Stop a registrazioni dei figli delle coppie omogenitoriali: le famiglie arcobaleno scendono in piazza

Schlein: “Pronta la legge per il Parlamento”

Famiglie arcobaleno con i loro figli, attivisti, cittadini comuni, politici e personaggi noti.

In 10mila, secondo gli organizzatori, sono scesi in piazza a Milano per protestare contro il governo che ha imposto lo stop al Comune alla registrazione dei figli delle coppie dello stesso sesso.

Alla mobilitazione, promossa da I Sentinelli, Famiglie Arcobaleno e CIG Arcigay, ha partecipato anche il Pd con la segretaria Elly Schlein che ha annunciato una legge, pronta e da calendarizzare in Parlamento, per dare più diritti a queste coppie e ai loro figli, perché “il governo si scaglia contro i bambini”.

E se il tema tornasse al centro del dibattito nelle Aule di Camera e Senato, allora anche il sindaco di Milano Beppe Sala si dice “disposto a riprendere le firme” e quindi le registrazioni delle bambine e dei bambini delle coppie omogenitoriali.

“Ci stiamo già muovendo – ha spiegato Schlein – per portare avanti anche in Parlamento le aspettative che sono emerse dalla piazza. Cioè di poter vedere riconosciuto per legge il diritto delle coppie omogenitoriali”. Se anche i partiti di opposizione si mostrassero compatti, in questa legislatura dovranno però fare i conti con il centrodestra schierato su posizioni opposte. A partire dalla ministra della Famiglia Eugenia Roccella, che in questi giorni punta il dito soprattutto contro la maternità surrogata che “cancella le madri”. Posizioni vicine a quelle di Pro Vita & Famiglia Onlus: “Non esistono genitori dello stesso sesso. Esistono adulti (etero e omo) – secondo il portavoce Jacopo Coghe – che pur di realizzare il loro idilliaco quadretto affettivo non si fanno lo scrupolo di spendere denaro per dotarsi di un bambino”.

La legge a firma Pd è stata preparata e scritta con Famiglie Arcobaleno e Rete Lenford ed è pronta: “spingeremo perché venga presta calendarizzata”, ha sottolineato la segretaria Pd. “Lavoreremo – ha evidenziato – anche con le altre forze di opposizione perché questa è una battaglia di civiltà che riguarda il futuro dell’Italia e dell’Europa”. E in piazza infatti non c’era solo il Pd, con la segretaria che è stata molto applaudita, anche tutte le altre opposizioni con cui i Dem sono pronto a lavorare, come Sinistra Italiana, +Europa, il Movimento 5 Stelle, perché il Parlamento voti una legge. “Serve il matrimonio egualitario”, ha sottolineato la deputata del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino, anche lei in piazza, che da sindaca di Torino aveva trascritto i figli delle coppie gay.

In piazza c’era anche la ex compagna di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, ora legata civilmente alla cantante Paola Turci, che ha sottolineato come “i diritti sono di tutti, sono anche di Giorgia Meloni e di sua figlia”. L’ex compagna di Berlusconi ha poi definito Matteo Salvini “omofobo”. “E con questo odio – ha evidenziato – hanno seccato”. Una legge per tutelare i loro diritti e quelli dei loro figli è quello che hanno chiesto a gran voce anche le associazioni LGBTQ+ in piazza e le famiglie arcobaleno, che sono arrivate con una maglietta rosa con scritto ‘E’ l’amore che crea una famiglia’. Per protestare contro lo stop alle trascrizioni hanno alzato le penne a sfera al cielo con un flash mob che ha concluso la manifestazione, “per le firme dei sindaci che non si possono più fare”. E hanno chiesto ai sindaci stessi di disobbedire e continuare a garantire quelle firme per i diritti dei loro figli.

E proprio il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che è arrivato in piazza a sorpresa dopo avere detto che non avrebbe partecipato alla mobilitazione, ha aperto alla possibilità di tornare a firmare i certificati dei bambini delle coppie omogenitoriali, se il Parlamento riperdonerà il dialogo su questi temi. Il governo, secondo il sindaco di Milano, “sta facendo di tutto per umiliare chi non la pensa come loro e sta cercando di portare le città a destra”, ha concluso assicurando alla piazza: “sono sempre con voi, come lo sono stato dal primo momento”.

“Elly Schlein mi piace molto come persona e come donna perché è una combattente. E’ venuto il momento di smetterla con questi scontri tra destra e sinistra perché i diritti civili sono i diritti di tutti, anche di Giorgia Meloni e di sua figlia”, ha detto Francesca Pascale, la ex compagna di Silvio Berlusconi oggi sposata con la cantante Paola Turci, arrivando in piazza Scala. “Dovrebbe riflettere – ha affermato – perché non è una guerriglia tra chi è omosessuale ed eterosessuale”. 

“Vorrei dire che Paola Turci è mia moglie – ha aggiunto -, ma non è mia moglie, sono unita a lei civilmente. Eppure, non mi sento diversa da una coppia eterosessuale: Perché non può esserlo, perché non piace a Salvini? Definisco Salvini omofobo, definisco omofobi i sovranisti, i partiti che si mettono sotto a braccetto con Orban, razzisti e fuori di testa. Non voglio insultare nessuno. Hanno seccato con questo odio. Per questo ho fiducia nella figura di Giorgia Meloni. Non ho mai votato Fratelli d’Italia, ma voglio avere fiducia nella donna che è”.  

Migliaia di penne alzate al cielo in piazza Scala a Milano per chiedere diritti per i figli e le figlie delle coppie dei genitori dello stesso sesso: è il flashmob che ha concluso la manifestazione 

I manifestanti hanno alzato le penne a sfera al cielo per le firme che i sindaci non possono più fare. “La famiglia è quella che ci costruiamo noi con i nostri affetti, i nostri amori e le nostre amicizie – hanno scandito gli organizzatori dal palco – non permetteremo al governo di decidere chi è figlio di questo Paese”.




ROMA,GAY PRIDE 2014: UNA PARATA PER OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI LGBT

di Christian Montagna

Roma / Gay Pride 2014 – Nella serenità di una soleggiata giornata di Giugno, si è svolta lo scorso sabato pomeriggio la parata del Gay Pride per il riconoscimento dei diritti lgbt (lesbiche, gay,bisessuali,transessuali). Dopo venti anni, l'ultimo in ordine di tempo fu Francesco Rutelli,ad aprire la parata è tornato un primo cittadino: Ignazio Marino sindaco di Roma armato di tricolore ha dato il via alla manifestazione.Con lui la sua giunta di quindici presidenti di municipio. "Ci vediamo fuori" è lo slogan di quest'anno perché è proprio fuori che si vogliono sfidare i pregiudizi, a volto scoperto. Dopo anni e anni di discussioni e discriminazioni, ahimè, il governo italiano non è stato ancora in grado di produrre una legge contro l'omofobia. Una vergogna. Siamo diventati lo zimbello d'Europa anche per questo.Quest' anno però a Roma, una promessa è stata fatta: una volta approvato il bilancio si darà finalmente il via libera al registro delle unioni civili. Parola di sindaco. Premesso che è inconcepibile il fatto che ancora si debba lottare per avere garantiti diritti fondamentali, mi chiedo perplesso, chi siamo noi per decidere sulla vita degli altri? Per quale arcano motivo un istituzione o un personaggio della scena politica del momento dovrebbero vietare l'unione di due persone che si amano?Non si fa altro che giudicare in base ad una natura diversa, come se qualcuno potesse essere in grado di stabilire quale sia quella giusta. Ieri, alla parata, c'erano anche moltissimi eterosessuali accompagnati da numerosi bambini. Duecento mila persone in totale che chiedevano a gran voce la caduta di una società troppo bigotta. E con i colori della bandiera della pace, la capitale si è tinta di rainbow. Associazioni che da anni si battono nel campo come Arcigay, Circolo Mario Mieli,Famiglie arcobaleno, Genitori di omosessuali, erano tutte lí a combattere per un unico obiettivo. Quando si parla di duecento mila presenze, mi spiace, ma non si tratta più di una minoranza. Gli obiettivi da raggiungere sono ancora lontanissimi ma è giunta l'ora che il sistema cambi. Che si cominci ad insegnare nelle scuole la tolleranza e l' accettazione nei confronti di chi in realtà di diverso non ha un bel nulla. Sin da piccoli ci hanno sempre detto di amarsi l'un l'altro perché figli di uno stesso Dio, beh, è giunta l'ora di cominciare a farlo,seriamente.