Morte Totò Riina: chiuso un capitolo doloroso per l’Italia intera

PALERMO – Poco prima delle 4 del mattino, precisamente alle 3.37 al reparto detenuti dell’ospedale di Parma è morto Totò Riina ad un giorno dal suo 87esimo anno di vita.

Il boss dei boss muore e si chiude un capitolo doloroso e storico per l’Italia intera. Riina nonostante abbia subito diversi interventi, riusciva a rimanere al vertice del vecchio corso di cosa nostra e il Tribunale di Sorveglianza del capoluogo emiliano lo scorso luglio aveva respinto la richiesta del differimento di pena richiesta dagli avvocati per le condizioni di salute dapprima cagionevoli poi divenute sempre più gravi.

Riina è stato il capo di quella mafia corleonese che invase Palermo nel tentativo becero ed animale di sopprimere il dominio criminale organizzato che in città vedeva diverse famiglie gestire le zone nei traffici de malaffare fra richieste di “pizzo” e traffico di stupefacenti. Decine di morti e sangue per le strade negli anni più buii nel cuore dei palermitani costretti quotidianamente ad assistere inermi ad uno scontro tra famiglie dove comandavano le armi e il sangue nelle strade diveniva una cornice macabra attorno ai corpi freddi senza vita riversi nelle strade.

Quella mafia si era ritenuta responsabile anche degli attentati dei primi anni 90 per un agghiacciante e folle piano di lanciare una offensiva contro lo Stato che nel corso del tempo riuscì a fermare grazie allo sforzo e al sacrificio di tantissimi servitori dello Stato fra cui Falcone e Borsellino.

Il figlio Salvatore che ha scontato una pena detentoria di 8 anni ha pubblicato un post di auguri sui social per il padre. Quel che lascia ulteriormente sbigottiti è l’assenza totale di un briciolo di pentimento che Riina non ha mai espresso in tutto il tempo di detenzione ai regimi durissimi del 41bis che dimostra appieno tutta la sua folle ferocia che non merita nessuna minima considerazione che è giusto invece riservare per gli esseri umani.

 

Paolino Canzoneri




STRAGE DEL RAPIDO 904: CHIESTO L'ERGASTOLO PER TOTO' RIINA

 
di Angelo Barraco

Per la Strage del Rapido 904, avvenuta il 23 dicembre del 1984, quando un ordigno esplose sul treno Napoli-Milano e tale esplosione provocò la morte di 17 persone e 267 feriti. il pm ha chiesto l’ergastolo per Totò Riina – in carcere a Parma – , unico imputato nel processo in corso a Firenze. Il pm Angela Pietroiusti ha detto: “Concludo chiedendo la pena massima dell'ergastolo, Si chiede la condanna non perché non poteva non sapere ,perché era a capo dell' organizzazione, ma perché Riina esercitava questo potere. Solo con la sua autorizzazione è stato fornito l'esplosivo a Calò e solo lui poteva decidere la destinazione dell'esplosivo. Riina è il determinatore, lui dà questo contributo decisivo”. Per questa terribile strage c’era stato già un condannato, ovvero il mafioso Pippo Calò, condannato con sentenza definitiva. Oltre a Pippo Calò sono stati condannati altri due mafiosi, Guido Cercola e Franco Di Agostino ed è stato condannato anche l’artificiere tedesco Friedrich Schaudinn. Soltanto le successive indagini hanno stabilito il coinvolgimento di Totò Riina nella strage, dalle indagini è scaturito l’attuale processo il corso.