ALESSIA E LIVIA SCHEPP: DOVE SONO LE GEMELLINE? LA CORSICA RESTA UN MISTERO

di Simonetta D'Onofrio

Dove sono finite le piccole gemelline svizzere Alessia e Livia Schepp? Rapite da Saint Sulpice, paese nelle vicinanze di Losanna dove vivevano con la madre il 30 gennaio 2011, dal padre Matthias, finora non sono mai state ritrovate. Sono ancora vive, o il padre le ha uccise prima di togliersi anche lui la vita nei pressi della stazione di Cerignola?

L’ipotesi più accreditata dagli inquirenti, al momento, porterebbe essere l’uccisione delle bambine da parte del padre subito dopo il sequestro, il quale poi ha effettuato un lungo viaggio (che è passato per Francia e Corsica), prima di giungere in Puglia dove ha deciso di mettere fine alla sua vita.

Ci sono comunque una serie di segnalazioni che ipotizzano conclusioni diverse della storia, e che alimentano la speranza di poter ritrovare un giorno le gemelline vive.

 C’è comunque la pista della Corsica che forse meriterebbe altri approfondimenti. Una rivelazione giunta nell’estate del 2013 ad un quotidiano sardo riportava la testimonianza di un avvocato sardo alla Procura di Cagliari, nella quale riferiva di informazioni giuntegli da un carcerato, il quale avrebbe saputo che Alessia e Livia vivevano in un campo Rom in Sardegna.

Il fatto che le ultime tracce delle gemelline portavano in Corsica, distante solo poche miglia dalla Sardegna, aveva reso credibile questo indizio.  A seguito della segnalazione sono state condotte ispezioni accurate nelle provincie di Nuoro e Oristano, ma di Livia e Alessia non si trovò alcuna traccia.

Non è follia pensare che le due bambine siano vive. Anche e soprattutto perché forse Schepp ha fatto credere alla moglie di averle uccise con il suo messaggio agghiacciante “riposano in pace” ma in realtà non ne ha avuto il coraggio e può averle affidate a dei nomadi, facendogli cambiare completamenti vita e identità. La Corsica resta un mistero.

Ma c’è anche altro. Altri scenari. Le ultime notizie che hanno una certa credibilità sono riconducibili a una lettera mandata alla redazione di “Chi l’ha visto” da un tipografo che afferma di aver stampato due passaporti falsi per le gemelline, probabilmente potrebbero essere a Ottawa, capitale del Canada, ma non sembra che nella città nordamericana ci siano elementi che possano avvalorare la tesi indicata nella missiva.

Nel mese di aprile scorso inoltre è tornata d’attualità una perquisizione che la Polizia fece un mese dopo la morte di Matthias in una villa dell’Irpinia. In seguito a una lettera inviata da un frate svizzero, che dichiarò “[…] Il 19 febbraio le bambine hanno lasciato la loro prigione di Arnaccio per Andretta. A sud di Andretta c'è un grande lago, la casa dove si trovano le bambine è a sud del lago e non troppo lontana dal lago. La casa è recente, si trova all'interno di una grande proprietà. Vi è un muro di cinta che circonda la proprietà. C'è una piscina piena d'acqua. La casa è di proprietà di una società italiana. I rapitori si sono rifugiati in questa casa. Non è possibile vedere dall'esterno se qualcuno passa”. Nel racconto del frate le bambine erano state portate da quattro criminali svizzeri, su un’auto scura immatricolata nel paese dei cantoni.

Il proprietario della villa ispezionata, che è residente in Svizzera e non era presente al momento della perquisizione, una volta avuto accesso agli atti, ha fatto notare alle telecamere come la sua proprietà non corrispondesse assolutamente con la descrizione del frate, per cui ci si chiede se non si fece un errore di individuazione e la villa indicata nella lettera potrebbe fornire ancora oggi, una volta individuata con certezza, nuove rivelazioni sul caso delle gemelline.

 

La storia

A seguito della separazione non accettata dalla moglie italiana, Irina Lucidi, originaria di Ascoli Piceno, il padre Matthias si gettò suicidandosi sotto un treno nella stazione della linea ferroviaria adriatica il 3 febbraio 2011, circa dopo un mese dalla sparizione delle sorelline elvetiche.

 

Il padre prima di compiere il tragico gesto aveva fatto recapitare alla ex-consorte un lettera che lasciava intendere la brutalità dell’uomo: “Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto. Non le rivedrai mai più”.

Matthias Schepp è partito da Saint Suplice in direzione Marsiglia, da lì si è imbarcato per la Corsica. Certamente l’uomo ha acquistato tre biglietti, e una donna ha confermato di aver sentito la voce delle bambine sul traghetto (non le ha viste, per cui la voce avrebbe potuto essere stata registrata dal padre). Quando è tornato in Francia dall’isola l’uomo sembra essere stato solo, e ha proseguito il viaggio verso l’Italia.

 

L'appello di mamma Irina

Nella puntata del 23 febbraio 2011 Irina Lucidi, la madre delle gemelline Schepp, aveva lanciato un appello: "Purtroppo siamo arrivati ad un punto dove non possiamo escludere l’ipotesi più brutta che è quella che Matthias ha descritto nella lettera, ovvero che abbia ucciso Alessia e Livia e le abbia nascoste da qualche parte. Dunque bisogna ritrovarle, anche se è solo un’ipotesi da escludere perché una volta che abbiamo perlustrato per bene tutto il territorio da San Sulpice a Ginevra e che si è fatto il possibile e non si è trovato niente ovviamente la speranza che le abbia date a qualcuno è una strada che rimane da percorrere. Bisogna assicurarsi che si cerchi bene anche nel territorio svizzero. Quindi mi rivolgo alle associazioni di volontari di speleologia, a chi ha cani ben addestratati e ai volontari che in Svizzera, Germania, Francia e Italia ci volessero dare una mano a verificare il territorio; e mi rivolgo anche alle autorità svizzere spero che loro possano assumere un ruolo di coordinamento, anche solo per escludere questa evenienza.".