ISTAT: DISOCCUPAZIONE MINIMO DA TRE ANNI

di Angelo Barraco
 
Roma – Nel mese di ottobre si registra il secondo calo consecutivo degli occupati con una diminuzione di 39 mila unità rispetto al -0,2% del mese di settembre. A rivelare questi dati è l’Istat e spiega che il calo è determinato dagli indipendenti e vi rientrano i lavoratori autonomi. L’occupazione invece cresce su base annua +75 mila persone (+0,3%). Nel mese di ottobre ha toccato i minimi da quasi tre anni, arrivando a toccare l’11,5%. I dati Istat dimostrano come negli ultimi tre anni vi sia stata una crescita degli occupati di un’età che va dai 50 a salire e la percentuale è +13,9% pari a +900 mila tra il mese di gennaio del 2013 e il mese di ottobre del 2015. Un dato che dimostra quanto pesa l’invecchiamento della popolazione e gli interventi che hanno portato all’allungamento dell’età pensionabile. 
 
I dati portano alla mente una frase scritta su Twitter dal premier Renzi il 30/09/2015: “Istat. In un anno più 325mila posti di lavoro. Effetto #Jobsact #italiariparte #lavoltabuona”. I i dati dimostrano un calo della disoccupazione, nel mese di agosto ha raggiunto l’11,9%. In un anno il tasso di disoccupazione diminuisce del 5,0% a cui ne corrispondono 162 mila soggetti in meno in cerca di occupazione. Nel mese di agosto ci sono 69 mila occupati in più rispetto al mese di luglio e 325 mila rispetto al mese precedente. Dopo questa notevole crescita, c’è un ulteriore aumento dello 0,3% e dell’1,5% e il tasso di occupazione raggiunge il 56,5%. Per quanto riguarda invece la disoccupazione giovanile, tasto dolente per il nostro paese, nel mese di agosto arriva al 40,7%, ovvero aumenta dello 0,3% rispetto al mese precedente ma sull’anno ha il -2,3 punti.
 
Il premier ha detto infatti che entro il 2016 Tasi e Imu verranno abolite e ci saranno dei tagli all’Ires nel 2017 fino al 24%. “Il prossimo anno togliamo Tasi e Imu per tutti. Non è possibile continuare questo giochino” sono state le sue parole e ha precisato inoltre che la tassazione in Italia è esagerata e abbassarle porta ad un’equità sociale e ciò non è fatto per guadagnare voti “Nel 2017 ci possiamo concentrare sull'Ires, cioè sulle tasse sulle imprese, portandola al 24% sotto la Spagna; e poi per il 2018 possiamo intervenire sull'Irpef”. Parla poi del Pil e della sua crescita, seppur dello 0,5, e tende a puntualizzare che i numeri stanno cambiando e tale numero non basta. Ma questi tagli incidono anche su altri settori? Il direttore esecutivo del Fmi Carlo Cottarelli ha parlato al medesimo Meeting e ha precisato che Il sistema sanitario nazionale funziona, ma “ci sono risparmi da fare soprattutto perchè l'efficienza è molto diversa tra le varie regioni ed anche all'interno di ciascuna di esse –ha precisato inoltre- Una cifra possibile di risparmi senza stravolgere il sistema è tra i tre ed i cinquemiliardi di ulteriori risparmi rispetto a quanto è stato fatto. Ci sono margini importanti. L'importate è procedere con un intervento mirato”. Cosa dobbiamo aspettarci quindi? Tasche degli italiani più leggere ma la sanità?
 
Ma non si ferma, parla di pensioni e tasse sulla casa. Sulla questione delle pensioni riferisce che ha chiesto a Padoan e Poletti di individuare un meccanismo per consentire più flessibilità in uscita e aggiunge “Spero che riusciremo a trovare un primo rimedio gia' con la Stabilita. Non posso rispondere ovviamente delle scelte del passato, alcune delle quali peraltro hanno provocato piu' costi che risparmi”. Poi ha parlato di un argomento caro, anzi carissimo agli italiani, la tassa sulla prima casa: “La tassa sulla prima casa viene abolita per tutti per sempre” dice Renzi, aggiungendo inoltre “Sarebbe un gigantesco autogol passare i prossimi sei mesi a decidere chi paga e chi no, senza avere un criterio uniforme, sono certo che questa mossa avra' un effetto psicologico sul mercato immobiliare e sull'edilizia”. Vuole precisare inoltre che il Pd è più vivo che mai e ciò è dimostrato dai risultati elettorali  e gli oltre cinque milioni raccolti dal Pd con il due per mille. Aggiunge inoltre “Quanto ai sondaggi noi alle politiche supereremo il 40%, ne sono certo – aggiunge – ma se anche oggi fossimo al 34% saremmo piu' o meno il doppio della percentuale in cui erano i Ds durante la segreteria e il Governo D'Alema. Il doppio. E le nostre regionali, per intenderci, le abbiamo vinte noi, non e' un caso se governiamo 17 Regioni su venti”. Ma gli argomenti trattati da Renzi sono tanti: si parla anche dell’assemblea dei sindacati che ha bloccato l’accesso ai Fori e al Colosseo ieri e precisa che è stato approvato un decreto legge che inserisce i musei nei servizi pubblici essenziali. “Certo, ci sono alcuni sindacalisti che pensano ancora di poter prendere in ostaggio la cultura e la bellezza dell'Italia. Non hanno capito che la musica e' cambiata. Non gliela daremo vinta, mai. E il decreto legge lo dimostra in modo inequivocabile”.



ISTAT, DISOCCUPAZIONE FERMA AL 12,4 PER CENTO. A.A.A. CERCASI LAVORO!

Redazione

Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioe' la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) e' pari al 41,5%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente. Lo rileva l'Istat, sottolinenando che dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioe' coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perche' impegnati negli studi. Il numero di giovani disoccupati diminuisce su base mensile (-20 mila, pari a -3,1%). L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di eta' e' pari al 10,6% (cioe' poco piu' di un giovane su 10 e' disoccupato). Tale incidenza diminuisce nell'ultimo mese di 0,3 punti percentuali.
Il numero di giovani inattivi aumenta dell'1,0% nel confronto mensile (+43 mila). Il tasso di inattivita' dei giovani tra 15 e 24 anni cresce di 0,8 punti percentuali, arrivando al 74,3%. Con riferimento alla media degli ultimi tre mesi, per i giovani 15-24enni si osserva la crescita del tasso di disoccupazione (+0,3 punti percentuali) e il calo del tasso di inattivita' (-0,2 punti), mentre il tasso di occupazione rimane stabile.

In termini tendenziali, rispetto a maggio 2014, cala il tasso di occupazione dei giovani 15-24enni di 1,0 punti percentuali, cala anche il tasso di disoccupazione della stessa intensita', a fronte di una crescita del tasso di inattivita' di 2,2 punti.
Dopo la crescita registrata a febbraio e a marzo e il calo di aprile, a maggio il tasso di disoccupazione resta invariato rispetto al mese precedente al 12,4%. Lo rileva l'Istat sottolineando che il numero di disoccupati rimane sostanzialmente invariato su base mensile Nei dodici mesi il numero di disoccupati e' diminuito dell'1,8% (-59 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti percentuali.
Dopo l'aumento del mese di aprile (+0,6%), a maggio gli occupati diminuiscono dello 0,3%, pari a 63 mila unita', rispetto al mese precedente. LO rileva l'Istat sottolineando che il tasso di occupazione, pari al 55,9%, cala nell'ultimo mese di 0,1 punti percentuali. Rispetto a maggio 2014, l'occupazione cresce dello 0,3% (+60 mila) e il tasso di occupazione di 0,3 punti