NAPOLI, OMICIDIO DAVIDE BIFOLCO: IL CARABINIERE CHIEDE PERDONO ALLA FAMIGLIA. "NON SONO UN RAMBO".

di Christian Montagna

Napoli – A pochi giorni da quella maledetta notte in cui morì il piccolo Davide, le indagini proseguono a gonfie vele. Il carabiniere che ha sparato uccidendo la giovane vittima, tramite i suoi legali, chiede il perdono alla famiglia Bifolco dicendo: " Non sono un rambo". Racconta la sua versione dei fatti descrivendo gli attimi concitati in cui è partito accidentalmente il colpo dalla pistola di ordinanza che ha colpito Davide alle spalle. Versione che però non combacia con quella raccontata dall'altro passeggero, il 18 enne Salvatore Triunfo. E' stato interrogato anche l'altro carabiniere che quella notte era in servizio al Rione Traiano e secondo indiscrezioni pare abbia confermato la versione del suo collega. Spetterà al pm Manuela Persico analizzare e confrontare i tre verbali. Il punto su cui i carabinieri sono certi è la presenza del latitante Equabile su quel motorino. Ma a fare orrore sono le dichiarazioni di Salvatore che dichiara fermamente di aver visto il carabiniere puntare la pistola contro l'amico e sparare ad altezza uomo. Nel frattempo, sit in e proteste contro le forze dell'ordine quotidianamente bloccano la città. L'ultima in ordine di tempo la fiaccolata di ieri nei quartieri di Fuorigrotta e Mergellina. Sui social, un tran tran di fotografie e scritte per ricordare la giovane vittima. A fare scalpore la foto di un tatuaggio con la scritta " Oggi più di ieri odio polizia e carabinieri. Davide vive", conferma del fatto che l'odio e il rancore verso le forze dell'ordine, in quel quartiere, regnano sovrani. Sarà difficile, in un quartiere già di per sé problematico e dilaniato dall'ingente presenza della camorra , far riacquistare agli abitanti la fiducia nei confronti di uno Stato che troppo spesso è inesistente.