Regionali, raddoppiano i votanti in Emilia Romagna rispetto il 2014

Raddoppiano le persone che si sono recate al voto in Emilia Romagna per le elezioni del Presidente e dell’Assemblea legislativa rispetto la precedente tornata elettorale del 2014, mentre in Calabria il dato di affluenza è pressoché simile a quello delle precedenti regionali.

Così alle 19 il dato registrato dal Ministero dell’Interno è del 58,82% di votanti per l’Emilia Romagna, rispetto il 30,89% delle scorse elezioni mentre in Calabria si è registrato un 35,52% contro il 34,80% della precedente tornata.




ELEZIONI REGIONALI: IN LIGURIA TRIONFA TOTI, IN VENETO RICONFERMATO ZAIA

di Angelo Barraco

Liguria – Concluso lo spoglio in Liguria per le elezioni regionali, il nuovo governatore è Giovanni Toti. La Liguria quindi, dopo dieci anni di governo di centrosinistra, torna con un governo di centrodestra. In Liguria ha votato un cittadino su due e su 1.357.540 soggetti aventi diritto al voto, si sono recati a votare circa 688.014 ovvero il 50.68% di cittadini. Giovanni Toti, ha ottenuto 226.603 voti, pari al 34,44% e sei seggi. La coalizione di centrodestra nella sua totalità ha ottenuto 203,274 voti, pari a 37,71%, un totale di nove seggi. La Lega Nord ha ottenuto 109.203 voti, che corrispondono al 20,25% e 5 seggi. Forza Italia ha ottenuto 68.283 voti, pari al 12,66% e 3 seggi; Fratelli d’Italia ha ottenuto 16.525 voti pari al 3,06% e un seggio; Area popolare ha ottenuto 9263 voti, pari all’1,71% e nessun seggio. Raffaella Paita ha ottenuto 183.191 voti pari al 27,84% e un seggio con il voto disgiunto. La sua coalizione di centrosinistra ha ottenuto 163.574 voti che corrispondono al 30,34% e ben sette seggi. Il Pd ha ottenuto 138.190 voti pari al 25,63% e ben sette seggi; la Lista Ligure 17.056 voti che corrisponde al 3,16% e nessun seggio; la lista Liguria Cambia ha ottenuto 8328 voti pari all’1,54% e nessun seggio. Per quanto riguarda il Movimento Cinque Stelle, Alice Salvatore ha ottenuto 163.433 voti che sono pari al 24.84%. M5S ha ottenuto 120.147 voti che corrispondono al 22,29% e sei seggi. Luca Patrosino ha ottenuto un numero di voti pari al 9,41% e le sue liste hanno ottenuto voti pari al 4,09%. Enrico Musso di Liguria Libera ha ottenuto 10.662 voti che corrispondono all’1,62% e nessun seggio e la sua lista ha ottenuto un numero di voti pari ad 8.408 che corrispondono all’1,55%. Matteo Piccardi ha ottenuto un numero di voti pari allo 0,78%, la sua lista Partito comunista dei lavoratori ha ottenuto un numero di voti pari allo 0,56%. Antonino Bruno ha ottenuto lo 0,73% di voti, la sua lista che si chiama Progetto altra Liguria ha ottenuto lo 0,73% di voti e nessun seggio. Ed infine Mirella Batini ha preso 2015 voti che corrispondono allo 0,30% e la sua lista che si chiama Fratellanza donne ha preso un numero di voti che corrisponde allo 0,20%. 
 
Veneto – Luca Zaia è stato riconfermato alla presidenza della Regione Veneto, ha ottenuto il 47,2% contro il 22,8% della sfidante di centrosinistra Alessandra Moretti. Le proiezioni stimano i Dem a 16,4%, contro un 20,3% delle regionali del 2010 e contro il 37,5% delle europee del 2014. La Moretti si congratula con Zaia e scrive su Twitter: “Le mie congratulazioni a @zaiapresidente, grazie ai volontari e a chi mi ha votata. È stata una campagna bellissima, ora faremo opposizione. Da oggi si lavora anche per il futuro dei tanti he hanno creduto nel cambiamento”. Flavio Tosi, ex leghista che era sceso in campo contro Zaia, si è piazzato al terzo posto ottenendo il 13,7%. Il risultato più basso è quello del M5S di Jacopo Beti che ha ottenuto l’11%, altri cantidati come Alessio Morosin (Indipendenza Veneta) e Laura di Lucia Coletti (l'Altro Veneto) hanno ottenuto risultati ancora più bassi che vanno tra il 2 e l’1%. Il Veneto vi è stata anche una grande affluenza di voto pari al 57,2% ed è stata la regione che ha avuto maggiore affluenza.  Nei risultati parziali di lista, Zaia supera nettamente con la sua civica lo stesso risultato del Carroccio, 19,6% contro il 15%, Forza Italia invece correva con Zaia e ha ottenuto un risultato inferiore rispetto al 2010 e ha ottenuto il 6%. 



CAMPANIA, ELEZIONI : DE LUCA TRIONFA CON OLTRE IL 40% DI VOTI

di Christian Montagna

Campania-
 Con tre punti percentuale di vantaggio rispetto al governatore uscente, la vittoria è stata del candidato Pd Vincenzo De Luca. Il sindaco di Salerno, che la settimana precedente alle elezioni aveva tanto fatto parlare di se a causa della presenza nella lista degli Impresentabili del suo nome, ha ottenuto oltre il 40% di preferenze. A seguire, il governatore uscente Caldoro (38,5%) e Ciarambino (17,06%). Il vantaggio di De Luca sarebbe di migliaia di voti.

Per tutta la notte, i sondaggi lo avevano dato come favorito, conquistando di ora in ora sempre più punti di vantaggio. Soltanto a Salerno, il 70% dei voti sono andati a De Luca. Dal comitato elettorale di Caldoro giungono però notizie di incoraggiamento: fino all’ultima sezione infatti i giochi saranno ancora aperti. Il M5S con la candidata Valeria Ciarambino, ha toccato il 20% di preferenze consentendo ad un gruppo di grillini di poter sedere nei banchi del Consiglio Regionale Campania. 

Si sono da poco concluse le conferenze stampa di entrambi i leader Caldoro e De Luca. Questa sera, in piazza a Salerno, il vincitore festeggerà con il suo popolo il trionfo. Lo stesso scontro, si ripropose appena cinque anni fa. L’astensionismo è stato quasi record: solo il 51,9% degli aventi diritto è andato a votare, l’11 % in meno del 2010. Felicità espressa anche da Valeria Ciarambino che punta ora al recupero del reddito di cittadinanza. 

Oltre per il rinnovo del Consiglio regionale, in Campania si è votato anche per scegliere in 75 Comuni il nuovo sindaco e per rinnovare il Consiglio comunale. Nessun capoluogo di provincia, 21 i comuni sopra i 15mila abitanti e nei quali, quindi, potrebbe essere necessario il ballottaggio: tutti concentrati nelle province di Napoli, Salerno e Caserta. Nell'area metropolitana di Napoli si va al voto in 27 comuni; tra questi spicca Giugliano, 120mila abitanti che ne fanno il comune non capoluogo di provincia più popoloso d'Italia. Il Comune è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche nel 2013 e affidato a un commissario straordinario per 18 mesi, mandato che è stato poi prolungato nell'agosto del 2014.




ELEZIONI: ECCO I DATI DALLE REGIONI

di M.L.S.

I risultati delle regionali vedono il centrosinistra portare a casa la vittoria in Campania, strappata agli avversari dell'opposta fazione, Puglia, Umbria, Marche e Toscana. Il centrodestra, invece, si conferma in Veneto e strappa a tutti la Liguria da sotto il naso.
Per 5 regioni, il risultato è emerso lampante già dalle prime proiezioni: in Puglia, Toscana e Marche il centrosinistra si è imposto fin da subito, al pari del Veneto leghista di Luca Zaia e della sorpresa ligure firmata dal berlusconiano Giovanni Toti. Intanto, i Grillini si mantengono in agguato e cresce, soprattutto al nord la voglia di Lega. In ogni caso, l'affluenza alle urne registrata per queste regionali è stata del 52,2%, quasi meno 12% rispetto alle precedenti consultazioni DEL 2010 in cui l'affluenza era stata del 64,1%.

In CAMPANIA, il PD viene portato in alto dall'impresentabile De Luca che vince, legge Severino permettendo, con oltre il 40% delle preferenze. Questo mantiene 3 punti percentuali di distanza sul secondo, Stefano Caldoro di FI, attestatosi al 38,3%, e stacca di gran lunga il M5S di Ciarambino che sale sul gradino più basso del podio con un 17%.

In PUGLIA, il centrosinistra vince a mani basse con Michele Emiliano che, superato ampiamente il 40% dei consensi, da il cambio a Niki Vendola mantenendo l'egemonia del centrosinistra nella regione. Quì, con l'affluenza ai minimi storici ferma al 51,2%, la seconda a tagliare il traguardo è stata la grillina Laricchia, seguita a ruota dal fittiano Schitulli. Fuori dal podio Adriana Poli Bortone sostenuta da FI.

In UMBRIA la candidata del PD Catiuscia Marini arriva prima con il 42,8%, sopra il candidato presidente per la coalizione di centro destra ,Claudio Ricci, che chiude con un 39,3% e il pentastellato Andrea Liberati che si attesta al 14,31%

Nelle MARCHE, eletto governatore Luca Crescioli del PD che si è imposto con il 41,1%, sotto Giovanni Magi del M5S con il 21,8% e il candidato di FdI-AN e Lega Francesco Acquarioli, che ha raggiunto il 18,98%.

In TOSCANA, Enrico Rossi del PD vola alto e vince con il 48% delle preferenze, conquistando la leadership già alla prima proiezione da 40 punti percentuali. Al secondo posto Claudio Borghi della Lega Nord che chiude con il 20% dei voti.

In LIGURIA,
la coalizione di centrodestra firmata Giovanni Toti sorprende tutti e sfila la vittoria dalle mani del centrosinistra, fragile e diviso da una netta spaccatura. Toti, con il 34%, si trova a vincere con sei punti percentuali di scarto rispetto alla candidata PD Rafaella Paita. Al terzo posto, i pentastellati che sfiora il 25% con la candidata Alice Salvatore.

In VENETO, l'esponente del Carroccio Luca Zaia è l'unico a superare il 50% delle preferenze, asfaltando la candidata del PD Alessandra Moretti, ferma al 23%, che si è subito complimentata per la conferma della Lega in Veneto. Anche in Veneto l'affluenza ai seggi è stata ridotta ai minimi termini, con un 57% che, rispetto alle altre regioni, è uno dei numeri più alti d'Italia.




ELEZIONI REGIONALI: TRA I 17 IMPRESENTABILI C'E' DE LUCA DEL PD

di Christian Montagna

Con un ampio discorso introduttivo, l’On. Rosy Bindi, presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul fenomeno delle Mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere, ha comunicato dalla Camera dei Deputati le liste degli Impresentabili. Dopo aver sottolineato l’assenza di progetti riguardanti ambiente e società nei futuri candidati, ha evidenziato soltanto l’interessamento di molti candidati alla Legge Severino. Il codice della Commissione Antimafia è meno esteso della Legge ma più rigoroso: sono stati inseriti i reati spia di infiltrazioni mafiose. Appaiono dunque “impresentabili” gli indagati per reati ambientali e di corruzione e i condannati in primo grado per reati di peculato e abuso di ufficio; casi di assoluzione per reati rientranti nel codice con giudizio ancora pendente; casi di condanna per reati rientranti nel codice con giudizio ancora pendente.


Rosy Bindi rilancia le accuse verso chi ha giudicato invadente il lavoro della Commissione in un periodo di elezioni. Sono stati pubblicati infatti proprio l’ultimo giorno per non entrare in merito alle elezioni. I dati utilizzati sono stati quelli riservati esclusivamente alla Commissione e non a tutti i cittadini. Il lavoro svolto in meno di un mese, a differenza degli altri anni in cui è stato pubblicato dopo le elezioni, quest’anno si è voluto concludere in anticipo grazie al potere conferito alla Commissione di poter accedere a tutte le banche dati del paese . Con l’aiuto delle Prefetture italiane e della direzione nazionale Antimafia, sono stati esaminati circa 4 mila candidati e sono state riscontrate anomalie su alcuni di essi. Sono perciò stati analizzati i numerosi iter legislativi riguardanti ogni singolo candidato per fornire un risultato chiaro e sicuro. “Con questo codice”, dice Rosy Bindi, “ si è voluto informare i cittadini sulla qualità del personale candidato che andranno a votare ma non comporta la candidabilità o la presentazione dei candidati alle elezioni.” Lo stesso lavoro per questioni di tempo non è stato possibile per le Elezioni Amministrative ma sarà eseguito successivamente alle elezioni.

 

Sono 13 e tutti campani i candidati impresentabili alle Regionali, oltre ai 4 pugliesi individuati dalla commissione Antimafia. Ecco i nomi:

Il candidato presidente del Pd Vincenzo De Luca

Antonio Ambrosio di Forza Italia

Luciano Passariello di Fratelli d’Italia

Sergio Nappi di ‘Caldoro presidente’

Fernando Errico di Ncd

Alessandrina Lonardi di Forza Italia

Francesco Plaitano di Popolari per l’Italia

Antonio Scalzone e Raffaele Viscardi entrambi di Popolari per l’Italia

Domenico Elefante di Centro democratico-Scelta civica

Biagio Iacolare dell’Udc

Carmela Grimaldi della lista Campania in rete

Alberico Gambino della lista Meloni Fdi

 

Tra questi, dunque, ci sono anche il candidato del centro sinistra in Campania Vincenzo De Luca, sulla cui candidatura pende la legge Severino, e Sandra Lonardo, moglie dell’ex ministro Clemente Mastella.

 

L'ATTACCO DI DE LUCA SU FACEBOOK

Nell’ultima giornata di campagna elettorale, ho appreso che la signora Rosy Bindi segnala il mio nome tra gli #impresentabili in relazione ad una vicenda giudiziaria di 17 anni fa, relativa alla vertenza di lavoro degli operai dell’Ideal Standard. Ho già dato mandato al mio legale di querelare per diffamazione la signora Bindi. Premesso che tutti gli atti amministrativi in questione sono stati sollecitati dal Prefetto dell’epoca e dalle organizzazioni sindacali, io ho rinunciato alla prescrizione e sono orgoglioso di aver le preso decisioni urbanistiche necessarie a salvare 250 lavoratori dell’Ideal Standard. Oggi rifarei tutti gli atti esattamente come 17 anni fa. Inoltre, l’ipotesi di "concussione" che mi riguarda è relativa ad oneri di urbanizzazione richiesti a vantaggio del Comune, e calcolati dall’ufficio tecnico. Sfido la signora Bindi ad un dibattito pubblico entro la mattinata di domani, per poterla sbugiardare e dimostrare che l’unica impresentabile è proprio lei, pia Donna di Potere, che ha utilizzato fra i suoi sponsor politici uno dei peggiori esponenti della clientela politica in Campania, massimo produttore del debito sanitario, di cui illustrerò opere e virtù nel corso del confronto. Per il resto è sempre più evidente che questa campagna di aggressione vuole essere un vile ed irresponsabile attacco a Renzi, e che la politica politicante – in modo trasversale – è terrorizzata dalla paura che Vincenzo De Luca possa governare la Campania, e fare piazza pulita. Perderanno comunque. #aTestaAlta

 


 




DOMENICA AL VOTO 7 REGIONI E 512 COMUNI

Redazione
Domenica 31 maggio 2015, dalle ore 7.00 alle ore 23.00, si svolgeranno le operazioni di voto per le elezioni dei presidenti e dei consigli regionali nelle Regioni Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia e dei sindaci e dei consigli di 512 comuni delle regioni a statuto ordinario (di cui 12 capoluoghi di provincia). Nella medesima data si voterà per l'elezione dei sindaci e dei consigli comunali in 10 comuni del Friuli Venezia Giulia (di cui nessun capoluogo di provincia), in 167 comuni della Sardegna (di cui 3 capoluoghi di provincia) e in 53 comuni della Sicilia (di cui 2 capoluoghi di provincia); in Sicilia si voterà domenica 31 maggio dalle ore 8.00 alle ore 22.00 e lunedì 1° giugno dalle ore 7.00 alle ore 15.00. In caso di effettuazione del turno di ballottaggio per l'elezione dei sindaci si voterà domenica 14 giugno dalle ore 7.00 alle ore 23.00; in Sicilia si voterà domenica 14 giugno dalle ore 8.00 alle ore 22.00 e lunedì 15 giugno dalle ore 7.00 alle ore 15.00.

Lo scrutinio dei voti inizierà a partire dalle ore 23.00 di domenica 31 maggio, subito dopo la conclusione delle operazioni di voto e l'accertamento del numero dei votanti (tranne che in Sicilia ove lo scrutinio inizierà alle ore 15 di lunedì 1° giugno). In caso di contemporaneo svolgimento di elezioni regionali e comunali lo scrutinio relativo alle elezioni regionali inizierà alle ore 23.00, mentre quello relativo alle elezioni comunali verrà rinviato alle ore 14 di lunedì 1° giugno.
 




LAZIO ELEZIONI REGIONALI: AL MOMENTO OTTO CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE

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Angelo Parca

Lazio – Le elezioni regionali nel Lazio si svolgeranno il 24 e il 25 febbraio, unitamente alle politiche 2013.

I Candidati:

Il candidato del Centrosinistra è Nicola Zingaretti, già presidente della Provincia

Il candidato del Centrodestra per la Regione Lazio. Si tratta di Francesco Storace, leader della Destra. Storace comunque non sarà capolista del suo partito, lasciando spazio a Teodoro Buontempo per la Camera e a Roberto Buonasorte per il Senato.

Giorgia Meloni, già Ministro della Gioventù, potrebbe candidarsi alla Presidenza della Regione. La Meloni ha fondato insieme a Guido Crosetto e Ignazio La Russa il movimento Fratelli d’Italia.

Il Centro ha deciso di puntare su Giulia Bongiorno

Il Movimento 5 Stelle annuncia Davide Barillari.

Fiamma Tricolore candida Luca Romagnoli

CasaPound candida Simone Di Stefano

Il Movimento Fare per Fermare il declino di Oscar Giannino propone Alessandra Baldassari.

 

I sondaggi: 

Si profila un braccio di ferro tra Zingaretti e Storace, anche se per il momento Zingaretti è in vantaggio.

Sembrerebbe che da gli ultimi sondaggi di Euromedia Nicola Zingaretti è dato al 44,8%, seguito da Francesco Storace al 32%.

In terza posizione la candidata del Terzo Polo Giulia Bongiorno, che arriva all’11,2%, seguita dall’esponente del Movimento 5 Stelle Davide Barillari al 8,4%.

I nomi che seguono quelli dei candidati principali: Roberto Fiore di Forza Nuova (1%), Simone Di Stefano di Casa Pound (1%), Luca Romagnoli della Fiamma Tricolore (0,4%). Ancora un dato non certo per Alessandra Baldassari di Fare per fermare il Declino che comunque oscillerebbe tra lo 0,5 e l’1%.




LAZIO ELEZIONI, SULLA DATA DECIDE IL TAR: SI VOTA IL 3 E 4 FEBBRAIO. BOCCIATO IL DECRETO POLVERINI

Redazione

Lazio – Il Tar boccia il decreto Polverini sulla data delle elezioni. Il Tar ha annullato il decreto del presidente Polverini nella parte relativa alla non individuazione specifica della prima data utile. Il decreto della Regione fissava le elezioni per il 10-11 febbraio. La prima data utile per le elezioni nel Lazio, secondo il Tar, è invece il 3-4 febbraio, data in cui dovranno svolgersi le elezioni regionali.

Il convincimento è espresso nel decreto in merito all'obbligo «di assicurare lo svolgimento delle elezioni entro il più breve termine tecnicamente compatibile con gli adempimenti procedimentali previsti dalla normativa vigente in materia di operazioni elettorali – sancito dalla sentenza della cui esecuzione si tratta – di per sé costituisce una parziale reintegrazione in forma specifica dell'obbligo primario rimasto inevaso, essendo volto a limitare al minimo – per quanto possibile e tenuto conto del decorso del tempo – l'ulteriore pregiudizio per i valori di rilievo costituzionale che emergono nella presente vicenda».

Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha firmato venerdì il decreto per indire le elezioni regionali nel Lazio per il 3 e il 4 febbraio. Il ministro dell'Interno dovrà, quindi, in qualità di commissario ad acta, rinnovare «il decreto di indizione delle elezioni regionali per i giorni 3 e 4 febbraio 2013 entro il termine di 3 giorni dalla comunicazione o notificazione del presente provvedimento». Così il presidente delle II sezione bis del Tar, Eduardo Pugliese, nel decreto presidenziale con cui ha accolto l'istanza del movimento Difesa del cittadino.