EMANUELA ORLANDI E MIRELLA GREGORI: UN GIORNO TUTTO PER CAPIRE

di Angelo Barraco

Roma “Giornata Evento Mirella & Emanuela” è il nome della manifestazione che  In data 16 gennaio, a partire dalle ore 15.30, avrà luogo presso il Teatro San Raffaele, sito in Via San Raffaele n.6, nel quartiere del Trullo a Roma. L'ingresso è gratuito. Nel pomeriggio avranno luogo tre distinti momenti, alle ore 16 avrà inizio la conferenza “Piste e depistaggi nel caso Gregori-Orlandi”. In questa fase verranno analizzate le piste battute dagli inquirenti nel corso di questi anni, dove non sono mancati i colpi di scena, non sono mancati i depistaggi e ci sono stati anche i millantatori. A parlare di questo aspetto della vicenda Gregori-Orlandi saranno i giornalisti Fiore De Rienzo, Pino Nazio, Raffaella Notariale, Fabrizio Peronaci, Anna Maria Turi, gli avvocati Giacomo Frazzitta e Antonio Maria La Scala, il vaticanista Giacomo Galeazzi, la genetista Marina Baldi. Inoltre saranno presenti Pietro Orlandi e Maria Antonietta Gregori, che da sempre lottano per la verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. La conferenza sarà moderata dalla giornalista Nadia Milliery Ognibene. Dalle 19:00 alle 19.40 avrà luogo il corto teatrale “Le Realtà Sospese” della compagnia “Il tempo dell’arte”, sotto la direzione di Emiliano Frattaroli, con Carlo Cianfarini, Patrizia Ciabatta, Elena Larocca e musicato da Emiliano Branda.Il cantautore Simone Cristicchi si esibirà alle ore 20:00 in un monologo appositamente scritto per Mirella ed Emanuela. La lotta per la verità su Emanuela Orlandi e Mirella Gregori non si arresta e malgrado il Tribunale di Roma abbia deciso di archiviare la vicenda, ciò non ha fermato la determinazione dei congiunti che hanno presentato ricorso in Cassazione poche settimane fa. Un mistero iniziato in quel lontano 1983 e negli anni sembra infittirsi sempre di più. 



BANDA DELLA MAGLIANA V PARTE: ENRICO DE PEDIS E IL MISTERO DI EMANUELA ORLANDI

di Angela Barraco

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Enrico De Pedis, ormai divenuto unico boss del quartiere Testaccio, è anche il più ricco poiché ha saputo intrecciare amicizie tra i colletti bianchi e dai suoi mirati investimenti e dalle sue amicizie potenti, è divenuto il boss più potente e più ricco, ma anche il più invidiato. Dall’altro fronte ci sono i Maglianesi di Abbatino che sono rimasti ancorati allo spaccio e, dopo la spaccatura che si è venuta a creare, bramano vendetta. Enrico De Pedis sin da piccolo viene chiamato Renatino, nasce nelle borgate romane, ma sempre ben curato nell’apparire. De Pedis a 20 anni si unisce con la Banda di Giuseppucci e in pochi anni diventa il boss di Testaccio insieme al compagno Abbruciati. Sotto il suo rigidissimo controllo viene organizzato lo spaccio nella zona, ma le ambizioni di De Pedis sono altre, lui guardava oltre e puntava sull’investimento del denaro. Nei primi anni 80 De Pedis coltiva le amicizie giuste per reinvestire il denaro sporco in attività lecite. Diventa un bandito dal volto pulito. Nel 1983 la presidenza di Craxi, leader del partito socialista che spezza il lungo monopolio democristiano e introduce una politica mirata allo sviluppo del paese. Allo stesso tempo, maturano le condizioni per lo sviluppo della mafia dei colletti bianchi. L’abilità di Enrico De Pedis è quella di cavalcare anche quest’onda, e in poco tempo riesce a sedere a tavolo di politici, finanzieri e altri prelati.

I rapporti tra De Pedis e le più alte sfere del Vaticano, sono ancora oggi avvolte dal mistero e sono al vaglio degli inquirenti. Rappresentano un groviglio complesso alla base di uno dei misteri più oscuri che riguardano la nostra nazione, la scomparsa di Emanuela Orlandi.

22 giugno 1983, Emanuela Orlandi, 15 anni, figlia di un commesso della prefettura del Vaticano, scompare nel nulla. Dopo la sua lezione presso Sant’apollinare non farà più ritorno a casa. Le ricerche partono immediatamente e si affacciano i primi testimoni; l’ultimo ad averla vista è un vigile urbano, ha notato Emanuela salire su una BMW scura, ma la ragazza non è sola, è in compagnia di un uomo. La scomparsa di Emanuela Orlandi è un mistero fitto ma nel 2005 avviene una svolta, il programma televisivo “Chi l’ha visto?” parla della scomparsa di Emanuela Orlandi, quando arriva in trasmissione una telefonata che dice: “Riguardo al fatto di Emanuela Orlandi, per trovare la soluzione del caso, andate a vedere chi è sepolto nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare e del favore che Renatino fece al cardinal Poletti, all’epoca”. Nella Basilica di Sant’Apollinare vi è una cripta e dentro la cripta è sepolto Enrico De Pedis, e si è scatenata la caccia al motivo che ha spinto e concesso la sepoltura di un criminale all’interno di una delle chiese più importanti di Roma. Si riapre la vicenda Orlandi, dopo tale scoperta, e si aggiunge ad essa anche l’ex compagna di De Pedis, Sabrina Minardi, che fa delle clamorose dichiarazioni. Sabrina Minardi dichiara a “Chi l’ha visto?” che Emanuela Orlandi fu portata a Monteverde all’interno di sotterranei, complice di tale sequestro sarebbe anche il cardinale Marcincus. La Minardi dice di aver partecipato al sequestro insieme a De Pedis, se tale dichiarazione avesse una valenza, rimane aperta l’ipotesi dei moventi. Si sono affacciati diversi moventi piuttosto inquietanti e vari.  Attualmente nulla ha dato riscontri concreti sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta ormai 30 anni fa. Non è nemmeno possibile spiegare il perché il boss di Testaccio, Enrico De Pedis, sia stato sepolto accanto a cardinali e vescovi, all’interno di una delle chiese più importanti di Roma.

Nel 1983, quando Emanuela Orlandi scompare e quando tutti gli uomini della Banda della Magliana vengono arrestati, De Pedis è il boss più ricco tra gli uomini della Magliana e ha imparato a gestire i soldi e principalmente li gestisce per il suo interesse personale, e questo ai suoi compagni non piace.

Le denuncie di Fulvio Lucioli hanno incastrato gli uomini della Magliana. Gli arrestati nutrono rancori, gelosie e bramano vendetta, cercando di distinguere bene gli amici dai nemici. Ognuno cerca di aggiustare il suo processo. Il primo a farlo è il maglianese Abbatino, che è pronto a tutto per uscire dal carcere. Abbatino negli anni ha imparato un modo per sottrarsi al carcere, usare se stesso come cavia umana. Si è iniettato sangue infetto, si è sottoposto a biopsie, gastroscopie e operazioni varie. Tutto ciò per essere trasferito in case di cura, dove i medici che ha corrotto gli possono produrre false prove e finte diagnosi. Per uscirsene da questo processo, per esempio, si fa diagnosticare un tumore allo stadio terminale, a qualche udienza presenzia in barella e viene portato via in ambulanza. La sua strategia lo porta ad essere ricoverato in una struttura. Inizia per lui un lento allontanamento dalla Banda, ma ai ragazzi non piace il fatto che Abbatino si sottrae ai suoi doveri di capo. Abbatino, che aveva promesso ai compagni incarcerati di aiutarli non appena avesse avuto la possibilità, non lo fa e ai compagni non piace e bramano vendetta. I compagni si rivolgono allora a De Pedis, l’unico ad avere la possibilità di deviare il corso della giustizia tramite le sue conoscenze. Non tutti però si fidano di De Pedis, c’è chi lo accusa di non aver trovato gli avvocati giusti come Edoardo Toscano è stato uno dei sicari della Banda della Magliana e rischia l’ergastolo.

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19/01/2015 BANDA DELLA MAGLIANA IV PARTE: 1983 ARRESTATE 64 PERSONE



EMANUELA ORLANDI, ELISA CLAPS, GUERRINA PISCAGLIA: IL VATICANO COME FILO CONDUTTORE?

di Domenico Leccese

C’è sempre il Vaticano la Chiesa ed i relativi Preti nei fatti di cronaca nera nazionali dove sono coinvolti ragazze e donne con aree di culto et relativi annessi trasformati in alcova e/o scena del crimine !
Con l’ASSORDANTE silenzio e depistaggi di tutta la chiesa cattolica e suoi pastori!
Per non perdere mai la memoria Vi riporto alcuni dei casi più eclatanti :

CasoOrlandi La sparizione di EmanuelaOrlandi (nata a Roma il 14 gennaio 1968) è un fatto di cronaca nera avvenuto a Roma il 22 giugno 1983; la vittima, una cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, sparì in circostanze misteriose all'età di 15 anni.
Quella che all'inizio poteva sembrare come una "ordinaria" sparizione di un'adolescente, magari per un allontanamento volontario da casa, divenne presto uno dei casi più oscuri della storia italiana che coinvolse lo Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l'Istituto per le Opere di Religione (IOR), la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Paesi; la reale natura dell'evento a tutt'oggi non è ancora stata definita.
Alla scomparsa di Emanuela fu collegata la quasi contemporanea sparizione di un'altra adolescente romana, MirellaGregori scomparsa il 7 maggio 1983 e mai più ritrovata.

Caso Claps resta aperto il giallo del ritrovamento: I preti negano i sospetti Articolo inserito il: 08/07/2011 – 10:21
Chiuso il lungo capitolo dell'inchiesta sull'omicidio di #ElisaClaps e ottenuto il rinvio a giudizio per Danilo Restivo (con rito abbreviato), la Procura di Salerno sta approfondendo l'indagine parallela sulle modalità del ritrovamento del corpo della ragazza potentina. Ufficialmente sono stati alcuni operai a scoprire il cadavere il 17 marzo dell'anno scorso nel sottotetto della canonica della chiesa della Santissima Trinità. La famiglia Claps ritiene, invece, che quella sia stata ''una messinscena'' e che il corpo sia stato trovato prima. Sono due le ipotesi e vedono coinvolti sacerdoti stranieri. Il corpo potrebbe essere stato scoperto qualche settimana prima del ritrovamento ufficiale, ma taciuto.
Il vice-parroco brasiliano don Wagno Oliveira Silva interrogato dalla polizia di Potenza, messo a confronto con una donna delle pulizie, Margherita Santarsiere, ha dichiarato che la donna gli riferì di aver trovato un cranio. Durante l'interrogatorio la donna prima ha fatto delle ammissioni poi ha negato risolutamente. E così ha fatto poi in pubblico insieme alla figlia, Annalisa Lo Vito, indicata dal vice parroco come presente al momento del ritrovamento. Questa ricostruzione mette in imbarazzo la Chiesa potentina perché il vice parroco avrebbe avvisato l'arcivescovo, monsignor #AgostinoSuperbo che però non capì (fu scambiata la parola 'cranio' con 'ucraino', una giustificazione che la famiglia Claps respinge con molta forza). Oltre alla smentita dell'arcivescovo, c'è anche quella del parroco, don Ambroise Atakpa, del Togo. E' stato lui a chiamare gli operai per riparare le infiltrazioni nel sottotetto. Lui stesso, inoltre, nega di aver mai commissionato dei lavori di pulizia nel sottotetto. Nella seconda ipotesi al vaglio degli inquirenti il ritrovamento dei resti risalirebbe addirittura al 2008. In quell'anno muore don #MimìSabia storico parroco. Per pochi mesi la chiesa è guidata dal sacerdote congolese don #GuyNoelOkamba attualmente nel suo Paese, già sentito dagli inquirenti. Durante la sua breve permanenza si sarebbero svolti dei lavori che comportarono una radicale pulizia di alcuni ambienti, tra cui il sottotetto.
In quella circostanza – maggio del 2008 – furono tolti dal sottotetto tegole e materiali di risulta. Gli inquirenti vogliono capire se è stato quello il momento in cui il cadavere è venuto fuori dal nascondiglio visto che era stato occultato proprio sotto una catasta di materiali edili e tegole. Infatti quando sono stati trovati i resti erano coperti solo da qualche tegola. Ma anche il prete congolese ha negato questa ricostruzione.

Caso Guerrina Piscaglia
Perquisite le auto di due preti: sequestro di persona
La donna aveva detto al prete di volersi separare
Donna scomparsa, perquisite le auto dei sacerdoti
Analisi dei Ris all'interno delle utilitarie alla ricerca di tracce di Guerrina Piscaglia
Rimini, 4 settembre 2014 – «Guerrina? Non la conosco». E butta giù il telefono il sacerdote di Ca’ Raffaello con cui invano abbiamo cercato di parlare. Non perché sia sospettato di qualcosa, ma perché di certo le indagini sulla scomparsa della donna stanno lambendo la piccola canonica e i preti, di colore, che l’hanno frequentata negli ultimi mesi. I carabinieri dei Ris, giunti da Roma con tanto di cani molecolari capaci di fiutare la pur minima traccia di odore, non si sono limitati a ispezionare canonica e casa del marito. Con l’utilizzo anche del luminol, composto chimico che serve per individuare eventuali tracce di sangue, hanno pure dettagliatamente controllato le due auto utilizzate dai sacerdoti. E’ stato trovato qualcosa? «No comment» esce dalla bocca di un inquirente. E in ogni caso tutti reperti prelevati sono adesso nel laboratorio romano dei Ris e qualsiasi ipotesi sarebbe prematura. Una pura illazione.
Perché la canonica? Le voci di paese, che vanno prese per quello che sono, dicono che Guerrina Piscaglia, originaria di Novafeltria, avrebbe frequentato un po’ troppo spesso uno dei sacerdoti e questo può non voler dire nulla ma è stato sufficiente per allargare le indagini anche a quella cerchia. D’altra parte gli inquirenti considerano la ricerca della donna scomparsa una priorità assoluta e, Ris a parte (dotati di strumenti tecnologici che altri non hanno), i carabinieri aretini stanno lavorando pancia in terra per trovare la chiave di volta di una vicenda sempre più ingarbugliata. Lo scenario privilegiato resta a oggi quello dell’allontanamento volontario ma è allo stesso tempo valida ogni altra ipotesi. Diverse cose non tornano. Guerrina era attaccatissima al figlio disabile, come conferma l’avvocato Francesca Faggiotto che assiste i familiari: «Non lo lasciava un secondo, lo aveva sempre seguito con cura estrema, era la sua ragione di vita». E allora com’è possibile che da oltre quattro mesi la donna non abbia mai cercato un contatto? La famiglia, che avvalora l’autenticità dei tre sms inviati alla suocera, ha una tesi: Guerrina è andata via di sua volontà, ma adesso viene tenuta lontano con la forza.
Ma gli inquirenti ci credono poco come continuano a dubitare che i vari personaggi della storiaccia possano, uno di loro, aver commesso un fatto di sangue. Non torna con i profili, non torna nemmeno con gli alibi. Niente torna, a ben vedere. Anche del fantomatico venditore ambulante che a bordo di un’auto scassata saliva fino a Badia Tedalda e a Ca’ Raffaello nulla si sa. Da quelle parti non si sarebbe fatto più vedere, lo cercano nella Valtiberina umbra, dalle parti di Assisi, perfino a Rimini, ma per adesso è come cercare un fantasma. Insomma, l’unico punto fermo è che Guerrina è sparita da quattro mesi con pochi spiccioli in tasca, un cellulare e un caricabatteria. In vista anche altre battute di ricerca nei boschi della zona ma con poche speranze. E intanto il mistero diventa sempre più fitto.
Scomparsa, la verità del frate: la conoscevo ma non l'ho più vista. Le indagini su Guerrina: è caccia all'ambulante che non si trova più da quando lei è sparita
Padre Graten: ero amico di famiglia, insegnavo anche al figlio l'uso del computer. Mi aveva confidato che voleva lasciare il marito, ho cercato di dissuaderla. Si, è vero i Ris mi hanno controllato l'auto ma è routine
PADRE GRATEN Alabi, è uno dei frati della canonica di Cà Raffaello. Originario del Congo, è arrivato due anni fa in Italia, inviato in missione proprio nel piccolo paese in provincia di Arezzo, ma in terra di Romagna, isola amministrativa del Comune di Badia Tedalda; padre Graten, 45 anni, ha preso i voti 10 anni fa, conosce bene Guerrina, oltre al marito Mirko e il figlio Lorenzo. Lunedì scorso i carabinieri del Ris hanno ispezionato tutta la canonica per trovare qualche traccia della donna, scomparsa dal primo maggio e hanno controllato persino le auto dei sacerdoti. Ma perchè proprio in chiesa? «L’ultima volta Guerrina — risponde il frate — è stata vista proprio qui da noi, ci sono diversi locali, oltre agli uffici e la cucina, anche altre case. I carabinieri sono venuti con i cani e l’appoggio di un elicottero, almeno credo, perchè io non ero presente, ero in visita pastorale con il vescovo, c’erano gli altri frati».
I militari hanno ispezionato anche le auto dei religiosi: «Certo, almeno credo».
Guerrina con il marito frequentava spesso la chiesa anche per avere un aiuto dai frati per quanto riguarda il figlio disabile Lorenzo di 23 anni.
Questo il racconto di padre Graten: «Seguivamo un pò il figlio che voleva imparare ad utilizzare il computer e per questo veniva da noi, mentre il marito è un nostro buon amico, sempre disponibile, è stato proprio Mirko ad accompagnarmi il primo maggio ad un funerale e poi a Sestino. Non si tira mai indietro, così come suo padre Benito, una persona gentile che ci aiuta a tagliare l’erba e la legna, una famiglia davvero rispettabile con la quale abbiamo un ottimo rapporto. Non possiamo dire assolutamente nulla di loro, delle bravissime persone in tutti i sensi».
Guerrina soltanto una volta e con il marito accanto si era lasciata andare ad una confidenza con il sacerdote: «Era venuta in chiesa — ricorda padre Graten — con il marito e parlando disse che avrebbe cercato un altro marito».
Lei cosa rispose?
«Rimasi male, anche perchè non aveva mai fatto un discorso del genere, la rimproverai richiamandola ai suoi principi di cattolica e di moglie e poi che che la chiesa non era certamente il luogo più adatto per certe affermazioni. Sinceramente non mi sarei mai aspettato un comportamento del genere, tuttavia alla fine non ho dato peso più di tanto al suo discorso, sinceramente non ci ho più pensato».
In passato si era mai confidata con lei?
«Era preoccupata per il lavoro perchè Mirko è in cassa integrazione ma nulla di più. Per questo motivo l’avevo aiutata e così le avevo trovato un lavoro, come donna delle pulizie per alcune ore al mese alla casa di riposo; lavoro che successivamente ha lasciato per motivi di salute, in quanto era stata operata ad un ernia ed era andata a passare la convalescenza dalle sorelle a Nova Feltria».
Guerrina Piscaglia è stata vista l’ultima volta, nel pomeriggio del primo maggio, uscire dalla chiesa e avviarsi sulla statale, poi è sparita e di lei più nessuna notizia, soltanto tre sms, lo stesso giorno della sua scomparsa alla suocera Giovanna Cermoni dove aveva scritto che sarebbe tornata per riprendersi il figlio. «Nel giorno della sua scomparsa — ricorda ancora padre Graten — abbiamo provato con il marito di rintracciarla al telefono, ma non c’è stata nessuna risposta, anche se il giorno dopo mi risulta che era in piazza a Nova Feltria con una sua amica».
L’eventuale relazione con il venditore ambulante?
«Ho visto qualche volta questi personaggi, non saprei cosa dire in proposito. E’difficile capire cosa sia successo effettivamente, come una persona possa essere sparita in questo modo, siamo tutti in apprensione e speriamo che la vicenda si concluda nel migliore dei modi».
Non si è fatta mai viva con lei?
«Assolutamente no».
Intanto mercoledì 10, la vicenda di Guerrina Piscaglia approda su Rai 3 nella popolare trasmissione «Chi l’ha visto?», dalla quale la famiglia spera di avere qualche informazione per rintracciare la donna.
Una vicenda che ha scosso la piccola comunità di Cà Raffaello, circa 150 anime, dove le giornate passano tranquille senza grandi emozioni, tutti si augurano che Guerrina Piscaglia torni a casa per riabbracciare il figlio Lorenzo e il marito Mirko Alessandrini.




ESTATE TUSCOLANA: PRESENTAZIONE DEL ROMANZO "IL SEGRETO DI EMANUELA ORLANDI"

Redazione

Roma – Un'adolescente scomparsa, servizi segreti, criminalità organizzata e alti prelati. Questi i punti chiave della vicenda di Emanuela Orlandi, la 15enne scomparsa a Roma il 22 giugno del 1983. Trent'anni dopo il giornalista e autore Rai, Giuseppe Nazio, analizza il fatto di cronaca trasformandolo in un romanzo.  

Il segreto di Emanuela Orlandi (ed. Sovera), verrà presentato domenica 23 giugno alle 21 all'interno della manifestazione Estate Tuscolana quest'anno dedicata alla legalità.

In uno spazio sequestrato al boss della banda della Magliana, Franco Nicolini detto er criminale, in via Tuscolana 2068, il giornalista analizzerà la vicenda partendo dalle ultime ipotesi investigative. Andando oltre la cronaca, l'autore parla al lettore di riscatti e di ricatti, trame di potere e amicizie scomode, tutte le mosse che hanno inghiottito l'esistenza di Emanuela. 

Nel commentare il libro Walter Veltroni, da sempre vicino alla famiglia Orlandi ha dichiarato “l’Italia è il paese delle storie irrisolte, in cui ha lavorato una vera e propria industria del depistaggio che ha giocato con il dolore della famiglia di Emanuela e delle altre vittime di quegli anni”.

tabella PRECEDENTI:

 

    19/10/2012 ROMA CASO EMANUELA ORLANDI, IL FRATELLO CHIEDE AL VATICANO DI APRIRE UN'INDAGINE INTERNA

 19/05/2012 ROMA, CASO ORLANDI: CONCORSO IN SEQUESTRO DI PERSONA. QUESTA L’IPOTESI DI ACCUSA PER MONSIGNOR PIETRO VERGARI
 24/04/2012 ROMA, VICENDA EMANUELA ORLANDI: ENTRO FINE MAGGIO APERTURA TOMBA DE PEDIS
 01/04/2012 CASTEL GANDOLFO, ALESSIO CAMPI: IL CASTELLETTO DELLA BANDA DELLA MAGLIANA E’ CASA NOSTRA
 26/02/2012 ROMA ARRESTATO ENRICO NICOLETTI L'EX CASSIERE DELLA BANDA DELLA MAGLIANA



PAPA RATZINGER E BERNADETTE: NEL 1879 LA VEGGENTE SCRISSE A PAPA LEONE XII 5 MESSAGGI DELLA MADONNA

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Alberto De Marchis

Il tentativo che si sta facendo è di registrare, fare cronaca, commentare e legare fatti che ritornano e si concentrano in quest’anno. Il 2013 è all’insegna del grande cambiamento: Il Papa si è dimesso, l’attuale momento economico e politico dell’intero Paese è in profonda crisi. Tra qualche giorno ci sarà un nuovo Governo. Per Pasqua un nuovo Papa. C’è senz’altro un rinnovamento e si può e deve contribuire a far sì che avvenga nella maniera più radicale possibile perché se non si cambia rotta, oltre ad una crisi nella fede (Ior, Vatileaks, preti e pedopornografia, scandali, Elisa Claps, Emanuela Orlandi, ecc) si rischia di sprofondare in una profonda catastrofe globale. Per questo motivo, bisogna dare adesso un messaggio di speranza, ricordando i messaggi che solo la nostra memoria può far riaffiorare al momento giusto.

A volte è necessario credere che il caso non esiste. Papa Benedetto XVI aveva indetto per quest’anno “l’anno della Fede”. Il Papa lascerà il pontificato alle ore 20 del 28 febbraio 2013. Lo ha deciso l’11 febbraio. Non è un giorno a caso perché coincide con la festa liturgica della Madonna di Lourdes, nell’anniversario delle più celebri apparizioni mariane. Il giorno del suo compleanno, il 16 aprile, coincide con la nascita al Cielo di Bernadette Soubirous. Il 19 aprile giorno dell’ inizio del suo pontificato coincide con il funerale della santa dei Pirenei. E per volontà di Giovanni Paolo II dal 1992, l’11 febbraio per la Chiesa è anche la Giornata mondiale del malato. A Lourdes, tra l'11 febbraio e il 16 luglio 1858, la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, riferì di aver assistito a diciotto apparizioni della Madonna, in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle.

Le apparizioni sono tra le più famose riconosciute dalla Chiesa cattolica, che ha anche riconosciuto ufficialmente come miracolose 68 guarigioni, fra quelle che si sarebbero verificate tra gli ammalati recatisi a Lourdes in pellegrinaggio. L'11 febbraio 1858, Bernadette, sua sorella Antonietta, e la loro amica Giovabnna Abadie, vanno in cerca di legna. Si dirigono verso il "luogo dove il torrente si getta nel Gave". Arrivano dinanzi alla Grotta di Massabielle, Antonietta e Giovanna attraversano l'acqua ghiacciata del torrente. Bernadette, a causa della sua asma cronica, esita a fare altrettanto. E' in quel momento che "sente un rumore come un colpo di vento", ma "nessun albero si muove". "Alzando la testa, vede, nella cavità della roccia, una piccola ragazza, avvolta di luce, che la osserva e le sorride". E' la prima apparizione di Nostra Signora.

C’è un ulteriore grande elemento che non può essere lasciato nel dimenticatoio.

Nel 1879 Bernadette ha scritto a Papa Leone XIII per sottoporgli dei messaggi della Madre di Dio per il nostro secolo. Di queste cinque profezie, quattro si sono già realizzate. La lettera considerata persa per 120 anni, è stata ritrovata dal Padre francese Antoine La Grande, in Vaticano, mentre cercava dei documenti sui miracoli di Lourdes.

Questa lettera al Papa, scritta da Bernadette proprio prima della sua morte, comprende cinque messaggi della Santa Vergine riguardanti gli avvenimenti del nostro secolo e l’avvenire dopo l’anno 2000. Il contenuto della lettera non è mai stato pubblicato e le persone in Vaticano dicono che era stata smarrita. Il Padre La Grande ha scoperto questo scritto il dicembre 1998, in un armadio metallico, nei sotterranei della biblioteca vaticana. Si tratta di cinque pagine, separate, e su ogni pagina si trova una rivelazione.

1.      La prima profezia parla soprattutto dello sviluppo del Santuario di Lourdes, dopo la morte di Bernadette: descrive l’espansione di Lourdes come luogo di pellegrinaggio e l’efficacia della celebre sorgente guaritrice.

2.      Questo messaggio annuncia una serie di importanti scoperte scientifiche, come l’utilizzazione dell’energia elettrica, la lampadina elettrica, il grammofono ed altri apparecchi elettrici.

3.      La terza profezia si riferisce alla presa del potere, in Germania, da parte di Hitler e al Nazismo: a causa di questo, negli anni ’30 si sarebbe prodotta una cosa terribile che sarebbe sfociata in una guerra nella quale, quasi tutte le nazioni, avrebbero preso parte.

4.      Gli sforzi degli uomini per viaggiare nello spazio sono annunciati nel quarto messaggio (annunciati ugualmente nel messaggio di Amsterdam). Intorno agli anni ’70, gli Americani riusciranno ad atterrare sulla luna. Profezia realizzata nel 1969, quando l’americano Neil Armstrong calcò, per la prima volta, il suolo lunare. 

5.     L’ultima profezia, la più lunga di queste predizioni, eccola: “Sua Santità, la Santa Vergine mi ha detto che con la fine del XX secolo arriverà anche la fine della scienza. Una nuova era di fede avrà inizio su tutta la terra. Verrà data la prova che fu Dio a creare il mondo e l’uomo. Sarà l’inizio della fine della scienza nella quale gli uomini non crederanno più. Milioni di uomini torneranno di nuovo a Cristo e la potenza della Chiesa sarà più grande che mai. La ragione, per cui molti uomini non confideranno più negli scienziati, sarà l’attitudine arrogante di questi uomini di scienza che lavorano alla realizzazione di una creatura derivata dall’incrocio fra l’uomo e l’animale. Gli uomini sentiranno allora, nel profondo del loro cuore, che questo non può essere giustificato. In un primo tempo non ci si saprà opporre alla realizzazione di questi mostri, ma gli scienziati saranno finalmente scacciati, come si scaccia un’orda di lupi. Alla vigilia dell’anno 2000 si assisterà ad uno scontro fra gli adepti di Maometto e le Nazioni cristiane. Una terribile battaglia avrà luogo, nella quale 5.650.451 soldati perderanno la vita, e una bomba fortemente distruttrice sarà lanciata su una città della Persia (dal 1935=IRAN). Ma alla fine vincerà il segno della croce e tutti i mussulmani si convertiranno al Cristianesimo. Seguirà un secolo di pace e felicità, poiché tutte le Nazioni deporranno le armi. Ne conseguirà una grande ricchezza, poiché il Signore espanderà la sua benedizione sui credenti. Su tutta la terra nemmeno una sola famiglia rimarrà nella povertà e nella fame. Dio darà, a un uomo su dieci, il potere di guarire le malattie di coloro che chiederanno, per questo, aiuto. In seguito a questi miracoli, si sentiranno le grida di un gran numero. Il XXI secolo sarà chiamato “Seconda Era d’Oro dell’Umanità” ("Prima Era d'Oro dell'Umanità": Incarnazione, Passione, Morte, Risurrezione e Glorificazione di Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell'uomo).

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MINORI, SISTEMI DI RILEVAMENTO PERSONALE: E' GIUSTO CONTROLLARE I PROPRI FIGLI CON APPARECCHI DI IDENTIFICAZIONE A RADIOFREQUENZA?

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Alberto De Marchis

Sareste disposti a controllare i vostri figli con degli apparecchi di ultima generazione? Quasi fossero i microchip dei nostri amici a quattro zampe? Bisogna considerare tanti fattori, in primis quante scomparse avvengono in Italia ogni anno. Pensiamo ai casi di scomparsa dei minori, alla piccola Celentano, oppure a Denise Pipitone o ancora ad Emanuela Orlandi. Forse ci sarebbe da riflettere, ma senz’altro si tratterebbe di una limitazione alla libertà personale. Ma probabilmente, trattandosi di minori, se ne potrebbe discutere. Intanto il settimanale Panorama, ha affrontato questo argomento. Ne riproponiamo uno spezzone.

Secondo l’Economist sono americani e giapponesi i cittadini più disposti a provare questo tipo di dispositivi di controllo. Gli europei, anche grazie a più strette politiche sulla privacy, sembrano meno preoccupati e in ogni caso più scettici sull'adozione di simili strumenti di tracking. È pur vero che in paesi del Sud America preoccupano molto le bande criminali che sequestrano e rapiscono bambini; in questo caso un dispositivo di tracciamento personale potrebbe velocizzare le ricerche.

Molte autorità pubbliche e scolastiche sono già pronte. Alcune scuole di Osaka nel 2004 hanno cominciato ad utilizzare sistemi di identificazione a radiofrequenza (meglio conosciuti come   RFID ) per i singoli studenti. Attraverso questo sistema i docenti possono controllare la frequenza con la quale gli alunni sono in classe e, se sono assenti, dove realmente si trovano. A Dubai la stessa tecnologia avvisa i genitori quando i loro figli salgono o scendono dallo scuolabus; in Brasile nella città di Vitoria de Conquista, gli studenti hanno uniformi dove sono cucite etichette radio. Alcuni istituti statunitensi hanno adottato il metodo degli RFID associandolo al pagamento della retta scolastica: più assenze fa l’alunno, durante l’appello mattutino, più salate saranno le tasse da pagare. Ma c’è anche una questione religiosa da rispettare. Qualche mese fa Andrea Hernandez venne espulsa dalla sua scuola a San Antonio in Texas per aver rifiutato di indossare il sistema di identificazione RFID. La ragazza dichiarò di non volerlo indossare per il suo credo religioso e in particolare per l’associazione del chip al “Marchio della Bestia” citato nella Bibbia e di recente svelato in un messaggio di Gesù nel giugno 2012: “[…]controllerà i vostri soldi, il vostro accesso al cibo e il vostro modo di vivere. Regole, tante, che vi renderanno prigionieri. La chiave del vostro chip, che vi tiene sotto il loro controllo, sarà il Marchio della Bestia. Il 666 sarà incorporato, come numero nascosto, in un chip che sarete costretti ad accettare proprio come si farebbe con una vaccinazione”. Un messaggio che ha il suo significato per i credenti ma che non nasconde i reali pericoli dietro un’adozione di massa di sistemi di rilevamento personale.




ROMA CASO EMANUELA ORLANDI, IL FRATELLO CHIEDE AL VATICANO DI APRIRE UN'INDAGINE INTERNA

Redazione

Non ha mai mollato e non mollerà mai il fratello di Emanuela Orlandi finché non avrà conosciuto la verità sulla scomparsa di sua sorella. Questa volta Pietro, chiede a gran voce che il Vaticano apra una indagine interna. come sempre in prima linea la trasmissione televisiva Chi l'ha visto?, sta aiutando Pietro a far conoscere le modalità di accesso alla petizione.

L'apertura di una indagine interna con l'istituzione di una commissione cardinalizia d'inchiesta analoga a quella istituita per il caso Vatileaks. A un anno dalla prima petizione per Emanuela Orlandi, il fratello Pietro lancia un secondo appello, chiedendo che Oltretevere si attivino strumenti concreti per far luce sulla vicenda. Alla petizione si potrà aderire dal sito creato per l'occasione, www.emanuelaorlandi.it, attivo da oggi. Questa volta il destinatario è il segretario di Stato Vaticano cardinal Tarcisio Bertone: "Eminenza,il rapimento della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, avvenuto nel lontano 1983, ha gettato ombre e dubbi sul comportamento del Vaticano, che nel corso di questi tre decenni non ha avuto il coraggio di abbattere quel muro di silenzi e di omertà eretto intorno a questa vicenda. Lo Stato Vaticano ha da sempre rinunciato alla ricerca di una sua innocente cittadina, suscitando lo sdegno di tantissime persone e di tutti quei sacerdoti che ogni giorno si impegnano perché la vita dei più deboli venga rispettata. E' l'ora di un segnale forte di cambiamento. Le chiediamo pertanto di adoperarsi affinché venga aperta un'indagine, interna allo Stato Vaticano, sul sequestro di Emanuela Orlandi, con la conseguente istituzione di una Commissione cardinalizia d'inchiesta che si impegni, con onestà e volontà, a far emergere la Verità su questa vergognosa e disumana storia. Che il sacrificio di Emanuela, viva o morta che sia, e il perenne martirio di una famiglia, servano ad un profondo e radicale cambiamento nelle coscienze di chi, ai vertici delle gerarchie ecclesiastiche, sta portando questa Chiesa sempre più lontana dall'insegnamento di Gesù". "La petizione – spiega Pietro Orlandi – verrà letta ufficialmente sabato 20 ottobre ad Osimo in occasione del primo festival di giornalismo d'inchiesta. La città marchigiana si è impegnata moltissimo per questa causa e dopodomani mi verrà consegnata la cittadinanza onoraria".

tabella PRECEDENTI:

19/05/2012 ROMA, CASO ORLANDI: CONCORSO IN SEQUESTRO DI PERSONA. QUESTA L’IPOTESI DI ACCUSA PER MONSIGNOR PIETRO VERGARI
24/04/2012 ROMA, VICENDA EMANUELA ORLANDI: ENTRO FINE MAGGIO APERTURA TOMBA DE PEDIS
01/04/2012 CASTEL GANDOLFO, ALESSIO CAMPI: IL CASTELLETTO DELLA BANDA DELLA MAGLIANA E’ CASA NOSTRA
26/02/2012 ROMA ARRESTATO ENRICO NICOLETTI L'EX CASSIERE DELLA BANDA DELLA MAGLIANA



ROMA, VICENDA EMANUELA ORLANDI: ENTRO FINE MAGGIO APERTURA TOMBA DE PEDIS

Angelo Parca

Sulla vicenda di Emanuela Orlandi, secondo alcune indiscrezioni, entro fine maggio sarà aperta e ispezionata la tomba di Enrico De Pedis meglio conosciuto come “Renatino”, il boss della Banda della Magliana sepolto nella Basilica di Sant'Apollinare. Il legame tra Enrico De Pedis e il rapimento di Emanuela Orlandi è oggetto di indagini da parte della magistratura romana dal 2008, ed è scaturito da una sola dichiarazione, quella di Sabrina Minardi, e una sospetta quanto fragile coincidenza: l'insolita sepoltura di De Pedis, scoperta nel 1997, nella cripta della basilica di Sant'Apollinare a Roma, struttura di proprietà dell'Opus Dei, accanto alla scuola di musica frequentata dalla Orlandi. Nel 2007 un pentito della Banda della Magliana, Antonio Mancini, ritenuto inattendibile da diverse corti di Assise, disse ai magistrati della Procura di Roma che in carcere, all'epoca della scomparsa della quindicenne “Si diceva che la ragazza era ‘robba nostra’, l'aveva presa uno dei nostri”.
Nel giugno 2008, Sabrina Minardi, ex moglie del calciatore Bruno Giordano e per molti anni amante di De Pedis ha rilasciato alcune dichiarazioni (mai riscontrate o spesso riscontrate al contrario), secondo le quali De Pedis avrebbe eseguito materialmente il sequestro per ordine del monsignor Paul Marcinkus (allora a capo dello IOR). A detta della Minardi, l'Orlandi fu giustiziata sei, sette mesi dopo e il cadavere sarebbe stato occultato da De Pedis presso Torvajanica in una betoniera, assieme ai resti di un altro giovanissimo ostaggio, Domenico Nicitra, 11 anni, figlio di un ex affiliato della banda della Magliana, il siciliano Salvatore Nicitra. Tuttavia il piccolo Nicitra scomparve solo nell'estate del 1993, tre anni dopo la morte di De Pedis. Le dichiarazioni della Minardi, benché siano state riconosciute dagli inquirenti come incoerenti (anche a causa dell'uso di droga da parte della donna, non solo in passato) hanno nuovamente attirato l'attenzione degli investigatori mesi dopo, a seguito del ritrovamento della BMW che la stessa Minardi ha raccontato di aver utilizzato per il trasporto di Emanuela Orlandi e che risulta appartenuta prima a Flavio Carboni, imprenditore indagato e poi assolto nel processo sulla morte di Roberto Calvi, e successivamente ad uno dei componenti della Banda della Magliana.
Nel dicembre 2009, molto tardivamente, due "pentiti" della Banda della Magliana hanno rilasciato dichiarazioni relative al coinvolgimento di De Pedis e di alcuni esponenti vaticani nella vicenda di Emanuela Orlandi. Antonio Mancini ha rivelato il 10 dicembre che il sequestro di Emanuela Orlandi venne gestito da De Pedis “nel quadro di problemi finanziari con il Vaticano”. Maurizio Abbatino, altro "collaboratore di giustizia" della Banda, ha dichiarato al procuratore aggiunto titolare dell'inchiesta che – a seguito di confidenze raccolte fra i membri della banda – il sequestro e l'uccisione di Emanuela avvennero per opera di De Pedis e dei suoi uomini, nell'ambito di rapporti intrattenuti da lui con alcuni esponenti del Vaticano.