Profughi, richiesta d’asilo e principio di territorialità: qualcuno risponda in maniera chiara

che da diverse parti si sollevano.

ora molto accesa

e ogni salotto televisivo invita il  fior fiore degli opinionisti, giornalisti di grido e costituzionalisti di fama ad avvalorare la tesi del procuratore Patronaggio e la sua accusa di sequestro di persona.

di una dichiarazione di principio sostenuta in coro durante questi talk show

Estensione del suolo italiano

della nazione.

:

Si considera territorio dello stato italiano:

à per niente da trascurare per il ragionamento che si vuole sviluppare.

Trattato di Dublino

nel 2013

ora vigenti nel trattato di Dublino

” Inghilterra con la nave della guardia costiera.

ù spagnolo.

diverse, tanti suoli diversi, tanti territori diversi

,  sorgono spontanee  le domande:

  • non si devono considerare come suolo del paese della bandiera che battono?
  • ?

cittadina?

Emanuel Galea




Migranti, alta minaccia terrorismo: Frontex lancia l’allarme

La minaccia terroristica resta alta, “non è diminuita e dobbiamo essere certi che non vi siano attraversamenti delle frontiere dell’Ue non intercettati, perché questo va a scapito della sicurezza europea”. Così il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, al Parlamento europeo, parlando dell’operazione Themis. Leggeri ha spiegato che i velivoli di Frontex hanno rilevato flussi di migranti non intercettati da Algeria e Tunisia, che pongono “preoccupazioni di sicurezza” e su cui si sta lavorando.
“Non ci aspettiamo un aumento degli arrivi di migranti dalla Libia, almeno non per il momento”, ha detto ancora Leggeri, dove ha illustrato i contorni della nuova operazione Themis, che sarà sottoposta ad una prima valutazione ufficiale a fine aprile, inizio maggio.

“Dal primo gennaio ad ora sono stati 6000 i migranti illegali intercettati sulla rotta del Mediterraneo centrale, il 62% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Ma solo il 71% di questi è partito dalla Libia, rispetto al 95% del 2017, perché nel 2018 il 20% delle partenze dei migranti è avvenuto dalla Tunisia”, ha spiegato. In termini di nazionalità, a sbarcare sono stati soprattutto eritrei (1500), tunisini (1200), seguiti da nigeriani, pachistani, libici (nuova tendenza) ed ivoriani.




Decreto Minniti-Orlando: su immigrazione è tutto da rifare…o quasi

Parlando col Senatore Compagna (PLI e membro commissione affari esteri) è venuto spontaneo chiedergli cosa ne pensasse del Decreto Minniti-Orlando. Il Senatore ha deciso di non esporsi troppo e, anche riconoscendo un generale successo delle politiche del Ministro dell’Interno, guarda alla situazione Libica con occhi diversi, più drammatici.

Tre giorni fa, Minniti è tornato a parlare dell’accordo stipulato con Tripoli alla stregua delle accuse del Commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muznieks.
Il 28 settembre Muznieks spedisce una lettera, che non vedrà mai risposta, al Ministero dove sottolinea che “consegnare individui alle autorità libiche o ad altri gruppi in Libia li espone al rischio reale di torture o di trattamenti inumani e degradanti, ed il fatto che le azione siano portate avanti in acque libiche non esime l’Italia dai suoi doveri stabiliti dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo”.
Il commissario si riferisce chiaramente alle navi che il Governo italiano ha posizionato nella acque libiche con il preciso scopo di bloccare il flusso migratorio. Con particolare riguardo alla sentenza della Corte Europea del 2012 nonché all’articolo 3 della Convenzione che proibisce di esporre le persone alla tortura.
Il ministro Minniti, il 15 novembre, ha tenuto la question time alla Camera relativa all’accusa delle Nazioni Unite sul patto disumano siglato tra Italia e Libia, con allegati numerosi report che fotografano la situazione degradante e di schiavitù nella quale versano i migranti nei centri di detenzione libici.

Ne trapela la consapevolezza dell’esecutivo circa le atrocità che si consumano nelle “terrificanti prigioni”, Minniti dichiara che “la questione dei diritti umani è irrinunciabile” ma non “possiamo rassegnarci all’impossibilità di governare i flussi” e, anzi, “ se l’Unhcr ha potuto visitare i 28 sui 29 centri in Libia, lo si deve all’impegno del nostro Paese”.

Il ministro dell’Interno, in netta opposizione alle parole del Commissario Onu Zeid Raod Al Hussen che punta il dito sulla tolleranza italiana ed europea su tali circostanze di fatti, ritiene necessario l’accordo con Fayez Al Sarraj.

Il decreto Minniti-Orlando 13/2017, convertito il 12 aprile scorso, prevede la creazione dei Cpr (centri di permanenza per il rimpatrio nelle Regioni), 26 sezioni specializzate in immigrazione nelle sedi delle Corti d’appello, assunzione di 250 specialisti per rafforzare le commissioni di esame delle richieste d’asilo (aumentate del 47% dal 2015 al 2016, in tutto 123mila), l’eliminazione di un grado di giudizio ed il taglio dell’appello per i ricorsi contro il diniego dello status di rifugiato possibile solo in Cassazione, lo stanziamento di 19 milioni per garantire l’esecuzione di espulsione nonché piani per lavori socialmente utili.

Molti i favorevoli, per il Pd “l’Italia deve essere orgogliosa”, ma anche molti diffidenti tra cui Mdp, Sinistra Italiana che richiama alla violazione costituzionale, le Associazioni tra cui Libera e Medici Senza Frontiere che l’11 aprile hanno sottolineato come tale provvedimento faccia tornare indietro la civiltà giuridica del Paese.

Il ministro si augura l’apertura di corridoi umanitari e un cambiamento di strategia all’Agenzia Frontex in vista del piano operativo del 2018, insomma una gestione dei flussi che deve necessariamente avvenire nel quadro di “una gestione integrata e condivisa della strategia delle frontiere e della mutua solidarietà tra gli Stati Membri”.

Il tema dell’immigrazione è delicatissimo e non risolvibile con semplici chiacchiere populistiche al modus di Salvini o della Meloni che addirittura rintracciano nell’eccesso di stranieri in nazionale la
sconfitta dell’Italia contro la Svezia.

Come invece vede bene Travaglio la motivazione più lampante è che si tratta di una “squadra di pippe, di un allenatore pippa e di un presidente super-pippa”. Primo Levi così descrisse il comportamento antisemita che oggi ancora si respira: “A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che “ogni straniero è nemico”. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager”.

Gianpaolo Plini




EMERGENZA MIGRANTI, FRONTEX: "PIÙ ARRIVI IN ITALIA CHE IN GRECIA"

Redazione

Il numero degli arrivi di migranti in Italia ha superato lo scorso aprile, per la prima volta dal giugno del 2015, quello degli arrivi in Grecia. Lo ha reso noto Frontex. Gli arrivi in Grecia sono stati, secondo l'agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell'Ue, circa 2700 (il 90% in meno rispetto al mese precedente) mentre quelli registrati nel Mediterraneo centrale sono stati 8370.

L'inversione di tendenza tra Grecia e Italia, precisa Frontex, si è verificata nonostante il fatto che gli 8370 arrivi registrati nel Mediterraneo centrale rappresentino riduzioni del 13% rispetto al dato di marzo e del 50% rispetto a un anno fa. La maggior parte dei migranti giunti in Italia sono di nazionalità eritrea, egiziana e nigeriana e – secondo quanto si legge nella nota di Frontex – "non ci sono segnali di un significato spostamento di migranti dalla rotta del Mediterraneo orientale", cioè quella passante per la Grecia. "C'è stata una drastica riduzione degli arrivi sulle isole greche", ha commentato il direttore di Frontex Fabrice Leggeri. Gli arrivi di aprile "sono ben al di sotto al numero di persone che spesso abbiamo visto arrivare quotidianamente sull'isola di Lesbo durante i mesi di picco dell'ultimo anno". Secondo Frontex, a determinare questo calo sono stati diversi fattori, in primo luogo l'accordo Ue-Turchia ma anche i maggiori controlli messi in atto dalla Macedonia lungo le sue frontiere con la Grecia. Ciò detto, i siriani continuano a essere la maggior parte di coloro che continuano ad arrivare in Grecia seguiti da pachistani, afghani e iracheni.

Mattarella, in Ue toni talvolta sconsiderati – "Quanto avviene in Siria ha un impatto immediato, oltre che sulla regione, sull'intera Unione europea, ad iniziare, ma non solo, dalla questione dei rifugiati. Su questo argomento si è aperto nell'Unione un dibattito dai toni talvolta sconsiderati, appartenenti a un passato remoto d'Europa e che, invece, qualcuno vorrebbe riproporre, dimenticando le tragedie che ha provocato". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando al contingente italiano della missione Unifil in Libano.

Mille migranti in arrivo in Sicilia e Calabria – Circa mille migranti sono in arrivo in Sicilia e Calabria. Nel porto commerciale di Augusta sta attraccando nave Peluso con a bordo 342 extracomunitari. A Catania è in arrivo nave Merikarhu con a bordo 250 migranti. Nave Rio Segura con 173 persone a bordo è in navigazione verso Palermo, dove l'arrivo è previsto alle 16. Nave Acquarius con 233 migranti a bordo è in navigazione verso Crotone, dove l'arrivo è previsto alle 14.

Brennero: Schaeuble, mostrare solidarietà a Italia – "I trafficanti troveranno nuove rotte. E noi dovremo mostrare solidarietà all'Italia". Lo ha detto il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble in un'intervista all'Handelsblatt a proposito della crisi dei migranti. "L'Austria dovrebbe sostenere l'Italia, invece di stabilire al Brennero – una delle frontiere più intrise di significato emotivo d'Europa – nuovi controlli". 




FRONTEX, DATI 2015: IN ITALIA ARRIVATI CIRCA 36 MILA MIGRANTI

di A.B.
 
Bruxelles – Dall’agenzia Frontex risulta che i migranti giunti nelle coste italiane all’inizio del 2015 sono circa 36 mila, nel 2014 invece erano oltre 170 mila e 45 mila nel 2013. Nei primi mesi di quest’anno vi è stato uno spostamento ad est dei migranti dove circa 39 mila sono giunti in Grecia contro i 50.831 del 2014. Frontex amplierà l’operazione Triton nel mar Mediterraneo e il coordinamento delle attività avverrà da una base regionale in Sicilia.
 
Vi sarà anche un’estensione dell’area di intervento dell’operazione che sarà di 138 miglia nautiche e vi sarà un accrescimento dei mezzi con il fine di “sostenere le autorita' italiane nel controllo dei confini marittimi e nel salvataggio di vite umane”. Per il rafforzare Triton la comunità europea fornirà 26,25 milioni di euro e Poseidon in Grecia da giugno 2015. Frontex, dalla Sicilia, svolgerà il suo lavoro a stretto contatto con Europol, Eurojust e Easo in supporto dell’Italia.
 
La commissione europea lavora intanto sul ricollocamento dei rifugiati. Secondo una proposta che sarà portata domani al collegio dei commissari Ue, i rifugiati che dovranno essere ricollocati in Francia sono 6752, ovvero il 16,88% dei 40,000 dei rifugiati che potranno essere ridistribuiti da Italia e Grecia.



BRUXELLES, RIFUGIATI: FRONTEX AMPLIA L'OPERAZIONE TRITON

di A.B.
 
Bruxelles – E’ arrivata oggi una notizia dall’agenzia Ue, Frontex amplia l’operazione Triton nel mar Mediterraneo e il coordinamento delle attività avverrà da una base regionale in Sicilia. Vi sarà anche un’estensione dell’area di intervento dell’operazione che sarà di 138 miglia nautiche e vi sarà un accrescimento dei mezzi con il fine di “sostenere le autorita' italiane nel controllo dei confini marittimi e nel salvataggio di vite umane”.
 
Per il rafforzare Triton la comunità europea fornirà 26,25 milioni di euro e Poseidon in Grecia da giugno 2015. Frontex, dalla Sicilia, svolgerà il suo lavoro a stretto contatto con Europol, Eurojust e Easo in supporto dell’Italia. La commissione europea lavora intanto sul ricollocamento dei rifugiati. Secondo una proposta che sarà portata domani al collegio dei commissari Ue, i rifugiati che dovranno essere ricollocati in Francia sono 6752, ovvero il 16,88% dei 40,000 dei rifugiati che potranno essere ridistribuiti da Italia e Grecia.
 
Se il dato sarà ufficiale, la Francia sarà il paese che avrà  un numero cospicuo di rifugiati provenienti da Italia e Grecia. Alla Germania andranno il 21,91% dei rifugiati. In paesi come Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca invece andranno soltanto 827 migranti. La redistribuzione si applica a quei paesi che hanno il 75% di domande di asilo. 



FRONTEX CONFERMA SPARI DEI CONTRABBANDIERI IN OPERAZIONE DI SALVATAGGIO

Questa è la seconda volta quest'anno che i contrabbandieri armati hanno preso di nuovo una nave utilizzata per il trasporto di migranti a seguito di una operazione di soccorso nel Mediterraneo centrale. Notizie che ora diventano più agghiaccianti se si pensa che il commissario Avramopoulos ha annunciato che dobbiamo essere pronti ad una stagione migratoria, 7000 arrivi solo negli giorni. A maggio nuova agenda dell'Europa per fronteggiare la transumanza

di Cinzia Marchegiani

Nonostante ci siano state alcune smentite, il Frontex conferma oggi tramite un comunicato ufficiale che dei contrabbandieri lunedì 13 aprile 2015 hanno sparato diversi colpi d’arma da fuoco per recuperare una barca di legno dopo che i migranti che trasportava sono stati salvati circa 60 NM dalla Libia. L'operazione di ricerca e soccorso è stata effettuata da un rimorchiatore italiano e Guardia costiera islandese con la nave Týr messo in atto da Frontex.
Questa è la seconda volta quest'anno, quando i contrabbandieri armati hanno preso di nuovo una nave utilizzata per il trasporto di migranti a seguito di una operazione di soccorso nel Mediterraneo centrale.
La nave Týr che già stava portando 342 migranti da una operazione di salvataggio in precedenza, è stato chiamato per assistere il rimorchiatore in un altro soccorso. Dopo che la maggior parte delle 250 persone a bordo della seconda nave migrante sono stati trasferiti al rimorchiatore, un motoscafo si è avvicinato e il suo equipaggio ha sparato diversi colpi in aria e poi assalitori hanno accelerato per fuggire via con la barca ormai vuota dei migranti.

Il direttore esecutivo di Frontex ha spiegato che questo episodio è un segno che i trafficanti in Libia sono a corto di barche e sono più disposti a usare le armi per recuperare quelli utilizzati per il trasporto dei migranti.
La Týr e tutte le altre navi e aerei che partecipano al Frontex coordinato dalla Joint Operation Triton hanno continuamente assistito le autorità italiane nel salvataggio di circa 7 500 migranti da Venerdì scorso. Undici corpi di migranti sono stati recuperati, tra cui nove da una barca capovolta. Quasi tutte le operazioni hanno avuto luogo tra il 12 e il 60 NM dalla costa libica. I migranti salvati in questi giorni provengono principalmente dai paesi del Corno d'Africa, sub Sahara e l'Africa occidentale.

L'UE AVVERTE, CI SARA' UNA STAGIONE MIGRATORIA, GESTIONE AL COLLASSO

Notizie che ora fanno tremare per i nuovi scenari che ci aspettano poiché oggi al parlamento europeo il commissario Avramopoulos rivolgendosi al parlamento Europeo, agli onorevoli deputati parla chiaro sulla situazione ormai non gestibile dell’immigrazione ormai al collasso:” l'arrivo di oltre 7.000 migranti – secondo le stime di Frontex – negli ultimi giorni ci ricorda che dobbiamo essere ben consapevoli delle realtà immediate alle nostre frontiere. L'Europa si trova in mezzo a un arco di ampliamento di instabilità che va da Oriente fino al Nord Africa.Sul nostro fianco orientale, il conflitto in Ucraina, combustibili instabilità e l'ansia in tutta la regione.”
Ma non solo avverte: “Con un tale insieme di circostanze di guerre in atto, dobbiamo preparare per una stagione migratoria, e la Commissione è pronta a fare la sua parte per sostenere e assistere gli Stati membri che sono colpiti i bisogni più urgenti e avere.Dobbiamo capire che il contesto attuale – in altre parole, l'afflusso senza precedenti di migranti ai nostri confini e, in particolare, i rifugiati – è purtroppo la nuova norma e avremo bisogno di adeguare le nostre risposte di conseguenza.”

LA NUOVA AGENDA EUOPEA PER AFFRONTARE LA TRANSUMANZA

Il Commissario Avramopoulos spiega i nuovi scenari all'orizzonte e indica la nuova agenda euopea che dovrà gestire questi eventi ricorrenti, per passare a reagire alle emergenze per l'attuazione di un approccio globale che affronti le sfide migratorie alle loro radici. L'agenda europea sulle migrazioni che sarà adottata a maggio è l'inizio di un processo di presentare una serie di azioni efficaci e sostenibili per affrontare le sfide migratorie.
Questa sarà la base su cui la Commissione ritiene che l'Unione europea dovrebbe andare avanti.
L'agenda europea sulle migrazioni si basa su quattro pilastri che sono strettamente correlati tra loro e di pari importanza:
• Un forte sistema europeo comune di asilo che garantisca l'assistenza alle persone bisognose di protezione, ma limitare gli abusi;
• Una nuova politica in materia di immigrazione legale per definire il quadro in cui le persone con diverse competenze che abbiamo bisogno può venire in Europa;
• Una lotta forte contro l'immigrazione irregolare che include un piano chiaro per combattere il contrabbando e il traffico di migranti e di una politica di rimpatrio efficace;
• Borders che proteggono un'Europa che rimane aperta.

NUOVE SFIDE, NUOVI PROTOCOLLI UE

Per far fronte a queste sfide, la Commissione europea o l'Unione europea afferma che non può risolvere da sola tutti i problemi e che occorre sviluppare un approccio globale e la necessità di agire insieme con gli Stati membri. ll commissario Avramopoulos anticipa le nuove strategie: “Per questo motivo mi sono impegnato in un dialogo con ciascuno di loro. Ho incontrato quasi tutti i ministri degli Interni e sto visitando molti Stati membri. In queste occasioni, ho sempre chiamare gli Stati membri a mostrare solidarietà con azioni concrete. I recenti incidenti nel Mediterraneo, con migliaia di migranti traversata – principalmente dalla Libia, ma anche dalla Turchia – per l'Italia e la Grecia, è un duro monito che abbiamo anche bisogno di impegnarsi in modo sostanziale con i paesi terzi. Ecco perché voglio anche visitare i principali paesi terzi (Morrocco, Egitto, Tunisia).”
La necessità di rafforzare la cooperazione con i paesi terzi e applicare strumenti di politica estera, politiche di vicinato, gli aiuti allo sviluppo e il commercio, al fine di raggiungere l'obiettivo di flussi migratori meglio gestiti, è la formula per ora indicata dallo stesso commissario che dichiara: “Questo non può essere un rapporto unidirezionale. I paesi terzi devono vedere i vantaggi di lavorare con noi in materia di migrazione. Continueremo anche a fornire sostegno ai paesi terzi vicini nei loro sforzi lodevoli per ospitare sfollati o per combattere trafficanti di esseri umani e contrabbandieri. Allo stesso tempo, una politica di migrazione di successo dipende anche sulle politiche dell'occupazione, dell'istruzione e della ricerca connesse ed efficaci.”

Insomma ormai il vaso di pandora è stato aperto, si salvi chi può! Ormai non si può più mentire sullo stato di transumanza che si sta evolvendo in questa parte del pianeta. Soprattutto perché non sono chiare le linee che l’UE vuole mettere in atto, intanto in Italia il Viminale ha dato chiare direttive, servono 6.500 posti, per questo nella circolare non si esclude la possibilità che i prefetti ricorrano a misure drastiche pur di reperire strutture disponibili. Perché, come viene specificato nel provvedimento trasmesso: ”E' indispensabile trovare soluzioni per una civile accoglienza ai gruppi di migranti e richiedenti asilo”. 




UNIONE EUROPEA, TRATTE DI SCHIAVI E MIGRANTI: FRONTEX PUBBLICA LE ANALISI DEI RISCHI ANNUALI

40 mila migranti clandestini arrivati in Unione Europea nei primi quattro mesi dell’anno, più della metà, 25 mila attraverso l’Italia. Stime delle frontiere attestano valori molti più alti intorno a i 55 mila, nonostante l’UE sia il maggior donatore del mondo di fondi miliardari per aiutare i Paesi in via di sviluppo (Pvs) per migliorare la democrazia, l’economia e la cultura

 

di Cinzia Marchegiani

L'analisi del rischio è il punto di partenza per tutte le attività di Frontex (Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea) dalle operazioni congiunte attraverso la formazione di studi di ricerca. Frontex monitora l'ambiente di sicurezza globale, in particolare quei fattori politici, economici, sociali, tecnologici, giuridici e ambientali che potrebbero incidere sulla sicurezza delle frontiere. L'agenzia raccoglie dati provenienti da Stati membri, gli organismi dell'UE, nonché dai mezzi pubblici e da altre fonti all'interno e oltre i confini europei. Il lavoro di analisi dell'agenzia è più di individuazione dei rischi. Si tratta di massimizzare l'efficacia nella prevenzione della criminalità transfrontaliera – segnatamente traffici umani e il contrabbando – e garantire la sicurezza delle frontiere esterne dell'UE per prevedere le tendenze future e proporre rimedi. Le rilevazioni di attraversamento illegale alle frontiere dell'UE sono aumentate nettamente nel 2013, salendo a più di 107.000 da 75.000 nel 2012, con siriani, eritrei e afgani sia le nazionalità più comunemente rilevati. Nel dettaglio viene studiata la migrazione verso l'UE che nel 2013 è stata caratterizzata da tre fenomeni principali: un aumento significativo del numero di siriani in arrivo, un “flusso costante” di immigrati in partenza dal Nord Africa che attraverso il Mediterraneo si dirigono verso l'Italia, e rilevazioni di forte aumento di migranti irregolari verso la rotta dei Balcani occidentali. Il numero di siriani rilevati alle frontiere dell'UE, 25 mila ha rappresentato quasi un quarto di tutti gli arrivi nel 2013 quasi tre volte la cifra del 2012. Il flusso della nazionalità che maggiormente è entrata illegalmente nella maggior parte delle zone di confine che hanno fatto richiesta per la protezione internazionale sono Siriani. Più di due terzi di tutte queste domande sono state presentate in Svezia, Germania e Bulgaria. L'area centrale del Mediterraneo è stato il punto di ingresso principale in Europa per gli immigrati irregolari, in particolare durante la seconda metà dell'anno. Flussi migratori attraverso il Mediterraneo centrale in Italia, e in misura minore di Malta, sono state più pesante tra il mese di luglio e di ottobre, raggiungendo un picco nel mese di settembre, anche se gli arrivi hanno continuato in Italia per tutto ottobre e novembre, nonostante le condizioni di mare agitato, che di solito impediscono traversate marittime in quel periodo dell'anno. Con oltre 40.000 arrivi registrati, la rotta del Mediterraneo centrale rappresenta il 38% di tutti i rilevamenti della migrazione irregolare a livello UE. Anche se questa cifra rappresenta un aumento significativo rispetto ai dati acquisiti nel 2012, sono inferiori ai flussi del 2011 dovuti alla Primavera Araba quando 59.000 migranti sono arrivati in Italia. Questo percorso ha visto anche alcuni importanti episodi di barche ribaltamento delle e affondano, compresa la tragedia ottobre al largo della costa di Lampedusa che è costato la vita di oltre 360 persone.
Le rotte individuate e analizzate definiscono i flussi delle diverse nazionalità che si sono dirette in Italia. I siriani e gli egiziani sono partiti principalmente dall'Egitto nel 2013, mentre i migranti del Corno d'Africa e l'Africa occidentale partirono in gran parte dalla Libia. Tra i migranti africani, eritrei erano di gran lunga il più numeroso rilevato, con oltre 11.000 arrivi, con un aumento di quattro volte nel 2012. Per raggiungere l'Italia, i migranti del Corno d'Africa in genere utilizzati un percorso pericoloso attraverso il Sahara, viaggiando avanti attraverso la Libia. Sulla rotta del Mediterraneo occidentale, le rilevazioni alle frontiere greche con la Turchia hanno registrato il livello più basso degli ultimi cinque anni anche se questo percorso ancora rappresenta quasi un quarto di tutti i rilevamenti nell'UE. Il maggior numero di migranti in questa regione sono stati rilevati sia l'attraversamento del Mar Egeo per le isole greche dalla Turchia, o lungo la frontiera terrestre bulgaro-turca. Ancora una volta, siriani costituito la maggior parte dei migranti su questa tratta. 19 mila è il numero di rilevamenti al confine tra Ungheria e Serbia era quasi tre volte quello di un anno prima e ha reso la rotta dei Balcani occidentali il punto numero tre caldo per valichi di frontiera illegali in Europa.
Nel 2013, ci sono state circa 345 mila rilevamenti di soggiorno illegale nell'UE, che ha rappresentato un andamento sostanzialmente stabile rispetto al precedente anno. Sulla base dell'analisi dei rischi Frontex Network Dati ( FRAN ) per il 2013, il numero d'asilo domande presentate nella UE ha continuato ad aumentare. I dati preliminari indicano un generale incremento di circa il 28 % per un totale di 353.991 applicazioni nel 2013. Tra il 2012 e il 2013, rilevazioni di facilitatori diminuito del 11% , pari a circa 6900 nel 2013. Tale diminuzione può essere in parte dovuto all’entrata in UE con altri canali illegali e con la falsificazione dei documenti. Nel 2013 circa 159 mila migranti sono ritornati ai loro paesi. Il totale non fa includere riammissioni tra Stati Stati membri . Come nel 2012 , il Regno Unito e Grecia sono stati gli Stati membri che partecipano al più grande numero di ritorni.
Nell'Unione europea da gennaio ad aprile di quest'anno, sono arrivati 42 mila migranti clandestini, che è quattro volte superiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di cui 25 mila attraverso l’Italia. Ma a leggere sembra che questi dati siano anche sottostimati, le stime di frontiera attestano la cifra intorno a 55 mila per i primi quattro mesi del 2014.
Transumanze di persone, spesso schiavi che nel loro viaggio cambiano soltanto proprietario, usati e abusati per la loro condizione di estrema povertà. Miraggi di terre che rappresentano il futuro, molti di loro rimangono soltanto lo strumento indecente e criminale di chi fa soldi a palate sulle tratte di esseri umani. L’Unione Europea, in gamba a rilevare i dati e analizzarli non riesce a individuare una strategia vincente affinché queste persone riescano a vivere nella nazione natale. Questa dei centri di accoglienza non sono vita e neanche il loro futuro. Oltre la metà dei soldi spesi nel mondo per aiutare i Paesi in via di sviluppo (Pvs) proviene dall’Unione Europea e dai suoi Stati membri; l’Unione è quindi il maggiore donatore a livello mondiale. L’Italia canalizza circa la metà (il 46%) del proprio Aiuto Pubblico allo Sviluppo (Aps) attraverso l’Unione Europea: è il terzo contribuente netto al bilancio dell’Unione in materia di sviluppo, e il quarto contribuente al Fondo Europeo di Sviluppo (Fes), per un ammontare complessivo annuo intorno a 1.4 miliardi di euro. Le risorse utilizzate dalla Commissione Europea nella realizzazione di iniziative di sviluppo o attraverso il sostegno al bilancio sono pertanto in parte anche risorse dell’Italia. L'obiettivo primario dell’Unione Europea è l'eliminazione globale della povertà nell'ambito dello sviluppo sostenibile. Per tale ragione, l’Unione si adopera per contribuire agli Obiettivi di sviluppo del Millennio (Mdg) approvati da tutti i paesi delle Nazioni Unite. In tale contesto, l’'Unione si è impegnata ad aumentare il bilancio per gli aiuti e a portarli allo 0,7% del reddito nazionale lordo entro il 2015 (con un obiettivo collettivo intermedio dello 0,56% per il 2010); la metà dell'aumento dell'aiuto dovrà essere attribuita all'Africa. L'UE continuerà a dare priorità al sostegno ai Paesi meno avanzati e a quelli a reddito basso e medio. Se questa è logica, ora gli Italiani e i paesi membri dovrebbero chiedere di rendicontare il destino di questi miliardi di euro annui dati a fondo perduto, forse è il caso di tenerli e dedicarli alle transumanze mane, che come confermato dall’analisi di rischio del Frontex non si arrestano mai… Fondi dati per cultura, economia e democrazia, sono un investimento sbagliato se questi sono i dati. L’UE si conferma un contenitore non senso, dove vengono divorati miliardi di euro per non poterci cavare un ragno dal buco. L’Europa continua a fallire ogni progetto che aveva lanciato come il migliore per affermare giustizia sociale benessere dei suoi stati membri, oltre quelli che ha messo nella propria agenda di aiuti umanitari.  La logica non è un opinione!