Giornalismo, giornalettismo e giornalaismo: urge un fronte comune per arginare l’informazione pilotata

Occorre tornare a suscitare opinione seriamente, a rimettere al centro le competenze e a spegnere e ignorare qualsiasi sensazionalismo

C’è l’urgenza e la necessità di fare fronte comune tra giornalisti seri e professionisti che credono nella deontologia professionale e dedicano il loro tempo agli approfondimenti e indagini per garantire il diritto all’informazione contro una malainformazione sempre più faziosa e sciatta.

Le trasmissioni tv “strillate” e costruite artatamente per portare avanti una propaganda o gogna mediatica contro il nemico di turno, i siti (soprattutto i locali territoriali) che si dedicano esclusivamente al copia e incolla al servizio del “padrone” di turno, i giornali pilotati dalla politica, la continua corsa spasmodica a caccia dello scoop stanno minando irreversibilmente una professione che va rimessa al centro con serietà e rigore prima che i lettori si ritrovino in una rete di pubblicità malsane e informazioni costruite che non rappresentano la realtà e non ricercano la verità sostanziale dei fatti.

Occorre tornare a suscitare opinione seriamente, a rimettere al centro le competenze e a spegnere e ignorare qualsiasi sensazionalismo. Ma vediamo di cosa stiamo parlando.

Nel panorama mediatico contemporaneo, la distinzione tra giornalismo, giornalettismo e giornalaismo diviene sempre più rilevante e complessa. Questi tre termini, pur avendo radici comuni, delineano sfaccettature diverse dell’informazione e della comunicazione, ognuna con le proprie caratteristiche e implicazioni.

Il giornalismo

Il giornalismo, nella sua forma più tradizionale, rappresenta l’attività professionale volta alla raccolta, alla verifica e alla diffusione di notizie attraverso mezzi di comunicazione di massa. Il giornalista, in questo contesto, opera secondo principi etici e professionali consolidati, come l’obiettività, l’imparzialità e l’accuratezza nella ricerca e nella presentazione delle informazioni. Il giornalismo tradizionale si basa su fonti verificate, ricerca approfondita e rispetto dei codici deontologici.

Il giornalismo è un pilastro fondamentale della democrazia e svolge un ruolo essenziale nel fornire informazioni accurate, analisi approfondite e dibattito pubblico. Questa professione si basa su principi etici e standard professionali volti a garantire l’obiettività, l’equilibrio e l’accuratezza nell’informare il pubblico.

Uno degli elementi chiave del giornalismo è la ricerca delle notizie. I giornalisti conducono indagini, intervistano fonti e raccolgono dati per fornire un quadro completo degli eventi e dei problemi che interessano la società. Questo processo richiede abilità come la capacità di ricerca, la curiosità intellettuale e la capacità di analizzare criticamente le informazioni.

Una volta raccolte le informazioni, i giornalisti devono verificarle accuratamente per assicurarsi che siano affidabili e veritiere. Questo processo di verifica coinvolge la conferma delle fonti, il controllo incrociato dei fatti e la ricerca di testimonianze multiple per confermare o confutare una storia. L’obiettivo è garantire che le informazioni fornite al pubblico siano il più possibile accurate e verificabili.

Oltre alla raccolta e alla verifica delle notizie, il giornalismo comprende anche la capacità di analizzare e interpretare gli eventi. I giornalisti forniscono contesto, prospettive e approfondimenti su questioni complesse, aiutando il pubblico a comprendere meglio il mondo che li circonda. Questo può includere reportage investigativi, reportage specializzati su argomenti come politica, economia, scienza e cultura, nonché l’analisi critica di eventi e tendenze.

Un altro aspetto cruciale del giornalismo è l’etica. I giornalisti devono operare secondo standard etici elevati, come l’onestà, l’integrità e il rispetto per la dignità umana. Questi principi guidano le decisioni editoriali, la gestione delle fonti e la presentazione delle notizie, contribuendo a mantenere la fiducia del pubblico nella professione giornalistica.

In un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici e culturali, il giornalismo si sta evolvendo per adattarsi a nuove sfide e opportunità. Le piattaforme digitali e i social media hanno rivoluzionato il modo in cui le notizie vengono create, diffuse e consumate, portando a nuove forme di giornalismo online, giornalismo partecipativo e giornalismo cittadino. Tuttavia, questi sviluppi presentano anche sfide come la diffusione di notizie false e la diminuzione delle entrate pubblicitarie per le organizzazioni giornalistiche tradizionali.

Il giornalismo copia e incolla

Esiste poi una forma di “giornalismo copia e incolla” consistente nella pratica giornalistica in cui i giornalisti o gli operatori dei media riproducono testi, informazioni o articoli da altre fonti senza apportare modifiche significative o senza verificarne l’attendibilità. Questa pratica può essere considerata una forma di plagio o una violazione dell’etica giornalistica, poiché non fornisce un valore aggiunto al pubblico e può diffondere informazioni errate o non verificate.

Il copia e incolla può avvenire per una serie di motivi, tra cui la mancanza di tempo o di risorse per condurre ricerche originali, la pressione per pubblicare rapidamente nuove notizie o la mancanza di rigore editoriale nel verificare le fonti e le informazioni. Tuttavia, questa pratica compromette l’integrità e la credibilità del giornalismo, minando la fiducia del pubblico nelle organizzazioni giornalistiche e nell’informazione in generale.

Per contrastare il giornalismo copia e incolla, è essenziale promuovere la responsabilità editoriale e l’etica giornalistica. I giornalisti devono essere incoraggiati a condurre ricerche originali, a verificare accuratamente le fonti e a fornire contesto e analisi alle notizie, anziché limitarsi a riprodurre informazioni senza critica. Le redazioni giornalistiche devono anche impegnarsi a stabilire procedure e standard rigorosi per garantire che le notizie pubblicate siano accurate, verificate e originali.

Nonostante le sfide, il giornalismo rimane un elemento essenziale della società democratica, svolgendo un ruolo critico nel garantire la trasparenza, la responsabilità e il dibattito pubblico. In un’epoca di crescente polarizzazione e disinformazione, il giornalismo di qualità è più importante che mai per garantire la salute e la vitalità della democrazia.

Il giornalettismo

Il giornalettismo è un termine utilizzato per descrivere una pratica giornalistica che si distingue per la sua superficialità, sensazionalismo e mancanza di rigore etico e professionale. Questo fenomeno si manifesta spesso attraverso la semplificazione e la drammatizzazione delle notizie, con un’enfasi sullo scandalo, sull’intrattenimento e sulla creazione di sensazioni forti piuttosto che sull’accuratezza e sulla completezza dell’informazione. Questa forma di comunicazione mediatica può essere spinta da interessi commerciali, politici o ideologici, sacrificando la completezza e l’accuratezza delle informazioni a favore dell’attrazione di pubblico e della generazione di click e visualizzazioni.

Una delle caratteristiche distintive del giornalettismo è il suo focus sulle notizie più spettacolari o sensazionali, a volte a discapito di questioni più rilevanti o complesse. Questo approccio può portare a una distorta percezione della realtà, in cui eventi minori o isolati vengono sovradimensionati mentre questioni cruciali vengono trascurate.

Il giornalettismo è spesso associato a una certa forma di giornalismo popolare, che cerca di attirare l’attenzione del pubblico attraverso titoli accattivanti, foto suggestive e articoli sensazionalistici. Questo tipo di giornalismo tende a privilegiare il lato emotivo delle storie piuttosto che la loro sostanza, incoraggiando una cultura di consumo veloce delle notizie piuttosto che una riflessione critica e approfondita.

Una conseguenza del giornalettismo è la perdita di fiducia nel giornalismo come istituzione e nel ruolo dei media come custodi dell’informazione pubblica. Quando le persone sono bombardate da notizie sensazionalistiche e spettacolari, possono diventare scettiche riguardo alla veridicità e all’attendibilità delle informazioni, alimentando la diffidenza nei confronti dei media e delle istituzioni democratiche in generale.

Il giornalettismo può anche avere implicazioni negative per il dibattito pubblico e il funzionamento della democrazia. Quando le notizie sono presentate in modo distorto o sensazionalistico, possono influenzare le opinioni e i comportamenti delle persone, portando a decisioni politiche o sociali basate su informazioni errate o parziali.

Per contrastare il giornalettismo e promuovere un giornalismo di qualità, è fondamentale sostenere e difendere il rispetto per i principi etici e professionali del giornalismo, come l’obiettività, l’imparzialità e l’accuratezza. Inoltre, i consumatori di notizie possono contribuire a contrastare il giornalettismo cercando fonti informative affidabili, valutando criticamente le notizie e cercando una varietà di punti di vista su un dato argomento.

Il giornalaismo

Infine, il giornalaismo rappresenta una nuova forma di produzione e diffusione di notizie che emerge dall’era digitale e dei social media. Caratterizzato dalla decentralizzazione della produzione e della distribuzione dell’informazione, il giornalaismo si basa spesso su fonti non tradizionali, come i social network, i blog e i forum online. Se da un lato questa democratizzazione dell’informazione ha contribuito a una maggiore diversità di voci e punti di vista, dall’altro ha anche sollevato preoccupazioni riguardo alla veridicità e all’affidabilità delle fonti, dato che spesso mancano i controlli e le verifiche tipiche del giornalismo tradizionale.

Il termine “giornalaismo” potrebbe essere una creazione linguistica che si riferisce a un’evoluzione o a una variante specifica del giornalismo, magari connotata da caratteristiche distintive rispetto alla pratica tradizionale del giornalismo.

Tuttavia, se intendiamo trattare questo termine come una fusione tra “giornalismo” e “alaismo”, potrebbe essere interessante esplorare come l’alaismo, in politica, si riferisce a un’ideologia o un movimento che cerca di seguire la dottrina o le politiche di un leader carismatico, adattandole o interpretandole a seconda delle circostanze o delle necessità del momento.

Quindi, se applichiamo questa concezione al giornalismo, potremmo ipotizzare che il “giornalaismo” sia una pratica giornalistica che segue o promuove le idee, le politiche o l’agenda di un individuo, di un gruppo o di un’ideologia specifica, piuttosto che aderire ai principi tradizionali di obiettività, imparzialità e verifica delle fonti.

In un contesto simile, il giornalaismo potrebbe essere caratterizzato da una marcata parzialità, sensazionalismo e mancanza di rigore nel fornire informazioni. Questo tipo di giornalismo potrebbe essere utilizzato per promuovere un’agenda politica o ideologica specifica, manipolando o distorcendo le informazioni per adattarle a una narrativa predefinita.

È importante sottolineare che, sebbene questa interpretazione del termine “giornalaismo” possa avere delle implicazioni negative, non rappresenta l’intera gamma di pratiche giornalistiche. Il giornalismo etico e professionale rimane fondamentale per garantire l’informazione accurata e la salvaguardia della democrazia.

La diffusione dei social media e delle piattaforme online ha inoltre alimentato la proliferazione di fenomeni quali le fake news, l’echo chamber e la polarizzazione dell’opinione pubblica. Questi sviluppi pongono nuove sfide per il giornalismo, che deve adattarsi a un ambiente mediatico sempre più frammentato e competitivo, senza compromettere l’integrità e l’attendibilità dell’informazione.

In conclusione, il giornalismo, il giornalettismo e il giornalaismo rappresentano tre approcci diversi alla comunicazione mediatica, ciascuno con le proprie caratteristiche e implicazioni. Mentre il giornalismo tradizionale cerca di garantire l’accuratezza e l’obiettività delle informazioni, il giornalettismo e il giornalaismo possono privilegiare sensazionalismo e semplificazione a scapito della qualità dell’informazione.

In un’era in cui la tecnologia e i social media hanno rivoluzionato il modo in cui consumiamo e produciamo notizie, è essenziale riflettere sulle implicazioni di questi cambiamenti per il futuro del giornalismo e della democrazia.




Governo gialloverde, al cortile delle comari ce n’è per tutti: che giornalismo!

Dal 4 marzo sono trascorsi quasi cento giorni. Per molti questa data probabilmente è già sbiadita nella memoria, per altri è considerata come un giorno qualunque, mentre per la maggioranza degli italiani il 4 marzo 2018 è diventato una storia senza fine, degna delle migliori telenovelas sud americane. Dei protagonisti di quel fatidico giorno ormai si conosce tutto, o quasi.

Tante le menadi moderne

cresciute fanciulle seguaci della dea informazione, presentatrici dei vari talk show televisivi, che cercare di distinguere l’una dall’altra risulta arduo. Delle danzatrici di flauti magici, al suono di tamburelli suonati da altrettanti eccitati presentatori e cronisti, sguinzagliati per tutto il territorio, con macchine fotografiche e gelato in mano, che rincorrono estasiati ed ansimanti l’orgasmo di uno scoop, di uno scandalo, piccolo o grande che sia da poter dare in pasto ai telespettatori dei vari dibattiti televisivi ormai in onda ad orario continuato. E’ molto difficile stabilire se volutamente oppure ignaramente, queste baccanti dell’informazione del 21° secolo compiano l’antico rito di Dionisio, cioè ridurre a brandelli un animale con le mani e mangiarne le carni crude. La differenza questa volta sta che al posto dell’animale c’è l’umano e anziché adoperare le mani usano la lingua e non accontentandosi della carne cruda cercano di stuprare il suo onore e la sua dignità durante la loro estasi parossistica.

E’ troppo facile dire cambiare canale

Ammesso e non concesso che ciò venga fatto, cosa cambierebbe? Come si fa a cambiare il canone? Poi, in ultima analisi, cambiare con quale canale? L’ultimo network che non presenti questo spettacolo indegno è Padre Pio Tv. Nulla da ridire ma come dice Qoelet cap.3 “Per tutte le cose c’è un tempo”

E’ proprio il caso di lasciarsi andare all’urlo liberatorio intonato da Magda nel film “Bianco, rosso e Verdone”: “Non ce la faccio piùùù”

Chi non si ricorda la simpaticissima attrice russa Irina Sanpiter, stressata e sfinita nel film “Bianco, rosso e Verdone”, cosi vanno a letto gli italiani, stressati e sfiniti dopo le interminabili trasmissioni di trattenimento, un vero eccitamento collettivo, colmo di episodi e comportamenti “xenofobi, razzisti, fascisti, comunisti, massonici e non solo” del “perfido” Salvini.

Di Salvini hanno raccontato tutto

Le cose più civili che hanno detto è che è nato a Milano nel 1973, iscritto alla Lega nel 1990, si sa che è padre di due figli, un maschio ed una femmina. Un promettente conduttore ha intervistato suo padre e un rampante cronista ha avuto la fortuna di mettere mano su una fotografia di Salvini quando era bambino.

I cronisti non dormono, scavano e bussano ovunque. Ma non ci si deve disperare, la saga continua

Le zelanti baccanti dell’informazione hanno scoperto che Luigi DiMaio è nato a Pomigliano d’Arco nel 1986. E’ giornalista pubblicista con diploma del liceo classico, scoprono che è pure figlio dell’insegnante Paola Esposito, e di Antonio, un imprenditore edile. Altre cose sensazionali da raccontare non hanno trovato. Per loro è solo una figura incolore.

Al cortile delle comari ce n’è per tutti

Il più intelligente è stato il bravo segugio che scoprì, per suo godimento, che il neo presidente Giuseppe Conte aveva presentato un curriculum taroccato. Quel giorno tutti i talk show si sono dati alle orge mediatiche. Che onta per l’Italia, paese che ha dato nobili curriculum a signore ministre dell’educazione!

Il Pd cerca di risalire la china

e mentre Renzi gira il medio oriente nella nuova veste di conferenziere, nei vari talk show, presenta una pattuglia di belle giovani signore che, ahinoi, digiune di argomenti politici, lanciano una intifada biliosa e rancorosa che sfigura le loro belle faccine e rende il finto sorriso una caricatura. Ripetono a pappagallo: “Ma, si, come faranno a combinare la flat tax con il reddito di cittadinanza?” Conoscono solo questo. Per aiutarle a capire, un presentatore si è avvalso dell’aiuto di un barbiere per spiegare la flat tax e di un pasticcere per illustrare gli effetti di questa sull’Iva,

Il virus orgiastico non ha colpito solamente l’Italia

Mr. Europa, il burocrate Jean-Claude Juncker, dopo aver tracannato il terzo boccale di birra, essendo stonato, anziché cantare si è lasciato andare in un sfogo liberatorio, insultando gli italiani. E’ più che condivisibile la pronta e puntuta risposta che gli ha mandato Lily Gruber: “Nel tardo pomeriggio sale il tasso alcolemico?”

Qualcuno dice più Europa! Non di questi burocrati, certamente

La stampa inglese anziché occuparsi della sua signora May e anziché chiedere scusa per le fake news del gas nervino russo a Londra, si divertono con il governo giallo-verde italiano. Questi signori non farebbero meglio ad occuparsi dell’ affair sexminster, sesso e scandali in Gran Bretagna? La stampa americana, invece, possibile che non abbia nulla da indagare sulla passata legislazione Obama, sulla dilagante criminalità?

In Spagna il governo Mariano Rajoy, è stato scaricato e basta; non indagano oltre? Del governo Sanchez non ha nulla da spettegolare El Pais?

Che giornalismo!

Tutti con una trave nell’occhio e si preoccupano della pagliuzza nell’occhio degli italiani!
Scopo unico di questo articolo è unirsi al grido delle tante Magda del film “Bianco, rosso e Verdone”, davanti al dilagare di questi talk show-fiume con contenuti e valori tasso zero e ai vari baccanti dell’informazione orgiastica, per ribadire: non ce la si fa piùùù! Si sta schiacciando tutto!

Emanuel Galea