QUEL FRATE MISERICORDIOSO E GRANDE

di Chiara Rai

Era una giornata particolare, di quelle che non ci si aspetta nulla e si vive al momento. Faceva freddo, era inverno, il cielo lievemente coperto. A Roma, in fondo sulla Cassia due adolescenti si fermarono in una sorta di borgo, bello davvero. Lì, c’era una piccola e umile chiesetta. Una delle due giovani era non priva di nubi, forse troppe per una ragazza che anziché pensare a divertirsi si sentiva stanca e sofferente perché la salute dei genitori era pessima e lei era completamente coinvolta in questioni “troppo grandi”. Entrò nella piccola cappella e cercò qualcuno per confessarsi. Davanti a lei trovò un frate dalla bellezza invisibile e dallo sguardo molto profondo. Aveva la barba bianca, gli occhi scuri, stempiato e portava i sandali. Egli, s’interessò subito allo stato d’animo di Chiara. La ragazza non gli guardò le mani perché era totalmente presa dalla volontà di parlare con il frate e raccontargli quanto si sentisse male e impreparata rispetto agli eventi della sua vita. Il frate la ascoltò e mentre Chiara parlava gli occhi di quel padre erano profondamente partecipi e coscienti dei sentimenti di smarrimento dell’adolescente che invece cercava un “salvagente” per non affondare giù in qualche oscuro abisso. “Chiara – le disse il frate – tu porti il nome di una Santa e Dio ti ha scelto perché hai le spalle larghe e sei in grado di sostenere questo immenso peso. Per favore scrivi un diario, scrivi quello che ti succede affinché le persone possano leggerti e le tue sofferenze alleggerirsi. Già ora che ne parli il tuo cuore e la tua anima saranno più pronti a capire la croce che porti. Tutti ti conosceranno”. Il frate disse poco altro e i due si salutarono. Chiara si voltò e si diresse verso l’uscita della chiesa ma all’improvviso le venne in mente di parlare ancora con il frate, di chiederle ancora un consiglio e anche come si chiamasse. Frettolosamente si diresse verso il confessionale, del resto erano passati pochi secondi da quando i due si salutarono, ma il frate era già andato via. “Padre! – chiamò Chiara ad alta voce – Padre dove siete?”. Subito si affacciò un prete e Chiara gli disse: “Mi scusi, cercavo il frate con cui ho parlato poc’anzi”. Il prete le rispose: “Quale frate signorina? Qui non c’è nessun frate, lei si sbaglia glielo assicuro!”. Quando il padre della ragazza morì un intenso odore di fiori, un misto tra gelsomini e viole le riempì il naso e subito il suo cuore trovò sollievo.