FORMIA, BOMBA ECOLOGICA: IL SINDACO CHIEDE AIUTO ALLO STATO

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Red. Cronaca

Formia (LT) – Tre milioni di euro per mettere in sicurezza e rendere di nuovo agibile l’ex complesso alberghiero “Marina di Castellone” che oggi rappresenta una vera e propria bomba igienico-sanitaria, con seri rischi di epidemie a causa del totale stato di abbandono e degrado in cui ver-sa. Detriti, erbe infestanti, rifiuti, deiezioni umane ed animali la presenza di intere comunità di stranieri e clochard tra cui potrebbero nascondersi anche elementi socialmente pericolosi. Su quest'ultima possibilità basta ricordare alcune recenti operazioni di sgombero effet-tuate dalle Forze dell'ordine, durante le quali sono stati arresti alcuni spacciatori che vivevano all'interno dell'ex complesso alberghiero.
 
Allarme sicurezza Un vero e proprio allarme sicurezza quello lanciato dal primo cittadino di Formia, riguardo il complesso “Marina di Castellone”, situato nel cuore della città e unico sbocco a mare esistente dal centro cittadino, che ha portato il sindaco a scrivere alle massime autorità dello stato per chiedendo una immediata attivazione al fine di coadiuvare, supportare e indirizzare l'amministrazione comunale di Formia nel prendere in gestione immediata, anche se temporanea, l’immobile for-nendo, senza indugio, i mezzi necessari alla sua improcrastinabile sanifìcazione e riqualificazione e, in esito, al suo reimpiego produttivo, utilizzando anche direttamente i fondi già gestiti dalla soppressa ABECOL.

Le trattative fallite
Il complesso era appartenuto dapprima a famiglie storiche di Formia per poi finire nelle mani della camorra, attraverso una serie di atti di compravendita succedutisi nel tempo, e oggi è gestito da un’Amministratrice Giudiziaria. L'amministrazione comunale di Formia nel 2014 chiedeva all’Amministratrice Giudiziaria interventi urgenti ed indifferibili sulla struttura al fine di garantire l’integrità fisica della popolazione e per la sicurezza urbana, per migliorare le condizioni di vivibilità nel centro urbano, la convivenza civile e la coesione sociale, chiedendo in alternativa l ’assegnazione temporanea delbene per utilizzarlo a fini istituzionali e sociali, con accollo delle spese necessarie per la sua riattivazione e per il suo pieno utilizzo, anche a mezzo di fondi da reperirsi presso la Regione Lazio. Di contro, nell’intento di valutare la possibilità di mettere a reddito il bene, l'Amministrazione Giudiziaria emanava un avviso pubblico per l’affidamento a privati ad un canone di € 25mila euro mensili, che andò deserto. Successivamente furono intavolate trattative, tra il Comune e l'amministrazione giudiziaria finalizzate alla concessione del bene a titolo gratuito, a fronte del quale l’amministrazione comunale si sarebbe impegnata a gestire e manutenere l’immobile sino alla sentenza defi-nitiva, per la quale occorreranno ancora diversi anni. Ma l’amministrazione giudiziaria, non ritenne percorribile questa ultima via e propose la stipula di un contratto di locazione, per sei anni rinnovabili, al prezzo di € 240mila euro l'anno, da corrispondersi mediante lavori di pulizia e recupero am-bientale, lavori di ristrutturazione ordinaria e straordinaria e pagamento in denaro della differenza. Ma tale soluzione non venne ritenuta praticabile dall'amministrazione comunale di Formia per la gravosità dell’impegno economico cui la stessa avrebbe dovuto far fronte esclusivamente con mezzi propri, sia e soprattutto perché, nella denegata e non creduta ipotesi di restituzione dell’immobile al proprietario, questi godrebbe di un ingiustificabile arricchimento sotto il profilo morale e anche economico.

Il “Marina di Castellone” potrebbe tornare al sano splendore dei suoi albori prima che la camorra lo utilizzasse per il riciclaggio di denaro frutto delle più spregevoli attività criminali, con l’obiettivo che, rimosso il doloroso e quotidiano ricordo della presenza delle mafie sul territorio, possa assurgere a simbolo di positivo affran-camento della Città e dello Stato italiano tutto.