Ferrara, droga a minorenni: sventato gruppo criminale di nigeriani

La Polizia di Stato di Ferrara ed il Servizio Centrale Operativo, con il supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, hanno concluso l’operazione denominata: “Wall Street – Pusher 3” nei confronti di un gruppo criminale di cittadini nigeriani, ritenuti responsabili di spaccio di cocaina, eroina e marjuana nelle zone Giardino, Arianuova e Doro (G.A.D.).

L’indagine, avviata d’iniziativa nel mese di aprile 2018 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Ferrara, ha mirato a contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti in una zona centrale della città che ospita un grande giardino pubblico ed aree di svago per famiglie e bambini di diverse età.

L’attività di spaccio avveniva ad ogni ora della giornata, anche nelle ore notturne, nei confronti di molti assuntori, alcuni dei quali minorenni. La droga veniva nascosta, in prevalenza, tra la vegetazione oppure interrata nel giardino.

Gli indagati, alcuni di essi richiedenti asilo, riuscivano a reperire la droga destinata a giovani acquirenti, realizzando decine di cessioni giornaliere, ed esercitando le attività illecite in spazi aperti, con numerose vie di fuga e con l’utilizzo delle cd. “vedette” per vanificare gli interventi delle forze di polizia. I contrasti tra i pushers per il controllo delle piazze di spaccio cittadine, avevano, inoltre, generato un forte allarme sociale nella cittadinanza.

L’operazione è stata realizzata nell’ambito del progetto “PUSHER 3” della Direzione Centrale Anticrimine, che ha rilanciato l’impiego di operatori sotto copertura per l’acquisto di droga, ritardando l’arresto degli spacciatori responsabili della cessione, al fine di acquisire ulteriori elementi investigativi a carico degli spacciatori.

Nella giornata di ieri è stata data esecuzione ai provvedimenti del Tribunale di Ferrara eseguendo ordinanze di custodia cautelare in carcere, arresti differiti oltre a vari divieti di dimora. Oltre venti gli arresti durante tutto l’arco d’indagine.




Ferrara, rapina a compro oro: ecco i ruoli della banda

FERRARA – I Carabinieri della Compagnia di Ferrara – a conclusione di un’articolata attività investigativa – hanno eseguito l’Ordinanza emessa dal G.I.P. del locale Tribunale il 25 settembre u.s. nei confronti dei componenti della banda che il 28 gennaio scorso ha messo a segno l’unica – ed efferata – rapina finora consumata nella provincia estense ai danni di un esercizio compro oro, immobilizzato e malmenato il titolare e asportato denaro a metalli preziosi per un valore superiore ai 50.000,00 Euro.

Il sodalizio criminale – 5 arrestati e 2 denunciati in stato di libertà – era composto da 4 nomadi di etnia Rom residenti a Jolanda di Savoia, un pregiudicato ferrarese di 36 anni e due fratelli palermitani, di 47 anni e 43 anni, entrambi pregiudicati e residenti a Voghiera (FE).

I 7 hanno assunto ruoli diversi nell’evento criminoso. Alle ore 11:30 circa di sabato 28 gennaio 2017, infatti, sono entrati a volto scoperto nel negozio di compravendita di metalli preziosi “Aurum”, con il pretesto di mostrare un quadro al titolare (un 73enne che, per l’età, è ascrivibile tra le c.d. “fasce deboli della società”), appassionato d’arte. Con vari artifizi i due sono riusciti fare uscire l’anziano esercente dal box a lui riservato – luogo separato, per ragioni di sicurezza, da quello a cui accedono i clienti – immobilizzandolo ed entrando nell’area di sicurezza del negozio. Uno dei due fatelli ha quindi afferrato la vittima per il collo e l’ha gettata a terra all’interno del box per poi prenderla – entrambi – a calci e a pugni, fino a provocarle la frattura della tibia sinistra. Hanno poi immobilizzato l’esercente bloccandogli i polsi e le caviglie con del nastro adesivo e impedendogli di chiedergli aiuto cingendogli la testa, all’altezza della bocca, sempre con lo stesso nastro adesivo. Uno dei due rapinatori ha quindi aperto la cassaforte, che era socchiusa, appropriandosi del contenuto (denaro e preziosi in oro e argento). Prima di allontanarsi i due hanno anche sottratto il denaro contante che l’anziano titolare del comproro aveva nel portafogli e il telefono cellulare dello stesso.

Soltanto tre ore più tardi la figlia della vittima, allertata dalla madre che aveva telefonato preoccupata per il mancato rientro a casa del padre per il pranzo, assieme al compagno si era recato al negozio trovando il genitore ancora a terra. L’uomo è stato subito soccorso e ricoverato presso l’Ospedale di Cona dove i medici gli hanno diagnosticato contusioni sul corpo e la frattura composta della tibia sinistra con una prognosi superiore a 40 giorni, in quanto alla fine dello scorso mese di marzo non aveva ancora riacquistato le piene funzioni motorie.
Della ricettazione della merce, invece, se ne è occupato in primissima battuta lo zio dei rapinatori, che ha ricevuto il provento della rapina il giorno stesso della consumazione per poi consegnarlo al cognato, padre dei rapinatori, il quale, a sua volta, lo ha dato, per la vendita, al palermitano. Quest’ultimo si è occupato personalmente della vendita di una parte di ciò che aveva ricevuto e per altra parte si è avvalso dell‘opera del fratello e del complice ferrarese.
Le misure applicate ai 7 sono di diversa natura in relazione alle single condotte assunte da ognuno nell’azione criminosa:




Ferrara, spara a moglie e figlio poi da fuoco alla casa e si suicida: un gesto disperato di un antiquario

 

FERRARA – Ha sparato alla moglie 73enne e al figlio 48enne, uccidendoli. Ha dato fuoco all'abitazione, in pieno centro a Ferrara, e poi è uscito dalla palazzina: compiute poche centinaia di metri, si è sparato. Protagonista della vicenda, accaduta nella prima mattinata, un uomo, un antiquario di 77 anni.

A quanto si è appreso, oggi a mezzogiorno, l'ufficiale giudiziario avrebbe dovuto dare corso allo sfratto esecutivo della famiglia dall'abitazione. Un mese fa era avvenuto il primo accesso di sfratto non eseguito perché la casa era piena di mobili e da svuotare.

Sul posto, in prima battuta, sono intervenuti i Vigili del Fuoco chiamati alle 6.30 per un incendio sviluppato al piano terra della palazzina che si affaccia su via del Turco e sulla Piazzetta privata Fratelli Bartolucci in pieno centro a Ferrara.
Spento l'incendio, i pompieri hanno rinvenuto nell'abitazione dell'antiquario, al primo piano della struttura, i corpi anneriti dal fumo dell'uomo e della donna con segni di colpi di arma da fuoco alla testa.
Il 77enne, Galeazzo Bartolucci, ha compiuto poche centinaia di metri dalla casa e si è sparato in via Boccanale di Santo Stefano, sotto i portici all'altezza della chiesa di Santo Stefano. Alle 7.30 la Polizia era stata allertata per la presenza di un uomo in fin di vita, trovato dalle forze dell'ordine con il segno di un colpo alla testa e una pistola in mano.




Shock a Ferrara, partorisce e nasconde il neonato nel freezer

 

FERRARA – Partorisce in casa, nasconde il corpo del neonato nel freezer e poi va in ospedale dicendo di essere caduta. E' successo a Migliarino (Ferrara). La donna M.R, 40 anni, è ricoverata in gravi condizioni all'ospedale. Come riportano i giornali locali, è stata aperta una inchiesta di procura e polizia.

La donna si è presentata in ospedale a Ferrara martedì con una emorragia, riferendo di essere caduta 4 giorni prima. I medici si sono accorti anche che aveva potuto avere un aborto o un parto prematuro di un neonato di sei mesi. Per due giorni, martedì e mercoledì scorsi, la polizia ha cercato il corpo del neonato nella casa dove la donna abita con il marito e altri sei figli.
Ieri la donna si è svegliata dal coma e ha riferito di aver nascosto il corpo nel freezer di casa, dove gli inquirenti lo hanno trovato. La procura ha aperto un'indagine per valutare la posizione della donna e del marito e per ricostruire la vicenda.

La donna è ora indagata per omicidio volontario e occultamento di cadavere: si tratta di atti e ipotesi di reato dovuti, che potranno avere una evoluzione nel corso delle indagini, soprattutto alla luce dell'autopsia sul corpicino del bimbo che verrà eseguita presto. Il problema tecnico è che il corpicino è stato sottoposto ad un congelamento per diversi giorni dentro il congelatore a pozzetto della casa di via Travaglio a Migliarino dove la donna abita con il marito e sei figli.

Dunque occorre attendere che le condizioni del corpicino siano le più adatte per iniziare gli accertamenti. Da quanto è stato riferito dal dirigente della squadra mobile, Andrea Crucianelli, il corpicino, ancora in posizione fetale e riposto dentro il congelatore in una busta di plastica misura 43 centimetri di lunghezza, che aumenterà nel momento in cui si potrà avere l'estensione del corpo, ed era formato e secondo le prime indicazioni era al 7/o-8/o mese e pesava 3 chili. Nel pomeriggio di oggi la donna è stata interrogata con le garanzie della difesa, assistita dagli avvocati Gianluigi Pieraccini e Monica Guerzoni e si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

L'indagine sul caso di Migliarino ora si concentra solo sull'autopsia del corpicino, che dovrà indicare se il bimbo sia nato vivo o morto. Gli inquirenti vogliono avere risposte (dalla madre che ha opposto il suo silenzio) sul perchè non abbia chiesto aiuto a nessuno, chi abbia di fatto tagliato il cordone ombelicale (che ha un taglio netto, non strappato tipico di espulsione con aborti spontanei) e soprattutto il motivo per cui sia stato nascosto nel freezer. Freezer che – hanno detto il dirigente Crucianelli e il capo di gabinetto Pietro Scroccarello in una conferenza stampa – si trovava in uno sgabuzzino della casa piena di sacchi di spazzatura e mobili alla rinfusa ("disordine e sporcizia che si fa fatica a descrivere" hanno riferito).

Il congelatore era nascosto da mobili sul coperchio superiore, e nel corridoio di accesso vi erano altri mobili ad impedire di raggiungerlo come se qualcuno volesse tenerlo nascosto. E non a caso nonostante due giorni di ricerche della polizia, anche coi cani molecolari, nella casa, dentro e fuori, del corpicino non c'era ombra: solo quando la donna è stata svegliata ieri – sedata e intubata nel reparto di rianimazione dove si trova ancora, ma non è in pericolo di vita – ha potuto riferire di aver nascosto il bambino nel freezer assieme ad alimenti.

Da martedì mattina, gli inquirenti polizia e procura hanno attivato anche i servizi sociali del comune di Migliarino e i figli piccoli sono stati affidati alla nonna materna che abita nell'appartamento attiguo della casa bifamiliare. Gli stessi dirigenti della polizia sottolineano però che le condizioni di degrado materiale all'interno della casa non sono indicative delle condizioni e dei comportamenti della famiglia: i bambini sono sempre vestiti bene, nessuno si è mai lamentato all'esterno di nulla.




Ferrara: l’ombra del satanismo dietro al furto di ostie consacrate

 

di Andrea Barbi



FERRARA
– Da indiscrezioni sembra la pista del satanismo quella più accreditata come movente del furto di una possiede contenente le sacre particolare consacrate avvenuto lo scorso 21 gennaio in via Giovecca nella Chiesa di Santa Chiara, la Chiesa che contiene le spoglie mortali di suor Veronica del SS Sacramento. A darne l’annuncio il giorno seguente era stato proprio  l’arcivescovo Luigi Negri al termine della messa celebrata in onore dei santi di Casa d’Este.

 

Prima della benedizione finale il capo della diocesi è infatti tornato al microfono per annunciare, indignato e triste, che "da una chiesa della nostra Diocesi è stata sottratta una pisside contenente molte ostie consacrate. E’ un dolore, ha aggiunto, che colpisce e addolora il cuore. In queste ore ho perduto la pace". Rivolgendosi poi a chi ha compiuto l’atto blasfemo, ha commentato: "Riprendendo ciò che affermò Gesù, anch’io dico ‘meglio per lui che non fosse mai nato’". Nel tempio oggetto della profanazione verra’ celebrato domani pomeriggio alle 18.00 un rito riparatorio secondo il formulario del messale per la remissione dei peccati. lI vescovo aveva anche sollecitato i sacerdoti ad essere più attenti nella custodia delle ostie data anche «la complessità di molte parrocchie". Visti i precedenti per quanto riguarda i furti di questo tipo avvenuto in varie altre località d’Italia, le ipotesi erano fin da subito le peggiori riguardo l’utilizzo della refurtiva.

 

Gli oggetti consacrati, solitamente usati durante le celebrazioni ecclesiastiche sono molto ricercati dagli amanti dell’occulto che proprio in virtù della loro sacralità li usano per i loro riti propiziatori considerandoli una sorta di sfregio al cristianesimo al quale certe sette sono avverse. In particolare, per quanto riguarda le ostile che per i cristiani non solo rappresentano metaforicamente il corpo di Cristo, ma grazie alla transustanzazione (atto Che attraverso la consacrazione secondo la dottrina cattolica trasforma la materia delle ostie nel corpo del Figlio) sono considerate il vero e proprio corpo di Cristo stesso, si pensa a possibili utilizzi durante riti satanici.




Ferrara: l'ombra del racket dell'estorsione dietro l'incendio di una discoteca

 

di Andrea Barbi

FERRARA – L’ombra del crimine organizzato aleggia sull’incendio doloso di questa notte appiccato nei locali della discoteca New Kontiki di Vigarano Mainarda piccolo comune alle porte di Ferrara. Sul luogo dell’incendio è stato trovato un biglietto sul quale rivolgendosi al gestore del locale gli si intima di: ’pagare se non vuoi avere problemi’. Da quanto si apprende da fonti confidenziali, tutto avrebbe avuto inizio sabato scorso, quando una persona si è presentata nella discoteca chiedendo soldi a uno dei gestori. Dal rifiuto opposto si sarebbe quindi scatenata la ritorsione a qualche giorno di distanza.


Le fiamme che si sono sviluppate in una sala e, grazie anche al funzionamento del sistema antincendio fortunatamente non si sono propagate negli altri ambienti, hanno distrutto la consolle, mentre il forte calore sprigionatosi dall’incendio ha danneggiato le luci a led e alcuni pannelli in poliuretano. All’interno pareti e mobili anneriti, con fuliggine presente in quasi tutta la discoteca. I vigili del fuoco intervenuti non hanno riscontrato problemi strutturali, ma ci vorranno probabilmente un paio di settimane per ripristinare i danni del locale e riprendere l’attività, normalmente aperta al pubblico il sabato e il lunedì.


Sul posto, oltre ai pompieri si sono portati i carabinieri e la scientifica, per raccogliere ogni elemento utile a chiarire l’inquietante episodio, dalle eventuali tracce di combustibile utilizzato per appiccare il fuoco fino alle impronte che potrebbero aver lasciato i responsabili, che avrebbero forzato la porta d’ingresso sul retro – non visibile dalla strada, così da permettere di agire senza essere scoperti – per poi penetrare nel locale e, infine, lasciare all’interno lo scritto intimidatorio.
Tutti i dettagli fanno pensare che dietro all’episodio vi sia l’ombra criminale di un racket, più o meno organizzato per controllare attività economiche nel territorio. Ma gli investigatori non escludono comunque altre ipotesi e stano indagando a 360 gradi.

 




Ferrara: 16enne torna a casa e trova i genitori morti. E' giallo

 

di Andrea Barbi

FERRARA
– E' un ragazzino di 16 anni di nome Riccardo che ieri pomeriggio, al suo ritorno da scuola, ha trovato i corpi dei propri genitori privi di vita nella villetta di via Fronte Pontelangorino in provincia di Ferrara. Le vittime sono Salvatore Vincelli, 59 anni, e Nunzia Di Gianni, 45 anni, titolari del ristorante La Greppia di San Giuseppe di Comacchio. 

 

Il cadavere dell'uomo era in garage, mentre quello della donna in cucina. Entrambi i corpi sono stati trovati con sacchetti di plastica in testa, ma non sarebbero morti per asfissia. Stando ai primi dati diffusi dal medico legale che ha effettuato le prime analisi, la causa della morte sarebbe infatti da imputare a forti colpi ricevuti da entrambi i coniugi alla testa da un corpo contundente che non è ancora stato rinvenuto. Talmente violenti da fracassare i rispetttivi cranii. Dunque, ufficialmente, gli inquirenti stanno indagando per cercare un assassino ed è stato proprio il giovane Riccardo ad essere stato interrogato fino a notte fonda dal pm Giuseppe Tittaferrante e dal magistrato Silvia Marzocchi della procura minorile di Bologna. Sentiti dai carabinieri anche gli amici del giovane, in particolare P.R., il coetaneo che ha passato con lui la notte. Prima nella casa di via Fronte (nella piccola dependance che Riccardo aveva ricavato nel garage dell’abitazione dei suoi), poi a partire dalle 5 di mattina a casa sua, poco distante. Entrambi ieri mattina non si sono visti a scuola.

Gli inquirenti stanno ricostruendo il buco che va proprio dalle 5 di mattina alle 13, quando Riccardo scopre i genitori senza vita e dà l’allarme. Oltre agli interrogatori degli amici che erano con lui lunedì sera, sono stati scandagliaati anche i cellulari, tracciando telefonate e conversazioni via whatsapp.

Ad insospettire fin da subito gli investigatori è il fatto che sugli infissi delle entrate dell'abitazione non ci sono segni di effrazione né evidenti segni di una qualche collutazione con l'assassino. Scartata, dunque, l’ipotesi di un’irruzione in casa da parte di estranei, considerando anche che i vicini di casa hanno riferito di non aver sentito rumori sospetti e il cane della coppia (di taglia grande) non avrebbe avuto reazioni di difesa.

Tutto farebbe pensare a una ingenua messinscena organizzata per depistare le indagini.




Ferrara, guerriglia urbana sulle antiche mura: rissa tra due fazioni rivali armate

 
di Andrea Barbi
 
L’ennesimo episodio di violenza per le strade di una città che i ferraresi reputano sempre meno vivibile. L’antica città estense è sempre stata conosciuta per la sua tranquillità, tanto che Gabriele D’Annunzio in una sua poesia dedicata all’antica capitale del ducato degli Este la definì “città del silenzio”. Negli ultimi anni la situazione è cambiata radicalmente. Ieri sera l’ennesimo episodio inquietante, che si è fortunatamente risolto senza gravi conseguenze. Venti persone armate di accetta, machete e grossi coltelli si sono affrontati sulle mura di via Baluardi, zona sud della città. La richiesta di intervento da parte delle forze dell’ordine è arrivata da un cittadino residente nella via, che dalla finestra della sua abitazione ha visto quello che sembrava l’inizio di una battaglia che poteva finire in una strage. Due gruppi di persone che si stavano azzuffando tra urla, minacce e spintoni.
Secondo il racconto dell’involontario spettatore, le voci che si sentivano erano tutte maschili e parlavano Italiano, ma la distanza e la foschia non gli hanno permesso di osservare particolari utili all’identificazione di nessuno dei malintenzionati. Non ha visto colpi inferti o persone cadere a terra. Tutto è durato pochi minuti, con la rissa terminata in inseguimento. Il gruppo meno numeroso infatti, probabilmente vistosi in pericolo, è fuggito facendo perdere le proprie tracce per le strette vie del centro medievale, attorno a via Ghiara e via Quartieri.
Altri sei o sette sono rimasti per qualche istante sulle mura, prima di dileguarsi anch’essi. Infatti al loro arrivo le forze dell’ordine non hanno trovato traccia della selvaggia rissa. Le pattuglie delle volanti della Polizia di Stato e quelle del nucleo radiomobile dei Carabinieri hanno battuto in auto e a piedi in lungo e in largo il tratto in questione senza rintracciare i responsabili.
La nebbia ha avvolto e coperto gran parte delle schermaglie. Tanto che i parcheggiatori abusivi che stazionano nel parcheggio sopraelevato di via Baluardi sostengono di aver sentito delle urla ma di non aver potuto distinguere alcunchè. Stesso discorso per le persone che avevano appena parcheggiato la propria auto. Uno sguardo verso il muro grigio di nebbia, tra il curioso e l’intimorito, per poi immergersi nelle vie dello shopping natalizio. Un fatto grave, anche in considerazione dell’orario in cui è capitato; non si parla infatti del cuore della notte, ma “dell’ora dell’ aperitivo”, durante la quale molte persone uscore dal lavoro si riversano per le vie della città e quella parte delle antiche mura papaline è spesso battuta da numerosi amanti del jogging.



Ferrara: la piena del Po in transito nel punto cruciale


di Andrea Barbi


FERRARA – Sta transitando il colmo della piena del grande fiume padano a Pontelagoscuro, frazione rivierasca di Ferrara che rappresenta da sempre un punto delicato, se non il più a rischio esondazione di tutto l’intero corso del Po. In questo punto, infatti, il letto del fiume si restringe, inspiegabilmente, parecchio rispetto al tratto che la prevede, per poi ritornare ad allargarsi dopo poche centinaia di metri, riprendendo il suo normale corso verso il mare Adriatico.

 

Come se la natura avesse volutamente scherzato, uno scherzo di cattivo gusto, tenendo conto che quella specie di enorme imbuto naturale convoglia le acque padane le quali si innalzano pericolosamente, facendo temere il peggio ad ogni piena di questa portata. L’autunno e la primavera, i due periodi dell’anno maggiormente interessati a precipitazioni di tipo piovoso sono ovviamente le stagioni in cui i fiumi fanno parlare di sé e come spesso capita il protagonista è il più grande di loro, il Po che dopo aver provocato molti danni in Piemonte sembra risparmiare le altre regioni che attraversa. Il merito è del mare che fortunatamente come dicono gli abitanti del luogo “tira bene”, ovvero la forte corrente d’acqua riesce a defluire agevolmente nell’Adriatico, poiché la corrente marina è favorevole. In caso contrario, se cioè la corrente dovesse essere contraria, nel delta del Po si formerebbe una sorta di “tappo” che impedirebbe l’afflusso  delle acque dolci.

 

È una fortuna che ciò accada poiché secondo il parere di Gianluca Zanichelli responsabile di Aipo (Agenzia Interregionale per il Po): “la portata d’acqua di questa piena è davvero molto consistente, abbiamo effettuato delle registrazioni idrometriche (altezza dell’acqua) che ci hanno allarmato nei giorni scorsi, ma fortunatamente la corrente è costante e le acque scorrono velocemente senza creare problemi.”




Ferrara: corteo leghista contro la mancata bonifica del Palaspecchi

 

di Andrea Barbi


FERRARA – Lunghe code di auto e pure i bus bloccati nell’orario del rientro a casa lungo l’asse Cavour-Giovecca, corso Isonzo, viale Po e zona stazione. È questa l’istantanea del corteo della Lega Nord contro la mancata bonifica del Palaspecchi, una bellissima struttura costruita negli anni ’80, che avrebbe dovuto ospitare uffici, ma non è mai stata utilizzata per questioni legali poco chiare riguardanti la ditta che ha costruito lo stabile, che ora è diventata un edificio fatiscente che da anni ospita senza tetto, tossicodipendenti e ora anche clandestini.

 

Il corteo di ieri sera si è trasformato rapidamente in una marcia anti-immigrati, annacquata dalla fastidiosa pioggia che ha tenuto lontano potenziali manifestanti e anche gli stranieri che stazionano abitualmente attorno al grattacielo, ma rinvigorita nei toni dalla recente vittoria di Trump negli Usa. Un’ottantina di persone in mezzo ad un massiccio spiegamento di forze dell’ordine composto da almeno tre furgoncini della polizia, svariate auto dei carabinieri e un numero imprecisato di pattuglie dei vigili urbani. Il viso del nuovo presidente Usa campeggiava sulla maglietta di Nicola Lodi, l’organizzatore del corteo, come sulle bocche di molti manifestanti, non pochi con accento veneto, tutti pronti a commentare favorevolmente la vittoria dell’imprenditore Newyorkese.


Alan Fabbri, ex sindaco del comune ferrarese di Bondeno e attuale capogruppo regionale della Lega Nord, anch’egli presente alla manifestazione ha dichiarato: “In America ha vinto la voglia di legalità e normalità, anche da noi possiamo dire no agli immigrati democraticamente, anche senza fare barricate”, ha poi aggiunto rivolgendosi al prefetto di Ferrara, Tortora: “A Bondeno non abbiamo neanche un richiedente asilo, non li vogliamo, e se il prefetto farà l’errore di portarcene uno solo è un casino. A Gorino è stata la gente a ribellarsi, la Lega è arrivata dopo. Rispettiamo la legalità e andremo bene”. Lodi, invece, ha riportato una confidenza fattagli qualche giorno prima di un poliziotto in servizio nella città estense: “Mi ha raccontato che lo scorso week end ha tentato per due volte di identificare un richiedente asilo, e alla fine lui gli ha sputato sui piedi: non si può continuare così, la polizia lì viene picchiata giornalmente”.
E il Palaspecchi? La ricetta leghista è sempre quella: l’edificio va demolito. come recitava uno striscione. Lodi si è scagliata contro la proroga di 45 giorni per la bonifica del Palaspecchi, concessa dal sindaco, contro il quale si sono sprecati gli inviti ad andare a casa. Ma i pensieri e le parole dei manifestanti, nell’oretta di durata del corteo, si sono concentrati soprattutto sui migranti.
 




Ferrara: viaggio tra nuova criminalità e lucciole

 

di Andrea Barbi

FERRARA – Basta girare in auto in periferia e contare in media, dalle 20 alle 25 ragazze di strada. Di tutte le nazionalità e di ogni età. Si trovano in tutte le zone: dalla stazione verso la Fiera, in via Bologna o con sconfinamenti in nuove aree, quando quelle storiche sono occupate, verso via Ravenna.
Non appena il buio sostituisce il grigio delle giornate autunnali di questa piccola città, di poco più di 130 mila abitanti, sulla riva destra del Po e il traffico di auto che dagli uffici e dalle fabbriche riporta i lavoratori nelle loro case, sulle strade fanno la loro comparsa le professioniste del sesso.
In Italia

Per parlare di prostituzione a Ferrara è necessario fotografare prima il fenomeno a livello nazionale anche perché lo stesso copione si ripete tutte le sere, in tutte le città italiane.
Alcuni nel vederle si scandalizzano, altri le guardano incuriositi come se stessero osservando degli animali esotici o addirittura le deridono, ma la maggioranza delle persone rimane del tutto indifferente, come se non esistessero. C’è molta ipocrisia intorno ad un argomento, quello del sesso e in particolare del sesso a pagamento. Pochi cercano di comprendere un fenomeno che molti, evidentemente, considerano estraneo e confinato ad una realtà degradata che non li riguarda; senza riflettere sul fatto che se esiste l’offerta di un determinato servizio, significa che c’è anche una domanda del medesimo. Una domanda molto eterogenea a giudicare dal variopinto panorama di umanità che si può osservare ai lati delle carreggiate. A offrire il proprio corpo in modo esplicito, infatti, non sono solo le classiche belle ragazze, giovani, alte, belle e con fisici statuari, di probabile provenienza est europea, ma anche molte donne di colore e qualche italiana con caratteristiche fisiche simili; passando poi per quelle meno fotogeniche e piuttosto in carne fino ad arrivare agli … [Continua]

[ESTRATTO DALL'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA VIRTUAL PAPER – PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO CLICCARE QUI PER APRIRE L'EDIZIONE DEL GIORNALE E ANDARE A PAG. 8]