Federlazio: il settore dell’edilizia è ancora in crisi

Nessun dato positivo nel settore dell’edilizia. A confermare il trend negativo sono i dati di Federlazio, presentati giovedì scorso nel rapporto relativo all’Osservatorio sullo stato di salute dell’edilizia nel Lazio. Il report è stato illustrato dal Direttore Generale della Federlazio Luciano Mocci e dal Presidente di Federlazio Edilizia Alessandro Sbordoni.

All’incontro è intervenuto, tra gli altri, anche l’Assessore all’Urbanistica e Infrastrutture di Roma Capitale Luca Montuori. Dal rapporto anche quest’anno emerge chiaramente come la situazione complessiva del settore sia ancora in fortissima difficoltà. In Italia, tra il 2012 e il 2017, le imprese attive si sono ridotte di 69.000 unità (-8,5%) e i posti di lavoro persi sono stati circa 284 mila. Nello stesso periodo, nel Lazio la situazione di crisi si evidenzia attraverso la chiusura di 1.145 imprese (-1,6%) e di 34 mila occupati in meno. A livello di “peso”, le imprese edili rappresentano oggi il 14% in Italia rispetto a tutti gli altri comparti economici (16% nel Lazio). La percentuale di occupati dell’Edilizia rappresenta invece solo il 6% in Italia rispetto a tutti gli altri settori (5% nel Lazio). Per quanto riguarda il nostro territorio, l’indagine è rivolta direttamente ad un campione rappresentativo di 170 imprenditori edili del Lazio.

Nel 2017 il saldo delle valutazioni sull’andamento dell’attività aziendale evidenzia un indice negativo di 19,5 punti che conferma lo stato di difficoltà del settore. Il saldo, lo ricordiamo, è il risultato della differenza aritmetica tra il 22% delle aziende che hanno registrato un qualche sviluppo del proprio business e dal 41,5% che, invece, ha visto ancora una volta arretrare i livelli di attività aziendale. Questo valore, seppur ancora negativo, è in miglioramento rispetto al -30 registrato lo scorso anno nella precedente indagine. Anche i livelli occupazionali, nonostante un valore ancora negativo, mostrano un certo miglioramento. Si è passati da un -28% del 2016 ad un -8% nel 2017. Lo studio sugli andamenti dei singoli segmenti di mercato ha evidenziato che il settore maggiormente in difficoltà è quello della Nuova Edilizia privata (saldo -34,3%), segue l’edilizia ricettivo/alberghiera (-29,2%) e gli interventi di recupero urbano (-27,6%). Tra i fattori che incidono negativamente sull’andamento del business aziendale, al primo posto (voto da 1 a 5) gli imprenditori indicano “l’aumento dei vincoli burocratici” (3,94), il “rallentamento e le complicazioni nelle procedure di aggiudicazione dei bandi pubblici” (3,43), seguito da “incertezza delle politiche urbanistiche” (3,19) e “riduzione dei bandi di gara pubblici” (3,17). Dalle risposte ai questionari, inoltre, è emerso che i giudizi maggiormente negativi degli imprenditori edili riguardano anche quest’anno il rapporto con la Pubblica Amministrazione locale. Il 19,4% dichiara una situazione “molto negativa” riguardo alla capacità della PA di rispondere alle loro esigenze, stessa percentuale per chi giudica molto negativo il rapporto con la burocrazia delle Amministrazioni locali. Sul fronte del Credito, il 56% dichiara di aver richiesto una qualche forma di credito bancario nel 2017, in aumento rispetto al 46% dell’anno precedente. Il 64% degli intervistati è riuscito ad ottenere completamente quanto richiesto alla banca (nel 2016 era solo il 40%), il 18% solo parzialmente e il restante 18% sono le richieste “non accolte”. Rispetto al quadro riferito al 2017 le aspettative per quest’anno sono di miglioramento con un saldo che diventa positivo assestandosi al valore di +3. Tuttavia, risulta notevolmente diversificato tra le aziende di minore dimensione, che prospettano ancora il persistere di notevoli difficoltà, rispetto a quelle di maggiore dimensione: saldo -25 per aziende fino a 5 dipendenti, saldo +33,3 oltre 15 addetti. Infine, è stato chiesto agli imprenditori edili del Lazio di esprimere le loro opinioni in prospettiva futura riguardo le strategie da suggerire alle Pubbliche Amministrazioni del territorio regionale per poter sostenere il rilancio del settore nel prossimo futuro. Coerentemente con tutti gli altri dati fin qui emersi, gli imprenditori auspicano l’impegno delle Pubbliche Amministrazioni nella direzione della riqualificazione e della messa in sicurezza degli edifici pubblici (69%) e si attendono una consistente ripresa delle attività nell’ambito della rigenerazione urbana (65,5%), combinando risorse pubbliche e private.

Marco Staffiero




Rieti, imprese: forte ottimismo sul futuro nonostante i segnali negativi

RIETI – In qualche modo il quadro economico della provincia di Rieti non si distacca dalla situazione regionale e tantomeno da quella nazionale. Oltre i soliti proclami e promesse da continua campagna elettorale, la situazione economica in tutta la provincia non è delle migliori. Ciò che da speranza è l’ottimismo nelle singole imprese. A disegnare un quadro complesso è stata la Federlazio Rieti con la consueta Indagine Congiunturale sullo stato di salute delle Pmi della provincia.

 

L’Indagine, svolta su un campione rappresentativo di imprese associate, è stata presentata nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Federlazio di Rieti, Riccardo Bianchi, e dal Direttore Davide Bianchino. Il quadro che emerge dalla rilevazione sulle Pmi reatine del I semestre 2017 è abbastanza instabile e bisognoso di approfondimento. Se da una parte i segnali generali registrati appaio sostanzialmente negativi soprattutto per il mercato estero, quello interno non ci segnala sostanziali elementi di emergenza. Dove, però gli indicatori di performance aziendale presi in esame nella nostra indagine ci mostrano che le imprese di Rieti si stanno avviando sulla strada di una ripresa, seppur ancora lenta, è nelle previsioni sul prossimo futuro.

 

Tutti i dati inerenti le previsioni per il secondo semestre 2017 sono positivi e in crescita rispetto al passato. Questo anche per quanto riguarda il mercato estero, sia dai Paesi UE che quelli Extra UE, attualmente dove sembrerebbe ci siano le maggiori difficoltà nel reatino. Alcuni dati esemplificativi: il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi ricevuti dal mercato nazionale aumenta leggermente rispetto al semestre precedente, passando da -8 a -6,2. Tende a salire la previsione per la seconda metà dell’anno in corso (saldo uguale a zero). Andamento in calo, invece, lo si riscontra sia per quanto riguarda gli ordinativi dal mercato europeo che dai mercati extra UE con il saldo di opinioni che, in entrambe i casi, è di segno negativo. Il saldo di opinioni per il mercato UE passa da +4 a -2,6 per tornare in crescita nelle previsioni dei prossimi 6 mesi (+11).

 

Sul mercato Extra UE questa tendenza è ancora più evidente: da 18,5 a -9,5. Anche in questo caso però le previsioni per il futuro sono positive (saldo +10,3). Per quanto riguarda il fatturato, in Italia registriamo un calo del saldo di opinione che passa da -6,7 a -10,3, ma anche qui le previsioni delle imprese sono buone per il futuro (saldo uguale a zero). Diminuisce anche il mercato estero: il saldo UE passa da 7,3 a -4, mentre quello Extra UE da 10,1 a -5. Anche in questo caso le previsioni per il prossimo semestre sono più rosee: 12,9 mercato UE, 13,8 per quello Extra UE. Diminuisce ancora il saldo della produzione (da -4,2 a -7,7). Un’inversione di tendenza è però prevista anche in questo caso per le proiezioni sul prossimo semestre, con il saldo di opinioni che dovrebbe tornare di segno positivo (+2,1).

 

Segnali finalmente molto positivi sul fronte investimenti: il 41,7% delle imprese intervistate ha dichiarato di averne effettuati nel primo semestre 2017, percentuale in aumento rispetto al semestre precedente (19,4%). Anche le prospettive future sembrano far trasparire una certa fiducia, con una previsione ancora migliore per il prossimo semestre (53,1%). Nel primo semestre 2017, il 14,8% delle imprese del campione reatino ha dichiarato di aver sostenuto spese per attività di Ricerca e Sviluppo. Il dato aumenta ancora nelle previsioni sul prossimo semestre, raggiungendo il 22,7%. Il 3,5% lo ha fatto per rapporti con Start up innovative. Il dato sale al 20,8% nelle previsioni sul prossimo semestre. Il rapporto tra imprese esistenti e gli innovatori è fondamentale per ridare forza all’economia del territorio e il dato rilevato ci dimostra che c’è ancora molto da lavorare in questo senso. I dati sull’occupazione registrano un calo: il saldo di opinioni fa un balzo da zero a -6,3.

 

Traspare però ancora un forte ottimismo sul futuro: per il prossimo semestre il saldo sull’occupazione previsto è di +23,1. Ma si tratta di una previsione. “I dati della nostra indagine Congiunturale rispecchiano in pieno il sentimento di instabilità che aleggia tra i nostri imprenditori. C’è però da aggiungere che l’attività di investimento da parte delle imprese risulta in aumento. Sia nei valori attuali, sia nelle previsioni sul prossimo futuro. La qual cosa è tutt’altro che secondaria, perché sono essenzialmente gli investimenti a dare gambe ad una possibile prospettiva di crescita, proprio perché impattano direttamente sul potenziale produttivo del sistema economico.

 

In conclusione, ci troviamo di fronte ad una situazione generale oggettivamente poco felice sul fronte dei numeri ma che potrebbe ribaltarsi completamente nei prossimi mesi, come dimostrano le previsioni ottimistiche degli imprenditori. Per ottenere ciò, però, è necessario che tutti i protagonisti del mondo economico e politico facciano la propria parte”. Questa la dichiarazione del Direttore di Federlazio Rieti, Davide Bianchino. “In questa delicata fase, in cui riscontriamo un rallentamento della produzione dovuta anche agli effetti diretti ed indiretti del post terremoto, è necessaria una iniezione di fiducia da trasmettere alle imprese. Bandi regionali per il sostegno delle imprese nell’area del cratere, Zona Franca Urbana con relativi sgravi contributivi e fiscali, vanno sicuramente nella giusta direzione. Le aziende di Rieti hanno però bisogno di qualcosa in più, in quanto scontano una situazione economica tutt’altro che felice presente già prima degli eventi sismici. L’auspicio è quindi che l’attenzione sul nostro territorio non venga distolta dopo che i riflettori sul terremoto saranno definitivamente spenti. A questo proposito, ci auguriamo anche che i recenti annunci del Ministro Delrio sui progetti di potenziamento della Salaria e sulla realizzazione della ferrovia diretta Rieti-Roma non rimangano tali, come purtroppo accaduto in passato, ma si trasformino finalmente in una concreta ed utile realtà per questo territorio”. Questa la dichiarazione del Presidente di Federlazio Rieti, Riccardo Bianchi.

Marco Staffiero




Edilizia nel Lazio: è crisi occupazionale e imprenditoriale

 

di Marco Staffiero

 

ROMA – Ancora dati allarmanti di una situazione a dir poco tragica. Oggi, presso la sede della Federlazio, sono stati presentati i dati del primo rapporto relativo all’Osservatorio sullo stato di salute dell’edilizia nel Lazio. Il report è stato illustrato dal Presidente della Federlazio Silvio Rossignoli, dal Direttore Generale Luciano Mocci e dal Presidente di Federlazio Edilizia Alessandro Sbordoni. All’incontro è intervenuto, tra gli altri, anche l’Assessore all’Urbanistica e Infrastrutture di Roma Capitale, Luca Montuori. L’Osservatorio Federlazio costituisce una iniziativa unica nel suo genere in quanto, oltre a raccogliere ed elaborare dati di contesto, rilevati da fonti ufficiali, prevede la realizzazione di una indagine rivolta direttamente ad un campione rappresentativo di 130 imprenditori edili del Lazio, intervistati tra il 10 aprile e il 5 maggio 2017. I dati dell’indagine si riferiscono al 2016 con previsioni per il 2017. Obiettivo fondamentale dell’Osservatorio è quello di produrre informazioni significative sull’andamento del settore, utili a tutti quei soggetti economici ed istituzionali impegnati nella programmazione e realizzazione di progetti, iniziative e azioni concrete per supportare e sostenere lo sviluppo del territorio. L’edilizia infatti, nonostante la crisi di questi ultimi anni, con le sue 72.000 imprese e oltre 130 mila addetti, costituisce il 15% dell’universo imprenditoriale e il 6% dell’occupazione totale nella regione e svolge una importante funzione di traino per l’intera economia e il sistema produttivo.
 
Dall’elaborazione Federlazio dei dati di contesto, si evince chiaramente come l’intero settore viva una grave crisi occupazionale e imprenditoriale. In Italia tra il 2012 e il 2016 le imprese attive si sono ridotte di 62.000 unità e i posti di lavoro persi sono stati oltre 300 mila. Nello stesso periodo, nel Lazio la situazione di crisi si evidenzia attraverso la chiusura di 1.196 imprese e di 30 mila occupati in meno. Se, poi, si considera il periodo 2010-2016 i posti di lavoro persi sono stati oltre 60 mila che corrisponde a una variazione percentuale del 32%. In pratica a partire dal 2010 ad oggi nel Lazio l’edilizia ha perso un posto di lavoro ogni tre. Il settore delle costruzioni mostra segnali di sofferenza anche rispetto al resto dell’economia italiana. Una tendenza, purtroppo, che non presenta ancora segnali significativi di ripresa, a differenza di altri comparti che, sia pur lentamente, si sono rimessi in moto. In un quadro tanto negativo emerge però un elemento positivo proveniente dal mercato immobiliare, con un numero di compravendite che nel 2016 in Italia ha superato le 500 mila unità (erano 440 mila nel 2012). Stesso trend per il Lazio che nel 2016 ha fatto registrare una crescita nelle compravendite rispetto al 2012 di ben 6.500 unità. L’indagine svolta da Federlazio, ha riguardato le seguenti tematiche: situazione attuale del mercato e occupazione; andamento attività per segmenti di mercato; fattori che incidono sul mercato; ricorso al credito; prospettive per il 2017.
 
Nel 2016 il saldo delle valutazioni sull’andamento dell’attività aziendale evidenzia un indice negativo di 30 punti che conferma lo stato di estrema difficoltà del settore, già emersa dai dati di contesto. Tale saldo è il risultato della differenza aritmetica tra il 15% delle aziende che hanno registrato un qualche sviluppo del proprio business e dal 45% che, invece, ha visto ancora una volta arretrare i livelli di attività aziendale. Questa condizione risulta più accentuata tra le imprese fino a 5 addetti (saldo -38,1) e tra quelle che operano sul mercato pubblico (-43,2). E' stato poi chiesto agli imprenditori di esprimersi sull’andamento del livello dei prezzi che il mercato riconosce alle attività edilizie nel 2016. Anche in questo caso il saldo, calcolato come differenza tra le percentuali di coloro che hanno ottenuto prezzi migliori (15%) e peggiori (41%) rispetto all’anno precedente, risulta fortemente negativo (-26) evidenziando anche una difficoltà sul fronte della capacità di tenuta dal punto di vista della qualità e del valore delle singole commesse.
A tutto questo si associa anche una forte diminuzione dei livelli occupazionali che nel 2016 ha riguardato il 35% delle imprese intervistate.
 
In particolare i posti di lavoro diminuiti in misura più accentuata sono risultati quelli stabili, a tempo indeterminato (saldo -23,2), confermando la condizione di incertezza del mercato.
Il grafico sugli andamenti dei singoli segmenti di mercato evidenzia come da un lato, la crisi abbia colpito maggiormente le attività relative alle nuove costruzioni, soprattutto dell’edilizia commerciale (saldo -51,5), mentre dall’altro versante, le attività connesse alle ristrutturazioni e alla valorizzazione dell’edilizia privata risultano essere quelle che hanno consentito al settore di contenere le difficoltà (saldo -9,8). Questo grazie, soprattutto, agli effetti positivi degli incentivi fiscali che sono stati confermati anche per il 2017. Tra i fattori che incidono negativamente sull’andamento del business aziendale, al primo posto (voto da 1 a 5) gli imprenditori indicano il “rallentamento e le complicazioni nelle procedure di aggiudicazione dei bandi pubblici” (4,05), seguito da “riduzione dei bandi di gara” (3,66) e “aumento dei vincoli burocratici” (3,61).Sul fronte del Credito, il 46% dichiara di aver richiesto una qualche forma di credito bancario nel 2016. Si tratta di una percentuale più bassa se confrontata quella emergente dall’indagine congiunturale che Federlazio realizza presso le imprese del Lazio, dalla quale risulta che due aziende su tre circa hanno richiesto un credito bancario nel corso del 2016. Solo il 40% degli intervistati è riuscito ad ottenere completamente quanto richiesto alla banca, il 27% solo parzialmente, mentre il 33% sono le richieste “non accolte”. Riguardo i motivi del mancato o parziale accoglimento, oltre i due terzi (63,6%) dichiarano che “la banca non ha ritenuto finanziabile l’iniziativa”.
 
In merito alle previsioni, l’orizzonte medio temporale, in mesi di lavoro assicurato per le imprese, è risultato pari a 10 mesi, che corrisponde allo stesso valore emerso dalle indagini periodicamente realizzate dall’Istat sull’intero territorio nazionale. Interessante notare come questo valore si riduca a 5-7 mesi per le aziende di piccole dimensioni. Riguardo invece alle previsioni sull’andamento delle attività, rispetto al quadro del 2016 le aspettative per il 2017 sembrano in generale in lieve miglioramento, con un saldo complessivo pari a -16 (-30 nel 2016). Nel dettaglio sui singoli segmenti di mercato, le aspettative sono in crescita per gli interventi di recupero urbano (saldo +5,3) e per le ristrutturazioni per l’edilizia privata (saldo +2,4). Segnale fortemente negativo dall’edilizia commerciale (saldo -53,1), considerato con pochissime prospettive per il futuro. “Da tempo volevamo realizzare un Osservatorio sull’Edilizia del Lazio- ha dichiarato il Presidente di Federlazio Edilizia, Alessandro Sbordoni – che fosse in grado di monitorare il reale stato di salute della categoria. Il report derivante dall’attività dell’Osservatorio, verrà realizzato a cadenza annuale affinché possa essere di aiuto ad Istituzioni ed operatori economici che quotidianamente lavorano per lo sviluppo di questo importante comparto.
 
Dal rapporto di quest’anno emergono chiaramente alcuni aspetti che devono essere presi in considerazione in chiave di prospettiva e impegno futuro. Come si è visto, in un quadro generale estremamente negativo, gli imprenditori sembrano fare un certo affidamento sullo sviluppo delle attività di ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare. Assieme a questo filone emerge anche una aspettativa positiva nei confronti delle attività relative alla riqualificazione urbana, quanto mai necessario oggi nella città di Roma e nelle altre città laziali, che potrebbe generare nuove e ampie opportunità di business. Sul fronte dell’impegno pubblico – ha continuato Sbordoni – non deve assolutamente essere sprecata l’opportunità offerta dal “Piano Casa Italia”, messo in cantiere dal governo, successivamente agli eventi sismici. Di particolare interesse e impatto per il territorio regionale è poi la Legge Regionale sulla rigenerazione urbana (‘Norme per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio’), approvata proprio in queste ore, con la quale la Regione Lazio propone un testo che superi il regime del Piano Casa e anticipi l’entrata in vigore del Testo Unico sull’urbanistica. Si spera inoltre che, sul fronte procedurale, la Pubblica Amministrazione abbia consolidato le procedure connesse al nuovo codice degli appalti e che tale condizione possa riflettersi positivamente sui livelli di efficienza, efficacia e rapidità di aggiudicazione dei bandi pubblici che incide in maniera particolarmente negativa sulle attività delle aziende".



Federlazio, imprese ancora incerte sul futuro

 

La Federlazio ha realizzato la consueta indagine congiunturale sullo stato di salute delle piccole e medie imprese del Lazio, effettuata su un campione di 350 imprese associate. Lo studio ha riguardato il secondo semestre 2016. L'indagine è stata presentata oggi presso la sede dell'Associazione dal Presidente della Federlazio Silvio Rossignoli e dal Direttore Generale Luciano Mocci. All'incontro sono intervenuti, tra gli altri, l’Assessore allo Sviluppo Economico e Attività produttive della Regione Lazio Guido Fabiani e il Presidente di Unioncamere Lazio, Lorenzo Tagliavanti. L’immagine che i dati seccamente ci restituiscono è quella di un tessuto imprenditoriale regionale che, nel suo insieme, si sta faticosamente rimettendo in marcia.
 
Sicuramente possiamo dire che rispetto al semestre scorso vi sono elementi tendenzialmente più confortanti, che indubbiamente vanno accolti con positività, ma ancora incerti e poco consolidati. Nel secondo semestre 2016, il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi per quanto concerne il mercato nazionale recupera 7 punti passando da -9 a -2 rispetto al primo semestre del 2016. Migliorano anche gli ordinativi dal mercato Extra-UE (da +16 a +20), mentre diminuiscono leggermente quelli dai paesi UE (da +9 a +6). Il fatturato sul mercato domestico registra un deciso miglioramento rispetto al semestre precedente, passando da -5 a +4. Un andamento crescente che riguarda anche il fatturato derivante dall’estero: paesi Extra-UE da +3 a +10, paesi UE da +5 a +8. Rimane negativo il saldo di opinioni sull’andamento della produzione (da -8 a -5). E’ pari al 36,9% la percentuale delle imprese che ha dichiarato di aver effettuato investimenti nel primo semestre 2016.
 
Si tratta di una percentuale in lieve diminuzione rispetto alla prima parte del 2016 (37,8%) ma superiore rispetto allo stesso periodo dell’anno 2015 (29,3%), confermando quindi un trend positivo in consolidamento. Occupazione: diminuisce leggermente la percentuale di imprese che hanno assunto nel secondo semestre 2016, tornando praticamente ai livelli del 2015 (18,6%).L’indagine Federlazio ha rilevato anche le previsioni a breve sui prossimi sei mesi dalle quali emerge che, per quanto concerne gli ordinativi, le aspettative sono positive: mercato nazionale da +10 a +13; Paesi EU in leggera diminuzione (da +31 a +26); Paesi Extra-UE in costante crescita (da +24 a +29). Riguardo le previsioni sull’occupazione per il I semestre 2017, il saldo atteso diminuisce tornando negativo a -1. Diminuisce leggermente anche la percentuale di imprese che prevedono di effettuare investimenti, ora al 39,4% (negli ultimi due passati rilevamenti era rispettivamente 41,5% e 37,9%). Tra le principali problematiche segnalate dagli imprenditori, al primo posto ancora la “insufficienza della domanda” che sale dal 27 al 28%.
 
Seguono il “ritardo dei pagamenti dei privati” (23,4%), il “ritardo dei pagamenti PA” (14,2%), la “impossibilità di partecipare agli appalti” (9,2%), la “mancata concessione del credito bancario” (5%). Abbiamo poi voluto cogliere la percezione delle imprese su come stia evolvendo la crisi dal loro punto di vista. Nel complesso emerge un quadro di incertezza: infatti se da un lato diminuiscono gli imprenditori che dichiarano che “al momento non si intravede una via di uscita” – che fa registrare una percentuale del 38,2% rispetto al 43,4% -, dall’altro cresce anche la percentuale di coloro che pensano che “il peggio deve ancora venire” (dal 3,3% al 6,1%). La percentuale di imprese che ritengono di correre seri rischi di chiusura entro i prossimi sei mesi si è aumentata da 10,3% a 13,6%. Riguardo quali azioni le imprese intendono porre in essere al proprio interno per contrastare la crisi, al primo posto le imprese hanno indicato la “creazione di nuovi prodotti” con il 22% (in diminuzione rispetto al precedente 25,1%).
 
Segue il “taglio dei costi di gestione” (da 22,2% a 20,6%), il “miglioramento della qualità del prodotto/servizio” (da 18,8% a 20%), le “attività rivolte sul mercato estero” (da 10,9 a 11,2%), la “riduzione del personale” (da 5,9 a 7,6%). Alla domanda su cosa renda la loro attività meno competitiva qui in Italia rispetto a quella dei propri concorrenti, le imprese anche questo semestre hanno indicato al primo posto la “pressione fiscale”, che ha raggiunto il livello del 30% dal 29,4%, seguita dal “costo del lavoro” (dal 25,5% al 226,1%) e dalla “complessità normativa e burocratica” stabile al 20,3%. Infine, alle imprese del campione è stato chiesto di indicare quale azione il Governo regionale dovrebbe mettere al primo posto per uscire dalla crisi. Anche per questo semestre al primo posto viene indicata la “riduzione delle tasse su impresa e lavoro” con il 62,7%, (era il 64,6% nel semestre precedente), sostanzialmente stabile e costante nel tempo. A parte l’azione relativa alla “eliminazione inefficienze della PA” (in diminuzione da 14,2% a 9%), tutte le altre hanno percentuali quasi irrilevanti.



FEDERLAZIO FA DUE CONTI: "SIAMO IN RECESSIONE"

Redazione

L’indagine congiunturale sulle pmi riferita al secondo semestre del 2011 e condotta su un campione di 350 aziende associate segnala un calo sia di ordini, si di fatturato che di produzione e le previsioni per il 2012 non sono più rosee. L’indagine fotografa un saldo di ordini ricevuti che cala complessivamente di 16 punti: dal mercato nazionale (da -8 a -15); da quello europeo (da -7 a -20) ed extra-europeo (una contrazione di 20 punti, che mantiene però valori positivi). Il trend del fatturato è in parte simile a quello degli ordinativi: il saldo peggiora da -1 a -5 contraendosi di 4 punti. Sul mercato europeo passa da -2 a -10. Su quello nazionale da -15 a -11. Mentre sul mercato extra europeo cresce lievemente da +11 a +12. Anche il saldo di opinioni sull’andamento della produzione scende a -9 dal precedente -6. Sul versante degli investimenti, il 32,6% delle imprese, rispetto al precedente 33,1%, dichiara di averne effettuati. Per le previsioni sull’ampliamento dell’organico, nel primo semestre 2012, il saldo crolla di 30 punti e diventa negativo. Tuttavia, circa il 70% delle imprese manifesta l’intenzione di mantenere inalterato l’organico nel prossimo semestre.