DEBITO PUBBLICO, DALLE PRIME AVVISAGLIE ALL'INARRESTABILE FAGOCITAZIONE DI SPERANZE INFRANTE

Emanuel Galea

Un mostro che cresce a dismisura, autoalimentandosi, incubo di tanta gente, perennemente in crescita, ottusamente sottovalutato, da tempo, dalla classe politica.
 
Il rapporto Debito Pubblico/ PIL, fino al 1989, governo De Mita,  ( Ciriaco De Mita Segretario nazionale della Democrazia Cristiana 1982/1989 ) si assestava sotto la soglia 100 e precisamente stava a 93,7%. Ha toccato un picco di 121,8%  nel 1993 a fine mandato Ciampi, per poi riassestarsi a 126,3% al 31 dicembre 2012, fine mandato Monti.
 
L’inizio della corsa al rialzo risale al 1980. Fino ad allora le banche avevano l’obbligo di comprare i titoli del debito pubblico a tassi molto bassi finanziando così le esigenze di cassa dello Stato.  Abolendo questi vincoli, le autorità monetarie obbligarono lo Stato ad approvvigionarsi di tassi di mercato. La spiegazione fornita allora, una mera illusione, era che si voleva evitare ai democristiani e socialisti, al potere, di utilizzare gli investimenti per fini clientelari.
 
Dopo, si è scoperto che così facendo si obbligava lo Stato a finanziare il disavanzo a tassi di mercato.

Grazie a una certa classe politica miope, collusa ed irresponsabile, il sistema bancario conseguiva guadagni spropositati, acquistando titoli ad altissima remunerazione.
 
Una ulteriore spinta alla corsa al rialzo del debito pubblico avvenne nel luglio del 1981, anno in cui avvenne il ‘divorzio’ Bankitalia-Tesoro. Titolare del Ministero del Tesoro era Nino Andreatta ( Democrazia Cristiana ).

Se accanto a questi fattori aggiungiamo la menzionata eliminazione del vincolo di portafoglio, che obbligava le banche a detenere titoli di stato a tassi bassissimi, è facile capire l’impennata del debito pubblico.

Episodi di chi approfittando dell’occasione prendeva soldi in prestito per investirli poi in titoli non sono stati rari. Gli interessi bancari, ad un certo momento, risultavano inferiori allo stesso rendimento dei titoli pubblici.

Al momento del divorzio Tesoro/Bankitalia il governatore era Azeglio Ciampi e durante il suo mandato, il debito pubblico salì dal 62,40% al 118,40%.
 
La lievitazione del deficit si andava formando perché le spese dello Stato viaggiavano in misura maggiore rispetto le entrate.
 
Per rendere chiaro il corso ‘perverso’ che si era intrapreso ecco il rapporto debito pubblico/PIL, espresso in milioni:

– 2008 1665.705/1575.144

-2009 1762.724/1519.695

– 2010 saliva a 1841.912/1553.166

– 2011 ha chiuso con 1897.179/1580.220


 Emerge più che chiara la progressività del deficit tra debito e PIL.  Sarebbe interessante indagare, per meglio capire, a cosa si attribuisse la crescita della spesa. Implementazione dei servizi sociali non ne risulta nessuna. Forse i partiti sapranno spiegare meglio il fenomeno.

L’uscita della lira dallo SME ha richiamato tutti i poteri finanziari che, a sconti non indifferenti,  hanno comprato tutte le ricchezze italiane. In poche parole, un settore importante della società imprenditoriale non facente parte del mondo finanziario si è trovato emarginato e svantaggiato, costretto suo malgrado, a rallentare il processo produttivo, indebolendo quella parte dell’imprenditoria che fino ad allora formava l’ossatura dell’economia nazionale e quindi dell’occupazione e quindi della crescita.
 
Il trattato di Maastricht del 1992 segna un’altra pietra miliare nella storia del debito pubblico. Un trattato troppo generico al quale sono mancate regole precise, stabilendo obblighi e diritti. Questo evento ha dato il via ad un altro periodo di fruttuosi guadagni per il sistema bancario. Dal 1994 al 2004, per permetterci di entrare nell’euro il debito pubblico fu ridimensionato, portandolo, non è chiaro con quale artificio, dal 124,5% a 103,8%.

Qualcuno allora aveva scritto che il debito non si deve addebitare ad un bravo o cattivo presidente del Consiglio dei Ministri. Il debito è dovuto al ‘processo’ e non all’attore. Non mi sento di condividere questa tesi. Il processo non è che il ‘prodotto’, dell’attività dell’attore. 
 
Una ultima e semplice constatazione. Oggi il sistema bancario dirige, e pertanto di fatto possiede, quasi la totalità del mondo produttivo nostrano.
 
La nostra produzione, stando alle statistiche, fino al 1972 era superiore a quell’europea dell’8%. Dal 1972 fino al 31 dicembre 1981 superava del 40% quell’europea. L’anno 1982 è stato l’inizio di una infausta discesa della nostra economia e ad oggi non mostra segni di ripresa.
 
Qualsiasi persona, anche quella più a digiuno di nozioni di economia, oggi saprà fare una veloce diagnosi della situazione. Ci troviamo con un debito pubblico mastodontico in un sistema di cambi fissi, accordi europei con dei parametri capestro, come il pareggio di bilancio, il fiscal compact con la famigerata soglia del 60% e il ritmo medio di riduzione pari ad un ventesimo l’anno.

Queste considerazioni da sole basterebbero a far venire la pelle d’oca al più freddo degli statisti. La cura per abbassare la febbre al debito pubblico ci sarebbe. Praticare dei salassi e seguire una dieta rigida alla spesa pubblica, come consumi pubblici,  spesa per beni e servizi dell’apparato, trasferimenti, abolizioni dei privilegi e tutto il superfluo.
 
Se poi si considera l’analisi che ha fatto Gian Antonio Stella su Il Corriere , e cioè che i partiti nel scegliere i candidati non cercano competenze oppure professionalità, bensì persone fidate, indottrinate, obbedienti,  pronte a votare l’ordine di scuderia, ci si rende subito conto che davanti alla situazione tragica e compromessa,l’azienda Italia si presenta totalmente esposta a qualsiasi evento.

Il legislativo si presenta debole di strumenti e povero di intelligenze, quelle necessarie in casi così estremi.

La trasmissione “Le Iene” ha dimostrato il livello di Quoziente di Intelligenza e grado culturale di taluni, scelti dall’apparato dei partiti, per rappresentare il Popolo, non hanno saputo dire cosa è la Consob, la OSCE ecc. A questi signori abbiamo affidato il nostro futuro.

I partiti, persino in questo momento tragico, seguitano con il loro teatrino, una fiera di vuoto, del nulla, del già sentito, già visto, del poco credibile, del per niente promettente, per niente rassicurante.
Mai un diritto/dovere, affidato ai cittadini, fu così difficile perché caotico e scadente.

Per andare a votare i prossimi 24 e 25 febbraio ci vorranno  tanti ottura nasi, para occhi e… tirare a sorte.
 




NELL’UFFICIO POSTALE DEL VILLAGGIO DI ANGUILLARA ACCADONO COSE STRANE, CURIOSE CHE FUGGONO AD OGNI LOGICA

[ VIDEO " I SOLITI IDIOTI" L'UFFICIO POSTALE ]

 

Emanuel Galea

Anguillara (RM) – Mi piace definire Anguillara  villaggio e non  paese. Vivendo qui, ormai da qualche anno, mi riesce molto difficile definirla città. Lo so che tanti non condivideranno il mio pensiero, cercherò di farmene una ragione.
Villaggio è un centro abitato, complesso edilizio, normalmente in zone extraurbane, adibito a residenza provvisoria o stabile di una comunità o categoria di persone. Tutto qui, senza alcuna pretesa. Questa  è la definizione che da Wikipedia, definizione che calza perfettamente ad Anguillara. Paese e città sono ben altre realtà.  Però non è di questo che intendo scrivere. Mi interessa raccontare un fatto strano ed assai curioso al quale ho assistito quest’ultimo sabato all’ufficio postale.

Premetto che erano mesi che non mettevo piede in quell’ufficio. Sono ben note le ormai file chilometriche che si è obbligati a fare ogni volta che si ha necessità di servirsi di questo ufficio. Quindi da mesi avevo preso l’abitudine di servirmi dell’ufficio della confinante Osteria Nova dove le attese riescono a mantenersi in tempi ragionevolmente normali. L’altro sabato, dunque, sono ritornato all’ufficio postale di Anguillara. Entrando ho notato che al posto del solito direttore c’era una nuova signora. Ho pensato “avranno cambiato il direttore, le cose funzioneranno meglio”. 

Prendendo  nota che l’ufficio chiudeva alle 12.35, mi sono affrettato ad agguantare il numeretto, e dopo una corsa al bar per un caffè ,  alle 12.10 stavo già seduto dentro, leggendo il giornale, aspettando il mio turno.
 Davanti a me , per il solo servizio di conto corrente c’era una fila di circa 40 persone. Poi c’erano i pensionati, i clienti con libretti di risparmio postali in mano, i clienti per lo sportello delle raccomandate ed altri.  La sala d’attesa era abbastanza affollata e fino alle ore 12.35, giustamente, qualcuno si aggiungeva alle file.

Scocca l’ora di chiusura,alle 12.35 in punto , con la sala strapiena, esce dalla direzione  la signora che secondo me fungeva da direttrice. Si ipotizzava, con altre persone, fosse uscita per chiamare rinforzi in aiuto degli  altri impiegati al fine di smaltire le pratiche. Sarebbe stato un comportamento più che logico, più che normale, più che sensato. Invece contro ogni aspettativa, contro ogni logica,  fa spostare un impiegato dalla postazione dietro il bancone e lo fa piazzare come sentinella vicino l’ingresso per non fare entrare più nessuno.

Il massimo dell’intelligenza, Il colmo dei colmi, cose strane, cose curiose che fuggono da ogni logica.  L’impiegato chiude la porta  dell’ingresso a chiave e si mette lì, a disposizione di chi deve uscire. Un impiegato distolto dal servizio per elevarlo al rango di usciere.

La pazienza dei clienti messa a durissima prova. Dalle 12.10 sono riuscito ad essere servito alle 13.27.

Uscendo  pensavo, possibile che non si possa trovare altro artificio per evitare di distogliere dal servizio un impiegato , lasciandolo allo sportello per smaltire le pratiche? Alle 12.35, forse, la direttrice avrebbe potuto dare istruzioni di rimuovere le due macchinette elimina code, erogatrici di ticket, bloccandole, spostandole in un ufficio chiuso e contemporaneamente  mettendo un avviso, accanto a quello dell’orario, con la dicitura che l’operatore di sportello senza numeretto non avrebbe effettuato il servizio o qualche cosa del genere.

Ti sembrano queste proposte malsane? Secondo te l’unica logica è spostare un impiegato dallo sportello, nel momento quando più serve? Indebolire un servizio invece di  incrementarlo? Io stento a non capire, per me  è cosa da confondere i più sani di mente.

Raccontando al bar dell’accaduto, un cittadino non ha avuto altro da dire che: “questo è quello che passa il convento”. Bravo l’amico. Per lo meno vogliamo tentare di cambiare il priore?
 




ANGUILLARA, DI SOLE INTENZIONI E’ LASTRICATA LA POLITICA DELL'AMMINISTRAZIONE PIZZORNO

Emanuel Galea

Anguillara (RM) – Di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno. Secondo l’immaginario collettivo, l’inferno rappresenta la dannazione, la perdizione… La politica del Comune di Anguillara è più che lastricata di buone intenzioni e di speranze. E stando all’immaginario collettivo, dunque, è avviata verso la strada della perdizione. Che sia ben chiaro, con perdizione si intende la rovina, il default, il fallimento e se ancora non è abbastanza chiaro il concetto: il Comune della cittadina lacustre oggi, domani o dopo domani, è destinato a finire a gambe per l’aria.

Gli amministratori guardano ma non vedono, sentono ma non ascoltano e parlano senza dire niente.
I problemi sono molteplici, nessuno lo nega. La coperta è corta. E sta agli amministratori decidere quale parte coprire. In momenti di magra, fare economia non vuol dire fare a meno del necessario. E mentre la cittadinanza continua ancora ad attendere  che i bravi amministratori inizino a fare a meno del superfluo, vediamo come vengono affrontate alcune tra le criticità da questa amministrazione.

Natale è alle porte e la notte di fine anno segue a ruota. Mancano appena una trentina di giorni per la scadenza dell’ultimatum di Bruxelles- Emergenza Arsenico. Senza meno, i bravi amministratori hanno già pensato a tutto. Però, se così fosse, perché lasciare i cittadini nell’ansia? L’Emergenza arsenico è stata risolta, sì o no?

Dicembre di solito è il mese dei rendiconti. Il momento di tirare le somme. A prescindere da quello che verrà raccontato dagli interessati, i cittadini faranno sicuramente presto a tirare le somme sull’anno politico di questa amministrazione.

Intanto, entro il 17 dicembre, tanto per non scordare la buona amministrazione, i cittadini dovranno versare buona parte del loro dodicesimo stipendio per la quota IMU.  E ringraziano questa amministrazione che ha optato per le aliquote massime. Comunque, brontolando e stringendo la cinghia all’inverosimile, i cittadini pagano, ma poi s’interrogano: cosa ne fa il Comune con questi sacrifici? Ci vorrebbe un libro bianco per illustrare tutti i rivoli che prosciugano i “sacrifici” della povera gente.

Un’idea generale, pescando qua e là tra le spese dell’Ente si può avere. Noi de L’osservatore laziale già abbiamo scritto delle migliaia di euro spesi per abbonamenti a Consorzi, per riviste e giornali online,  [ Art. del 07/11/2012 ANGUILLARA, IL DILEMMA: SERVIZI SOCIALI O UN GIRO IN BATTELLO SUL LAGO ? ] per assistenza informatica, per bagni chimici mai forniti, [ Art. del 29/10/2012 ANGUILLARA, DETERMINE DIRIGENZIALI: E' TEMPO DI SALDI. PAGHI TRE E PRENDI DUE ] per fascia tricolore extra lusso anziché una semplice come si sarebbe convenuto in tempi di spending review, [ Art. del 08/10/2012 ANGUILLARA, FASCIA TRICOLORE, CONTRATTO DA 60MILA EURO E GLI AUMENTI IMU ] per ripetute perizie giurate su stessi immobili, per incarichi di consulenza legale, per incarichi a professionisti, [ 28/10/2012 ANGUILLARA, SPENDING REVIEW DALLA PANNA "MONTATA" DAI CAPO AREA ALLE BRICIOLE CHE TOCCA RACCOGLIERE PER TERRA ] e chi più ne ha più ne metta.

C’è il problema del dirigente part-time e come evidenziato con nostro articolo [ Art. del 26/10/2012 ANGUILLARA: CHI DETERMINA LE DETERMINE OSCILLA TRA IL LEGGITTIMO E L'INOPPORTUNO ] che riguarda la Deliberazione di Giunta Comunale n. 117 del 11.10.2012, sovente questo funzionario è costretto sacrificare il controllo di quello che gli viene presentato  e  firma sulla fiducia. E alcune volte, la fretta diventa cattiva consigliera.

Ci sono i servizi mancati. La manutenzione del manto stradale, [ Art. del 02/09/2012 ANGUILLARA, VIA ANGUILLARESE E LA SICUREZZA: FERMI A META’ STRADA ] la piscina “olimpionica” che ormai è sinonimo di noncuranza, [ Art. del 03/08/2012 ANGUILLARA, TRE SOGNI NEL CASSETTO: MUSEO NEOLITICO, PISCINA COMUNALE E CITTADELLA SOCIO SANITARIA ] monumento al disinteresse ed ai sacrifici dei cittadini buttati alle ortiche.

Si può parlare del vuoto di interesse per la cultura. Un “lumicino” alimentato da favole, giri in barca sul lago mentre la cultura storica viene coperta di una coltre di polvere dell’oblio. Parte di questa testimonianza storica, qualcuno osa chiamare ”una barca”, invece trattasi di una piroga di 8mila anni fa, giace abbandonata in un capannone dimenticato in mezzo al parcheggio della stazione ferroviaria. [ 30/06/2012 ANGUILLARA, IL MUSEO NEOLITICO FA PARTE DELLA CULTURA? ] in attesa di un consigliere con delega alla Cultura (con la C maiuscola) che si interesserà anche di questo reperto storico.

Si può parlare del degrado urbano. l’assessore portavoce della Giunta, perché è l’unico che fa sentire la sua presenza, si sforza di evidenziare il degrado, il comportamento degli incivili che si trovano in ogni Comune. Non una parola si è mai sentita pronunciare da alcuno dei tanti amministratori che si sono susseguiti nel tempo, sul degrado che sta provocando quel rudere abbandonato che deturpa il panorama di Piazza del Molo. [ Art. del 23/05/2012 ANGUILLARA, LA TORRE GALFA E IL RUDERE DI PIAZZA DEL MOLO ] Mistero! Chissà perché nessuno osa prendere provvedimenti per sanare quello scempio. Il capire supera ogni comprendonio.

Il degrado di quella “opera pubblica” quella scalinata ai “soldati”, in via del Molo, che faceva vanto ed onore a qualche amministrazione addietro! Oggi è un sito eretto al degrado ed allo spreco di denaro pubblico.

Finalmente è stato votato il bilancio di previsione per il 2012. [ Art. del 16/11/2012 ANGUILLARA, FUMATA BIANCA PER IL BILANCIO DI PREVISIONE 2012 ] L’opposizione aspetta la delibera per considerare quali iniziative prendere a sostegno delle due pregiudiziali bocciate dal Consiglio. Un bilancio lastricato di buone intenzioni, buone speranze e null’altro.

Come si dice, chi di speranze vive disperato muore. Questo è il dilemma. Meglio morire subito o è preferibile allungare l’agonia? Questa lunga agonia ovverosia accanimento terapeutico, quanto può incidere sui già tartassati cittadini?.

tabella PRECEDENTI SU EMERGENZA ARSENICO AD ANGUILLARA:

31/10/2012 ANGUILLARA, EMERGENZA ARSENICO: ASPETTANDO GODOT CHE VIEN DALLA PISANA
21/10/2012 LAZIO, EMERGENZA ARSENICO: ANGUILLARA SI DISTINGUE PER GRAVITA'.
26/07/2012 ANGUILLARA EMERGENZA ARSENICO. SI E' TENUTA OGGI LA CONFERENZA DI SERVIZI TRA COMUNE E REGIONE
17/07/2012 ANGUILLARA, 2 SI PER L’ACQUA BENE COMUNE: UN ANNO DOPO
14/07/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO, APPELLO AI COMUNI: SE ADERITE AL NUOVO RICORSO SONO POSSIBILI 1.500 EURO A FAMIGLIA
03/07/2012 ANGUILLARA EMERGENZA ARSENICO: L’ASSESSORE MATTEI MANTENGA LE PROMESSE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE
28/06/2012 ANGUILLARA, ACQUA ALL’ARSENICO È SEMPRE EMERGENZA
27/06/2012 ANGUILLARA EMERGENZA ARSENICO: LA FONTE CLAUDIA E’ LA SOLUZIONE
11/06/2012 ANGUILLARA E' ALLARME FLUORO: LA SALUTE NON PUO’ ASPETTARE.
26/05/2012 ANGUILLARA, LA SALUTE NON E’ IN VENDITA
06/03/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO, IN PROVINCIA DI ROMA ANGUILLARA HA SITUAZIONE CRITICA

 




LA PALESTINA NELL’ONU METTEREBBE HAMAS FUORI GIOCO.

Emanuel Galea

Dopo anni di tentativi diplomatici falliti, forse è arrivato il momento di sperimentare vie nuove. La richiesta di riconoscimento dello stato della Palestina all’Onu, presentata da Abu Mazen, sarà discussa il prossimo 29 novembre. Il Consiglio di Sicurezza dovrà pronunciarsi in merito all’ammissione della Palestina in quanto “paese osservatore”. La richiesta, molto probabilmente, è destinata a cadere nel vuoto. Benjamin Netanyahu già l’ha denunciata come destabilizzante per il processo di pace e New York voterà contro.

L’Europa, come al solito, ancora non ha fatto conoscere la sua posizione. Da tempo giace inascoltata la proposta dei Radicali di fare entrare Israele come membro dell’Europa Unita.  La combinazione “Israele nella Comunità Europea e la Palestina nell’ONU” sarebbe garanzia per la pacifica convivenza dei due stati. L’iniziativa agirebbe da sola come un “cessato il fuoco” definitivo.

Intanto il conflitto Israeliano-Palestinese non si ferma ed i missili da Gaza continuano a partire verso i territori israeliani e quelli israeliani piovono sulla striscia di Gaza. Ogni commentatore riporta i fatti visti dal punto di vista della linea politica del suo giornale. Tracciare un chiaro quadro della situazione diventa molto difficile.
Il presidente Morsi non può essere un mediatore credibile visto che apertamente si è dichiarato pro  per una parte. Non lo può fare neanche Erdogan. L’Europa tarda a decidere, eppure sarebbe questa la più credibile tra le parti. La rappresentanza diplomatica palestinese, attribuisce l’escalation del conflitto di questi giorni, dicendo che Israele vuole influenzare il Consiglio di Sicurezza per non ammettere lo stato di Palestina nel seno dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e far ottenere ai palestinesi lo status di paese osservatore.

Se per Abu Mazen, questo accendersi del conflitto, lo si spiega in vista della decisione che dovrebbe prendere il Consiglio di Sicurezza  il prossimo 29 novembre, per Hamas la richiesta di venire ammessi all’Onu è una sorta di concorrenza interna.

Se per caso, il 29 novembre il Consiglio di Sicurezza si  pronunciasse a favore dell’ammissione della Palestina, la posizione di Hamas cambierebbe completamente. Dovrebbe abbandonare la sua politica bellicosa, sempre che non voglia essere trattato da terrorista. Nel frattempo Israele, non avendo più pretesti, più o meno validi, sarebbe costretto a ritornare al tavolo di negoziazione. Solamente così si spera di allontanare i venti di guerra che ogni giorno soffiano sempre più forti.

 




ROMA, VIA VENETO: ARRIVEDERCI RINO

Chiara Rai

ROMA – Non può essere un addio la partenza di Rino perché lui, tutti i giorni sarà vivo per la smisurata energia che ci ha lasciato. Rino era oltre perché guardava sempre oltre l’oltre. Onesto, sincero, schietto, polemico, ribelle, innamorato della vita, della sua famiglia dei suoi affetti e amico unico e irripetibile. Rino era un vulcano, era ‘pane al pane vino al vino’, semplice ma elegantissimo anche quando non indossava la cravatta. Bastava sedergli accanto un attimo al tavolino all’aperto del suo Harry’s Bar per accorgersi che il suo sguardo puntava oltre le colonne d’Ercole, ad isole lontane dove già poteva scorgere le sue idee realizzate, concretizzatesi in un momento, per lui bastava volerlo. Solo un simile genio riusciva a penetrare l’inesplorabile e nel momento che pensava “l’impossibile”, questo aveva già bussato alla sua porta. Infatti Rino può essere preso d’esempio, come ha detto anche lo zio nella predica, perché è riuscito a superare se stesso. Nato in piccolo paese, Galluccio, in provincia di Caserta e approdato a Colleferro in provincia di Roma è diventato barbiere e da barbiere è uscito fuori dal suo paese per trasferirsi a Roma e dopo poco tempo, proprio perché si è saputo sempre sperimentare e mettere alla prova è diventato l’imperatore di via Veneto, proprietario dell’Harry’s bar, emblema della Dolce Vita e fondatore dell’associazione dei commercianti dell’intera famosa strada, Commendatore della Repubblica Italiana e tanto altro. Ha amato quel posto, “casa sua”, si arrabbiava Rino, sbraitava, quando le istituzioni e la politica allentavano l’attenzione sulla strada più famosa di Roma. Si è interessato con gusto indiscusso e sovrano di tutto per anni: Dalle aiuole alle magnifiche luminarie sotto Natale. “Da presidente – mi disse un paio di anni fa – addobbammo un grande albero di Natale che nulla aveva da invidiare a quello di Central Park, di fatti facemmo un gemellaggio Via Veneto – Fifth Avenue”. Ecco Rino: sapeva portare l’America in Italia, l’Harry’s bar in tutto il mondo e il suo paese nell’universo. Paese inteso come attaccamento alle radici, dove ha toccato con mano la fatica, la perseveranza condita di umiltà seguita dalla grande scia di volontà che ha fatto un grande uomo. Tutte queste qualità le ritroviamo in suo fratello Piero, al timone dell’Harry’s Bar perché chi se non Piero ha davvero respirato e vissuto un’arte di difficile trasmissione: aldilà del lavoro, aldilà di master e pratica, oltre l’oltre. Piero incarna tutte le qualità di suo fratello, non è stato passato un testimone ma è stato operato un percorso condiviso al timone del transatlantico della dolce vita. Con viva e sincera commozione, ricordo insieme alla mia famiglia, quanto Severino Lepore fosse una persona onesta e perbene. Così ha voluto essere ricordato anche dallo zio, perché così lui era: una stella cometa che ha fatto ardere via Veneto, illuminando una grande e immensa famiglia. Per questo motivo tanti amici erano oggi presenti per salutarlo. Buon viaggio imperatore.

Emanuel Galea

Come tutti gli uomini di successo, Rino Lepore non è nato “già imprenditore”.  Lo è diventato grazie al suo carattere tenace, forte, grazie a quella voglia di fare che gli era propria, di cercare sempre il meglio, di guardare avanti, sempre scrutando traguardi migliori ed inesplorati, senza accontentarsi. Era un uomo di un’intelligenza irrequieta, superattiva, in cerca costante di mete più alte. L’ho conosciuto negli anni settanta. Si era presentato per coprire un incarico di responsabilità nel posto dove io prestavo servizio. Il mio primo impatto con Rino è stato positivo. In quel colloquio Rino mi aveva dimostrato che davanti a me c’era l’uomo giusto per quell’incarico. Da quel giorno siamo rimasti amici. Questa esperienza, sono certo, ha fatto nascere in Rino la passione per la Ristorazione. Pochi mesi dopo ci siamo salutati e qualche anno dopo ci siamo rivisti a Via Veneto. Passando per recarmi in ufficio, ogni mattina incontravo l’amico Rino, fuori del locale Ciao Bella, la sua nuova impresa, il suo nuovo acquisto nel campo della ristorazione. Rino Lepore, ormai un imprenditore della ristorazione con meriti e riconoscimenti indiscussi, non perse l’occasione, quando l’Harry’s Bar, che a tanti richiama le felici serate della Dolce Vita, gli offrì l’occasione a cui ambiva da sempre. Dal locale Ciao Bella salì Via Veneto e conquistò l’Harry’s Bar, tempio e meta di uomini di affari, politici e personaggi dello spettacolo. Oggi Rino ci ha lasciato verso un’altra meta. L’augurio che gli facciamo è che dove sta ora possa trovare quello che ha sempre cercato, il meglio, il bello, il più sereno. Ciao amico, che tu possa trovare la pace. Ciao Rino, oggi a Via Veneto, senza di te, c’è una luce in meno. 

 

Luigi Caporicci (Presidente del Gotto d’Oro)

Noi lo abbiamo visto solo due volte, più che sufficienti per avere l’impressione di una persona per bene. Chi l’ha conosciuto più a lungo, ne ha potuto apprezzare meglio e più le doti umane che promanava. Mi dispiace tanto per Piero, che ritengo riconosceva in Rino una salda guida e riponeva nel fratello una totale fiducia. Un rapporto di reciproca affidabilità.

Giovanna Bizzarri (pianista cantante dell’Harry’s Bar)
Una personalità molto forte, a volte aspra, ma profondamente innamorato  del suo gioiellino” l’Harry’s Bar. Ricordo che, quando stava ancora bene, quasi sempre si fermava con noi a fine serata a parlare di nuove idee, progetti e modifiche per l’Harry’s. In effetti, quando vi entri, tutto parla di Rino; anche se forse quello che sto dicendo non gli piacerebbe, perché era sempre proiettato verso nuove idee.




ANGUILLARA, FASCIA DA SINDACO EXTRALUSSO: TRA TESI, COLPE E SPESE L'IMU AUMENTA

La determina dirigenziale relativa l’acquisto della fascia da sindaco extralusso non è supportata da formale atto di indirizzo da parte degli amministratori. Sembrerebbe che l’acquisto sia stato un’iniziativa della responsabile del servizio Sport, Turismo e Spettacolo Vanda Filzi, in carica con l’amministrazione Pizzigallo e attualmente in carica con l’amministrazione Pizzorno. Questa teoria giustifica sia le dichiarazioni del Presidente del Consiglio comunale Secondo Ricci sia le dichiarazioni dell’ex vice sindaco Stefano Paolessi.

 

Angelo Parca

Una fascia da sindaco modello  extralusso, anzi, per essere fedeli a quanto riportato sulla fattura di vendita “fascia da sindaco in seta con astuccio” al corrispettivo iva inclusa di euro 367,20. La notizia relativa l’acquisto della fascia veniva data su questo quotidiano lo scorso 3 ottobre nell’articolo intitolato “ANGUILLARA, LA FASCIA TRICOLORE DEL SINDACO E LE ALIQUOTE IMU” a firma di Emanuel Galea. L’autore intendeva mettere in evidenza il fatto che durante l’ultimo Consiglio comunale del 13 settembre il primo cittadino di Anguillara Sabazia l’avvocato Francesco Pizzorno annunciava, tra l’altro, che l’aliquota IMU sulla prima casa veniva variata dallo 0,4 percento allo 0,5 percento e quella sulla seconda dallo 0,76 percento all’1,06 percento. Nell’articolo si accennava anche ad una consulenza esterna per 50mila euro annui, si accennava anche alle altre consulenze esterne, infine si accennava alle assenze del personale del Comune indicandone anche le varie percentuali. L’autore partendo dall’acquisto di una fascia da sindaco, passando poi per consulenze varie e tassi d’assenza del personale comunale, intendeva sollevare la questione dell’aumento delle aliquote Imu, evidenziando in particolar modo l’aumento dell’aliquota sulla prima casa.
Non si faceva attendere la risposta  dell’assessore Enrico Stronati che dichiarava: “L'articolo di Emanuel Galea non lo condivido affatto. Siamo il comune con l'aliquota più bassa del lago” e ancora “Ogni punto in meno sulla prima casa pesa 35 mila euro, scendere di un punto avrebbe significato 350 mila euro in meno!”. Il Presidente del Consiglio comunale Secondo Ricci, puntualizzava su Facebook che l’acquisto della “fascia tricolore del sindaco era da imputare alla precedente amministrazione di centrodestra. Pubblicavamo quindi un secondo articolo in data 4 ottobre sempre a firma di Emanuel Galea intitolato “ANGUILLARA, LA COLPA NON E' DELLO SPECCHIO, MA DI CHI GLI STA DAVANTI” dove l’autore tornava sull’argomento relativo l’aumento delle aliquote Imu per chiarire se la paternità dell'acquisto della fascia da sindaco fosse effettivamente imputabile alla precedente amministrazione. Così, pensava bene di contattare l’ex vice sindaco Stefano Paolessi il quale dichiarava: “Dichiaro tassativamente che la giunta Pizzigallo, esperienza terminata a maggio 2011, non ha mai effettuato acquisti di nuove fasce tricolore per il Sindaco.” Aggiungendo “tanto io che il Sig. Pizzigallo abbiamo sempre usato le due vecchie fasce. Sono disponibile, ad ogni confronto e chiarimento”. A questo punto sentita la controparte il nostro giornalista invitava Ricci, qualora non fosse convinto di chi avesse effettuato l’ordine di acquisto della fascia, a pubblicare la relativa fattura. E con nostro stupore, soprattutto dopo le dichiarazioni rese da Paolessi al nostro quotidiano, l’assessore Enrico Stronati pubblicava su Facebook la fattura di acquisto della fascia da sindaco datata 21 Marzo 2011 emessa dalla ditta Mib srl e pubblicava anche la determina dirigenziale Nr° 265 del 10 marzo 2011 firmata dalla Responsabile del servizio Vanda Filzi. Il nostro quotidiano, a questo punto, riteneva corretto pubblicare un terzo articolo sempre a firma Emanuel Galea a rettifica del precedente per specificare che l’ordine di acquisto della fascia del sindaco non era da imputare all’attuale amministrazione Pizzorno bensì al periodo riferito al governo Pizzigallo.

Si è ritenuto in questa occasione di riassumere l’intera vicenda al fine di chiarire definitivamente che il giornalista Emanuel Galea ha operato con il massimo della professionalità e correttezza. Ha infatti preso in considerazione le “dichiarazioni” di tutte e due le parti politiche chiamate in causa.

In merito alla paternità relativa l’acquisto della fascia da sindaco intendiamo aggiungere, a quanto già ampiamente esposto dal nostro giornalista, un ulteriore elemento:  esaminando la determina dirigenziale relativa l’acquisto della fascia, la stessa non è supportata da formale atto di indirizzo da parte degli amministratori. Pertanto sembrerebbe che l’acquisto sia stato un’iniziativa della responsabile del servizio Sport, Turismo e Spettacolo Vanda Filzi, in carica con l’amministrazione Pizzigallo e attualmente in carica con l’amministrazione Pizzorno. Se così non dovesse essere siamo pronti a pubblicare l’atto di indirizzo che avrebbe dato l’input alla Filzi di emettere la determina. Questa teoria giustifica sia le dichiarazioni del Presidente del Consiglio comunale Secondo Ricci sia le dichiarazioni dell’ex vice sindaco Stefano Paolessi. Una dirigente che di sua spontanea iniziativa decide di acquistare una fascia da sindaco con tanto di visto di regolarità contabile a copertura finanziaria.

Fatta la dovuta chiarezza, sulla questione fascia da sindaco extralusso con cofanetto, ripuntiamo i riflettori sulla questione aumento aliquote Imu prima e seconda casa e invitiamo gli amministratori a una riflessione: Ma non sarebbe meglio evitare "alcune" consulenze esterne di troppo e rivedere le aliquote Imu? C'e' tempo fino al 31 ottobre 2012. Tant’e’.

tabella PRECEDENTI:

05/10/2012 ANGUILLARA, FASCIA EXTRALUSSO DA SINDACO: LA VERITA' SULLA PATERNITA' DELL'ORDINE DI ACQUISTO
04/10/2012 ANGUILLARA, LA COLPA NON E' DELLO SPECCHIO, MA DI CHI GLI STA DAVANTI
03/10/2012 ANGUILLARA, LA FASCIA TRICOLORE DEL SINDACO E LE ALIQUOTE IMU


 




CANALE MONTERANO, L'OSSERVATORE LAZIALE INVITA TUTTI I CITTADINI DEL LAZIO A FIRMARE LA PETIZIONE

Redazione

L'osservatore laziale nella persona del proprio redattore Emanuel Galea promuove la petizione "VIVA LA RISERVA NATURALE DI CANALE MONTERANO" a seguito di una sempre più crescente proccupazione dei cittadini che vogliono contribuire affinchè la Riserva Naturale di Canale Monterano e nello specifico l'Area II non sia oggetto di interesse da parte dell'amministrazione locale.

PER ADERIRE ALLA PETIZIONE OCCORE CLICCARE SUL SEGUENTE LINK E FIRMARE : http://www.avaaz.org/it/petition/VIVA_LA_RISERVA_NATURALE_DI_CANALE_MONTERANO/?cEBuzdb

ARTICOLI PRECEDENTI:

21/09/2012 CANALE MONTERANO, INTERPRETAZIONI DEL PIANO CASA E POSSIBILI EFFETTI NEFASTI
19/09/2012 CANALE MONTERANO, NATILI: ECCO IL PERCHE’ LA NOSTRA RISERVA VERREBBE GRAVEMENTE COMPROMESSA
19/09/2012 CANALE MONTERANO, RISERVA NATURALE O PARCO DEL MATTONE?
18/09/2012 CANALE MONTERANO, LO SPETTRO DEL "PIANO CASA" SULLA RISERVA NATURALE



PROVINCIA O REGIONE: UNA DELLE DUE E' DI TROPPO

L’abolizione e l’accorpamento delle Province secondo l’attuale schema del Governo scontenta e danneggia il Cittadino e non raggiunge lo scopo prioritario del risparmio della spesa pubblica perché non sfiora gli apparati politici. Il Cittadino comune si sente di appartenere ad una Provincia più che ad una Regione.

 

Emanuel Galea

Il dibattito sulle Regioni viene ripreso in seno all'Assemblea Costituente. “L'idea regionale" nasce nell'Ottocento, in Rosmini, Gioberti, Cattaneo e Mazzini. Tralasciamo la parte storica della nascita delle Regioni ed entriamo subito nell’argomento che c’interessa. E’ stato politicamente conveniente creare le Regioni ? Analizzando il loro iter dall’Assemblea Costituente ad oggi, quali giudizi a favore e quali contro. A  l’azienda Italia conviene continuare a mantenerle, foraggiarle? "La Repubblica è costituita in Regioni, Province e Comuni". Con questo articolo 114, ora modificato dalla riforma Costituzionale del 2001, i padri costituenti vollero introdurre nella Costituzione le Regioni, come nuova ripartizione territoriale della Repubblica in aggiunta alle due già esistenti: Province e  Comuni. Il professor Giancarlo Pola, docente di finanza degli Enti locali all'Università di Ferrara racconta che un suo studente siciliano, “nell’anno accademico 1994/95, presentò una tesi a tratti sconvolgente proprio perché rivelava numerosi aspetti che non tornavano all’interno del bilancio della Regione”. A quasi vent'anni da quell'episodio, la situazione non è assolutamente cambiata. Le vicende del Lazio, i cui sviluppi si susseguono in queste ore, evidenziano la facilità con cui si può accedere all’uso delle risorse destinate ai vari ambiti, a cui si aggiungono i comportamenti privati dei gruppi consiliari politici, amministratori di affari propri  e molto meno come amministratori di una Regione. A prima vista la proposta di abolire le Regioni sembrerebbe una boutade. Solamente dopo attenta e ponderata riflessione l’idea assume nuova razionalità  e  logicità. Le 20 Regioni italiane spendono una media di 2197 euro l’anno per ogni cittadino residente. Se consideriamo che pressappoco i residenti totali sono circa 60 milioni, il conto è subito fatto.  Le Regioni che arraffano di più sono quelle a statuto speciale. Sono dati pubblicati dall’Isae (Istituto di Studi e Analisi Economica). La nefasta invenzione delle Regioni in Italia, assieme alle incombenze derivanti dalla nostra (mai votata) adesione all’Unione Europea con i suoi immensi apparati succhia soldi dei contribuenti, ha di fatto moltiplicato per venti la spesa pubblica nazionale. Urge una revisione più ampia di tutto l’apparato istituzionale periferico e non fermarsi all’abolizione delle province, le quali è giusto che siano sforbiciate, eliminando l’apparato politico attuale. L’abolizione e l’accorpamento delle Province secondo l’attuale schema del Governo scontenta e danneggia il Cittadino e non raggiunge lo scopo prioritario del risparmio della spesa pubblica perché non sfiora gli apparati politici. Il Cittadino comune si sente di appartenere ad una Provincia più che ad una Regione.
A questo punto una riflessione è d’uopo.
Le province, escludendo le storture degli ultimi 50 anni, esistono dal 1859 e concordo con chi sostiene che costituiscono un Ente importante, aggiungo però,  da valorizzare e da mantenere come un Ente esclusivamente Tecnico-Amministrativo. Le Regioni sono dei baracconi per trombati e come sistemazione a disposizione degli apparati della partitocrazia. Costituiscono un centro di costo nel bilancio dello stato e logica vorrebbe che fossero abolite. La cronaca recente, Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia, mette in chiaro quello che in oscurità si trama  entro mura silenti da tutti i gruppi consiliari, eccezione una sparuta coppia di Consiglieri del partito Radicale che non hanno saputo tenere le bocche cucite ed alla Ragione Lazio hanno fatto rompere i vetri della “trasparente Giunta Polverini”. Logica, ragione e cittadini chiedono l’abolizione di questi carrozzoni. Abolite le Regioni, naturalmente, dovranno essere rafforzati i poteri del Consiglio di Stato  (sottratto all’ingerenza presidenziale dei ricorsi straordinari soggiacenti ), la Corte dei Conti, il Consiglio della Magistratura (nelle mani del più alto magistrato dovranno giurare il Presidente del consiglio e della Repubblica) dovrebbero essere abolite le Commissioni Parlamentari che, in fin dei conti, esautorano il Parlamento e quando istituite il Legislatore le definì pro tempore. Invece stanno ancora sempre lì.  A conti fatti e dopo lunga riflessione la preferenza non può che andare per le Province. Nell' attesa che si maturi l’idea di considerare seriamente l’abolizione delle Regioni, diciamo sì alla riforma delle Province come organo decentrato delle Regioni, mantenendo i servizi e le competenze ed eliminando l’apparato politico.  Via il Presidente, Via gli Assessori e Consiglieri. L’apparato “zavorra” verrebbe sostituito da un Consiglio di un numero di  Sindaci, non retribuiti,  nominati tra quelli della propria Provincia.  Si può valutare l’eventuale unificazione con gli uffici delle sedi provinciali delle Regioni. Sì all’abolizione immediata degli Enti inutili. Come stabilito dal Governo i nuovi Enti che nasceranno a seguito dell’accorpamento delle Province dovranno avere almeno “350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati. Sono 43 le Province destinate a sopravvivere: 26 in Regioni a statuto ordinario, 7 in Regioni a statuto speciale e le 10 province delle aree metropolitane, che verranno soppresse con la nascita delle città metropolitane entro il primo gennaio 2014”. Si ribadisce ancora che le Regioni sono un corpo  estraneo nell’amministrazione italiana. Il problema è che ormai esistono e hanno ampie responsabilità, basti pensare alla Sanità. Volendo e dolendo si va verso l'eliminazione delle Province. L'unica alternativa, in attesa di una soluzione definitiva,  sarebbe il ridimensionamento dei costi delle Regioni attraverso un forte intervento legislativo non lineare. La soluzione ottimale sarebbe il ridimensionamento dei Consigli regionali e la trasformazione ad organi composti da rappresentanti locali (comuni) e cittadini a rotazioni con un simbolico rimborso spese.
Come chiamare queste idee? Pazzia, euforia, illusione, farneticherie?

 




REGIONE LAZIO, VERITA’ E RESPONSABILITA’ DI UN RICOVERO BLINDATO

C’è da scommettere che la signora Renata si era regolarmente prenotata in tempo debito e pazientemente aspettava che la chiamassero. Iter regolare che segue ogni comune cittadino.  Magari la signora Renata al momento che l’avevano chiamata per presentarsi al ricovero si è trovata impreparata. Aggiungo pure per correttezza, sempre magari, che la signora abbia pagato il ricovero ed il trattamento speciale come servizio intramoenia.

[IL VIDEO COMPLETO DEL SERVIZIO DE LA7PIAZZAPULITA http://www.la7.it/piazzapulita/pvideo-stream?id=586967]

 

Emanuel Galea

La notizia ha avuto la massima pubblicità dopo il servizio realizzato da La7. E la circolazione del video girato all’interno dell’ospedale S. Andrea ha poi dato polvere alla miccia mediatica. A quanto si apprende dal servizio di La7, "la notizia (del ricovero della presidente, n.d.r) non doveva circolare. La caposala di quel reparto – racconta una persona in video, dal volto e dalla voce camuffati per essere irriconoscibile – ha chiamato degli ausiliari per rifare i letti e mettere in ordine il reparto perché si girava un film". Appresa la notizia in circolazione, la presidente Polverini ha deciso quindi di procedere per vie legali contro quella che ritiene "una vergognosa strumentalizzazione politica di un fatto privato che comporta una lesione gravissima dell'immagine e del diritto alla privacy.” Non è stato richiesto alcun privilegio, ha chiarito Irma Conti, avvocato della Polverini. Il legale ha inoltre annunciato che procederà in ogni sede giudiziaria, civile e penale nei confronti del consigliere regionale Enzo Foschi (Pd) "per la divulgazione di un fatto personale e relativo alla salute della Presidente". Questa in sintesi la trama del misterioso ricovero.

Personalmente non sposo alcuna tesi. Registro i fatti come li ho appresi dal video e dall’ammissione dello stesso avvocato. Un ricovero c’è stato, e lo ha ammesso il legale stesso. L’apertura di un reparto, fino a quel momento chiuso, è un altro dato acquisito. Non c’è stato alcun film girato e quindi la capo sala deve spiegare perché ha raccontato una cosa che non corrisponde al vero. Le carte bollate, che con tutta probabilità, saranno a carico dei contribuenti, dovranno chiarire se è stato occupato tutto il reparto oppure solamente una sola stanza. Chiariranno se è stato seguito il normale iter burocratico. In tutta questa nebulosa vicenda c’è un responsabile che ha abusato del suo ufficio per favorire la governatrice. L’episodio assume una luce più fosca se consideriamo l’insufficienza delle stanze e un reparto di trenta letti a disposizione di una semplice cittadina. La mancanza delle stanze emerge chiaramente ascoltando le interviste sul video. Se, ed in quale misura la Presidente abbia approfittato della sua carica lo sapremo quando verrà data risposta all’interrogazione del consigliere regionale Pd Enzo Foschi e della consigliera Idv Giulia Rodano. Conclusione: Secondo l’avvocato Conti, la notizia non doveva circolare. Non è stato chiesto alcun privilegio. (Voglio proprio vedere n.d.r.). Nessun intervento sull'organizzazione ospedaliera è stata effettuato dalla Regione Lazio, dalla Polverini  e tanto meno dall’avvocato. C’è da scommettere che la signora Renata si era regolarmente prenotata in tempo debito e pazientemente aspettava che la chiamassero. Iter regolare che segue ogni comune cittadino. Magari all’interno dell’ospedale S. Andrea c’è stato qualcuno molto zelante che si è sentito fiero ed orgoglioso di rendere un servizio alla donna Presidente e si è prodigato a suo favore. Sempre e comunque all’insaputa della Presidente. Magari la signora Renata al momento che l’avevano chiamata per presentarsi al ricovero si è trovata impreparata. Aggiungo pure per correttezza, sempre magari, che la signora abbia pagato il ricovero ed il trattamento speciale come servizio intramoenia. Ciò detto rimane da individuare il misterioso funzionario o capo reparto dell’ospedale pubblico per stabilire a quale titolo ha potuto disporre, a suo piacimento provvedimenti straordinari per favorire una persona vip. Perché lo ha fatto?. Che cosa si aspetta dal gesto generoso? Se tu, lui, il sig. xyz.  o chicchessia telefonasse a questa ignota persona del S.Andrea, chiedendo di essere ricoverato ecc. ecc… cosa gli verrebbe risposto? La questione è tutta qui. Sono questi i tumori da estirpare.Sono risposte alle quali solo pochi possono rispondere. Uno di loro, talvolta sbirciando dai buchi della serratura oppure ascoltando le intercettazioni o addirittura curiosando sotto le lenzuola di qualche politico, riesce a beccare il mariuolo con il dito dentro la marmellata.  Possiamo sperare di conoscere chi è lo zelante e servizievole personaggio all’ospedale S. Andrea che anziché girare un film ha messo sotto i riflettori una delle ennesime tristi storie italiane? Ne dubito!

tabella PRECEDENTI:

  31/08/2012 ROMA OSPEDALE S. ANDREA, REPARTI CHIUSI E… REPARTI APERTI… AD HOC?

30/08/2012 ROMA CASO POLVERINI S.ANDREA, MARUCCIO (IDV): “POLVERINI RISPONDA, MA NON COME IL MARCHESE DEL GRILLO”
30/08/2012 ROMA, CASO RICOVERO POLVERINI: RENATA DA MANDATO DI PROCEDERE LEGALMENTE CONTRO IL CONSIGLIERE FOSCHI (PD)
29/08/2012 ROMA CASO REPARTO S.ANDREA RISERVATO A POLVERINI, RODANO IDV:"PERCHE' LA POLVERINI HA AVUTO QUESTO TRATTAMENTO E I COMUNI CITTADINI SONO IN BALIA DELLE LISTE D'ATTESA?"

 




MALTA, DOM MINTOFF: UNA PIETRA MILIARE NELLA STORIA DELL'ISOLA

Emanuel Galea

“Il Perit”, oppure semplicemente il Dom, come affettuosamente si riferivano a lui i suoi sostenitori, architetto, giornalista e uomo politico astuto, come leader del partito laburista ha vinto la battaglia contro gli inglesi ed è riuscito ad ottenere l’indipendenza di Malta. Non è riuscito a vincere l'ultima battaglia, e dopo 96 anni di vita frenetica, il 20 agosto si è lasciato andare per sempre. “Il Perit” oggi può essere ricordato, anche se in una taglia ridotta, come il vescovo anglicano Desmond Tutu che negli anni 80 si è distinto come fermo oppositore all’apartheid. In piccolo lo si può paragonare a un Nelson Mandela che fu presidente del suo paese dopo la liberazione. Come difensore dei diritti civili la sua memoria ricorda molto quella di Martin Luther King.  Oggi il Dom vive solamente nella memoria e nei cuori di quelli che lo hanno conosciuto. Come uomo politico instancabile ha contribuito al benessere dell’isola ed il suo nome rimane legato alla stessa uscita di Malta dallo stato di colonia per rivestire lo stato di Repubblica. Purtroppo ha fatto delle cose sbagliate e assieme al bene rimane ricordato come colui che con disinvoltura, offendendo cultura e storia dell’isola, ha sacrificato uno dei monumenti storici più importanti sull’altare del becero modernismo. Con il pretesto di allargare l’entrata all’antica città di La Valletta ha demolito Porta Reale, costruzione del 1870, nota alla comunità maltese come Putirjal e suo posto sono state edificate due fredde muraglie, un oscenità a cielo aperto, che stonano e nulla hanno a che spartire con l'austero stile della città degli antichi Cavalieri. Oggi anche quell’obbrobrio testimonia il passaggio di un grande statista che non essendo perfetto ha fatto cose belle e altre brutte. Pace all’anima sua.

 




ANGUILLARA, L’ALTRA VERSIONE DEI FATTI. L'INTERVISTA IN ESCLUSIVA ALL’EX SINDACO ANTONIO PIZZIGALLO

Emanuel Galea

Antonio Pizzigallo ha ricoperto la carica di primo cittadino del Comune di Anguillara, dove fu eletto al primo turno il 7 giugno del 2009 con il 53,7%. Per vicende ben note, che non è nostra intenzione riesumare in questa occasione, il suo mandato fu interrotto bruscamente ed oggi siede nei banchi dell’opposizione.

Lo abbiamo incontrato ad Anguillara dove ci ha concesso un’intervista.
 

Cittadella Socio Sanitaria: Progetto realizzato a metà. Se ben ricordo, lei aveva altre idee per questo centro. Vuole spiegarle ai nostri lettori?
La correggo: in realtà il progetto è stato realizzato per un terzo! Originariamente la cittadella socio-sanitaria prevedeva oltre al centro residenziale H24 per portatori di handicap, anche un centro sanitario ed un'area esterna attrezzata per ippoterapia e dotata di parco giochi. Sono contento che i ragazzi sfortunati abbiano potuto trovare una collocazione idonea, ma il progetto, cofinanziato dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio, non potrà essere completato, perché le richieste di contributo, sciaguratamente, non sono state più inoltrate, né alla Regione né alla Provincia, nei termini temporali utili.

Giorni addietro aveva presentato una mozione per la revoca del mandato ad Equitalia quale esattore dei tributi. Che fine ha fatto quella proposta che mi risulta condivisa da tanti?

La mozione presentata dal gruppo consigliare MPA per la revoca del mandato conferito ad Equitalia per la riscossione dei tributi comunali trova una spiegazione nella situazione economico finanziaria a dir poco infelice delle famiglie italiane, soprattutto alla luce degli ultimi provvedimenti del governo Monti, che hanno innalzato la pressione fiscale fino al 55 %: ciò vuol dire che ciascun lavoratore di fatto produce oltre la metà del proprio reddito esclusivamente nell'interesse dello Stato. Poiché Equitalia non ha "un' anima né un cuore" (proprio come Monti e compagni ), molti contribuenti si sono trovati nella condizione di ricevere ingiunzioni di pagamento molto, ma molto, più elevate rispetto al debito originario, in quanto arricchite di quote multa ed interessi. Abbiamo ritenuto opportuno pertanto che venissero impiegate due unità comunali o, meglio ancora individuate a progetto, per dialogare con il contribuente moroso ed individuare una transazione soddisfacente sia per l'Ente locale che per il contribuente stesso. "Ovviamente" la nostra mozione è stata respinta dalla maggioranza consigliare che, a fronte di un peggioramento dei servizi alla persona, sembra orientata esclusivamente a spremere ulteriormente le famiglie di Anguillara, come già è stato fatto con l'addizionale Enel utilizzata per colmare le lacune economiche del ciclo rifiuti, l'addizionale Irpef comunale portata al livello massimo consentito e l'imminente definizione delle aliquote IMU, per le quali c'è un orientamento ad elevare ben oltre il 4% e il 10,76%, tariffe minime previste dal governo nazionale.

 La Corte di Giustizia Europea minaccia di sanzionare l’Ente con pesantissime multe se entro il prossimo 31 dicembre il Comune  non avrà provveduto a far rientrare i valori dell’arsenico entro i  parametri consentiti. Quale è la sua opinione?
 La situazione dei serbatoi comunali di acqua è disastrosa, anche a prescindere dal contenuto di arsenico oltre i parametri consentiti dalla legge. Per questo motivo, durante il mio mandato, affidai ad un ex tecnico della ACEA il compito di fotografare la situazione vigente. Considerata la necessità di una ristrutturazione sia della parte idraulica che della parte elettrica di tutte le fonti, affidammo ad una nota società di Venezia il compito di elaborare un piano di intervento che non solo rendesse l'acqua pura e liberata dall'arsenico, dal fluoro e dal cadmio, ma anche che fosse quantitativamente idonea a soddisfare le esigenze della popolazione. A molti sarà capitato, soprattutto nel periodo estivo, di rimanere insaponati sotto la doccia per un improvviso e spesso duraturo calo della pressione dell'acqua! Sarebbero necessari circa un milione e centomila euro per risolvere definitivamente e completamente il problema dell'acqua nella nostra Città, senza ricorrere a provvedimenti provvisori ed incompleti, quali l'osmosi inversa, che elimina soltanto una delle due frazioni tossiche di arsenico in eccesso, e la miscelazione delle acque, che è suscettibile di variabili imprevedibili per essere una soluzione praticabile definitiva. Avevo pertanto in animo di spalmare l'intervento in due o tre anni, individuando un primo intervento per il serbatoio più mal ridotto e garantendo anche la manutenzione dei serbatoi per i prossimi vent'anni. "Ovviamente" questo progetto non è neanche stato considerato meritevole di valutazione da parte di Pizzorno e company, che si affannano a cercare contributi, che non arriveranno, per soluzioni tampone che ripresenteranno il problema tale e quale tra qualche anno: è un diverso modo di concepire la modalità di spesa dei soldi pubblici: una volta e per sempre, secondo il mio gruppo; più volte "tirando a campare" per la sinistra dalla doppia verità. Mi consenta infatti un accenno sullo stato penoso della piscina comunale, per ricordare le proteste di cui lo stesso Pizzorno fu artefice, insieme alle liste civiche apparentate, tanto da convocare addirittura Rai tre per rendere pubbliche le condizioni della piscina. Malgrado io avessi affidato comunque per una estate la gestione della piscina ad una società sportiva competente, oggi il Sindaco Pizzorno, che prima protestava, lascia degradare una struttura meravigliosa che è diventata persino meta preferita delle pecore che vanno a pascolare. E' un classico esempio, valido da sempre, del "predicare bene e razzolare male"!

Domanda articolata in 3 punti che forse potrebbe sembrarle banale, riguarda lo stabilimento dell’acqua Claudia.  Intanto in quella località sussistono due realtà: il terreno sul quale insiste lo stabilimento e lo sfruttamento della vena dell’acqua minerale.
 a)  Di chi era il terreno e come è finito in mano alla società privata?
 b) Chi ha concesso lo sfruttamento della sorgente per fini commerciali?
 c) In che modo “acqua Claudia” può contribuire a risolvere il problema acqua ad Anguillara?

Come può immaginare conosco molto bene tutto ciò che riguarda lo stabilimento dell'Acqua Claudia, per le note vicende che mi hanno coinvolto, ma che ora sono definitivamente sepolte e dimostratesi essere soltanto frutto di speculazioni politiche senza criterio. Anguillara ha perso una grande occasione di crescere dal punto di vista turistico culturale ed economico, non intervenendo nell'acquisto dello stabilimento che, insieme all'ex consorzio agrario, ignobilmente spacchettato, frammentato e pertanto reso inutilizzabile dalla Giunta Minnucci, avrebbe potuto diventare un polo culturale teso a qualificare la zona della stazione. Il terreno e lo stabilimento dell'Acqua Claudia sono stati ceduti dalla Nestlè ad una società privata che ora gestisce la produzione dell'acqua. All'interno dell'area si trova un'antica Villa Romana, sotto tutela da parte della Sovrintedenza ai beni archeologici. La sorgente viene utilizzata ai fini commerciali grazie ad una licenza concessa e rinnovata periodicamente dalla Regione Lazio, che per altro scoprimmo essere inesistente all'epoca delle trattative per l'acquisto dello stabilimento da parte della società partecipata dal Comune.

Vuole commentare la chiusura delle fonti dell’acqua Claudia? Secondo i dati in nostro possesso per i soli parcheggi, questa struttura rendeva annualmente al Comune euro 100.000,00. Quali difficoltà ci sono per la sua riapertura?

La chiusura della fonte comunale dell'acqua Claudia, dovuta all'inquinamento delle falde acquifere, ha indubbiamente rappresentato da un lato una penalizzazione in termini di servizi ai cittadini, dall'altro un mancato introito per il Comune, la cui entità era di circa centoquarantamila euro l'anno. Mi risulta esistere già un progetto di recupero dell'utilizzo della fonte comunale, elaborato durante il mio mandato da un ingegnere dell'Università di Roma e che prevedeva una spesa di circa duecentomila euro. Al Sindaco Pizzorno rimane il compito di informare i cittadini se anche questo progetto, non meritevole di attenzione, è finito in qualche cassetto, dimenticato anche dall'assessore competente.

Sui terreni dello stabilimento “acqua Claudia” si trova villa claudia, resti archeologici di grande interesse. Mi risulta che ogni tanto, un’associazione privata organizza dei tour guidati a pagamento. A chi vanno gli incassi di quei tour?
Quanto risulta a lei, risulta anche a me, ma il discorso dovrebbe essere più ampio e riguardare anche la gestione di tutte le risorse culturali, archeologiche ed artistiche della nostra Città, nella quale, purtroppo, l'improvvisazione delle associazioni di turno regna sovrana senza che ci sia una guida ferma e competente che possa programmare e pianificare il presente e il futuro. Questo dovrebbe essere il compito degli amministratori, ma il primo anno della Giunta Pizzorno si conclude con grande delusione avvalorata da una incapacità amministrativa pari solo a quella della giunta Minnucci (basti ricordare piazza del Molo!).
 

tabella PRECEDENTI:

16/07/2012 ANGUILLARA PISCINA COMUNALE, L'INTERROGAZIONE DELLA LISTA CIVICA PER ANGUILLARA – PIZZIGALLO SINDACO
11/05/2012 ANGUILLARA, IMU: PROPOSTA DI MODIFICA DELLE ALIQUOTE DALLA “LISTA CIVICA PER ANGUILLARA –PIZZIGALLO SINDACO”
10/05/2012 ANGUILLARA, PIZZIGALLO E LISTA CIVICA PRESENTANO ORDINE DEL GIORNO SU RISCOSSIONE ALTERNATIVA AD EQUITALIA
11/01/2012 ANGUILLARA: CITTADELLA SOCIO SANITARIA UN PROGETTO AMBIZIOSO RIMASTO UN SOGNO
11/01/2012 ANGUILLARA: LISTA CIVICA PER ANGUILLARA, OTTENUTA LA PROROGA PER GLI ACCORPAMENTI DEI CIRCOLI DIDATTICI