Esplosione al centro di Rocca Di Papa, comunità colpita al cuore. Indaga la procura

ROCCA DI PAPA (RM) – Continuano le indagini sull’esplosione a Rocca di Papa avvenuta lo scorso lunedì 10 giugno.

Secondo quanto ricostruito finora, gli operai dopo la rottura accidentale della condotta del gas avrebbero tamponato con una riparazione di fortuna e poi chiamato l’Italgas per chiedere un intervento. Subito dopo si sono allontanati. Come accertato, la riparazione non avrebbe retto, rilasciando il gas nell’aria e in particolare all’interno della palazzina del Comune che, dopo essersi saturata, è esplosa.

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Il servizio trasmesso a Officina Stampa del 13/6/2019

A finire sul registro degli indagati, con l’accusa di disastro colposo e lesioni gravi colpose il geologo incaricato dal Comune di Rocca di Papa a svolgere l’esplorazione geognostica, Leonardo Nolasco, il titolare della ditta del frusinate TecnoGeo e suo fratello, Norman ed Emiliano Abballe. Il procuratore capo, Francesco Prete, ipotizza che ci siano state da parte loro delle responsabilità oggettive riconducibili alla progettazione dell’intervento e ai seguenti lavori sul manto stradale. In sostanza o il progetto è stato stilato senza tenere in considerazione quello che c’era nel sottosuolo o la ditta esecutrice ha dato delle indicazioni sbagliate agli operai su dove intervenire.

Restano ricoverati in prognosi riservata presso il Centro Grandi Ustionati dell’ospedale di Roma Sant’Eugenio il sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini e il suo delegato Vincenzo Eleuteri, rimasti feriti nell’ esplosione. Crestini presenta una percentuale di ustione del 34% ed è attualmente assistito in ventilazione meccanica così anche Eleuteri con ustioni del 44%. Complessivamente sono quattro i pazienti ricoverati al Sant’Eugenio. Arrivati in codice rosso, hanno ustioni di secondo grado profondo e terzo grado, su una superficie corporea compresa tra il 11% e il 44%.

Resta ricoverata anche la bimba di 5 anni ferita gravemente nell’esplosione mentre si trovava all’asilo comunale vicino il palazzo comunale.
A gestire l’emergenza in cui si sono venute a trovare le 150 persone evacuate dalla zona rossa un esercito di volontari della protezione civile di Rocca di Papa e dei comuni limitrofi, insieme ai vigili del fuoco, la polizia locale, i carabinieri, la polizia di stato, i forestali, la croce rossa, le assistenti sociali comunali e presso la sede del Parco Regionale dei Castelli è stata allestita una cucina da campo.




Rocca di Papa, esplosione: la riparazione non ha retto. Operai rintracciati a Isernia. Sequestrata trivella per i carotaggi

Continuano le indagini sull’esplosione a Rocca di Papa. Tra le prime ipotesi c’è senz’altro quella della rottura accidentale di un tubo del gas durante alcuni carotaggi. I carabinieri hanno rintracciato – a 150 chilometri – e interrogato i tre operai coinvolti nei lavori. Dopo lo scoppio i lavoratori – impegnati per conto di una ditta di Isernia, che ha ottenuto la commessa in subappalto da una società vincitrice dell’appalto, nella provincia di Frosinone – erano tornati a casa.

I militari dell’Arma hanno sequestrato la trivella utilizzata nei carotaggi, mentre la procura di Velletri ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e lesioni gravi.

L’ultima ricostruzione Secondo quanto ricostruito finora, gli operai dopo la rottura accidentale della condotta del gas avrebbero tamponato con una riparazione di fortuna e chiamato l’Italgas per chiedere un intervento. Subito dopo si sono allontanati. Come accertato, la riparazione non avrebbe retto, rilasciando il gas nell’aria e in particolare all’interno della palazzina del Comune che, dopo essersi saturata, è esplosa.

Quando i Carabinieri della Compagnia di Frascati sono intervenuti, la caccia agli operai è scattata immediatamente.