Divino Amore e rischio cementificazione: Italia Nostra vuole ampliare i vincoli sulla Campagna Romana

Importante incontro giovedì 23 gennaio a Marino per la illustrazione
delle osservazioni al recente vincolo denominato “La Campagna Romana tra la via Nettunense e l’Agro Romano” apposto dalla competente
Soprintendenza allo scopo di proteggere il paesaggio su una vasta area
di pregio compresa tra i comuni di Marino, Castel Gandolfo ed Albano.
Le osservazioni, anche allo scopo di chiedere l’ampliamento del vincolo,
sono state presentate dalla sezione Castelli Romani di Italia Nostra,
dal partito Comunista sezione Castelli Romani, il comitato di quartiere
Pavona1, il circolo Legambiente Appia Sud “Il riccio” ed altri comitati
di cittadini ritenendo necessario proteggere anche altre aree come S.
Palomba e Monte Savello (tra Roma ed Albano) che sono oggetto di
speculazione edilizia, analogamente all’area del “Divino Amore” a Marino
sulla quale incombe un intervento da oltre 1 milione di metri cubi di
cemento.

Il vincolo, apposto anche grazie alle sollecitazioni dell’attuale
amministrazione di Marino allo scopo di evitare ulteriore consumo del
suolo a causa della cementificazione imperante, chiaramente lede gli
interessi di quelle imprese che intendono realizzare i loro progetti di
edificazione ed è pertanto oggetto di una agguerrita opposizione ed
osservazioni contrarie.
Le osservazioni verranno esposte nel dettaglio e discusse nel corso
dell’incontro, al quale è stata invitata tutta la cittadinanza oltre
alle locali autorità amministrative, in programma alle ore 18 presso la
Biblioteca BiblioPop a Marino (S. Maria delle Mole) in via Goffredo
Mameli (incrocio con via U. Bassi).




DIVINO AMORE: GRANDE PARTECIPAZIONI ALL'ASSEMBLEA PER DIRE NO ALLA DISCARICA

Red. Cronaca
Roma
– “Grande partecipazione all’assemblea del Presidio No Discarica Divino Amore, che torna ad essere l’epicentro di una lotta che non si è mai sopita, accompagnata da un lavoro comune  con il IX Municipio”. E’ quanto afferma Alessandro Lepidini,  Presidente della Commissione ambiente mobilità e perifierie del IX Municipio. “Ero sicuro – continua il consigliere dem – che la nostra comunità avrebbe risposto con un’importante partecipazione all’appello del presidio, perchè  la nostra gente ha già dimostrato di non piegarsi a scelte calate dall’alto, estremamente dannose per l’ambiente e la salute”. “Dovremmo aver già dimostrato che le sirene del profitto qui non trovano terreno fertile e continueremo a dimostrarlo. Con il rischio di un cedimento dei teli di impermeabilizzazione e il sensore di controllo disattivato ad iniziativa del gestore dell’attuale discarica, ci sono tutti i presupposti per un intervento forte da parte del Commissario Tronca  e della Regione Lazio. Per queste ragioni il verbale dell’Arpa Lazio che certifica questi fatti è stato trasmesso agli organi competenti”. “Come ribadito in assemblea – conclude Lepidini –  il prossimo passo in Municipio sarà l’approvazione di una interrogazione al Commissario Tronca, perchè a norma di legge quando la salute pubblica è a rischio può essere richiesto il riesame dell’autorizzazione. E con quest’ultima in scadenza questo è il momento di chiudere la partita definitivamente, perchè quella discarica sarà sempre una minaccia per tutti noi”.
 




ROMA, DIVINO AMORE: È DI NUOVO ALLARME DISCARICA

Red. cronache
Roma
– Torna l’allarme discarica sulla Via Ardeatina con l’arrivo di 58 nuovi codici riconducibili a rifiuti altamente pericolosi. E’ questo l’allarme lanciato dal Presidio No Discarica Divino Amore che ha indetto per sabato 30 gennaio 2016 alle ore 15 un’assemblea pubblica al presidio di Via Ardeatina al Km 15,300.

“Informeremo la comunità sui gravi pericoli per la salute”, annunciano i portavoce del Presidio, pronto a rilanciare la mobilitazione.

“Nel gennaio 2015 l’Arpa Lazio ha accertato la presenza di percolato tra i due teli di impermeabilizzazione della discarica di Via Ardeatina. Una situazione, questa, che allarma perchè potrebbe già essere in atto il cedimento della protezione con conseguente rischio di contaminazione delle falde acquifere”. E’ quanto afferma Alessandro Lepidini, Presidente della Commissione Ambiente mobilità e periferie del IX Municipio.

“La recente valutazione d’impatto ambientale positiva all’ampliamento a circa 190 codici cer di cui 58 pericolosi,  – prosegue il consigliere democratico – rinvia al futuro  la caratterizzazione del sito attraverso specifiche indagini di campo che dovrà effettuare il CNR. Tuttavia, il pericolo per la salute pubblica è attuale e in essere. Per questa ragione non c’è tempo da perdere e dopo la richiesta di intervento al Commissario Tronca, è ora necessario che il Municipio IX approvi una interrogazione al commissario straordinario per sollecitarne un’azione a tutela della salute pubblica, come espressamente previsto dalla legge.
“Il prossimo 30 gennaio alle ore 15 – conclude Lepidini –  parteciperò all’assemblea pubblicata indetta dal Presidio No discarica Divino Amore, per rilanciare la mobilitazione e dare una risposta adeguata all’ennesimo scempio al nostro territorio”.
 




MARINO, ECOVILLAGE: TUTTE LE STRANEZZE DI UN PROGRAMMA ASSURDO

di Daniele Rizzo

Marino (RM) – Martedì 15 luglio ci siamo recati all’incontro con la stampa organizzato da A.D.A. (Argine via del Divino Amore) per farci spiegare le ragioni che spingono parte della popolazione marinese (e non solo) ad opporsi al progetto di cementificazione nell’area circostante Via del Divino Amore. L’incontro, patrocinato da Italia Nostra, ha visto l’alternarsi di diversi relatori, ognuno con le proprie ragioni per contrastare il progetto. Ma partiamo dall’inizio.
 

L’AREA
In principio era un parco. E non un parco qualsiasi. L’area interessata dal progetto denominato “Ecovillage” rappresenta il collegamento naturale tra il Parco dell’Appia Antica ed il Parco dei Castelli Romani. L’area infatti è quella di Bovillae e Mugillae, due aree abitate sin dall’epoca latina, che rappresentavano due importantissimi centri abitativi per chi veniva da Roma e percorreva l’Appia. Oggi per Bovillae si intende Frattocchie e difatti, per intenderci, l’area del progetto è proprio quella di Frattocchie, località facente riferimento amministrativo a Marino ma che dista dalla cittadina qualche kilometro. Percorrendo Via del Divino Amore e Via della Falcognana in direzione Ardeatina è possibile vedere a destra e sinistra una grande quantità di campi liberi dal cemento, proprio perché sino a pochi anni fa si è cercato di proteggere l’aria nel modo più consono possibile. In quest’ottica rientra la proposta avanzata qualche anno fa da Bonelli (all’epoca assessore all’ambiente della regione Lazio) di far rientrare questa zona nel parco dell’Appia Antica.
 

IL PROGRAMMA
Il 3 agosto 2011 però il consiglio comunale di Marino approva la delibera n.137 che prevede un “Programma Integrato di Intervento e di riqualificazione urbanistica della Località Divino Amore in Variante al PRG vigente”, proposto dalla società Ecovillage srl. La società, che rappresenta un certo numero di proprietari terrieri della zona, chiede con questo Programma Integrato (PRINT) di poter costruire un insediamento abitativo (già ribattezzato Marino 2) di circa 15.000 persone (pari ad 1 milione di metri cubi di cemento) nel territorio che si apre a nord e sud di via del Divino Amore/della Falcognana, al confine con Santa Maria delle Mole e Frattocchie.
La domanda all’epoca sorse spontanea: l’area dei Castelli Romani, seconda area urbanizzata del Lazio, con 16 comuni e circa 300 mila persone e in particolare Marino (poco meno di 1600 abitanti per km^2), ha bisogno di questo incremento abitativo? La risposta, che tutti conosciamo, arrivava però anche dalla legge regionale n.72/75, che fissa il tetto massimo d’espansione dei comuni al 30% dei residenti, quindi a 12.500 abitanti nel caso di Marino. Ora, premesso che da 12.000 a 15.000 abitanti il passo non è così breve come i numeri vorrebbero far pensare e che questo incremento era stato già raggiunto con lottizzazioni diverse da quelle del Divino Amore, Marino ha davvero bisogno di questo incremento? Certamente no. Il Prof. Enrico Del Vescovo, di Italia Nostra Castelli Romani, e l’Ing. Mario Dibello hanno cercato di spiegare il perché.
 

IL PROBLEMA DEI VINCOLI PAESAGGISTICI
Del Vescovo ha difatti esordito raccontando di quante centinaia di palazzine siano attualmente inabitate a Marino, a testimonianza del fatto che il carico antropico previsto dal programma è assolutamente inutile ma anche deleterio per l’ambiente. L’area in cui dovrebbe sorgere l’insediamento, ha continuato Dibello, è stretta tra le due arterie Ardeatina e Appia: la prima versa in uno stato pietoso visto anche l’eccessivo passaggio di mezzi pesanti che giornalmente rovinano la strada, la seconda è costantemente martoriata dal traffico. L’assetto viario dunque non sarebbe in grado di reggere l’urto che porterebbero 15.000 persone nella zona.
Oltre all’assetto viario preoccupa anche quello infrastrutturale, imprescindibile invece nel momento in cui si programmano nuovi insediamenti, che siano essi commerciali, produttivi o abitativi. Inoltre, come detto, l’area è di enorme interesse archeologico e paesaggistico, proprio perché culla della civiltà latina; non a caso sulla zona insistono dei vincoli paesaggistici e archeologici testimoniati anche dalla tavola B del PTPR (Piano territoriale paesistico regionale), vincoli che subordinano qualsiasi programma ad un parere di conformità paesaggistico e alla V.A.S. (valutazione ambientale strategica). Inutile dire che né l’uno né l’altra siano mai pervenuti. Del Vescovo chiudendo ha poi ricordato che alla base della battaglia che stanno conducendo ci sono dei motivi sacrosanti che poggiano sull’errata interpretazione di crescita sostenuta dai comuni.
 

IL PROBLEMA DELLE FALDE ACQUIFERE
Il Prof. Ing. Franco Medici, dell’Università Sapienza di Roma, ha invece esposto il risultato di alcuni studi condotti sul sistema idrico della zona. L’area del bacino Colli Albani (che interessa sì i Castelli Romani ma anche Ardea e Pomezia) ha un fabbisogno idrico stimabile in 65 milioni di metri cubi d’acqua l’anno. L’attuale fornitura è invece di 47 milioni di metri cubi l’anno; solo 39 milioni di questi 47 inoltre sono soddisfatti da una fornitura interna (quindi falde acquifere, laghi o fossi): il restante 8 proviene dalla rete romana, quindi da ACEA. E’ evidente dunque che il fabbisogno idrico dell’area non è compensato, e che un ulteriore sviluppo abitativo metterebbe in forte crisi tutto il sistema, tanto più che un eventuale insediamento nella zona attingerebbe direttamente tramite i pozzi alle falde acquifere. Non a caso il Piano di tutela quantitativa del sistema idrogeologico regionale dice che gli strumenti urbanistici devono tenere conto delle esigenze idriche, ma questo non è stato fatto.
 

ACEA E USL
L’Avv. Prof. Giorgio Marino ha poi mostrato due lettere inviate al comune di Marino. La prima, da parte di ACEA, fa presente al comune che alla data 12/06/2012 la segreteria tecnico operativa della società ha riscontrato che il futuro insediamento non sarebbe in grado di conferire al depuratore “Santa Maria delle Mole”, e quindi la società stava predisponendo un progetto preliminare (con relativo preventivo) per le spese di progetto. Perché allora il comune di Marino prima di approvare la delibera non ha aspettato il parere di ACEA?
La USL di Albano, con una lettera indirizzata al Comune di Marino e quello di Ciampino il 14/08/2013, esprime il parere negativo riguardo “i numerosi piani di lottizzazione relativi ad insediamenti abitativi e produttivi” nei suddetti comuni, viste le numerose criticità che interessano le due aree (presenza dell’aeroporto, presenza di gas pericolosi emessi dal sottosuolo, la natura vulcanica dei Castelli Romani, l’alto consumo delle acqua dei pozzi, la difficoltà nello smaltimento dei rifiuti). Anche questo avviso sembra però essere caduto nell’oblio amministrativo, sia a Marino che a Ciampino (dove impunemente è stato presentato il ricorso sul vincolo della zona 167, ma questa è un’altra storia).
 

STRANEZZE PROCEDURALI
Tutte queste anomalie ne racchiudono una più politica. L’On. Giulio Santarelli, già sindaco di Marino, ha infatti raccontato di come Comune, Provincia e Regione si stiano facendo la guerra su questo progetto. La delibera dell’agosto 2011, approvata in barba alle leggi regionali 72/75 e 24/98, doveva essere annullata vista anche l’irricevibilità della richiesta della Ecovillage: la destinazione urbanistica dei suoli è competenza del comune, e per nessuna ragione può essere richiesta da una società privata. Inoltre, il 12 febbraio 2013, giorno in cui la giunta Polverini ha approvato in Regione la delibera, già erano pervenute le dimissione della stessa giunta e quindi poteva occuparsi solo di ordinaria amministrazione: non a caso Zingaretti in campagna elettorale aveva annunciato che in caso di sua elezione avrebbe annullato tutte quelle delibere approvate dalla Polverini in quel periodo di tempo. Ad oggi la delibera non è stata ancora annullata.
 

CHI CI GUADAGNA?
Insomma, il Comune fa la delibera, la Provincia esprime parere contrario, la Regione (nonostante abbia fatto lei stessa le leggi che impediscono alla delibera di prendere atto) approva a sua volta la delibera anche se non aveva più il potere per farlo. Una lotta di tutti contro tutti che però vede come unico perdente i cittadini, costretti a subire l’ennesimo abuso di potere. Ma tutto questo a chi giova? In tutta questa storia gli unici vincitori non sono però, come invece potrebbe sembrare, né la Regione né il Comune, che ne escono delegittimati agli occhi dei cittadini, bensì i proprietari terrieri, questi costruttori che hanno sfruttato i buchi dell’impianto legislativo per promuovere un progetto lecito ai loro occhi. Quando la legge non difende il territorio e con esso i cittadini c’è da riflettere. Casi come questi sono comunque all’ordine del giorno nel nostro territorio, come dimostra anche la vicenda delle 167 a Ciampino o la questione del PRINT Xa2 Ciampino. Per questo motivo è essenziale che tutti i cittadini, le associazioni, o quei poteri politici che ne hanno la forza, continuino quest’opera di presidio territoriale che tanti casi anomali sta portando alla luce. 




MARINO, ECOVILLAGE: ITALIA NOSTRA CHIEDE CHE SI BLOCCHI IL PROGETTO

Redazione

Di seguito la nota di Italia Nostra Roma dopo la conferenza stampa tenutasi ieri sul progetto “EcoVillage”. 

“Oggi, 15 luglio 2014 si è tenuta una conferenza stampa presso Italia Nostra Roma , a via dei Gracchi 187, per illustrare le motivazioni della adesione “ad adiuvandum” da parte di Italia Nostra nazionale all’ultimo ricorso, già presentato al TAR, dai cittadini di A.D.A.(Argine Divino Amore) e Stop Cemento. contro l’enorme speculazione edilizia nella zona del “Divino Amore” nel Comune di Marino, al confine col Comune di Roma.

Insieme ai rappresentanti dei due comitati sono intervenute le sezioni di Italia Nostra di Roma e dei Castelli Romani. Tutti gli interventi hanno illustrato con numerose e approfondite documentazioni l’insostenibilità del progetto di lottizzazione. Sono infatti previsti 1.350.000 metri cubi per ben nuovi 12.500 abitanti in una delle ultime aree di agro romano presenti ai Castelli Romani. Si vuole fare partire subito il progetto noto come “EcoVillage” per i primi 4.750 abitanti. Le procedure seguite per varare questa enorme colata di cemento non prevista dal Piano regolatore del Comune, ma proposta dai privati appare non aver seguito l’iter normale come avrebbe dovuto, ma invece il Consiglio comunale ha approvato un”Programma integrato” con il ricorso alla procedura d’ urgenza di un Accordo di Programma non giustificabile e, tra l’altro, senza aver convocato la Conferenza dei Servizi.

Non sono state applicate né la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) né la VIA ( Valutazione Impatto Ambientale) e pertanto non sono state fatte approfondite analisi su quanto si produrrà di danni sul territorio e sulla vita dei cittadini di Marino e dei Comuni vicini per la mobilità, per la scomparsa delle tutele paesaggistiche ed in particolare per le attuali già gravi carenze idriche non prese in considerazione come invece prescrivono le leggi vigenti.
Alla fine della conferenza si sono programmate iniziative da tenersi presso la Regione Lazio, colpevole di aver avvallato questo intervento senza fermarlo come avrebbe e potrebbe ancora fare.”

L’On. Giulio Santarelli è voluto intervenire sulla vicenda esprimendo il suo punto di vista e ricordando che ha dato“ atto al Presidente Zingaretti dell’opera meritoria svolta nel suo primo anno di attività di Governo per recuperare i guasti della gestione Polverini. Ho espresso anche la fiducia che nonostante il coinvolgimento di autorevoli esponenti del PD Regionale fino al 2010,come Montino,Astorre e il gruppo Consiliare del Pd nel suo insieme, voglia compiere un gesto che annulli un progetto del tutto illegittimo anche al fine di salvaguardare e proteggere un’area di alto pregio archeologico,paesaggistico e agricolo tra le più rilevanti d’Italia. La Regione Lazio così come l’Italia richiede alla Politica e alle Istituzioni la capacità,non più rinviabile,di riscoprire quello che Sciascia, nel “Giorno della civetta” chiamava “il Mestiere della Legalità” e di farlo senza attendere le decisioni della Magistratura.”




MARINO LAZIALE ELEZIONI: TRA MANIFESTI A COLORI E FACILI SLOGAN SI NASCONDE UN FUTURO DA "THE DAY AFTER"

di Giulio Santarelli (Sindaco di Marino dal 1961 al 1968 – Governatore Regione Lazio dal 1977 al 1983 – Sottosegretario al Ministero dell'Agricoltura e Foreste dal 1983 al 1987 – Sottosegretario al Ministero delle Partecipazioni Statali nella X° Legislatura)

Marino Laziale – Mancano ancora due mesi alle elezioni Comunali  ma a Marino, dallo scorso mese di Ottobre, è in corso una massiccia e ripetuta invasione di manifesti a colori molto costosi, che sarebbe utile si sapesse con quali soldi vengono pagati.

Manifesti di persone, partiti, liste civiche che hanno amministrato Marino ininterrottamente dal 2006 producendo  i disastri che sono sotto gli occhi di tutti. Basta dare uno sguardo all’Ospedale San Giuseppe, che è a rischio chiusura, e al complesso edilizio di Costa Caselle, divenuto ormai il monumento della vergogna. Questi signori, mancando di rispetto alla intelligenza dei cittadini, anziché rendere conto dei misfatti provocati, lanciano manifesti con parole vuote e senza senso, tipo: “Per voi, con voi, vicino a voi” oppure: “Non spegnere la speranza,accendi il futuro”. Ancora: “Senza tema di essere smentiti” e via farneticando.

Quello della lista Palozzi: “ Il progresso richiede continuità”, è gravemente offensivo, visto che Lui – Adriano Palozzi – quando si è insediato otto anni fa ha trovato una città ancora viva che ora è ridotta allo stremo. Potrà riprendersi solo se segnerà una forte discontinuità.

Un Comune importante come Marino, inserito nella città Metropolitana, nel XXI° secolo per prosperare e garantire qualità di vita ai suoi cittadini avrebbe dovuto impiegare tutte le sue energie a sostegno delle attività produttive, dall’agricoltura,al commercio, all’artigianato,al terziario,alla conservazione dell’ambiente, delle tradizioni, della gastronomia, del turismo ,delle attività culturali e della valorizzazione del patrimonio storico e artistico potendo contare anche su un notevole nucleo di poeti,pittori e scultori marinesi. Adriano Palozzi invece, e i suoi eredi,  hanno impegnato tutto il loro tempo e le loro scarse capacità su una massiccia cementificazione che non ha tenuto conto neppure delle aree verdi,  dei servizi e delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria imposte dalla Legge n.1444/68 e dalle NTA allegate al PRG, sicché nelle zone di completamento del PRG in luogo di 150-200 abitanti-ettaro sono state rilasciate concessioni edilizie per insediare fino a 1000 abitanti-ettaro.

Ove dovessero attuarsi il Masterplan su via del Divino Amore per 22.500 abitanti e altre 18 lottizzazioni, la viticultura marinese scomparirebbe per sempre. Una tradizione millenaria, sulla quale Marino per secoli ha fondato la sua economia e lo sviluppo della sua civiltà, verrebbe cancellata per sempre.

Una prospettiva da The Day After. Altro che progresso nella continuità. Altro che futuro da accendere. Se questi signori dovessero vincere le elezioni all’orizzonte di Marino ci sarebbe solo buio pesto. Per  evitare una prospettiva così catastrofica io mi batterò perché le elezioni le vinca Eleonora Di Giulio, una donna di grandi capacità manageriali, dimostrate sia nell’attività libero professionale che nelle responsabilità  nelle strutture di importanti enti Statali.




DIVINO AMORE PRESIDIO NO DISCARICA: SI PREPARA IL CORTEO PER RINGRAZIARE CITTADINI E FEDELI

Redazione

Roma – “Lo avevamo promesso e ora è giunto il momento di ringraziare l'impegno del parroco e di tutti i fedeli che hanno lottato per evitare un vero e proprio scempio ambientale”. Così il Presidio No discarica Divino Amore annuncia il corteo che partirà sabato 22 marzo 2014 alle ore 15,30 dal presidio No discarica per terminare al Santuario del Divino Amore.

"La Madonna non ci abbandonerà e sarà al nostro fianco", aveva detto Don Fernando Altieri, rettore del Santuario Mariano, nel momento in cui giunse improvvisamente la notizia che la nuova discarica della capitale era stata individuata, dall'allora commissario straordinario Goffredo Sottile, al chilometro 15,300 della Via Ardeatina. Un tonfo al cuore che segnò inevitabilmente l'inizio di una lotta senza quartiere per salvaguardare uno dei territori più pregiati di Roma, l'Agro Romano. E fu proprio in quel luogo che il parroco Don Fernando confidò che si sarebbe addirittura incatenato davanti alla discarica pur di evitare l'ennesimo disastro ambientale. Ma non solo. Don Altieri tenne viva la speranza confidando nell'aiuto della provvidenza. "Se la discarica non si farà più faremo un corteo per ringraziare la Madonna del Divino Amore", disse.

Una promessa che il Presidio ha deciso di mantenere dando vita ad un corteo che dal presidio si snoderà per la Via Ardeatina fino al Santuario Mariano. "La lotta appartiene a tutti – tiene a precisare il Presidio – e se una battaglia è stata vinta lo dobbiamo ai cittadini, al parroco e anche alla Madonna del Divino Amore per chi è credente”.
 




MARINO LOTTIZZAZIONE DIVINO AMORE: SANTARELLI METTE K.O. L'ASSESSORE BARTOLONI

"Se questa è la qualità che hanno espresso le giunte di centrodestra di Palozzi, i buchi e le falle che verranno accertati dopo il 25 maggio 2014 saranno sorprese amare per i cittadini di Marino".

 

Riceviamo e pubblichiamo dall'On. Giulio Santarelli

Marino Laziale (RM) – Le dichiarazioni rilasciate dall’Assessore all’Urbanistica del Comune di Marino sulla intricata e illegale lottizzazione del Divino Amore sono sconcertanti. Con le sue dichiarazioni Bartoloni smentisce la vulgata di “politico capace”.

Dalle sue parole si evince che pur essendo il proponente delle delibere comunali riguardanti quella lottizzazione egli non ha minimamente contezza delle leggi e norme di legge violate pur di rendere possibile un progetto vietato non solo dalle leggi statali e regionali ma anche dagli strumenti di pianificazione urbanistica del Comune, della Provincia e della Regione.

Le leggi violate sono le seguenti: la Legge Urbanistica n.1150/42, le Leggi Regionali n.8 del 1972, la n.72/75, la n.28/80, la n.24/98, i Vincoli Archelogici del PTP n.9, i Vincoli di Verde Agricolo del PRG della Provincia di Roma. Il D.LSG. 267/2000,al quale fa riferimento la Delibera n.37 del Consiglio Comunale di Marino del 3/08/2011 (il cui proponente è l’Assessore all’Urbanistica e quindi Bartoloni), legge sull’Ordinamento degli Enti Locali totalmente estranea alla materia urbanistica e sulla quale il Comune di Marino ha accettato di ancorare il Progetto di lottizzazione su richiesta della Ecovillage, falsa l’intero procedimento dato che le Varianti ai PRG debbono seguire la stessa procedura dei PRG prevista dalla legge 1150/42. Ma la Legge 267 oltre ad essere estranea alla materia urbanistica, è stata anch’essa violata, perché l’art.34, richiamato dalla delibera n.37 del Consiglio Comunale, è stato del tutto ignorato poiché la conferenza dei Servizi di tutti i soggetti pubblici interessati,che per legge deve esprimere il parere unanime, non è stata neppure convocata. Anche la delibera n.16 del 15 febbraio 2013 la Giunta Regionale ha approvato il Programma integrato di intervento (alias lottizzazione in Variante al PRG) presenta molti vizi di legittimità: primo, perché è proposta dalla Presidente della Giunta, anziché come recita l’art. 7 della L.R. n.8/72, che attribuisce la competenza all’Assessore all’Urbanistica della Regione, e al disposto Legislativo che impone ad una Giunta dimissionaria (la Polverini aveva dato le dimissioni nel settembre 2012) di deliberare solo su questioni di ordinaria amministrazione ricorrendo i motivi della urgenza e indifferibilità del tutto assenti per una lottizzazione.

Lo stesso Presidente Zingaretti in campagna elettorale aveva dichiarato che in caso di vittoria avrebbe annullato le delibere approvate dalla Polverini dopo il mese di settembre. L’oggetto della delibera regionale richiama la legge regionale n.22/97, ma questa legge, all’art. 1 comma 2, concerne i Programmi Attuativi dei PRG e NON in Variante agli stessi come il caso della Ecovillage. La L.R. n.72/75, tra le “ Leggi viste” della Delibera Regionale è sufficiente da sola ad ANNULLARE la lottizzazione perché fissa un limite massimo all’incremento della popolazione residente del 30%.

Negli otto anni della Giunta Palozzi i permessi a costruire sono stati rilasciati per un numero di stanze per circa 20.000 abitanti anziché 11.200 comprensivi dei 4.000 dei nuclei abusivi, e quindi l’incremento realizzato a Marino in questi anni del 30%, come avrebbe dovuto essere, supera invece il 65% e se dovesse essere attuata anche questa lottizzazione arriveremmo al 100% degli abitanti.

Nella dichiarazione di Bartoloni c’è poi un riferimento a dir poco stupefacente, perché l’ACEA non avrebbe ancora certificato la disponibilità di acqua potabile per i 12.500 abitanti. Questo spiega perché la conferenza dei servizi dell’art.34 del D. Legisl. 267/2000 non è stata convocata: in quella sede, infatti, sarebbe stato impossibile esprimere il parere favorevole. E’ triste constatare che un Assessore del Comune che pure ha una buona reputazione, parli di un progetto-monstre balbettando la sua incompetenza. Quanto alla questione-spauracchio, delle penali da pagare se non si fa la lottizzazione chee gli amministratori di centrodestra riecheggiano ogni volta che si scopre che hanno combinato guai per la loro incompetenza per non dire di peggio, Bartoloni stia tranquillo: la lottizzazione del Divino Amore non ha di legale neppure una virgola, e in questi casi più che penali a carico del Comune è il Comune che dovrebbe chiedere il risarcimento dei danni.

Se questa è la qualità che hanno espresso le giunte di centrodestra di Palozzi, i buchi e le falle che verranno accertati dopo il 25 maggio 2014 saranno sorprese amare per i cittadini di Marino.

p.s. la prossima settimana partiti, associazioni e comitati di cittadini, alternativi al centrodestra e che, indipendentemente dal risultato inquinato delle primarie del centrosinistra, si riconoscono nella candidatura di un centrosinistra autentico rappresentato da Eleonora di Giulio, spediranno al Presidente della Regione una Istanza-Diffida per invitarlo a revocare la Delibera della Giunta Regionale n.16 del 15 febbraio 2013.
 




ROMA, DIVINO AMORE: SU DISCARICA ECOFER IL PRESIDIO PRESENTA ESPOSTO IN PROCURA

Redazione

Roma – Il Presidio No Discarica Divino Amore insiste nell’azione di tutela ambientale e della salute umana attraverso un esposto alla Procura della Repubblica. A seguito di accesso agli atti Arpa – dichiara in una nota il Presidio – sono emerse gravi carenze e/o omissioni nei prescritti controlli sull’attività di gestione del sito da parte dei soggetti preposti. A fronte dell’accertamento del superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (fluoruri, ferro, manganese e arsenico) – prosegue la nota del Presidio – non risulta siano state attivate le procedure di bonifica prescritte né ulteriori accertamenti di caratterizzazione del sito, come espressamente previsto dalla legge.

Ciò che con l’esposto abbiamo segnalato alla Procura – continua il Presidio – riguarda, a fronte del rilascio dell’AIA 2010, la mancata attivazione delle procedure di bonifica, la mancata istruttoria sulla contaminazione, sull’accertamento della tenuta del sistema di impermeabilizzazione, sull’assenza di collaudi delle opere (escluso il primo invaso). E ancora il mancato rispetto del monitoraggio ambientale (controlli annuali delle matrici ambientali e sui prodotti agroalimentari zonali), previsto dal Piano e prescritto nell’AIA, controlli che o non sono stati effettuati o non sono stati trasmessi all’ARPA impedendo, di fatto, la verifica di eventuali contaminazioni; ulteriori carenze poi nell’assenza di analisi e/o verifiche sulla dispersione del biogas; rispetto al percolato mancano analisi di caratterizzazione ai fini dell’ammissibilità in discarica e valutazioni analitiche circa la sua pericolosità.

Ne vien fuori un quadro molto articolato e preoccupante che – conclude il Presidio – se da un lato conferma quanto fossimo nel giusto allorché chiedevamo già ad ottobre la bonifica del sito, dall’altro denota che, malgrado la rilevata contaminazione, le attività nella discarica siano proseguite da oltre 3 anni nell’assoluta assenza di qualsiasi controllo ed è per questo – dichiara infine il Presidio – che abbiamo chiesto l’intervento della Procura a tutela della salute umana, dell’ambiente e del paesaggio in linea con lo spirito che ha sempre animato l’azione del Presidio.

LEGGI ANCHE:

12/11/2013 FALCOGNANA, DISCARICA: INIZIA L’INCUBO

05/11/2013 BRACCIANO, AMPLIAMENTO DISCARICA CUPINORO: IL FALLIMENTO DELLA POLITICA

03/10/2013 ROMA, FALCOGNANA: CIAMPINO, MARINO, ALBANO E CASTEL GANDOLFO…UNITI IN UNA UNICA BATTAGLIA

01/10/2013 ROMA, PROTESTA DISCARICA FALCOGNANA: AL DIVINO AMORE NON SI PASSA!

27/09/2013 FALCOGNANA, DISCARICA: IL SACCHETTO DOVE LO METTO?

24/09/2013 ROMA, FALCOGNANA: TROPPE OMBRE INTORNO ALLA DISCARICA

23/09/2013 ROMA, DISCARICA FALCOGNANA: CI ANDREBBERO 300 TONNELLATE AL GIORNO CONTRO LE 1.500 PRODOTTE

 

 

 




MADONNA DEL DIVINO AMORE: AL VIA IL CICLOPELLEGRINAGGIO

Redazione

Roma – A Roma l’8 dicembre è una data molto sentita nel panorama ciclistico capitolino: chi è in possesso di una bicicletta, chi ama lo sport delle due ruote ma è “devoto” alla Madonna del Divino Amore, risponde “presente” al tradizionale ciclopellegrinaggio in occasione della giornata del ringraziamento alla Santa Patrona del ciclismo del Centro-Sud Italia.

La manifestazione, sotto l’egida della Federciclismo Lazio e del Coni, è allestita per mano del Bici Club Divino Amore in ricordo del presidente del comitato regionale Domenico Maurizi che ha dedicato anima e corpo all’organizzazione del
ciclo-pellegrinaggio nelle prime 25 edizioni.

Dal 1988, il Bici Club Divino Amore, in seno all’omonima polisportiva, ha ereditato la macchina organizzativa dell’evento cicloturistico come sempre aperto a tutti gli appassionati, sportivi, vecchie e nuove glo
rie del ciclismo romano, laziale e non solo. L’appuntamento per tutti i “ciclopellegrini” è fissato alle 8:30 presso l’ex Velodromo Olimpico all’Eur in viale della Tecnica. Partenza prevista alle 9:45, si attraverseranno in successione Viale dell'Oceano Pacifico, il PalaLottomatica, il Laghetto dell’Eur, Viale Cristoforo Colombo, Piazza dei Navigatori, Porta Ardeatina, Piazzale Numa Pompilio, Porta San Sebastiano, Via Appia Antica, la Chiesa del Domine Quo Vadis, Via Ardeatina, Fosse Ardeatine e conclusione al Santuario del Divino Amore dopo 25 chilometri.

Prima del via, ciascun responsabile delle società presenti al raduno di partenza, è tenuto a segnalare al personale dell’organizzazione l’elenco e il numero dei ciclisti per la classifica finale di merito. L’arrivo dei partecipanti, previsto nel piazzale dell’oratorio, all’ingresso della Torre del Primo Miracolo, sarà allietato da un caldo ristoro.Sarà un’edizione particolare per il romano Leonardo Giordani che fino a quest’anno ha vestito la casacca della Vini Fantini-Selle Italia: l’ex iridato under 23 su strada e vincitore del Giro delle Regioni nel 1999, molto devoto alla Madonna del Divino Amore e alla quale aveva già donato la maglia di campione del mondo conquistata a Verona, ha ufficializzato il ritiro dall’attività professionistica e nel contesto del ciclo-pellegrinaggio è pronto a donare il casco indossato nella stagione appena conclusa con la formazione giallo-fluo di Luca Scinto e Angelo Citracca.
Il neo Rettore del Santuario, Don Fernando Altieri, ha annunciato la sua presenza per impartire a tutti partecipanti e agli ospiti una benedizione augurale oltre a celebrare la Santa Messa prevista per le 11:00 nel nuovo santuario. Al termine della funzione, ci saranno le premiazioni che riguarderanno la società più numerosa, l’atleta più giovane e meno giovane tra i partecipanti.

Il comitato organizzatore del Bici Club Divino Amore intende ringraziare l’VIII Municipio, il Comando Vigili Roma Capitale, il servizio di scorta tecnica Vessella coordinata con la direzione di corsa a cura di Agildo Mascitti, l’Associazione Europea degli Operatori di Polizia e i partner Cicli Lazzaretti, Cicli Capobianchi, New York Bar Pasticceria, Banca Credito Cooperativo di Roma, Arti Grafiche Cittadino, Officina Fratelli Silvestri, Ristorante-Pizzeria Al Molino e Carrozzeria Sergio Rossi&Figli.
 




DIVINO AMORE E RONCIGLIANO: SINFONIA DI RIFIUTI E CEMENTO PER UN QUARTETTO DI SINDACI

di Maria Lanciotti

Ciampino, Castel Gandolfo, Albano Laziale e Marino (RM) – Divino Amore, territorio conteso fra cementificazione e discarica di Falcognana, può contare su diverse protezioni, umane e divine, e persino su un quartetto di sindaci o chi per loro, stretti in un patto ferreo di alleanza di cui i motivi – almeno per alcuni Comuni – si possono forse intuire. Si sta parlando dei Comuni di Ciampino, Castel Gandolfo, Albano Laziale e Marino, rispettivamente rappresentati dai sindaci Carlo Verini, Milvia Monachesi, Nicola Marini e dal vice sindaco Fabrizio De Santis. I quali, in breve, stanno energicamente agendo per ottenere “tutti i documenti sulla discarica di Falcognana” perché vogliono che dall’alto siano loro spiegati i motivi di una decisione che totalmente respingono.

Poiché, Dio li benedica e la Madonna del Divino Amore li sostenga, e magari ci metta una buona parola anche papa Francesco, pare siano stati folgorati sulla via Ardeatina rispetto alla dannosità di certi impianti fuorilegge e fuori luogo e sulle responsabilità che ad essi competono. Intanto lodevole slancio, sfugge un particolare non da poco: i sindaci aggregati, mentre giustamente si oppongono all’apertura di una nuova discarica sul territorio, sembrano aver dimenticato che a Roncigliano intanto sta accadendo l’inferno e che la costruzione dell’inceneritore potrebbe partire da un momento all’altro senza che nessuno possa fermare Cerroni, se solo arrivasse a mettere le mani sui CIP6.

Quali sono gli interessi che accomunano il quartetto di Sindaci in direzione Divino Amore, mentre voltano completamente le spalle alla situazione gravissima di Roncigliano nel cuore dei Castelli Romani?

Il Comune di Marino si può anche capire, con il progetto di cementificazione bloccato nel cassetto a causa di quest’altro malanno che minaccia e deprezza la zona del Divino Amore. Mettiamoci pure Ciampino per questioni di vicinanza e per il fatto che la cittadina è già invasa dai gabbiani della discarica di Roncigliano e rischia di dover ospitare fra i ruderi del vecchio Sacro Cuore pure quelli di Falcognana.

Mentre per Castel Gandolfo resta difficile azzardare ipotesi, e per Albano Laziale sorgono invece pesantissimi dubbi su un sodalizio che fa incredibilmente accantonare, al sindaco Marini, i fattacci di casa sua.