Firenze, scattata l’operazione “China Truck”: colpo alla mafia cinese

FIRENZE – La Polizia di Stato sta dando corso, dalle prime ore dell´alba, all´esecuzione di numerose misure cautelari su delega della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze. L´operazione, denominata “China Truck” è volta a sgominare un´organizzazione mafiosa cinese che agiva oltre che in Italia, in vari Paesi d´Europa. Sono impegnati circa 130 poliziotti del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre mobili di Prato, Roma, Firenze, Milano, Padova e Pisa, 18 pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Firenze e Roma, il Nucleo Cinofili di Bologna e il Reparto Volo di Firenze e Roma; stanno, poi, collaborando attivamente la polizia francese e spagnola.

Nel corso dell´operazione “China Truck” la Polizia di Stato sta eseguendo, su mandato della DDA della Procura della Repubblica di Firenze una misura cautelare in carcere per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso nei confronti di 33 persone. La lunga e complessa indagine, partita nel 2011 e condotta dai poliziotti della Squadra Mobile di Prato e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha riguardato un’associazione criminale che ha affermata la propria egemonia nel controllo del traffico delle merci su strada in tutta Europa, egemonia nel campo della logistica imposta con metodi mafiosi ed alimentata dagli introiti provenienti da attività criminali tipiche della malavita cinese.
Maggiori dettagli saranno illustrati nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 11 negli uffici della Procura della Repubblica DDA di Firenze, Palazzo di Giustizia, 8° piano, a cui parteciperà anche il Procuratore Nazionale Antimafia e il Direttore del Servizio Centrale Operativo.




Firenze, bandiera neonazista in caserma: indagine

FIRENZE – “E’ occupata da un giovane militare del 6° Battaglione Carabiniere ‘Toscana’”, la camera dove è stato esposto un vessillo rappresentante la bandiera “in uso alle forze armate Prussiane” oltre ad “altre immagini”, all’interno di un locale della caserma Baldissera di Firenze. Lo ha precisato il Comando del Battaglione ‘Toscana’ in relazione al video postato su un sito fiorentino. La vicenda, precisa una nota firmata dal tenente colonnello Alessandro Parisi, “è stata immediatamente oggetto di accertamenti da parte della scala gerarchica – che ha già informato l’autorità giudiziaria militare – avviando l’esame della posizione disciplinare dell’interessato, per il grave comportamento posto in essere”.
“Probabilmente non è stato commesso nessun reato militare – ha precisato il procuratore militare Marco De Paolis – ma c’è un problema disciplinare e un grande problema culturale”. “La norma secondo la quale è reato esporre un vessillo che evochi il nazismo vale per i civili e non specificamente per i militari”.




Firenze, evento di Graziano Cioni all’ObiHall: nomi eccellenti per l’impegno comune di tutelare la dignità del malato

FIRENZE – “Quando un grande uomo come Graziano Cioni chiama io corro con la certezza che si tratta di un evento organizzato per la tutela della dignità delle persone malate o anziane che hanno bisogno di aiuto.

Graziano, con la Fondazione Turati e il suo Presidente Nicola Cariglia, ha organizzato una grande serata all’ObiHall per sancire, sempre e in qualsiasi condizione, il rispetto della dignità della persona.

Tra i 1200 invitati ci sono anche tanti rappresentanti di diversi partiti politici. Per Graziano Cioni, da sempre, le malattie croniche, la disabilità, la speranza in una vita migliore non hanno partiti e soprattutto chiedono un impegno comune che prescinde dalle appartenenze politiche e religiose”. Lo ha annunciato il Prefetto Francesco Tagliente sulla pagina FB. “Quel che conta di più scrive oggi Titti Giuliani Foti su la Nazione è “capire che nella sofferenza siamo tutti uguali, che il dolore e la malattia non hanno un credo politico e nessun colore se non questo filo che attraversa i nostri corpi e che ci unisce tutti. E se c’è chi si è messo in testa che la malattia deve essere depressione e tristezza, sbaglia: chi è malato ha bisogno di divertirsi, più di chi è sano».

Durante la serata Graziano Cioni, il presidente della Fondazione Turati Nicola Cariglia e tanti altri ospiti tra cui il Sindaco Dario Nardella, il presidente del Consiglio regionale toscano Eugenio Giani e l’Assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi hanno parlato di ricerca scientifica nel campo della lotta all’Alzheimer e della condivisione di un interessante progetto tra l’associazione Airalzh e la Fondazione Turati.

Un gemellaggio per raccogliere fondi per la ricerca sull’Alzheimer e sulle malattie neurodegenerative e per annunciare l’apertura di una nuova sede della Fondazione nella cintura fiorentina. Nel corso della serata solidale e piena di affetto hanno parlano anche i professori Gavino Maciocco e Sandro Sorbi primario di neurologia a Careggi. Ha preso la parola anche l’Avvocato Annalisa Parente molto attenta alle fragilità umane.

Tante le personalità. All’Obihall tavoli apparecchiati fin sul palcoscenico e tantissime personalità tra cui Sara Funaro assessore al Welfare, alla Casa e all’Accoglienza del Comune di Firenze, il direttore de La Nazione Francesco Carrassi, il prefetto Francesco Tagliente ex Questore di Firenze molto legato alla città e ai fiorentini e tantissimi medici come Pasquale Mennonna presidente della Fondazione Careggi, il primario del Pronto soccorso Stefano Grifoni, il dermatologo Torello Lotti. Presenti anche gli ex direttori de “La Nazione” Marcello Mancini, Gabriele Canè.

La dignità della persona va difesa in ogni momento ma soprattutto quando l’anziano non è autosufficiente e nella malattia. Particolarmente commoventi le testimonianze di un uomo che ha sposato una donna con i primi sintomi dell’Alzheimer, e di una donna che da 31 anni assiste il marito senza arrendersi. Molto toccante la storia di Enzo Zini, ex direttore sanitario del Meyer malato di Parkinson da sei anni, appena operato a Milano: tremava e non riusciva a fare che poco e niente, poi un viaggio della speranza a Milano e ora, finito il tremore, riesce a scrivere messaggi con l’indice della mano destra. Le testimonianze sono state alternate da Intermezzi artistici e musicali. «Il vero miracolo di queste iniziative – ha concluso Graziano Cioni – è che questa sera ci sono tutti: destra, sinistra e centro. La malattia non guarda le tessere




Firenze: operatrice del 113 premiata dal Comune con la massima onorificenza per aver salvato 18 aspiranti suicidi

Tra le notizie che ci inorgogliscono sul 113 troviamo anche quella del sindaco di Firenze che conferisce il Fiorino d’oro della città alla sovrintendente Manuela Bigoni, la poliziotta addetta al centralino di soccorso pubblico 113 della questura di Firenze “per essersi prodigata, durante l’esercizio delle sue funzioni, nel salvare vite umane, dando la possibilità, a chi aveva perso ogni speranza nel futuro, di iniziare una nuova esistenza”. Alla solenne cerimonia, celebrata nel 2009 nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, erano presenti centinaia di cittadini e rappresentanti delle istituzioni tra cui il vicecapo della Polizia, il prefetto e il questore di Firenze pro tempore Francesco Tagliente.

Ecco cosa scrive della operatrice del 113 La Nazione: “Manuela Bigoni, esperta in psicologia della comunicazione, entra a far parte del Corpo della Polizia di Stato nel 1992. Nel 2002 diventa responsabile della Centrale Operativa della Sezione Volanti di una delle cinque squadre che si occupano del controllo del territorio 24 ore al giorno. Dal 2004 al 2008 la Sovrintendente Bigoni è riuscita a salvare la vita di 18 persone che avevano tentato il suicidio, non solo a Firenze ma anche in altre regioni italiane, riuscendo a rintracciarle, in molti casi con pochi dati a disposizione, prima che il gesto irreparabile e tragico fosse portato a compimento. L’operato di Manuela attraverso il servizio 113 della Polizia di Stato rappresenta un caso unico in Italia in termini di numero di vite salvate. Le sue doti umane le hanno permesso di instaurare un contatto con persone disperate in cerca di aiuto, di avvicinarsi ai loro problemi con parole che hanno ridato loro fiducia. Grazie alle straordinarie capacità professionali, Manuela non si è arresa di fronte a difficoltà che sembravano insormontabili ma ha cercato, in ogni singolo episodio, di trovare la migliore soluzione per portare a compimento il suo lavoro. I brillanti successi nelle operazioni svolte, le sono valsi significativi riconoscimenti, fra questi una Lode del Ministero dell’Interno. Il suo eccezionale contributo, la sua encomiabile dedizione all’attività che ogni giorno svolge hanno avuto un’importante eco nella stampa locale che l’ha classificata nel 2008 fra i personaggi più rappresentativi della nostra città. Ma il prezioso impegno di Manuela Bigoni va oltre l’attività professionale, proseguendo con operazioni di soccorso in strutture di volontariato. La sensibilità manifestata nel lavoro quotidiano, la passione con il quale ha svolto e svolge il proprio servizio, rendono onore al suo impegno professionale e all’intero Corpo della Polizia di Stato”.

Come informa una nota di Palazzo Vecchio dell’epoca, la richiesta del riconoscimento è contenuta in una mozione «Quanto fatto da questa poliziotta – si legge nel documento – rappresenta un caso unico in Italia in termini di numero di vite salvate. «Manuela Bigoni è stata capace di far breccia nella disperazione umana e di operare silenziosamente sapendo ascoltare i bisogni e le richieste di aiuto dei soggetti più fragili e deboli della nostra società. Il conferimento di un riconoscimento simbolico per l’operato svolto rappresenterebbe un segnale importante dell’amministrazione comunale in virtù del rilevante impatto sociale che caratterizza la tipicità del servizio». L’articolo del La Nazione inizia l’articolo sull’operatrice del 113 premiata “Manuela Bigoni, esperta in psicologia della comunicazione…”. Il perché di quell’esordio è da ricercare nelle iniziative della Questura del capoluogo toscano.

A Firenze per garantire il diritto dei cittadini ad “essere e sentirsi sicuri”, Questura e Università hanno tenuto un stage post-laurea sul tema per operatori del 113 “Aspetti psicologici nella raccolta di informazioni testimoniali e nella comunicazione”, voluto dal Questore di Firenze dell’epoca Francesco Tagliente per gli operatori di polizia, e realizzato grazie alla ormai consolidata partnership con l’Università degli Studi di Firenze. Il corso, al quale parteciparono 44 operatori della Polizia di Stato laureati ed in servizio a Firenze – come riporta una nota della Questura – rappresentava un’ulteriore tappa del percorso, avviato già nel 2007, per garantire il diritto dei cittadini ad “essere e sentirsi sicuri”.

L’approfondimento della psicologia della testimonianza mira a migliorare la gestione delle richieste di ammonimento a carico dei maltrattanti da parte delle vittime di stalking, nonché la ricezione delle denunce nei casi di reati commessi in danno di minori e donne vittime di episodi di violenze e maltrattamenti. La psicologia della comunicazione, invece, contribuisce a favorire la migliore accessibilità ai servizi di polizia (ricezione di denunce, servizio 113, ecc.) nonché la più ampia disponibilità degli operatori nel rispondere alle esigenze di sicurezza dei cittadini (gestione di esposti e delle segnalazioni, ecc.).

Tutta l’azione della Questura è modulata sull’esigenza di garantire una sempre maggiore percezione di sicurezza ed elevare gli standard di sicurezza. L’obiettivo di incrementare l’efficienza dei servizi è stato orientato ad una maggiore accessibilità al servizio “113” (riduzione al minimo dei tempi di risposta, incremento numerico degli operatori, specializzazione del personale addetto), ad una maggiore accessibilità e comfort per gli utenti degli uffici aperti al pubblico, alla realizzazione di dispositivi costantemente tecnico-operativi innovati e costantemente monitorati, di protocolli di cooperazione strategica e politiche di “sicurezza dedicata”, con riferimento a specifiche categorie di cittadini (fasce deboli, commercianti, tifosi), alla elaborazione di un sistema di analisi degli esposti, alla gestione di rapporti strutturati con i Quartieri ed i Comitati di cittadini, nonché alla attuazione di interventi mirati alla razionalizzazione del flusso informativo, originato da tutti i sensori che consentono di acquisire informazioni sulla realtà territoriale. Il potenziamento di una comunicazione multicanale con i cittadini è stato perseguito anche con la rimodulazione del sito internet della Questura e con l’organizzazione di convegni e interventi su temi calibrati per i diversi tipi di utenza, con particolare riferimento alla fasce deboli.

In questo contesto la Questura di Firenze ritiene fondamentale, a fronte di un forte interesse degli operatori della Questura alla formazione, incentivare e predisporre, di concerto con i competenti Organi centrali e con l’Università, iter formativi “dedicati”, che valorizzino le professionalità presenti nella Polizia di Stato, alimentando significativamente il “circolo virtuoso” della sicurezza e il legame tra Polizia di Stato e cittadini. L’apertura dei lavori del corso di formazione post-laurea è si tenne lunedì 19 ottobre del 2009 presso il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, alla presenza del Sindaco Matteo Renzi, del Questore di Firenze Francesco Tagliente, del Prefetto di Firenze Andrea De Martino, del Rettore dell’Università degli Studi di Firenze Augusto Marinelli, del Preside della Facoltà di Psicologia Andrea Smorti, del Direttore Centrale di Sanità del Dipartimento della Pubblica Sicurezza Giovanni Cuomo, del Direttore del Servizio Controllo del Territorio del Dipartimento della Pubblica Sicurezza Daniela Stradiotto, del Prof. Ordinario di Psicologia sociale presso l’Università di Torino ed esperto in psicologia giuridica Guglielmo Gulotta – che nella circostanza tenne una prolusione tematica – nonché dei direttori del Corso Stefano Taddei ed Enrichetta Giannetti.




Firenze: il mistero della ragazza trovata in un parco ricoperta di sangue

MONTELUPO FIORENTINO (FI) – Una 17enne è stata trovata in un parco di Montelupo Fiorentino in una pozza di sangue e ferita alla testa: le sue condizioni sono gravi ed è ricoverata all’ospedale di Empoli. Dell’accaduto si occupa la polizia di Stato. La giovane, italiana ma della quale non è stata resa nota l’identità è stata trovata stamani, attorno alle 7, da una passante. La notte scorsa alcuni amici della ragazza avevano dato l’allarme al commissariato di Empoli:  la ragazza aveva trascorsola serata con loro e, quando questi sono andati in discoteca, l’avrebbero lasciata nei pressi del parco dove non l’hanno poi trovata al loro ritorno.

Il Parco dell’Ambrogiana è attiguo all’ex ospedale psichiatrico giudiziario e abituale ritrovo di giovani e si trova alla confluenza tra il fiume Pesa e l’Arno, è abbastanza distante dalle case ed è dunque difficile che qualcuno degli abitanti possa aver udito eventuali grida di aiuto. Secondo quanto emerso la ragazza potrebbe essere stata aggredita e poi trascinata dove è stata trovata. La ragazza si sarebbe stata lasciata pochi giorni fa dal fidanzato e anche questo è un particolare che viene tenuto in considerazione dagli investigatori del commissariato di Empoli e da quelli della squadra mobile della questura di Firenze.

Quattro coetanei della vittima, tre ragazzi e una ragazza (due dei quali minorenni), dalle 7.30 di ieri mattina vengono ascoltati dalla polizia di Empoli come persone informate sui fatti. Sono stati loro ad andare dalla polizia a denunciare la scomparsa della loro amica. «Eravamo a ballare insieme, c’è stato un litigio, lei è andata via e non sappiamo dove si trova», hanno raccontato mentre ai carabinieri arrivava la drammatica telefonata della signora che nel parco aveva trovato il corpo della ragazza.

I quattro giovani fino a ieri sera hanno negato ogni responsabilità, ma sono entrati in contraddizione su alcuni particolari. Ascoltati anche altri testimoni tra i quali l’ex fidanzato che si trovava in discoteca ma non faceva parte della compagnia. Le indagini si concentrano su una pista legata a litigi per motivi passionali tra adolescenti e viene scartata a priori l’ipotesi di un maniaco. Un abitante della zona ha raccontato che intorno alle sei del mattino ha sentito una ragazza gridare e ha poi visto un uomo che forse la giovane conosceva e con il quale probabilmente aveva avuto una discussione. Non è escluso che già oggi possano scattare denunce ma anche arresti per lesioni gravissime o tentato omicidio. Si cerca infine la borsa della studentessa con il suo cellulare. Non l’ha rubata il suo aggressore. Era stata trovata da un passante che, dopo averne controllato il contenuto, l’aveva lasciata sopra un muretto. Un’ora dopo è sparita.

 




Firenze: atteso convegno sulla violenza contro le donne

FIRENZE – A Firenze un importante convegno per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne. Attesi gli interventi di Francesco Tagliente, Francesca Puglisi, Alessandra Pauncz e Roberta Bruzzone Autorevolissimi esponenti del mondo accademico ed operativo, dalle ore 16 alle ore 19 di giovedì 28 settembre si riuniscono presso la sede regionale del Coni Toscana, in via Irlanda, per affrontare il tema della violenza contro le donne.

Dopo il saluto delle Autorità cittadine sono in programma gli interventi della senatrice Francesca Puglisi, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio; del prefetto Francesco Tagliente, già Questore di Firenze; della dottoressa Alessandra Pauncz, presidente del Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti (CAM) di Firenze e della dottoressa Roberta Bruzzone, psicologa forense e criminologa; dell’avvocato Gianni Baldini, presidente dell’associazione matrimonialisti familiaristi (AMI) Toscana; del dottor Andrea De Roit presidente Club Panathlon Firenze; dell’avvocato Ilaria Chiosi, presidente comitato pari opportunità ordine degli avvocati di Firenze; dell’avvocato Luana Campa, criminologa; dell’avvocato Monica Nassisi, presidente associazione legittima difesa; della dottoressa Elena Campanini psicologa sportiva, associazione A.I.P.S. Gli interventi saranno moderati dal giornalista Francesco MATTEINI vicepresidente del Gruppo Toscana dell’USSI.

L’evento, organizzato dal presidente del gruppo sociale Flames Gold Carmelo Mandalari, risulta di particolare interesse anche per il dibattito in corso sulla violenza nei confronti delle donne. La prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne è il filo conduttore di delle varie iniziative territoriali del gruppo sociale di Carmelo Mandalari che approda a Firenze, con relatori di spessore, nel momento più critico ed interessante del dibattito sulla violenza nei confronti delle donne. La scelta degli autorevoli relatori e della sede fiorentina non è casuale. C’è molta attesa del contributo del prefetto Francesco Tagliente già Questore di Firenze e prefetto di Pisa, della dottoressa Alessandra Pauncz presidente del Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti (CAM) di Firenze e della dottoressa Roberta Bruzzone psicologa forense e criminologa alla presenza della senatrice Francesca Puglisi, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.

La sede Toscana dell’evento risulta particolarmente significativa per affrontare la tematica della violenza contro le donne, se si considera che Tagliente sia a Firenze che a Pisa ha assunto iniziative molto importanti per la tutela delle vittime di violenza. In particolare a Firenze, da Questore, fu tempestivo nell’attivare corsi post universitari in psicologia della testimonianza e della comunicazione per la formazione degli operatori e nell’applicare la nuova normativa del 2009 in materia di atti persecutori: il primo provvedimento di ammonimento fu adottato a Firenze. A Pisa, per consentire un’immediata esecuzione alle disposizioni contenute nella nuova legge del 2013 per il contrasto della violenza di genere Tagliente, con la collaborazione del Sostituto Commissario Nadia Giannattasio della Questura di Firenze, elaborò il primo protocollo anti-femminicidio attuativo che facendo da capofila, pose l’accento sull’ esigenza di garantire l’assistenza ed il sostegno alle vittime e l’incentivazione di programmi di recupero per i maltrattanti.

Tagliente va ripetendo da anni che per ridurre i casi di femminicidio servono “Centri di ascolto per maltrattanti” Molto significativa al riguardo risulta la presenza della presidente del primo Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti Alessandra Pauncz. Il CAM fiorentino, attivato sin dal 2009, ha come obiettivo quello di agire sui comportamenti maltrattanti, contribuendo alla loro individuazione ed elaborazione attraverso nuovi approcci esperienziali che vanno dall’osservazione e riconoscimento dei comportamenti maltrattanti, all’individuazione e lettura dei fattori che influenzano negativamente il comportamento maschile. Attraverso le metodologie adottate, brainstorming, didattica attiva, lavoro di gruppo, lezione frontale, role playing, laboratori esperienziali si cerca di trovare un nuovo approccio preventivo sulla violenza alle donne, avviando processi di evoluzione della figura del maschio da stereotipi oppressivi, disagianti e fonti di conflitto sociale e relazionale. Le valutazioni del prefetto Francesco Tagliente e della presidente del CAM Alessandra Pauncz fatte alla presenza di tanti autorevoli relatori, rappresentanti del mondo del sapere e del fare, potranno essere valutate dalla senatrice Francesca Puglisi, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. La campagna di sensibilizzazione per dire “No alla violenza contro le donne ” sta andando avanti con iniziative multidisciplinari, organizzate dal GS Flames Gold e con l’impegno costante della criminologa avvocato Luana Campa. Convegni, eventi sportivi, giornate all’interno delle scuole sono soltanto alcune delle tante attività volte ad educare ed informare su tematiche così importanti per una società civile. Partire dai giovani e dallo sport è fondamentale per riuscire a debellare un male profondo come quello della violenza di genere. Delle autorità cittadine hanno finora dato l’adesione la Senatrice Rosa Maria Di Giorgi Vicepresidente del Senato, Eugenio Giani Presidente del Consiglio regionale della Toscana e Dario Nardella Sindaco di Firenze




Firenze, concorsi truccati: arrestati 7 docenti

FIRENZE – Sette docenti universitari sono stati arrestati per reati corruttivi dalla Guardia di Finanza di Firenze, nell’ambito di un’inchiesta su concorsi truccati. Le misure sono scattate a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, disposta dal gip su richiesta dei pm fiorentini Luca Turco e Paolo Barlucchi.
Altri 22 sono stati colpiti dalla misura dell’interdizione dalle funzioni di professore universitario e da quelle connesse ad ogni altro incarico accademico per la durata di 12 mesi.

Nell’inchiesta, che riguarda tutto il territorio nazionale, risultano indagate complessivamente 59 persone. Secondo quanto spiegato, le indagini sono partite dal presunto tentativo da parte di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore, candidato al concorso per l’abilitazione scientifica nazionale all’insegnamento nel settore del diritto tributario, a ritirare la propria domanda, allo scopo di favorire un altro ricercatore, in possesso di un curriculum notevolmente inferiore, promettendogli in cambio l’abilitazione nella tornata successiva.

Le indagini, spiega la GdF in una nota, hanno consentito di accertare “sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario”, – alcuni dei quali pubblici ufficiali poiché componenti di diverse commissioni nazionali nominate dal Miur -, finalizzati a rilasciare abilitazioni “secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori”, per soddisfare “interessi personali, professionali o associativi”. Questa mattina i finanzieri hanno eseguito oltre 150 perquisizioni domiciliari in uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali. Per 7 docenti che figurano tra gli indagati il gip Antonio Pezzuti si è riservato la valutazione circa la misura interdittiva dalla professione all’esito dell’interrogatorio.

Secondo quanto risulta da una delle intercettazioni, venivano scelti con una “chiamata alle armi” tra i componenti della commissione giudicante, e non in base a criteri di merito, i vincitori del concorso nazionale per l’abilitazione scientifica all’insegnamento nel settore del diritto tributario.  In una intercettazione uno dei docenti, componente della commissione giudicante, affermerebbe di voler favorire il suo candidato, contrapposto a quello di un collega, esercitando la sua influenza con una vera e propria “chiamata alle armi” rivolta agli altri commissari a lui più vicini.




Firenze, operazione “Chiamata alle Armi”: 59 persone indagate per corruzione

FIRENZE – Nella mattinata odierna, oltre 500 militari della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione ad una vasta operazione di polizia giudiziaria su tutto il Territorio nazionale, nell’ambito della quale sono stati eseguiti 29 provvedimenti cautelari personali nei confronti di docenti universitari (7 agli arresti domiciliari e 22 interdetti allo svolgimento delle funzioni di professore universitario e di quelle connesse ad ogni altro incarico assegnato in ambito accademico per la durata di 12 mesi) per reati di corruzione e più di 150 perquisizioni domiciliari presso Uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali.

Nei confronti di altri 7 docenti universitari, il Giudice per le Indagini Preliminari di Firenze si è riservata la valutazione circa l’applicazione della misura interdittiva all’esito dell’interrogatorio degli stessi.

Le misure coercitive sono state disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze – Dott. Angelo Antonio Pezzuti – su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Capo, Dott. Giuseppe Creazzo, a seguito di articolate investigazioni svolte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze coordinate dal Proc. Agg. Dott. Luca Turco e dal Sost. Proc. Dott. Paolo Barlucchi.

Il contesto investigativo ha preso le mosse dal tentativo di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore universitario, candidato al concorso per l’Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore del “diritto tributario”, a “ritirare” la propria domanda, allo scopo di favorire un terzo soggetto in possesso di un profilo curriculare notevolmente inferiore, promettendogli che si sarebbero adoperati con la competente Commissione giudicatrice per la sua abilitazione in una successiva tornata.

Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario – alcuni dei quali pubblici ufficiali in quanto componenti di diverse Commissioni nazionali (nominate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per le procedure di Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore scientifico diritto tributario – finalizzati a rilasciare le citate abilitazioni secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, con valutazioni non basate su criteri meritocratici bensì orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi.




Carabinieri, stupratori per legge: ma stiamo davvero scherzando?

di Roberto Ragone
Diciamo subito che il comportamento ‘latino’ dei due militi dell’Arma non è piaciuto a nessuno. È comunque frettoloso e ingiusto chiamarli ‘stupratori’. Non c’è paragone, infatti, fra ciò che è accaduto a Firenze, e il massacro che si è consumato sulla spiaggia di Rimini: quello, sì, un vero, autentico stupro alla ‘Arancia meccanica’.
Se esaminiamo i soggetti coinvolti nel fattaccio, possiamo subito constatare che fra le due parti esiste un divario culturale enorme: e, a scanso di equivoci, non s’intende ‘culturale’ nel senso di titolo di studio conseguito, ma di costume e usanza, insomma, in una parola di vissuto. È facile capire che due studentesse americane in trasferta in Italia hanno una base di emancipazione che non è di certo quella di chi ha fatto una scelta di vita a servizio della comunità. Né il capopattuglia dell’Arma può vantare i gradi da ufficiale, il che lo renderebbe ancora più colpevole: è uno dei tanti oscuri sottufficiali che proteggono le nostre vite, di noi Italiani, a volte a costo della propria. Non così le due ragazzine, che erano così ubriache da far scattare l’accusa di stupro ‘per legge’ nei confronti dei due Carabinieri. Ingenui? Certamente. Sprovveduti? Sicuro! Anche se ti aprono sotto gli occhi il barattolo della marmellata, nessuno ti autorizza a infilarci dentro le dita.

Resta comunque una serie di fatti da chiarire. Se le due ragazze erano tanto ubriache – e l’esame alcolemico lo ha confermato – da far scattare l’accusa di stupro ‘per legge’ nei confronti dei due eroi notturni, intervenuti in discoteca per ristabilire l’ordine perché chiamati da qualcuno, dobbiamo pensare che non erano nuove a bravate del genere, cioè che abitualmente assumono tanto alcol da sentirsi ‘in cimbali’, come si diceva una volta; insomma tanto alcol – e magari non solo quello – da ‘sballare’, come piace fare oggi ad una generazione che ha perso troppi valori. Dobbiamo pensare che per un’abitudine acquisita, nonostante l’alcol assunto, fossero perfettamente in grado di intendere e volere, e in quel momento abbiano voluto e sollecitato un rapporto sessuale con due divise: le divise affascinano sempre, e un trofeo come quello avrebbe fornito argomenti di grandi racconti, una volta tornate in patria.
Dobbiamo, per dirla volgarmente, stabilire ‘chi ha scopato chi’, e magari invertire l’ordine dei fattori. Di certo la parte dominante non erano i due Carabinieri, ma le due smaliziate ragazzine. Dalla filmografia USA siamo abituati ad assistere ad un popolo di solitari, che cercano incontri occasionali, soprattutto nei bar; siamo anche abituati a vedere studentesse che, nei college, hanno rapporti a ripetizione con i loro colleghi maschi, il tutto in una ricerca di un momento di piacere, pur sempre occasionale. Allora, consideriamo gli usi e i costumi di queste mine vaganti in trasferta, tenendo come esempio di conclamata infedeltà Amanda Knox, la quale, pur avendo in America un fidanzato, aveva irretito un Sollecito molto meno ‘emancipato’ di lei, fino a coinvolgerlo in una brutta storia.

La magistratura ha dato il suo verdetto, in proposito, ma so’ che nell’animo di tanti rimangono dei dubbi: specialmente nel parenti della vittima. L’America è un paese matriarcale, lo è stato fin dalle sue origini, e continua ad esserlo ancora oggi. È ridicolo il fatto che se il tasso alcolemico delle due ‘malcapitate’ fosse stato più basso, non sarebbe stato possibile accusare di stupro i due della pattuglia. Che abbiano commesso un errore, non c’è dubbio: ma da questo all’accusarli di stupro, soltanto magari per incassare il premio della polizza dedicata a questo argomento, ce ne corre. Non c’è storia, insomma, fra due ragazze americane in trasferta per motivi di studio in Europa, e due militi dell’Arma, sicuramente soccombenti sul piano culturale e di costume. Fermo restando che l’errore che hanno commesso è grave, non è giusto che tutti gettino loro la croce addosso. Non è stata una ‘ragazzata’, come tante volte sentiamo definire uno stupro di branco di minorenni nei confronti di una coetanea: ma non è neanche giusto che addirittura il Comune di Firenze si costituisca parte civile nel procedimento nei loro confronti. Servilismo nei confronti dell’America? Pare tanto di sì.

Da parte di chi scrive, sarebbe giusto che, dopo una punizione militarmente adeguata, la si smettesse di gettare il mostro in prima pagina, magari per distogliere l’attenzione da altre notizie, molto più importanti ma più scomode, che passano sotto silenzio. Come ad esempio l’epidemia di stupri – quelli veri – da parte di immigrati con permesso di soggiorno per ‘motivi umanitari’: e abbiamo appreso da certi giornali che i ‘motivi umanitari’ sono a volte frutto di grande fantasia. Un bengalese che violenta una ragazza finlandese alla stazione Termini, a Roma, non è fantasia, né la ragazza era ubriaca. Lo stupro vero ha dei connotati ben precisi, non ultimi quelli riguardanti lividi, escoriazioni e segni di violenza fisica, cosa che le due ‘facili’ americanine non hanno presentato, all’esame clinico. Concludendo, errore sì, e da matita blu. Stupro no, piuttosto raggiro da parte di chi ne sa più di loro. Stupidi sì, stupratori no: specialmente se lo stupro è tale ‘per legge’, soltanto in base al tasso alcolemico delle ragazze, perfettamente in grado, a quel punto, di capire cosa stava succedendo. Ma stiamo davvero scherzando?




Firenze, stupro studentesse: carabinieri indagati sospesi dal servizio

FIRENZE – Nei confronti dei due carabinieri accusati dalle due studentesse americane di violenza sessuale, l’Arma ha “disposto un provvedimento di sospensione precauzionale dall’impiego”.

 

E’ quanto fa sapere il comando provinciale dei carabinieri di Firenze, specificando che il provvedimento “è già stato notificato agli interessati”. Intanto illegale di una delle due studentesse, Gabriele Zanobini, ha affermato che le due giovani non hanno un’assicurazione specifica sulla violenza sessuale: “Come da consuetudine, la loro università stipula un’assicurazione generale per gli studenti che vengono in Italia. E’ una polizza che comprende varie cose, dalla rapina all’incidente, dal furto ai problemi che potrebbero sorgere dal troppo bere e altro ancora”.

 

I due militari sono tra quelli che, nella notte tra il 6 ed il 7 settembre, sono intervenuti in una discoteca di Firenze, chiamati dal titolare, per disordini che si erano verificati nel locale. I due carabinieri, secondo l’accusa delle ragazze, le avrebbero accompagnate a casa dove si sarebbero verificati gli abusi.




Firenze, violenza sessuale studentesse Usa: indagati 2 carabinieri

FIRENZE – I reperti della polizia scientifica nello stabile dove vivono le due ragazze americane che hanno denunciato di essere state violentate da due carabinieri confermerebbero la presenza di tracce biologiche compatibili con un rapporto sessuale che sarebbe avvenuto nell’androne del palazzo. Le stesse ragazze avevano raccontato che una di esse aveva subito gli abusi in quell’ambiente. Altre tracce di questo tipo sarebbero state trovate nel percorso tra l’ingresso del palazzo fino nell’appartamento delle due giovani

L’ auto dei carabinieri con la quale i due militari accusati da due ragazze Usa di averle violentate potrebbe aver sostato per circa 20 minuti davanti al palazzo del centro storico in cui vivono le giovani. Il dato emergerebbe dalle immagini di due telecamere di sicurezza vicino all’immobile: la prima ha ‘ripreso’ l’arrivo della vettura e l’altra la sua uscita dalla zona. Tra le due immagini intercorrerebbero, appunto, 20 minuti. Non ci sarebbero invece telecamere nella piazzetta dove si affaccia il palazzo.

Sulla vicenda della presunta violenza sessuale compiuta a Firenze da due carabinieri ai danni di due turiste americane, il comandante generale del’Arma, generale Tullio Del Sette, interpellato dall’ANSA, ha detto che “se fosse vero, cosa che auspichiamo tutti venga accertata quanto prima, si tratterebbe di un fatto di gravità inaudita che rende i protagonisti indegni dell’uniforme che indossano e che comporterà gravi conseguenze, anche immediate, sul piano disciplinare e della condizione di stato”.

Anche la procura militare di Roma ha aperto un fascicolo sulle presunte violenze sessuali compiute a Firenze da due carabinieri ai danni due studentesse americane. Lo ha confermato all’ANSA il procuratore militare, Marco De Paolis, precisando anche “al momento di tratta di atti relativi al fatto”.

Sono stati individuati e indagati i due carabinieri accusati da due ragazze statunitensi di averle violentate. L’inchiesta sulla vicenda è stata aperta dalla procura di Firenze. I due militari sono tra quelli che, nella notte tra il 6 ed il 7 settembre, sono intervenuti in una discoteca di Firenze, chiamati dal titolare, per disordini che si erano verificati nel locale. I due carabinieri, secondo l’accusa delle ragazze, le avrebbero accompagnate a casa dove si sarebbero verificati gli abusi.

Ci sarebbero testimoni che hanno visto le due ragazze salire sull’auto di servizio dei carabinieri, davanti alla discoteca, e il percorso fino davanti l’abitazione delle due giovani statunitensi, nel centro di Firenze, sarebbe confermato anche dalle immagini di alcune telecamere di sorveglianza. I due militari non sarebbero ancora stati ascoltati dalla procura, né al momento, raggiunti da informazione di garanzia.

Gli inquirenti hanno sentito le ragazze ancora in procura ieri fino a tarda notte, separatamente, e il loro racconto è adesso al vaglio degli uomini della squadra mobile. Gli inquirenti avevano deciso di risentirle per chiarire alcuni punti e colmare alcune lacune presenti nel primo resoconto che avevano fornito a poche ore dal fatto. Le due ragazze avevano confermato la loro versione.

Intanto il console generale Usa a Firenze, Benjamin Wohlauer, ha incontrato il questore di Firenze Alberto Intini in questura. Il colloquio tra il diplomatico ed il questore è durato poco meno di un’ora ed il console ha lasciato la questura senza fare dichiarazioni. Firenze è una delle città italiane con la maggiore concentrazione di sedi di università americane, alle quali si aggiungono le numerosissime scuole di lingua italiana per stranieri.

Interviene anche il dipartimento di Stato Usa : “Prendiamo queste accuse molto seriamente”, hanno detto all’ANSA dal dipartimento di Stato Usa.