Elisabetta Alberti Casellati: chi è e cosa ha detto la neo-presidente in Senato 

Appena eletta alla presidenza del Senato, Elisabetta Alberti Casellati ha rivolto ai colleghi un discorso che è partito da un appello all’unità e si è concluso con l’impegno per le sfide che attendono il Paese. Ecco i 6 elementi chiave del suo intervento.

 

L’appello all’unità

Servono unità di intenti, pur nella diversità di opinioni e indirizzi, consapevolezza delle difficoltà non disgiunta da ragionevole ottimismo, rispetto reciproco delle forze politiche nel solco delle regole comuni.

 

La prima volta di una donna

Mi perdonerete l’emozione, ma la scelta che avete compiuto, eleggendo per la prima volta una donna alla presidenza di questa Assemblea, rappresenta per me una responsabilità che non posso celare dietro nessun preambolo di circostanza…

Un onore, oltre che come detto una responsabilità, che sento doveroso condividere proprio con tutte quelle donne che con le loro storie, azioni, esempio, impegno e coraggio, hanno costruito l’Italia di oggi; un grande Paese democratico e liberale in cui nessun obiettivo, nessun traguardo è più precluso.
Penso alle mai abbastanza ricordate eroine del Risorgimento che hanno lottato per quel sogno chiamato Italia; penso alle tante ragazze, di ogni estrazione sociale e di ogni credo religioso

 

Il cambiamento

Auguro buon lavoro a tutti, ma specialmente ai moltissimi che siedono in questa Aula per la prima volta. Ho visto che solo un terzo dei senatori erano parlamentari nella precedente legislatura. E’ un dato macroscopico di innovazione che testimonia il grande cambiamento che il Paese ha inteso esprimere con questo voto e questo Senato saprà ben rappresentare.

 

La sconfitta dell’astensionismo

Un pensiero va al 27,1% di italiani che non hanno votato. Questa è sempre una sconfitta per una democrazia parlamentare. E’ un dato preoccupante: riportare alla politica e alle urne una così cospicua quantità di cittadini deve essere un impegno condiviso, un impegno che si onora con la presenza, con il coinvolgimento, con la vicinanza al territorio, in una parola con la politica intesa come spirito di servizio.

Un passato turbolento

Gli ultimi 10 anni sono stati caratterizzati, a livello internazionale, dalla grave crisi finanziaria che ha cambiato il mondo. Imprese, famiglie e lavoratori hanno sopportato il peso delle ripercussioni economiche, hanno sostenuto sacrifici, hanno dovuto cambiare il proprio stile di vita. Un cambiamento che ha inevitabilmente coinvolto le stesse istituzioni. La politica, oggi più di ieri, è chiamata a dare risposte concrete: con le azioni, l’esempio, i risultati.
Starà a ognuno di noi saper affrontare le nuove sfide alle quali saremo chiamati. A partire da un ripensamento del ruolo e dei compiti dello Stato. Il progresso impone la capacità di innovare, riformare, mettere in discussione le certezze del passato per poter governare il cambiamento.

Un futuro incerto

Il tema delle riforme sarà quindi centrale, vedrà le forze politiche chiamate a dare segnali precisi, investendo il tema dell’assetto delle istituzioni, a tutti i livelli. Così come non potrà essere ignorato il completamento del riassetto delle autonomie locali.
L’epoca della globalizzazione offre opportunità e conoscenza, portando con sé, allo stesso tempo, il rischio di nuove marginalizzazioni, un rischio che non può essere ignorato né sottovalutato.
A partire dall’economia reale. A partire dal lavoro. Sono troppi gli italiani che non hanno un’occupazione, soprattutto tra i giovani, in particolare nel mezzogiorno.

L’industria 4.0 cambierà nei prossimi anni l’approccio al mondo del lavoro; alle istituzioni il compito di accompagnare tali processi restituendo fiducia nel domani, garantendo a tutti diritti e dignità, sostenendo chi è rimasto indietro.
Così come sarà sempre più necessaria una attenzione particolare alle categorie a rischio di emarginazione, agli anziani, ai disabili, ai troppi cittadini in condizione di disagio sociale, di povertà alimentare.
Come del resto sarà necessario sviluppare il tema del sostegno alle imprese, alla produzione, a chi ogni giorno contribuisce a fare del Marchio Italia il più prezioso biglietto da visita dell’ingegno, della creatività, delle capacità degli italiani.

Chi è

Discendente di una famiglia nobile di rango marchionale, si è laureata in Giurisprudenza all’Università di Ferrara e in Diritto Canonico nella Pontificia Università Lateranense, ed è stata poi ricercatrice universitaria per il settore scientifico-disciplinare IUS/11 “Diritto canonico ed ecclesiastico” presso l’Università di Padova. È iscritta all’Ordine degli avvocati di Padova.

 

Carriera politica

Ha aderito a Forza Italia fin dalla sua fondazione, nel 1994. Negli anni è stata componente del Collegio nazionale dei probiviri, dirigente nazionale del Dipartimento sanità di Forza Italia e vice dirigente nazionale dei dipartimenti di Forza Italia.

Eletta per la prima volta senatrice nel 1994, nella XII legislatura è stata segretaria del gruppo parlamentare di Forza Italia al Senato e presidente della Commissione Sanità.

Dopo la mancata elezione del 1996 è stata rieletta al Senato nel 2001. Durante la XIV legislatura è stata vice-capogruppo di Forza Italia e dal 2002 al 2005 è vice capogruppo vicario. È stata sottosegretario alla salute del Governo Berlusconi II dal 30 dicembre 2004 al 25 aprile 2005 e del Governo Berlusconi III dal 26 aprile 2005 al 16 maggio 2006.

Rieletta in Senato nella XV legislatura, ha ricoperto l’incarico di vice presidente del gruppo al Senato.

In occasione delle elezioni politiche del 2008 viene riconfermata come senatrice. Ha inoltre ricoperto l’incarico di sottosegretario alla giustizia dal 12 maggio 2008 al 16 novembre 2011 nel governo Berlusconi IV.

Nel corso della successiva legislatura è eletta nel consiglio di presidenza del Senato come segretario d’aula. Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, ha aderito a Forza Italia[4]. Dal 14 gennaio 2014 è stata capogruppo di Forza Italia nella Giunta delle Elezioni e del Regolamento e della I Commissione Affari Costituzionali del Senato.

Il 15 settembre 2014 è stata eletta dal Parlamento in seduta comune membro del Consiglio Superiore della Magistratura al settimo scrutinio con 489 voti, in quota Forza Italia.