Renzi, Hollande, Merkel: c'è accordo su agenda. Stabilità più importante delle regole

Redazione

"L'Europa è davanti alla prova della Brexit e a una sfida, quella di vivere a 27. La posta in gioco è quella di fare l'agenda di Bratislava. Con la Cancelliera Merkel, con Matteo Renzi e molti altri leader siamo d'accordo. Vogliamo avere un' agenda con tre temi semplici che permettano di avere fiducia nel progetto europeo: sicurezza, preparazione dell'avvenire ovvero essere una grande potenza economica sul piano globale, che significa poter dare lavoro; dare speranza per il futuro. Ecco la roadmap". Così Hollande a Bratislava. "Non si tratta ora di aspettarsi semplicemente da un vertice la soluzione dei problemi dell'Europa. Siamo in una situazione critica – ha detto Angela Merkel -. Ma si tratta di dimostrare coi fatti che possiamo diventare migliori nel campo della sicurezza, interna e esterna, nella collaborazione nella lotta al terrorismo, nel campo della difesa", in quello della "crescita e posti di lavoro".

"La stabilità più importante è quella dei nostri figli prima ancora delle regole", ha aggiunto Renzi. "La difesa europea è la sfida per l'Europa" che "deve essere capace di proteggersi da sola", perché "non c'è continente, non c'è unione se non può difendersi da sola", ha detto il presidente francese Francois Hollande. In questo quadro "la Francia può essere la prima, ma non vuole essere sola", aggiunge Hollande, che sottolinea il ruolo della Nato ma parlando con i giornalisti osserva: "Se gli Usa facessero la scelta di allontanarsi, l'Europa deve essere capace di difendersi da sola".

L'Ue cerca una diagnosi per il futuro, ma 27 divisi a Bratislava (Paola Tamborlini e Marco Galdi) – Divisi sulla Brexit, sulla flessibilità, sull'immigrazione. Divisi anche sull'accordo Ttip di libero scambio con gli Usa. Con i paesi del gruppo Visegrad che annunciano di puntare alla revisione dei Trattati. Oggi a Bratislava, nel primo vertice europeo senza un inquilino di Downing Street, i 27 sono praticamente obbligati a trovare un punto di incontro. O almeno arrivare ad una "diagnosi realistica" e soprattutto condivisa perché, come osserva Donald Tusk alla vigilia, "l'unica cosa sensata è fare una valutazione sobria e brutalmente onesta della situazione". E se da una parte c'è un Jean Claude Juncker che confessa di sognare gli Stati Uniti d'Europa, dall'altra c'è un Tusk che pragmaticamente avverte: non si può partire dalla "beata convinzione" che vada tutto bene. Per evitare che la Ue si sgretoli, insomma, bisogna "assicurare i cittadini che abbiamo imparato la lezione della Brexit".

Non a caso tutti parlano di un vertice, quello di Bratislava, "cruciale" che deve segnare "un punto di svolta" per il futuro dell'Europa. Lo fa la stessa presidenza Slovacca che indica come obiettivo del summit quello di dare un "chiaro segnale" del fatto che l'Europa è forte, unita e in grado di dare risposte ai cittadini. Lo fa Angela Merkel sottolineando che "l'Europa è a un momento chiave della sua esistenza" ed è "importante decidere insieme su diverse cose". E le fa eco il presidente tedesco Joachim Gauck: a Bratislava si farà "un punto decisivo" sul futuro dell'integrazione europea. Fin qui le parole. Ma la realtà è che gli stati arrivano al vertice con molte recriminazioni da fare. Dopo le polemiche con i paesi Euro-med, la cui riunione ad Atene ha fatto infuriare i falchi di Germania, resta aperto il tema della flessibilità e delle regole. Sul quale è tornato il premier Matteo Renzi.

"Sulle regole europee intendiamoci: l'Italia le sta rispettando – ha detto – altri paesi no" perché "c'è la regola del deficit ma anche la regola del surplus primario che la Germania non rispetta. Se le regole valgono devono valere per tutti". Il premier però precisa anche che l'obiettivo del summit è "dare un futuro all'Europa" che però, precisa Renzi che prima del vertice vedrà Juncker e Schulz, "non può essere fatto solo di regole". Poi l'immigrazione, altro dossier che ha diviso i 27, bacchettati ieri da Juncker nel discorso sull'Unione. L'Italia tornerà a chiedere, anzi "pretendere", come ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, maggiore collaborazione da Bruxelles. Ma l'osso più duro sono i paesi dell'Est Europa, da sempre contrari alle quote. Da loro, o meglio dal gruppo Videgrad (Ungheria, Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia) arriva l'ostacolo più duro per il vertice di oggi: sotto la guida del premier ungherese Viktor Orban, intendono mettere sul tavolo la revisione dei Trattati Ue per dare agli stati membri più potere diminuendo il ruolo della Commissione. Un estremo tentativo di mediazione, per evitare l'ennesima frattura della quale l'Europa proprio non ha bisogno in questo momento, lo faranno Tusk, Juncker, Schulz e il premier slovacco Fico che ha la presidenza Ue di turno, durante una cena pre-vertice.

Anche sull'accordo di libero scambio Ttip le divisioni non mancano: 11 stati – compresa l'Italia ma non Francia e Germania – hanno firmato una lettera per chiedere alla commissione di continuare i negoziati. Di certo i leader dovranno trovare un punto di incontro, per dare un segnale che l'Europa è in grado di superare quella "crisi esistenziale" di cui ha parlato Juncker e frenare l'ascesa dei populisti nelle principali capitali europee. Uno è quello della sicurezza e della difesa. Federica Mogherini alla vigilia ha inviato una lettera a Tusk, Juncker ed i 27 per aggiornare sul piano della difesa comune. I lavori sono già cominciati. Da Bratislava si punta quindi a far uscire almeno una linea che indichi alcuni punti prioritari, dall'immigrazione alla sicurezza interna e delle frontiere esterne, fino alla crescita e all'occupazione, su cui lavorare per arrivare al vertice di marzo di Roma con nuove proposte o decisioni. 




PARIGI, HOLLANDE E RENZI: "UNITI PER COMBATTERE IL TERRORISMO"

Redazione

Parigi – Il Premier Matteo Renzi si trova all’Eliseo dove è in corso un incontro con il Presidente della Repubblica francese Francois Hollande che afferma: “Il nostro obiettivo e' la distruzione del Daesh”. Nel corso della conferenza stampa congiunta con Renzi ha aggiunto che l’Italia e la Francia sono “due nazioni sorelle”, inoltre Renzi ha ribadito l’obiettivo comune di entrambi le nazioni, ovvero “la distruzione di Daesh” aggiungendo che questa deve avvenire su più fronti; diplomatico, militare e culturale e ha continuato aggiungendo che la coalizione deve essere sempre più ampia e inclusiva. Renzi ha voluto sottolineare: “E' stato compiuto un attentato non solo contro la Francia e contro l'Europa ma contro l'umanità, c'è la necessità di una coalizione sempre più ampia che porti alla distruzione dell’Isis e del disegno atroce che esso rappresenta”. Renzi ha puntualizzato che contro il terrorismo serve una risposta culturale e non solo militare poiché i nostri valori vanno oltre le loro atrocità. Si è parlato poi degli attentati di Parigi e Renzi ha espresso il suo massimo cordoglio e la sua vicinanza alla Francia “abbiamo sentito il dolore di questa nazione come il nostro dolore”. Ma ha anche sottolineato che, malgrado l’emergenza terrorismo che vige, non verrà trascurata la crisi libica e verrà data priorità al dossier Libia che potrebbe diventare l’emergenza numero uno. Ha parlato poi dell’impegno militare dell’Italia affermando “Siamo impegnati a livello militare, in molti casi con la Francia, e penso al Libano ma non solo: anche all'Iraq, Siria, Afghanistan, Kosovo e Africa, dove molto forte è l'impegno francese”.




PARIGI: VERTICE TRA HOLLANDE E CAMERON: "INSIEME ATTACCHEREMO L'ISIS IN SIRIA"

Redazione
 
Parigi – Non si arresta il livello di allerta a Bruxelles che ha portato alla chiusura della metropolitana e diversi luoghi pubblici. Le misure di sicurezza sono talmente elevate che hanno portato alla cancellazione dei gruppi tecnici di lavoro del Consiglio. Si svolgeranno regolarmente invece gli incontri tra i ministri-Eurogruppo e Consiglio educazione e presenzieranno anche Pier Carlo Padoan, ministro delle Finanze, e Stefania Giannini. Intanto a Parigi i leader Francois  Hollande e il premier David Cameron, in seguito agli attacchi, hanno rafforzato la cooperazione tra i paesi ed entrambi sono determinati in merito ai bombardamenti in Siria.
 
Cameron vuole ottenere l’approvazione del Parlamento di Londra per far si che il Paese partecipi ai raid, Hollande, dal canto suo, annuncio: “La Francia intensificherà i bombardamenti in Siria, scegliendo gli obiettivi che facciano più danni possibili all'esercito terrorista dell'Isis. Sull'intervento in Siria  la Francia ha preso la sua decisione nello scorso mese di settembre, ora sta alla Gran Bretagna capire come può a sua volta impegnarsi”.
 
Arriva anche un commento dal ministro dell’Interno Jan Jambon che in seguito agli arresti della scorsa notte in Belgio riferisce che “Il lavoro non è ancora finito”. I punti nevralgici della città sono assediati dalle forze dell’ordine che sono alla di Salah Abdeslam. Inoltre si apprende che  Sharia4Belgium che si trova detenuto nel carcere di Aversa, si trova attualmente in regime di isolamento per evitare che possa indottrinare altri detenuti. La caccia a Salah Abdeslam prosegue senza sosta e i 16 arresti da parte delle forze dell’ordine sono strettamente collegati ai fatti di Parigi. Sugli arresti e gli arrestati vige il massimo riserbo, invece Abdeslam sarebbe stato visto scappare a Liegi a bordo di una BMW verso la Germania. 



HOLLANDE: "LA FRANCIA È IN GUERRA, MODIFICARE LA COSTITUZIONE"

Redazione

Ormai è ufficiale. "La Francia è in guerra". Lo ha detto il presidente francese Francois Hollande a Versailles davanti le Camere riunite dopo gli attentati di Parigi. In Francia, ha aggiunto, abbiamo bisogno di un "regime costituzionale in grado di gestire la lotta a questo nemico. Ritengo, in coscienza, che dobbiamo far evolvere la nostra Costituzione per agire contro il terrorismo di guerra", ha spiegato Hollande davanti al congresso, evocando riforme dell'articolo 16 (sui poteri straordinari del presidente in caso di minaccia allo Stato) e del 36 (sullo stato di guerra e interventi armati all'estero).

La Francia si ferma, un minuto di silenzio – Tutta la Francia si è fermata per un minuto a mezzogiorno in memoria delle 129 vittime degli attacchi terroristici di venerdì sera a Parigi. Lo riferiscono i media francesi. Questa mattina hanno riaperto tutte le scuole, la riapertura di musei, teatri e altri luoghi di cultura è previsto per le 13.

La Francia si è fermata per un minuto di silenzio in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi. Il presidente francese Francois Hollande ha osservato il minuto di silenzio dalla Sorbonne, al termine del quale ha intonato la Marsigliese insieme al congresso riunito a Versailles.

Marsigliese dopo un minuto di silenzio alla scuola ebraica – Prima un lungo e intenso minuto di silenzio. Poi il canto della Marsigliese, a pieni polmoni. E alla fine un lungo applauso. Il ricordo delle vittime degli attacchi di venerdì tra i ragazzi della scuola ebraica 'Ecole de Tavail', nel cuore di Marais, ha un sapore tutto speciale. L'istituto di rue de Rosiers si trova a due passi dal ristorante Goldemberg, dove nel '92 un commando terrorista uccise sei persone. Fondato nel 1852, ospita 150 allievi, metà di religione ebraica, 30% musulmani, 20% cattolici. Un esempio di convivenza e di tolleranza.




GRECIA, TSIPRAS A MERKEL E HOLLANDE: "SOPRAVVIVEREMO"

Redazione

Grecia – "Il popolo greco sopravvivera'". E' quanto avrebbe dichiarato il primo ministro ellenico, Alexis Tsipras, durante una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il presidente francese, Francois Hollande, secondo quanto riferiscono alla Reuters fonti del governo di Atene. "Il valore sommo e' la democrazia", avrebbe aggiunto Tsipras.Secondo le stesse fonti, Tsipras ha sottolineato ai suoi interlocutori che «la democrazia è un valore basilare in Grecia e che il referendum si terrà qualsiasi cosa l'Eurogruppo decida». 

Le reazioni del ministro dell'Economia. «Oggi è un giorno triste per l'Europa». Così il ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis, si è rivolto ai giornalisti lasciando la sede della riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles. Gli altri 18 ministri delle Finanze dell'area euro hanno ripreso la riunione e discutono delle conseguenze del rifiuto della proposta dei creditori da parte della Grecia e le azioni da prendere per la stabilità dell'eurozona.




RENZI E HOLLANDE: SI CERCA UN' INTESA SUI MIGRANTI

di Christian Montagna

Milano – Un pranzo domenicale con commensali di tutto rispetto come ad esempio Umberto Eco quello di oggi a Milano tra il premier Matteo Renzi e il presidente francese Hollande. L’ennesimo incontro che chissà quanto di buono avrà portato concretamente. La questione di Ventimiglia che ha letteralmente dimostrato quanto di “Unione” in Europa poco si possa parlare, ha freddato i rapporti o meglio la stima che la nostra Italia aveva per la sua vicina Francia. Diplomazia europea paralizzata, Gendarmerie intransigente e la patata bollente rimane sempre tra le nostre mani. “Serve un approccio non muscolare. Il tema degli immigrati non si affronta dicendo che e' il problema di un solo Paese. Su questo c'e' identità di vedute tra Francia e Italia”, ha affermato Renzi, “Con la Francia non c’è stata alcuna tensione”.


Renzi si rivolge ai Presidenti di Regione. Se come poc’anzi detto tra nazioni pare non ci sia intesa e solidarietà, in Italia, la collaborazione manca anche tra le regioni. Il prossimo giovedì, il premier convocherà tutti presidenti di regione per evitare polemiche e divisioni sulla tematica. Ma, viste le premesse sarà davvero difficile riuscire a coordinarli tutti.


Hollande. “Il tema del prossimo consiglio europei dovrà essere di dire quello che ogni paese può fare perché si agisca in maniera umana, rispettosa delle dignità delle persone” ha affermato il francese Hollande durante il pranzo con Renzi. Eppure, da Ventimiglia, ancora nessun via libera. I migranti che da giorni abitano la scogliera di Ponte San Ludovico, restano ancora in terra italiana.




VERTICE ITALIA-FRANCIA: "RAFFORZARE TRITON E PACE IN LIBIA"

di Maurizio Costa

Parigi – L'Italia e la Francia si incontrano e trovano molti obiettivi comuni. Matteo Renzi e il presidente francese, Francois Hollande, si sono riuniti all'Eliseo per un vertice sui temi fondamentali che hanno caratterizzato i due paesi e l'Europa negli ultimi mesi.

Il primo obiettivo è la pace in Libia, che, secondo il premier Renzi, non deve essere portata con una missione di pace ma cercando di avvicinare le fazioni del Nord Africa: "Il vertice di oggi con la Francia ha mostrato che la Libia è una priorità per tutta l’Europa – ha detto l'ex sindaco di Firenze -. La pace in Libia la possono fare solo i libici, non possiamo farla noi per loro, sono solo le tribù che possono trovare un accordo. Ma è molto importante affermare che la Libia è una priorità per tutta l’Europa e che non potremo consentire alla comunità internazionale di girare la testa dall’altra parte: bisogna mettere pressione alle tribù e alle forze politiche dell’area". Il problema dell'ex paese di Gheddafi non è secondario: "Il Mediterraneo non può essere un cimitero e non può essere una periferia del nostro continente. Il Mediterraneo è il cuore del continente" ha concluso Renzi.

I due leader hanno firmato anche un accordo per la Tav Torino-Lione per cercare di accelerare i lavori: "Oggi non c'è più nessun freno, nessun ostacolo" ha affermato Hollande. In un comunicato congiunto si legge che "Italia e Francia esprimono la propria soddisfazione per i progressi decisivi compiuti a favore del progetto Torino-Lione in occasione del Vertice di Parigi questo costituisce una tappa fondamentale per la realizzazione del tunnel binazionale".

Renzi risponde anche a Maurizio Landini, leader della Fiom, che ha accusato il premier di non essere stato eletto dal popolo: "L'Italia è una Repubblica parlamentare" ha detto il premier.

Durante il vertice ci sono state parole anche sulla situazione greca e sul progetto economico europeo: "La politica economica dell'europa ha cambiato direzione, ha cambiato verso: è un grande risultato per il quale esprimo gratitudine a Francois Hollande – ha dichiarato Renzi -. Nella Ue la parola crescita è entrata nel vocabolario, non è più una parolaccia ma un obiettivo chiave".




RUSSIA E UCRAINA SI INCONTRANO PER LA PACE

di Maurizio Costa

Monaco – I vertici europei e mondiali cercano di trovare una soluzione per mettere la parola fine alla guerra tra separatisti filo-russi e l'esercito nazionale nell'est dell'Ucraina. Mercoledì prossimo, 11 febbraio, Angela Merkel e François Hollande incontreranno Vladimir Putin e Petro Porošenko per ratificare un nuovo trattato di pace. Già qualche mese fa, l'Ucraina e la Russia avevano stipulato un accordo per porre fine ai bombardamenti e alle violenze nell'est dell'Ucraina. Quest'ultimo trattato, però, non è servito a nulla: la guerra non è finita e continuano a crescere i morti, soprattutto tra i civili. Gli abitanti di Donetsk e di Luhansk, le due città sotto il controllo dei separatisti, sono costretti a fuggire all'interno di autobus stracolmi attraverso un corridoio umanitario, stabilito per evitare altre morti bianche.

Il vertice di Minsk – “Se entro quel giorno (11 febbraio n.d.r.) si riuscirà a concordare su certe posizioni faremo l'accordo – ha dichiarato Putin. O si fa la pace o l'incontro sarà inutile. Questa mattina, i quattro leader che parteciperanno alla pace di Minsk, hanno organizzato una conference call, con l'obiettivo di cominciare a placare gli animi. Lo scopo è quello di “lavorare a un pacchetto di misure nel quadro degli sforzi per una soluzione globale del conflitto nell'est”. Sul sito della presidenza ucraina è comparso un comunicato che afferma che i colloqui porteranno ad un rapido e incondizionato cessate il fuoco.

Il problema principale è la posizione degli Stati Uniti. Lo stato americano ha già stabilito che potrebbe rifornire di armi l'esercito ucraino, facendo salire le tensioni tra la Russia e Obama. Il capo della diplomazia russa, Sergej Viktorovič Lavrov, ha affermato che questa mossa degli Usa “potrebbe portare a conseguenze imprevedibili e minare gli sforzi per una soluzione politica”. Lavrov ha incontrato a Monaco il segretario di Stato Usa, John Kerry. Il politico statunitense, dopo il meeting, ha dichiarato che “non ci sono divisioni e non può esserci una soluzione militare”.

L'alto rappresentante degli Affari Esteri dell'Ue, Federica Mogherini, ha affermato che “quella di mercoledì a Minsk è un'ottima chance”. Il problema principale è la posizione della Russia. Vladimir Putin, infatti, non riesce a mantenere un'idea stabile: da una parte, cerca di trovare una soluzione alla crisi ucraina, facendo la parte della vittima e mandando giornalmente aiuti umanitari alle popolazioni dell'est dell'Ucraina. Dall'altra, però, continua ad invadere la nazione ucraina, causando migliaia di vittime e centinaia di migliaia di sfollati che fuggono verso i paesi vicini.




PARIGI: DUE MILIONI DI PERSONE PER DIRE NO AL TERRORISMO

di Maurizio Costa

Parigi – Il popolo francese si schiera contro il terrorismo e sfila in piazza per dimostrare al mondo che gli attentati non fermeranno la libertà di stampa. Più di un milione e mezzo di persone stanno percorrendo le vie parigine offrendo uno spettacolo unico. Il corteo è cominciato da Place de la Republique e continuerà per tutta la giornata di domenica. Come avvenuto anche nei giorni scorsi in varie città europee, migliaia di matite sono state alzate dai manifestanti, un gesto che è diventato il simbolo della libertà di stampa dopo la strage di Charlie Hebdo. Non vengono dimenticate neanche le persone morte i giorni successivi, tra le quali una vigilessa e degli ostaggi del negozio kosher del quartiere ebraico di Parigi.

Molti capi di stato hanno partecipato alla marcia: Hollande e Sarkozy per primi; il palestinese Abu Mazen e l'israeliano Benjamin Netanyahu; anche Petro Poroshenko, il primo ministro ucraino, e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov hanno partecipato alla manifestazione, sebbene la situazione in Ucraina sia ancora instabile; il re Abdallah II di Giordania con  la regina Rania e il premier turco Ahmet Davatoglu; infine anche Angela Merkel e Matteo Renzi hanno sfilato per le vie parigine.

Intanto, i ministri degli Interni statunitense e Ue hanno partecipato ad un meeting per cercare di mettere a punto delle nuove misure di sicurezza internazionale per arginare il problema del terrorismo.

Non sono mancate, però, le polemiche: non è stata gradita la presenza del ministro russo e del premier turco, che hanno partecipato alla manifestazione sebbene le rispettive nazioni non rispettino appieno la libertà di stampa.




NAPOLITANO E HOLLANDE: INSIEME CONTRO IL TERRORISMO

Redazione

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha telefonato ieri sera al telefono il Presidente della Repubblica Francese Francois Hollande, al quale ha personalmente manifestato la sua solidarieta' a seguito dei gravissimi atti terroristici perpetrati negli ultimi giorni in Francia. Il Capo dello Stato ha inoltre manifestato partecipe vicinanza per tutte le ardue prove che il Presidente Hollande ha dovuto recentemente affrontare, in una difficile situazione economica e politica. I due Capi di Stato hanno convenuto sull'assoluta necessita' di condurre a un livello ancor piu' elevato l'integrazione e la cooperazione al livello europeo nella lotta senza quartiere al terrorismo.
  Il Presidente Hollande ha da parte sua sottolineato le positive reazioni di una parte preponderante della societa' francese a fronte dei gravissimi attacchi degli ultimi giorni, evidenziando la stringente necessita' di non cadere nell'insidioso tranello, sotteso nella retorica degli stessi movimenti integralisti e costituito dalla semplicistica e del tutto erronea identificazione tra lotta al terrorismo e scontro tra civilta'.