TASSISTA VIOLENTATA: BORGESE: “MI PENTO”. INTANTO DELEGAZIONE TASSISTE CHIEDE SICUREZZA IN CAMPIDOGLIO

di Matteo La Stella

Roma – "Mi pento di tutto quello che ho fatto", sono queste le parole con cui Simone Borgese ha affrontato l'udienza del Riesame che deve esprimersi in merito all'istanza di scarcerazione presentata dal suo difensore. Detenuto a Regina Coeli, lo stupratore reo confesso ha ammesso ancora una volta le sue responsabilità, lasciando trasparire per la prima volta del pentimento per l'aggressione compiuta all'alba dello scorso 8 maggio. In quell'occasione il 30enne romano aveva preso intorno alle 7 della mattina un taxi sulla via Aurelia. Aveva richiesto alla conduttrice del mezzo, una donna di 43 anni, di portarlo a Fiumicino, nelle vicinanze del centro commerciale Parco Leonardo. Durante il tragitto aveva poi richiesto più volte di cambiare destinazione, fino ad approdare in Via Pescina Gagliarda. Proprio su quella strada sterrata, nei pressidi Ponte Galeria, Borgese aveva abusato della tassista per poi rapinarla e darsi alla fuga.

Il pm Eugenio Albamonte ha negato la scarcerazione all'aguzzino affermando, peraltro, che nei confronti del giovane è arrivata un'ulteriore denuncia per violenza sessuale nei confronti di una minorenne che verrà ascoltata in incidente probatorio. La difesa di Borgese, per tutta risposta, ha richiesto la concessione degli arresti domiciliari presso l'abitazione della madre. Il tribunale del Riesame si esprimerà in merito nei prossimi giorni.

Intanto oggi, una delegazione di tassiste donne è stata ascoltata dalla Commissione Mobilità di Roma Capitale, insieme alla Commissione Pari Opportunità in merito alla preoccupazione per le oltre 400 colleghe in rosa che ogni giorno lavorano a bordo delle auto bianche capitoline. Durante l'incontro il presidente della Commissione consultiva Taxi ed Ncc di Roma Capitale ha illustrato alcune delle iniziative che la Commissione sta passando al vaglio in materia di sicurezza. Primo fra tutti i deterrenti, un pulsante di sos da posizionare vicino ai pedali dell'autovettura che, premuto, invierebbe un segnale d'allarme ad una centrale unica, in grado di rintracciare simultaneamente la vettura tramite GPS. L'ipotesi emersa dallo studio fa riferimento anche ad una fotocamera ed un microfono da piazzare nell'abitacolo della vettura, così da registrare un'eventuale aggressione permettendo alla centrale operativa di seguire l'aggressione in diretta. Le tassiste, che hanno avallato la proposta del Comune, hanno comunque contribuito con delle loro proposte: realizzare una mappatura dei presidi militari e delle forze dell'ordine presenti in città,e ancora dotare i parcheggi di telecamere fisse. Inoltre, la delegazione ha richiesto al Campidoglio di contattare le maggiori case automobilistiche per ottenere: "Vetture dotate di uno schermo di protezione o di un vetro divisorio".