Vi presento due “Egregi Signori”, padre poliziotto e figlio Avvocato, attenti alla difesa della vita e della dignità umana

di Francesco Tagliente

“Durante il mio mandato da Prefetto di Pisa ho avuto il privilegio di conoscere tanti cittadini benemeriti con una vocazione sociale meritevole di grande rispetto.

Quando ho deciso di istituire il “Servizio di ascolto e sostegno per prevenire tragedie familiari di soggetti in situazioni di disagio originate da motivi economici incolpevoli o comunque riconducibili alla situazione di crisi” ho registrato una immediata convinta disponibilità da parte ti tanti rappresentanti di istituzioni, enti, e associazioni con una forte vocazione istituzionale e sociale.

Tra i primi a manifestare la pronta entusiastica disponibilità, incoraggiante per portare avanti l’iniziativa, fu il presidente dell’Associazione Forense Unione Giuristi Cattolici Unione Locale di Pisa.

L’avvocato Giuseppe Mazzotta, che mi apparve da subito una persona per bene, una grande Uomo particolarmente sensibile alla difesa della vita e della dignità umana, un Egregio Signore.

Con mio grande piacere ora sono stato invitato a presentare il volume.

Il libro sarà presentato a Pisa lunedì 26 novembre 2018 alle ore 17,30, nella sala del Palazzo dei Dodici, piazza dei Cavalieri. Interverrà anche Alfonso Iacono, Ordinario di Storia della Filosofia all’Università di Pisa. Paolo Giommarelli leggerà alcuni brani del libro. Gli interventi saranno moderati da Valeria Martinelli. Sarà presente l’Autore Giuseppe Mazzotta.

La pubblicazione si articola in brevi episodi, di una relazione tra genitore e figlio da cui traspare la personalità ereditata dell’Egregio Signore. La potenza del linguaggio rispettoso della persona anche quando sottoposta a misure coercitive, il portamento signorile elegante, la capacità di ascolto, la famiglia numerosa del sud ricca di valori, il poliziotto servitore della gente con grande umanità e l’eredità di tanti momenti di piccoli semplici gesti e silenziosa ed intima confidenza tra genitore e figlio. Dalla lettura riaffiora la memoria di una relazione genitoriale che prosegue nel corso di tutta l’esistenza.

In questo si sperimenta il “valore dei valori”, quando la relazione coi nostri cari prosegue anche in loro assenza, sulla traccia lasciata. In un mondo ove ciascuno insegue la costruzione di un’identità attraverso quanto ritiene di riuscire a fare; i valori ci mettono in contatto con l’identità che scaturisce da ciò che già siamo, e che offre all’onestà, all’ascolto, alla presenza, alla generosità e comprensione, il contenuto che ci accomuna tutti, rendendoci parte di una comunità.

 

E’ per questo che le storie come quelle narrate nel volume riflettono il contenuto costituzionale dei valori evocati, riportandoci alla nostra Costituzione come alla Carta che tutti sappiamo (qualche volta limitandoci, purtroppo, a ripeterlo acriticamente) avere recepito e incarnato i valori sui quali si fonda la nostra convivenza civile: che ne sarebbe della funzione del poliziotto senza il rispetto per chi, anche dolorosamente, beneficia del suo intervento con la cura il rispetto che ne riceve per la sua intangibile dignità umana e per la conseguente speranza di un suo recupero?

Non sarebbe il caso di fermarsi a riflettere sul favore che rispetta i limiti del diritto ma è al contempo espressione generosa di una presenza che si fa tale anche oltre l’orario in cui si deve compiere il proprio dovere? E che dire, ancora, dell’Autorità con la quale, invece di fornire sempre risposte, si aiuta ad individuare correttamente le domande che dobbiamo porci? E non dimentichiamoci della cultura, nella quale ognuno ha un posto, anche e soprattutto chi si limita, senza la pretesa di realizzare opere d’arte, a ricrearle ogni giorno custodendole con la sua opera, quella del bambino del racconto che salva i libri dal macero o quella di chi ne lascia pulito il luogo che le ospita. Una comunità, appunto.

Dentro a questa comunità possiamo senz’altro ritrovarci e riconoscerci, anche grazie al registro espressivo dell’antologia, nei fatti sospesi in un tempo attualissimo proprio perché remoto, cioè nel nostro caso profondo, tipicamente narrativo, nostro.

La lettura del libro “Egregio Signore” ci offre l’occasione per tenere vivi i valori, condividendoli e declinandoli, anche nell’intimità della nostre relazioni familiari.