Italia, Gargano (ANBI) su stati di calamità e rimborsi dei danni: “Di fronte alle sciagure siamo campioni nel passare dall’emozione alla rimozione”

“L’Italia è un campione di velocità nel passare dall’emozione per una sciagura alla sua rimozione nella memoria collettiva e conseguentemente nelle scelte politiche per eliminarne le cause”: la frase ad effetto è di Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto al convegno per i 30 anni della Legge 183 sulla Difesa del Suolo, organizzato nella Capitale dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma.

Sono trascorsi ben tre decenni dalla fondazione dell’Autorità di Bacino, ente istituito, in Italia, con la legge 183 del 18 maggio 1989 – la cosiddetta legge De Marchi – relativa alle norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo.

La legge prevedeva che un unico organismo avocasse a sè la materia idrogeologica, in tutta la sua complessità ma non è stato così.

Il dato di base è che l’Italia è sottoposta a questi fenomeni. Dal 1950 ad oggi, i terremoti hanno causato 5.000 vittime e quelli avvenuti tra il 1968 e il 2017 hanno prodotto danni diretti per 108 miliardi di euro. Lo stato ha speso 122 miliardi per i sismi accaduti tra il 1968 e il 2012, spesso erogati a distanza di anni dall’evento. Le alluvioni avvenute dal 1950 hanno causato 1.200 tra morti e dispersi.