L’IMPIETOSO E BRUTALE SVEZZAMENTO FORZATO

di Emanuel Galea

Si discute molto sul caso Martina Levato, la studentessa 23enne condannata a 14 anni di carcere, per le aggressioni con l’acido che hanno sfregiato una sua ex "fiamma" dei tempi del liceo e sul fatto che dopo aver partorito, il giorno di Ferragosto, le è stato tolto subito il neonato.
Martina Levato avrebbe quindi chiesto di essere trasferita insieme a suo figlio in una delle comunità di don Mazzi.

Non si intende minimamente commentare questa notizia e tanto meno il fatto che lo Stato sta abdicando al suo compito di fare seguire un percorso di riabilitazione ai reclusi, delegando il compito ai privati. Prima della Levato si era presentato anche il caso di Fabrizio  Corona, consegnato alle cure di don Mazzi.
L'oggetto del presente articolo non è quindi il gesto criminoso oppure il comportamento dell’assassina e del suo complice.

Il protagonista è e rimarrà, Achille, il neonato, una creatura innocente, solo, in una culla, al quale è vietato qualsiasi contatto con la madre.

Don Mazzi ha detto di avere parlato con gli avvocati e con i genitori della ragazza. "Noi siamo pronti" ha spiegato il sacerdote convinto che "Martina deve stare con il bambino. Deve allattarlo perché questa è l’unica via per salvare la mamma e il bambino". La mamma l’affidiamo nelle mani della giustizia mentre per il bambino ci vorrebbe ben altra sensibilità. Con don Mazzi non sempre abbiamo condiviso le opinioni, questa volta però, confessiamo, di essere pienamente d’accordo.
Non è solo il sacerdote che si prodiga a favore del neonato. Tata Lucia, al secolo Lucia Rizzi, la tata più famosa d'Italia, protagonista del reality de La7 "SOS TATA “ a Mattino Cinque, sconsiglia la drastica interruzione dello svezzamento e raccomanda che “Il seno, quando non è più un nutrimento per il bambino, va gradualmente abbandonato” Ormai la Scienza insegna che l'angoscia dell'estraneo è una fase che attraversano i bebè, caratterizzata da un attaccamento totale alla madre con conseguente rifiuto di qualsiasi altra persona. Questo è quanto dice la Scienza, le opinioni degli scienziati è tutt’altra cosa. 
La convinzione è quindi che aggiungere altro non serva.  Tralasciando l’aspetto giurisprudenziale e accantonando  i desideri e “diritti” degli adulti, rimangono, nudi e crudi gli impulsi, i sentimenti e le angosce di chi ancora voce non ha. Ci arroghiamo il diritto di decidere e scegliere per ”lui” mentre in verità non facciamo altro che scegliere per noi stessi, soddisfare i nostri desideri, placare i nostri impulsi.
Fa orrore leggere, su internet, della pubblicità che con poco rispetto verso chi voce ancora non ha, calpestando le emozioni e le angosce , ignorando che anche i neonati dispongono di un cuore che batte e un cervello che pulsa. 

Ecco un inserto tratto da una pubblicità:
“I neonati escono dal paese con certificato di nascita con la postilla dell’Aia, iscrivendo al registro civile il bebé a nome del padre e successivamente potendo realizzarsi il processo di adozione da parte della madre, senza particolari problemi” Certe agenzie lavorano con tutti i paesi dove la gestazione surrogata é legale. Dipende da quello che il “cliente” è disposto a spendere. C'è un tariffario da consultare.  Stiamo parlando "dell’utero in affitto”. Un mercato con tanto di listino prezzi, condizioni di vendita, clausole compromissorie tra venditore e acquirente, consulenze legali eppure in tutte queste transazioni,  il “veramente avente diritto” è completamente escluso.

Achille, figlio di Martina Levato, dorme da solo in una culla,al quale è vietato qualsiasi contatto con la madre che sta a pochi chilometri distante da lui.
I “prodotti dell’utero in affitto” viaggiano da un continente all’altro. A loro è tagliato subito il cordone ombelicale, i rapporti e gli affetti con la madre, le radici con il paese d’origine, l’eredità culturale ; tutto ciò per soddisfare la voglia di paternità di qualche omosessuale, qualche lesbica, qualche sfortunata sterile. Non interessa conoscere ragioni, motivazioni, giustificazioni e quant’altro di queste persone. Il pensiero rimane polarizzato su quell’essere umano che, perché indifeso, di lui si fa un oggetto da disporre a piacimento.

Fa benissimo don Mazzi ed altri ad alzare la voce affinché Achille sia lasciato accanto alla madre, assassina o altro che risulti essere. Parimenti sarebbe umano e ugualmente dignitoso alzare la voce a favore di tutti quei neonati sottratti con brutalità e disumanità a uno svezzamento forzato.  Per fortuna, e finchè durerà, la legge 40 del 2004 non è stata toccata dalla Consulta sotto quest’aspetto e quindi, ad oggi non vi è alcuna possibilità di veder riconosciuta nell'ordinamento italiano la maternità surrogata. Speriamo che duri.
 




COPPIA DELL'ACIDO: MARTINA VUOLE ANDARE CON IL BIMBO DA DON MAZZI

di Angelo Barraco

Milano – Il piccolo nato da Martina Levato a Ferragosto è stato riconosciuto dal padre Alexander Boettcher, condannato anch’esso a 14 anni per l’aggressione con l’acido. Il pm stamane ha chiamato al Sindaco di Milano Pisapia dicendo che Alexander, essendo in carcere, non poteva recarsi presso gli uffici comunali per riconoscere il figlio, allora è stato il Comune ad andare da lui, due messi comunali si sono recati presso il carcere di San Vittore. Verrà disposta quanto prima un’altra istanza per fare in modo che Alexander possa vedere suo figlio. La Clinica Mangiagalli di Milano formalizzerà sia al Tribunale di Milano, si a quello dei Minori, sia al Comune e al Carcere che Martina Levato e il suo piccolo possono essere dimessi. La donna ha chiesto di essere trasferita presso la comunità di Don Mazzi o in alternativa presso l’Icam. La donna inoltre chiede che il padre del piccolo Achille possa vedere suo figlio. Intanto Don Mazzi ha risposto alla richiesta di Martina: “Siamo pronti ad accoglierli. Eravamo pronti anche prima che Martina partorisse”, il prete ha puntualizzato inoltre “Martina deve stare con il bambino. Deve allattarlo perché questa è l'unica via per salvare la mamma e il bambino” ma Don Mazzi ha detto che si tratterebbe di una struttura dove ci sono mamme e bambini con situazioni simili e ha aggiunto “Adesso deve calare il silenzio sul caso. Più ne parliamo e peggio è . Serve tranquillità per creare un ambiente sereno, non carcerario e non sotto i riflettori”.
 
La Storia: Martina Levato, Alexander Boettcher e Andrea Magnani costituivano una vera e propria associazione a delinquere e sono responsabili dell’aggressione di due ragazzi. Il 28 dicembre scorso hanno aggredito con l’acido Pietro Barbini, causando ad esso lesioni gravissime. Martina Levato invece è accusata di aver tentato l’evirazione di uno studente della Cattolica con cui avrebbe avuto una breve relazione. Il fatto risale al 19 maggio scorso. Durante il processo contro l’aggressione ai danni di Pietro Barbini, Andrea Magnani ha detto che il regista dell’aggressione sarebbe stato Alexander Boettcher, “mentre io sapevo che dovevamo fargli uno scherzo goliardico e mi sono accorto di tutto solo quando Martina ha lanciato l’acido”. Magnani dice che sapeva che i due volevano fare “uno scherzo goliardico, perché Barbini era di ritorno dagli Stati Uniti” e ha detto che Alexander Boettcher gli aveva affidato un borsone con dei contenitori, ma pensava fossero pieni di acqua. “Non mi ero reso conto, ho anche tentato di suicidarmi dopo quello che era successo ed ora provo rimorso, anche se non ero consapevole”, ha aggiunto Andrea Magnani. Pian piano emergono novità a partire dai loro interrogatori in cui Alexander Boettcher e Martina Levato si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip, e la stessa cosa ha fatto il loro complice Andrea Magnani. Oltre alla strategia del silenzio, la coppia ha assunto davanti al gip un atteggiamento arrogante. Subentra poi una nuova testimonianza che ha raccontato ai magistrati di essere stata contattata da Alexander che all’apparenza gli sembrava un ragazza bravo ma poi gli mostrava filmati dove si vedevano uomini che uccidevano galline e avevano il volto oscurato. La ragazza ha raccontato che Alexander dettava “vere e proprie regole”, la giovane ha parlato anche delle ferite sulla pelle che Martina subita da Alexander e del fatto che lui potesse agire come voleva e loro no, nei rapporti sessuali a tre.
 
La rinominata “coppia dell’acido” imputati a Milano per aver sfregiato con l’acido, lo scorso 28 dicembre, Pietro Barbini, sono stati condannati a 14 anni di carcere. A deciderlo è stato il giudice della nona sezione penale del Tribunale. E’ stata esclusa l’aggravante della crudeltà ed è stata concessa loro la libertà vigilata per 3 anni. Inoltre è stato previsto un risarcimento danni pari ad un milione di euro. La ragazza in aula si è scusata con Pietro Barbini e ha detto: “Chiedo scusa a Pietro e alla sua famiglia, sono dispiaciuta per quello che ho fatto”. L’avvocato della parte civile è soddisfatto e dice che “Ho sempre detto che 15 anni erano una pena adeguata, non è che un anno in meno cambia le cose, è arrivata una pena che si avvicina alla richiesta del pm e quindi siamo soddisfatti, anche per il risarcimento provvisionale da un milione di euro che è molto alto e che è un ulteriore segnale”. La difesa intanto annuncia il ricorso in appello dicendo che è “Un aggravante in meno, quella della crudeltà, è comunque un grosso risultato, anche se ora c'è una ricostruzione dei fatti da affidare ai giudici di secondo grado”.



DON MAZZI RIFERISCE: "FABRIZIO CORONA AIUTA E COLLABORA IN CUCINA"

di Angelo Barraco
 
E’ stato chiesto a Don Mazzi, nel corso di un’intervista, come sta Fabrizio Corona e come si trova nella sua nuova situazione, Don Mazzi ha risposto che “Sta lavorando, un 40 per cento è migliorato, ha accettato delle regole ha accettato la mia figura che io non sono poi tanto morbido, fa la vita che fanno tutti gli altri ragazzi: si alza alle 6 e mezzo, fa un'ora di educazione fisica, pulisce i gabinetti, prepara da mangiare”. 
 
Ricordiamo che il 18/08/2015  Fabrizio Corona è uscito dal carcere: lo ha deciso il giudice di sorveglianza di Milano Giovanna Di Rosa che ha accolto l’istanza presentata dai legali dell’ex re dei paparazzi. Corona sarà affidato alla comunità di Don Mazzi e sarà sottoposto ad un programma di recupero presso la comunità Exodus dove dovrà affrontare un programma di reinserimento nella società. Fabrizio Corona ha trascorso tre anni e due mesi in carcere per cumulo di reati, ha potuto usufruire dello sconto di pena pari a 150 giorni per ogni anno che ha trascorso in carcere e per tale motivo è riuscito ad ottenere il recupero in comunità. 
 
Fabrizio Corona, personaggio che ha diviso i salotti televisivi tra innocentisti e colpevolisti, personaggio che negli anni ha ostentato la sua forte personalità anche dinnanzi a Giudici e Magistrati, senza mezze misure e senza freni, né prima né durante il periodo detentivo.
I salottini della tv, gli opinionisti che parlano del caso Corona si dividono tra innocentisti che reputano la condanna di Corona eccessiva e la paragonano ad altri eventi di cronaca nera avvenuti in Italia che hanno avuto una condanna più breve e “generose” conclusioni. Poi ci sono i colpevolisti che approvano la condanna di Corona e la relativa pena che dovrà scontare. Fabrizio Corona era stato condannato dalla Corte Suprema di Cassazione a 14 anni e 9 mesi di reclusione, condanna successivamente ridotta a 9 anni e 8 mesi. L’inchiesta è stata denominata “Vallettopoli” per estorsioni che il “Re dei paparazzi” ha fatto a diversi personaggi del mondo dello spettacolo. 
 
I reati. Fabrizio Corona è stato condannato in via definitiva per: aggressione a pubblico ufficiale, estorsione, tentata estorsione, estorsione aggravata, trattamento illecito di dati personali, detenzione di banconote false, ricettazione di arma da fuoco, violazione di domicilio, appropriazione indebita, corruzione, bancarotta fraudolenta, falso, evasione fiscale. Ha procedimenti in corso per diffamazione, truffa, oltraggio a magistrato, falsa testimonianza, violazione di misure cautelari e detenzione d’arma. E’ stato assolto per evasione fiscale e ricettazione per il caso Francesco Totti (2007-2008) nel processo di Roma denominato “Vallettopoli”. 
 
Le condanne.
– Aggressione a pubblico ufficiale: condanna definitica al risarcimento (2002-2009) 
– Infrazione al codice della strada (2007)
– Processo “Vallettopoli” per estorsione (2007-2013)
– Arresti domiciliari (2007), rinvio a giudizio (2008)
– Caso Lapo Elkann, Francesco Coco e Adriano: condanna definitiva a 1 anno e 5 mesi di reclusione (2009-2011)
– Caso Giardino: Assolto
– Caso Totti: Assolto
– Caso Trezequet: condanna definitiva a 5 anni di reclusione (2010-2013)
 – Portogallo e l'arresto: condanna definitiva a 7 anni e 10 mesi in continuazione (2013)
– Banconote false: 1 anno e 6 mesi in continuazione (2008-2009)
– Bancarotta fraudolenta e frode fiscale: condanna definitiva a 3 anni e 10 mesi (2008-2013)
– Corruzione: condanna definitiva a 1 anno e 2 mesi (2007-2013)
– Ricettazione: assolto (2010)
– Caso Simona Ventura: assolto (2010-2011)
– Caso Baratto: 9 mesi in primo grado (2010)
– Caso Castaldo (2011)
– Violazione di domicilio: risarcimento e ritiro della denuncia (2011-2014)
– Appropriazione indebita: pagamento dei danni e ritiro della denuncia (2011-2013)
– Oltraggio a Magistrato e falsa testimonianza
– Detenzione d’arma da fuoco: 5 mesi e 20 giorni in appello
– Violazione misure cautelari
– Filone di Taranto: 5 mesi in primo grado
– Filone di Lanciano: 25.000 euro di multa
– Evasione fiscale
– Periodo d’imposta anno 2004: condanna definitiva ad 1 anno di carcere (2014)
– Periodo d’imposta anni 2007 e 2008: assolto (2014)
– Falso e corruzione: aumento di pena da 7 anni e 3 mesi a 8 anni e 7 mesi (2014)
 
Il 22 gennaio 2014 il Tribunale del riesame di Milano prende in considerazione la richiesta dei suoi avvocati difensori in quanto Corona soffrirebbe di psicosi, crisi d’ansia e depressione. Dicono addirittura che rischia il suicidio e nei talk show il coro e l’eco rimbalza! Poiché, secondo le perizie, soffrirebbe di un disturbo “borderline”. L’avvocato vuole chiedere la grazia per Corona e che costui possa scontare la sua pena ai domiciliari e svolgendo servizio sociale.



CASSINO, TUTTO PRONTO PER LA 19MA EDIZIONE DI “MILLE GIOVANI PER LA PACE”

Redazione

Scatta il countdown per la 19esima edizione di “Mille Giovani per la Pace”. Lunedì pomeriggio, con la “maratona per la pace” che partirà da piazza De Gasperi alle ore 16, per arrivare nella Cascina di San Pasquale alle ore 17, la Comunità Exodus taglierà il nastro inaugurale dell’edizione 2012 e al contempo inaugurerà il nuovo campo polivalente dove, nel corso della sei giorni, si svolgeranno diversi tornei sportivi. Proprio lo sport, infatti, insieme ai laboratori e agli incontri dedicati alla prevenzione e alla comunicazione, sarà il perno principale cui ruoterà attorno tutta la manifestazione, seguendo lo slogan di don Mazzi “Anche i sogni usano spesso arrivare con le scarpe da tennis”. All’arrivo della maratona, al fianco del responsabile della comunità Exodus Luigi Maccaro, ci sarà don Fortunato Tamburrini che farà le veci dell’Abate dom Pietro Vittorelli; il sindaco Petrarcone, il rettore Attaianese, Luigi Conti, Maurizio Ghini e Giovanni Mazzi. Molte  le novità dell’edizione di quest’anno, a partire dalla location. Non più la piazza, bensì la sede della Fondazione in via San Domenico Vertelle, 23.  Una comunità, quella di don Mazzi, che si va pian piano trasformando da comunità terapeutica a comunità giovanile. «Abbiamo cominciato a ristrutturare e a valorizzare maggiormente la Cascina messaci a disposizione dai monaci benedettini affinché possa ospitare attività utili ai ragazzi nei campi che più facilmente suscitano le loro passioni. I ragazzi ospiti della comunità, sempre più giovani, hanno bisogno di percorsi più brevi ma più intensi e di una maggiore integrazione con i ragazzi del territorio. Mentre i ragazzi del cassinate – spiega Luigi Maccaro – possono trovare molto interessante poter fare sport, musica ed altre attività in un contesto con un elevatissimo valore educativo e preventivo. Stiamo realizzando degli impianti sportivi, trasformeremo la falegnameria in una casa della musica, incrementeremo le attività all'aperto e di volontariato. Sembra una follia. Ma, come dice don Antonio: i folli aprono sentieri che domani verranno percorsi dai normali». E proprio don Antonio Mazzi, ovviamente, sarà presente alla kermesse nella giornata conclusiva dell’evento. “La rivoluzione del sognatore” è lo slogan che farà da cornice alla giornata di sabato 15 settembre che si aprirà alle ore 10 con la manifestazione “I ragazzi raccontano un tempo senza frontiere”. Nel giardino della comunità “il don” spiegherà ai ragazzi del Cassinate cosa significa avere 14 anni negli altri paesi del mondo con le testimonianze di giovani immigrati e gli interventi di Educatori senza Frontiere. A seguire la premiazione degli studenti che hanno partecipato al premio “Missione Reporter 2.0”. Alle ore 18:30 sarà sempre don Mazzi a celebrare la Santa Messa nel giardino della Comunità.  Quindi l’attesissimo spettacolo musicale della sera alle ore 21: “La rivoluzione del sognatore: l’impegno educativo per la crescita del Paese. Parola, musica ed emozioni”. Con Don Mazzi e i ragazzi di Juppiter capitanati da Salvatore Regoli, sul palco allestito nel giardino della Comunità ci sarà la straordinaria presenza di Teresa De Sio, cantautrice e scrittrice italiana.