Caivano, omicidio Fortuna Loffredo: il patrigno condannato all’ergastolo

NAPOLI – È uscita la sentenza del processo che vede imputati Raimondo Caputo e la sua convivente Marianna Fabozzi per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, 6 anni, precipitata da un balcone dell’ottavo piano nel Parco Verde di Caivano il 24 giugno del 2014. Caputo, patrigno della bambina, dovrà scontare l’ergastolo. Alla convivente dello stesso Caputo sono stati dati 10 anni.

Al termine della lettura della sentenza, la mamma di Fortuna, Imma Guardato, è rimasto in silenzio per qualche minuto. Poi è scoppiata in lacrime, riuscendo soltanto a dire poche parole: «Certo, giustizia è fatta. Ma la condanna peggiore l’ho avuta io», ha detto riferendosi alla perdita della figlia. Caputo invece, uscendo dall’aula, ha continuato a ripetere: «Non ho ucciso io la bambina»
E’ stata riconosciuta la validità dell’impianto accusatorio, che si basava soprattutto sulle dichiarazioni delle tre figlie della Fabozzi oltre che sulle intercettazioni ambientali; impianto non condiviso dal padre della bimba uccisa, secondo il quale responsabile dell’orrore è proprio la Fabozzi, con la complicità di un suo successivo compagno.




Omicidio Fortuna Loffredo: scioccanti rivelazioni di Tito in aula

 
di Angelo Barraco
 
NAPOLI – Colpo di scena nel processo per il delitto della piccola Fortuna Loffredo, bimba di 6 anni lanciata dall’ottavo piano dell’isolato C di un terrazzo del Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014. L’udienza salta per sciopero della Camera Penale di Napoli e l’aula si svuota, ma inaspettatamente arriva il colpo di scena che fa raggelare il sangue ai presenti. Raimondo Caputo detto “Tito”, a processo per omicidio e abusi sessuali, dopo esserci consultato con il suo legale dichiara di essere disposto a parlare nell’udienza del 2 maggio e ad ammettere di aver abusato dell’amica del cuore della piccola Fortuna. La ragazza tirata in ballo da Tito ha oggi 11 anni ed è la figlia della sua ex convivente Marianna Fabozzi, imputata in concorso per violenza sessuale. Le parole di Tito, per la prima volta esposte in maniera del tutto informale e hanno rimbombato in quell’aula vuota, lasciando un solco nell’animo dei presenti che hanno ascoltato impassibili: “Dottò, ve lo ripeto. Sono un ladro, e qualche volta lo ammetto ho toccato l’amica del cuore di Fortuna” ha continuato poi “Lo facevo e lo sapevano in casa. Sia Marianna, la madre della bimba, che la nonna Angela Angelino” ha puntualizzato “Lo sapevano e non dicevano niente, dottò”. Fa inoltre delle precisazioni in merito a quanto accaduto “Quella mattina Marianna Fabozzi ha afferrato Fortuna per i piedi, graffiandola. L'ha sollevata e mentre la bambina cercava di liberarsi l’ha gettata via come un pezzo di carta sporca”. Tito sostiene inoltre che la Caputo “ha ucciso nel 2013 il suo figlio più piccolo Antonio Giglio, anche lui caduto nel vuoto, perché secondo lei impediva la nostra convivenza. E allo stesso modo ha fatto con Fortuna perché odiava sua madre Mimma Guardato e voleva farle un dispetto. Non ho detto niente sulla morte del bambino per paura che lei mi denunciasse per le cose che facevo con la figlia più grande. Ma ora mi accusate di essere l'assassino di Fortuna. E non è vero”. L’uomo si era sempre dichiarato innocente in merito alle pesanti accuse di pedofilia che gli erano state addebitate. 
 
Fortuna Loffredo era una bambina di 6 anni che è stata lanciata dall’ottavo piano dell’isolato C di un terrazzo del Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014. Portava dentro di se i graffi di un’innocenza rubata da adulti che non hanno avuto pietà di una fragile anima che chiedeva aiuto, che era felice con i suoi amici e lontano dal Parco degli orrori. Per la sua molte è stato rinviato a giudizio Raimondo Caputo e la compagna Marianna Fabozzi. La compagna dell’uomo è finita a processo e deve rispondere di concorso nella violenza sessuale rispetto anche alle tre figlie. I Coniugi sono entrambi detenuti, Caputo è accusato di aver cagionato la morte di Fortuna, lanciando il suo corpicino nel vuoto del Parco Verde e causando alla piccole le lesioni che avrebbero poi determinato la morte. Su di lui pende anche la terribile accusa di aver esercitato violenza sessuale nei confronti della bambina, che ha cercato in tutti i modi di sottrarsi ad una pressione coercitiva più grande di lei. La moglie è accusata di aver costretto le sue bambine e la stessa Fortuna a subire le violenze sessuali esercitate dal marito.
 
Nel settembre 2016 abbiamo intervistato la Dott.ssa Sara Cordella, grafologa forense e criminalista. La Dott.ssa Cordella è consulente in materia grafologica della famiglia Loffredo e gentilmente ci ha spiegato il suo lavoro. Ci ha spiegato che “Fortuna viveva da solo 15 giorni al parco verde, nell'appartamento dei nonni. Prima viveva con la mamma e il suo ex compagno, e con i fratellini, uno maggiore e uno minore. Il papà era in carcere” e che il palazzo di Caivano “è abitato da molte famiglie. Certamente ci sono brave persone, ma anche persone problematiche, con precedenti penali e difficoltà di inserimento nel tessuto sociale”. Abbiamo chiesto alla Dott.ssa se attraverso i suoi disegni ha descritto i suoi aguzzini e ci ha risposto “Fortuna nei disegni manifestava un malessere in un contesto ambientale, non contro una figura specifica maschile”. I disegni di Fortuna parlavano del suo disagio e del suo malessere interiore che un animo così piccolo e fragile provava a contenere “Fortuna viveva la scuola come un ambiente sicuro. Ce lo dicono i suoi disegni. Probabilmente nel contesto scolastico non manifestava il suo malessere se non con un rendimento scolastico carente”
 
Chiedemmo anche alla Dott.ssa se le amiche erano a conoscenza di quanto stesse accadendo a Fortuna e ci rispose “La migliore amica di Fortuna ne ha parlato solo anni dopo e in un contesto protetto e lontano da casa. C'è la triste possibilità che altre bambine sappiano ma che non abbiano mai parlato”. In merito alla morte di Antonio Giglio e ad un possibile collegamento tra i due casi invece ci disse che “La dinamica della morte di Antonio è tragicamente simile a quella di Fortuna. Difficile pensare che siano analogie fortuite”. 



Fortuna Loffredo: lanciata nel vuoto ancora viva

 

di Roberto Ragone

 

NAPOLI – Quando fu lanciata nel vuoto da un’altezza superiore ai dieci metri, la piccola Fortuna Loffredo era viva e cosciente, secondo il medico legale Nicola Balzano, teste davanti alla quinta sezione del Tribunale di Napoli, al processo per l’omicidio avvenuto a Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, giunto alla terza udienza.

 

Alla sbarra l’imputato Raimondo ‘Titò’ Caputo, presunto assassino e violentatore della bambina, ex convivente di Marianna Fabozzi, anche lei imputata, madre delle tre bambine che lo hanno accusato. “La posizione del corpo a terra” afferma il perito ingegner Antonio Ciarlegno, consulente della Procura “indica senza ombra di dubbio che è stata lanciata.”   L’assenza di tracce di sangue o di tracce organiche non è anomalo, dato che nei corpi che precipitano da altezze notevoli si riscontrano forti emorragie interne, più che lesioni esterne. Il dottor Balzano ha anche partecipato alla perizia ginecologica, confermando i sospetti di tutti, che cioè la bimba era stata vittima di reiterati e continuati abusi sessuali. Nella ricostruzione da parte del teste della dinamica della caduta e degli effetti devastanti sul corpo di Chicca, la madre si è allontanata rapidamente dall’aula. “Voglio giustizia” aveva detto già in precedenza la donna, Mimma Guardato, “altrimenti me la faccio da me.” Sentiti anche due Carabinieri: un vice brigadiere che per primo cercò la scarpetta che mancava ai piedi di Chicca dopo la caduta, e il tenente Luigi Carriero, responsabile del Nucleo Operativo della Compagnia di Casoria, che coordinò per primo le indagini. “Quando è stata lanciata nel vuoto” , di spalle, leggermente inclinata a destra, ha affermato il dottor Nicola Balzano “Fortuna era viva e cosciente, e non aveva tracce di quelle violenze che sono procurate quando ci si difende da un’aggressione.” A quel punto la mamma è scoppiata in lacrime ed è uscita dall’aula.




Omicidio Loffredo: ecco cosa si nasconde dietro i disegni di Fortuna

 

di Angelo Barraco

“I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie” diceva Michel De Montaigne, ma la serietà di un fanciullo nel compiere un’azione ludica non sempre segue la linearità indispensabile per una normale crescita formativa poiché in determinati contesti sociali, il fanciullo  subisce l’annullamento dei suoi schemi d’innocenza  per mano di adulti che varcano l’insana soglia che li separa dal mondo del peccato che solitamente è circoscritto in una sfera predefinita. Azioni che spingono insani soggetti  a colmare un sudicio piacere sessuale represso, compiendo azioni coercitive ai danni di minori innocenti e impossibilitati nel reagine, che sono costretti a portare per sempre un marchio indelebile. Fortuna Loffredo era una bambina di 6 anni che è stata lanciata dall’ottavo piano dell’isolato C di un terrazzo del Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014. Portava dentro di se i graffi di un’innocenza rubata da adulti che non hanno avuto pietà di una fragile anima che chiedeva aiuto, che era felice con i suoi amici e lontano dal Parco degli orrori. Per la sua molte è stato rinviato a giudizio Raimondo Caputo e la compagna Marianna Fabozzi. La compagna dell’uomo è finita a processo e deve rispondere di concorso nella violenza sessuale rispetto anche alle tre figlie. I Coniugi sono entrambi detenuti, Caputo è accusato di aver cagionato la morte di Fortuna, lanciando il suo corpicino nel vuoto del Parco Verde e causando alla piccole le lesioni che avrebbero poi determinato la morte. Su di lui pende anche la terribile accusa di aver esercitato violenza sessuale nei confronti della bambina, che ha cercato in tutti i modi di sottrarsi ad una pressione coercitiva più grande di lei. La moglie è accusata di aver costretto le sue bambine e la stessa Fortuna a subire le violenze sessuali esercitate dal marito.

Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo intervistato in esclusiva la Dott.ssa Sara Cordella, grafologa forense e criminalista. La Dott.ssa Cordella è consulente in materia grafologica della famiglia Loffredo e gentilmente ci ha spiegato il lavoro svolto dal 2014 ad oggi.

 

– Quando le hanno dato l’incarico e che tipo di consulenza svolge per la famiglia?
Ho ricevuto l'incarico nel mese di agosto del 2014, quando fortuna era morta da due mesi. L'avvocato Pisani mi ha consegnato dei disegni fatti prevalentemente a scuola e tutta la …

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Fortuna Loffredo: rinviato a giudizio Raimondo Caputo

 
di Angelo Barraco
 

NAPOLI – Rinviato a giudizio Raimondo Caputo, l’uomo accusato di aver ucciso e violentato la piccola Fortuna Loffredo,  bambina di 6 anni che è stata lanciata dall’ottavo piano dell’isolato C di un terrazzo del Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014. La compagna dell’uomo, Marianna Fabozzi, è finita a processo e deve rispondere di concorso nella violenza sessuale rispetto anche alle tre figlie. L’avvocato della Fabozzo ha sottolineato che “Nelle indagini non e' stata accertata la complicità della mia assistita o una qualsivoglia consapevolezza”. I Coniugi sono entrambi detenuti, Caputo è accusato di aver cagionato la morte di Fortuna, lanciando il suo corpicino nel vuoto del Parco Verde e causando alla piccole le lesioni che avrebbero poi determinato la morte. Su di lui pende anche la terribile accusa di aver esercitato violenza sessuale nei confronti della bambina, che ha cercato in tutti i modi di sottrarsi ad una pressione coercitiva più grande di lei. La moglie è accusata di …
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FORTUNA LOFFREDO: TESTE IN AULA DICHIARA " È STATO TITÒ A UCCIDERE FORTUNA"

di Angelo Barraco
 
Napoli – Il Tribunale di Napoli Nord è stato oggi, 9 giugno 2016, luogo in cui si è svolto l’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta sulla morte della piccola Fortuna Loffredo, morta a 6 anni in circostanze misteriose a Caivano il 24 giugno del 2014. E’ stata ascoltata una teste di 13 anni e ha dichiarato che “É stato Titò a uccidere Fortuna”, ovvero Raimondo Caputo, indagato per l’omicidio della piccola. L’uomo ha risposto a queste accuse, poiché era presente, accusando a sua volta la compagna e la prima figlia di essa come autrici del delitto “Non è vero niente, non sono stato io a uccidere Fortuna, ma sono state la mia compagna e la figlia”. L’avvocato del 44enne ha dichiarato invece “Ci sono troppi aspetti ancora da chiarire su questa vicenda . Ho forti dubbi sulla credibilità delle ragazzine. Sono usciti anche altri nomi su cui bisognera' necessariamente approfondire”.
 
Ultimi elementi del caso. Alla luce dei nuovi elementi emersi a seguito dell’incidente probatorio nel quale è stata ascoltata un’amica della piccola Fortuna Loffredo, il legale del padre e dei nonni della piccola Fortuna ha annunciato che chiederanno la riesumazione del corpo della piccola, un passo che sicuramente servirà per chiarire i misteri del Parco Verde. Una delle bambine ascoltate dalla psicologa ha ripercorso gli ultimi momenti di Fortuna e ha raccontato di averla vista stordita, successivamente la piccola sarebbe salita sul terrazzo con Raimondo Caputo, adesso in carcere con l’accusa di aver violentato le tre figlie della compagna e di aver ucciso la piccola di 6 anni. L’Avvocato Pisani ha detto a Ilfattoquotidiano “Vogliamo fare luce su questo aspetto e per questo riteniamo opportuno che venga eseguito un nuovo esame tossicologico per capire se sia stato usato un narcotico per stordire la bambina” e ha aggiunto che “cerchiamo tracce di Dna sotto le unghie della bambina che, secondo il racconto dell’amica, avrebbe combattuto fino all’ultimo ribellandosi all’ennesima violenza sessuale”. Sul corpo potrebbero esserci anche tracce di liquido seminale, inoltre “Bisogna verificare, poi, quale sia stato l’impatto della caduta dall’ottavo piano sulle ossa, poiché molto possono rivelare questo tipo di analisi sul modo in cui la bambina è precipitata”. In merito al rinvenimento del liquido seminale e/o di tracce riconducibili all’uomo sul corpo della piccola Fortuna sono emersi dei dettagli importanti su alcune intercettazioni tra Caputo mentre parla con la compagna e la sorella e Filomena Fabozzi. Proprio quest’ultima dice “Titò, non si scherza…se questa non le ha da nessuna parte (le impronte), se non è uscita fuori la porta…non è entrata…è stata qua dentro” e lui risponde “Vuoi vedere che là sopra ….il sudore mio….il sudore mio” e lui “La creatura aveva la saliva addosso”. 
 
Nel mirino delle accuse è finito il 43enne Raimondo Caputo, ma l’occhio investigavo si sta allargando sul Palazzo che si affaccia al Parco Verde. Gli inquirenti vogliono chiarire la misteriosa morte del piccolo Antonio Giglio, di 4 anni, deceduto il 27 aprile del 2013 nelle stesse modalità di Fortuna e nello stesso luogo. Il legale della famiglia di Fortuna ha riferito “Arrestare tutti' i responsabili. Siamo solo alla prima pagina di un libro di orrore, violenza, degrado e criminalità”. Il legale inoltre non crede che la responsabilità per la morte di Fortuna sia da attribuire ad una sola persona. Nel registro della Procura sono stati iscritti due inquilini del “Palazzo degli orrori” con l’accusa di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento, costoro hanno depistato le indagini sulla morte della piccola Fortuna sin dal primo momento. Perché? Gli elementi di cui dispongono gli inquirenti riguardano la presenza di più pedofili nello stabile. Le vicende di abusi sessuali all’interno dello stabile sono diverse, una di esse vede coinvolto Salvatore Mucci, colui che per primo prestò soccorso alla piccola Fortuna e la mise in auto per accompagnarla in ospedale. L’uomo fu arrestato nel 2014 per aver abusato sessualmente della figlia di 12 anni, successivamente fu arrestata la compagna per il medesimo reato. Ma non è tutto, la compagna di Caputo da mesi si trova agli arresti domiciliari per concorso in abusi sessuali ai danni di una delle figlie poiché avrebbe assistito alle violenze ma non avrebbe sporto denuncia. Gli inquirenti stanno anche identificando chi ha lanciato la molotov alla finestra di Caputo. L’uomo ha subito un agguato in carcere, è stato colpito da un pugno al volto dai compagni di cella. Si trovava nella sezione del carcere di Poggioreale dove vi sono detenuti condannati per reati sessuali, dopo l’aggressione è stato trasferito in isolamento. Matteo Salvini ha commentato così l’aggressione in carcere “E' stato quasi linciato in carcere il presunto assassino di Fortuna Loffredo? Se dicessi che mi dispiace, direi una cosa falsa. Non mi dispiace per nulla, anche se non deve essere lasciata alla legge del carcere la soluzione. La Lega da ormai almeno tre legislature propone la castrazione chimica per pedofili e stupratori. Chi mette le mani addosso a un bambino e a una donna deve essere farmacologicamente, quindi senza la scure ma con le pillole, messo in condizione di non rifarlo più per tutta la vita”.
 



FORTUNA LOFFREDO: CHIESTA LA RIESUMAZIONE DEL CORPO

di Angelo Barraco
 
Napoli – Importanti novità sul caso della piccola Fortuna Loffredo, bambina di sei anni morta il 24 giugno 2014, privata della sua delicata e fragile innocenza poichè terribilmente violata da un orco che non vedeva oltre lo sguardo innocente di Fortuna che chiedeva disperatamente aiuto, una richiesta che  il suo carnefice non ha gradito e che ha preferito invece mettere a tacere per sempre poichè testimone scomoda e ha gettato il suo corpicino dall’ottavo piano dell’isolato C del Parco Verde di Caivano. Alla luce dei nuovi elementi emersi a seguito dell’incidente probatorio nel quale è stata ascoltata un’amica della piccola Fortuna Loffredo, il legale del padre e dei nonni della piccola Fortuna ha annunciato che chiederanno la riesumazione del corpo della piccola, un passo che sicuramente servirà per chiarire i misteri del Parco Verde. Una delle bambine ascoltate dalla psicologa ha ripercorso gli ultimi momenti di Fortuna e ha raccontato di averla vista stordita, successivamente la piccola sarebbe salita sul terrazzo con Raimondo Caputo, adesso in carcere con l’accusa di aver violentato le tre figlie della compagna e di aver ucciso la piccola di 6 anni. L’Avvocato Pisani ha detto a Ilfattoquotidiano “Vogliamo fare luce su questo aspetto e per questo riteniamo opportuno che venga eseguito un nuovo esame tossicologico per capire se sia stato usato un narcotico per stordire la bambina” e ha aggiunto che “cerchiamo tracce di Dna sotto le unghie della bambina che, secondo il racconto dell’amica, avrebbe combattuto fino all’ultimo ribellandosi all’ennesima violenza sessuale”. Sul corpo potrebbero esserci anche tracce di liquido seminale, inoltre “Bisogna verificare, poi, quale sia stato l’impatto della caduta dall’ottavo piano sulle ossa, poiché molto possono rivelare questo tipo di analisi sul modo in cui la bambina è precipitata”. In merito al rinvenimento del liquido seminale e/o di tracce riconducibili all’uomo sul corpo della piccola Fortuna sono emersi dei dettagli importanti su alcune intercettazioni tra Caputo mentre parla con la compagna e la sorella e Filomena Fabozzi. Proprio quest’ultima dice “Titò, non si scherza…se questa non le ha da nessuna parte (le impronte), se non è uscita fuori la porta…non è entrata…è stata qua dentro” e lui risponde “Vuoi vedere che là sopra ….il sudore mio….il sudore mio” e lui “La creatura aveva la saliva addosso”. 
 
Nel mirino delle accuse è finito il 43enne Raimondo Caputo, ma l’occhio investigavo si sta allargando sul Palazzo che si affaccia al Parco Verde. Gli inquirenti vogliono chiarire la misteriosa morte del piccolo Antonio Giglio, di 4 anni, deceduto il 27 aprile del 2013 nelle stesse modalità di Fortuna e nello stesso luogo. Il legale della famiglia di Fortuna ha riferito “Arrestare tutti' i responsabili. Siamo solo alla prima pagina di un libro di orrore, violenza, degrado e criminalità”. Il legale inoltre non crede che la responsabilità per la morte di Fortuna sia da attribuire ad una sola persona. Nel registro della Procura sono stati iscritti due inquilini del “Palazzo degli orrori” con l’accusa di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento, costoro hanno depistato le indagini sulla morte della piccola Fortuna sin dal primo momento. Perché? Gli elementi di cui dispongono gli inquirenti riguardano la presenza di più pedofili nello stabile. Le vicende di abusi sessuali all’interno dello stabile sono diverse, una di esse vede coinvolto Salvatore Mucci, colui che per primo prestò soccorso alla piccola Fortuna e la mise in auto per accompagnarla in ospedale. L’uomo fu arrestato nel 2014 per aver abusato sessualmente della figlia di 12 anni, successivamente fu arrestata la compagna per il medesimo reato. Ma non è tutto, la compagna di Caputo da mesi si trova agli arresti domiciliari per concorso in abusi sessuali ai danni di una delle figlie poiché avrebbe assistito alle violenze ma non avrebbe sporto denuncia. Gli inquirenti stanno anche identificando chi ha lanciato la molotov alla finestra di Caputo. L’uomo ha subito un agguato in carcere, è stato colpito da un pugno al volto dai compagni di cella. Si trovava nella sezione del carcere di Poggioreale dove vi sono detenuti condannati per reati sessuali, dopo l’aggressione è stato trasferito in isolamento. Matteo Salvini ha commentato così l’aggressione in carcere “E' stato quasi linciato in carcere il presunto assassino di Fortuna Loffredo? Se dicessi che mi dispiace, direi una cosa falsa. Non mi dispiace per nulla, anche se non deve essere lasciata alla legge del carcere la soluzione. La Lega da ormai almeno tre legislature propone la castrazione chimica per pedofili e stupratori. Chi mette le mani addosso a un bambino e a una donna deve essere farmacologicamente, quindi senza la scure ma con le pillole, messo in condizione di non rifarlo più per tutta la vita”.



OMICIDIO DELLA PICCOLA FORTUNA LOFFREDO: ARRESTATO UN UOMO

di Angelo Barraco
 
Napoli – Svolta nelle indagini sulla morte della piccola Fortuna Loffredo, morta il 24 giugno del 2014 dopo essere precipitata in circostanze sospette  dal palazzo in cui viveva nel Parco Verde di Caivano. E’ stato arrestato un uomo con la terribile accusa di omicidio e violenza sessuale. Si tratta di Raimondo Caputo, compagno della madre dell’amica del cuore di Antonio Giglio, un altro bambino morto un anno prima di Fortuna e in circostanze analoghe. L’uomo si trova in carcere con l’accusa di violenza sessuale in un altro procedimento che è stato aperto in seguito alla morte della piccola Fortuna. L’autopsia sul corpo della piccola confermò che aveva subito abusi sessuali reiterati. La Procura ha sospettato, sin dall’inizio, che la piccola Fortuna fosse rimasta coinvolta in un giro di pedofilia, che avrebbe coinvolto a macchia d’olio anche altri bambini del Parco Verde. Domenica Guardato, madre della piccola, ha sempre puntato l’attenzione di inquirenti e stampa in direzione del palazzo dicendo “Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Chi sa parli”. La morte della piccola Fortuna si lega ad un filo rosso con la morte del piccolo Antonio Giglio, 3 anni, morto il 27 aprile del 2013 in seguito ad una caduta dallo stesso isolato in cui viveva Fortuna. Uno degli elementi che lega i due casi è che entrambi i bambini sono stati rinvenuti senza una scarpina. 



FORTUNA LOFFREDO: LA MADRE TRA I FALSARI DI NAPOLI

Redazione

Napoli – C'e' anche la mamma di Fortuna Loffredo, la bimba morta in circostanze misteriose – secondo gli inquirenti uccisa in un giro di pedofilia a Caivano – tra i membri di una banda di falsari scoperti nel Napoletano. I falsi venivano smerciati nelle province di Torino, Bologna, Foggia, Genova, Milano, Cassino, in Sicilia e in Calabria, ed anche all'estero. Il gip ha emesso 29 provvedimenti di custodia in carcere, concedendo ad altri 10 indagati gli arresti domiciliari, mentre per 12 c'e' un provvedimento di divieto di dimora e per altri 5 l'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

Le indagini sono cominciate nel 2012 e sono state coordinate sia dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che dai pm di Santa Maria Capua Vetere, cercando di localizzare i canali di distribuzioni e le stamperie clandestine di banconote false, riconducibili a gruppi legati a clan dell'hinterland napoletano.
  In particolare, a Napoli, c'era una stamperia clandestina con macchinari di stampa Offset 'specializzata in banconote', che ne ha prodotte nell'ordine di diversi milioni. A Gallicano, nel Lazio, una zecca clandestina produceva monete da uno ai due euro false e ad Arzano, nel Napoletano, venivano confezionate marche da bollo telematiche e 'Gratta e vinci' falsi.

Gli inquirenti hanno anche appurato che le banconote false stampate in Italia, sottolinea una nota della Procura, e soprattutto quelle fatte in Campania, nel mercato criminale vengono considerate prodotti 'di alta qualita''. Le intercettazioni rivelano che la 'merce' dei falsari aveva dei nomi di convenzione: cosariello, ambasciata, l'americano (per indicare i dollari), cartolina, pavimenti, scarpe e gnocchi per indicare le monete. Anche il luogo venivano spese veniva valutato con attenzione dall'organizzazione, scegliendo quasi sempre per la produzione luoghi isolati e insonorizzati. Le banconote false arrivavano al 'distributore' attraverso raccomandata postale, mentre i luoghi in cui utilizzarle erano scelti tra quelli molto frequentati, compresi i mercatini, fiere e sagre di paese.

Questi falsari , cosi' abili e organizzati, erano riconosciuti nella sigla Napoli Group, sigla segnalata persino da Europol e dalle forze di polizia di alcuni Paesi europei. Nel corso dei due anni di indagine, sequestrate 5.500 tra banconote e monete per un valore complessivo di un milione di euro, e arrestate in flagranza di reato 30 persone. La banda aveva ramificazioni in tutto il mondo. Come spiegato dagli inquirenti avevano ottenuto il "controllo completo del mercato internazionale mediante la distribuzione di rilevanti quantitativi di denaro falso immesso in Italia e in ogni parte del mondo". Oltre a Napoli le basi erano Francia, Spagna, Germania, Romania, Bulgaria, Albania, Senegal, Marocco, Tunisia e Algeria i Paesi piu' colpiti.

Coinvolta nell'inchiesta anche domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna, vittima di abusi sessuali e morta il 24 giugno a Caivano. Le e' stata notificata un'ordinanza con la misura di divieto di dimora. Secondo l'accusa Domenica Guardato acquistava consistenti quantita' di banconote contraffatte da Giuseppe Manzo, un altro abitante del parco Verde di Caivano arrestato questa mattina. Dopo averle acquistate le rivendeva ad acquirenti abituali




FORTUNA LOFFREDO: VIOLENTATA RIPETUTAMENTE

Redazione

Napoli – La piccola Fortuna Loffredo era una vittima indifesa, era stata violentata non una volta ma in maniera prolungata nel tempo. "Un abuso sessuale cronico perpetrato per tanto tempo". Questa e' la conclusione dell'anatomopatologo Nicola Balzano che ha eseguito una perizia sul corpo della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni precipitata dal balcone del Parco Verde di Caivano. La morte, scrive Balzano, "fu dovuta ad una grave lesivita' toraco addominale con lesione degli organi interni, fratture vertebrali e fratture del bacino e di entrambi i femori", lesivita' "compatibile con una caduta da oltre 10 metri".

Il 24 giugno, verso le 11 del mattino, Chicca con la mamma Maddalena stanno tornando a casa dalla terapia che la bambina stava seguendo per un difetto all’udito. Quando sono arrivate al sesto piano del palazzo, dove si trova il loro appartamento, la bambina si separa dalla mamma per andare a giocare da Dora, la sua amichetta del cuore, che abita al piano superiore. 
La mamma di Dora non ha fatto entrare la bambina, dicendole che stava lavando i pavimenti. Dopo pochi minuti le urla dei passanti hanno destato l’attenzione di tutti, il corpo di Chicca era a terra, a pancia in giù, agonizzante. Un vicino di casa ha preso la piccola, in un disperato tentativo di portarla all’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, dove però giungerà morta.
In un primo momento si è pensato a una disgrazia, ma la mamma ha subito pensato che qualcuno le avesse fatto del male, chiedendo giustizia per la figlia.
I funerali
Il 5 luglio, nella parrocchia San Paolo Apostolo, alla presenza di circa seicento persone, Maurizio Patriciello, il prete conosciuto per le sue denunce contro il traffico di rifiuti tossici nell’area a nord di Napoli, ha celebrato i funerali di Chicca. E tra i primi il sacerdote ha parlato delle strane circostanze in cui si è svolta la vicenda. Le sue parole durante l’omelia, «Ci mettiamo nelle mani di Dio, ma si tratta di un caso molto strano, nel quale tante cose non tornano. Chi sa deve parlare, davanti a Dio e agli uomini. La madre di questa bambina chiede giustizia e la giustizia deve dare risposte», lasciavano intuire ciò che in seguito è stato confermato: Fortuna non è morta per un incidente.




FORTUNA LOFFREDO: LA PICCOLA E' STATA SEVIZIATA

di Silvio Rossi

Caivano – Il grido lanciato dalla madre non è caduto nel vuoto. Così come anticipammo nell’articolo del 7 settembre, la bambina di Caivano non è precipitata dal sesto piano per un incidente. L’autopsia disposta dal PM Federico Bisceglia, ha evidenziato come la piccola è stata seviziata in un arco di tempo che va da due settimane fino a due mesi precedenti la morte.

I sospetti della madre, che nella trasmissione “Quarto Grado” parlò di bruciori che la piccola accusava, non sono quindi invenzioni di un genitore disperato. La ricostruzione di Maddalena ha portato alla luce quindi la più atroce delle verità. Qualcuno ha abusato di una bambina di appena sei anni e, ancora non si sa per quale motivo, ha contribuito a mettere fine alla sua breve vita.

Anche il parroco Don Maurizio Patriciello, durante i funerali, quando all’omelia gridò “Chi sa deve parlare, davanti a Dio e agli uomini” si schierò apertamente dalla parte della famiglia, comprendendo come un muro di omertà ha nascosto atti che provocano l’indignazione di tutta la società.

Il quadro investigativo, con la conferma dell’esame autoptico, si è drasticamente modificato. Il fascicolo della procura, da caduta accidentale (probabilmente a questa ipotesi i PM non hanno mai creduto, ma in mancanza di una prova delle violenze subite non era possibile modificare il capo d’accusa) a omicidio volontario.

A fine settembre è stato consegnato un video agli inquirenti dall’avvocato della famiglia Loffredo, in cui due supertestimoni hanno detto chiaramente che Antonio Giglio, il bambino di tre anni che lo scorso anno è morto nello stesso palazzo del complesso “Parco Verde” di Caivano, in modalità pressoché identiche a Fortuna Loffredo (entrambi avevano anche il particolare di una scarpina che non è mai stata trovata), è stato gettato nel vuoto volontariamente, e non è caduto per caso.

Sembra che i PM stiano interrogando gli amichetti della piccola, e che il cerchio nei confronti dell’orco dell’Isola Verde si stia stringendo. Attendiamo ulteriori sviluppi.