Def, approvata nota di aggiornamento: “Torna la fiducia nell’Italia”

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. La riunione a Palazzo Chigi è terminata, dopo un’ora e quaranta circa.

Il premier Mario Draghi ha aperto la conferenza stampa di presentazione della Nadef esprimendo “il più sentito cordoglio del governo, mio, per i morti sul lavoro che ieri e oggi hanno funestato la scena e l’ambiente psicologico ed economico del Paese. La più sentita vicinanza ai familiari e ai loro cari”, ha detto leggendo i nomi delle vittime.

“Assume sempre di più i contorni di una strage che continua ogni giorno”. “C’è l’esigenza di prendere provvedimenti immediatamente, entro la settimana prossima. E poi affronteremo i nodi irrisolti”, ha spiegato parlando della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Parlando dopo il via libera della Nadef, il premier ha spiegato che “il quadro economico è di gran lunga migliore di quello che noi stessi pensavamo potesse essere cinque mesi fa”. “Abbiamo approvato la nota di aggiornamento al Def che contiene le previsioni del governo sull’andamento dell’economia e della finanza pubblica. Ringrazio Franco con il suo staff e i collaboratori per tutto il lavoro fatto nel corso di quest’anno: ci sono state già tre leggi di bilancio. Un lavoro straordinario”. “Il debito pubblico è in lieve discesa e mi sono chiesto cosa significa: è la prima conferma che dal problema dell’alto debito pubblico si esce prima di tutto con la crescita”.

“Ora c’è fiducia nell’italia, fra gli italiani e nel resto del mondo nei confronti dell’Italia, un’altra notizia positiva”, ha detto ancora il presidente del Consiglio. Draghi ha sottolineato che fra l’altro si prevede per gli investimenti un aumento di circa il 15% quest’anno e di oltre il 6% il prossimo, dopo il calo del 9,2% nel 2020. “Un rimbalzo – ha detto il premier – che recupera tutto ciò che è stato perso lo scorso anno e anche più”.

“La legge di bilancio che presenteremo tra poche settimane rimarrà fondamentalmente espansiva”. “Dobbiamo stare attenti a quali misure contribuiscono a una crescita equa, sostenibile e duratura e quali indifferenti per questa crescita”, sottolinea in vista della manovra. “La sfida più importante è rendere la crescita equa e sostenibile, duratura, strutturale, a tassi di crescita più alti di quelli precedenti la pandemia che erano veramente molto bassi ed erano alla base della crisi continua dell’economia”.

“La vaccinazione è alla base della ripresa, gli scolari sono tornati a scuola: è stato un passaggio difficile ma tutto sommato risolto con successo. Questa constatazione ci dice che questo è un ingrediente fondamentale per la crescita, da proteggere in tutti i modi: dobbiamo fare di tutto e se ci fose una recrudescenza la affronteremo senza ospedalizzazioni diffuse e pressione” sulle strutture ospedaliere. E ha sottolineato come “il vaccino sia l’unico modo sicuro per proteggere noi stessi e i nostri cari”.

Con la riforma del catasto che il governo avvierà con la delega fiscale “tutti pagheranno la stessa cosa quanto prima. Nessuno pagherà di più, nessuno di meno”. “E’ una delega molto generale che prepara il contesto per i futuri decreti delegati che sono quelli di riforma del fisco”.

“La delega fiscale sarà presentata in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Il rinvio della delega fiscale non è dovuto ai partiti politici”, ha detto ancora Draghio che ha sottolineato i molteplici impegni del governo in queste ultime settimane.

“La prossima settimana faremo la prima cabina di regia del Pnrr”, ha annunciato poi Draghi.

“A un investitore internazionale direi che finora il Governo non ha mancato una sola data sui suoi appuntamenti, ha un po’ di credibilità sull’esecuzione dell’accordo con la Commissione europea sul Pnrr e ha tutta l’intenzione di mantenere questa credibilità”. “Non ci si immagini che si possa rinviare le cose” – ha detto il premier – la puntualità sui provvedimenti “è un punto costitutivo del Governo, che continuerà su questa strada”.

“Tornare alle stesse regole del passato mi pare irrealistico, o perlomeno pensare di farlo con le attuali strutture finanziarie all’interno della Comunità europea”, secondo il presidente del Consiglio a proposito delle regole di bilancio del Patto di stabilità. “Credo che in questi mesi la Commissione Ue presenterà un’idea per trovare consenso su un set di regole” – ha detto Draghi – la discussione andrà avanti prevedibilmente per tutto il 2022, quindi è un po prematuro fare previsioni”.

La politica. E’ pronto a candidarsi alla presidenza della Repubblica, come auspica qualche ministro? “Almeno una volta ogni ora circa, a guardare i giornali, mi fate questa domanda. Me la fate sempre. La risposta è sempre la stessa: è abbastanza offensivo nei confronti del presidente della Repubblica in carica cominciare a pensare in questo modo. Secondo: non sono la persona giusta a fare questa domanda, le persone giuste sono in Parlamento, è il Parlamento a decidere della vita e dell’efficacia di questo governo”, ha detto il premier.

“E’ il Parlamento a decidere della vita e dell’efficacia di questo governo. Se perdesse la sua efficacia perderebbe la sua ragione di esistere. Questa è una convinzione di tutti i ministri. Lo dico dal discorso iniziale: il governo si consuma quando lavora solo per restare. Non è un’ipotesi di questo governo che è nato per rispondere a problemi specifici di un periodo e sta facendo il suo lavoro. Il resto non conta niente”.

Bagnoli. In conferenza stampa Draghi ha detto che “per la bonifica dell’area di Bagnoli a Napoli il Cdm ha deciso di attribuire la funzione di commissario al sindaco, quale esso o essa sia. E’ una vicenda lunga, speriamo di far bene almeno migliorando la governance”.

Expo 2030. Draghi ha poi spiegato che sulla possibile candidatura di Roma per l’Expo 2030, insieme al Giubileo 2025, “ci dice che il sentiero per Roma è un sentiero di crescita, di attività, spero che negli anni serva a migliorare la condizione economica e sociale per la città”.

Afghanistan. Poi il premier ha annunciato che “ci sarà il vertice G20 straordinario il 12 ottobre sull’Afghanistan”.

Il voto in Germania. L’esito delle elezioni in Germania rende più difficile riformare il patto di stabilità? “Il voto tedesco non si è ancora tradotto in un’ipotesi di governo. Tanti dicono che l’attuazione” del patto “dipenda da chi va al ministero delle finanze, ma ho l’impressione che sia un po’ semplicistica questa interpretazione. Ci sarà qualcosa di vero ma è difficile che il Paese più grande europeo faccia politiche a seconda del ministro delle finanze e non del cancelliere”.

Il tema della difesa. “Ci dobbiamo dotare di una difesa molto più significativa, e bisognerà spendere molto di più nella difesa di quanto fatto finora, perché le coperture internazionali di cui eravamo certi si sono dimostrate meno interessate nei confronti dell’Europa”.

Tutti i previsori si stano avvicinando al forte miglioramento delle prospettive di crescita dell’Italia da parte del Governo italiano e vista la crescita acquisita “anche ipotizzando un rallentamento nell’ultima parte dell’anno, giungeremmo molto tranquillamente al 6% o comunque molto vicino”, ha detto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, durante la presentazione della Nadef. Franco ha spiegato che “rispetto alla flessione subita l’anno scorso, di quasi il 9%, ne recuperiamo circa i due terzi”. Tra i dati registrati dal governo c’è “l’andamento positivo del mercato lavoro: a luglio rispetto a gennaio c’è un incremento del 2,5% del livello di occupazione, inferiore rispetto agli anni precrisi ma i progressi sono positivi”.

La crescita negli anni successivi al rimbalzo del 2021, con un +1,9% previsto dalla Nadef per il 2024, “tende ad essere il tasso crescita che ci aspettiamo” ed è “superiore alla media dell’ultimo quarto di secolo”, ha detto il ministro dell’Economia. “Vuol dire che l’Italia si muove su un sentiero di crescita più elevato che nello scorso quarto di secolo e influisce ovviamente il Pnrr”.

“Vi sono rischi: una ripresa della pandemia porterebbe a un rallentamento della crescita. Dall’altro lato ci sono elementi come la liquidità accumulata da famiglie e imprese, che fa pensare che l’impulso alla domanda sia più forte di quanto ipotizzato. Lo scenario ipotizzato non è lontano da quello degli altri previsori”.

Con le risorse disponibili pari a un punto di Pil, circa 19 miliardi, il Governo dovrà gestire le conseguenze della pandemia, finanziare le ‘politiche invariate, ma “abbiamo davanti anche la riforma degli ammortizzatori e sarà importante avviare qualche primo passo sull’alleggerimento del carico fiscale”, ha spiegato Franco, durante la presentazione della Nadef.




Def, rimandato il bonus figli

Governo e maggioranza frenano sul bonus figli. ‘Ci sarà, ma non subito’, dice il viceministro dell’Economia Misiani. Nella risoluzione della maggioranza sul Nadef, l’impegno a non far salire l’Iva e a lavorare sulla riforma dell’Irpef. Attesa per un nuovo vertice di maggioranza prima di lunedì, quando la manovra approderà al Cdm per il via libera.

All’ordine del giorno il Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles entro il 15 ottobre e, forse, anche il decreto fiscale. Il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulla nota di aggiornamento al Def. I sì sono stati 169, i no 123, gli astenuti 4.

Dl fisco: bozza di 51 articoli, da evasione a giochi

E’ composta da cinquantuno articoli la bozza di decreto fiscale su cui il governo sta lavorando. Il testo è ancora in lavorazione e alcune norme sono incomplete o da valutare. Ma prende forma il decreto che accompagnerà la legge di bilancio. Lo compongono misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva e alle frodi fiscali, disposizioni in materia di giochi, più altre norme fiscali e non, come il rifinanziamento del fondo di garanzia per le Pmi. – Arriva una stretta sulla filiera della distribuzione dei carburanti che può portare ad un recupero di imposta evasa tra 500 milioni e 1,1 miliardi di euro: è questo quanto prevede la relazione tecnica di due degli articoli della bozza del decreto fiscale. In particolare un incasso tra i 100 e i 200 milioni è stimato come prudenziale dall’introduzione di meccanismi informatici sui depositi dei carburanti e tra i 400 e i 910 milioni tra dalla sottrazione di accise per le frodi legate alle filiera della distribuzione dei carburanti. I premi che si vinceranno con la cosiddetta lotteria degli scontrini non saranno tassati, lo prevede un articolo di una delle prime bozze al decreto legge fiscale. L’obiettivo è – si legge – “non disincentivare i contribuenti”. Vengono anche previste multe tra i 500 e i 2.000 euro ai commercianti che rifiutano o non comunicano al fisco i codici fiscali dei clienti che fanno acquisti: la norma si applica proprio ai fini della lotteria degli scontrini.

Un “agente sotto copertura” autorizzato a giocare non oltre 100mila euro l’anno per contrastare il gioco illegale e, in particolare, “prevenire il gioco minorile”: lo prevede ancora una prima bozza del decreto fiscale collegato alla manovra. L’attività di controllo sarà in capo all’Agenzia delle Dogane e dei monopoli che potrà autorizzare il proprio personale ad agire da agente sotto copertura. Le stesse operazioni potranno essere effettuate anche da polizia, carabinieri e Guardia di finanza.

Viene rinviato al 31 dicembre 2019 “il termine entro il quale dovranno essere restituiti i tributi sospesi a seguito” del sisma del centro Italia del 2016. La norma compare in una bozza di decreto fiscale. Entro fine anno chi ha scelto la rateizzazione “dovrà versare la prima rata” ma la norma non vale per i titolari di reddito d’impresa e di reddito di lavoro autonomo, né per gli esercenti attività agricole. La scadenza era fissata al 15 ottobre: per il rinvio sono previste 6,9 milioni di minori entrate nel 2019.

Nella risoluzione che la maggioranza presentata alla Nadef non c’è un riferimento esplicito all’assegno unico, presente nelle bozze. Il testo definitivo impegna il governo a provvedere: “alla implementazione di interventi in favore delle famiglie, con particolare riguardo all’azzeramento delle rette per gli asili nido per i redditi medi e bassi” e, nel corso del triennio, “al riordino e all’unificazione degli strumenti esistenti per la valorizzazione e il sostegno delle responsabilità familiari e genitoriali”.

Bloccare l’aumento dell’Iva e avviare “un processo di progressiva riduzione del carico fiscale sul lavoro al fine di promuovere l’aumento del salario netto, anche con una complessiva e organica riforma dell’imposizione sui redditi personali da realizzare entro il triennio di programmazione”. Fra gli obiettivi, il rafforzamento del “contrasto all’evasione fiscale e contributiva”. Sono alcuni dei punti previsti nella risoluzione di maggioranza alla Nota di aggiornamento al Def che sarà votata oggi pomeriggio in Senato.

“Che la manovra sia recessiva non lo diciamo noi, ma Confindustria. E’ la manovra del nulla, del tirare a campare, di chi non vuole andare a casa, di chi non vuole andare a votare. Non c’è alcuna svolta sulla crescita”. Lo ha detto il capogruppo al Senato della Lega, Massimiliano Romeo, nel suo intervento a Palazzo Madama durante la discussione alla nota di aggiornamento al Def.

“Non posso esprimere un parere positivo, voterò no, è un quadro scritto sull’acqua, come quello del precedente governo Conte era un libro dei sogni”, ha detto la senatrice di +Europa, Emma Bonino, intervenendo a Palazzo Madama sulla nota di aggiornamento al def. “L’idea che più ci indebitiamo più vinciamo è falsa – ha detto – voi la chiamate manovra espansiva, io la chiamo manovra con molto debito, che si porteranno dietro i nostri figli. Soldi per gli investimenti non ce ne sono, anche se li chiamate green new deal o family act, che io sosterrei”.
“Nella Nadef non ci sono risorse per la giustizia, per la famiglia e per il cuneo fiscale. E non ci sono neppure misure per far ripartire l’occupazione e tamponare il bisogno delle persone di un’occupazione stabile”, ha detto il senatore di Forza Italia, Giacomo Caliendo, nel corso del suo intervento a palazzo Madama. Per Caliendo “la riforma della giustizia è un obbrobrio e va contro l’individuo, il fisco diventa oppressore e trasforma lo Stato quasi in un nemico dei cittadini”. Altrettanto negativo è il giudizio del senatore Luigi Vitali: “E’ come se il governo volesse curare la polmonite con un’aspirina. Siamo molto preoccupati per il mancato rilancio dell’economia. Ben 23,1 miliardi della manovra prevista dall’esecutivo dovranno essere impiegati per impedire l’aumento dell’Iva, ma si tratta solo di rimandare al prossimo anno la questione. Poi si prevede un taglio all’evasione di una somma di 7,2 miliardi che appare un risultato irraggiungibile. Il governo sarà certamente costretto a fare una manovra correttiva quando avrà accertato il fallimento di questa previsione che nessun governo, nemmeno quelli dotati di grande autostima, aveva mai immaginato”.




Def, debito sale di mezzo punto. Il Governo si dice sicuro di rispettare gli impegni con Bruxelles: Lega e M5s si confrontano su Flat Tax

Nonostante la debole crescita e il debito schizzato almeno di mezzo punto rispetto alle previsioni di appena tre mesi fa, il governo si dice sicuro di rispettare ancora gli impegni presi con Bruxelles e punta tutto su cantieri e riforma del fisco per rianimare il Pil.

Ora il confronto tra Lega e M5s si concentra sulla Flat Tax e il testo, che entra con l’indicazione di due aliquote al 15 e 20 per cento, esce senza riferimenti numerici ma con la volontà che della riduzione fiscali benefici già con la prossima manovra il ceto medio.

Il Def, fa sapere Palazzo Chigi, certifica una crescita per quest’anno di +0,2%, lontanissima dall’1,5% immaginato a settembre e anche dall’1% fissato prima di Natale, e appesa alla spinta flebile (appena uno 0,1%) dei decreti Crescita e Sblocca cantieri.

Per vedere il debito scendere sotto il 130% bisognerà attendere il 2022, mentre la disoccupazione è attesa all’11% nel 2019 e all’11,1% l’anno prossimo. Il Tesoro sottolinea come il quadro tracciato rappresenti un sentiero di crescita e inclusione programmato rispettando i vincoli dell’Ue.




Governo, manovra di bilancio: bocciatura della Ue. Chiesto nuovo documento entro 3 settimane

La Commissione Ue ha deciso di respingere il Documento programmatico di bilancio italiano e di chiederne uno nuovo, che dovrà essere inviato entro tre settimane a Bruxelles.

La ‘bocciatura’ di Bruxelles della manovra di bilancio “per come è stata presentata era largamente prevista e non ci stupisce”. E’ quanto afferma il portavoce del ministero dell’Economia commentando la richiesta di modifica della manovra italiana da parte della Commissione Ue. Il ministero valuterà ora le richieste e contemporaneamente monitorerà le reazioni dei mercati. Il confronto con l’Ue, comunque, non rallenterà l’iter di presentazione della Legge di Bilancio attesa in Parlamento per la fine di questa settimana o l’inizio della prossima.

Rischio retromarcia

Le misure previste dalla manovra “indicano un chiaro rischio di retromarcia su riforme adottate in linea con le raccomandazioni Ue”. L’abolizione della Fornero “fa retromarcia sulle riforme precedenti che puntellano la sostenibilità del debito”, il condono “può scoraggiare la già scarsa conformità al fisco, implicitamente premiando comportamenti non conformi” e “la riduzione delle tasse sulle imprese che investono sono disinnescate dall’abolizione delle agevolazioni fiscali”. Lo scrive la Ue nell”Opinione’.

“L’Italia non rispetterà il benchmark di riduzione del debito né nel 2018 né nel 2019” in base alla manovra presentata. E “la prevista riduzione del rapporto debito/Pil è soggetta a larghi rischi al ribasso, visto che si basa su proiezioni di crescita ottimistiche, privatizzazioni dello 0,3% del Pil all’anno dal 2019 al 2021 e l’attivazione delle clausole di salvaguardia nel 2020 e 2021, che sono state sterilizzate per il 2019”, si legge nella ‘Opinione’ della Commissione Ue.

“E’ con molto dispiacere che sono qui oggi, per la prima volta la Commissione è costretta a richiedere ad uno Stato di rivedere il suo Documento programmatico di bilancio. Ma non vediamo alternative. Sfortunatamente i chiarimenti ricevuti ieri non erano convincenti”, ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis nella conferenza stampa al termine della riunione dei commissari. “I bilanci in equilibrio, l’efficienza dei servizi, i diritti garantiti ai cittadini, la sinergia tra pubblico e privato, in modo che crescano le opportunità per tutti, sono sfide a cui nessuna amministrazione può sottrarsi: il Comune e la Provincia come la Regione e lo Stato”. Lo ha detto, intervenendo alla 35/a assemblea nazionale dell’Anci, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La logica dell’equilibrio di bilancio non è quella di un astratto rigore: ci deve sempre guidare uno sguardo più lungo sullo sviluppo, la sua equità e la sua sostenibilità, e occorre procedere garantendo sicurezza alla comunità, scongiurando che il disordine di enti pubblici, e della pubblica finanza, produca contraccolpi pesanti anzitutto per le fasce più deboli, per le famiglie che risparmiano pensando ai loro figli, per le imprese che creano lavoro”, ha sottolineato Mattarella.

Secondo Dombrovskis, dalla manovra dell’Italia ci saranno danni per tutti

“L’Europa è costruita sulla cooperazione, l’eurozona è costruita su stretti legami di fiducia” con “regole che sono le stesse per tutti”, quindi “se la fiducia viene erosa, tutti gli stati membri vengono danneggiati, la nostra Unione viene danneggiata”. Per questo, ha avvertito, “se una politica fiscale più accomodante colpisce la fiducia, può avere in realtà l’effetto opposto alla crescita”.

“Il Governo italiano – dice ancora – sta apertamente e coscientemente andando contro gli impegni presi verso se stesso e verso gli altri Stati membri”. A maggio scorso, ha ricordato Dombrovskis, la Commissione Ue aveva concluso di non aprire la procedura per debito “soprattutto perché l’Italia era sostanzialmente in linea con le regole”, ma “i piani attuali sono un cambiamento materiale che potrebbe richiedere una rivalutazione” di tutto. “La palla è ora nel campo del Governo italiano, abbiamo tre settimane per un dialogo intenso che affrontiamo in modo costruttivo”.

“Violare le regole può sembrare una tentazione a primo sguardo – ha affermato ancora -, può dare l’illusione di sfuggirvi senza conseguenze” così come può tentare “curare il debito con più debito”, ma “a un certo punto il debito si avvicina al punto in cui diventa troppo pesante e si finisce per non avere più libertà del tutto. Ci è stato affidato il compito da tutti gli stati membri di mantenere gli impegni comuni”, è “nostro dovere”, perché “la fiducia è cruciale”.

“Nel 2017” il debito italiano “ha rappresentato un peso medio di 37mila euro per abitante” in Italia, pari “al secondo debito più alto nell’Ue, uno dei più alti al mondo” nonché quello “con il più alto costo totale di rifinanziamento in Europa” che “deve essere pagato ogni anno dai contribuenti”. Al punto che “l’anno scorso l’Italia ha speso lo stesso ammontare per rifinanziare il debito di quanto ha dedicato all’educazione”, evidenzia il vicepresidente della Commissione Ue. “Mantenere politiche di bilancio solide, e mantenere la fiducia, è cruciale. E’ nell’interesse dell’Italia e della zona euro”, ha detto, aggiungendo che “si tratta di assicurarsi che le aziende italiane possano continuare a finanziarsi a costi d’interesse bassi, cosa che consente loro di svilupparsi e creare nuovo lavoro. Si tratta di pensare alle giovani famiglie italiane che cercano di comprare la prima casa e hanno bisogno di un mutuo ad un costo che possono permettersi. Si tratta inoltre di equità generazionale: che messaggio inviamo ai giovani, lasciandoli con un tale debito?”, ha concluso Dombrovskis.

Per il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici, il ministro dell’economia Giovanni “Tria è sempre un interlocutore credibile e legittimo”. “Speriamo – ha detto – che sia capace di convincere il governo italiano della necessità” che la manovra italiana sia “compatibile” con le regole Ue e “gli impegni comuni presi”.

“Non si risolvono i problemi con le dichiarazioni di guerra a destra e a manca, anche perché l’ultima dichiarazione di guerra dell’Italia non ha portato molta fortuna ai cittadini”. Così il presidente del Pe Antonio Tajani sulla manovra. “Sarebbe più prudente lavorare per ottenere dei buoni risultati – aggiunge -. Credo sia giusto modificare questa manovra per avere più crescita, meno pressione fiscale, più aiuti alle imprese e più aiuti per realizzare infrastrutture, altrimenti la guerra invece che farla a Bruxelles la si farà ai cittadini italiani”.




Def, approvato a piena maggioranza. Salvini: “Faremo l’esatto contrario di quel che ha fatto Monti”

“E’ stato approvato, come avevamo previsto, a piena maggioranza il Def prima al Senato, poi alla Camera. Questo significa che il Parlamento italiano si è espresso e rappresenta la sovranità popolare. Siamo convinti di quello che stiamo facendo, siamo molto sereni e determinati”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a Addis Abeba aggiungendo che “qualche critica ci può essere ma anche chiari segnali positivi”, come quelli “del ministro del Tesoro Usa che conosce i fondamentali della nostra economia, che sono molti solidi”.

“Le mie previsioni per la crescita sono superiori a quelle che abbiamo indicato”. Lo dico “perché sono direttamente protagonista del lavoro che stiamo facendo e consapevole di come stiamo impostando le riforme”. Lo dice Giuseppe Conte aggiungendo che c’è stato “un ulteriore passaggio significativo” alla riunione con i rappresentanti delle maggiori aziende di Stato: “Ho avuto conferma che investiremo molti miliardi aggiuntivi rispetto a quelli programmati. Significa che avremo moltiplicatori per la crescita del Pil superiori a quelli previsti”.

“La nostra intenzione – fa sapere il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli –Ridurre il cuneo fiscale per l’assunzione dei giovani più meritevoli, contrastare il fenomeno delle ‘culle vuote’ anche con incentivi per l’istruzione e misure per favorire il rientro dei ‘cervelli’: sono alcuni dei punti sui quali la maggioranza impegna il governo a intervenire, indicati L’implementazione in tempi rapidi della Banca per gli investimenti, anche prevedendo un  “Faremo l’esatto contrario di quel che ha fatto Monti”, ha detto in un altro passaggio. ““Non ho visto il Presidente della Repubblica assolutamente preoccupato”, ha osservato rispondendo ad una domanda sull’incontro di ieri al Quirinale. “Si leggono sui giornali ricostruzioni fantasiose, fantascientifiche e incredibili mai ascoltate – ha aggiunto – ma è il bello della libertà di stampa e di parola che va sempre tutelata”.

 




Il Governo conferma il Def: interventi per 36,7 miliardi nel 2019 Ieri bocciatura di Bankitalia e Uff. parlamentare bilancio

Dopo la bocciatura arrivata ieri da Bankitalia e dall’ufficio parlamentare di bilancio, il governo oggi con il ministro dell’Economia Tria conferma le previsioni contenute nella nota di aggiornamento al Def. Secondo Tria, l’attuale volatilità dei mercati non deve offuscare le valutazioni e previsioni. Le coperture 2019 ammontano a 15 miliardi di euro, di cui 6,9 di tagli e 8,1 di più entrate. Nel 2020 le coperture sono di 7,8
miliardi con un importo analogo di tagli e aumenti di entrate pari a 3,9, nel 2021 4,7 i miliardi dovuti ai tagli e 5,2 miliardi alle maggiori entrate. Il conto delle misure della manovra prevede interventi per 36,7 miliardi nel 2019. L’impatto sul tasso di variazione del Pil è di 0,6 punti percentuali. Fraccaro attacca Bankitalia e Upb

“A seguito della mancata validazione del quadro macroeconomico programmatico da parte dell’Ufficio parlamentare di bilancio ilGoverno ritiene opportuno confermare le previsioni contenute nella NaDef”. Lo ha detto il ministro dell’economia, Giovanni Tria, in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato dopo la mancata validazione della Nota di aggiornamento al Def da parte dell’Upb.

“Non dobbiamo lasciare – ha aggiunto Tria – che la volatilità di breve termine dei mercati offuschi la nostra capacità di formulare valutazioni e previsioni equilibrati. I rischi politici ed economici internazionali sono sempre esistiti ed è anche per questo motivo che nei documenti di programmazione si formulano previsioni prudenziali e non ottimistiche. Ma non possiamo, né non dobbiamo, basare il quadro programmatico su scenari di rischio a ribasso altrimenti stravolgiamo il significato di tale previsione”.

Il conto delle misure della manovra prevede interventi per 36,7 miliardi nel 2019. E’ quanto emerge dai dati forniti dal ministro dell’Economia Giovanni Tria in commissione Bilancio. Le coperture sono realizzate per 22 miliardi da maggior deficit e da 15 miliardi di tagli e maggiori entrate.

Le coperture della manovra 2019, ha affermato il ministro, ammontano a 15 miliardi di euro, di cui 6,9 miliardi di tagli e 8,1 miliardi di aumenti di entrate. Nell’anno successivo le coperture sono di 7,8 miliardi con un importo analogo di tagli e aumenti di entrate pari a 3,9 miliardi, nel 2021 4,7 i miliardi dovuti ai tagli e 5,2 miliardi alle maggiori entrate.

L’impatto sul tasso di variazione del Pil della manovra è di 0,6 punti percentuali nel 2019. Lo ha detto il ministro Tria che ha ‘spacchettato’ gli effetti delle misure. Nel 2019 l’Iva (costo 12,5 miliardi) spinge la crescita di 0,2 punti; reddito di cittadinanza e anticipo pensionistico costano 16 miliardi (+0,3 Pil); la flat tax 600 milioni (+0,1 Pil); gli investimenti 3,5 miliardi (+0,2 Pil); incentivi a investimenti e p.a. 1,8 miliardi (+0,1% Pil); spese indifferibili 2,3 miliardi (+0,1). Le coperture (6,9 mld tagli; 8,1 mld entrate) riducono il pil di 0,4 punti.

 Fraccaro, valutazioni Upb ragionieristiche  – “Assolutamente queste istituzionali hanno diritto di esprimere valutazioni, mi sembrano però valutazioni ragionieristiche. Se avessimo messo l’abolizione delle pensioni avrebbero detto ‘bene’. Sono nominati dalla politica ed hanno la mentalità di chi li ha nominati”. Lo ha detto a Omnibus il ministro Riccardo Fraccaro. “Rispetto queste valutazioni che pero’ sono ragionieristica – ha aggiunto . Se come ha detto Tria non c’è sostenibilità sociale non regge comunque il sistema”.
“La credibilità di Bankitalia è venuta meno. Ricordo le banche fallite e Bankitalia che non ha vigilato. Noi dobbiamo ricostruire la credibilità complessiva”, ha affermato Fraccaro a proposito dei rilievi alla Nadef fatti dalla Banca d’Italia ieri durante le audizioni in Parlamento.

Bankitalia-Upb,bocciano Def. Ma Di Maio-Salvini, avanti – Il governo tenta di arginare l’offensiva dei mercati. Nel giorno in cui lo spread tocca i 315 punti, rivedendo i massimi da aprile del 2013, e Bankitalia manifesta tutto il proprio scetticismo sulla manovra mentre l’Ufficio parlamentare del Bilancio arriva a bocciare il quadro programmatico dell’Esecutivo, la paura di non riuscire a tenere sotto controllo la finanza pubblica si fa più concreta. Ma nonostante ciò Matteo Salvini e Luigi Di Maio assicurano di voler tirare dritto: “andiamo avanti, la manovra non cambia perché altrimenti tradiremmo gli italiani”, dicono a sera davanti a Palazzo Chigi prima di dare avvio a un nuovo vertice. Sotto assedio in Parlamento per oltre tre ore, intanto il ministro dell’Economia Giovanni Tria evoca però un “whatever it takes” all’italiana: la linea Maginot dello spread viene fissata a quota 400 e in quel caso “il governo farà – spiega – quello che deve fare, come ha fatto Draghi”. Pronti dunque, dice il ministro degli Affari Europei Paolo Savona, a “cambiare la manovra” se necessario anche grazie, come chiosa Matteo Salvini, all’aiuto dei cittadini. In Parlamento è la giornata delle audizioni alla nota di aggiornamento al Def e le critiche all’impostazione scelta dall’Esecutivo giallo-verde sono nette: riguardano la qualità delle misure scelte, e ancora tutte da scrivere in vista della presentazione della legge di bilancio, ma anche il quadro programmatico.

Bankitalia boccia l’operazione che nel suo complesso definisce “modesta” e prende di mira una delle misure chiave promossa da Lega e 5S, la riforma della legge Fornero (peraltro poco convincente anche secondo il Fondo monetario internazionale): secondo Palazzo Koch bisogna salvaguardare la “sostenibilità e l’equità intergenerazionale del sistema pensionistico italiano” e dunque “è fondamentale non tornare indietro”. In una sorta di ping pong in tempo reale, replicano secchi e all’unisono entrambi i vicepremier Salvini e Di Maio: “niente e nessuno ci potrà fermare”, afferma il leader leghista che assicura di voler andare “avanti”. Ancora più piccata la risposta del leader 5S: “Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero, la prossima volta si presenti alle elezioni con questo programma. Nessun italiano ha mai votato per la Fornero. E’ stato un esproprio di diritti e democrazia che viene rimborsato. Indietro non si torna”. Tocca poi anche alla Corte dei Conti farsi sentire. Questa volta è la pace fiscale (che altri definiscono condono) a venire messa in discussione nella convinzione che sconti e sanatorie incidano sull’equità fiscale, osservano i magistrati contabili e che però, secondo il premier Giuseppe Conte, avrebbero lanciato un “allarme ingiustificato”. Su tutto aleggia il debito, troppo alto: puntare sulla crescita non è in “contrasto”, è il leit motiv delle audizioni, con il rispetto della disciplina di bilancio. Per la Corte dei Conti, “la traiettoria disegnata nella Nadef non appare rassicurante”. Ma anche la crescita è sovrastimata, è la bacchettata dell’Upb che decide di non validare il quadro programmatico messo a punto dal governo ammonendo sui rischi di un giudizio negativo da parte di Bruxelles.

Uno stop che non è vincolante ma che porterà portare il ministro Tria, in partenza per il Fmi a Bali, di nuovo davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato nella mattinata di domani. A lui poi la scelta: correggere le stime o confermarle, assumendosi la responsabilità di inviare in Europa un documento privo dell’approvazione dell’autorità italiana dei conti pubblici.