NAPOLI: EX CARABINIERE SPARA AD UNA DONNA DOPO UNA LITE

di A.B.

Napoli – I militari dell’Arma hanno arrestato un appuntato dei Carabinieri di 51 anni in pensione per aver cagionato il ferimento di una donna di 40 anni, Maria Vittoria De Mase, con un colpo di pistola. Il tragico evento è avvenuto a seguito di una lite tra i due. La donna allo stato attuale si trova ricoverata ed è in gravi condizioni al Cardarelli di Napoli, ma non è in pericolo di vita. La dinamica dei fatti non è del tutto chiara, ma ciò che è emerso riguarda i rapporti tra la donna e suo marito e l’ex Carabiniere, non scorreva buon sangue tra le famiglie.
 
Una prima dinamica ricostruita vede la donna passeggiare con il marito presso piazza Castello in occasione della festa patronale. Tra la coppia e il Carabiniere ci sono dissapori da tempo ed è scoppiata l’ennesima lite, probabilmente il marito della donna e l’ex carabiniere si sono picchiati, la donna avrebbe cercato di sedare la lite dividendoli, il carabiniere avrebbe uscito l’arma e avrebbe sparato la donna. Non si sa se il marito della donna avesse un bastone con se. Si era pensato inizialmente che si fosse trattato di un agguato, ma indagini hanno poi portato all’ex Carabiniere che è accusato di lesioni personali gravi, detenzione e porto d’armi abusivo. 



STUDENTE MORTO IN GITA ALL'EXPO: PM "SLIP E PANTALONI VICINO AL CADAVERE"

di Angelo Barraco

Milano – Emergono importanti novità sulla morte di Domenico Maurantonio, il 19enne che il 10 maggio si trovava a Milano con la sua classe in visita all’Expo ma che è morto misteriosamente precipitando dal quinto piano dell’hotel Leonardo in cui alloggiava. Dalle indagini condotte dal pm di Milano Claudio Gittardi emerge che accanto al cadavere sono stati trovate mutante e pantaloncini. L'ipotesi è un gioco finito male. Ma ad oggi le indagini sembrano ancora in alto mare.
 
La domanda a cui gli investigatori cercano risposta è: perché Domenico Maurantonio si sarebbe sporto da quella finestra al quinto piano? Una delle poche certezze sembra essere l'esclusione dell'ipotesi che lo studente sia caduto in modo del tutto accidentale. A farlo ritenere c'è un dato oggettivo: dal pavimento al davanzale della finestra, da dove poi Domenico è precipitato, l'altezza è di un metro e 10 centimetri. Un parapetto alto che fa pensare che il giovane essere salito volontariamente o essere stato indotto a salire da un compagno. E' incerta anche l'ora del decesso (tra le 2 e le sei di mattina) e non è chiaro se il ragazzo avesse assunto droghe (è necessario attendere il rapporto tossicologico).
 
LA FOTO DEL RAGAZZO MORTO
Gli ultimi sviluppi avrebbero chiarito che i professori sarebbero venuti a conoscenza della morte del ragazzo attraverso una foto mostrata loro da impiegati dell'albergo durante la colazione nell'hotel Leonardo Da vinci, dove l'intera classe si trovava in gita per visitare Expo. Per lo shock di vedere quell'immagine, il professore di storia dell'arte sarebbe svenuto. L'indagine si sposta in Veneto: compagni sotto torchio. Gli investigatori della squadra mobile milanese si sono trasferiti a Padova, dove stanno interrogando i compagni di scuola che hanno passato con Domenico le sue ultime ore di vita. "Mi hanno interrogato 10 ore a Milano e otto ore qui, non potete capire come sto. Siamo tutti in cerca della verità", ha riferito uno dei compagni, a conclusione del nuovo interrogatorio. L'ipotesi è che nella stanza dove dormiva il giovane fosse in corso una festa a cui avrebbero preso parte almeno una decina di studenti. Si tratta di giovani già sentiti dalla polizia nell'immediatezza dei fatti, a Milano. L'obiettivo sarebbe quello di far emergere nuovi particolari sulle ore che hanno preceduto la tragedia e verificare eventuali incongruenze nei racconti degli studenti fin qui acquisiti. L'ultimo particolare che emerge dall'indagine sembra puntare verso l'ipotesi dell'omicidio colposo con omissione di soccorso. Inoltre vi sono elementi che smantellano l’ipotesi dell’omicidio e che sono emersi nella fase preliminare investigativa.  La  Polizia, nella fase preliminare delle indagini che è appunto la più importante, ha notato che in un braccio del giovane vi erano dei lividi. Tali lividi non sono compatibili con una caduta volontaria ma sono compatibili con una caduta accidentale, come se qualcuno avesse cercato di aiutarlo, una mano che gli ha stretto il braccio appunto.
 
LA CONVERSAZIONE DI WHATSAPP
Inoltre ieri, nella trasmissione “Chi l’ha visto?” ha mostrato il contenuto di una chat che faceva riferimento alla morte di Domenico. La conversazione è stata notata da un telespettatore che l’ha segnalata alla trasmissione. Non sembra essere una conversazione di una chat sul web ma piuttosto sembra una conversazione Whatsapp poi copiata su internet. Ecco il  dialogo tra interlocutore A ed interlocutore B: interlocutore A scrive: “se ti racconto cos’è successo ieri mattina in hotel non ci credi…” l’interlocutore B risponde: “dimmi tutto” ed ecco che l’interlocutore A dice: “L’altra sera dei ragazzi di una scuola di Padova son venuti da noi in hotel…di notte si sono ubriacati da fare schifo e hanno deciso di fare degli scherzoni sui corridoi dell’hotel…il “migliore” di questi scherzi è stato defecare per il corridoio del 5 piano…non contento, uno di questi per fare il figo decide di mettersi sul cornicione per farla dalla finestra…quindi si fa tenere per le braccia dagli amici e ad un certo punto vola giù. Morto. Gli amici non hanno detto nulla a nessuno e sono tornati in stanza…il corpo è stato trovato il mattino dopo…” l’interlocutore B risponde con una grassa risata. Se questa conversazione ha del vero ed è attendibile spiegherebbe molte cose. Il soggetto che spiega i fatti dice “son venuti da noi in hotel” quindi fa presupporre che lui lavori lì, presso l’Hotel Leonardo.
 
Visto il contenuto del messaggio, così chiaro e ricco di elementi riconducibili ai fatti accaduti, sarebbe opportuno interrogare il personale dell’hotel poiché si lascia intendere che il soggetto lavori li. Si attendono ulteriori sviluppi sulla vicenda.