Il coronavirus soffia forte come il Ghibli su 40 anni di malamministrazione e cattiva spesa del denaro pubblico

E’ sopraggiunto sull’occidente come il vento forte del deserto, e in
men che non si dica si è sviluppato in una violenta tempesta. Con la violenza
di un autentico Ghibli, procede furioso, stravolgendo vite, costumi, rituali ed
eventi, seminando lutti, lacerazioni, creando disagi e pianti. Accanendosi su
le zone più produttive del Paese, paralizzando la vita lavorativa, inibendo
quella ricreativa e interrompendo qualsiasi attività  sportiva. 

Sembra godere nel vedere grandi città in ginocchio

E’ sopraggiunto dal nord, un paese già stremato, colpito al cuore , in solitudine senza il minimo di fattiva solidarietà da parte dei colleghi della tanta osannata unità europea.

L’Europa scopre le sue
nudità

E venne l’infausto 21 febbraio ed il nord Italia tremò. Il nemico si è
insidiato dentro casa.

Ieri è stato un altro giorno, dissimile all’oggi e nel domani c’è tutto l’ignoto. Leonardo da Vinci insegna che “L’acqua dista li monti e riempie le valli…” e questo demone distanzia le genti e riempie del vuoto paesi e città.  Questo demone distanzia  gli Stati, le istituzioni internazionali e sta riducendo  in macerie  e dei diritti umani, della libertà democratica e della sicurezza se ne fa beffe.

Un’istituzione costruita su interessi finanziari, lontana dal comune sentire dei cittadini comunitari, unita senza condivisione ne del benessere e tanto meno dei problemi contingenti, sorretta unicamente da un senso di potere, ora si sgretola, s’infrange contro un nemico impalpabile. Il re è nudo e l’Europa pure.

E ’ senza veli e dimostra a tutti il suo segno di impotenza.

Ci sarà una Europa Unita veramente dopo il passaggio del coronavirus?

Dai balconi e dalle terrazze , con il cuore infranto, ridono del duolo che avvelena il cuore

Una scena strappacuore!

A Bergamo, una trentina di camion dell’esercito, in fila, che
trasportano una settantina di bare fuori città, perché  ormai da loro non c’è più posto per poterle
accogliere.

In poche parole la tragedia del momento. Mamme o papà o nonni che muoiono in solitudine senza un abbraccio, una carezza, un sorriso, una parola di conforto da parte di una persona cara. Se ne vanno e come appestati, allontanati e portati chissà dove per essere cremati. Il vento porterà via la loro presenza infetta ma mai, potrà cancellare la loro memoria. Quanto è democratico tutto questo, quanto è liberale?

In altre parti della penisola, altra gente, positiva o meno non si sa,
sporgendosi  dalle finestre, affacciati
sui balconi, cantano a crepa pelle, forse per esorcizzare il virus. Altri
abbracciati escono sulla terrazza e si avvinghiano  in tanghi e valzer. Canti e balli e suoni di
chitarra.

Come spiegare tutto ciò? Peccato che il pianto di coloro rimasti vedovi
oppure orfani,  male s’intona con il
ritmo delle chitarrate e con quella euforia.

Nelle piazze non più
stretti come sardine

Il coronavirus ovunque passa semina rovina e devastazione. Brucia
l’erba sotto i piedi. Circoscrive libertà individuali e comunitarie. Uno dei
movimenti nascenti dell’ultimo anno doveva la sua forza  al raduno in piazza. S’intende parlare delle
“Sardine”, movimento con il suo habitat naturale la “piazza”, il manifestare
insieme, tanto vero è che il suo motto era, e non so se potrebbe ancora essere,
“stretti come sardine”.

Ultimamente anche dei partiti politici avevano deciso di ritornare al
vecchio sistema di fare politica e cioè 
andare in periferia, conoscere e farsi conoscere. Con l’avvento del
coronavirus quanto sarà possibile tutto ciò nel futuro?

Il coronavirus scopre 40 anni di mala amministrazione e cattiva spesa del denaro pubblico

Oggi si scopre che i reparti della terapia intensiva sono sull’orlo del
collasso. Ieri non potevano accorgersi, erano occupati , tutti presi con il
ripristino, si o no dei vitalizi .

Mancano medici ed infermieri. La Camera ed il Senato erano  occupati 
a prevedere un piano di assunzioni fino a
300 risorse tra consiglieri parlamentari, assistenti, segretari e
documentaristi per il periodo 2019 – 2020.

Mancano maschere, igienizzanti, guanti, posti
letto, respiratori e non solo. Solo per il reddito di cittadinanza sono stati
stanziati 12 miliardi. Nulla è stato fatto per il “lavoro di cittadinanza”.
Salvataggio Alitalia, Banca Bari, soldi pubblici spesi per rianimare strutture
cotte.

Il coronavirus passa e punta il dito e la politica responsabile arrossisce dalla  vergogna

La scoperta della sacralità, della sobrietà  e della dignità della S. Messa

Il coronavirus è una brutta nube, bensì anche esso ha la sua cornice
d’argento, prendiamolo come segno di speranza. Nonostante le sue brutture e
danni lascia i suoi insegnamenti a chi li vuole cogliere. Innanzi tutto
rivaluta il senso di umanità e poi il risveglio della gioia delle piccole cose.
Rivaluta valori perduti. Uno di questi è 
l’acquisizione della sacralità e dignità della liturgia Eucaristica,
ossia la S. Messa.  A partecipare a
questa liturgia, sul web, oggi obbligatorio per forza maggiore, il fedele
riscopre i veri valori della S,Messa , preghiere della liturgia senza dover
assistere,agli  intrattenimenti musicali,
fatti di chitarrate, balletti e battiti di mani, tanto divertimento e poco o
nulla vera liturgia Eucaristica.

Una triste opportunità

Non per quanto suddetto si deve essere grati al coronavirus, no e no di
certo. Si sta a casa, tempo a disposizione se ne ha a sufficienza per leggere,
per riflettere, per fare ricerche, discutere, dibattere ecc. Il coronavirus sta
demolendo il superfluo, il non utile, il lusso, il banale. Sta permettendo
appena lo stretto necessario, l’autentico, il vero, l’affetto, l’amore e la
preziosità delle cose originali. Si esce più forti da questo guado se si è
capaci di dimostrare di avere imparato la lezione.

Questa speranza che sia l’augurio per tutti.