GRID, si torna in pista con la serie racing di Codemasters

Dopo 11 anni di assenza Codemasters torna a calcare le competizioni automobilistiche a ruote coperte con il ritorno dell’attesissimo GRID.

Sarà riuscita la software house Britannica a ricreare quel mix di gare spettacolari e immediatezza che tanti giocatori aveva conquistato nella scorsa generazione?

Secondo noi sembra proprio di si, quindi sia che giochiate su Pc, che su Xbox One che su PS4, ma soprattutto se cercate un racing game che vi faccia provare le stesse emozioni del pasato, GRID è quello che state cercando. Ma andiamo subito a scoprire il perché.

Una volta avviato il gioco, il menu principale offre subito tre modalità: la Carriera, la Gara Veloce e il comparto Multigiocatore.

Naturalmente il fulcro del gioco è rappresentato dalla Carriera, che abbandona completamente l’impostazione cinematografica del primo episodio o quella manageriale del successivo, mettendo sul piatto la classica serie di gare e campionati senza alcuno spazio per divagazioni di qualsiasi altro genere.

Abbiamo quindi a disposizione sei Categorie caratterizzate principalmente dal tipo di vetture coinvolte, ognuna composta da più campionati che si possono affrontare a piacimento.

Per accedere ai campionati successivi, naturalmente, è necessario ottenere buoni piazzamenti e, una volta vinti almeno 10 campionati di una singola categoria, si potrà accedere agli Showdown finali che, a loro volta, dopo averne vinti quattro dei sei disponibili, daranno accesso alle GRID World Series. All’inizio di ogni gara si ha la possibilità di effettuare le Qualifiche Rapide, evento opzionale che decreterà la nostra posizione in griglia e che, se non affrontato, relegherà la vettura del giocatore in ultima posizione.

Aspetto non di poco conto, vista la brevità che coinvolge tutte le gare che il gioco propone e che difficilmente si spingeranno oltre i 5 minuti di durata. Nella carriera si hanno a disposizione tre tipi diversi di gare: la corsa tradizionale dove conta il piazzamento finale, quella da punto a punto su uno dei pochi circuiti lineari presenti e i Time Attack, che sono identici alle gare tradizionali ma che decreteranno il vincitore solo ed unicamente in base al tempo sul giro, ignorando il piazzamento nonostante la contemporanea presenza degli altri piloti in circuito.

Naturalmente vincendo gare si possono ottenere crediti necessari all’acquisto di nuove vetture che bisognerà utilizzare nei campionati successivi, ma oltre a questi si ricevono anche punti esperienza che serviranno per salire di livello dando accesso a nuove livree, oppure a nuovi stemmi e sfondi che ci permettono di personalizzare il profilo pilota e anche a nuovi compagni di team che si possono ingaggiare nella propria squadra. Uno degli aspetti peculiari di questo GRID è inoltre la possibilità di impartire ordini di squadra al compagno di scuderia tramite l’utilizzo della croce direzionale. Ad esempio si può chiedere all’ingegnere di pista di dire al compagno di team di attaccare chi gli sta davanti o di mantenere la propria posizione.

In GRID la Carriera inizia con un breve prologo/tutorial che mette il giocatore alla guida di tre diverse auto in altrettanti eventi nel tentativo di raggiungere il miglior piazzamento entro pochi giri e qui la guidabilità, le scarse differenze tra le tre tipologie di auto coinvolte, le “combo” delle manovre in gara piazzate in sovraimpressione in mezzo allo schermo ed il commento molto marcato denotano come la serie sia passata con questo episodio ad abbracciare completamente la filosofia arcade, abbandonando ogni velleità simulativa senza troppi pensieri.

Lo stile di guida è molto uniforme anche con vetture completamente diverse, ignorando parametri fondamentali come la trazione o anche banalmente il peso delle auto, che si rivelano tutte agilissime e con una rapportatura cortissima tanto da portare ad affrontare curve, che normalmente si dovrebbero affrontare in seconda, anche in quarta.

Discorso analogo anche per il sound dei motori che si rivela molto simile tra i diversi veicoli, anche quando invece dovrebbe avere differenze sostanziali a seconda del tipo di motore utilizzato. Insomma, GRID non è un simulatore di guida, sia ben chiaro, ma un divertentissimo quanto scatenato arcade automobilistico puro.

Passiamo ora però all’aspetto cardine del gameplay, ovvero
la guida e il concept delle gare. Innanzitutto si corre sempre e solo su
tracciati. Niente strade aperte e lunghe traversate. I circuiti sono misti tra
reali come Brands Hatch, Indianapolis, Sepang o Laguna Seca, e cittadini come
Barcellona e San Francisco, per un totale di 13 tracciati che danno vita a 80
diverse variazioni, un numero davvero buono. Su pista corrono fino a un massimo
di 16 vetture contemporaneamente, con tante auto che si sfidano
contemporaneamente in circuiti stretti, è facilissimo che si verifichino spettacolari
incidenti, specialmente alle prime curve. GRID, proprio come il titolo di cui è
il reboot, implementa un sistema di danni avanzato che coinvolge non solo
l’estetica ma anche la fisica, con danni alla meccanica che possono comportare
anche il ritiro dalla gara. GRID però, come abbiamo detto, fa
dell’accessibilità uno dei suoi cavalli di battaglia, e perciò ci sono diversi
livelli di difficoltà che modificano profondamente lo stile di guida. Il
livello medio preimpostato è tarato per i novizi, con traiettorie dinamiche,
freno e accelerazione assistita, cambio automatico, assenza di danni fatali e
possibilità di rewind in caso di errori grossolani. Tarato così, il risultato è
molto abbordabile. In parole povere, è facile vincere le gare di un paio di
giri anche partendo dall’ultima posizione e senza eseguire le qualifiche. Diverso
è il discorso se si imposta il massimo livello di difficoltà, con tutti gli
aiuti disattivati, assenza di rewind, e danni meccanici e fatali attivi. In
questo caso è necessario lottare a ogni curva, facendo attenzione a non
impattare su avversari e muretti. Anche un minimo contatto in curva può provocare
un testacoda, compromettendo quasi sicuramente la gara. In più, senza le traiettorie
dinamiche che indicano anche la velocità consigliata, diventa tassativo
conoscere a menadito i tracciati se si vuole sperare di arrivare sul podio.

 Ai livelli più alti
di difficoltà, anche gli avversari diventano più aggressivi e hanno la propria
personalità grazie a un’IA avanzata; in più reagiscono allo stile di guida di
chi sta dinanzi lo schermo fino a decidere di innescare dei veri e propri
duelli, diventando così la nemesi del pilota. Giocando senza gli aiuti GRID
diventa dunque più realistico, ma il suo DNA rimane sempre arcade. Tecnicamente
parlando GRID utilizza il celebre Ego Engine di Codemasters che, sebbene riesca
ancora ad offrire un discreto colpo d’occhio ed una buona fluidità specialmente
su Xbox One X, comincia a mostrare il peso degli anni. I modelli delle vetture
sono buoni, forti anche di un discreto sistema di danni che ne influenza le
prestazioni e che potrà portare ad una fine prematura della gara dopo aver
subito dei danni irreversibili, ma sono assenti tocchi di classe o cura
certosina nei dettagli degli interni come invece possiedono i titoli più famosi
del genere automobilistico. Discorso analogo anche per quel che riguarda la
realizzazione dei circuiti, infatti, il motore grafico fa il suo dovere senza
però mai spingersi al massimo sebbene l’orizzonte visivo e gli effetti meteo
come i riflessi delle fonti di luce o la pioggia riescano ad offrire un quadro
globale più che discreto. Parlando del comparto multigiocatore, esso non offre
particolari spunti, offrendo solo la possibilità di effettuare una gara veloce
o quello di creare una partita privata. Carina l’idea di creare una sala
d’attesa ambientata in un circuito ad 8 in cui sfidarsi in un rapido
Destruction Derby prima dell’inizio della gara vera e propria. Peccato che la
scarsa popolazione dei server fa si che spesso e volentieri le gare siano miste
fra piloti controllati dalla I.A. e persone vere. Tirando le somme, questo GRID,
nonostante i suoi limiti, è un prodotto per chi cerca un prodotto meno
simulativo e più arcade, con una grafica buona, che mostri i danni ad ogni
collisione e che possa far passare qualche ora di divertimento. Se tutto quel
che si vuole è quanto detto allora il titolo di Codemasters è quello che fa per
voi. Se invece si cerca qualcosa di più simulativo è meglio navigare verso
altri lidi.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 8,5

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise