DANNI DALLE SANZIONI ALLA RUSSIA? L’UE PAGA CON LE BRICIOLE GLI AGRICOLTORI COLPITI

Non c'e' certezza su dove saranno prelevati i nuovi fondi Ue, se dal margine del bilancio agricolo o dalla riserva di crisi:”sono ormai passate tre settimane dalla sospensione del provvedimento Ue per il sostegno delle produzioni ortofrutticole danneggiate dall’embargo russo e non è ancora stato pubblicato il regolamento che dovrebbe riaprire i termini per la presentazione delle domande.”

di Cinzia Marchegiani

Bruxelles – Si parla di sollievo per i produttori agricoli, colpiti duramente dalle sanzioni applicate dall’UE alla federazione Russia. La Commissione europea in questa strategia, ha adottato il 29 settembre 2014 un nuovo programma per le misure di mercato emergenza per prodotti ortofrutticoli deperibili, sulla scia del divieto russo alle importazioni di determinati prodotti agricoli dell'UE. Fino 165 milioni di euro il nuovo schema che prova a fornire supporto in merito al ritiro dei volumi in eccesso dal mercato ed è disponibile in aggiunta al valore di programma fino a 125 milioni di euro per la frutta e verdura che è stata annunciata il 18 agosto, ma che ha sospeso il 10 settembre perché il provvisorio delle applicazioni ha dimostrato che la dotazione di bilancio totale era già stato rivendicato.
Confermando il programma, il commissario agricolo UE Dacian Cioloş così ha dichiarato: " Sono lieto che la Commissione è riuscita a mobilitare ulteriori 165.000.000 € per contribuire ad alleviare la pressione del mercato per i produttori di frutta e verdura a seguito del divieto russo. Questo programma sarà più mirato al rispetto del regime iniziale, anche se c'è ancora una certa flessibilità entro i 4 gruppi di prodotti. Tali misure di sostegno del mercato fornirà sollievo a breve termine. "

Complessivamente si stima che solo per l’Italia – precisa la Coldiretti – spedizioni di prodotti agroalimentari dall’Italia per un totale di circa 200 milioni di euro all’anno. Ed in particolare l’export di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro e importi molti piu’ limitati per il pesce che l’Italia spedisce in quantità molto limitate in Russia. Tardivo è stato giudicato dal vicepresidente della Coldiretti Mauro Tonello l’intervento annunciato dal commissario Europeo Dacian Ciolos a sostegno delle pesche e nettarine in crisi per l’anomalo andamento stagionale che ne ha rallentato i consumi e accavallato i periodi di maturazione con l’aggravio del blocco delle importazioni da parte della Russia. A questo punto sosteneva Tonello:”per accelerare i tempi per il prodotto in eccesso occorre individuare insieme alla beneficenza altre destinazioni come la distillazione e quella energetica” e conclude ”occorre soprattutto concentrare le risorse disponibili per la promozione a livello nazionale per aumentare l’efficacia di intervento ed evitarne la dispersione.”
Ora la Coldiretti denuncia questo accordo raggiunto all'interno della Commissione europea per finanziare con 165 milioni di euro di nuovi aiuti a beneficio dei produttori di ortofrutticoli colpiti dall'embargo russo anche se non c'e' certezza su dove saranno prelevati i nuovi fondi Ue, se dal margine del bilancio agricolo o dalla riserva di crisi:”sono ormai passate tre settimane dalla sospensione del provvedimento Ue per il sostegno delle produzioni ortofrutticole danneggiate dall’embargo russo e non è ancora stato pubblicato il regolamento che dovrebbe riaprire i termini per la presentazione delle domande.”
E’ assurdo che il settore agricolo, danneggiato da una scelta politica dell’Ue, sia penalizzato due volte, una prima volta per la chiusura di un mercato interessante, una seconda volta con un sostegno ricavato a scapito dello stesso settore. Preoccupa peraltro la mancanza di retroattività necessaria per coprire le settimane di fermo ed è necessario un aumento delle indennità in funzione dei costi di produzione, un allargamento della lista dei prodotti ed una suddivisione delle risorse tra i diversi stati in funzione della produzione ortofrutticola. L’Italia è il principale produttore di ortofrutta dell’Unione Europea.
La Coldiretti incalza, ricordando il provvedimentoche per l’embargo russo è stato sospeso dall’Ue il 10 settembre scorso per eccesso di richieste e per la necessità di alcune verifiche, con la Polonia che aveva presentato l’87 per cento del totale delle richieste. L’Italia aveva richiesto solo lo 0,27 per cento del totale, ovvero 458.864 euro, per 1.326 tonnellate di prodotto.
Oltre a problemi di carattere burocratico che hanno frenato la presentazione delle richieste italiane, risulta palese come le indennità di ritiro siano molto appetibili per paesi con costi di produzione bassi, la Polonia ad esempio, mentre risultino meno interessanti per i paesi, come l’Italia, che hanno costi di produzione elevati.

Un Unione Europea che continua a far parlare di se, ovviamente in negativo, dove la lungimiranza sembra un pregio non conteplato.