TURCHIA: E' STRAGE DI RIBELLI CURDI

di Ch. Mo.

Istanbul – Guerriglie e tensioni contro i ribelli curdi in una settimana di incursioni che non hanno lasciato scampo ad oltre 260 guerriglieri. Altri cento sono rimasti feriti: è quanto riferito dall’agenzia governativa turca Anatolia. Un bollettino da guerra, una vera e propria strage che passa inosservata e indifferente agli occhi umani.

 

Secondo l'agenzia, che non cita fonti e la cui informazioni sono state verificate in maniera indipendente, tra i feriti c' è anche il fratello del leader del partito filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas.

 

’ stato sempre contrario finora il governo turco a fornire bilanci sulle vittime e anzi, una fonte ufficiosa ha tenuto a rimarcare che "non è una partita di calcio". Ma il numero di raid quotidiani sulle postazioni Pkk nel nord dell'Iraq può fornire un'idea della dimensione dell'operazione "antiterrorismo" lanciata da Ankara, un operazione che suscita qualche inquietudine nelle capitali occidentali.
Venerdi' il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier ha esortato la Turchia a "non distruggere i ponti" costruiti nel corso degli ultimi anni con la minoranza curda. 




TURCHIA: MORTE 35 PERSONE NELLE MANIFESTAZIONI FILOCURDE

di Maurizio Costa

In Turchia continuano le manifestazioni per protestare contro la politica attendista e statica del presidente turco Tayyip Erdoğan, reo di non aiutare la minoranza curda che sta soffrendo la violenza senza limiti dell'Isis.

Ai confini con la Turchia, infatti, la roccaforte curda Kobane sta cadendo nella mani dell'autoproclamato califfato, mentre centinaia di curdi perdono la vita durante gli scontri a fuoco.

La Turchia, dal canto suo, ha schierato una fila di carri armati al confine con la Siria per evitare che il conflitto si sviluppi all'interno del territorio turco.

Intanto, in molte città anatoliche, continuano le manifestazioni filocurde. Ben 35 persone sono morte durante questi moti e altre 221 sono rimaste ferite.

"Secondo i dati a nostra disposizione la maggior parte ha perso la vita in episodi di violenza tra diverse fazioni – ha dichiarato il Ministro degli Esteri turco Efkan Ala, che ha poi continuato – nessuno scenda in strada in modo violento, mi rivolgo alle famiglie, alla cittadinanza e alle organizzazioni della società civile perché si astengano immediatamente da un linguaggio violento."