FORMIA , BILANCIO E TARES, IL DELEGATO FULVIO SPERTINI AL GRUPPO UDC: “MANIPOLARE I NUMERI NON SERVE, COSTRETTI A RIPARARE I DANNI CHE VOI AVETE PRODOTTO”

Redazione

Formia (LT) – L’attività che regola il bilancio è amministrativa e si basa su numeri certificati dalla direzione finanziaria dell’Ente e ulteriormente verificati dai revisori dei conti presenti all’ultimo Consiglio Comunale. L’Udc tira fuori cifre estrapolandole dal contesto complessivo: questo vale tanto per il buco di 800 mila euro che per la causa vinta dal Comune, cui sarebbe legato il tesoretto di 600 mila euro nelle casse dell’amministrazione.
La relazione di bilancio presentata in Consiglio Comunale evidenzia tre cifre fondamentali:
1)      35.884.000 euro di spese correnti;
2)      minori entrate pari a 1 milione e 400 mila euro di gettito Imu ed oneri urbanistici e 1.700.000 euro di mancati trasferimenti dallo Stato centrale e dalla Regione.
Il totale è di 3 milioni e 100 mila euro. Questo è il buco di bilancio della città di Formia che chi amministra ha l’imperativo legale di coprire. Ogni altra cifra avulsa da questo quadro può essere manipolata secondo i propri scopi. La manovra di bilancio effettuata ha dovuto intervenire su queste cifre ed ha seguito i seguenti principi:
a)      aumento dell’1% (dal 9,5 al 10,5%) dell’aliquota Imu su seconde e terze case, portata al livello medio provinciale, per 1 milione e 200 mila euro di recupero;
b)      introduzione della Tares (applicata da tutti i maggiori comuni della provincia) a copertura di un ulteriore milione e 300 mila euro;
c)      ulteriori tagli della spesa pari a 600 mila euro rispetto ad un taglio complessivo di 915 mila euro.
Si parla di sperperi di 250 mila euro per la programmazione estiva quando lo stesso bilancio ha evidenziato rispetto alle previsioni del 2012 una riduzione della spesa nei settori Sviluppo Economico, Cultura e Turismo di 154 mila euro. Un’altra cifra che è stata estrapolata dal contesto, a testimonianza dell’uso strumentale che l’Udc fa dei numeri. 
Va inoltre ricordato che questa amministrazione, pur in un quadro di così grave carenza, ha mantenuto inalterati i servizi alla persona e quelli a domanda individuale.
La proposta alternativa riguarda quindi solo la Tares. L’intervento auspicato dall’Udc di aumentare e rimodulare la Tarsu avrebbe portato solo 500 mila euro nelle casse del Comune, costringendo l’amministrazione ad un drastico aumento dell’addizionale Irpef, tassa che incide sul reddito dei soliti noti, quelli che le tasse le pagano già oggi appieno.
Se l’Udc avesse avuto realmente a cuore le sorti del bilancio comunale non avrebbe aumentato in un solo anno il costo del servizio rifiuti, lievitato di un milione e mezzo di euro tra 2011 e 2012. Un danno che oggi siamo costretti a riparare.
 




FORMIA, TASSE: LA RIVOLTA DEI COMMERCIANTI E LA DIFESA DEL SINDACO

Redazione

Formia (Latina) – “Per cinque anni non hanno avuto nulla da ridire sul colossale aumento (da 3 milioni e 362 mila euro del 2011 a 4 milioni e 648 mila euro del 2012) dei costi di esternalizzazione del servizio rifiuti; sul recupero dell’evasione che crollava di 300 mila euro l’anno o sull’aumento del 20% della Tarsu che l’amministrazione Forte stabilì nel 2009 senza consultare nessuno. Proprio ora che i nodi vengono al pettine e si paga il conto delle scelte sbagliate compiute in passato, cercano un capro espiatorio e lo trovano nel sottoscritto la cui unica colpa è quella di aver spiegato in Consiglio cosa prevede la legge”. L’assessore Claudio Marciano risponde così agli attacchi promossi da Ascom e Centro Commerciale Naturale “Le due torri” sul tema della Tares.

“Non possono dire – spiega – di non aver voluto un aumento generalizzato delle tariffe sulle utenze domestiche. Se, come da loro richiesto, fosse stata applicata la Tarsu, l’aumento del 20% su tutte le utenze sarebbe stato automatico. Dire il contrario è ipocrita. Avremmo preso in considerazione l’idea di continuare ad applicare la Tarsu se questo non avesse comportato l’esigenza di toccare l’addizionale Irpef. Applicando la Tarsu, per quanto maggiorata, sarebbero mancati all’appello 800 mila euro e questo avrebbe causato il dissesto finanziario dell’Ente.

La Tarsu non può coprire i costi amministrativi, di riscossione e di accantonamento dei crediti che vanno comunque sostenuti e certamente non si poteva chiedere a quest’amministrazione, che ha già tagliato 900.000 euro di spesa corrente in sei mesi, di tagliare ancora. Cosa avremmo dovuto fare: aumentare le mense scolastiche, gli asili nido e chiudere i centri anziani per evitare il rincaro per i proprietari di ristoranti e pescherie? Non è assolutamente vero – prosegue Marciano – che la Tares non comporta aumenti per le utenze domestiche, dal momento che, pur se in modo meno grave rispetto ad altri comuni, penalizza le famiglie più numerose.

Ricordo che la Tares impone dei coefficienti fissi per la determinazione delle tariffe, i quali non possono essere modificati dal Comune e seguono un criterio implacabile: più rifiuti si produce, più si paga. Succede a Formia, e succede in tutta Italia. La Tares l’ha voluta il governo centrale, certo non l’Amministrazione Comunale di Formia". Esistono comunque strumenti per compensare le categorie più penalizzate dall’applicazione della Tares.

“L’ordine del giorno approvato in Consiglio – sostiene Marciano – prevede di destinare parte del recupero dell’evasione all’abbattimento delle tariffe per le categorie più esposte. E’ un meccanismo che aiuta molto più della proposta formulata dall’Ascom. Loro hanno detto: prendete le categorie che pagano meno (sono 15: teatri, cinema, scuole, negozi di abbigliamento e calzature, librerie, ferramenta, falegnami, idraulici, parrucchieri e barbieri, attività industriali con capannoni, negozi di tende e tessuti, attività artigianali di beni specifici, alberghi senza ristorante, autorimesse e magazzini senza vendita diretta) e riportatele alla stessa tariffa del 2012. Con quello che si guadagna, abbassate la quota che spetterebbe alle categorie più penalizzate. Bene, tale quota sarebbe inferiore a ciò che possiamo recuperare con una seria lotta all’evasione. Pur rispettando il deliberato del Consiglio, con un recupero maggiore credo si possa espandere le agevolazioni destinate alle famiglie con più componenti e redditi bassi il cui peso, lo dico da amministratore di sinistra, mi preoccupa almeno quanto l’aumento per le categorie produttive.

Se si vuole una discussione seria – conclude -, guardiamo alla struttura del servizio e consideriamo quanto accaduto negli ultimi anni (proroghe, mancato appalto, mancato affidamento ‘in house’). Resto comunque disponibile ad incontrare i commercianti. Come già fatto in questi mesi e come continueremo a fare”.

 




FORMIA, RINVIO PAGAMENTO TARES. FORTE: "VITTORIA DEI SINDACI E DEGLI ENTI LOCALI "

Redazione

Formia (LT) – Il Consiglio dei Ministri nella seduta di sabato 6 aprile  ha tenuto in vita la Tarsu e rinviato a dicembre il pagamento della Tares, la nuova imposta sulla gestione dei rifiuti.

Il provvedimento governativo fa così slittare a fine anno il nuovo tributo a meno che non ci siano cambiamenti – visto che il ministro dell’economia Vittorio Grilli si è spinto a dire  –  da qui a dicembre non significa che il Parlamento e il nuovo governo non possano trovare la copertura finanziaria ed evitare alle famiglie di doversi sobbarcare un pesante onere nel conguaglio di fine anno.

E’ una vittoria dei sindaci e degli Enti locali – dichiara il primo cittadino di Formia Michele Forte – il Governo ha recepito le istanze sollevate dall’Anci e dal consiglio provinciale di Latina rinviando il pagamento della nuova imposta a dicembre”. L’argomento Tares era stato dibattuto il 27 marzo 2013 dall’assemblea provinciale di Via Costa. A riguardo era stato approvato all’unanimità un ordine del giorno nel quale si auspicava un intervento d’urgenza del presidente del consiglio dei ministri per il mantenimento degli attuali regimi di riscossione del servizio di gestione dei rifiuti e si sollecitava il presidente del consiglio di disporre con apposito provvedimento il rinvio dell’entrata in vigore del nuovo tributo a decorrere dal 1 gennaio 2014. 

L’odg chiedeva inoltre a tutti i parlamentari del territorio di farsi promotori in Parlamento delle istanze recepite ed approvate nel documento provinciale. Analogo invito veniva rivolto  alle organizzazioni sindacali e alle forze economico-sociali affinché mettessero in campo azioni di mobilitazione per il rilancio degli investimenti a favore dello sviluppo locale. L’atto approvato faceva espressamente riferimento alla grave situazione economica e finanziaria del Paese e sollecitava un riordino istituzionale e la riduzione degli sprechi della spesa.

“Ringrazio il presidente Armando Cusani e tutti i gruppi consiliari  – dichiara Forte –  per la sensibilità dimostrata  nell’affrontare un tema che sta determinando una grave crisi di liquidità in danno dei Comuni della Provincia di Latina che, oltre a pregiudicare un servizio indispensabile per i cittadini mette a rischio la sopravvivenza delle imprese del settore e conseguentemente la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali. Un campanello d’allarme e segnali di crisi che pervengono da diverse realtà territoriali. Bene ha fatto la Provincia a farsi parte attiva in difesa delle autonomie comunali – conclude Michele Forte – al fine di scongiurare il concreto rischio di blocco dei servizi con inevitabile ricadute a livello ambientale per i cittadini”.