ROMA, EXPOEDILIZIA: IL NEO CONSIGLIERE REGIONALE DANIELA BIANCHI PUNTA A UN NUOVO MODELLO DI EDILIZIA

Redazione

Roma – “Parlare di paesaggio non significa parlare di ponticelli sui fiumi e gocce di rugiada, come pensa ancora qualcuno. È anche quello, ma significa parlare del più potente motore di sviluppo e di produzione di ricchezza. “ Così ha esordito il consigliere Regionale Daniela Bianchi questa mattina all’Expoedilizia, la sesta edizione della Fiera Internazionale per l’Edilizia e l’Architettura in programma a Roma dal 21 al 24 marzo 2013.

Daniela Bianchi è intervenuta nell’ambito dell’area “Working with nature”, l’area della fiera curata da Green City Italia che in questi giorni accoglierà incontri, workshop e mostre. Al centro la Green Landscape Economy, un modello di sviluppo per le città e il territorio contrario al consumo del suolo e a favore alla rigenerazione urbana.  “Ho speso gli ultimi 4 anni a cercare di innescare un circuito virtuoso in grado di valorizzare le potenzialità ambientali e paesaggistiche della Valle del Sacco, un’area fortemente danneggiata da una cattiva industrializzazione.“ racconta Daniela Bianchi ”Con Andreas Kipar e il coinvolgimento di un intero territorio abbiamo provato riscrivere un futuro che sembrava segnato. È nato così il Masterplan, progetto cornice che fa del paesaggio l’infrastruttura, elemento centrale dello sviluppo economico”

Il richiamo di Bianchi è anche a ciò che l’architetto Kipar è riuscito a realizzare in Germania, nel bacino della Ruhr, dove si è realizzato il miracolo della riconversione di un territorio che sembrava irrimediabilmente segnato dagli effetti negativi di una industrializzazione altamente inquinante. Lo stesso Zingaretti, come primo atto del suo mandato in Regione, ha modificato l’interpretazione del Piano Casa della giunta Polverini, bloccando la possibilità di costruire in aree verdi e adibite a servizi pubblici. Questa decisione segue le linee guida del pacchetto di norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani in vigore dal 16 febbraio (legge 10/2013, una delle ultime leggi del precedente Parlamento) che, recependo il trattato di Kyoto, promuove aree verdi finanziate con i contributi per i permessi di costruire e le sanzioni previste dal Testo Unico sull’edilizia.

“In consiglio Regionale ho intenzione di tramutare i progetti in “processualità” – conclude Daniela Bianchi -, cioè in leggi regionali che possano diffondere la cultura del paesaggio capace di “costruire senza costruire”, intervenendo sulle aree dismesse con l’efficienza energetica, l’edilizia di qualità e la cura del territorio, a partire dall’emergenza idrogeologica. Il messaggio è chiaro, il core business dell’Italia è il paesaggio, vero e unico contenitore economico che, con piani di investimento europei come Horizon 2020, potrà coniugare lo sviluppo con il benessere sostenibile, dando vita ad un nuovo modello di edilizia che superi la profonda crisi del settore perché finalmente potrà risponde alle rinnovate esigenze dei cittadini e ai nuovi progetti di sostenibilità”

LA GREEN LANDSCAPE ECONOMY SECONDO LA DEFINIZIONE DI ANDREAS KIPAR

Un’economia che affonda le radici nella tradizione ma ricerca nuovi modelli di azione basati sulla rigenerazione urbana e sulla salvaguardia, nella quale qualunque intervento sul territorio diventa il  tassello di un recupero ambientale diffuso anche in fase manutentiva.

Costruire senza costruire, con la necessità di promuovere prima di tutto paesaggi nuovi, intervenendo negli spazi interstiziali, nelle aree dismesse, ridefinendo le relazioni tra infrastrutture, poli urbani, aree produttive, spazi agricoli e naturali.

Ciò significa intervenire sia nei territori aperti facendo fronte, ad esempio, all’emergenza idrogeologica, sia all’interno del tessuto urbano consolidato, coinvolgendo il patrimonio edilizio esistente, sostituendo l’edilizia di scarsa qualità, migliorando le dotazioni infrastrutturali e lo spazio pubblico e affrontando in maniera sistemica il tema dell’efficienza energetica.

In questo scenario il paesaggio assumere un ruolo determinante nei processi di trasformazione sia a livello urbano sia territoriale. I beni culturali e ambientali tornano al centro dell’attenzione come veri motori di un rinnovato sviluppo.