare con i pediatri, questa materia non lasciamola ai social o agli studi tv ma fidiamoci dei nostri medici”.

“Temo di sì, ci stiamo avvicinando, perchè continua ad aumentare l’occupazione dei posti ospedalieri”. Così Guido Rasi, consulente scientifico del commissario straordinario per l’emergenza Covid Figliuolo, ha riposto alla domanda se l’Italia si sta avvicinando alla zona arancione durante la trasmissione ‘Mezz’ora in più’. “E’ fondamentale dunque fare subito le terze dosi. I vaccini ci sono e la campagna sta procedendo bene ma – ha aggiunto – è una corsa contro il tempo”.

“Speriamo che il sequenziamento del virus aumenti in modo sostanziale: solo questa attività ci dice esattamente quale tipo di variante abbiamo di fronte. Tuttavia, soltanto 70 laboratori contribuiscono alla piattaforma che l’Istituto superiore di sanità ha messo a disposizione e 70 laboratori per 60 milioni di italiani sono pochi”, ha detto Rasi. “Si raccolgono pochi dati e lentamente. Rischiamo – ha avvertito Rasi – di sapere tardi la portata dell’andamento del virus, ritardando decisioni importanti”.

L’Italia si trova “in fase epidemica acuta, caratterizzata da una elevata velocità di trasmissione del virus SarsCoV2 nella maggior parte del paese”. Così la circolare del ministero della Salute ‘Rafforzamento delle misure organizzative per la gestione dell’attuale fase epidemica’. Nel raccomandare la “tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative per fronteggiare un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria”,la circolare allerta anche rispetto ad “ulteriori impatti epidemiologici ed assistenziali potenzialmente correlati alla maggiore diffusione” della variante Omicron. “Nelle ultime otto settimane – si legge nel provvedimento – sul territorio nazionale sono stati registrati rapidi incrementi dell’incidenza, che ha ormai raggiunto i 241 casi/100.000 e del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva (9,6%) e nelle aree mediche (12,1%), mentre si mantengono stabilmente e significativamente al di sopra della soglia epidemica sia l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici (1,13) che l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (1,09)”. Alla luce dell’attuale andamento epidemico ed “altresì in considerazione degli ulteriori impatti epidemiologici ed assistenziali potenzialmente correlati alla maggiore diffusione della variante virale B.1.1.529, designata dall’OMS come variante Omicron, le cui caratteristiche in termini di trasmissibilità, gravità della malattia e sensibilità ai vaccini attualmente in uso non sono ancora chiaramente definite – si afferma nella circolare – si ritiene importante raccomandare la tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione da SARS-CoV-2, sia a livello territoriale che ospedaliero, garantendo l’adeguata presa in carico dei pazienti affetti da COVID-19 in relazione alle specifiche necessità assistenziali”. Il ministero rimanda quindi le Regioni alle circolari già emanate per la gestione delle precedenti ondate pandemiche e che riguardano, in particolare, misure per la rimodulazione dell’attività programmata considerata differibile, indicazioni per partorienti e neonati, riorganizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali per la gestione dell’emergenza con il potenziamento dei posti letto ospedalieri e dell’assistenza sul territorio.

LA CAMPANIA

“In relazione alla crescita abnorme di contagi registrati nelle ultime tre settimane e segnalata dalle autorità sanitarie, con particolare incremento relativo alle fasce di età giovanili, si sono rese indispensabili misure di contenimento e di divieto di feste al chiuso – che continuano irresponsabilmente – con particolare riferimento a feste scolastiche, feste di laurea, di compleanno e simili”. Lo dice il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. “Si ricorda inoltre che in Campania l’uso delle mascherine anche all’aperto, – che viene introdotto in altre regioni – è rimasto obbligatorio per tutto l’anno, anche nei mesi estivi. Si sollecita un controllo, anche con sanzioni – che per ora è rimasto assolutamente inadeguato – da parte delle forze dell’ordine e delle polizie municipali”, conclude De Luca. L’ordinanza del presidente della Regione Campania consente “il solo svolgimento di “pranzi e/o cene, nel rispetto dei protocolli vigenti” e anche “di altri eventi esclusivamente in forma statica, con posti seduti e preassegnati e con obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata dell’evento”. Vietati invece “feste ed eventi consimili in sale da ballo, discoteche e locali assimilati”.




Covid, calano i nuovi vaccinati e aumentano i casi

Ancora 2,7 milioni di over 50 non vaccinati 

Aumentano ancora i nuovi casi di Covid-19 in Italia (+16,6%) ed i ricoveri (+14,9%) e s’inverte la tendenza delle terapie intensive (+12,9%). Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che evidenzia, nella settimana 27 ottobre – 2 novembre, rispetto alla precedente, un ulteriore aumento dei nuovi casi settimanali: da 25.585 a 29.841.

Casi in aumento, ma ricoveri sotto le soglie di allarme

L’aumento si riflette anche sugli ospedali: aumentano i ricoveri in area medica (+388) e in terapia intensiva (+44). Sono stabili i decessi (257 rispetto ai 249 della settimana precedente). A livello nazionale il tasso di occupazione rimane comunque molto basso (5% in area medica e 4% in intensiva).

Nessuna Regione, rileva il monitoraggio Gimbe, supera le soglie del 15% per l’occupazione dei reparti di area medica e del 10% per l’area critica di terapia intensiva. In aumento i casi attualmente positivi (84.447 vs 75.046), le persone in isolamento domiciliare (81.070 vs 72.101), i ricoveri con sintomi (2.992 vs 2.604) e le terapie intensive (385 vs 341). 

Calano nuovi vaccinati,-39,6% in una settimana

 L’ultima settimana ha visto inoltre scendere ancora i nuovi vaccinati (-39,6%). Le somministrazioni complessive (1.066.374) sono calate del 5,1%, con una media mobile a 7 giorni di 134.604 dosi/die. Per quanto riguarda i nuovi vaccinati, dopo aver sfiorato quota 440mila nella settimana 11-17 ottobre, il loro numero nelle ultime due settimane, sottolinea Gimbe, è crollato prima a 239mila (-45,7%) e poi poco sopra 144mila (-39,6%). I nuovi vaccinati scendono a circa 20mila al giorno.

Al 3 novembre, secondo il monitoraggio Gimbe, il 78,7% della popolazione (46.656.290 di persone) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+130.795 rispetto alla settimana precedente) e il 75,7% (n. 44.864.608) ha completato il ciclo vaccinale (+357.441). Dei 144.258 nuovi vaccinati nella settimana 25-31 ottobre il 76,2% appartengono a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa.

Ancora 2,7 milioni di over 50 non vaccinati 

Rispetto alle persone ancora da vaccinare preoccupano in particolare, rileva la Fondazione, gli oltre 2,7 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione e gli oltre 1,3 milioni nella fascia 12-19 che riducono la sicurezza nelle scuole.




Covid, aumentano i casi e diminuiscono le vaccinazioni

Al 27 ottobre (aggiornamento alle ore 6 di mattina) sono state somministrate 1.191.327 terze dosi

Nella settimana dal 20 al 26 ottobre si rileva “un netto aumento dei nuovi casi settimanali di Covid-19”, passati da 17.870 a 25.585, pari al + 43,2%, anche “se la crescita potrebbe in parte essere legata all’incremento dei tamponi totali” fatti anche per il Green pass.

Ma a indicare “una maggior circolazione del virus” sono anche i ricoveri, aumentati del 7,5% rispetto alla settimana precedente, e il tasso di positività ai tamponi molecolari.

È quanto rileva il nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. Calano, nell’ultima settimana, le somministrazioni di vaccino anti Covid, che dal 20 al 26 ottobre sono state in media poco più di 152.000 al giorno. E a diminuire, nonostante l’estensione del Green pass a tutti i luoghi di lavoro, pensata proprio per incentivarle, sono anche le prime dosi: in 7 giorni si contano infatti -53% nuovi vaccinati. Mentre 11 milioni di dosi rimangono stipate in frigo.

“Ci sarà una priorità per coloro che hanno fatto il vaccino J&J e che dovranno fare la seconda dose. Le indicazioni saranno date a breve in maniera chiara ed esaustiva”, ha dichiarato Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute a Radio Cusano Campus.
Su un possibile richiamo annuale del vaccino nei prossimi anni Sileri ha detto: ” Poi se ogni anno o ogni due anni dovremo fare un richiamo ce lo dirà la scienza. Questo virus ormai è entrato di diritto nei libri di medicina”.

Al 27 ottobre (aggiornamento alle ore 6 di mattina) sono state somministrate 1.191.327 terze dosi. E’ quanto emerge sempre dal nuovo monitoraggio della fondazione Gimbe, che segnala “forti differenze regionali” e mette in guardia: “L’inverno alle porte, il repentino aumento di nuovi casi e ricoveri insieme al progressivo calo dell’efficacia dei vaccini sull’infezione impongono sia di accelerare la somministrazione della terza dose a tutte le categorie individuate dalla Circolare Ministeriale, sia di convincere gli oltre 2,7 milioni di over 50 non ancora vaccinati, ad elevato rischio di ospedalizzazione e decesso”.

In particolare, precisa Gimbe, sono state somministrate 224.597 dosi aggiuntive (una dose ad almeno 28 giorni dal completamento del ciclo per pazienti immunocompromessi) e 966.730 dosi booster (una dose ad almeno 6 mesi dal completamento del ciclo per over 60 anni, ospiti delle RSA, operatori sanitari e persone con patologie concomitanti). Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le dosi aggiuntive è del 25,6% e va dallo 0,9% della Valle D’Aosta al 98,8% dell’Umbria. La copertura nazionale con dose booster è invece del 32,3% e si va dal 10% della Calabria al 73,8% del Molise. Il 25 ottobre, ricorda Gimbe, l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha autorizzato anche il vaccino Moderna come dose booster per tutta la popolazione over 18 e in Italia si attende il via libera dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) per avviare le somministrazioni. Per quanto riguarda le 1.490.285 persone che hanno ricevuto il vaccino Johnson&Johnsonsi attende la valutazione da parte di Ema e di Aifa a una dose di richiamo a due mesi dalla prima.




Covid, ancora in calo i casi insieme a ricoveri e terapie intensive

Continuano a calare i casi di Covid-19, segnando un -14,9% in una settimana, così come calano ulteriormente ricoveri e terapie intensive.

Stabili i decessi di persone infettate dal Sars-Cov-2, pari a 394 in una settimana (di cui 33 riferiti a periodi precedenti). Lo evidenzia il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo al periodo 15-21 settembre, che ribadisce però preoccupazioni per la ripresa del nuovo anno scolastico, considerato che “con la variante delta le attuali misure risultano insufficienti a limitare i contagi”.

A fronte di scorte che superano le 10 milioni di dosi, crollano i nuovi vaccinati, che in sole due settimane vedono una riduzione del 41% con solo poco più di 486.000 prime dosi effettuate dal 15 al 21 settembre. L’esitazione vaccinale persiste negli over 50 e frena la vaccinazione nella fascia 12-19 anni. Lo evidenzia il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. 




Covid, cala il tasso di positività: ipotesi proroga a ottobre per stato di emergenza

Balzo dei positivi ai test per i Covid individuati nelle ultime 24 ore, sono 3.558 secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 2.072. Sono invece 10 le vittime in un giorno, mentre ieri erano state 7. Sono 218.705 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute.

Ieri erano stati 89.089. Il tasso di positività è dell’1,6%, in calo rispetto al 2,3% di ieri.  Salgono le terapie intensive per Covid, oltre ai ricoveri nei reparti ordinari. Sono 165 i pazienti in rianimazione per il coronavirus in Italia. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono 11 (ieri 16). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 1.194, quindi 6 in più rispetto a ieri.  I casi in Italia dall’inizio dell’epidemia sono 4.293.083, i morti 127.884. I dimessi ed i guariti sono invece 4.115.889, con un incremento di 1.760 rispetto a ieri. Gli attualmente positivi sono 49.310, in aumento di 1.785 unità nelle ultime 24 ore.

Potrebbe essere prorogato fino ad ottobre lo stato di emergenza che scadrà a fine mese. E’ questo l’orientamento – secondo quanto apprende l’Ansa – in discussione nel Governo anche se – fanno notare le stesse fonti – nessuna decisione è stata ancora presa.

Utilizzare il green pass come un salvacondotto per scongiurare chiusure al di fuori della zona bianca. E’ la proposta che si apprende da ambienti della Conferenza delle Regioni che si è riunita anche sul tema del green pass. I governatori chiedono di introdurre l’obbligo di accesso con il green pass a discoteche e grandi eventi solo al fine di permettere, almeno nella fase attuale, la riapertura di queste attività ancora chiuse. L’uso del pass per ristoranti e locali al chiuso riguarderebbe le aree al di fuori della zona bianca: una misura che, soprattutto in autunno, servirebbe per evitare nuove chiusure.

Ridurre il numero delle zone, da 4 a 3, riguardo all’assegnazione dei profili di rischio, flessibilità nella valutazione dei parametri nelle piccole Regioni, fissare a 150 tamponi ogni centomila abitanti il numero minimo di test da effettuare ogni giorno, considerare il numero dei vaccinati nelle Regioni. Sono le proposte emerse dagli interventi dei vari governatori alla Conferenza delle Regioni che si è aggiornata a domani. E’ stato anche auspicato di non scendere al di sotto della soglia del 15% e 20% di occupazione massima dei posti letto – rispettivamente in terapia intensiva e nei reparti ordinari – per restare in zona bianca.

“Il vaccino è essenziale anche sotto i 40 anni. I nostri scienziati lo raccomandano fortemente anche sotto i 40 nelle fasce autorizzate dalle agenzie regolatorie”.
E’ quanto ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza ne corso del convegno organizzato da Cittadinanzattiva/Forum Disuguaglianze e Diversità sul tema: ‘quale riforma per gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie?’

Si andrà in zona gialla se l’occupazione delle terapie intensive è superiore al 5% dei posti letto a disposizione e se quella dei reparti ordinari supera il 10%. Sarebbe questa, secondo quanto si apprende da diverse fonti di governo e delle regioni, l’ipotesi alla quale si sta lavorando per rivedere i parametri del monitoraggio con il quale vengono attribuite le fasce di colore alle regioni.

Superata la soglia del 50% di vaccinati over 12 in Italia – Un italiano su due di quelli vaccinabili ha completato il ciclo con entrambe le dosi. Secondo quanto emerge dal report del governo, aggiornato alle 17 di oggi, gli italiani immunizzati sono 27.311.228, pari al 50,57% della popolazione over 12.




Covid, Italia verso il bianco totale

L’Rt passa da 0,68 della scorsa settimana a 0,69, un lievissimo aumento che secondo gli esperti della cabina di regia fa giudicare ancora stabile l’indice di trasmissibilita’ delle infezioni da Covid in Italia. Continua invece netta la riduzione dell’incidenza, uno dei valori chiave per le decisioni sulle misure, che scende ancora a circa 16.7 casi ogni 100 mila abitanti aggiornato a ieri, rispetto a 25 di 7 giorni fa.

Sono, secondo quanto si apprende, i dati contenuti nella bozza di monitoraggio Iss-Ministero della Salute, ora all’esame della cabina di regia, che saranno presentati oggi.

Secondo il rapporto, tutte le Regioni e le province autonome sono classificate a rischio basso, tranne tre: Basilicata, Friuli-Venezia Giulia e Molise, che sono invece classificate a rischio moderato. Tutte hanno comunque un valore dell’Rt compatibile con uno scenario di tipo uno. 

Nessuna Regione o provincia automa supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o in area medica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è 6%, sotto la soglia critica, con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 688 (08/06/2021) a 504 (15/06/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende ulteriormente (6%). Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 4.685 (08/06/2021) a 3.333 (15/06/2021). Quattro Regioni, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Puglia e Veneto, riportano una allerta di resilienza, nessuna riporta molteplici allerte, 




Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi

La nuova variante indiana del Covid-19, che sta provocando migliaia di contagi al giorno nel paese asiatico, spaventa l’Europa e l’Italia, dove ieri sono stati diagnosticati due casi a Bassano del Grappa, in Veneto. I suoi effetti, ovvero se sia più pericolosa per contagiosità, letalità e resistenza ai vaccini, sono ancora in corso di valutazione. Ma cosa sappiamo di questa mutazione? E fino a che punto dobbiamo preoccuparci, anche in considerazione della compagna vaccinale.

Scoperta per la prima volta ad ottobre nel Maharashtra, stato dell’India Centro-occidentale, conosciuto per la capitale Mumbai, la variante è identificata come B.1.617. La sua caratteristica principale è che presenta due mutazioni già note (E484Q e L452R), unione che sarebbe responsabile della drammatica ondata che sta stravolgendo l’India. La mutazione identificata come L452R corrisponde ad una modifica individuata anche nella variante californiana (B.1.427) che interessa la proteina spike e potrebbe aumentare la contagiosità del coronavirus. La mutazione E484Q potrebbe invece incidere sulla capacità di ‘dribblare’ la risposta immunitaria: quindi, potrebbe portare il coronavirus ad essere più resistente agli anticorpi sviluppati dopo un’infezione o di aggirare, almeno parzialmente, l’efficacia del vaccino.

La resistenza ai vaccini deve essere ancora dimostrata

Secondo i primi dati da Israele, il vaccino Pfizer-BioNTech è parzialmente efficace contro la variante indiana e anche i primi test di neutralizzazione sul vaccino indiano Covaxin hanno mostrato una buona risposta.
Secondo il virologo Giovanni Maga, direttore dell’l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, “c’è uno studio di un gruppo indiano in cui i ricercatori dimostrano che il vaccino indiano in sperimentazione, protegge contro da questa variante, ed è un vaccino analogo a quello cinese, basato sul virus inattivato. Lo studio è al momento in revisione per la pubblicazione ma i dati sono già stati messi a disposizione su un banca dati pubblica perché la comunità scientifica potesse già valutarli”.

“Quello che sta succedendo in India, Cile e Brasile è il risultato combinato di aperture insensate e sviluppo di varianti con trasmissibilità elevata. La variante indiana è una variante che genera cluster molto numerosi, probabilmente ha un indice di infettività alto. In India ha completamente soppiantato la variante inglese. Poi ha due mutazioni nella regione che funziona da bersaglio per gli anticorpi neutralizzanti, quindi si ritiene che in qualche modo possa sfuggire al vaccino”, ha sottolineato il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova.

A livello di sintomi la variante indiana pare essere più impattante sull’organismo. Tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza, ovvero i primi segnali della presenza del coronavirus nelle persone, sono di solito più forti. E di conseguenza anche i tempi di guarigione ne risentono.




Covid, sale ancora il tasso di positività: superata quota 20mila contagi

Sono 22.409 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 19.749. Le vittime sono state 332, ieri erano state 376.

Sono stati effettuati 361.040 tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute.

Ieri i test erano stati 345.336. Il tasso di positività (rapporto positivi/test) odierno è del 6,2%, ieri era stato del 5,7%, quindi oggi in aumento dello 0,5%.

Sono 253 gli ingressi in terapia intensiva per il Covid-19 nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Il saldo tra ingressi e uscite è di 71 pazienti in più. In totale in rianimazione ci sono ora 2.827 persone. Nei reparti ordinari (pneumatologia e malattie infettive) sono invece aumentati i pazienti di 489 unità rispetto a ieri, portando il totale a 22.882.




Covid-19, da Torino a Napoli folla per le strade, nei parchi e sul litorale. A Roma oltre un centinaio di segnalazioni

Non si placa la calca nei centri storici, parchi e spiagge complice il bel tempo del weekend, l’ultimo in giallo per diverse regioni italiane. Dopo il ‘rave party’ improvvisato ieri ingressi contingentati e ‘senso unico’ in Darsena a Milano: è la prima conseguenza della folla che si è ritrovata ieri sera per una sorta di festa nell’ultimo sabato in zona gialla per evitare assembramenti anche semplicemente di famiglie a passeggio. Da stamattina sono state montate transenne e chiusi gli accessi laterali.

In Darsena si entra quindi da piazza 24 maggio e si esce da piazzale Cantone. Si stanno nel frattempo analizzando le immagini dei rave per identificare i partecipanti, che saranno sanzionati.


Oltre un centinaio di segnalazioni in questo fine settimana per assembramenti in diverse zone della Capitale
, dal Centro Storico al litorale, con controlli rafforzati da parte della Polizia Locale per il rispetto delle norme anti- Covid. Lo rende noto la polizia locale. Verifiche hanno riguardato anche Ostia, con gli agenti impegnati in varie località del lungomare capitolino. In diverse zone della movida come Monti, Trastevere, San Lorenzo e a piazza Bologna, le pattuglie sono state impegnate a contrastare assembramenti con chiusure temporanee. Oltre 40 le sanzioni per assembramenti, mancanza di mascherine.

Affollati i principali parchi della Capitale e il litorale nell’ultima domenica di febbraio dal clima primaverile. In molti hanno deciso di trascorrere la mattinata all’aria aperta nelle ville storiche della città o passeggiando vicino al mare. In atto anche questo fine settimana il piano anti-assembramenti. Controlli delle forze dell’ordine nelle principali vie dello shopping, nei parchi della Capitale, sul litorale e nelle zone dei laghi. Sorvegliati speciali via del Corso e tutta l’area del Tridente. Nel pomeriggio è prevista, inoltre, una manifestazione contro le discriminazioni a piazza del Popolo a cui sono attese circa 700 persone. I controlli, messi a punto nei giorni scorsi durante un tavolo tecnico presieduto dal questore Carmine Esposito, stanno interessando da venerdì il quartiere Trastevere con un rafforzamento dei servizi e la delimitazione della Scalea del Tamburino e della Fontana di santa Maria in Trastevere. I controlli nel quartiere, suddiviso in due aree, vengono effettuati da polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale. Nei primi due giorni sono state identificate 190 persone, di cui una sanzionata perché non indossava la mascherina.

La Campania è in zona arancione, ieri il governatore De Luca ha invitato i cittadini a rimanere in casa il più possibile: ma la movida del sabato sera e il sole di stamane hanno creato ancora assembramenti, protagonisti soprattutto giovani e giovanissimi non di rado privi di mascherina. Gli episodi più significativi a Napoli e in provincia, dove – denuncia il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli di Europa Verde – spesso “la situazione è fuori controllo. Ritengo gravissimo che a Napoli, zona piazza del Gesù, e al corso Umberto di Torre Annunziata gli equipaggi delle forze dell’ordine siano stati pesantemente insultati dai giovani presenti. Dal centro storico partenopeo, via dei Carrozzieri, sempre nei pressi di piazza del Gesù, viene un altro video della vergogna con centinaia di giovanissimi assembrati e senza mascherina”. Borrelli pubblica su Facebook le immagini ricevute da cittadini esasperati per la movida senza freni: “E’ giunto il momento di adottare misure severe per coloro che non hanno rispetto per la propria salute e per quella degli altri”. Stamattina ancora folla sui lungomare, a Napoli come a Pozzuoli. Fitti i controlli delle forze dell’ordine anche se la quantità delle persone in strada rende impossibile fermare tutti coloro che passeggiano senza mascherina.

Intensificati i controlli anti-movida a Torino in questo weekend con interventi della polizia per far rispettare le norme anti Covid. Venerdì tre esercizi commerciali sono stati chiusi per 5 giorni in via Napione, via Rossini e largo Montebello per aver venduto alcolici da asporto oltre l’orario consentito. Chiuso sempre per 5 giorni un mini market dove non veniva rispettato il numero massimo di clienti al suo interno. Multa anche per il proprietario di un locale in via Catania a causa di assembramenti all’esterno del suo bar. Sei persone multate per assembramenti, tre per mancanza di utilizzo delle mascherine e altri tre per aver consumato cibo d’asporto in prossimità dei locali. Sabato multati due esercizi commerciali, in via Napione e Corso Regina Margherita e un minimarket in via San Massimo e tre persone multate per assembramenti.




Covid-19, oltre il 30 percento delle infezioni in Italia è dovuto alla variante inglese

Si attendono per oggi le comunicazioni del Ministro Speranza sulle nuove misure per il contrasto della pandemia

Il governo accelera sul nuovo Dpcm con le norme anti-contagio da Covid. Ieri sera la riunione del premier Mario Draghi con i ministri sul dossier Covid. Alla riunione hanno partecipato anche gli esperti Silvio Brusaferro, Agostino Miozzo e Franco Locatelli. 

Coinvolgere il Parlamento nell’adozione dei futuri provvedimenti anti-Covid. Sarebbe questa, secondo quanto si apprende, l’intenzione manifestata da diverse componenti del Governo, che starebbero pensando quindi a un superamento dei Dpcm, modalità adottata finora per l’introduzione delle misure restrittive. L’ipotesi per il futuro – in questi casi – potrebbe quindi essere l’approvazione di decreti legge, che vanno poi convertiti in legge dal Parlamento entro 60 giorni. 

Oltre il 30% delle infezioni Covid in Italia è dovuto alla variante inglese

Il dato è stato fornito dagli esperti dell’Istituto superiore di Sanità e del Cts con il premier Mario Draghi. Secondo gli scienziati, verso la metà di marzo la variante sarà predominante in tutto il Paese. Nel corso dell’incontro, inoltre, il governo ha chiesto valutazioni sulle misure da adottare e gli esperti avrebbero ribadito i rischi legati a possibili aperture.

“Ascolteremo il Presidente. Noi diremo che serve la linea della prudenza. Questo si”. lo spiega il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, interpellato prima di entrare a Palazzo Chigi. Le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico non cambiano rispetto alle scorse settimane, soprattutto alla luce degli sviluppi delle nuove varianti del virus. E’ quanto si apprende da ambienti del Cts, che nei giorni scorsi aveva già messo in guardia dai rischi di ulteriori contagi che potrebbero arrivare da eventuali riaperture di impianti da sci, palestre o cinema. I tecnici sono stati ora invitati a Palazzo Chigi, in vista dei prossimi provvedimenti che saranno assunti dal Governo.

Il ministro della Salute Roberto Speranza terrà comunicazioni sulle nuove misure per il contrasto della pandemia oggi, mercoledì 24 febbraio, alle 13.30 al Senato e alle 17 alla Camera

L’alta incidenza del Covid non arresta le richieste di far ripartire le attività. Salvini, che ha visto per mezz’ora il premier Draghi, insiste. “Abbiamo parlato di riaperture. Se c’è un problema a Brescia – ha spiegato – intervieni in quella provincia, non è che fai il lockdown nazionale da Bolzano a Catania. Dunque chiusure mirate e un ritorno alla vita. Se si può pranzare tranquilli, allora si può cenare tranquilli. Se i ristoranti sono sicuri a pranzo allora lo sono anche a cena. E la riapertura di teatri, cinema, realtà sportive, palestre e piscine è un ritorno alla normalità”. Il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, definisce “ragionevole” la richiesta di Salvini con l’obiettivo di “dare ossigeno a qualche attività”. Voglia di riapertura è stata espressa da diversi ministri, di vari partiti, anche dal dem Franceschini, con Gelmini ad auspicare il sostegno con adeguati ristori per le attività che dovessero rimanere chiuse.

Intanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto recante “ulteriori disposizioni urgenti in materia di spostamenti sul territorio nazionale per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19” che è stato varato ieri dal Consiglio dei ministri. Lo si è appreso al Quirinale.