Regione Lazio: Leodori e Malagò premiano i campioni laziali di Rio 2016 e dell'Amatrice Calcio

 

Redazione

 
REGIONE LAZIO – Un premio per celebrare gli atleti del Lazio che hanno trionfato ai giochi olimpici e paralimpici di Rio e per sostenere l’impegno della società sportiva Amatrice Calcio, simbolo di ricostruzione e rinascita dopo il terremoto dello scorso 24 agosto. A consegnarlo, mercoledì pomeriggio nella sala Mechelli del Consiglio regionale, il presidente Daniele Leodori assieme a consiglieri regionali e ai presidenti di Coni, Giovanni Malagò, e Coni Lazio, Riccardo Viola. A ritirare i premi Daniele Lupo (argento beach volley), Niccolò Gitto (bronzo pallanuoto), Matteo Lodo (bronzo canottaggio) e Loredana Trigilia (bronzo scherma in carrozzina).
 
Premiata anche una rappresentanza dell’Amatrice calcio guidata dal presidente Tito Capriccioli. Il Lazio ha partecipato alle Olimpiadi con 38 atleti, dei quali 9 medagliati: i più numerosi a livello nazionale. Due i risultati storici: quello di Lupo prima medaglia azzurra, in coppia con Paolo Nicolai, da quando il beach volley è diventato disciplina olimpia e quello di Trigilia, fiorettista con Beatrice Vio e Andrea Mogos nella squadra che ha riportato l’Italia tra le prime 10 nazioni in una paralimpiade dopo 44 anni. Riconoscimenti sono andati anche a Coni, Coni Lazio e Comitato italiano paralimpico. Il Consiglio regionale ha assegnato il premio anche a Salvatore Rossini (argento volley), Nicholas Presciutti e Marco Del Lungo (bronzo pallanuoto), Tania Di Mario e Federica Radicchi, Odette Giuffrida (argento judo) e Daniele Garozzo (comitato regionale Sicilia) assenti oggi a causa di impegni sportivi.
 
“Come Consiglio e Regione – ha detto Leodori – tenevamo molto a ringraziare gli atleti per gli straordinari risultati ottenuti a Rio, lo abbiamo fatto oggi perché la seconda parte dell’anno è stata contrassegnata da eventi drammatici: i terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre”. Il presidente ha poi ricordato che il Consiglio ha approvato una mozione a sostegno della candidatura di Roma come sede delle Olimpiadi 2024. Leodori ha quindi sottolineato come sia compito delle istituzioni “stare vicino ai ragazzi che si impegnano con fatica per raggiungere traguardi così importanti” e ha ringraziato la delegazione del Comune di Amatrice e della società Amatrice calcio “per aver portato avanti l’attività anche in momenti tanto difficili. Aver proseguito con l’impegno sportivo anche dopo gli eventi che hanno colpito il territorio – ha affermato Leodori – significa contribuire a riportare speranza e volontà di andare avanti”.
 
Il presidente del Coni Malagò ha posto l’accento sul fatto che il Lazio, con le sue eccellenze, è “tra le regioni trainanti in tante discipline sportive”. Sottolineando l’alto valore simbolico della presenza alla cerimonia della rappresentanza di Amatrice, Malagò ha quindi annunciato l’impegno a realizzare in quel territorio un liceo sportivo, al quale potranno iscriversi 25/30 ragazzi, “anche di altre regioni o che vivono all’estero”. “L’idea di studiare e contemporaneamente praticare sport rappresenta una bella opportunità – ha detto – vogliamo fare di questa esperienza anche un mezzo di ripopolamento di un territorio.”
 
Il presidente del Coni Lazio Viola ha aggiunto che il Lazio, oltre a contare campioni di prestigio ha “un’impiantistica sviluppata in tutto il territorio” ed è una regione che può rappresentare un punto di riferimento. Come Malagò anche Viola ha tenuto a sottolineare che per i ragazzi di Amatrice lo sport può rappresentare un aiuto per “andare avanti” e ricreare un clima di “normalità”.L’assessore regionale allo Sport Rita Visini ha posto l’accento sui valori che sono alla base della pratica sportiva, valori “che devono essere raccontati e condivisi”. E proprio perché “lo sport rappresenta un veicolo fondamentale di valori” ha detto Visini “a partire da gennaio distribuiremo in tutte le scuole medie superiori del Lazio kit di attrezzature sportive”.
 



REGIONE LAZIO, SPESE PAZZE: M5S PUBBLICA IL VIDEO "TEATRINO"

 

LEGGI ANCHE: REGIONE LAZIO: ARRIVA IL CICLONE SPESE PAZZE

di Alessandro Rosa

Roma – Il ciclone "spese pazze" dell’ufficio Presidenza del Consiglio della Regione Lazio aveva già fatto parlare di se. Con un bel colpo di spugna erano infatti stati sanati retroattivamente tutti i contributi dati a pioggia per sagre e feste ad associazioni e comuni del Lazio. Riguardo quali Comuni e associazioni hanno usufruito dei finanziamenti e quindi quali schieramenti politici locali sono stati agevolati con oltre un milione di euro, precisamente di 1 milione e 650 mila euro di contributi solo per gli anni 2014-2015, lo tratteremo prossimamente.

Il fatto. Il 22 ottobre 2015 il Consiglio della Regione Lazio aveva dato parere favorevole alla soppressione dell’Agenzia regionale per la difesa del suolo (Ardis) e dell'Agenzia regionale per i parchi (Arp) con un maxi emendamento in cui era stata inserita una norma per sanare tutte le spese "esagerate e fuori tetto massimo" dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Il provvedimento "spese pazze" passò quindi con 25 voti favorevoli tra le contestazioni del M5S e del consigliere regionale Fabrizio Santori, che senza mezzi termini lo definì "una porcata".

La proposta di legge numero 244, approvata dal Consiglio Regionale del Lazio, presieduto da Daniele Leodori (Pd), contiene infatti anche alcune norme che esulano dagli obiettivi iniziali del provvedimento. Con un sub-maxiemendamento presentato dal capogruppo del Pd, Riccardo Valentini, che provocò dure e accese reazioni da parte delle opposizioni, del gruppo M5S e del Consigliere Fabrizio Santori. Nella legge erano state introdotte disposizioni interpretative in materia di contributi del Consiglio regionale, insomma una norma ad hoc per mettere a tacere l’esposto che alcuni giorni prima Fabrizio Santori (Gruppo Misto) aveva presentato alla Corte dei Conti sulle spese pazze dell’ufficio presidenza del Consiglio regionale. Si parla di 1 milione e 650 mila euro di contributi solo per gli anni 2014-2015.

Il video della votazione definito teatrino esilarante dagli oppositori. Ora emerge il video della votazione che il gruppo M5S Lazio ha messo a disposizione dei cittadini, con sottotitoli e musichette per coronare quel senso di teatralità conferita ad una votazione che lascia molta amarezza a molti, troppi cittadini. Nel video sono evidenti le piroette e le "arrampicate teatrali" che il Presidente del Consiglio Daniele Leodori senza alcun velo o sorta di censura conduce nell’atto dell’apertura e chiusura della votazione, dove cerca di prendere del tempo prezioso affinché tutti i consiglieri di maggioranza possano dare parere favorevole ed ottenere il numero legale. Dopo tanto affanno, la sanatoria è stata finalmente approvata. Insomma, il M5S regala uno show inedito e molti tra l’ilarità e lo sgomento hanno potuto apprezzare uno spettacolo davvero imbarazzante.




L'ANTICORRUZIONE BACCHETTA NICOLA ZINGARETTI

Redazione

Regione Lazio – Con la recente delibera n.71 dell'ANAC – l'Autorità Anticorruzione – arriva l’ennesima grave bacchettata sulla stessa Direzione Regionale Centrale Acquisti già nell’occhio del ciclone di Mafia Capitale.

Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio in merito alla vicenda ha dichiarato: “C’è voluta una lettera anonima a far muovere i riflettori dell’Autorità Nazionale Anticorruzione che ha pizzicato una nuova nomina di un soggetto inconferibile da parte del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

Solo pochi giorni fa l’Anac aveva intimato al governatore Nicola Zingaretti di bloccare le nomine in merito alla vicenda riguardante il commissario straordinario dell'Ipab Ss. Annunziata di Gaeta, fatta dal presidente della Regione Lazio senza verificare eventuali incompatibilità.

Ma quanto scritto nella delibera Anac n. 71/2015 a firma Raffaele Cantone,  pubblicata in data odierna, è decisamente più grave e si rasenta l’assurdo. Zingaretti ha conferito un incarico dirigenziale dell’area Gestione delle Procedure di Gara della Direzione Regionale Centrale Acquisti ad un soggetto socio di una società che svolge da oltre sei anni consecutivi un’attività professionale di assistenza tecnico-organizzativa e di consulenza specializzata per la predisposizione di gare presso la stessa Direzione Regionale Centrale Acquisti.

Un’inconferibilità specifica gravissima soprattutto su un settore già nell’occhio del ciclone di Mafia Capitale.

Il presidente del consiglio regionale Daniele Leodori convochi immediatamente un consiglio regionale chiamando a riferire il presidente della Regione che pensa ancora di poter giocare con le nomine. E’ proprio il caso di dire che si tratta dell’ennesima disonorevole cantonata di Zingaretti” 

 

Stralci della Delibera Presidente Autorità Nazionale Anticorruzione n. 71 del 7/10/2015
Provvedimenti conseguenti all’accertata inconferibilità di cui all’art. 4, co. 1, lett. c) del d.lgs. 8 aprile 2013, n. 39 con riguardo all’incarico di dirigente dell’Area gestione delle procedure di gara della Direzione regionale centrale acquisti della regione [omissis]- Fascicolo UVMAC/3520/2015
“ Nel corso di tale audizione è emerso che la carica di dirigente dell’Area gestione delle procedure di gara è stata conferita a un dirigente esterno all’amministrazione, perché, come ha di fatto riferito la dott.ssa [omissis], un bando interno tra i dirigenti regionali è andato deserto, per cui la stessa dirigente ha provveduto con delibera a propria firma a nominare il dott. [omissis] , conosciuto agli enti amministrativi della Regione [omissis]per essere in stretti rapporti di consulenza con la [omissis] società più volte aggiudicataria di appalti e gare banditi dalla regione [omissis].”
“ L’imparzialità della posizione dei titolari di incarichi dirigenziali deve essere assicurata in termini di inconferibilità degli incarichi, se il soggetto destinatario del possibile incarico ha svolto attività che determina la presunzione di un potenziale conflitto di interessi.”
 




ACQUA PUBBLICA: I COMITATI FANNO IRRUZIONE AL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

Redazione
Regione Lazio
– I comitati dell'acqua irrompono al Consiglio Regionale del Lazio ed impongono la scelta tra i diritti dei cittadini e gli interessi di Acea S.p.a. Dinanzi alla decisa azione dei cittadini il Presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori ha interrotto la seduta e… seduta stante ha convocato una conferenza dei capigruppo con la partecipazione dei comitati.

"In quella sede abbiamo ottenuto che la proposta di legge n. 238 (di attuazione alla legge n. 5/2014 Tutela, governo e gestione pubblica delle acque), presentata da dieci consiglieri ma scritta dai comitati, sia portata in discussione alla commissione ambiente tra il13 e il 17 luglio. – Dichiarano i portavoce dei Comitati – Inoltre si è deciso che il giorno 20 luglio venga riconvocata una conferenza dei comitati e dei capigruppo con la partecipazione dell'assessore regionale Refrigeri e del Presidente della Commissione ambiente Panunzi, per fare il punto sull'eventuale presentazione della proposta da parte della Giunta e sull'iter della legge n.238 in Commissione ambiente. Resta fermo – proseguono i portavoce – che la proposta di legge attuativa n. 238 è da oggi in discussione in Commissione ambiente a prescindere dall'esistenza o meno di una proposta della Giunta. Ovviamente questo risultato, ottenuto solo con la mobilitazione popolare, non ci può lasciare soddisfatti. Abbiamo infatti la necessità che la nostra proposta di legge venga calendarizzata e votata in aula dal Consiglio comunque prima della pausa estiva ovvero entro la prima settimana d'agosto. Questo a scanso del perdurante rischio di vanificare la legge n.5/2014 e la volontà dei cittadini che già nel 2011 si sono chiaramente espresse sulla gestione pubblica dell'acqua. Questo è quello che siamo chiamati ad ottenere nei prossimi giorni e nel prossimo incontro del 20 luglio. Siamo consapevoli – Concludono i portavoce – che riusciremo ad ottenere un risultato positivo se avremo la capacità di continuare a porre il problema al consiglio regionale attraverso la mobilitazione dei cittadini e di quei comuni che hanno a cuore una questione centrale non solo per la qualità della vita delle persone ma sul piano della democrazia nel governo e nella gestione dei servizi pubblici e dei diritti fondamentali delle persone". 
 




MAFIA CAPITALE: MARCO VINCENZI E L’EPILOGO DELLA GRANDE BUGIA

di Cinzia Marchegiani

Lo avevamo lasciato così, con le sue dimissioni da capogruppo del Partito Democratico alla Regione Lazio, Marco Vincenzi il 9 giugno 2015. Dimissioni seguite però da dichiarazioni relative la "totale estraneità" al suo coinvolgimento in merito alle notizie apparse sugli organi di stampa: “Smentisco di aver presentato in Consiglio regionale emendamenti per finanziare il comune di Roma o i suoi municipi. Non corrispondono nel modo più assoluto a verità e sono destituite di fondamento, quindi, le affermazioni di Salvatore Buzzi su un mio presunto interessamento per far ricevere al municipio di Ostia 600mila euro o qualsiasi altra cifra"- concludeva così la nota delle sue dimissioni nella quale sottolineava –di conseguenza, e lo sottolineo per evitare qualsiasi fraintendimento, non possono essere stati approvati in Consiglio regionale emendamenti del sottoscritto per elargire fondi ad Ostia agli altri municipi della Capitale o al comune di Roma. Ho visto due volte Salvatore Buzzi su sua sollecitazione – continua Vincenzi – e nel corso degli incontri mi aveva chiesto di intercedere per far ottenere fondi ad Ostia. Una richiesta alla quale non ho dato alcun seguito».
 

IL M5S HA TROVATO I DOCUMENTI CHE PESANO COME MACIGNI SU MARCO VINCENZI
Gli emendamenti, erano la prova fondamentale per dimostrare che dietro il disegno criminale vi fosse l’appoggio di un basista all’interno del Consiglio Regionale del Lazio affinché tutto il piano ben congeniato da Buzzi e Carminati andasse in porto. La firma del proponente che ha un nome e cognome, Marco Vincenzi il quale il 16 giugno 2014 ha presentando due emendamenti alla proposta di legge 147/2014, con il primo ha chiesto che al fondo regionale per il riequilibrio territoriale, oltre 33 milioni per il 2014, possano accedere direttamente i municipi della Capitale senza passare dal Campidoglio, con il secondo che una quota del fondo sia destinata in particolare proprio a progetti legati al verde pubblico e al sociale.

LE INTERCETTAZIONI DEL ROS II REPARTO TRACCIANO UN CHIARO LEGAME TRA I VARI ATTORI
Dalle intercettazione tutto era ben noto, quello che mancava era la prova dell’emendamento tanto che si legge nella documentazione dei ROS che: "allo stato delle attuali conoscenze e dal contesto delle telefonate/dialoghi intercettati, non s è in grado di se la somma di 1,2 milioni di euro, e 600 mila euro da ottenere con l'aiuto di Gramazio e Vincenzi siano stati finanziati da parte della Regione Lazio, anche se le indicazioni sopra riportate, propendono per una conclusione favorevole della vicenda…"
Dalla sequenza delle intercettazioni ottenute seguendo i movimenti di Buzzi e Carminati, emerge anche la famosa telefonata di Buzzi al Presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori che risulta essere in una sequenza temporale specifica alla attività del Buzzi nei giorni frenetici che lo vedevano impegnato in Regione Lazio per accedere ai finanziamenti disegnati ad hoc per le proprie società.
Si legge dalla fatti documentati dalla relazione del ROS II reparto del 22.12.2014:
Il 26.09.2014, il giorno del pranzo programmato si acquisisce:
– alle ore 08:09.2014, Luca Gramazio chiamava Testa Fabrizio e dopo i saluti gli diceva:”per me tutto estremamente bene, ma… la domanda è: tu come stai combinato stamattina? Cioè, tipo verso le 11/11 e mezza riusciresti a fa un passaggio… in Regione (Testa: “certo”)…eh? Ci vediamo verso le 11, va bene? Testa concordava
– alle 9:37 all’interno dell’ufficio in Via Pomona 63, veniva intercettato un dialogo a cui prendevano parte Salvatore Buzzi, Massimo Carminati e Giovanni Campenni. In un primo momento Buzzi riferiva che non avrebbe fatto in tempo a partecipare all’incontro conviviale previsto per quel giorno a pranzo. Buzzi illustrava a Carminati gli”emendamenti” che Fabrizio Testa avrebbe dovuto portare in originale in Regione, relativi ai nuovi finanziamenti che sarebbero stai ottenuti grazie all’intervento di Luca Gramazio (1.2 milioni di euro) e Marco Vincenzi (600 mila euro) precisando gli importi indicativa ogni singolo municipio: “noi abbiamo questa situazione qua… 1°municipio 240.ooo euro, 2° municipio 340 mila euro….” A tal proposito Buzzi, su richiesta di Carminati, precisava che la documentazione era in originale, perché tramite Testa, avrebbe dovuto essere consegnato a Luca per la successiva presentazione in sede del Consiglio. Buzzi riferiva quindi ulteriori spiegazioni su quali chiarimenti Carminati avrebbe dovuto chiedere e Gramazio nel corso del pranzo cui avrebbe partecipato poco dopo. Buzzi poi proseguiva effettuando alcuni conti, basati sugli importi elargiti a seguito dell’approvazione degli emendamenti dei Municipi di Roma e Bioparco. Dai conti fatti il Municipio di Ostia avrebbe avuto a disposizione 360.000 euro, cui andava aggiunta la somma stanziata grazie all’intervento di “Vincenzi” …”1200 meno 940 fanno 3 e 60, questo è Ostia, più la parte di Vincenzi sempre per Ostia” e “ e ci dovrà pensà Fabrizio” facendo capire che la somma rimanente, ossia 360 mila euro per l’importo messo a disposizione da Marco Vincenzi, sarebbero dovuti essere dirottati sul municipio di Ostia e tale incombenza era stata afidata dal sodalizio a Fabrizio Testa. Dopo la spiegazione della scelta dei primi tre Municipi di Roma, Buzzi mostrava qualcosa a Carminati dicendogli: “guarda Massimio, questi sono gli emendamenti perché i presidenti dei Municipi ci dicono che vogliono la ricevuta della prestazione e poi spiegava a Carminati che quelle che doveva dare a Gramazio erano gli originali degli emendamenti, che era lui che li doveva presentare., rispiegando bene le somme da destinate.
– il 29.09.2014 lo stesso Buzzi chiedeva contezza a Fabrizio Testa sulle richieste del contributo di Ostia e Testa riferiva che l’appuntamento che aveva venerdì per consegnare era a posto. M a Buzzi evidenziava la scadenza che era per il giorno dopo, ma Testa lo rassicurava che era stato spostato al 20 ottobre (2014)
– il 30.09.2014 alle ore 14:03 veniva intercettata la prima telefonata tra il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio Daniele Leodori e Salvatore Buzzi i quali fissavano un incontro per il giorno 1.10.2014 in Via del Pisana, presso l’ufficio stesso di Leodori. Nella circostanza quest’ultimo non dava un preciso orario per l’incontro, ma escludeva la fascia dalle ore 12:30 alle 15:00.
-Il giorno seguente, 1.10.2014 al fine di documentare gli spostamenti di Salvatore Buzzi veniva predisposto un servizio o.c.p. in Via Pomina 63 nel corso del quale i Ros documentavano che:
alle ore 10:51 Buzzi fissava un appuntamento presso la Regione Lazio con Luca Gramazio alle successive 11:30, alle 13:35 Buzzi si incontrava con Franco Panzironi su Villa…. e successivamente alle 11:35 dopo aver salutato Panzironi, si dirigeva verso Via della Pisana, ove accedeva all’interno del Parcheggio alle ore 11:55. Buzzi dopo ave parcheggiato andava all’interno degli uffici della Regione Lazio. Alle 12:01 Buzzi informava Piera Chiaravalle degli icontri che aveva fissato: “ a questo punto stò alla Regione, che mi si è capovolta la cosa, invece di andare noi ai campeggi, quelli dei campeggi vengono da noi alle 14:30 e quindi mo so andato alla Pisana, vado a incontrà il Presidente e poi Luca.

– Il 18.10.2014, Alle 12:31, Buzzi giungeva in Piazza Mazzini dove alle 12: 43 giunge Marco Vincenzi e dopo un breve colloquio, Buzzi gli consegnava la documentazione cartacea, Vincenzi dopo averla letta la riponeva nella tasca interna sinistra dei pantaloni…

Grazie agli appostamenti e intercettazioni dei ROS, emerge tutto nei minimi dettagli della storia che legava Gramazio a Vincenzi e altri attori che dovranno spiegare minuziosamente la loro estraneità, ma soprattutto la cronistoria e ora i epzzi di carta dei finanziamenti che sarebbero stati messi a disposizione delle cooperative sociali riconducibili a Buzzi ma non gli emendamenti, con i quali si era realizzata questa fitta. Insomma Buzzi e Carminati erano stati intercettati mentre parlavano di emendamenti con i quali il capo gruppo del PDL, Luca Gramazio e il capo gruppo del PD avrebbero consentito il finanziamento regionale di 1.2 milioni di euro e 600 mila euro da destinare alle società di Buzzi, i quali avevano intercettato destinatari il Comune di Ostia e i primi Municipi di Roma.
Il M5S non solo hanno trovato gli emendamenti presentati da Marco Vincenzi, i quali vengono approvati e inseriti nella legge 14/2014 il 14.07.2014, ma anche il documento con cui il 22.07.2014 la giunta regionale modifica il bilancio regionale per erogare i finanziamenti previsti nella legge appena approvata.
Il M5S venuto in possesso di queste prove tangibili, ha dichiarato che presenterà oggi tutta la documentazione in loro possesso e data ai giornali che ne hanno chiesto una copia, come l’Osservatore d’Italia, alla procura della Repubblica di Roma, e tutti gli atti amministrativi continuando la loro attività di controllo e verifica dell’uso delle risorse pubbliche.
 




DANIELE LEODORI AMMETTE I RAPPORTI CON SALVATORE BUZZI

di Cinzia Marchegiani

Roma – Se mafia Capitale seconda edizione sta facendo pressing sui rapporti tra i politici e amministratori con Buzzi, Carminati e Monge il re del CUP e degli abiti usati, rimane evidente come le inchieste giornalistiche e tabella di giornali rappresentino uno strumento per comprendere gli atteggiamenti di taluni politici messi sotto i riflettori di un’indagine giudiziaria.

E il caso del Presidente del Consiglio della Regione Lazio Daniele Leodori emerge con tutte le sue singolari sfaccettature impresse negli tabella di giornale che come atti documentali consegnano alla comunità, ma volendo anche alla Magistratura vigile, repentini cambi di versione in merito a conoscenze e rapporti con i registi de “il Mondo di mezzo”.

Nell'ambito dell'inchiesta de l’Osservatore d’Italia su Mafia Capitale veniva pubblicato il 10 giugno 2015 l'articolo ZAGAROLO E MAFIA CAPITALE 2: QUEL FILO "ROBUSTO" TRA SALVATORE BUZZI, MARIO MONGE E DANIELE LEODORI  dove si evidenziava lo strano caso del Presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori.

Daniele Leodori era finito nell’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari, dott.ssa Flavia Costantini del Tribunale di Roma dove veniva trascritto il suo nome assieme a quello del senatore Pd Bruno Astorre nelle intercettazioni telefoniche che indicavano i presunti legami tra l'attuale Daniele Leodori e Salvatore Buzzi ma soprattutto con Mario Monge, quest'ultimo presidente della Sol.Co definito il re del business dei migranti e dei cassonetti gialli, arrestato pochi giorni fa, che, nella trascrizione sembra invece conoscere molto bene il presidente del Consiglio Regionale del Lazio. Monge tra l’altro era arrivato fino a Zagarolo per allargare il proprio business con il riciclo degli abiti usati.

L'articolo a firma di Alessandro Rosa, fotografava quindi situazioni e atteggiamenti meritevoli di chiarimenti da parte del presidente Daniele Leodori che sui vari giornali, raccontava di sporgere querela nei confronti di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati perché lui non li conosceva, mentre quando era vice sindaco di Zagarolo, arrivava Salvatore Buzzi con la sua cooperativa 29 giugno per gestire la raccolta dei rifiuti del centro storico del Comune.

Ma sono proprio gli tabella di giornale a scattare un’istantanea interessante nei confronti delle affermazioni e azioni di Daniele Leodori:

1) Il 7 Dicembre 2014 sul Corriere della Sera “Mafia Capitale, Buzzi si vantava: abbiamo 11 consiglieri comunali”: Daniele Leodori (Pd) sporge querela nei confronti di Buzzi e Carminati, si legge: Non c’è solo il Campidoglio, naturalmente. Anzi, nel commentare le regionali, Carminati fa cenno al fatto che 'oltre al Gramazio il sodalizio avrebbe vantato anche la conoscenza del “più votato” dello schieramento di sinistra'. Sarebbe Daniele Leodori (Pd), presidente del consiglio regionale che smentisce: "Non conosco né Carminati, né Buzzi. Ho già sporto querela".
2) Il 10 Giugno 2015 l’inchiesta de l’Osservatore d’Italia: “ZAGAROLO E MAFIA CAPITALE 2: QUEL FILO "ROBUSTO" TRA SALVATORE BUZZI, MARIO MONGE E DANIELE LEODORI” fa emergere come era alquanto improbabile che Daniele Leodori non conoscesse Salvatore Buzzi, infatti nel 1996 Daniele Leodori era vicesindaco di Zagarolo e proprio in quell’anno Salvatore Buzzi gestiva la raccolta rifiuti del centro storico della cittadina, trascinando tra l’altro una chiacchierata gestione tra la Coop 29 Giugno e la Italo Australiana, quest’ultima, si legge nei giornali, era stata estromessa dalla gestione rifiuti nel centro storico.
3) L’11 Giugno 2015, il Messaggero, dopo appena un giorno dall'articolo de L'Osservatore d'Italia:
“MAFIA CAPITALE, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DANIELE LEODORI: "MAI OCCUPATO DI APPALTI CUP” Qui Daniele Leodori intervistato risponde: “Quelle tre persone che parlano di me, nell'intercettazione su Mafia Capitale, non le conosco. Ripeto: non le conosco".
D: Daniele Leodori, presidente del consiglio regionale e uomo forte del Pd in provincia, è indicato da alcuni collaboratori di Buzzi – Guarany e Cardarelli – come una sponda per l'appalto del Cup. Un'accusa molto grave.
R: "Gravissima. Non ho idea perché facciano il mio nome. Io non mi sono occupato mai di quella gara, di questo sono certo".
D:Però conosceva Buzzi. Ci sono state alcune telefonate tra lei e il grande capo della 29 giugno.
R:"Ho conosciuto Buzzi nel 1996, quando a Zagarolo la sua coop si occupava per il Comune della raccolta porta a porta. Divenni vicesindaco dopo che era già stato dato l'incarico, nel 2000 venni eletto sindaco e dopo un anno non rinnovai l'appalto, affidai il servizio a Gaia, un consorzio pubblico. La 29 Giugno uscì da Zagarolo".
D:Dal 2001 non vi siete più sentiti?
"No, mai, fino a settembre 2014 quando abbiamo avuto un contatto telefonico. Mi chiede un incontro, io gli dico che se capita in Consiglio posso riceverlo ma non in una determinata fascia oraria, quando non ci sono. Lui viene alla Pisana proprio in quella fascia oraria e non mi trova. Segue un'altra telefonata: lui riceve una chiamata dalla Pisana, mi telefona e mi chiede se è un mio collaboratore, io dico che è una persona che lavora in Consiglio e la cosa finisce lì".

IL CASO DANIELE LEODORI NON FACILITA IL LAVORO DELLA MAGISTRATURA

E ora il caso del presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori emerge con tutti gli ossimori che la Magistratura terrà con tutta probabilità in considerazione:
Il 7 dicembre 2014 Daniele Leodori dichiara ad un giornale – per difendersi dagli attacchi ndr. –  che ha sporto querela perché non conosce né Salvatore Buzzi né Massimo Carminati. Messo sotto pressione anche dalle varie inchieste giornalistiche ritratta il tutto e smentisce se stesso, dichiarando addirittura che nel settembre 2014, quindi tre mesi prima della sua querela annunciata a mezzo stampa a Buzzi e Carminati, afferma di aver sentito telefonicamente Salvatore Buzzi e di avergli dato appuntamento alla Pisana, che a sempre a detta di Daniele Leodori non si consumerà mai.

Spiace che con Mafia Capitale, le smentite arrivino solo quando i politici vengono messi con le spalle al muro, poiché quando c’è un’indagine della Magistratura, dovrebbe essere un obbligo e un dovere etico degli stessi politici, indagati o meno, di raccontare le proprie vicende, affinché i Pm possano avere un quadro ben preciso delle dinamiche avvenute nelle stanze del potere amministrativo, invece gli stessi inquirenti sembrano dover lavorare "contro corrente".

Per ora il lettore osserva chiedendosi, quante cosa Mafia Capitale ancora nasconde? Possibile che non ci sia collaborazione tra politica e Magistratura?




ZAGAROLO E MAFIA CAPITALE 2: QUEL FILO "ROBUSTO" TRA SALVATORE BUZZI, MARIO MONGE E DANIELE LEODORI

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di Alessandro Rosa
Zagarolo (RM) – Se Mafia Capitale sta passando al setaccio legami indissolubili tra amministratori, politici e i “re” delle cooperative sociali che hanno foraggiato partiti, consiglieri e assessori, giorno per giorno, ora si sta facendo luce sui rapporti di corruzione, criminalità e gestione del patrimonio pubblico.
Zagarolo, comune alle porte di Roma è stato il primo ad essere stato nominato da Salvatore Buzzi, oggi accusato di mafia, con 174 appalti in dieci anni, ha incassato un tesoretto finito nelle casse delle cooperative a lui riconducibili di ben 34 milioni di euro, grazie alla galassia di appalti minuziosamente tessuti nel cuore di Roma, ma non solo. Studiando le carte delle intercettazioni e determine della Provincia di Roma, oltre quelle dello stesso Comune di Zagarolo emerge come i rapporti tra Salvatore Buzzi, Mario Monge e Daniele Leodori siano legati da un filo robusto come l’acciaio.

INTERCETTAZIONI EMERSE NELL’ORDINANZA DI APPLICAZIONE DI MISURE CAUTELARI
Nell’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari, dott.ssa Flavia Costantini del Tribunale di Roma vengono trascritte le intercettazioni che fanno emergere i legami tra l'attuale Presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori e Salvatore Buzzi ma soprattutto con Mario Monge, quest'ultimo presidente della Sol.Co definito il re del business dei migranti e dei cassonetti gialli, arrestato pochi giorni fa, che sembra invece conoscere molto bene il presidente del Consiglio ewgionale del Lazio.
Monge aveva avuto l’idea di allacciare affari a Zagarolo proprio sui cassonetti gialli, dove avrebbe fatto riciclare i rifiuti tessili in un impianto localizzato a Valle Martella, di cui noi de l’Osservatore d’Italia per primi avevamo trovato il documento inedito.

Nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari si legge:

I fatti del 9 maggio Il venerdì 9 maggio, a Piazza Tuscolo, – nel quartiere Appio Latino della capitale Ndr. – avveniva un incontro tra Buzzi, Gramazio e soggetti non individuati nelle loro generalità. Poco dopo l’incontro, Buzzi chiamava Caldarelli per un appuntamento relativo al CUP (fissato al bar Shangrillà, di lì a poco; incontro che avveniva e al quale partecipavano oltre a Buzzi, Carminati, Testa, i quali poco dopo venivano raggiunti da Gramazio e dallo stesso Caldarelli).
Alle13,23, veniva intercettato un dialogo in via Pomona 63, nel corso del quale Buzzi informava Guarany, Bolla, Bugitti e Garrone che avrebbero partecipato alla “gara” della Regione Lazio

Legenda:
CC Claudio Caladrelli
CG Carlo Guarany

CC: è D’Amato potrebbe esser.. bravo…
CG: (inc)
CC: no no D’Amato.. allora è D’Amato dai.. allora è D’Amato.. mo bisogna capì se gli hanno dato un’azienda.. capito?…se gli hanno dato un’azienda loro..
CG:invece Monge c’ha detto che Astorre (fonetico) pure se sta a muove Leodori (Daniele Leodori , ndr) l’ha chiamato…
CC: (inc) saputo un cazzo..
CG: che sarebbe contro Marotta, tutta la banda Astorre.. Leodori.. quindi, nel caso se dovessimo decide de anda’ con SOLCO, ce potremmo aggregà co… oppure quell’altra strada sarebbe quella de anda’ all’opposizione.. sceglie una strada all’opposizione..
CC: all’opposizione devi far fare l’interrogazione.. ste cose..
CG: no bhè..li fai chiama’..(inc)

CC: si e certo ma te da. .è.. la parte nostra..ehh..certo..
CG: ma dobbiamo sceglie la strada politica pure.. capito.. la strada politica son 2..o dentro il PD, che sarebbe questa de Leodori..
CC: il problema che lì c’è un lotto che è l’NTA (fonetico) che se lo vuole mantene… S: che è?
CC: è un’altra società che sta.. sta dentro la ASL.. sta già dentro…già sta dentro
CG: c’ha lo Spallanzani, me pare che c’ha?
CC: si…e praticamente il primo lotto.. il primo andrebbe all’NTA.. questo qui…e lui dice però dice queste qui lui la vorrebbe far annullare perché dice

CG: si
CC: mo andrà.. andrà accorpato con la E in futuro…dice dice e allora (inc) dice sta questione qua.. poi non son garantiti i posti di lavoro.. non son garantiti…

LA COOP 29 GIUGNO SUBENTRA NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI DEL CENTRO DI ZAGAROLO NEL 1996 CON MOLTE OMBRE
"Nel 1996 cominciammo con i rifiuti e non abbiamo più smesso – ricorda Buzzi alla moglie Alessandra Garrone, il 17 novembre 2013 – cominciammo il 29 giugno… pensa… a Palombara e Zagarolo insieme, poi nel 1999 viene Formula Sociale, nel 2003 Eriches.. aah, i barboni li abbiamo incominciati a fà nel 2000". Un successo che il compagno Buzzi, sintetizza così: "Da due… a cinquantasei. De che stamo a parlà ? ". Due i milioni di euro che fatturava nel 1996, diventati 56 milioni nel 2013.
Ed è vero. La coop 29 giugno di Salvatore Buzzi gestiva la raccolta dei rifiuti al centro storico di Zagarolo. Ma su queste procedure si erano sollevate importanti contestazioni finite anche nel consiglio comunale del 23 dicembre 1997 poiché era stata tolta alla ditta “Italo Australiana” la gestione dei rifiuti invece assegnata alla Coop 29 Giugno. Ricordiamo che nel 1995 il sindaco eletto era Sandro Vallerotonda, tra i consiglieri di Centro Sinistra ritroviamo anche l’attuale sindaco eletto alle elezioni del 31 maggio 2015, Lorenzo Piazzai, mentre Daniele Leodori nel 1996 diventa vicesindaco e sarà in carica fino al 2000 quando poi le nuove elezioni lo incoroneranno sindaco per due mandati consecutivi.
In quel consiglio di fine dicembre 1997, si legge, Il Sindaco Vallerotonda convoca a fine consiglio i capi gruppo su richiesta avanzata della ditta Italo Americana (estromessa dalla raccolta rifiuti del centro storico) che chiedeva gli arretrati ed adeguamenti del vecchio contratto, che per l’azienda ammontavano a 1.300 milioni e poi scesi per magia a 200 milioni. Qui i Capi Gruppo decisero che la Italo Australiana andava liquidata in una sola volta in via definitiva. Ma il dubbio che emerse poi, anche messo nero su bianco nei giornali di allora, che il nuovo appalto commissionato sia alla ditta Italo Autraliana (che continuava la raccolta rifiuti forence, cioè fuori il centro storico) e la Coop 29 Giugno solo il centro storico, non aveva prodotto alcun vantaggio se non pagare quanto prima un servizio che diventava meno efficiente e senza le innovazioni della raccolta differenziata.

DANIELE LEODORI SPORGEVA QUERELA DICENDO DI NON CONOSCERE SALVATORE BUZZI

In data 7 dicembre 2014 sul Corriere della sera si leggeva: “Non c’è solo il Campidoglio, naturalmente. Anzi, nel commentare le regionali, Carminati fa cenno al fatto che «oltre al Gramazio il sodalizio avrebbe vantato anche la conoscenza del “più votato” dello schieramento di sinistra». Sarebbe Daniele Leodori (Pd), presidente del consiglio regionale che smentisce: «Non conosco né Carminati, né Buzzi. Ho già sporto querela»

Insomma Daniele Leodori con forza affermava di non conoscere Salvatore Buzzi, ma lo stesso era il primo gestore dei rifiuti proprio a Zagarolo quando era vice Sindaco, e che tra l’altro aveva sollevato un vespaio proprio con la sostituzione della Italo Australiana, infatti le due ditte spartendosi la location dei rifiuti non avrebbero né migliorato il costo per la collettività e a quanto pare, dalle affermazioni sui giornali, diminuendo invero servizi al cittadino.

MARIO MONGE DELLA SOL.CO, RE DEL BUSINNES DEI MIGRANTI, DEI CASSONENTTI GIALLI,  DEL SERVIZIO CUP
Mario Monge è stato arrestato assieme ad altri 43 personaggi in seguito all’ordinanza del 29 maggio 2015, dove si chiedeva ad ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria che gli indagati dovevano essere catturati ed immediatamente condotti in un istituto di custodia per rimanervi a disposizione dell’autorità giudiziaria, applicando la misura cautelare degli arresti domiciliari presso il luogo di loro residenza o in domicilio indicato al momento dell’esecuzione e ritenuto idoneo.
Gramazio, Scozzafava, Carminati, Buzzi, Caldarelli, Gammuto, Guarany, Monge, Testa, Bugitti, Di Ninno, Garrone, Nacamulli indagati per reato di cui agli artt. 326, 353 c.p. 7 D. L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. nella L. 12 luglio 1991, n. 203 perché, nelle qualità indicate, in concorso tra loro, previo concerto tra Testa, Buzzi, Carminati e Gramazio, i quali elaboravano il progetto di partecipazione alla gara, assumevano le determinazioni generali in ordine alla turbativa e utilizzavano il ruolo di Gramazio, espressione dell’opposizione in Consiglio Regionale per rivendicare, nel quadro di un accordo lottizzatorio, una quota dell’appalto con l’accordo di Monge che metteva a disposizione lo strumento della cooperativa Sol. Co. con l’accordo di Caldarelli, Gammuto, Guarany, Di Ninno, Garrone, Bugitti e Nacamulli i quali partecipavano anche a riunioni intese a incidere sul regolare andamento della gara, in concorso con altri mediante intese, collusioni e accordi fraudolenti tra i partecipanti alla gara e con Angelo Scozzafava, pubblico ufficiale componente la commissione di aggiudicazione- il quale, anche violando il segreto d’ufficio al fine di garantire benefici economici, comunicava a Buzzi e a Testa lo sviluppo delle decisioni della commissione medesima, le offerte degli altri concorrenti e ogni altra notizia utile al raggiungimento dello scopo -, finalizzati a ottenere per RTI Sol.Co. l’aggiudicazione di uno dei lotti in concorso, turbavano la gara comunitaria centralizzata a procedura aperta finalizzata all’acquisizione del servizio CUP occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio” per un importo di “91.443.027,75 EUR senza IVA, indetta dalla Regione Lazio – Direzione Regionale Centrale Acquisti, con l’aggravante per Gramazio, Scozzafava, Carminati, Buzzi, Caldarelli, Gammuto, Guarany, Testa, Bugitti, Di Ninno, Garrone, Nacamulli di aver agito al fine di agevolare l’associazione di tipo mafioso facente capo a Buzzi e Carminati.


MARIO MONGE TESSE IL BUSINESS DEGLI ABITI USATI A ZAGAROLO
Durante le indagini, noi de L'Osservatore d'Italia avevamo fatto diverse visure camerali e siamo entrati in possesso di un documento, a nostro dire, importante che porta Mario Monge e il suo business dei rifiuti fino a Zagarolo, precisamente nella zona di Valle Martella.
Ricordiamo che il rappresentante legale della Sol.co avrebbe gestito tra i vari business anche quello degli abiti usati. Sempre in una nostra inchiesta – spiegava il collega Maurizio Costa – si svelò che la cooperativa New Horizons, facente parte sempre della Sol.Co., ha gestito per anni i cassonetti gialli per la raccolta degli abiti usati, avendo tra le mani un business milionario. In quel caso, uscì la notizia che gli abiti usati, invece che essere donati ai poveri, sarebbero stati venduti all'estero o ad aziende italiane.
Mario Monge, è riuscito a trasformare il business dei cassonetti giallo con quello del trattamento dei rifiuti tessili e presenta all’ufficio SUAP della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini una istanza di Autorizzazione Unica Ambientale per l’inizio attività di recupero di rifiuti non pericolosi per l’impianto sito in Via Prenestina Nuova Km 3,500 località Valle Martella. Qui la Provincia di Roma, – oggi Città Metropolitana – con la Determinazione dirigenziale firmata dal Direttore del Dipartimento Ing Claudio Vesselli, prendendo atto che la Sol.co era iscritta al n.680 nel registro delle imprese che hanno effettuato comunicazione di inizio attività per il recupero della materia dei rifiuti non pericolosi, autorizzava la Sol.co alle operazioni di recupero nell’impianto per un quantitativo complessivo di rifiuti di 1500 tonnellate annue.
La costruzione dell’impianto invece era stata autorizzata ai sensi del Dlgs 152/06 del Servizio Tutela Aria e Energia del dipartimento Provincia di Roma.

SALVATORE BUZZI, MARIO MONGE E DANIELE LEODORI TRA INTERCETTAZIONI E ATTI AMMINISTRATIVI AL VAGLIO DELLA MAGISTRATURA
Sarà l'Autorità giudiziaria a capire le sfumature, le verità ed i legami che collegano anche Zagarolo con il “Mondo di Mezzo”. Le intercettazioni fanno emergere come Monge conoscesse il senatore Pd Bruno Astorre e il presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori.

La Coop 29 Giugno nello smaltimento dei rifiuti non è solo è citata nelle intercettazioni dello stesso Buzzi, ma sta agli atti dell’amministrazione di Zagarolo, che tra l’altro lascia dietro di sé una storia controversa mai approfondita. Gli amministratori locali di allora avevano tutte le possibilità di conoscere chi nel proprio paese gestiva la raccolta dei rifiuti. E ora il re del business dei migranti e dei panni usati aveva intercettato, grazie alla determinazione dirigenziale firmata dal Direttore del Dipartimento Ing Claudio Vesselli della ormai ex Provincia di Roma, nel gennaio 2014 un impianto dove portare tutti gli abiti che fruttavano con i cassonetti gialli.
 




GRANDI ELETTORI REGIONE LAZIO AL QUIRINALE: ELETTI NICOLA ZINGARETTI, DANIELE LEODORI E GIANLUCA PERILLI

Redazione

Regione Lazio – Il Governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori e il capogruppo in Regione Lazio del Movimento 5 Stelle Gianluca Perilli sono i 3 grandi elettori del Lazio che dal 29 gennaio a Montecitorio voteranno il presidente della Repubblica.  "Il nostro capogruppo Gianluca Perilli è stato eletto dal Consiglio Regionale del Lazio come delegato per l’elezione del presidente della Repubblica. Un risultato storico che certifica il nostro ruolo di prima forza di opposizione e l’apprezzamento riscosso dalla nostra azione politica tra gli eletti degli altri gruppi consiliari". Questo quanto comunicato sul social Facebook dal Movimento 5 Stelle del Lazio.
Il centro destra aveva candidato Giuseppe Cangemi, consigliere in quota NCD, che ha ottenuto solo 9 voti, uno in meno rispetto al candidato M5S Davide Perilli. E' mancato il voto di Fabio De Lillo (NCD) unico assente in aula.

Francesco Storace, sul proprio profilo Facebook, prima della votazione scriveva: "Fra un'ora al Consiglio regionale del Lazio – convocato per le 11 – si devono votare i delegati per l'elezione del presidente della Repubblica. Da Forza Italia né una proposta né un ordine. Ordine sparso…". Il segretario de La Destra, a giochi fatti, ha poi dichiarato: "Capolavoro alla Regione Lazio. Dopo i veti su di me, la votazione per i delegati al Parlamento per l'elezione del nuovo capo dello Stato, vede l'affermazione del candidato grillino. 10 a 9 sul candidato di Forza Italia e NCD. Il Nazareno cambia Regione". 
Giuseppe Cangemi, sconfitto per un solo voto, ha dichiarato: "Ringrazio gli amici di Forza Italia che hanno condiviso e sostenuto con NCD la mia indicazione quale candidato, tra i 3 grandi elettori del Lazio, per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Un obiettivo mancato, purtroppo, a causa del fuoco amico di chi non si presenta mai in Aula che ha contribuito all'elezione, anche con i voti del centrodestra, del delegato Cinque Stelle" 

Il consigliere regionale Adriano Palozzi(FI) punta il dito su De Lillo e Storace:

“Con il voto del consigliere Storace e l’assenza del consigliere De Lillo si è permesso ad un rappresentante regionale del Movimento Cinque Stelle di essere eletto tra i tre grandi elettori del Lazio, che voteranno il nuovo presidente della Repubblica. Davvero una occasione persa da parte del centrodestra, che ormai da tempo tenta di ritrovare quell’auspicata unità di intenti, oggi buttata all’aria da personalismi inutili e dannosi. L’amico Storace, che abbiamo sostenuto con fedeltà e coerenza quale candidato del centrodestra alle ultime elezioni regionali e abbiamo appoggiato convintamente nell’incarico di vicepresidente del Consiglio regionale, oggi ci ripaga con questo gesto di grande ‘lealtà politica’”.

 

Donato Robilotta (SR) ha dichiarato: "Con la elezione dei grandi elettori, che parteciperanno alla elezione del prossimo Presidente della Repubblica, da parte del Consiglio Regionale si è avuta conferma che l’ex Pdl nel Lazio è ormai in coma profondo, composto da un’armata brancaleone, senza guida e senza progetto.
All’amico Francesco Storace esprimo solidarietà e gli do’ il benvenuto tra le vittime del fuoco amico".
 




RIETI E ROMA: DOPO "ER BATMAN" ORA TOCCA "AR PARTITO DEMOCRATICO"


Oscilla di parecchio l’assenteismo dell’ufficio di Gabinetto del presidente del consiglio regionale Daniele Leodori

 

La Procura di Rieti  ha messo sotto lente le spese sostenute dal gruppo consiliare del Pd alla Regione Lazio dal 2010 al 2012 sotto la presidenza di Renata Polverini.

 

di Chiara Rai

Rieti e Roma – Volendo fare un bilancio del 2014 su quanto ancora i cittadini pagano politici e istituzioni ci vorremmo soffermare, prima di inoltrarci sul tormentone delle ultime spese pazze che hanno colpito anche il reatino, sui dati dell’assenteismo del 2014 nel consiglio regionale del Lazio che vedono crescere il tasso di assenza dell’organigramma.

Ma vediamo nei dettagli che ad esempio oscilla di parecchio l’assenteismo dell’ufficio di Gabinetto del presidente del consiglio regionale Daniele Leodori che è arrivato al 30 per cento di assenteismo a Gennaio 2014, rispetto al 6 per cento del 2013 e al 16 per cento di gennaio 2012. Addirittura in agosto 2014 l’assenteismo dell’ufficio di gabinetto è stato del 65 per cento. Ma di che cosa si vuole parlare? Di duro lavoro o meglio passare ad argomenti più succolenti?

Anche il più pulito….non ricordo il finale di questo detto ma quello che sta succedendo ultimamente è davvero sconcertante. Sembra che Roma sia la capitale dello scialacquio, corruzione e strabordio di eccesso di potere. Non ci sono colori politici: dal nero al rosso il motto è uno solo “pancia mia fatti capanna”.

E così, anche sotto queste feste, si è tornato a parlare di “spese pazze” perché alla speculazione dei soldi pubblici dei cittadini non c’è mai fine. Questa volta ad indagare è stata la Procura di Rieti che ha messo sotto lente le spese sostenute dal gruppo consiliare del Pd alla Regione Lazio dal 2010 al 2012 sotto la presidenza di Renata Polverini.

Nell'inchiesta sarebbero coinvolte in tutto 41 persone, tra le quali 13 ex consiglieri regionali, 5 amministratori pubblici, due sindaci, attualmente in carica a Rieti e Forano, alcuni senatori, un deputato e numerosi imprenditori e professionisti.

Un anno fa la procura di Rieti, aveva inizialmente iscritto nel registro degli indagati l'allora tesoriere del gruppo consiliare del Pd alla Pisana, Mario Perilli, l'ex capogruppo del Pd e attuale sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, e gli ex consiglieri regionali democratici, Enzo Foschi e Giuseppe Parroncini.

Dunque se Fiorito detto "er Batman" ha fatto parlare di se e puntare i riflettori sul centrodestra per lo scandalo di aver acquistato un Suv con i soldi del partito e fatto  viaggi «istituzionali» a Dubai, Maldive, Posillipo da solo con la fidanzata, adesso è il momento del centrosinistra che sicuramente non è da meno, visto gli esiti delle indagini.

Tra le spese pazze soprattutto l’acquisto di olio extravergine d’oliva nel reatino, ma anche rimborsi per vecchie multe, cesti natalizi e cene a base di ostriche che figurano in nota spese.

A Mario Perilli viene contestata una sagra del tartufo, finanziata con 5.000 euro e spacciata come convegno. C’è poi il tentativo di rinascita di Paese sera, nel 2011, finanziato con 26 mila euro senza contratto Le accuse vanno dal peculato, alla truffa aggravata, dal finanziamento illecito al falso. Così i protagonisti dello scandalo, ripetiamo che si tratta di 13 ex consiglieri regionali, sono stati metaforicamente cacciati dalla politica…della Regione e sono finiti direttamente in Parlamento. A quanto pare la punizione di Zingaretti che ha fatto pulizia in casa propria è convenuta agli “scialacquoni” di turno.

Fra gli indagati ci sono gli attuali senatori Claudio Moscardelli, Bruno Astorre, Carlo Lucherini, Francesco Scalia e Daniela Valentini. Sotto inchiesta anche il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, il cui nome era affiorato all’avvio delle indagini, così come quelli di Enzo Foschi – già nella segreteria del sindaco di Roma, Ignazio Marino e del tesoriere Mario Perilli.

Che dire è pur vero che oggi “se magna” meno di prima ma i vecchi personaggi della politica hanno trovato pur sempre una calda e comoda poltrona su cui sedersi e chi era forse troppo a posto e pulito è stato frettolosamente mandato a casa dopo aver avuto il privilegio di essere stato nominato a chiamata diretta.

E così per la vigilia de noartri Nicola Zingaretti ha cinguettato  “Meno 79 per cento il costo dei gruppi alla Pisana”. Ebbene sì nel 2014 le cifre sono queste: 526mila euro per il funzionamento dei gruppi consiliari e 3 milioni per il personale. Un risparmio, appunto, dal 2012 al 2014 del 79 per cento. Eppure i cittadini ancora non percepiscono questi dati come un fatto: la musica pare ancora non essere cambiata. Certo, si vedono meno suv e si fanno meno festini vestiti da porci ma si è ancora lontani dalla meta.

Intanto il Senatore Francesco Scalia in merito alle inchiesta sui fondi del Gruppo PD alla Pisana della Procura di Rieti, in cui risultano indagati tutti gli ex consiglieri dem durante il governo Polverini, si tira fuori dalle accuse:

“Nessun consigliere regionale del PD aveva accesso diretto ai fondi. Per quanto mi riguarda sono molto sereno perché per le mie attività il gruppo ha impegnato risorse solo per la comunicazione (TV e giornali locali). E la comunicazione è appunto, per la legge regionale, una delle finalità di impiego delle risorse dei gruppi. È tutto documentato e visibile dai bilanci pubblicati on line ed in questi non figurano fatture di ristoranti della mia provincia. I bilanci pubblicati on line dimostrano che le numerose iniziative che ho tenuto sul territorio le ho sostenute con mie risorse personali e non del gruppo.  Ci tengo a sottolineare – conclude Scalia – che non ho ricevuto nessun avviso di garanzia e che come già dichiarato, subito dopo l’intervista a Fiorito di un quotidiano nazionale avevo fatto formale richiesta alla Procura di Rieti per sapere se ci fossero indagini a mio carico e la risposta è stata negativa”.

E nel frattempo mafia capitale è il ritornello di questo momento,  un periodo di scandali dove intanto si preparano in sordina le campagne elettorali per le amministrative capitoline della prossima primavera.  Siamo proprio sicuri che si andrà al voto?

E mentre ricicciano le telefonate di auguri di vecchi falchi della politica che rispolverano l’agenda buona per ogni stagione, Silvio Berlusconi si trova tra due fuochi a dover soffiare sopra quel che rimane del suo centrodestra. Il mangiafuoco Matteo…Salvini cerca di colpire la pancia degli italiani e Angelino Alfano corre al riparo facendo scudo insieme a qualche altro vecchio scudiere che ha preso le distanze dai tempi del bunga bunga. Renzi ha la gatta da pelare dell’uomo del Colle che lascia il trono, forse perché realmente troppo stanco per continuare. C’è chi spiffera nei corridoi che Giuliano Amato possa essere l’erede. Ma staremo a vedere. Risus abundat in ore stultorum




ZAGAROLO, SCUOLA ILARIA RASCHIATORE: CONTINUA LO SHOW

Il 21 ottobre 2014 hanno protocollato la richiesta affinché sia indetta un’assemblea straordinaria con tutta la cittadina.  Contemporaneamente hanno indirizzato una lettera a tutte le istituzioni nazionali e regionali facendoli partecipi della reiterata mancanza di serietà e competenza nei loro riguardi perpetrata ad esclusivo danno della loro dignità e rispetto, producendo una dettagliata cronologia.

di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) – Sembra un pietoso film, eppure la realtà anche in questo caso ha superato ogni fervida immaginazione. Liliana e Corrado, i genitori della piccola Ilaria, nonostante era stata resa esplicita la loro partecipazione alle tappe del progetto dell’edificazione dell’istituto scolastico che doveva portare il nome della propria figlia, morta nel 2004 (allora il primo cittadino era Daniele Leodori) sotto il peso del cancello della scuola Colle dei Frati, ancora ad oggi, non conoscono i reali motivi ostativi che non permettono l’inizio dei lavori. Sono state fatte tante promesse ufficiose, personali ed esternate solo verbalmente, che stridono più che mai anche con la pomposa cerimonia della posa della prima pietra nel lontano ottobre 2012. E allora quale operazione trasparenza stanno difendendo sia il sindaco Giovanni Paniccia, Daniele Leodori (non solo consigliere comunale ma addirittura Presidente del Consiglio Regionale del Lazio), l’Assessore ai Lavori Pubblici Antonella Bonamonta e lo stesso Francesco Melis, Responsabile Area V, Lavori Pubblici e Patrimonio?


Giace senza risposta anche la richiesta di accesso agli atti fatta del 1° settembre 2014 protocollata dall’Osservatore d’Italia. Anche su questa richiesta è caduto il gelo, ad oggi non è stato permesso alcun accesso, e soprattutto non vi è stata alcuna risposta. La famiglia Raschiatore, bizzarria della storia controversa, non ha potuto conoscere il mistero che avvolge l’edificazione della scuola e anche tutta la comunità che proprio il 10 ottobre 2014 ha voluto testimoniare la loro vicinanza partecipando alla fiaccolata al centro di Zagraolo. La commemorazione di Ilaria è servita a mantenere accesa e lucida la sua memoria, quest’anno ricorreva il decimo anniversario dalla sua morte.

Ora i genitori hanno segnato un confine all’incertezza e dicono "basta". Due giorni fa hanno protocollato al Comune di Zagarolo La richiesta affinché sia indetta un’assemblea straordinaria con tutta la cittadinanza presso il Palazzo Rospigliosi riguardante situazione scuola Palazzola, e lo rendono pubblico tramite l’Osservatore d’Italia che su tale vicenda ha già pubblicato due inchieste:

"I sottoscritti Pantanella Liliana e Raschiatore Corrado, genitori di Ilaria Raschiatore stanchi della mancanza di rispetto dimostrata in memoria della nostra bambina con la presente
C H I E D O N O
che il Sindaco Giovanni Paniccia convochi una riunione straordinaria c/o la sala di Palazzo Rospigliosi con tutta la cittadinanza di Zagarolo e le varie istituzioni comunali (sperando che questa volta siano presenti), per chiarire la situazione attuale riguardo il continuo ritardo della consegna del progetto da parte della ditta vincitrice dell’appalto con conseguente mancato inizio lavori. La necessità di coinvolgere l’intera cittadinanza è dovuta alla forte sensibilizzazione dimostrata a seguito della petizione fatta dalla famiglia appunto contro la lenta burocrazia riguardante la nuova scuola di Colle Palazzola. Inoltre si sottolinea con rammarico incoerenza, superficialità e poco rispetto e quindi non siamo più disposti ad ulteriori incontri privati tra noi genitori e l’istituzioni comunali e regionali, visto che purtroppo in passato non sono serviti a fornire informazioni chiare ma solo inutili illusioni e perdite di tempo.
Confidiamo in una celere risposta ed in attesa inviamo i ns. saluti."

Per informare anche le istituzioni nazionali, gli stessi genitori hanno inviato un importante lettera portando a conoscenza il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio Daniele Leodori e l’Assessore ai Lavori pubblici oltre della Regione Lazio anche del Comune di Zagarolo, Antonerlla Bonamoneta, nonché il consigliere regionale Piero Petrassi, il Sindaco di Zagarolo Giovanni Paniccia e il Comando dei Carabinieri di Zagarolo del loro percorso doloroso reso ancora più difficile da un atteggiamento improvvido dei preposti comunali. L’intento dei Raschiatore è di aggiornare lo stato dei fatti che riguardano non solo il finanziamento per la costruzione della scuola Colle Palazzola, autorizzato con la delibera n. 11593 del 06/07/2007 della Giunta Regionale che ammontava a 4.600.000,00 di euro, ma soprattutto per chiarire le azioni attuate nei loro confronti. L’Osservatore d’Italia lascia al lettore la possibilità di provare solo a comprendere lo stato cui sono stati abbandonati i genitori, dove il silenzio e le promesse sono rimaste ancora ad oggi disattese.

 

Liliana e Corrado, producono una cronologia dei fatti:

“Io sottoscritta, Pantanella Liliana mamma di Ilaria Raschiatore deceduta a causa di un incidente nel giardino della scuola che frequentava a causa della caduta di un cancello non in sicurezza, con rammarico visto il susseguirsi delle vicende allego alla presente nel dettaglio alcuni passaggi che mi hanno spinto a scrivere la presente.Confidando nella Vs. sensibilità nel leggere con attenzione l’intero testo per capire bene di cosa sto’ parlando, resto in attesa di un riscontro sperando che nella trasparenza più totale e nel rispetto di tutte le norme di sicurezza si riesca a portare avanti questo progetto.
Penso che non ci sia nient’altro da aggiungere (se non altre promesse e dettagli telefonici che per decenza e celerità ho evitato…) e credo sia una vergogna tutta Italiana (da denunciare alla Comunità Europea anche rischiando una multa…) perché questo dimostra purtroppo la nostra incapacità ed incompetenza nel gestire le risorse stanziate dando sempre colpa alla “Burocrazia":
• 06 OTTOBRE 2004 incidente nel giardino della Scuola Colle dei Frati di Zagarolo e morte di Ilaria Raschiatore;

• 16 giugno 2006 inoltrata da parte dei genitori richiesta alla Regione Lazio (idea suggerita dal sindaco di allora Daniele Leodori), per concessione finanziamento per la costruzione nuova scuola visto che nel Comune di Zagarolo siamo carenti di spazi e addirittura la scuola materna è ospitata dalle suore Canossiane (non so’ se pagando addirittura un affitto…);

• 09 luglio 2007 Delibera n. 11593 del 06/07/2007 la Giunta Regionale disponeva finanziamento triennale di € 4.600.000,00;

• Il Sindaco di allora Daniele Leodori dichiara sul Messaggero che il 28 marzo 2009 ci sarà la posa della prima pietra;

• 23 febbraio 2010 Roma Metropoli inserto del Messaggero Leodori dichiara di essersi rivolto al Consiglio Superiore del Lavori Pubblici per garantire la massima trasparenza riguardo l’accostamento Anemone/Balducci protagonisti dell’inchiesta sul sistema gelatinoso, ricorso al Tar e smentiti collegamenti tutto regolare;

• 06 ottobre 2012 "Posa della Prima Pietra" proprio nella ricorrenza della sua morte;

• Dalla posa della pietra nonostante lettere protocollate, e-mail e telefonate al Comune e in Regione nessuna risposta ed aggiornamenti… ;

• Nel dicembre 2012 richiesta dagli Uffici Regionali documentazione integrativa al comune di Zagarolo;

• 04 febbraio 2013 protocollata con N. Prot. 003801/E richiesta dalla famiglia per aggiornamento e sollecito lavori della nuova scuola di Colle Palazzola;

• Nel frattempo presentato il progetto una prima volta e bocciato dalla Commissione speciale incaricata di controllarlo, si sono dimessi i tecnici responsabili delle infrastrutture incaricati e da lì non ho mai saputo il nome del nuovo responsabile (comunque fa’ parte della ditta stessa che ha vinto l’appalto…), è decaduta la Commissione abbiamo dovuto aspettare che si ricomponesse, rinsediasse e diventasse esecutiva e quindi ripresentato di nuovo il progetto ma ritirato prima di essere valutato, questi passaggi non mi sono stati mai comunicati con chiarezza nonostante le ripetute richieste;

• 13 febbraio 2014 portato altro materiale della scuola in Regione da parte del Comune;

• Primavera 2014 incontro con Sindaco attuale Giovanni Paniccia, Assessore Lavori pubblici del nostro Comune Antonella Bonamoneta in Regione Lazio per sollecito e ipotizzata come data inizio lavori proprio la data del compleanno di Ilaria 1° luglio;

• 5 luglio Bonamoneta a seguito del mio sollecito mi riferisce che non manca nulla, la ditta sta finendo di sistemare il computo e le relazioni da allegare al progetto già finito la ditta è molto efficiente e lo sta dimostrando e poi sanno perfettamente cosa devono fare, ignorata la mia richiesta di conoscere il nome dei tecnici, ci sentiremo tra una settimana;

• 11 luglio (dopo una settimana come d’accordo) a seguito sempre del mio sollecito Bonamoneta mi risponde che hanno iniziato la valutazione complessiva del progetto, mi farà avere notizie al più presto;

• 15 luglio Bonamoneta mi conferma che chiamerà domani per aggiornarmi su cosa fare nei prossimi giorni;

• 16 luglio a seguito di tanti solleciti Bonamoneta mi risponde che ha già fatto un sacco di cose… tra un po’ scuola (???);

• Fine luglio partenza “Petizione contro la burocrazia” (come da scusa fornitaci da anni);

• In estate il nostro Sindaco non sa’ darmi informazioni e neanche Francesco Melis dall’ufficio tecnico, l’ex Sindaco Leodori è in vacanza ma appena torna ci farà sapere, comunicazioni con l’Assessore Bonamoneta interrotte (sorvolare i contenuti… per decenza);

• 04 agosto dal Comune mi confermano di aver ricevuto l’ultima lettera dalla Sovrintendenza. Archeologica e mi viene detto dal responsabile dei lavori Pubblici del mio Comune Bonamoneta che questo è tra le cause dei ritardi (parere della S.A. favorevole espresso già prima della posa ???);

• 26 agosto incontro con Bonamoneta e tizio (misterioso progettista ???);

• 28 agosto Bonamoneta al telefono riferisce che IL PROGETTO ESECUTIVO E’ PRONTO prepareranno il cronoprogramma , ci vedremo il 1° settembre al Comune per aggiornamenti;

• 1° settembre ricevuti in Comune con una giornalista dell’Osservatore di Italia Cinzia Marchegiani, assenti Antonella Bonamoneta Assessore ai Lavori Pubblici di Zagarolo e Daniele Leodori ex Sindaco del Comune di Zagarolo solo Sindaco attuale Giovanni Paniccia nessuna novità solo che la petizione è arrivata al sottosegretario di Renzi, e alle nostre richieste di aggiornamenti chiamati i responsabili dell’ufficio tecnico e personale degli uffici addetti ma nessuno ha saputo darci spiegazioni….., nello stesso giorno protocollata a nome della giornalista Cinzia Marchegiani la richiesta di accesso agli atti Prot. N. 00021719;

• 4 settembre Leodori afferma " il progetto esecutivo è pronto tra 7/10 gg. ci farà sapere;

• 12 settembre 2014 inviata l’ultima istanza da parte della famiglia al Comune di Zagarolo e Regione Lazio;

• 15 settembre l’ex sindaco Leodori dice al sindaco Paniccia di riceverci col progettista;

• 17 braccato Daniele Leodori (ex sindaco) fuori scuola e mi riferisce che oggi Giovanni Paniccia (sindaco attuale) va in Regione e telefonicamente Leodori afferma che il progetto DOVREBBE ESSERE PRONTO da quello che gli dicono in Regione… Di ritorno dalla Regione Lazio Paniccia passa da noi con Eleonora Varone (attuale segretaria) e ci informa che finalmente ha ottenuto l’incarico di occuparsi personalmente di fissare un appuntamento per il 19 con noi e il misterioso progettista ed in quell’occasione ci darà il crono programma;

• 19 settembre saltato appuntamento col progettista e Paniccia ma Leodori telefonicamente dice a Corrado che deve occuparsi di tutto Paniccia in qualità di sindaco. Contemporaneamente Festa PD dei vari Comuni in Valle del Formale presente On. BOSCHI ed ASTORRE festa che durerà fino al 21 con la presenza di ZINGARETTI;

• 21 settembre domenica Festa PD assente Zingaretti noi familiari abbiamo protestato davanti a tutti i sindaci dei paesi limitrofi e Daniele Leodori presente Massimo Sbardella un giornalista del Messaggero che su Roma Metropoli del Messaggero scrive tutt’altro anzi elogia Leodori e ditta Anemone. Tutti sono scesi dal palco ignorandoci ci hanno chiamato i carabinieri che assistendo alle contestazioni non hanno fatto niente. Unico a salire sul palco il sindaco Paniccia che purtroppo alle nostre domande non sa’ dare risposte certe…

• 23 settembre il Sottosegretario della Segreteria della Regione Lazio Dott. Catania chiama mio marito al cellulare Corrado dicendo che ci avrebbe dato notizie a giorni;

• 25 settembre rinviamo l’ultima delle tante e-mail inviate alla Segreteria il 4 agosto e lo stesso giorno ci confermano stanno acquisendo tramite l’Assessorato competente la documentazione utile per fornirci delle risposte;

• 5 ottobre il sindaco Paniccia ci dice di aspettare il 15/20 ottobre per ricevere aggiornamenti;

• 6 ottobre Corrado richiama la Segreteria della Presidenza della Regione Lazio per sollecitare le risposte ma risponde una segretaria della Presidenza e dice che riferirà al Dott. Catania;

• 7 ottobre il Dott. Catania dalla Segreteria della Regione Lazio ci conferma che ci avrebbe fatto sapere….;

• 20 ottobre ultimo tempo utile per acquisire informazioni sicure (come confermatoci il 5 ottobre), ma telefonicamente Daniele Leodori non sa’ dirmi niente in quanto l’argomento è competenza del sindaco attuale e lui non sapeva neanche che tra noi ed il nostro Comune non ci fossero interlocuzioni. Intanto sentito telefonicamente anche il sindaco Paniccia ed incontrato al volo nei pressi di San Cesareo e ci dice che a seguito del cambiamento delle norme antisismiche il progetto ancora non è pronto e si devono attendere altri 15/20 giorni per dare tempo alla ditta… Abbiamo richiesto un appuntamento come promessoci con i tecnici e in quell’occasione io ho proposto di portare con noi (per mia ignoranza personale) un giornalista esterno che potesse documentare il tutto ma purtroppo non è sicuro che il pull di tecnici misteriosi accetti questa proposta.

• Oggi 21 ottobre mio marito Corrado Raschiatore ha provato a contattare nuovamente il Dott. Catania dalla Presidenza della Regione Lazio ma una segretaria ha detto che avrebbe riferito il messaggio ed in attesa di risposta io personalmente ho protocollato c/o il Comune di Zagarolo e recapitata ai relativi mittenti la seguente. richiedendo a mio nome Pantanella Liliana di nuovo l’accesso agli atti e quindi “tutta” la documentazione inerente il progetto Scuola “ILARIA RASCHIATORE”, oltre a tutte le fasi fino ad ora ottenute e le relative comunicazioni intercorse tra ditta appaltatrice, Regione Lazio, Comune di Zagarolo, Sovrintendenza e ogni documento sensibile fino ad ora in Vs. possesso.”

Una storia non solo amara ma di una crudezza unica. Ora sono gli  amici, i parenti e la stessa comunità che si stringono ancora più forte attorno alla famiglia Raschiatore che nel silenzio ha dimostrato di aver combattuto questa indecorosa battaglia. Il tempo delle non risposte è finito, è giunto anche al termine delle affermazioni di facciata, lo stesso Sindaco dichiarerà che per il suo operato ha la coscienza pulita (cit. ultimo Consiglio Comunale). Non servono parole per descrivere il profondo dolore e la mancanza di rispetto alla stessa sacralità della famiglia Raschiatore.

Ricordiamo che Cinzia Marchegiani giornalista de L’osservatore d’Italia si è recata all’ufficio lavori pubblici, per chiedere chiarimenti a Francesco Melis, Area V – Lavori Pubblici e Patrimonio, della mancata risposta alla richiesta del nostro accesso agli atti..Lui non sapeva, ed ora son passate altre tre settimane da quell’incontro dove sono stati lasciati, per la seconda volta, i  riferimenti telefonici e indirizzo di posta elettronica, poiché come Melis ha affermato, esiste il diritto agli accessi agli atti che sono pubblici, anche se prima deve conferire….con chi di sua grazia? A Zagarolo tutto tace, tranne le coscienze e le speranze malriposte! 




ZAGAROLO, SCUOLA PER ILARIA: DA 10 ANNI SOLO UNA PIETRA. AL VIA LA PETIZIONE DELLA FAMIGLIA

 

L’edificio scolastico doveva essere intitolato alla loro primogenita Ilaria, morta sotto il peso di un cancello nel lontano 2004 presso la scuola di Zagarolo. La costruzione doveva essere il monito di una tragedia e il simbolo dell’innocenza, dedicata ad una bimba che non c’è più. I genitori chiedono al premier Matteo Renzi e all’ex sindaco di Zagarolo, ora Presidente del Consiglio della Regione Lazio, Daniele Leodori chiarimenti ormai decisivi.

I genitori della piccola Ilaria invitano tutti a sottoscrivere la petizione on line [ PER FIRMARE LA SOTTOSCRIZIONE CLICCARE QUI ]

 

di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) – Con rabbia e tanta speranza i genitori della piccola Ilaria hanno messo in rete la petizione on line “Scuola per Ilaria” indirizzata al Premier Matteo Renzi e all’ex sindaco di Zagarolo, ora Presidente del Consiglio della Regione Lazio, Daniele Leodori.

Queste le righe della petizione, che racchiudono dolore, speranza e giustizia che una disgrazia indicibile ha spezzato dieci anni fa i tanti sorrisi e un fiore stupendo, Ilaria. Sono parole decise, senza spettacolarizzazione che si rivolgono non solo agli abitanti della propria citta’, ma a tutte le famiglie italiane affinché la piccola Ilaria abbia la scuola con il suo nome, affinché il monito della tragedia diventi il simbolo dell’innocenza e delle irresponsabilità della società:

“Il 6 ottobre del 2004 perse la vita schiacciata dal cancello della scuola che frequentava nostra figlia primogenita Ilaria Raschiatore a soli 4 anni nel comune di Zagarolo (RM) – Si legge nella descrizione della petizione online – facemmo richiesta (insieme al Sindaco di allora) per un finanziamento concesso nel 2007 dalla Regione Lazio per costruire un nuovo plesso scolastico a lei dedicato. A cinque anni dal finanziamento il 06/10/2012 ci fu la posa della prima pietra, presenti tutti gli adolescenti ex compagni di asilo di Ilaria, maestre, parenti, sindaco assessori ecc..ecc.. pietra messa proprio dal cugino anche lui compagno di classe, sono passati quasi due anni e ad oggi deserto ed abbandono intorno alla pietra, alle nostre richieste di chiarimenti per le tante date fissate e mai rispettate per iniziare i lavori (ultima primo luglio c.a. giorno del suo compleanno) la risposta è sempre legata alla burocrazia con invito alla fiducia e pazienza, noi possiamo capire fino ad un certo punto dato che siamo stati molto pazienti e di anni ne sono passati davvero troppi. – La petizione conclude con un appello alle Istituzioni – Chiediamo che le istituzioni si diano da fare per far si che questo progetto sia realizzato con meno iter burocratico e comunque nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, e si passi all'esecutivo del proggetto il prima possibile.”

Il nostro quotidiano già all’inizio di questo anno, era il 7 febbraio 2014, aveva puntato i riflettori su questa costruzione  [ 07/02/2014 ZAGAROLO: LIEVITA IL COSTO PER LA SCUOLA "FANTASMA" DI COLLE PALAZZOLA AGGIUDICATA AD ANEMONE ]
ormai diventato per tutti l’”edificio fantasma”…. iniziava così il resoconto di questo intricato progetto: ”Sembra tutto fermo come il giorno della posa della prima pietra! Giacciono su un terreno isolato due blocchetti, a ricordo del lontano ottobre 2012, che simboleggiano l’edificio scolastico intitolato a Ilaria Raschiatore che doveva sorgere a Colle Palazzola. Un iter frammentato legato a diverse vicissitudini rocambolesche, la costruzione della nuova scuola sta ancora attendendo la lieta novella.”

Leggendo l’articolo si possono conoscere in dettaglio, la strana burocrazia e la gestione di questo progetto mai partito, dove il Comune di Zagarolo, con la gara a ribasso aggiudicava nel lontano 30.12.2009 per 2.868.962,01 euro la progettazione della suddetta scuola alla ditta ATI formata da Anemone Costruzione Srl e Tecno Edil Srl; con delibera N.39 della Giunta il Comune di Zagarolo rendeva atto dei colloqui intercorsi con la Regione Lazio, dai quali si era ritenuto opportuno modificare alcune voci del quadro economico approvato nella delibera precedente, e si ri-deliberava, sulla base del progetto di spesa redatto sempre dalla stessa Anemone Costruzioni, un importo complessivo di spesa maggiore di 4.073.592,00 euro (mentre il bando vinto era per 2.868.692,01 euro).

La stessa giunta Comunale, con delibera n.61 del 9.05.2012 approvava anche una variante al nuovo edificio scolastico che prevedeva l’inserimento del progetto di un’area destinata a parcheggio e una nuova viabilità esterna del plesso scolastico, e con la delibera n. 61 del 9.05.2013 (un anno dopo) approvava tale progetto realizzato sempre dalla società Anemone con un costo complessivo di 3.185.392,36 euro. Tutto ciò è stato menzionato nell’interrogazione del M5S alla Regione Lazio che nel lontano 15 gennaio 2014 mettendo sotto una grande lente d’ingrandimento faceva emergere come da un costo iniziale di 2.868.962 euro, si era passati ad un aumento dello stesso manufatto per 4.073.592 (la gara iniziale è stata vinta al ribasso e un’altra ditta aveva fatto ricorso) e poi maggiorato di altri 3.185.392 euro per lavori inerenti sempre per lo stesso edificio e con la stessa ditta, l’opera complessiva è lievitata ad oltre 7 milioni di euro. Ma soprattutto non si capisce come mai è ancora tutto fermo? Possibile che i genitori della piccola Ilaria devono creare una petizione per avere risposte concrete con dei punti fermi, date che ogni volta vengono posticipate ad oltranza?

Cari Matteo Renzi e Daniele Leodori a voi la parola….i genitori di Ilaria vi ascoltano.