UE, FONDI MILIONARI PER LA POVERTA’ DEL TERZO MONDO: A PAGARE I CITTADINI EUROPEI STROZZATI DALL’EUROZONA

L'Unione europea ha ulteriormente deciso che dedicherà altri 51.2 miliardi di euro allo sviluppo per il periodo 2014-2020. Gli aiuti allo sviluppo vanno a circa 150 paesi nel mondo, dall'Afghanistan allo Zimbabwe..intanto l’ISTA tnon aggiorna dal 2010 i dati sulle morti da suicidio in Italia dovuti alla crisi economica

di Cinzia Marchegiani

Quando si tratta di combattere la povertà in tutto il mondo, l'Unione europea e gli Stati membri si prendono molto sul serio. Insieme sono il più grande donatore di aiuti al mondo, e solo nel 2013 hanno speso 56.5 milioni di euro per aiutare i paesi in tutto il mondo in lotta contro la povertà. Non solo, nel dicembre 2013 il Parlamento europeo ha approvato oltre 51.400.000.000 euro per i prossimi anni, 2014-2020 per i paesi e le regioni di supporto al di fuori dell'UE.
Una politica illogica però vede morire di economia gli stessi Stati membri di questa Europa che detta leggi e impone una sovranità al di sopra delle leggi dei singoli Stati ma aiuta i paesi in via di sviluppo con il Fondi Europei di Sviluppo (FES) i paesi Africa, Cararaibi e Pacifico grazie all’Accordo di Partenariato UE/Paesi ACP stanziati per implementare l’istruzione, agricoltura, imprenditoria e ricerche innovative energetiche. Ma cosa accade ai paesi membri dell’eurozona? Stanno pagando il prezzo più caro, ipotecando una vita senza prospettive e futuro per i propri giovani.
Ma le novità non finiscono qui. L'Unione europea ha dedicato il 2015 per la cooperazione allo sviluppo e gli aiuti per sottolineare l'importanza della politica di sviluppo internazionale e il ruolo chiave svolto dall'UE e dagli Stati membri. Nel 2013, ultimo anno per il quale sono disponibili dati completi, l'UE ha stanziato 14.860.000.000 di euro, circa il 9% del bilancio complessivo dell'Unione europea di assistenza allo sviluppo esterna, concentrandosi su come aiutare i paesi e le persone più bisognose, un tesoro che viene però sminuito poiché viene spiegato che pesa sulle casse non più di otto centesimi al giorno per ogni europeo….

L'Unione europea ha così deciso, dedicherà 51.200.000.000 € di aiuti allo sviluppo per il periodo 2014-2020. Aiuti allo sviluppo dell'UE va a circa 150 paesi nel mondo, dall'Afghanistan allo Zimbabwe. Tuttavia, negli ultimi anni, molti paesi in via di sviluppo hanno goduto di una forte crescita economica che consenta loro di ridurre la povertà. Questo è il motivo per cui l'Unione europea è sempre più concentrando sui luoghi più poveri del mondo. Circa il 75% del sostegno dell'UE andrà a questi paesi, come quelli dell'Africa sub-sahariana.

Ma alle nazioni che stanno morendo di tasse imposte dalla zona euro, di loro se ne occuperà qualcuno? A conti fatti sembra che queste manovre stiano spostando equilibri strategici polverizzando, con una mira quasi da cecchino, il tessuto industriale dei paesi che avevano aderito all’Unione Europea, nata per difendere proprio il diritto al lavoro, salute e istruzione e dare giustizia sociale. Ad oggi non solo l’Italia, ma molte altre nazioni, come Spagna, Grecia hanno perso la struttura portante dell’economia interna, a svantaggio non solo della crescita ma della salute della nazione, nonché del prezzo della giustizia sociale praticamente annullata. Qualcosa non torna, le aziende svendute italiane, il lavoro perso degli operai, padri di famiglie in lacrime, giovani senza futuro scappano dai loro paesi e c’è chi pensa di risolvere i problemi suicidandosi…
Intanto Associazione Italia Vera pubblica il bollettino degli imprenditori e persone morte suicide in Italia e si legge:”La maggior parte delle Vittime è rappresentata da imprenditori, seguiti dai disoccupati. L’età di maggiore incidenza va dai 45 ai 65 anni. Per lo più sono uomini. In queste persone agisce molto una depressione che non viene riconosciuta e nella quale piombano perché non riescono più ad affrontare l’indebitamento. L’aumento dei suicidi, da quando siamo entrati nella crisi economica, ormai dal 2008, è dovuto anche a una generale perdita di speranza di poter ricominciare e di sfiducia nelle istituzioni. Il suicidio è una soluzione strema che non lascia niente, che leva valore alla vita, che lascia in chi resta ancora più disperazione. Bisogna reagire vivendo e mettendo da parte l’orgoglio per chiedere aiuto a chi ci sta vicino. Ma la politica deve assumersi la responsabilità di questa strage, che peggiora grazie a scelte che i cittadini, ora più che mai, reputano intollerabili. Queste morti non vanno giustificate. Chi si suicida non va commemorato come un eroe. A coloro che non ce l'hanno fatta va riservata tutta la nostra pietà e alle loro famiglie la vicinanza reale a concreta della comunità. Ma è dovere di chi resta, di chi ha scelto di lottare, di portare la politica ad assumersi la responsabilità di questa strage silenziosa che si tende a nascondere con la scusa dell'emulazione. I suicidi accadono anche e soprattutto nel silenzio dei media e della politica.”

Ora leggere di questi nuovi fondi miliardari senza che ci sia la presa di posizione nelle ferite inferte nei propri paesi membri lascia non solo tanta rabbia, ma il sospetto che più di qualcosa non torna….
Eppure questo tipo di politica che è squisitamente economica dovrebbe essere giudicata con la stessa equità con cui sono stati giudicati altri governi nei precedenti periodi storici, in fondo se ogni vita ha lo stesso valore, le vittime contano….devono contare quando occorre giudicare il valore etico di un sistema….

Interessante dover constatare che sul sito dell’ISTAT i dati riferiti alle morti da suicidio innescati da politiche vuote di assistenza sociale e crisi economica imperante, si fermano a quelle dell’anno 2010…eppure queste vite dovranno rispondere a qualcuno oppure no?