BERLUSCONI: "NUOVO PATTO DEL NAZARENO? NULLA DI PIÙ LONTANO"

Redazione
 
Roma – "Un nuovo patto del Nazareno? Nulla di più lontano dal vero, noi dobbiamo porre fine al governo di Renzi, un governo illegittimo e abusivo che è contro il voto del popolo. Noi dobbiamo mettere fine all'emergenza democratica quindi una decisione su Roma non cambia questo atteggiamento", afferma Berlusconi a Radio Anch'io. "Non c'è un centrodestra vincente senza di noi, sarebbe solo di testimonianza e per vincere invece dobbiamo ritrovare i voti dei moderati", aggiunge Berlusconi. "In altre città andiamo divisi ma si tratta di amministrative e se restiamo divisi non c'è possibilità di vincere le politiche e rischiamo di consegnare il paese al governo di sinistra. Divisi perdiamo". Lo afferma Berlusconi. "In Forza Italia non accadrà nulla. Ieri ho riunito il vertice del partito e alla fine si sono convinti dopo aver ascoltato le mie spiegazioni", spiega Berlusconi.
 
"Non c'è un centrodestra vincente senza di noi, sarebbe solo di testimonianza e per vincere invece dobbiamo ritrovare i voti dei moderati", aggiunge Berlusconi. "In altre città andiamo divisi ma si tratta di amministrative e se restiamo divisi non c'è possibilità di vincere le politiche e rischiamo di consegnare il paese al governo di sinistra. Divisi perdiamo". Lo afferma Berlusconi. "In Forza Italia non accadrà nulla. Ieri ho riunito il vertice del partito e alla fine si sono convinti dopo aver ascoltato le mie spiegazioni", spiega Berlusconi.

"Per governare una città complessa bisogna che ci sia qualcuno che abbia un'esperienza gestionale. Lei è una politica di professione". Spiega poi Berlusconi a La Telefonata a chi gli chiede perché non abbia scelto la Meloni. Meloni, Fi vuole rafforzare governo infame – "Noi siamo per il centrodestra moderato non inciucisista. FI vuole andare a rafforzare un governo infame". Lo afferma Giorgia Meloni leader di Fdi a radio anch'io.

Salvini, grato a Berlusconi ma tempo passa per tutti – "Berlusconi dice tante cose, io sono tifoso milanista mi ha detto questa estate che avevamo uno squadrone e che avremmo giocato come il Barcellona e chi è tifoso sa come siamo messi. Gli va la gratitudine per tutto quello che ha fatto. Ma il tempo passa per tutti e non puoi dire sempre le stesse cose per 20 anni". Lo afferma Matteo Salvini a Radio Anch'io.

Marchini, vera partita Meloni-Salvini è nazionale – "La reazione scomposta di Meloni e Salvini svela il loro gioco: per loro la vera partita sono le prossime elezioni nazionali. Li lascio alle loro fantasiose dietrologie e continuo a pensare solo a come migliorare la vita dei romani. Tutto il resto è noia e folclore". Lo dichiara, in una nota, il candidato sindaco di Roma Alfio Marchini.
 




SPESE PAZZE, IL SOTTOSEGRETARIO AI BENI CULTURALI LASCIA IL GOVERNO RENZI DOPO IL RINVIO A GIUDIZIO

A.B. 

Cagliari – Francesca Barracciu si è dimessa dal governo, le dimissioni del sottosegretario ai Beni culturali arrivano dopo essa stessa è stata indagata nell’ambito dell’inchiesta sul presunto illecito dei fondi dei gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. Barracciu in merito alle dimissioni afferma: “Ritengo doveroso dimettermi ed avere tutta la libertà e l'autonomia necessarie in questa battaglia dalla quale sono certa uscirò a testa alta”. Le dimissioni del sottosegretario arrivano dopo il rinvio a giudizio, è accusata di peculato aggravato. Alla donna sono contestate spese pari a 81 mila euro che aveva giustificato come rimborsi spesa fatti nell’isola con la sua auto. In merito al rinvio a giudizio Francesca Barracciu riferisce in una nota: “La notizia del rinvio a giudizio mi colpisce ed amareggia, sia dal punto di vista personale, sia da quello dell'impegno e del lavoro che ho profuso in questi anni di politica ed amministrazione e che ho continuato a mantenere anche al governo. Con una dedizione assoluta all'incarico che mi è stato affidato e che riguarda il bene forse più prezioso del nostro Paese: la valorizzazione della sua bellezza, della sua cultura, della sua storia” inoltre aggiunge “Sono fiduciosa nel percorso della Giustizia e affronterò il processo con determinazione e serenità, nella certezza di essere totalmente innocente. Voglio, inoltre, con lo spirito di responsabilità che da sempre mi accompagna, evitare che strumentalizzazioni politiche e mediatiche coinvolgano l'attività del Governo e il fondamentale processo di riforma e di cambiamento che sta portando avanti per il bene del Paese”. La nota termina con testuali parole: “ritengo doveroso dimettermi dall'incarico di sottosegretario ed avere tutta la libertà e l'autonomia necessarie in questa battaglia dalla quale sono certa uscirò a testa alta. Ringrazio il Presidente del Consiglio e il Ministro per l'opportunità che mi è stata offerta e le persone e le strutture che con me hanno collaborato e nelle quali ho sempre riscontrato tanta passione e generosità”.



ARRIVA LA TASSA SULL’ARIA CONDIZIONATA: 200 EURO A FAMIGLIA. COSA NE PENSATE?

di Christian Montagna

Roma – Eppure, qualcuno in giro lo avevo detto: “Tra un po’ ci tassano anche l’aria”. Non è quella che respiriamo ma sempre aria è! Come se non bastassero, arrivano sempre più numerose le imposte ai contribuenti che, devono solo pagare. L’ennesima batosta si abbatte sul condizionatore, frutto della necessità dell’Italia di adeguare la propria legislazione a una direttiva europea che tutela l'ecosistema limitando l'immissione di anidride carbonica nell'atmosfera. Ad annunciarlo sono state Federconsumatori e Adusbef, che, si dicono «pronte, in sede europea ed anche in ambito nazionale, a mettere in campo tutti gli strumenti per la cancellazione di tale obolo». In poche parole, i condizionatori vengono equiparati ai riscaldamenti e per questo sottoposti al controllo ogni 4 anni, pena multe salatissime. Sembra una delle tante bufale che circolano sul web ma, purtroppo, non è così. Ad emanare il provvedimento alla fine di giugno di quest’anno è stato il governo Renzi: il comune di Roma, è stato il primo a “sfruttare” quest’altra opportunità di gonfiare le casse comunali. Proprio nella capitale infatti, stanno sorgendo come funghi società adibite al controllo e al censimento degli impianti di condizionamento.


Di cosa dovrà essere dotato il condizionatore? I
nnanzitutto, oltre alla spesa del macchinario e del montaggio, ai proprietari dovrà essere rilasciato un libretto e un bollino alla modica cifra di 200 euro che, sale a 300 euro qualora dovessero esserci più impianti in casa. Il provvedimento, nelle casse dello stato porterebbe alla pari dell’ Imu circa 4 miliardi di euro. Una grande trovata insomma per uno stato con le casse vuote. La tassa però interesserà solo chi ha condizionatori superiori ai 12 Kw.


Il condizionatore negli esercizi commerciali. Proprio perché il commercio è fiorente e i commercianti sono sempre più felici, (magari), anche per i condizionatori all’interno di attività commerciali, la batosta è notevole. Le ricadute indirette sui condizionatori negli esercizi commerciali, nei ristoranti, negli studi di professionisti rischia di ripercuotersi sulle tasche dei cittadini.


Cosa accadrà se il condizionatore dovesse essere non in regola? Aspre multe naturalmente fioccheranno per i trasgressori: dai 500 ai 3 mila euro per il proprietario dei condizionatori, da mille a 6mila euro per il manutentore che non abbia applicato minuziosamente la normativa. Anche in questo caso, le somme finiranno tutte nelle casse di Comuni e Regioni.




DA NORD A SUD ITALIA, TUTTI IN PIAZZA CONTRO LA "BUONA SCUOLA DEL GOVERNO RENZI"

di Christian Montagna

Nemmeno il tempo di godersi la vittoria per l'approvazione dell' Italicum che il premier Renzi è costretto a fronteggiare il mega sciopero della scuola contro la riforma avanzata dal suo governo. Piazze gremite, aule scolastiche deserte: a scioperare stavolta sono davvero tutti. Sindacati, docenti, dirigenti scolastici, alunni e operai questa mattina hanno invaso alcune delle piazze italiane per manifestare contro un sistema scolastico che poco rappresenta chi nella scuola ci lavora. Cagliari, Catania, Firenze, Roma, Aosta, Milano e Torino: da nord a sud, enorme è stata la partecipazione. Per quello che è stato definito lo sciopero più grande di sempre, a Roma e Milano si sono registrate le adesioni maggiori. Non c'è governo che passi senza manifestazioni, senza contestazioni e senza riforme incostituzionali. Il ministro Giannini che ha definito lo sciopero di oggi "politico, senza presupposti e legato a strategie elettorali", ha accusato i sindacati di essere legati a posizioni troppo "antiche".

IL BLITZ NOTTURNO AL MIUR
Alla vigilia di quello che è stato definito lo sciopero più grande di sempre, gli studenti di Università e scuole aderenti a Udu davanti al Ministero dell'Università e della Ricerca hanno manifestato pacificamente esponendo striscioni e slogan contro quella che è stata definita la "Riforma della Buona Scuola". L' Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti medi ha voluto ribadire la contrarietà ai metodi utilizzati dal Governo nella costruzione di questa riforma. Si cerca in ogni modo di non far diventare la scuola italiana un luogo autoritario ribadendo che le Università e le scuole pubbliche non possono essere in vendita né intendono favorire in alcun modo le diseguaglianze.

LA PROTESTA NELLE PIAZZE: ROMA
In piazza nella capitale hanno sfilato migliaia di studenti, leader sindacali, insegnanti aderenti ai Cobas bloccando un tratto di Viale Trastevere dove ha sede il ministero dell'Istruzione. A sfilare a Piazza della Repubblica c'era anche il parlamentare Pd Pippo Civati, che ha così commentato lo sciopero: "questo è uno sciopero non politico, perché la politica non rappresenta più nessuno, perché il Pd ha tradito i suoi impegni elettorali e ha fatto una riforma della scuola lontanissima dalla nostra cultura politica". Con lui anche Stefano Fassina, che, riferendosi ai presidi, sostiene che "la scuola non può essere una caserma con un capo che comanda". Non meno importante la partecipazione di Susanna Camusso segretario della Cgil che in merito si è così espressa: "Si trasforma la scuola in una scuola che vale solo per quelli che hanno condizioni agiate, mentre invece il grande tema è quello di una scuola pubblica che contrasti la dispersione".

MILANO
Non fa in tempo a sanare le ferite provocate dagli scontri del Primo Maggio dei No Expo la capitale della moda che subito viene invasa da una nuova manifestazione. A Milano numerose sono state le immagini satiriche di Renzi con orecchie d'asino esposte durante i cortei. Camioncini, auto e un mare di persone riunitesi tutte per lo stesso scopo, quello di contrastare una riforma che mira al favoreggiamento delle classi sociali agiate. Da Uil, Cisl e Cobas sono giunte enormi condanne al ministro che tenta in tutti i modi di cambiare il sistema scolastico

TORINO, BARI, AOSTA, CATANIA, PALERMO
Anche nelle piazze di Torino, Aosta, Bari, Palermo e Catania migliaia di insegnanti, studenti, genitori, bidelli si sono riuniti per protestare contro la "Buona Scuola del governo Renzi". Sventolano alte le bandiere dei sindacati: a Torino in piazza Carlo Alberto il corteo ha letteralmente paralizzato il traffico; a Bari circa quindicimila manifestanti provenienti dal sud Italia; a Palermo, partiti da Piazza Marina, professori, precari, personale amministrativo e studenti, circa seimila in tutto, hanno percorso le strade del centro, scortati da polizia, carabinieri e vigili urbani; ad Aosta circa mille persone hanno esposto striscioni con slogan come "No alla rottamazione della scuola", "Contro il ddl dei padroni", "Precari usa e getta".




MAURIZIO LANDINI SI SCAGLIA CONTRO IL PD E IL GOVERNO RENZI

di Angelo Barraco

Maurizio Landini, segretario della Fiom, debutta con la “coalizione sociale” e si scaglia contro il Pd e il governo Renzi. Landini dice: “Siamo di fronte a una novita' assoluta: non e' mai successo prima che il governo cancellasse dei diritti senza un confronto con le associazioni sindacali, ne' con le persone interessate, vogliamo unire tutto cio' che il governo sta dividendo, tutti quelli che hanno bisogno di vivere per lavorare”. Landini, rivolgendosi al capogruppo del Pd Roberto Speranza che lo criticava aspramente per le sue urla in tv, dice che è abituato a discutere su contenuti e non al calcolo dei decibel. Landini parla anche del Jobs act, definendolo un “processo di fortissima svalorizzazione del lavoro”. Landini dice che è il progetto parte proprio dal lavoro e che il suo non diventerà un partito assicura Landini. Landini aggiunge: “Abbiamo preso l'impegno a organizzare ad aprile un paio di giornate di approfondimento sia sul metodo sia sulle priorita' su cui agire, saremo sui luoghi di lavoro attraverso un'azione contrattuale, faremo anche proposte per costruire un consenso arrivando anche a un referendum abrogativo, se necessario”. Il segretario generale della Uilm Rocco Palombella dice a Landini: “Mi permetto di consigliare a Landini che sarebbe bene iniziare a dichiarare al suo popolo televisivo la volonta' di tornare a fare contratti ed intese con gli altri sindacati metalmeccanici. E' questo il nostro vero lavoro”. Giuliano Poletti, ministro del lavoro dice: “se alla fine di quest'anno avremo un numero rilevante di nuovi occupati, e avremo centinaia di migliaia di contratti precari che saranno diventati stabili, Landini avra' pure la sua opinione, ma i numeri”.




GOVERNO RENZI: IL RE E’ NUDO

di Emanuel Galea

Matteo Renzi non è certamente l’imperatore protagonista della fiaba di Hans Christian Andersen. Una cosa, però, accomuna i due personaggi: la vanità e la spiccata voglia di apparire. Non si sa precisamente chi, quando e dove abbia convinto Renzi di essere lui “l’atteso”, il “sospirato” uomo del destino. Forte di questo pensiero e incoraggiato dai suoi cortigiani più prossimi, si è fatto confezionare addosso  un guardaroba di riforme: quella del Senato, la legge elettorale, la riforma della Pubblica Amministrazione, quella della Giustizia, il Jobs Act, l’abolizione delle Province, i pagamenti dei debiti della PA ai creditori. Ancora, i tagli della spesa pubblica, da realizzare con la Spending review, per 4,5 miliardi nel 2014 e 17 miliardi nel 2015. Secondo Brunetta, si è fatto bello, inoltre, con la promessa di maggiori entrate per circa lo 0,7 per cento del Pil (quasi 11 miliardi) l’anno, per il triennio di riferimento, da ottenere mediante privatizzazioni. 

Una proposta di riforme così vasta che nessun governo è mai riuscito a scalfire negli ultimi trent’anni. Per questo, da subito, fu bollata come irrealizzabile. Ma lui è “Renzi”, ha fretta e “niente lo ferma”.

Così combinato, aiutato dai suoi cortigiani Del Rio, Boschi, ‎ ‎Madia,Mogherini e non solo‎, si è messo in sella del suo ronzino e al grido di “rottamare adesso”, sfoggiando un sorriso da playboy, si è introdotto nei salotti bene dell’Europa, a braccetto con François Hollande, ipnotizzato dal sorriso maliardo della Fraulein Merkel.

A Marzo,  parte dalla Padania, scorrazzando felice fra i suoi adulatori tutto inghingherato, scorrendo la penisola fino giù giù nel  Regno delle due Sicilie, sul suo puro sangue, urlando e incitando i fans alla vittoria, sfidando l’apparato del suo partito, la resistenza delle Cinque Stelle, avendo unica stella polare che lo guidi, l’accordo del Nazzareno con il redivivo, colui che fu condannato e subito premiato, assegnandolo ai servizi sociali.

Si rende conto di non essere neppure lui convinto  alcunché di quello che andava cianciando; come i suoi cortigiani prima di lui, anch'egli decide di fingere e di mostrarsi estasiato per il lavoro dei tessitori delle “riforme”, cose buone e giuste.

Il gioco dura poco. A marzo, il professionista Cottarelli aveva lavorato alacremente con una squadra di esperti producendo  25 relazioni su altrettanti segmenti della spesa pubblica. Queste relazioni rivelano un quadro della realtà italiana che fa venir ribrezzo. Le ottomila aziende pubbliche, delle quali non si sa quanti possano essere veramente di utilità pubblica, per anni e anni sono servite come allevamenti di apparati politici, in parte causa della pesante situazione delle casse dello Stato. Si legge da qualche parte che 2.761 di questi contano più amministratori che dipendenti. 

Il 30 luglio il commissario alla spesa Carlo Cottarelli, nel suo blog, ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme: "Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa, il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione sul  lavoro”.

 Dopo di lui sono seguite altre. Confindustria lancia il suo ennesimo allarme: l’Italia è diventata uno dei luoghi peggiori, dove fare impresa. Uno degli indici che maggiormente penalizzano l’impresa italiana è il prelievo fiscale. 

La corte di Renzi si sfilaccia perché “non si vive di sole promesse”, di soli spot pubblicitari, di slogan.

Questo, ahimè, la gente lo sta capire a proprie spese. L’incantesimo è spezzato. L’Italia tutta, sgranando gli occhi, si  sta accorgendo che  “il re non porta niente addosso. Il re è nudo”. Niente legge elettorale, riforma del senato taroccata, una beffa dell’abolizione delle Province, un fiasco del Jobs Act, un fallimento del pagamento debiti della PA verso creditori, sulle pensioni statali, il governo fa dietrofront. Renzi ritorna a promettere un ennesimo  intervento più ampio per i professori. Niente,  non porta niente addosso. La Boschi toglie d’addosso il suo scialle con sopra il ricamo della sbandierata trovata di “ottanta euro ai pochi fortunati”  e cerca di  coprire le vergogne del governo Renzi. Non funziona !  Troppe retro marcia che ha dovuto fare. Aspettiamo una sua decisione. Svegliare e scendere giù dal mondo dei sogni. La campagna acquisti è terminata.  Il paese aspetta ben altro, lavoro, crescita, più opere e meno spot pubblicitarie. 




GOVERNO RENZI “E’ UNA LUSINGA, DURA MINGA, DURA NO”

 

[ IL VIDEO "DURA MINGA" CON ERNESTO CALINDRI DA CAROSELLO 1958 ]
 

 

di Emanuel Galea

La seduta estenuante a Palazzo Madama, lunedì 29 luglio è terminata con un sonante fallimento, nonostante una seconda mediazione personale del Presidente del Senato, interrompendo prima i lavori d’Aula per permettere a tutti di raccogliere le idee. Quali idee a Palazzo Madama? Qui regnano i voti incrociati : “Togliete gli emendamenti e poi discutiamo” da parte del governo e dall’opposizione : “È una condizione irricevibile”.

FI ribadisce che i termini dell’accordo tra Renzi e Berlusconi non si toccano e lascia intendere che tra questi ci sia anche l’Italicum, caposaldo dell’intesa di Via del Nazzareno.  
Il paese , deluso ed estenuato da mesi di attesa , affronta il mese di  agosto mostrando  segni di stanchezza. La  luna di miele di Renzi con gli italiani dà segni di disgelo. Il premier ha terminato la sua volata in pianura. Oggi, a proprie spese,  impara cosa vuol dire pedalare in salita.  Li ha sorpreso agosto,  Montecitorio non ti conosco, si fanno le pulizie, si nasconde  la spazzatura  sotto i tappeti, la  passerella a Genova per assistere ai funerali di una vergogna nazionale, sorrisi ai fotografi, quattro pacchie sulle spalle e si rivedrà a settembre per non cambiare nulla.” Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è” , parola di Qoèlet.
No caro Renzi, la sua  è una lusinga, dura minga, non può durare.

La gente ancora chiede spiegazioni riguardo “all’abolizione completa” del finanziamento pubblico ai partiti, “all’abolizione del Senato” e non un rimpiazzo con qualche altro carrozzone, abolizione del bicameralismo a favore del monocameralismo,  una seria  spending review,il fiscal compact, l’abolizione reale delle Provincie, le Partecipate .  Qual è la sua posizione verso la politica di Bruxelles? Renzi non risponde. Le risposte li abbiamo davanti agli occhi. Fumo, fumo che acceca, proclami e buoni intenti.

Le stesse domande li abbiamo posti il 18.02.2014, su questo giornale, a conclusione del nostro editoriale “Renzi-vino nuovo in botti vecchie”.In quell’editoriale gli chiedevamo : “E’ disposto (Renzi) a scendere a compromessi, perché se no o gli si guasta il vino, oppure si sfascia lui”.
Dispiace assistere al suo lento e continuo logoramento.

La luna di miele con i mercati finanziari mostra seri cedimenti. L’effetto 80 euro che hanno costituito, molto probabilmente ,a  parte di quel 40,8% di voti di consenso, stanno esaurendo la loro forza di trazione.  Secondo sondaggi Swg,(azienda italiana sondaggi e ricerche) se si dovesse votare oggi, il Partito Democratico scenderebbe sotto la fatidica soglia del 40% attestandosi al 39% .

La gente si sta stancando del  continuo annuncio di riforme, cambiamenti, intenti e  lusinghe,  mentre vive altra realtà di un’ Italia ferma, stagnante, sempre con l’apprensione che da un momento all’altro piovano nuovi provvedimenti fiscali. Strano? Non direi.
La  Commissione  Bilancio e Finanza di Palazzo Madama sta «ragionando di estendere il bonus degli 80 euro anche ai nuclei familiari monoreddito che non superino la soglia di reddito di 31.000 euro e che contino, al loro interno, almeno tre figli”. Felice ragionamento per l’estensione del bonus. Ci sono le coperture? Ce la fa il Governo con un debito pubblico di 2.170.299miliardi, a mantenere l’impegno, senza aumentare ulteriormente il carico fiscale?
 

Che ne è del Jobs act? Qual è la sua portata ? Quali sono le sue novità  rispetto ai giovani e ai disoccupati. Quali sono i suoi atteggiamenti atti a riportare le percentuali della popolazione inattiva a quote più tollerabili?
Risulta che il ddl sul lavoro è in coda alle riforme costituzionali, quella del Senato e quella del titolo V che è tutto dire. Chi sta seguendo le “schermaglie” a Palazzo Madama non può aver dubbi sull’esito.
Il Jobs Act slitta a settembre, tanto vero che qualcuno sta domandando : ll Jobs Act di Renzi è una  realtà o una semplice  illusione?
La legge elettorale si retrocede pure essa a settembre mentre l’approvazione finale del Ddl costituzionale che riforma Senato e titolo V della Costituzione, sempreché il governo sopravvivrà, vedranno la luce entro dicembre 2015.
Altro che una riforma al mese! 

No, caro Renzi, questa è la “politica del poi poi e le tue riforme appartengono al  mai mai” Gli italiani ormai si stanno sempre più convincendo. Questo governo è una lusinga, dura minga, non può durare.
Gli italiani non riescono a intravedere i benefici dalla “pseudo abolizione delle Province. Una spending review, tanto sbandierata e osannata si è rivelata un’operazione  timida e impacciata, modesta e ben guardinga a non calpestare i “diritti acquisiti”.
La spending review per le forniture, servizi,le  trasferte, le rappresentanze …. E’ solo una lusinga. No caro Presidente , dura minga.

La riforma della Pubblica Amministrazione, non diciamo che sia una lusinga, semplicemente è una chimera.
. Quando in campagna elettorale, Renzi prometteva di fare una riforma al mese, pochi avevano creduto. Non per sfiducia verso  il giovane Renzi, pieno di entusiasmo, voglia di fare, un vulcano di idee, buoni intenti. Non l’hanno creduto perché gli mancava un serio programma. La sua inesperienza , salvo un cambio di rotta, lo riporterà indietro a Palazzo Vecchio. La vera riforma inizia nel sottobosco del “potere”, la riforma dell’esecutivo, dove giacciono più di 500 decreti attuativi che stanno mettendo il governo in affanno. Corsia preferenziale andrebbe riservata alle  riforme capaci di risollevare la crescita, aumentare l’occupazione, diminuire il mostruoso debitopubblico per rilanciare l’economia. Non sembra che si sta operando in questa direzione e per questo che il Governo Renzi dura minga, non può durare, perché è una lusinga.
 




GOVERNO RENZI: ECCO I 16 MINISTRI

Redazione

Roma – Sedici ministri di cui otto uomini e otto donne. Questa la squadra di governo di Matteo Renzi, segretario del Pd e premier più giovane dellintera storia d'Italia, con i suoi 39 anni.

Ecco chi sono i sedici ministri del nuovo governo:

Economia e finanze
Pier Carlo Padoan (Roma, 1949). Vicesegretario generale dell’Ocse e presidente dell’Istat, è stato consulente della Banca mondiale, della Commissione europea e della Banca centrale europea.

Interno
Angelino Alfano (Agrigento, 1970), fondatore del Nuovo centrodestra. Ministro dell’interno e vicepresidente del consiglio dei ministri nel governo Letta.

Difesa
Roberta Pinotti (Genova, 1961), Partito democratico. Sottosegretaria al ministero della difesa nel governo Letta.

Esteri
Federica Mogherini (Roma, 1973), Partito democratico. Responsabile per l’Europa del Pd.

Lavoro e welfare
Giuliano Poletti ( Imola, 1951), Scelta civica. È presidente nazionale di Legacoop.

Istruzione
Stefania Giannini (Lucca, 1960), Scelta civica. Professore ordinario di glottologia e linguistica dal 1999 e rettore dell’università per stranieri di Perugia dal 2004 al 2013.

Sviluppo economico
Federica Guidi (Modena, 1969). Imprenditrice, è stata presidente dei giovani imprenditori di Confindustria.

Giustizia
Andrea Orlando (La Spezia, 1969), Partito democratico. Ministro dell’ambiente nel governo Letta.

Agricoltura e politiche forestali
Maurizio Martina (1978), Partito democratico. Dal 2009 è il responsabile per l’agricoltura della segreteria del partito. È stato sottosegretario al ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nel governo Letta.

Cultura e turismo
Dario Franceschini (Ferrara, 1958), segretario nazionale del Partito democratico. Ministro per i rapporti con il parlamento nel governo Letta.

Ambiente
Gianluca Galletti (Bologna, 1961), Unione di centro. Sottosegretario all’istruzione nel governo Letta.

Trasporti e infrastrutture
Maurizio Lupi (Milano, 1959), Nuovo centrodestra. Deputato di Forza Italia dal 2001 e vicepresidente della camera dal 2008 al 2013, ministro ai trasporti e alle infrastrutture nel governo Letta.

Salute
Beatrice Lorenzin (Roma, 1971), Nuovo centrodestra. Eletta deputata con il Pdl alle elezioni del 2008, ministra della salute nel governo Letta.

Riforme e rapporti con il parlamento
Maria Elena Boschi (Montevarchi, 1981), Partito democratico. Deputata e responsabile della segreteria del Pd per le riforme.

Semplificazione e pubblica amministrazione
Marianna Madia (Roma, 1980), Partito democratico. Deputata dal 2008. È responsabile per il lavoro della segreteria del Pd.

Affari regionali
Maria Carmela Lanzetta, Partito democratico. Ex sindaco di Monasterace.