IGNAZIO MARINO SI È DIMESSO… UFFICIALMENTE

Redazione

E' fatta: Ignazio Marino non è più primo cittadino di Roma. Ha formalizzato le dimissioni, consegnandole al presidente dell'assemblea capitolina Valeria Baglio. Da domani scattano i 20 giorni previsti dalla legge passati i quali le dimissioni saranno esecutive ed irrevocabili. Il 2 novembre dunque Marino decadrà dall'incarico. "Ho ricevuto dal sindaco di Roma Ignazio Marino la lettera con cui comunica le proprie dimissioni. Le dimissioni, in base all'articolo 53 del Tuel, diventano efficaci trascorso il termine di 20 giorni", fa sapere la presidente dell'Assemblea Capitolina Valeria Baglio.

E intanto si studiano le soluzioni in vista del Giubileo dopo il passo indietro del primo cittadino. "È una città che sta in piedi da più di 2000 anni", dice stemperando il clima il prefetto Franco Gabrielli replicando a chi gli chiede se la Capitale sia a rischio dopo la scelta di Marino. E crescono le adesioni alla petizone online che chiede al sindaco di ripensarci. Marino ha firmato l'atto di costituzione di parte civile del Comune nel procedimento penale contro 5 imputati nell'inchiesta Mafia Capitale. Stamattina i suoi sostenitori si sono riuniti davanti alla sede del Pd.

MARINO è stato oggi in Campidoglio e ha lasciato la sede del Comune da un'uscita secondaria. Ieri il bagno di folla tra tanti elettori e iscritti del Pd che lo hanno votato, e gli oltre 40mila che su Change.org gli chiedono di non dimettersi, non lo fanno solo commuovere fino alle lacrime, come confiderà più tardi su facebook. Lo rafforzano in un convincimento radicato: "Voi siete il sale della democrazia e costituite un patrimonio che Roma non può e non deve perdere". E se in tanti oggi gli suggerivano di ricandidarsi, se i consiglieri della sua lista civica si dicevano pronti a sostenerlo anche in una nuova corsa, il sindaco sembra non lasciare chiusa la porta. Un sogno che i ben informati in Campidoglio non escludono possa diventare realtà. Con Ignazio Marino pronto a correre di nuovo nelle elezioni di primavera, questa volta "mai più con il Pd", come gli chiedono i suoi fan, e forte di una sua lista civica. Un'ipotesi che fa tremare un Pd a Roma già logorato. Così la guerra di nervi con il sindaco dimissionario, tentato fino a ieri ad andare alla conta in consiglio comunale, non è finita.

Ma ad aspettare Marino ci sono anche gli sviluppi dell' inchiesta aperta dalla Procura dopo "lo scandalo degli scontrini", che ha spinto il Pd a metter la croce sopra il sindaco "marziano". Marino rischia di essere indagato per peculato per una serie di rimborsi spese contestati e già oggi scatterà l'attività istruttoria.

IL VATICANO – Anche la Chiesa, poi, torna a farsi sentire, ampliando l'orizzonte. Il cardinale vicario Agostino Vallini annuncia una "Lettera alla città" stilata, in vista del Giubileo, perché Roma sia "stimolata a rinascere, ad avere una scossa". "Ripartire dalle molte risorse religiose e civili presenti a Roma", esorta Vallini che auspica anche la "formazione di una nuova classe dirigente nella politica". Mentre il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, si è detto sereno che le dimissioni di Marino "non metteranno a rischio i lavori per il Giubileo". La Città eterna, insomma, può guardare avanti.

"Care romane e cari romani, ho molto riflettuto prima di assumere la mia decisione. L'ho fatto avendo come unica stella polare l'interesse della Capitale d'Italia, della mia città". "Presento le mie dimissioni – spiega -. Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un'astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche". 




IGNAZIO MARINO IL GIORNO DOPO LE DIMISSIONI: "STO BENE E CELEBRO UN MATRIMONIO"

Redazione

"Sto bene, vado a celebrare un matrimonio. Vado a celebrare l'amore". Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, uscendo dal Campidoglio dall'ingresso principale, a chi gli chiedeva come stesse dopo la giornata di ieri e la decisione di dimettersi. Intanto il sindaco, in una lunga intervista concessa alla Stampa al termine della convulsa giornata di ieri, ha ribadito come per molti il suo incarico a Palazzo Senatorio fosse scomodo. A mandarmi via "ci avevano provato con la Panda rossa, i funerali di Casamonica, la polemica sul viaggio del Papa. Se non fossero arrivati questi scontrini, prima o poi avrebbero detto che avevo i calzini bucati o mi avrebbero messo della cocaina in tasca". Tra i primi incontri di oggi quello con l'assessore alla Legalità Alfonso Sabella. "Contro Marino c'è stato un accanimento mediatico che non ha precedenti in Italia", ha detto il magistrato arrivando in piazza del Campidoglio. 

«Abbiamo fatto una scelta dolorosa, abbiamo messo gli interessi di Roma davanti a tutto e preso atto che veniva meno il rapporto fiduciario per un politico di sinistra. Abbiamo fatto una scelta e non si torna indietro». Lo ha detto a Rainews24 l'ex assessore alla Legalità di Roma Capitale, Stefano Esposito.




ROMA CAPITALE: IGNAZIO MARINO SI E' DIMESSO DA SINDACO

di Ivan Galea

Roma – Ignazio Marino si è dimesso pochi istanti fa. Le dimisioni seguono quelle del vice sindaco Marco Causi e l'assessore ai Trasporti Stefano Esposito. Si è dimesso anche l'assessore al Turismo di Roma, Luigina Di Liegro. A quanto si apprende, sarebbe la terza a lasciare la giunta di Ignazio Marino. Anche Di Liegro era entrata in giunta con Causi, Esposito e Rossi Doria nell'ultimo rimpasto, quello che avrebbe dovuto aprire la "fase due" della giunta Marino.

E' stato costante, per tutta la mattinata è andato in scena il pressing del Pd per far dimettere il sindaco. Il sindaco resiste e il Pd sta studiando una exit strategy sulla vicenda e sul tavolo ci sarebbero anche le dimissioni in massa degli assessori Dem nel caso Marino non rassegnasse le dimissioni. Stessa richiesta anche da Sel.

Pd romano in fibrillazione per tentare una via di uscita all'impasse Campidoglio nel caso Marino non dovesse rassegnare le dimissioni. Oltre alla 'mozione di sfiducia' in Aula si valuta anche il ritiro in blocco degli assessori targati Pd. La seconda opzione però non porterebbe automaticamente ad un'uscita di scena di Marino. Nel caso in cui dal Pd arrivi la decisione di ritirare i suoi assessori questo sarebbe sicuramente un segnale politico forte che potrebbe tradursi o in un addio di Marino o anche solo in un maxi rimpasto. Per quanto riguarda la mozione di sfiducia questa non esiste tecnicamente nel regolamento del consiglio comunale e quindi si stanno studiando le forme con cui eventualmente presentare in aula questo 'atto di sfiducia'. Tra le ipotesi prese in considerazione anche le dimissioni in blocco dei consiglieri di maggioranza cui dovrebbero seguire quelle dell'opposizione.

Il sindaco di Roma Ignazio Marino, secondo quanto si apprende, ha "resisto" fino all'ultimo. Il sindaco resta arroccato in trincea e ha promesso che pagherà di tasca sua tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma. Il sindaco rinuncerà anche alla carta di credito intestata al Comune. La volontà di pagare di tasca propria tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma è stata annunciata ieri durante la riunione di giunta che si è tenuta ieri nel pomeriggio. Successivamente, in una nota, ha ricordato di essere stato lui "a mettere on line tutti gli atti di cui si parla in queste ore. Dopo gli anni opachi e neri è la mia amministrazione ad aver portato trasparenza. Faccio questo gesto per i romani, non per chi mi attacca. Ma ora voglio che Roma guardi avanti, guardi all' impegno per il Giubileo, ai cambiamenti necessari perché i cittadini vivano meglio in una città più moderna e accogliente". "Guardo all'obiettivo giubilare, all'anno che si apre in anticipo l'8 dicembre e che si chiuderà a fine novembre del 2016. E' una sfida – ha aggiunto – che Roma, con lo sforzo di tutti i cittadini e con il concorso del governo, saprà vincere. Da due anni c'è il tentativo di sovvertire la scelta democratica dei cittadini. Io continuerò sulla strada del cambiamento e gli stessi cittadini giudicheranno".

Di Battista, io non mi candido – "Io ho deciso di non candidarmi e non ho mai avuto questa ambizione, per correttezza e onestà devo finire il mio mandato in Parlamento e spero che a Roma si vada al voto al più presto". Così il deputato del M5s Alessandro Di Battista risponde a chi gli chiede se ci sarà una sua candidatura a sindaco di Roma.

Beppe Grillo su twitter, Marino dimettiti – "#marinodimettiti e Roma subito al voto!". Lo scrive Beppe Grillo sul suo profilo twitter dopo la conferenza stampa indetta a Montecitorio da deputati e consiglieri del M5s sulle spese di rappresentanza del sindaco.




IL PD PREME PER LE DIMISSIONI DI MARINO. SABELLA: "DECIDERA' CIO' CHE E' MEGLIO PER LUI E LA SUA CITTA'"

Redazione

Roma – Non cessa il pressing del Pd per far dimettere Ignazio Marino. Le voci insistenti di un'uscita di scena volontaria del sindaco, sotto attacco tra l'altro per le spese istituzionali, si rincorrono da ieri e stamani vengono ribadite anche in ambienti del Pd romano. Alle 11 in Campidoglio è convocata una Giunta comunale. Il commissario del Pd Roma Matteo Orfini e il segretario romano di Sel Paolo Cento si incontreranno nel pomeriggio per fare il punto sulla situazione in Campidoglio. Secondo quanto si è appreso, al centro della discussione la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Marino «Sulle possibili dimissioni del Sindaco Marino posso solo dirvi che deciderà ciò che é meglio per lui e per la città. Appena ci sarà qualche decisione da parte sua ne prenderemo atto». É quanto ha detto l'assessore alla Legalità del Comune di Roma, Alfonso Sabella

Ignazio Marino: "Restituirò 20mila euro" "I romani si preoccupano della pulizia della citta', della raccolta dei rifiuti, della velocita' con cui la metro li porta al lavoro. Invece si e' sviluppato un dibattito surreale sugli scontrini delle spese con la carta di credito per rappresentanza del sindaco. Scontrini che io ho messo sul sito del Comune proprio per una totale trasparenza, e dopo si e' sviluppato il dibattito. Io voglio mettere un punto, si inizi a concentrarsi sui veri problemi della citta'". Lo ribadisce il sindaco di Roma Ignazio Marino in un video sulla sua pagina facebook, in cui spiega di aver "deciso di regalare 20mila euro di spese di rappresentanza alla citta'". "Ora basta – conclude Marino . non voglio piu' sentire parlare di queste vicende assurede e surreali, voglio che ci concentriamo sulle sfide vere della citta'"

Aurigemma: "I romani non vogliono le elemosine del sindaco" «I romani non vogliono elemosine dal sindaco genovese». Lo dichiara il capogruppo di forza Italia della Regione Lazio Antonello Aurigemma. Dopo «il famoso caso della Panda rossa», continua Aurigemma, «anche per quanto riguarda le spese di rappresentanza, Marino ha minacciato denunce, ha dichiarato che fossero spese legittime, poi dopo l'apertura di un fascicolo da parte della procura a seguito delle denunce di alcuni gruppi consiliari, smentisce se stesso ancora una volta e offende i romani affermando che restituirà i soldi per le spese di rappresentanza fatte in questi due anni con la carta di credito». «I romani – conclude – sono stufi di ascoltare le sue bugie: noi vogliamo sapere dalla Procura, e non da lui, se le spese effettuate erano legittime. Nel caso in cui le sue spese dovessero risultare ingiustificate, la smetta di prendere per i fondelli i romani e se ne vada. Sono convinto che stavolta anche alcuni esponenti del Pd la penseranno come i romani».




IGNAZIO LA QUALUNQUE: IL SINDACO MARINO FA LA LECTIO A PAPA FRANCESCO

di Cinzia Marchegiani

Roma – Della serie… a volte ritornano. Ignazio Marino è ricaduto nella sua stessa rete, quella delle personali esternazioni che ricordano il personaggio del celebre film di Antonio Albanese "Cetto La Qualunque": la gaffe stile fantozziano sul suo viaggio in Usa ed ora il secondo scivolone…  il tutto nel giro di pochissimi giorni.

Negli Usa. Ignazio Marino aveva dichiarato di essere andato all'Incontro mondiale delle famiglie di Philadelphia perché invitato dal Pontefice, ma il Papa, rispondendo ai giornalisti aveva messo a tacere ogni forma di strumentalizzazione. E sui vari social network, come un pellicola inceppata, Marino viene sbugiardato dallo stesso Papa Francesco che senza fugare alcun dubbio dichiara al mondo intero: “Non ho invitato io il sindaco di Roma Marino a Philadelphia. Chiaro?”

Ignazio La Qualunque ci riprova dicendo in sintesi che se fosse stato Papa Francesco non avrebbe risposto alla domanda che gli è stata fatta dal giornalista italiano durante la conferenza stampa in aereo di ritorno dagli Usa. Il Sindaco di Roma da noi simpaticamente ribattezzato “Ignazio La Qualunque” oggi ne ha combinata un'altra delle sue. Intervistato a Unomattina da Franco Di Mare e Francesca Fialdini, Marino cerca di dare l’ennesima spiegazione e come Cetto La Qualunque alla fine risponde: Il Santo Padre va negli Stati Uniti parla dei cambiamenti climatici, del petrolio, della pena di morte, del dramma delle armi, dello sfruttamento del pianeta e parla di casa lavoro e terra, fa discorsi epocali sul ruolo della donna anche nella chiesa e il giornalista italiano quando sale a bordo gli chiede l’ha invitato lei Marino? io non sono il santo Padre ma se lo avesse fatto a me dopo che ho preparato un viaggio che parla di temi epocali insomma un pochettino avrei detto non è questo lo scopo del viaggio e della conferenza stampa”.

Cetto La Qualunque in forma inedita. Insomma Ignazio Marino sembra rincarnare magistralmente Cetto La Qualunque personaggio al limite della fantasia interpretato da Antonio Albanese. Oggi Ignazio la Qualunque ad UnO Mattina ci ha fatto venire in mente la famosa scena del film di Antonio Albanese quando Cetto durante la messa liturgica, dovendo rispondere ad una chiamata sul cellurare, rimprovera il prete in chiesa perchè lo disturbava. E qui con ironia proponiamo ai nostri lettori.

La polemica dei conti e del viaggio di Ignazio e del  suo staff. Tanato dal Consigliere Onorato. Non si placano comunque le polemiche in merito al viaggio che il Sindaco Marino ha effettuato, poiché egli stesso aveva detto che non era a carico dei contribuenti romani. Ma secondo uno scoop svelato dall consigliere della Lista Marchini, Alessandro Onorato, questo viaggio sarebbe costato 15mila euro di soldi pubblici anticipati dal Campidoglio, per il sindaco in America con staff e cerimoniale. Il consigliere Onorato infatti ha presidiato tutto un giorno la porta dei dirigenti comunali che sovrintendono alle missioni esterne per conoscere i veri dati relativi alle spese del sindaco Marino nel suo viaggio a Philadelphia e ha chiesto chiarezza.

E ora dopo tante gaffe, i cittadini romani si chiedono: “come mai tante bugie mal messe e al limite del ridicolo?”. Onorato ricorda: “15mila euro: a tanto ammontano infatti le anticipazioni di cassa per le spese di viaggio dei due dirigenti di Roma Capitale che erano al seguito del Sindaco e il costo del pernottamento dello stesso Marino e della sua addetta stampa a New York”. Questa storia dimostra quanto siano fallaci le prove di insabbiamento messe ad arte dalla pratica dei comunicati stampa. Roma Capitale, nel terremoto giudiziario alle porte e un Giubileo della Misericordia in arrivi, merita ben altro.




IGNAZIO LA QUALUNQUE: ANCHE IL SINDACO DI PHILADELPHIA LO SBUGIARDA

di Cinzia Marchegiani

Roma – Per il Sindaco Ignazio Marino il secondo viaggio in America diventerà un tormentone, anzi già lo è. Ieri in tutti i tg, giornali è apparso il video di Papa Francesco che dal ritorno del viaggio in America ha scandito bene ai giornalisti presenti a bordo dell’aereo la sua estraneità riguardo il presunto invito al sindaco di Roma per partecipare all’“Incontro mondiale delle famiglie di Philadelfia”.

Il video di Papa Bergoglio ha di fatto indignare i cittadini romani. Echeggiamo ora le parole di Bergoglio che ha risposto categorico, come a non volerci più tornare sopra: "Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro? Ho chiesto agli organizzatori e neanche loro lo hanno invitato. Lui si professa cattolico: è venuto spontaneamente”.

Doppia gaffe per il sindaco Ignazio Marino. Arriva un’altra tegola sonora, da Philadelfia. Dopo Papa Bergoglio interviene anche il Sindaco di Philadelfia Michael Nutter. Ricordiamo che il Sindaco Marino, sul suo profilo Facebook, il 22 settembre 2015, metteva a conoscenza i dettagli del suo nuovo viaggio e precisava i rapporti con il sindaco di Philadelphia: “Vedo che, come ogni volta, un mio viaggio si trasforma in polemica. Vediamo di fare chiarezza: domani partirò per New York, dove incontrerò in Consolato i filantropi e mecenati a cui porterò progetti immediatamente cantierabili di restauro delle bellezze della nostra città: dal Mausoleo d'Augusto alla Cisterna delle Sette Sale. A New York in quei giorni incontrerò anche Michael Bloomberg oltre ad alcuni imprenditori del settore immobiliare che voglio interessare all'alienazione del nostro patrimonio. Poi raggiungerò Philadelphia, che in quei giorni ospiterà il Papa. L'invito mi è arrivato dal sindaco, con cui ho parlato a lungo dell'accoglienza, vista l'esperienza di Roma in questo ambito e il Giubileo alle porte. Questo è quanto. Ma aggiungo una cosa, non di poco conto: io sarò ospite, dunque i romani non pagheranno un euro per la mia trasferta. Un viaggio per riportare a Roma accordi e finanziamenti. Questo è il mio obiettivo. Quello di chi critica è probabilmente, ancora una volta, creare confusione e fare disinformazione”.

Mark Mc Donald il portavoce del Sindaco di Philadelfia, Michael Nutter categoricamente smentisce il Sindaco di Roma: "L'amministrazione di Philadelphia non ha sostenuto alcuna spesa, può darsi che Ignazio Marino abbia beneficiato dell’ospitalità di qualche amico americano". Poi Mark Mc Donald il portavoce nel dettaglio spiega: "Il sindaco Marino e il sindaco di Philadelfia si sono incontrati in Campidoglio a giugno a Roma, e in quella occasione il primo cittadino della Capitale d’Italia era stato in effetti invitato a presenziare alla visitata papale dallo stesso sindaco di Philadelphia, Michael Nutter, e dall’arcivescovo Chaput" – fa sapere ad un giornalista de Il Tempo.

Ora le parole che Ignazio Marino che ha scritto sul suo profilo Facebook il 22 settembre 2015 rappresentano un tentativo giustificazione regalata ai cittadini di Roma per spiegare il suo secondo viaggio in America, quando la città in chiara crisi politica e amministrativa chiedeva la sua presenza al Campidoglio: “L'invito mi è arrivato dal sindaco, con cui ho parlato a lungo dell'accoglienza, vista l'esperienza di Roma in questo ambito e il Giubileo alle porte. Questo è quanto. Ma aggiungo una cosa, non di poco conto: io sarò ospite, dunque i romani non pagheranno un euro per la mia trasferta”…si ma ospite di chi?

E ora i cittadini romani attendono le ricevute fiscali del pernottamento americano del Sindaco Ignazio Marino.




IGNAZIO MARINO S'IMPROVVISA MEDICO SUL VOLO ROMA-NEW YORK

Redazione

La sindrome del camice bianco ha prevalso su quella della figura istituzionale. Ignazio Marino medico a bordo del volo Roma-New York: come racconta lo stesso sindaco di Roma, Marino è intervenuto per aiutare due passeggeri che hanno accusato rispettivamente una crisi respiratoria e un attacco di panico. "Hanno chiesto un medico e sono intervenuto. Alla fine ho detto al capitano che la prossima volta mi dovrà far viaggiare gratis", scherza il primo cittadino di Roma tornato negli Usa in occasione della visita del papa.




LA ROMA DI IGNAZIO MARINO: IMPOSSIBILE PER UN DISABILE ANDARE IN BAGNO NELLE STAZIONI DELLA METRO

 

LEGGI ANCHE: ROMA, DOPO L’INCHIESTA SHOCK SUI MEZZI PUBBLICI DI PALMULLI E CARABELLA, IL SINDACO MARINO PROVVEDE ALL’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE NEL CENTRO DI ROMA

di Cinzia Marchegiani

Roma – Roma Caput Mundi si riconferma non solo non all’altezza dei disabili, ma riesce a partorire una serie di gravissime violazioni in totale sfregio ai diritti inalienabili dei cittadini.

Il fattaccio eclatante e scioccante che i protagonisti di questa storia hanno vissuto in un sabato romano di ordinaria follia a Roma, riguarda la coppia ormai storica Simone Carabella e Claudio Palmulli, figlio dell’amatissimo mr Ok, che hanno fatto della loro battaglia un credo e una passione, affinché le cosìdette “barriere architettoniche”, sempre citate negli slogan elettorali delle varie amministrazioni, non restino dei miraggi nel deserto.

Per questo le loro imprese ormai storiche di maratone al limite della fatica umana, hanno visto correre Simone Carabella spingendo Claudio Palmulli sulla sua carrozzina per le strade di Roma e della Provincia, macinando chilometri ed emozioni per sensibilizzare gli stessi amministratori al tema della discriminazione a danno dei disabili nell’usufruire dei servizi pubblici della capitale d'Italia, che tra l’altro, presto accoglierà milioni di pellegrini al Giubileo della Misericordia che inizierà solo tra qualche mese.

Il Comune di Roma si era impegnato ad abbattere le barriere architettoniche. Carabella e Palmulli, grazie alle varie iniziative messe in atto all’interno della metropolitana romana, erano riusciti, più di un annofa ad essere ricevuti dal Sindaco Marino e a strappare addirittura la promessa di un montacarichi per il trasporto dei disabili presso la stazione metro di Flaminio.

Il nodo della questione. Il Sindaco di Roma Ignazio Marino lo scorso Agosto venuto a conoscenza del degrado dei servizi pubblici, grazie alle iniziative del duo Carabella-Palmulli,, si era impegnato a far rendere accessibile ai disabili la stazione della metropolitana di piazza di Spagna e a far rendere di nuovo funzionale il bagno comunale della stessa piazza e di rimando far verificare le altre stazioni proprio in previsione del Giubileo.

Tali barriere architettoniche talmente macroscopiche e incivili avrebbero finito di ridicolizzare l’efficienza della capitale del mondo in fatto di diritti e dignità dei disabili, ma anche verso tutte le persone che hanno necessità di un montacarichi

Addirittura al termine di un’altra maratona realizzata a fine aprile 2015, i due eroi erano partiti dalla piazza del Comune di Genzano per arrivare fino al Campidoglio dove l’allora Assessore alla Mobilità Guido Improta li stava attendendo. E proprio su quella piazza aveva garantito loro l’impegno formale, a nome della giunta capitolina. di mettere a norma tutte le strutture presenti nella città eterna, tra l’altro consegnando a Simone Carabella e Claudio Palmulli i documenti che attestano l’avvio dei lavori del montacarichi della stazione Flaminio.

Qualcuno ha avuto paura delle promesse disattese? Carabella e Palmulli trattati come i peggiori criminali, terroristi da tenere sott’occhio. In virtù della promessa dell’Assessore Improta, Carabella e Palmulli approfittando di una bella giornata di sole settembrino, lo scorso sabato 19 settembre 2015 si sono avventurati nella metropolitana A, per verificare e quantificare l’avanzamento lavori promessi.

Partiti dalla stazione Laurentina decidono di uscire alla stazione Ottaviano e grazie al montacarichi, escono in superficie. Qui ila coppia constata la mancanza del bagno dedicato ai disabili.  Così i due riprendono il viaggio in metro e questa volta scendono alla stazione Flaminio. Con grande sorpresa Simone Carabella e Claudio Palmulli scoprono che il montacarichi promesso dall'amministrazione di Ignazio Marino non è stato ancora installato.

La situazione degrada quando Claudio Palmulli ha una urgente necessità di utilizzare un bagno per disabili non presente nell'area.  Simone Carabella, senza pensarci due volte, comincia a tirarlo con la forza delle braccia su per le scale. Ma ai primi gradini si presentano due guardie giurate che intimano alla coppia di non proseguire l’ascesa, nonostante fosse stato spiegato loro la necessità urgente di dover trovare un bagno. A questo punto la situazione diventa critica, vengono redarguiti sul divieto di fare foto o registrazioni, mentre la gente che passava notando la quanto stava accadendo scattava fotografie. A questopunto le guardie chiedono i documenti a Carabella e Palmulli per il riconoscimento, spiegando che Roma è sotto controllo per gli eventuali attacchi terroristici.

Insomma oltre alla difficoltà personale che in quel momento stava subendo Claudio Palmulli, totalmente ignorata, venivano raggiunti anche da due agenti della Polizia locale e da due addetti della sicurezza dell’Atac. Non solo è stato impedito loro di poter raggiungere un bagno, ma è stato addirittura imposto loro di tornare indietro e ancor peggio scortati fino alla stazione Laurentina, dove avevano la macchina parcheggiata.

Racconta Carabella:Mi hanno spiegato che hanno eseguito gli ordini, sono stati contattati e addirittura fatti spostare da una zona di Roma per arrivare al Flaminio e trattare questa questione”. Claudio e Simone sono stati scortati come se fossero i peggiori delinquenti. E ciliegina sulla torta quando stavano entrando nella macchina, lasciata parcheggiata presso la stazione Laurentina, alcuni individui in un automobile si sono avvicinati a loro e hanno scattato fotografie al viso e una alla targa della vettura. Simone al limite della sopportazione ha affrontato queste persone, scoprendo poco dopo che erano una scorta in borghese a cui era stato impartito di verificare la loro partenza con tanto di foto specifiche per schedarli.

Pista terrorismo, stiamo scherzando vero? Insomma morale della favola, due ragazzi che lottano per la realizzazione delle infrastrutture per abbattere le barriere architettoniche, vengono presi in ostaggio come i peggiori criminali, impedendo a due cittadini di poter circolare liberamente. Possibile che per coprire una manchevolezza di lavori che dovevano già essere iniziati – e ricordiamo che la promessa dell’Assessore Improta – è stata ordita la pista terroristica a carico di Claudio e Simone? Chi ha fatto spostare da una parte all’altra di Roma agenti in servizio esclusivamente per monitorare i due ragazzi?

I giudizi sono amari, di disprezzo e di grande vergogna per chi in primis dovrebbe dare l’esempio di grande sensibilità soprattutto verso chi non solo è diversamente abile, ma come un faro diventa un esempio di bellezza, coraggio e autenticità.

Simone Carabella fa sapere che quel giorno hanno concluso il viaggio in macchina fino a casa di Claudio Palmulli….Nel più completo mutismo perché non avevamo le parole per commentare l’accaduto, nella mente solamente le immagini di una rissa tra nomadi proprio nella metro in cui nessuno è intervenuto, forse perché troppo presi a scortare i ‘terroristi delle barriere architettoniche’” – sconvolto Carabella ci racconta.

Umiliazione, diritti negati, false accuse. Claudio ferito dove lo sguardo non può arrivare, colpito nella dignità più profonda che solo le persone sensibili possono comprendere ora affronta questa sconvolgente esperienza che vorrebbe dimenticare. Si è sentito trattato come il peggiore dei criminali, si è sentito leso nei suoi diritti. La sua fierezza è di essere consapevolmente diverso, non dalle abilità dei normodotati, ma da quell’arroganza che vive come una cancrena nelle parole, negli sguardi di chi vorrebbe mescolare le carte come un abilissimo pokerista. Claudio e Simone sono stati avvisati che forse saranno anche denunciati. Ecco oltre il danno, una squallida beffa.

Roma si potrebbe macchiare di un delitto più subdolo, quello che va colpire chi in questa società crea positività, ponti e progetti per il bene comune? Claudio per il profondo sconforto in cui è caduto, ha deciso anche di disattivare il suo account Facebook e di riaprirlo solo quando il sindaco di Roma e i vertici dell’Atac lo incontreranno assieme a Carabella. Claudio annuncia che verrà spedita la lettera per la richiesta di un incontro, e spiega ai suoi sostenitori, e amici: “Perché quello che è successo ieri mi ha deluso molto e mi sento sconfitto da un sistema burocratico schifoso inesistente e soprattutto penoso, ma non tanto per me, perché alla fine io reagisco anche bene, ma per tutte quelle persone che davvero non si possono neanche alzare da quella sedia per andare in un bagno e devono per forza di cose farsela sotto. Questa è l’Italia di oggi, questa è l’Italia che hanno voluto i nostri politici, aiutare prima un clandestino, è poi un cittadino italiano, spero per ogni disabile, ma anche per qualsiasi mamma o persona anziana che non si verifichi più quello successo ieri. Prima di lasciare questo spazio virtuale vi volevo ringraziare uno ad uno per quello che mi avete donato per la carrozzina (Claudio tra l’altro qualche furbacchione ha rubato il suo mezzo di trasporto, la sua seconda, anzi prima vita)”…Tristemente Claudio conclude….”Vi incontrerei e abbraccerei uno ad uno perché siete stati fantastici
Grazie di Cuore Claudio Palmulli”.

C’è da chiedersi dal resoconto di questa giornata di ordinaria follia, chi dovrebbe essere in realtà denunciato? Chi ha violato la dignità della persona?




MAFIA CAPITALE, APPALTI: L'ANAC BOCCIA IGNAZIO MARINO E GIANNI ALEMANNO

Redazione

Roma – Allarmante la valutazione effettuata dall'Autorità Nazionale Anti-corruzione (Anac) sugli appalti di Roma Capitale per il periodo che va dal 2011 al 2014. 
L'Anac definisce Roma come "porto franco degli appalti". Il risultato del lavoro degli ispettori sulle due amministrazioni guidate da Gianni Alemanno e Ignazio Marino è pubblicato oggi in esclusiva dal Corriere della Sera. L'analisi – scrive il quotidiano – "ha reso di palese evidenza il massiccio e indiscriminato ricorso a procedura non a evidenza pubblica in grado di assorbire di fatto, in termini quantitativi, quasi il 90 per cento delle procedure espletate". Per un valore complessivo pari al 43 per cento degli appalti affidati: ciò significa che poco meno della metà dei lavori e dei servizi assegnati a Roma e pagati con denaro pubblico sono stati attribuiti attraverso trattative private, scegliendo di fatto i beneficiari".

Gli ispettori osservano che il "generalizzato e indiscriminato" utilizzo delle procedure negoziate in alternativa alle gare pubbliche è 'in palese difformità e contrasto con le regole, rivelando spesso un'applicazione o elusione delle norme disinvolta e in alcuni casi addirittura spregiudicata. Ciò induce a ritenere – sottolinea la struttura diretta da Raffaele Cantone – che la prassi rilevata abbia una genesi lontana nel tempo e rappresenti in molti casi più un lucido escamotage che ha orientato l'attività contrattuale degli uffici verso un percorso semplificato foriero, come confermato dai recenti fatti di cronaca, di distorsioni anche di carattere corruttivo piuttosto che dalle condizioni di straordinarietà che hanno caratterizzato l'attività politico-amministrativa di Roma Capitale negli ultimi anni".
Dietro i circa tre miliardi di euro assegnati in quattro anni a trattativa privata, si nasconderebbe dunque più il malaffare che la soluzione a situazioni d'emergenza, e l'indagine su Mafia Capitale non avrebbe fatto altro che confermare questa ipotesi. Le conclusioni della relazione consegnata lo scorso 7 agosto al presidente Cantone sono state inviate al sindaco Marino e al prefetto Gabrielli, perché valutino le iniziative di rispettiva competenza, alla Procura della Repubblica (Dda) e alla Procura della Corte dei conti per gli eventuali, ulteriori accertamenti. La denuncia dell'Anac riguarda anche il "sospetto di interessi corruttivi o criminali di altro genere dietro agli appalti a trattativa privata, confermato dalla constatazione di generalizzata carenza e omissione anche della verifica dei requisiti di partecipazione alle procedure negoziate degli operatori economici invitati, offerenti e aggiudicatari".
 
Gabrielli: "Da rivedere 5% appalti a cooperative".
Il prefetto di Roma Franco Gabrielli, a margine di un evento nella scuolo di polizia penitenziaria, ha commentato i riaultati dell'indagine con-dotta dall'Anac secondo la quale l'87% degli
appalti della capitale assegnati sarebbero senza gare pubbliche: Ho molto apprezzato – ha detto – la relazione che il presidente Cantone ci ha fatto pervenire. Su molte cose non si discosta dalla nostra analisi e vuol dire che avevamo centrato i punti critici. Ma al di là delle responsabilità e delle infiltrazioni criminali c'è il tema della macchina amministrativa, del rispetto delle regole e della legalità. Uno degli aspetti più importanti su cui lavorare è verificare che le regole ci siano ma soprattutto che vengano rispettate". Per quanto riguarda, nello specifico, le cooperative, Gabrielli ha aggiunto: "Il 5% da attribuire alle cooperative, nasce da una buona intenzione, quella di favorire una realtà economica del mondo dell'imprenditoria che affonda le radici nella solidarietà. Purtroppo, però, questo Paese riesce spesso a tradurre le cose positive in negative"

AssoTutela: "Pubblicati i risultati dell’Anac su Roma Capitale e la Regione Lazio? “Non possiamo che esprimere il nostro plauso al dottor Cantone, per ciò che sta facendo emergere dall’analisi sugli appalti a Roma tra il 2011 e il 2014. Ci riserviamo dal commentare quanto emerso alle successive fasi dell’inchiesta, in quanto da sempre garantisti”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che attacca: “Vorremmo però che sotto la lente di ingrandimento della Autorità nazionale anticorruzione non finisse soltanto Roma Capitale, istituzione su cui si sono concentrati gli interessi di gruppi ben noti. Chiediamo che siano passati al setaccio anche gli appalti regionali, in particolare quello del Cup, per cui abbiamo consegnato al magistrato in aspettativa, una copiosa documentazione. Riteniamo fondamentale, se necessario, fare pulizia dentro gli uffici comunali ma altrettanto va fatto nella Regione Lazio. Quando parliamo di Cup – è l’affondo del presidente – parliamo di salute e qualità di vita dei cittadini che non possiamo certo mettere a rischio per oscuri interessi che potrebbero celarsi dietro procedure poco cristalline. La palude in cui Zingaretti sta costringendo la sanità regionale – dai misteriosi giudizi sui direttori generali all’affrettato accorpamento di aziende passando per l’alienazione di tre ospedali – non fa bene alla salute del sistema pertanto, esortiamo l’Anac a sollevare un velo su una giunta che invoca la trasparenza solo a parole”, conclude Maritato.
 




IGNAZIO MARINO INDAGATO: LA PROCURA APRE UN FASCICOLO

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di Cinzia Marchegiani

Roma – Gli costa cara al Sindaco Marino la frase accusatoria, quella detta con grande passione alla festa dell’Unità a Roma lo scorso 21 giugno, mentre la capitale era in piena emergenza Mafia Capitale e scandali a più riprese che investivano soprattutto il suo partito. Così con enfasi si era lanciato contro i militanti della destra italiana, e dichiarava: “Arrivando in Campidoglio, e dobbiamo dirlo, dopo le rovine lasciate da quella destra che oggi si erge a scudo morale di questa società. Ma non hanno vergogna? Perché non tornano nelle fogne da dove sono venuti? È là che devono andare! E la smettano questi eredi del nazi-fascismo di dare lezioni di democrazia”. 

La frase e la denuncia di querela. Non è mancata la controrisposta immediata, il tempo di due giorni che attraverso un comunicato stampa rilasciato in una nota congiunta, il consigliere regionale Fabrizio Santori e Fabio Sabbatani Schiuma, già consigliere comunale 'Indipendente di Destra', rispettivamente Presidente Onorario e Segretario Nazionale del movimento Riva Destra, nato come primo circolo di Alleanza Nazionale, annunciavano l’azione legale nei confronti del sindaco di Roma, Ignazio Marino: "Abbiamo querelato Ignazio Marino per diffamazione. Le sue offese sono gravissime, non solo perché pronunciate dal sindaco di Roma, ma perché l’insulto fa chiaramente riferimento ad un vecchio detto degli anni ’70, allorquando la violenza politica prese il sopravvento:'Fascisti, carogne tornate nelle fogne'. Il primo cittadino dà così della 'carogna' a chiunque, professandosi di destra o schierandosi a destra, si permetta di 'ergersi a scudo morale di questa società', cioè critichi in maniera aperta il suo operato e della sua giunta".

Ignazio Marino ora è indagato. Arriva la notizia dall’On. Santori e Sabbatani Schiuma sull’aperturta del fascicolo a carico del sindaco Marino. "Una lezione per Ignazio Marino e per tutti quelli come lui. Nessuno si può permettere di offendere generazioni su generazioni e di riportare indietro le lancette della storia, neanche un sindaco 'desaparecido' come lui" lo dichiarano in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio e Fabio Sabbatani Schiuma, già vicepresidente del consiglio comunale di Roma, rispettivamente presidente onorario e segretario nazionale del movimento Riva Destra che querelarono il sindaco di Roma per diffamazione in merito al comizio tenuto il 21 giugno alla Festa dell'Unità di Roma in cui insultò il popolo della destra dicendogli di "tornare nelle fogne".

"Marino – continua la nota – continua a fuggire dai problemi di Roma, che non riesce ad affrontare né è in grado di risolvere, riproponendo slogan che nulla hanno a che vedere con le esigenze dei romani e tesi a sviare l'attenzione dalle sue incompetenze, dagli scandali della sua maggioranza e dall'immobilismo della sua Giunta.  Resta il fatto – conclude la nota – che la nostra denuncia e la conseguente indagine, siano un monito e una lezione anche per quelli come lui. Anche perché la nostra iniziativa è stata rafforzata nel tempo da denunce spontanee presentate da cittadini romani, non soltanto di destra, in diverse stazioni di polizia e dall'incredibile partecipazione registrata sui siti che proponevano la compilazione di appositi ‘form’ per denunciare lo scandalo delle sue parole e la legittima rabbia di tanti italiani".

Santori e Schiuma esprimono soddisfazione per la celerità con la quale è iniziato l'iter giudiziario, dopo la nostra immediata denuncia di giugno scorso.

 




MAFIA CAPITALE: IGNAZIO MARINO SOTTO TUTELA PREFETTIZIA

di Matteo La Stella
Roma
– Ad un passo dal verdetto ufficiale del Consiglio dei Ministri in merito alla relazione su “Mafia Capitale”, lo scioglimento della giunta guidata dall'ormai lontano Ignazio Marino sembra essere stata scongiurata. Con molta probabilità, per risanare la Città eterna, il ministro dell'interno Angelino Alfano sceglierà la via della tutela prefettizia, costruita ad hoc sull'azione già accennata dal presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi, che a fine luglio aveva tracciato le linee per una soluzione su misura:” Una terza via tra scioglimento e non scioglimento, una sorta di tutoraggio e di assistenza dello Stato all'ente locale senza che questo debba essere sciolto e commissariato”.

Marino, la vacanza continua. Per il sindaco-sanitario, dunque, la partita in Campidoglio dovrebbe continuare sotto la supervisione del prefetto Franco Gabrielli e dei suoi uffici, pronti a restaurare i dipartimenti e i Municipi precedentemente in mano alla cricca di Buzzi e Carminati. Una scelta che, se andrà in porto, porterà sul gradino più alto di Palazzo Senatorio un'altra poltrona, più grande e pesante di quella su cui siede dal 2013 il sindaco-medico. Il prefetto peso massimo, infatti, già dal suo ingresso in prefettura sembrava avere acquisito più voce in capitolo del numero uno della giunta, allora compromessa dall'inchiesta sul “Mondo di Mezzo”. Dunque, il tutoraggio, sembra assomigliare molto ad un commissariamento. L'ennesima mossa stile Pd per salvare l'avanposto? Staremo a vedere. Certo è che dopo il rimpasto di giunta, i tentacoli della prefettura avvinghiati alle varie postazioni in Campidoglio darebbero il colpo di grazia al primo cittadino dal polso piccolo, tanto incapace da dover essere affiancato. Ma la dignità ormai persa, Marino sembra averla ritrovata oltreoceano: dai Caraibi a New Yorck, dove si trova ora il, il sindaco non è intenzionato a tornare neanche nel giorno del giudizio. Preferisce nuotare tra le onde, puntato dai tanti pescecani che in questi giorni hanno criticato il suo disinteresse, anche da dentro al sottomarino Pd.C'è del vero, quindi, nel celebre detto "omen nomen", utilizzato dagli antichi romani. Se il nome è un presagio, al termine del Cdm di oggi Marino potrà avere molto altro tempo da passare al mare. Nel frattempo, come ha annunciato Alfonso Sabella, il Campidoglio resterà “ben presidiato”.

L'azione del Governo. La manovra del Governo, in sostanza, dovrebbe investire il prefetto Franco Gabrielli della carica di supervisore e garante per un periodo di 18 mesi, al termine dei quali nel comune di Roma dobvrebbe essere ripristinata la legalità. Un'azione a 360 gradi, volta a bonificare tutti gli ambienti calpestati dal malaffare della cupola romana: dal verde pubblico, all'ambiente passano per le politiche sociali e i centri d'accoglienza. L'unico Municipio sciolto a tutti gli effetti dovrebbe rimanere il X, quello di Ostia, commissariato con tanto di decreto dal presidente della Repubblica. Nel Consiglio odierno, inoltre, si definirà il trasferimento o il ridimensionamento di alcuni dirigenti tra i 101 della lista nera stilata dagli ispettori della prefettura, incerti sulla posizione poco chiara di taluni rispetto ai loro rapporti con affiliati al sodalizio del “Mondo di Mezzo”. Per salvare la faccia, intanto, dall'entourage del sindaco spiegano:”Tutti provvedimenti che abbiamo già preso: non c’è bisogno di tutor o che qualcuno ci dica cosa fare”.