Giorgetti: «Con la manovra anche la proroga delle agevolazioni fiscali e dei crediti di imposta»

Arriva l’alt del Tesoro allo scudo per i debiti delle società sportive.Il Ministero dell’economia è contrario all’emendamento al dl aiuti quater che avrebbe salvato il calcio dal dover pagare i versamenti sospesi per il covid. Sponsored ByUn aiuto difficile da giustificare in un momento in cui la vera emergenza sono le famiglie in difficoltà, si ragiona nei palazzi del governo. L’esecutivo intanto si prepara ad accogliere la valanga – seppur quest’anno contingentata – di emendamenti alla manovra. Con l’iter per le modifiche al via in Parlamento, i partiti vanno infatti alla carica con i loro desiderata, dal cuneo alle pensioni, dalle imprese alle carceri. Il governo è pronto e serra i ranghi: a questo servirà l’incontro di domani tra la presidente del consiglio Giorgia Meloni e i capogruppo della maggioranza. Premier che prova intanto ad allentare le tensioni dopo lo scontro di ieri con la Banca d’Italia.La pressione fiscale, rispetto a una previsione della Nadef che stimava un rapporto del 43,4% rispetto al Pil, attraverso le misure di sgravio scenderebbe “di oltre 0,2 punti al 43,2% del Pil”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante un’audizione alle commissioni riunite Finanze di Camera e Senato.”La notizia per il governo è che sulle grandi voci della manovra non ci fossero critiche sostanziali da Bankitalia”, dice Giorgia Meloni da Tirana, che si mostra rassicurante anche sul Pnrr: l’importante, dice, “è che le risorse arrivino a terra”. Mentre sulla manovra la linea è una sola: siamo disponibili a ragionare su pos (su cui c’è già l’apertura della premier) e contanti mentre sul reddito di cittadinanza non si torna indietro. Mentre per Opzione donna la strada sembra segnata: si lavora infatti all’eliminazione della discussa condizionalità dei figli (resterebbe la limitazione a tre categorie di lavoratrici svantaggiate, con l’innalzamento dell’età a 60 anni), modifica che dovrebbe arrivare con un emendamento del governo. Arriva intanto anche il via libera dell’Ue alla nuova tranche di aiuti per 5,7 miliardi destinata dall’Italia per le imprese del Mezzogiorno: gli aiuti potranno essere erogati fino alla fine del 2023. Sempre per il Sud, come già annunciato dal ministro dell’economia Giorgetti, arriverà con la manovra anche la proroga delle agevolazioni fiscali e dei crediti di imposta.Tra le modifiche a cui il governo e la maggioranza stanno lavorando sembra in discesa la strada per l’estensione dei diritti tv: il ministro dello sport Abodi è favorevole all’estensione da tre a cinque anni dei contratti (ma non per quelli in essere) legati ai diritti tv e ne sta parlando con i colleghi dell’Economia e della Giustizia. In arrivo infine anche una stretta contro la pirateria digitale degli eventi sportivi in diretta mentre non non convince via XX Settembre l’ipotesi di consentire al mondo dello sport di rateizzare imposte e contributi in scadenza il 22 dicembre consentendo inoltre la sospensione di sanzioni amministrative, penali e sportive. Alla manovra lavorano anche i partiti che per tutto il giorno sono stati impegnati a definire gli emendamenti. Nei desiderata c’è spazio per tutto. Il Pd vuole puntare sulla riduzione più netta del cuneo e sul rifinanziamento di Opzione donna nella versione in vigore finora. Nelle proposte del M5s si va dallo stop all’innalzamento del tetto al contante a un pacchetto di interventi per ripristinare il Reddito di cittadinanza, mentre il Terzo Polo vuole finanziare una parte rilevante di Industria 4.0 con il Pnrr.Si fanno sentire anche le parti sociali: dal leader di Confindustria Bonomi che chiede di più sul cuneo e confida nell’intervento per il Sud; ai sindacati che proprio domani torneranno ad incontrare la premier. Le prove generali di assalto alla diligenza, intanto, si fanno sul binario parallelo del dl aiuti quater, con il voto in commissione che slitta alla prossima settimana. Sul Superbonus, Forza Italia insiste per prorogare fino a fine anno i termini (scaduti il 25 novembre) per poter avere il beneficio al 110%, nonostante la chiusura di ieri del sottosegretario alla presidenza Fazzolari, che invece ha assicurato il lavoro sullo sblocco dei crediti. Su questo va registrata la ripartenza delle cessioni, con l’accordo tra Intesa Sanpaolo e Ludoil Energy, per la ricessione di crediti per un valore fiscale pari a 1,3 miliardi.




Giorgetti: “Situazione migliora, maggio sarà mese di riaperture”

“La decisione sulle riaperture sarà presa probabilmente la prossima settimana dal Consiglio dei ministri”. Così il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, durante l’incontro al Mise con i rappresentanti di Fipe-Confcommercio, ricevuti dopo l’assemblea straordinaria organizzata in piazza San Silvestro a Roma in collegamento con 21 piazze d’Italia.

Il ministro, pur precisando che non è possibile indicare con certezza una data per le riaperture, ha però sottolineato che gli indicatori stanno migliorando e che “presumibilmente maggio sarà un mese di riaperture”.

Riaprire in sicurezza ristoranti a pranzo e a cena sfruttando gli spazi all’aperto. E’ questa l’ipotesi contenuta nella bozza delle linee guida sulle riaperture, che le Regioni – a quanto si apprende – sottoporranno giovedì al Governo alla Conferenza Stato-Regioni e che confermano le misure di protezione già in atto. Secondo il documento – che aggiorna le linee allegate al Dpcm di marzo – tali indicazioni dovranno essere compatibili col miglioramento dei dati, anche alla luce di una revisione dei parametri di valutazione. Parallelamente, si prevede anche una regolazione della ripartenza di palestre, cinema, teatri e musei.

Un gruppo di coordinamento delle Regioni sta lavorando anche ad una proposta per la revisione o aggiornamento dei parametri sulla valutazione del rischio epidemiologico attualmente in vigore. Tra le ipotesi c’è quella di inserire, tra i parametri, il numero di somministrazioni effettuate nelle singole Regioni. La prima bozza potrebbe essere presentata giovedìal Governo per un primo confronto alla Conferenza Stato-Regioni, quando dovrebbero anche essere anche presentate le linee guida sulla riapertura di attività economiche, condizionate proprio al miglioramento dei dati e alla luce di una revisione dei parametri.

“Io sono a favore di riaperture. Abbiamo dati in miglioramento, l’R0 è sceso, verosimilmente anche in questa settimana continuerà a scendere”. Quindi, “consolidando i risultati, a partire dal primo di maggio possiamo parlare di riaperture”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, durante la trasmissione Agorà su Rai 3, sottolineando però che “dobbiamo controllare i dati e conservare quanto abbiamo guadagnato, per non rischiare di richiudere subito”.

“Un rallentamento delle restrizioni sarà possibile solo con contagi giornalieri al di sotto di 5.000 casi, mantenendo una larga capacità di testing e riprendendo il contact tracing per il controllo della diffusione dell’epidemia, i ricoveri in area Covid medica e intensiva largamente al di sotto delle soglie critiche, rispettivamente 40% e 30%, e la vaccinazione completata almeno per i soggetti fragili e gli ultra 60enni, categorie a più alto rischio di ricovero e mortalità”. Lo scrivono al governo diverse sigle sindacali mediche. Per le organizzazioni di lavoratori, “ogni prematuro allentamento delle restrizioni potrebbe mettere a rischio tanto la vita dei pazienti affetti da Covid-19”.




Governo, sale lo spread e Di Maio accusa Salvini. Giorgetti: “Dopo il 26 andare avanti è insostenibile”

Lo spread sale a 282 punti. E finisce sulla ribalta della campagna elettorale. Non tanto perché Nicola Zingaretti accusa il governo di alimentare la crisi, tanto che di questo passo “non ci saranno più i soldi per scuola e sanità”. Quanto perché è Luigi Di Maio ad accusare Matteo Salvini di far salire il differenziale, con “sparate irresponsabili” che mettono a rischio l’economia. Il leader della Lega va ripetendo – e lo rivendica – che “è un dovere superare i vincoli europei, non solo il 3% di rapporto deficit Pil ma “infrangere anche il 130-140% di debito”. E il M5s, dopo averlo accusato di alimentare la tensione nelle piazze, gli addossa l’aumento dello spread. Se si litiga così, dopo il 26 per il governo andare avanti “è insostenibile”, scuote la testa Giancarlo Giorgetti. “Ma si può ripartire”, aggiunge prudente. Il leader della Lega mobilita tutte le energie dei suoi per mettere in campo proposte “concrete” per la volata finale verso il voto. Vuole superare il 30%: il M5s vuole impedirglielo o almeno limitare la distanza dalla Lega. Perciò Salvini prova a chiudere Di Maio nel recinto della sinistra con l’accusa di “intelligenza” con il nemico Pd.

Di Maio si ribella: “Sono subdoli, Dio ce ne scampi”. E’ Salvini, affermano dal Movimento, a frequentare gli stessi salotti dei Dem: ha anche abbandonato, nota Di Maio, le felpe per “l’abito buono” della casta. Dai palchi al Parlamento è un attimo. Salvini annuncia sgravi al 100% per le auto aziendali e dei professionisti. La Lega lavora a una flat tax al 5% su tutti gli aumenti di stipendio. Il ministro dell’Interno si prepara ad annunciare una nuova proposta della Lega da realizzare “entro l’anno per tanti italiani in difficoltà”. Tra i leghisti massimo riserbo. Ma emergono i profili di una proposta fiscale che intervenga là dove il reddito di cittadinanza non è arrivato. La famiglia è il nuovo terreno di scontro. Alla vigilia della riunione di Di Maio al ministero con il forum delle famiglie, per elaborare una proposta da coprire con il miliardo risparmiato dal reddito, il ministro leghista Lorenzo Fontana, non invitato al tavolo, presenta alla Camera due emendamenti al decreto crescita proprio sulla famiglia. Le coperture? I soldi risparmiati dal reddito. La prima proposta è aumentare il bonus bebè da 80 a 110 euro per il “ceto medio”, chi guadagna fino a 35mila euro di reddito. E la seconda è una detrazione fiscale al 19% per spese fino a 1800 euro annui per pannolini e latte. “Finalmente proposte concrete”, esulta Salvini, che indica il modello francese. Ma il M5s lo accusa di plagio: “Copia solo”. In effetti è anche una questione di tempi e tempismo, la campagna elettorale. M5s e Lega a stento si parlano e così rallenta tutta l’attività parlamentare. Rischiano di slittare a dopo le europee non solo il decreto crescita ma anche lo sblocca cantieri e il decreto per la sanità calabra (Di Maio accusa la Lega di voler bloccare un emendamento sulle nomine nelle Asl). Per risolvere i dossier più urgenti, il leader M5s invoca un vertice di governo.

Ma dalla Lega fanno sapere che Salvini non sente né Di Maio né Conte da dieci giorni, dall’ultimo Cdm sul caso Siri. “Fa l’offeso: vuole un invito in carta bollata?”, ribatte Di Maio. Giorgetti ammette che se lunedì in Consiglio dei ministri si vuole effettivamente decidere – come chiede la Lega – su Autonomia e decreto sicurezza, prima bisogna parlarsi. Un piccolo spazio ci sarebbe domani, con i due vicepremier nelle stesse ore a Roma. Ma Di Maio per ora chiude: “In Cdm non ci saranno flat tax e autonomia. Il dl sicurezza devo leggerlo”. Il premier Giuseppe Conte però ostenta tranquillità. Per ora in Cdm è in programma il nuovo capo della Guardia Di Finanza: sul resto si vedrà. “Il governo lavora in piena sintonia – afferma il premier – per realizzare progetti strategici, raggiungendo traguardi significativi per il rilancio del Sud”. E’ il Nord che invoca autonomia a sentirsi tradito, ribatte la Lega. “Sono esausto”, ammette Giorgetti. Tutto si ricomporrà, aggiunge. Ma a domanda sul voto a settembre risponde: “Sempre pronti”.