Omicidio Varani, il Pm: 30 anni per Foffo e processo a Prato

 

ROMA – Trenta anni di reclusione per Manuel Foffo e la sollecitazione del rinvio a giudizio per Marco Prato, accusati di avere massacrato e ucciso Luca Varani nel corso di un festino a base di droga in un appartamento al Collatino, alla periferia di Roma, avvenuto il 4 marzo 2016. Sono queste le richieste del pm Francesco Scavo nell'ambito del processo con rito abbreviato per il primo e con rito ordinario per il secondo.

L'accusa per i due è di omicidio premeditato con le aggravanti della crudeltà e dei motivi abietti e futili. Secondo Scavo, quello del Collatino fu un massacro pianificato in modo lucido. La scelta della vittima fatta dopo una sorta di macabro 'casting'.

Gia' nell'atto di chiusura indagini, la Procura aveva di fatto ricostruito l'intera vicenda ritagliando un ruolo "paritario" ai due nell'omicidio. Alla vittima vennero inferti 100 colpi, fu sottoposto a torture e sevizie per due ore. Manuel Foffo ha dichiarato di aver filmato la povera vittima agonizzante a terra.

 

tabella PRECEDENTI: 

Omicidio Luca Varani, ucciso con 100 colpi: tracce di Prato e Foffo sui coltelli

OMICIDIO LUCA VARANI: RESTA IN CARCERE MARCO PRATO

OMICIDIO A ROMA: ABBRACCIATI DOPO AVER MASSACRATO E UCCISO LUCA VARANI




Omicidio Luca Varani, ucciso con 100 colpi: tracce di Prato e Foffo sui coltelli

Redazione

ROMA – Appartengono sia a Marco Prato che a Manuel Foffo le tracce biologiche trovate dal perito del gip sugli oggetti utilizzati dai due per massacrare il giovane Luca Varani. Stando a quanto emerso il tecnico incaricato dal giudice di svolgere gli accertamenti, ha riscontrato elementi biologici riconducibili a Prato e Foffo su almeno due coltelli e su un martello. Utensili utilizzati come armi per uccidere il ventisettenne Varani, lo scorso 4 marzo, in un appartamento di via Igino Giordani. Sono cento le lesioni riscontrate dal medico legale sul corpo di Luca Varani. Stando a quanto emerso dall’autopsia, il ventisettenne sarebbe morto dissanguato, a causa delle ferite infertegli da Manuel Foffo e Marco Prato, i due amici accusati di omicidio dalla procura di Roma. In particolare, Varani, è stato colpito con circa 20 martellate al capo e alla bocca, mentre sono almeno trenta le ferite da coltello -ne sono stati utilizzati due, uno dei quali del tipo che si usa per affettare il pane- inferte non per uccidere ma per provocare dolore al ragazzo. Nuovo sopralluogo nell’appartamento di via Igino Giordani. Al sopralluogo parteciperanno, oltre al pm Fracesco Scavo e ai carabinieri del comando provinciale e del Ris, anche i difensori di Marco Prato e Manuel Foffo, i due amici accusati dell’omicidio di Varani. Nell’occasione, tra l’altro, verrà acquisito il computer di Foffo, proprietario dell’appartamento. A breve, inoltre, un altro sopralluogo verrà effettuato nella stanza d’albergo in cui Prato aveva trascorso le ore successive all’omicidio, in zona piazza Bologna. Sarebbero andate avanti per almeno trenta minuti le sevizie nei confronti di Luca Varani. Stando a quanto emerso dall’autopsia sul corpo di Varani, le ferite potrebbero essere state inferte da Marco Prato e Manuel Foffo anche anche nell’arco di due ore. In particolare le lesioni riscontrate sono concentrate sul tronco, sul capo e sul viso della vittima. Varani, sempre secondo le risultanze degli accertamenti medico-legali, non sarebbe stato in grado reagire all’aggressione che stava subendo, e non ha potuto opporre alcun tipo di resistenza.




ROMA OMICIDIO VARANI, FOFFO: "VOLEVO UCCIDERE MIO PADRE"

Redazione

“Volevo uccidere mio padre per vendicarmi, perché mi faceva sentire sempre al secondo posto dopo mio fratello”. E’ quanto ha detto Manuel Foffo durante l’interrogatorio davanti al pm Francesco Scavo ieri sera. Foffo si trova in carcere a Regina Coeli con Marco Prato per aver ucciso Luca Varani dopo ore di sevizie e dopo aver assunto cocaina.

“Mentre il mio assistito parlava con Prato il discorso è finito su questioni personali e ha parlato del suo rapporto col padre e di come lo vivesse male” conferma all’Adnkronos il legale di Foffo, l’avvocato Michele Andreano. “Ora bisognerebbe capire perché ha detto quelle cose – sottolinea il legale – gli psichiatri dovranno capire il senso di queste parole, perché servono competenze specifiche per questo”.

Andreano fa sapere di attendere “serenamente la decisione del gip sulla richiesta di incidente probatorio”. Decisione che dovrebbe arrivare a breve perché per “l’esame tossicologico è bene che non passi troppo tempo”. “Mi auguro che il gip si esprima entro martedì” afferma l’avvocato di Foffo. I tempi potrebbero invece allungarsi se il gip concederà la perizia psichiatrica.

“Per una perizia psichiatrica – spiega l’avvocato Andreano – serviranno almeno 10 incontri e con una cadenza di un incontro a settimana immagino che bisognerà aspettare almeno 3 mesi per arrivare a un risultato” conclude Andreano.