Palermo, Dalla Chiesa – Orlando: “Grazie al suo sacrificio possiamo nominare Palermo senza provare paura o vergogna”

PALERMO – Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del presidente del Senato Pietro Grasso e del ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha partecipato questa mattina alla cerimonia di commemorazione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che si è svolta in via Isidoro Carini, dove trovarono la morte il generale, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Presenti, tra gli altri anche il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, il questore Renato Cortese, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone e i figli del Generale, Nando, Rita e Simona Dalla Chiesa.

Successivamente il primo cittadino ha partecipato alla messa officiata da S. E. mons. Corrado Lorefice nella cappella della Caserma Dalla Chiesa di C.so Vittorio Emanuele e dopo si è recato con il generale Del Sette, i familiari di Dalla Chiesa e i vertici di ANM e Unci, presso il Giardino della memoria, a Ciaculli, dove è stata scoperta una targa e piantato un albero in memoria del generale.

È seguita, poi, la deposizione di un omaggio floreale da parte dei bambini alla presenza di familiari e cariche civili e militari.

“Quel dolorosissimo 3 settembre di 35 anni fa – ha detto il sindaco Orlando – ha rappresentato una svolta nella lotta alla mafia. Da allora, infatti, il contrasto alla criminalità organizzata ha assunto una dimensione nazionale. E oggi siamo qui per dire grazie a chi ha offerto in dono la sua vita per liberare Palermo da un male che per troppo tempo qualcuno pensava essere un male solo palermitano e siciliano”.

“Grazie generale Dalla Chiesa – ha continuato Orlando – perché con il suo sacrificio oggi possiamo dire con orgoglio che Ciaculli è Palermo e Palermo è Ciaculli, che Porta Nuova è Palermo e che Palermo è Porta Nuova, senza provare paura o vergogna. E questo è possibile anche grazie all’impegno della Forze dell’Ordine, e in particolare alla presenza della Questura e della Squadra Mobile in questo mandamento, così come dei Carabinieri al Capo. Se oggi questa città si può permettere di sperare il 3 settembre è grazie a tutto questo, grazie ad un impegno collettivo”.




Milano, commemorazione Dalla Chiesa. Sala: “Il suo insegnamento è rimasto”

Quella alla mafia è “una lotta che non ha mai fine, la cui intensità dipende anche dal momento storico. In questo momento per Milano diventa ancora più importante alzare le barriere giuste. Persone come Dalla Chiesa e il suo pool hanno lasciato una traccia di metodo che è utile ancora adesso”. Queste le parole del sindaco Giuseppe Sala in occasione della cerimonia in ricordo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che si è tenuta in piazza Diaz nel giorno del 35esimo anniversario della sua scomparsa. Davanti al monumento al Carabiniere sono state deposte le corone di fiori alla presenza del sindaco, del vicesindaco Anna Scavuzzo, del presidente del consiglio comunale Lamberto Bertolè, del sottosegretario alla presidenza della Regione Gustavo Cioppa e della moglie di Nando Dalla Chiesa, Emilia Cestelli. Quest’ultima, ricordando il suocero, ha detto:”per noi c’è stato, c’era sempre. Qualsiasi problema avessimo lui c’era ed era di una dolcezza e presenza costante. Era a casa come nelle istituzioni, le sue grandi famiglie eravamo noi e i carabinieri. In lui ho trovato un altro papà”. Per il primo cittadino, invece, “è rimasto molto dell’insegnamento e del lavoro fatto” dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. “Se, tutti noi spesso abbiamo detto che era un uomo solo, rispetto alle istituzioni, certamente a Milano non lo era. Qui era tutto meno che un uomo solo al comando: aveva una squadra forte, ha lasciato molto in termini di insegnamento e da lì, in poi, si è andato avanti”.




Carlo Alberto dalla Chiesa: il generale prefetto nel ricordo dei figli Simona, Rita e Nando

PALERMO – Un “Generale-Prefetto” che ha dedicato e sacrificato la sua vita per il bene dell’Italia. Così il ricordo dei figli Simona, Rita e Nando in occasione della ricorrenza della morte del padre.

Erano le ore 21 del 3 settembre 1982 quando, in via Isidoro Carini a Palermo, l’auto sulla quale viaggiavano il prefetto dalla Chiesa e la giovane consorte Emmanuela Setti Carraro fu affiancata da una Bmw dalla quale furono esplose raffiche micidiali di kalashnikov. Contemporaneamente, altri colpi furono esplosi, da una motocicletta, sull’auto di scorta guidata dall’agente Domenico Russo che, ferito gravemente, morirà in ospedale pochi giorni dopo.

Per la strage di via Carini sono stati condannati all’ergastolo tanto i vertici di “Cosa nostra” Totò Riina, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Michele Greco, quanto gli esecutori materiali.

Quella del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa è una storia di coraggio, di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata dove capacità investigativa e perseveranza hanno condotto ad importanti successi come l’arresto dei fondatori delle BR, Renato Curcio e Alberto Franceschini.

Nel 2002 sono stati condannati in primo grado, quali esecutori materiali dell’attentato, Vincenzo Galatolo e Antonino Madonia, entrambi all’ergastolo, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci a 14 anni di reclusione ciascuno. Nella stessa sentenza si legge: “Si può senz’altro convenire con chi sostiene che persistano ampie zone d’ombra, concernenti sia le modalità con le quali il generale è stato mandato in Sicilia a fronteggiare il fenomeno mafioso, sia la coesistenza di specifici interessi, all’interno delle stesse istituzioni, all’eliminazione del pericolo costituito dalla determinazione e dalla capacità del generale.”

Il 5 settembre al quotidiano La Sicilia arrivò un’altra telefonata anonima, che annunciò: “L’operazione Carlo Alberto è conclusa”. Il 4 aprile 2017 Il Fatto Quotidiano riporta la rivelazione del collaboratore di giustizia Gioacchino Pennino secondo cui Francesco Cosentino, vicino all’onorevole Giulio Andreotti, sarebbe il mandante dell’omicidio del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa. Tale notizia risale all’audizione in commissione antimafia del Procuratore Generale di Palermo Roberto Scarpinato.