Terremoto in Croazia, situazione drammatica come a Hiroshima: la scossa avvertita anche in Italia da Trieste fino a Napoli

Un terremoto di magnitudo 6.4 è avvenuto in Croazia ed è stato avvertito in Italia, lungo la costa Adriatica, da Trieste all’Abruzzo. L’epicentro è stato localizzato intorno a Petrinja, una cinquantina di km a sud di Zagabria, una regione già colpita ieri da scosse sismiche. Stando ai media locali, a Petrinja tra gli edifici crollati vi sarebbero il locale ospedale e un asilo.  Due le vittime finora: una ragazzina di 12 anni e un giovane di 20 anni. Il sindaco della cittadina, Darinko Dumbovic, ha parlato di totale distruzione.

“La situazione è come a Hiroshima”, ha detto. Ingenti danni materiali anche a Sisak, poco distante da Petrinja, dove vengono segnalati numerosi feriti. La popolazione impaurita si è riversata sulle strade e in luoghi all’aperto. I media regionali parlano di gravi danni a Petrinja, con edifici crollati, interruzione di elettricità e linee telefoniche. Il terremoto è stato avvertito in tutta la Croazia ma anche in Serbia e Bosnia-Erzegovina. Il centro di Petrinja sarebbe stato completamente distrutto dalla scossa.L’Esercito croato è stato mobilitato per fornire assistenza alle popolazioni della Croazia centrale. Stando ai media regionali almeno 300 militari sono partiti per Petrinja, dove si sono registrati i danni maggiori. Il premier croato Andrej Plenkovic ha parlato al telefono con la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, che ha promesso aiuti urgenti da parte dell’Unione. “Siamo pronti ad fornire aiuto, ho pregato il commissario Janez Lenarcik di recarsi in Croazia non appena la situazione lo consentirà”, ha detto von der Leyen, come riferito dai media locali.

La forte scossa di terremoto è stata avvertita chiaramente in gran parte del Nord-Est dell’Italia, fino anche al Ravennate, a Bolzano e a nord di Napoli. Paura in alcuni quartieri del capoluogo campano, dove ai piani alti delle abitazioni delle zone collinari i lampadari hanno oscillato a lungo. In Veneto sono diverse le segnalazioni giunte ai Vigili del Fuoco che al momento però non registrano danni a cose o strutture.




CROAZIA: ALTA TENSIONE TRA IMMIGRATI E POLIZIA

Redazione

Ancora caos emergenza immigrazione. Tafferugli sono scoppiati tra la polizia croata e profughi, nel villaggio di Opatovac, dopo che ad alcuni richiedenti asilo è stato impedito di entrare in un centro di accoglienza recentemente aperto con lo scopo di registrare coloro che cercano rifugio in Europa. La situazione ha cominciato a degenerare quando le forze di sicurezza non sono state più in grado di gestire il flusso di profughi che volevano entrare nel centro. La polizia ha quindi respinto i richiedenti asilo al cancello principale e ha chiesto loro di sedersi e aspettare il proprio turno. La Croazia ha organizzato l'accoglienza dei profughi cercando di mettere ordine nel caos inesorabile che ha colpito il paese dal 15 settembre, quando l'Ungheria ha chiuso la sua frontiera con la Serbia. Decisione che ha deviato ondate di persone in fuga dal conflitto in Medio Oriente, Africa e Asia verso la Croazia.

Confine chiuso, Belgrado aspetta fino alle 14 – Se la Ue non reagirà entro le 14 di oggi alla decisione unilaterale della Croazia di chiudere ai mezzi pesanti il valico di frontiera serbo-croato di Batrovci-Bajakovo, Belgrado adotterà contromisure adeguate. Lo ha detto il premier serbo Aleksandar Vucic, che ha definito il comportamento di Zagabria "uno scandalo di proporzioni incredibili".

 

Fila 10 km di camion a confine Serbia-Croazia  – E' di oltre dieci km la fila di camion fermi al posto di frontiera serbo-croata di Batrovci-Bajakovo, dopo la decisione ieri delle autorità di Zagabria di chiudere il valico ai mezzi pesanti, in polemica con Belgrado accusata di smistare verso la Croazia la massa di migranti e profughi provenienti da sud. Il valico e' importante perche' corre lungo l'autostrada Belgrado-Zagabria, collegamento strategico tra Balcani e Europa centrale. E' regolare invece il traffico automobilistico. Il governo serbo ha duramente protestato per tale decisione, definita irresponsabile e in violazione dell'accordo di associazione e stabilizzazione (Asa) tra Ue e Serbia, e ha minacciato contromisure. Di questo parlerà il governo di Belgrado in una seduta straordinaria convocata nel primo pomeriggio. Anche gli altri sette valichi di frontiera fra Croazia e Serbia sono stati chiusi dalle autorità di Zagabria.

 

Ungheria autorizza costruzione nuove barriere Nel tentativo di frenare l'ondata di profughi, il governo ungherese continua fare ricorso alla costruzione di nuove barriere. Un decreto, pubblicato nella notte sulla gazzetta ufficiale e firmato dal premier, Viktor Orban, chiede ai ministri dell'Interno e della Difesa di preparare nuove barriere, anche se non specifica dove. La stampa ipotizza che potrebbe essere nella provincia di Zala, alla frontiera con la Croazia, da dove entrano dalla settimana scorsa migliaia di rifugiati ogni giorno. Il decreto ordina nelle province dove e' stato dichiarato lo "stato di crisi per immigrazione massiccia", sei in totale, la preparazione e costruzione si sistemi per la "chiusura temporanea della frontiera". Le autorita' ungheresi hanno dichiarato lo "stato di allerta" nelle provincie di Csongrád, Bács-Kiskun, Baranya, Vas, Somogy e Zala, tutte alla frontiera con la Serbia o la Crazia. L'Ungheria ha gia' costruito una barriera alta un metro e mezzo, e ne sta terminando un'altra, di 4 metri di altezza, lungo la frontiera con la Serbia. E vuole fare lo stesso con la Croazia. Dopo che e' stata chiusa ermeticamente la frontiera con la Serbia lo scorso 15 settembre gli immigranti hanno scelto di incamminarsi verso l'Austria attraverso la Croazia e la Slovenia. Negli ultimi giorni, circa 20mila rifugiati sono arrivati in Ungheria dalla Croazia, trasportati verso la frontiera dalle autorita' croate che dopo, in territorio ungherese, sono portate dalle autorita' magiare in Austria in treno e autobus. Secondo la polizia ungherese, martedi' sono stati intercettati 5.530 rifugiati entrati nel Paese in maniera clandestina




TENSIONI IN CROAZIA, I MIGRANTI SFONDANO IL CORDONE DELLA POLIZIA

Zagabria attende la deviazione della rotta balcanica provocata dalla chiusura militare del confine serbo-ungherese, sfociato nella giornata di ieri in scontri tra i profughi e la polizia che ha provocato un pesante bollettino, 300 feriti tra i migranti e venti fra i poliziotti ungheresi

di Ci. Ma.

Croazia Ci sono stati scontri tra la polizia croata e migranti che hanno sfondato i cordoni degli agenti alla stazione di Tovarnik. Lo riporta il Guardian online, citando Channel4.

Tusk, vertice straordinario il 23 settembre – "Convoco un Consiglio europeo straordinario per mercoledì 23 settembre alle 18 per discutere come trattare come la crisi dei rifugiati". Lo ha annunciato con messaggio twitter il presidente del Consiglio, Donald Tusk. Il vertice straordinario era stato chiesto dalla Cancelliera Angela Merkel. Si terrà all'indomani del Consiglio interni. 

I migranti lasciano i valichi di Horgos, sul il confine serbo-ungherese, e si ingrossa il flusso verso la Croazia dopo che l'Ungheria ha chiuso completamente il proprio confine con la Serbia. In circa 5.000 attendono alla stazione di Tovarnik, al confine serbo-croato, di salire sui treni per Zagabria. Le autorità croate, infatti, hanno fatto sapere che non verranno frapposti ostacoli ai profughi che intendono raggiungere la Germania e il nord Europa transitando attraverso il territorio croato. La presidente della Croazia, Kolinda Grabar Kitarovic, si è detta oggi molto preoccupata per il flusso migratorio che ha investito nelle ultime 24 ore quello serbo-croato, richiedendo "controlli del confine di stato molto severi". 

E mentre la Slovenia ha reintrodotto i controlli alle frontiere per dieci giorni e la Bulgaria ha inviato 50 soldati a presidiare il confine con la Turchia , la cancelliera Merkel assicura che "le condizioni della Germania sono positive e questo ci permette di far fronte alle nuove sfide". 

"La Commissione Ue – ha detto il portavoce della Commissione europea Mina Andreeva su Twitter – non rinuncia all'obbligatorietà sulla proposta di ricollocare 120mila profughi. Difendiamo la nostra proposta. Gli tabella dei media che suggeriscono il contrario sono falsi".

 

 

La Croazia è diventata la nuova porta d’ingresso per i migranti cacciati dall’Ungheria. Un flusso di persone che si spostano senza più riferimenti, provano nuovi accessi per raggiungere un po’ di serenità. I migranti, spinti dalla chiusura ermetica della frontiera ungherese e dai suggerimenti dei social network di un profilo Facebook dedicato, i migranti vengono guidati verso Nord e quindi si stanno riversando sul confine della frontiera croata. 

 

 

Circa 4.000 migranti sono arrivati in Croazia nelle ultime 24 ore, e ora Zagabria attende la deviazione della rotta balcanica provocata dalla chiusura militare del confine serbo-ungherese, sfociato nella giornata di ieri in scontri tra i profughi e la polizia che ha provocato un pesante bollettino, 300 feriti tra i migranti e venti fra i poliziotti ungheresi. Gli agenti hanno fatto largo uso di gas lacrimogeni e cannoni ad acqua quando decine di profughi hanno iniziato a lanciare bottiglie e oggetti agli agenti e provato a rompere la recinzione che separa il confine con la Serbia. Molti di loro non mangiano da giorni e hanno speso fino a 8.000 euro per il viaggio e non hanno intenzione di abbandonare la loro ricerca di una vita migliore nel confine serbo-ungherese. Molti dei rifugiati, la maggior parte sono professionisti; tra loro ci sono medici e insegnanti, tra altri mestieri.

Dure le parole di Ban ki-moon sul comportamento della polizia ungherese, che è stato duramente condannato dall'Onu e dalla Ue, oltre che dal governo di Belgrado. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-moon si è detto "scioccato" dal trattamento riservato a quei disperati: "Non è accettabile, è gente che scappa da guerre e persecuzioni e che deve essere trattata con dignità umana".

Altrettanto dura la protesta del commissario Ue all'Immigrazione Dimitris Avramopoulos per il quale "la difesa delle frontiere con la violenza non è compatibile con i valori e i principi europei". Lo stesso governo di Belgrado ha inoltrato una nota di protesta all'Ungheria per la violazione del territorio serbo da parte della polizia magiara nell'impiego dei lacrimogeni e dei cannoni ad acqua, mentre il primo ministro serbo ha parlato di azioni "brutali" da parte delle forze dell'ordine.

Il premier croato Zoran Milanovic ha dichiarato che il suo paese lascerà passare le persone in arrivo: «La Croazia è pronta ad accogliere o indirizzare i migranti verso i posti dove vogliono andare, che ovviamente sono la Germania o i Paesi della Scandinavia». Il premier Milanovic ha confermato che i migranti potranno attraversare la Croazia, nei giorni scorsi il governo aveva ribadito di essere pronto ad accogliere fino a tremila persone, secondo la ripartizione per quote proposta dall'Ue.

L’annuncio del premier ungherese Orban sono di completa chiusura, infatti ha promesso di "ampliare il muro anche alla frontiera croata" dopo aver specificato di voler fare lo stesso al confine con la Romania.

Fiumi di persone che viaggiano in balia delle decisioni di un'Europa che anche Junker ha detto forse mai esistita. L'Unione Europea è il fallimento completo di una politica che proprio nei momenti di assolutà criticità si sta dimostrando incapace, inefficiente e sfacciatamente anacronistica.