LE RIFORME DEL DEMAGOGO: POPULISMO E SURROGATI

di Emanuel Galea

Secondo il Sabatini Coletti, dizionario della Lingua Italiana, con “surrogato” s’intende qualunque cosa che sostituisce un'altra in modo inadeguato. Aristotele usava definire i demagoghi «adulatori del popolo»

.Questa è la ragione perché, nelle riforme Renzi, vediamo solamente il surrogato degli originali e nel suo modo di fare una sorta di adulazione. Intendiamo spiegare il motivo e le ragioni del nostro convincimento, prendendo a titolo esemplificativo qualcuna delle sue pseudo riforme.

Cavallo di battaglia di questo governo è il bonus di 80 euro che spetta ai lavoratori dipendenti (in egual misura tra contratti a tempo pieno e part-time) o con contratto di collaborazione ma non ai titolari di partita iva e non ai pensionati (nemmeno quelli con reddito inferiore ai 24000 euro).

A definire questo provvedimento, tanto sbandierato e fatto gioco forza di questo esecutivo, come un surrogato è stata la stessa Corte dei Conti. Nel suo Rapporto 2014 sulla Finanza Pubblica, la Corte così lo ha definito : E’ soltanto un “surrogato” che ha per di più contribuito allo “svuotamento” della base imponibile Irpef.  La Corte va oltre e accusa : “c’è una “riluttanza” della politica nel decidere una riforma dell’Irpef, in una prospettiva che non si configuri come uno sgravio generalizzato”.

Andando avanti con la  lettura di quel Rapporto 2014 della Corte dei Conti, ci si trova a uno dei “misteri” tipici italiani, uno dei lati oscuri, dolosamente tollerati e mai affrontati dalla classe politica.

Dice la Corte che dal censimento effettuato è emerso che sono 146 enti e le società della pubblica amministrazione che finora non rientravano nel perimetro della pubblica amministrazione e sono quindi “sfuggiti” al suo controllo. (Praticamente enti “fantasma”ndr). . Una costellazione di “pluralità di società partecipate e di enti strumentali che ricevono finanziamenti pubblici” e che nel triennio 2011-2013 sono costati allo Stato in media 25 miliardi di euro l’anno. 

Altro che “riforma surrogato” del Senato ! Altro che la beffa dell’abolizione delle Province ! E’ qui, dove dovrebbe affondare il coltello delle riforme per avviare il risanamento !

Nel nostro ultimo editoriale, “Governo Renzi, Il Re è Nudo”, avevamo scritto: < Le ottomila aziende pubbliche, delle quali non si sa quanti possano essere veramente di utilità pubblica, per anni e anni sono servite come allevamenti di apparati politici, in parte causa della pesante situazione delle casse dello Stato. Si legge da qualche parte che 2.761 di questi contano più amministratori che dipendenti. >

Balcerowicz, già Ministro delle Finanze e Vice Primo Ministro polacco, ci ricorda che l'uscita dalla crisi del debito può venire solo da una radicale riforma dello Stato. Forse Balcerowicz aveva in mente le 146 società “fantasma” da 25 miliardi l’anno, oppure le 2761 aziende pubbliche con più amministratori che dipendenti o forse intendeva l’una e l’altra?

Magari sono anche queste le riforme vere, strutturali di cui parla Draghi. Non abbiamo alcuna pretesa di interpretare il suo pensiero, ma non andremo molto lontano pensando che, fra l’altro, il presidente della Bce, ha inteso riferirsi a questo quando diceva: "Uno dei componenti del basso Pil italiano è il basso livello degli investimenti privati". Peggio, tutto è dovuto "all'incertezza sulle riforme, un freno molto potente che scoraggia gli investimenti".  E’ ovvio che in mente avesse anche la riforma della Giustizia Civile in particolare, ma nessuno può escludere il riordino delle società ed enti “fantasma” e quelli dove gli amministratori superino i dipendenti. Vera riforma da miliardi all’anno. Lecito chiedere perché questo governo “rottamatore” si guarda bene dal affrontarla?

Questo governo predilige le riforme “populiste”. Quale spinta per il rilancio dell’economia, la crescita, l’occupazione, i consumi, possano dare le “rottamazioni” del Senato” e le “Province” Zero spaccato, tanto più che in tutte i due casi si tratta di semplice cambio nome fatto ad arte per privare e limitare, anche di più, la cittadinanza dal partecipare pienamente e consapevolmente alla vita politica del paese.

Tanta gente sta chiedendo perché rottamare il Senato e non la Camera? Quale dei due concorre più utilmente per il bene del Paese?

Perché le Province e non le Regioni?Quale dei due consuma più risorse al Paese senza dare adeguata contropartita?

A estraniare il cittadino dalle istituzioni, rendendogli la partecipazione sempre più difficile, si sta coalizzando la Ue e l’Esecutivo locale

Da parte sua Draghi consiglia : "E' ora di cedere sovranità sulle riforme. L'Italia allontana gli investimenti"
Il governo Renzi non si fa attendere.  Sta votando provvedimenti per rendere difficile la partecipazione del cittadino alla vita politica:

– l’articolo 11 del ddl riforme: facendo salire il numero di firme per leggi d’iniziativa popolare;

– l’articolo 15 del ddl riforme che regola il referendum abrogativo- doppia soglia firme e quorum ;

– un velato commissariamento delle nascenti aree Metropolitane. L'articolo 33 del ddl riforme che disciplina i poteri sostitutivi del governo, , può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane e dei Comuni" in alcuni casi come il "mancato rispetto di norme e trattati internazionali" o "pericolo grave per la sicurezza pubblica".

Più che dei pensionati, dell’occupazione, della crescita le riforme Renzi, se bene lette, svelano ben altre coperture. Un emendamento Finocchiaro si preoccupa dei presidenti emeriti della Repubblica. In poche parole ,mentre si abolisce il Senato, restano senatori di diritto e a vita.  L'emendamento Finocchiaro dispone che vengano esclusi i presidenti emeriti della Repubblica dal computo massimo dei 5 senatori di nomina presidenziale . In questo modo viene ampliata la platea dei 100 senatori totali previsti dal ddl. Un “Senato surrogato” fatto ad immagine e misura di loro. In un’intervista rilasciata alla rivista on line, “Camminiamo Insieme”Renzi ha dichiarato che già è iniziato il suo conto alla rovescia per essere rottamato. Se lo dice lui, chi osa contraddirlo. Solamente che ci vien il dubbio mefistofelico che persino lui, così sicuro di se stesso, incomincia a rendersi conto che fino ad ora non ha fatto che demagogia e le sue riforme non sono che surrogato e populiste. La gente ancora aspetta le vere riforme.