L'ITALIA E… L'ETNIA DEL POPO'

di Emanuel Galea

Occhio agli escrementi e attenzione a dove mettere i piedi. Inoltre tenere sempre il naso turato e stare al riparo dalle pallottole! Si sta attraversando l’Italia, terra di santi, di demoni, di evasori, di pentiti, di tartassati e criminali impenitenti. Terra di generoso volontariato, di illustri mantenuti, grandi parlatori, truffatori, stupratori e eterne vittime. Terra di mistici, atei ed agnostici.

Numerosi venditori di fumo e danzatori della pioggia sono perennemente in piazza per  incantare e convincere inermi cittadini ma,  non riescono ad attirare investimenti. Tengono lontani i capitali esteri e non proteggono quelli locali.
Si eleva nell’aria un odore acre di aria fritta ma lo spettacolo deve continuare. Ci si domanda: Qual'è oggi l’italiano indigeno? Che genere di vita popola  ancora questa penisola? 

Non è facile rispondere. Ammesso che la gente latina è una razza in estinzione,  la penisola si  sta ripopolando di una nuova etnia, un po’ cristiana, un po’ atea, un po’ blasfema, un po’ mistica, un pò ladra, un po’  onesta, un po’ pettegola, un po’ riservata, un po’ corruttrice, un po’ corrotta. In poche parole è la nuova etnia del popò. E una minoranza del nouvelle vague  popò, la più progressista,  si è impadronita di tutti i mezzi dell’informazione e,  mezze buste entusiaste, aderenti al movimento del popò, assodate al servizio della potente minoranza dominatrice, vendono dosi intensive del pensiero unico a turni continui, notte e giorno.

La voce che vien dall’Europa rimane molto flebile davanti alla carneficina in nord Africa, medioriente ed alle ambiguità di Recep Tayyip Erdogan. L’opinione pubblica inorridisce davanti alle bande di evasori, usurpatori, rapinatori che continuamente  taglieggiano inermi cittadini, commercianti ed istituzioni.  Le loro   scorribande non distinguono il nord dal profondo sud. Il  commercio dei clandestini rende e ci si prospera, aumenta e gonfia i bilanci della malavita.

Per alcuni personaggi delle istituzioni, come la presidente della Camera, ben altro è importante. La signora Laura Boldrini ha scritto ai deputati e alle deputate per sottolineare che per le donne il ruolo o gli incarichi ricoperti vanno declinati al femminile: la presidente e non il presidente, la ministra e non il ministro

L’osservazione di Del Debbio è puntualissima. Per rimanere  conformi con la  Boldrini, perché non “giornalisto o dentisto?”

Signora Boldrini, non sono certo questi i problemi dell’Italia. Eppure questa è la classe dirigente, la nuova Italia, questa è la nuova genera tion, politica, civile, culturale.

Al  nuovo presidente del Consiglio non si può certo dire che manchi l'ottimismo, lui vede un'Italia che fiorisce. Chi se la sente di spiegare al bravo presidente la reale situazione italiana? Non se ne accorge dei presidenti di associazioni antimafia che trafficano con i clan, leader di comitati anti racket presi con la mazzetta in mano e piromani che inscenavano misteriosi incendi per poi chiedere risarcimenti allo Stato, eredi improvvisati del Partito degli onesti, quello nato da Tangentopoli e dall’Antimafia convertito nella truffa.

A Palermo è stato arrestato il presidente della Camera di Commercio per una tangente da 100mila euro .In questo mondo di ladri, sembra tutto normale, chi vuole che ci si scandalizzi.

Dalla relazione tecnica consegnata dal dipartimento Attività produttive e allegata al disegno di legge di riforma degli enti,  in discussione all’Assemblea Regionale Siciliana,  emerge che le “Camere di Commercio” mentre registrano disavanzi importanti elargiscono  stipendi d’oro .
Come fanno gli investitori stranieri ad affidare i propri capitali in questo paese così bistrattato? Nella accidentata faccenda di Swissleaks si parla di una super-evasione di 180 miliardi e si dice pure , secondo la Finanza, che gli italiani hanno nascosto 741 milioni.
Non si finisce di mettere a parte il giornale quando esce fuori l’altra notizia che la Procura di Milano ha iniziato gli indagini inerenti ad  una presunta  maxi evasione da otto miliardi di euro in Svizzera e pare siano coinvolti nomi di importanti partiti politici.

Guai ai vinti! L’Italia sembra sia stata vinta dalla corruzione e dalla disordine. La ‘Ndrangheta in Lombardia e l’occhio della malavita su Palazzo Gorani! Che fanno gli italiani, possono stare sereni? Secondo la Corte dei Conti la corruzione dilaga dappertutto. Sempre secondo la stessa Corte  sono 60 miliardi l’anno i numeri della piaga sociale e  della corruzione. “L’illegalità, corruzione, malaffare” continua la Corte dei Conti  “sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce”.

Davanti a siffatta tsunami di corruzione si sente l’urlo sfiduciato del cittadino : “si salvi chi può”. L’urlo ha buon ragione d’essere perché stanno cedendo gli stessi argini proposti a frenare l’ondata letamosa. La corruzione,
ahinoi, passa per il tribunale. Non si salva ormai alcuno.

Secondo Nello Rossi, procuratore aggiunto a Roma, nei palazzi di giustizia cresce un nuovo fenomeno criminale. Vede protagonisti magistrati e avvocati. C’è chi aggiusta sentenze in cambio di denaro, chi vende informazioni segrete e chi rallenta le udienze. Dice il pm: “ Un fenomeno odioso”

Troppo buono il pm a chiamarlo odioso! Nel 1935, il giurista Piero Calamandrei, nel suo “Elogio dei giudici scritto da un avvocato” scriveva che “Ciò che può costituire reato per i magistrati non è la corruzione per denaro: di casi in cinquant’anni di esperienza ne ho visti tanti che si contano sulle dita di una sola mano. Il vero pericolo è un lento esaurimento interno delle coscienze, una crescente pigrizia morale»,

Questo paese ha seri problemi, ormai si confondono  corrotti e corruttori,  vittime e aguzzini, giudicanti e giudicati, diritti e desideri,contemplativi e razionalisti, devoti e materialisti, ascetici e idealisti.

La penisola è diventata un enorme spaccio dove si baratta di tutto, un po’ di bene, un po’ di male, un po’ di dolce ed un po’ di amaro. E’ un paese senza identità. E’ il paese del popò.