FRASCATI-FERRARA, UN’INIZIALE, UN MODELLO DI VITA, UNA POLITICA O UNA POLEMICA?

Daniela Zannetti

Rientro oggi da Ferrara dove ero “seduta”, poco distante da Finale Emilia, sull’epicentro di un terremoto di magnitudo 5,9.  Quanto basta a far saltare cornicioni delle case, angioletti delle antiche chiese, porzioni di castelli, quadri e intonaci dai muri. A far rovinare in terra il vasellame, la collezione di bottiglie dalle vetrinette del “salotto buono” come un “poltergeist” in casa o a far spaccare tubi dell’acqua di riscaldamento e soccorrersi tra loro, mentre le sirene suonano di continuo. A far sospendere funzioni religiose, scuole e servizi postali e, ingoiati nel baratro del nulla e delle sabbie, divani delle case e qualche preziosa operaia vita umana nei capannoni industriali dell’Emilia che produce oramai a bassa sismicità da quel lontano nefasto terremoto del 1570.    Silenzio. Solo tutti in “mutande” e in strada durante tutte le scosse di assestamento che continuano. Non si parla subito dei danni di Ferrara che ha un polo petrolchimico e guai agli allarmismi,  anche se il piano evacuazione per l’esondazione del Po c’è, eccome. C’è anche gente forte, orgogliosa e palazzine basse. L’immagine è fissa solo sui resti dell’orologio del campanile di Finale Emilia per l’insistente fratellanza con l’orologio abruzzese. Di contro, pronto il conto per lo Stato, con il premier Monti che arriva dal triste “tour de force” G8 Brindisi. (Melissa chissà perché proprio te, target del terrore o irraggiungibile oggetto del desiderio?). Ma a Ferrara bisogna far tirare una economia che è abile e sapiente, che spesso si tira tutta l’Italia dietro, come modello o contribuente da imitare.  Non possiamo tirarci indietro, ma cosa c’entra Frascati con Ferrara? Un’iniziale, un modello di vita, una politica o una polemica? C’ero a Ferrara come a Frascati, al consiglio comunale del 23 maggio (con la memoria di Falcone e Borsellino sul groppone) che ha in ordine del giorno un punto che continua a “slittare”, tanto è prolisso e partecipativo il consiglio, come le “sabbie mobili” di S. Carlo: dai primi punti in apertura alla pausa post prandiale. “Ribolle” come l’acqua dei canali di Comacchio alle prese con le sue scosse di assestamento.  La Commissione Affari Istituzionali di Frascati, presieduta da Adotti (Unione di centro) vorrebbe severamente disciplinato l’accesso ai giornalisti e ai foto reporter all’Assise comunale.  Eppure, se occorre, si segnala al presidente del consiglio a perpetrare, da cronista o fotoreporter, “un servizio” ai cittadini. Mai ci si potrebbe aspettare un diniego. Non esito a bypassare le logorroiche rappresentanze. Interpello il sindaco al telefono che risponde:  “Ma chi lo vieta? E’ una questione sollevata dalla minoranza”. Attenderemo conferma caro primo cittadino Di Tommaso, che sia e rimanga il sindaco della Libera informazione piuttosto che di un’informazione liberamente manipolata. Tant’è che neanche a Ferrara avrei potuto dire la mia.