MONTE CAVO: RIEVOCAZIONE STORICA DELLE ANTICHE FERIAE LATINAE

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

st1:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} Redazione

Monte Cavo (RM) – I promotori della manifestazione l’Archeoclub d’Italia Aricino-Nemorense, la Legio Secunda Parthica Severiana e l’Associazione Tyrrhenum, hanno ideato la rievocazione storica, in costume, delle antiche Feriae Latinae (Festa dei Popoli Latini) per porre l’accento sull’aspetto archeologico e ambientale dei Colli Albani, visto dall’alto della Montagna Sacra: il Mons Albanus, oggi Monte Cavo.

Le associazioni promotrici, operano sul territorio dei Castelli Romani, di Roma e del litorale laziale da svariati anni e desiderano con questo evento offrire alla cittadinanza e alle nuove generazioni, partendo dalle peculiari radici storiche che contraddistinguono il Latium Vetus, un momento di riflessione, di rispetto e valorizzazione del proprio patrimonio culturale e ambientale.

Durante la celebrazione di questa festa, istituita dai Prisci Latini, con i quali si allude alle più antiche popolazioni del Lazio, tutti i popoli latini deponevano le armi e salivano in processione lungo la Via Sacra per raggiungere il tempio di Juppiter Latiaris sul Monte Albano per un pasto comunitario al centro del quale c’era la consumazione della carne di un toro bianco  che veniva immolato in onore del dio.  Le Feriae Latinae avevano nel mondo antico un grande valore sociale e la sua riproposizione nasce anche dall’auspicio che tutte le persone che abitano il territorio compreso tra Roma e i Colli Albani, sia da lunga data che da tempo recente, si sentano unite e partecipi di uno stesso comune passato, quale solida base per costruire il futuro. 

c “Per l’Archeoclub d’Italia – ci dice l’archeologa Maria Cristina Vincenti – la salita sulla Via Sacra assume un significato particolare, si tratta di un gesto simbolico che vuole porre al centro dei nostri progetti futuri tutte le arterie romane che partivano da Roma per riscoprirle e farle conoscere”. Dopo la celebrazione dei Sacri Riti sulla cima del monte e il pasto comunitario, la cerimonia si concluderà come nel passato con l'accensione del fuoco di Vesta.

La manifestazione, che quest’anno è alla sua prima edizione, ha già ricevuto il patrocinio dei Comuni di Rocca di Papa e Ariccia, nonché del Parco Regionale dei Castelli Romani e la collaborazione  di diverse associazioni culturali quali il Club Alpino Italiano sezione di Castel Gandolfo.