UNGHERIA: UN MURO PER FERMARE I MIGRANTI

di Christian Montagna

Proprio in merito alle ultime discussioni riguardo il ricollocamento degli immigrati, l’Ungheria ha fatto sapere che costruirà una barriera alta quattro metri lungo i 175 chilometri di confine con la Serbia per fermare il flusso di clandestini. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha spiegato la decisione di Budapest di alzare un "muro" con la Serbia affermando che, mentre l'Europa discute, "l'Ungheria non puo' piu' aspettare". E meno male che si chiedeva solidarietà! Dopo Francia e Gran Bretagna arriva dunque anche il NO dall’Ungheria. E l’Italia? Sempre più sola in questa ardua battaglia che si appresta a diventare la più grande emergenza umanitaria del secolo.

 

Il Papa sui migranti. “Vi invito tutti a pregare perche' le persone e le istituzioni che respingono questi nostri fratelli chiedano perdono” ha così commentato il Pontefice lo scempio dell’accoglienza immigrati nel mondo. In occasione della Giornata mondiale del rifugiato del prossimo sabato promossa dall’Onu, si chiede aiuto e solidarietà anche ai fedeli. "Incoraggio, ha scandito Bergoglio, l'opera di quanti portano loro un aiuto e auspico che la comunità internazionale agisca in maniera concorde ed efficace per prevenire le cause delle migrazioni forzate".


Salvini vs Papa Francesco. Da Radio Padania, le parole del Papa vengono accolte con non poche riserve dal leader di Lega Nord Matteo Salvini che ha così replicato : “ Noi non abbiamo bisogno di essere perdonati. C'e' il Papa che dice chiediamo perdono per chi chiude la porta ai rifugiati…Ma quanti ce ne sono in Vaticano di rifugiati?". Certo "il rifugiato vero ha tutto il diritto di essere accolto ma i rifugiati veri sono un quarto di quelli che arrivano".

La risposta della Francia. Dopo gli ultimi avvenimenti, il governo francese ha fatto sapere di un piano ambizioso per creare 10.500 nuovi posti letti per accogliere richiedenti asilo e rifugiati. Il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve ha ribadito che occorre usare pugno duro contro l'immigrazione clandestina, sul cui contrasto bisogna essere "piu' efficaci".

Ma a Ventimiglia?
La situazione resta invariata. Quinto giorno di protesta per gli immigrati che sugli scogli dei Balzi Rossi, nella zona di Ponte San Ludovico attendono di poter varcare il confine.
Secondo quanto riferito dai volontari, una ventina di loro avrebbe chiesto spontaneamente di recarsi alla stazione, anche per essere sottoposti a visita medica per sospetti casi di scabbia.

Domani comincia il Ramadan. A preoccupare ora è l'inizio del Ramadan, che impone ai musulmani un mese di digiuno dall'alba al tramonto, e potrebbe ulteriormente peggiorare le condizioni di salute dei migranti. Già da giorni, in segno di protesta, gli immigrati hanno rifiutato cibo e bevande e la situazione da domani potrebbe precipitare.

I casi sospetti di scabbia. Quanto ai casi sospetti di scabbia, ha fatto sapere la Croce Rossa che "sono tutti da accertare" e comunque serve uno screening specifico. I cittadini perlopiù provenienti dal Corno d’Africa sono tuttora sorvegliati in attesa delle visite mediche. Lo stesso allarme scabbia, soltanto pochi giorni fa era stato lanciato da Roma, dal quartiere Tiburtino in cui circa 800 immigrati erano stati letteralmente abbandonati all’esterno della stazione privi di ogni genere di prima necessità.

Renzi e Cameron ad Expo. Il premier britannico David Cameron al termine dell’incontro bilaterale con Matteo Renzi ad Expo ha comunicato che la Gran Bretagna collaborerà a risolvere il problema immigrazione. Per affrontare il problema dell'immigrazione serve "un approccio globale per lavorare con i vostri servizi di intelligence in Sicilia, ha spiegato Cameron , dove noi metteremo gente e risorse per provare a interrompere i collegamenti tra la gente che cerca di partire nel Mediterraneo e gli scafisti". Al termine dell’incontro ha poi invitato l’Europa a trovare un accordo in fretta garantendo aiuti oltre che nel Mediterraneo con le navi anche con progetti in Nordafrica per tentare di stabilizzare il paese.
 




UE, IMMIGRAZIONE: TENSIONI SUI RICOLLOCAMENTI

di Christian Montagna

Bruxelles – E’ sempre più aspra la proposta della Commissione Ue sui ricollocamenti urgenti da Italia e Grecia di quaranta mila siriani ed eritrei richiedenti protezione internazionale. Numerose sono state finora le resistenze di paesi che seppure obbligati dal meccanismo stabilito in Commissione cercano di tirarsi indietro. Il prossimo 25 Giugno ci sarà un nuovo vertice dei leader per trovare un compromesso ma, alcune fonti, rivelano l'intenzione di far circolare, in modo informale, in una sorta di primo test, idee e scenari, su cui trovare accordi.

 

Il presidente Jean Claude Juncker afferma: “I governi devono ripartirsi in modo equo e solidale chi chiede protezione internazionale. Persone che non possono essere lasciate alle sole cure di Italia, Grecia, Spagna e Malta. E' un problema di ciascun europeo". In materia c’è grande divisione, molte polemiche e tantissime domande in merito: si mettono in discussione molti dei parametri già scelti come ad esempio il numero delle persone da ricollocare, i fondi a disposizione, e la capacità delle strutture degli Stati.

 

Le prime ad essersi già chiamate fuori sono state Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca. Si teme per gli altri un blocco di minoranza: Paesi baltici, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia sarebbero pronte a combattere il meccanismo obbligatorio. Un terzo dei Paesi invece pare sia ancora incerto sul da farsi.


Solidarietà e responsabilità: sono questi i concetti a cui si appellano i rappresentanti della Commissione. Foto segnalamenti e raccolta di impronte digitali sono le soluzioni a cui auspicano i Paesi “fedeli” all’Ue. Quello dell’immigrazione si appresta a diventare il più grande problema del secolo e per l'Italia la proposta della Commissione è "il minimo che può essere accettato", e se dovesse saltare la solidarietà, anche gli altri punti del programma sarebbero da rivedere.




LIBIA: SALVATI 3.480 IMMIGRATI

di Angelo Barraco
 
Palermo – Si sono svolte 15 operazioni di salvataggio e soccorso per 3.480 migranti nella giornata di oggi. Le operazioni di soccorso sono state coordinate dal Centro Nazionale di Soccorso della Guardia Costiera a Roma del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti. Le imbarcazioni che hanno chiesto aiuto via satellite stamane erano: 9 barconi e 6 gommoni che si trovavano a circa 45 miglia dalle coste libiche. A partecipare alle operazioni di salvataggio sono state le motovedette CP 322, CP 304, CP 282, un aereo ATR42 della Guardia Costiera, unità della Guardia di Finanza e della Marina Militare. Hanno partecipato anche il rimorchiatore “Phoenix”, già impiegato in altre importanti operazioni di soccorso in mare e le navi della Marina militare tedesca “Hessen”, “Berlin” e “Le Eithne”.
 
Giungono comunicazioni in merito ad altri barconi alla deriva a largo delle coste libiche. Vi sono tra i 450.000 e i 500.000 migranti che in Libia attendo di prendere il largo e venire in Italia. Lo dice il Guardian, che cita il capitano Nick Cooke-Priest, comandante della Hms Bulmwark. Federico Fossi dell’Unhc ha detto che su questi dati bisogna avere cautela e che “E' importante non creare allarmismi, se i numeri non sono vericabili e' il caso di prestare attenzione”. Molti immigrati Libici muoiono in mare perché non sanno nuotare e chi viene in Europa ha addosso la paura e il dolore di ciò che ha affrontato. Intanto i soccorsi arrivano dall’Italia, Gran Bretagna e Spagna, la Sicilia ospita e molti centri sono al collasso, ma molte regioni italiane non vogliono ospitare; dov’è il senso d’Europa? Di unione? Luca Zaia, governatore del Veneto ha detto: “"Il Veneto e' una bomba che sta per scoppiare, "In Veneto abbiamo 514 mila immigrati regolari, pari a quasi l'11% della popolazione, di questi 42mila non hanno lavoro. Insieme a Emilia Romagna e Lombardia siamo i piu' accoglienti. Basta”.

Zaia ha attaccato l’esecutivo di Renzi dicendo ha causato una tensione sociale pazzesca e “un ospitalita' diffusa che non e' altro che un invito alla dispersione sul territorio. Siamo alla follia, con un governo inadeguato che sui documenti ufficiali ci invita a gestire la 'fase acuta' dell'immigrazione, quando invece sappiamo tutti che non e' acuta, cronica”. 



EXPO 2015, MATTARELLA: " RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE"

di A.B.

Milano – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato l’Expo e ha tenuto un monito sulla corruzione e ha rivolto un invito ad affrontare il tema dell’immigrazione con saggezza. Il Presidente della Repubblica ha firmato la Carta di Milano a Palazzo Italia, sempre ad Expo. Il Presidente, accompagnato dalla figlia Laura,  è stato accolto da Giuseppe Sala, commissario unico di governo per Expo Milano 2015. Mattarella, parlando dell’argomento corruzione ha detto che “Il contrasto all'illegalità e alla corruzione deve essere severo” e che è necessario recuperare “il bene comune che si fonda su legalità e trasparenza”, ha evidenziato il concetto del bene comune sottolineando che bisogna recuperarlo a pieno facendo prevalere sentimenti di coesione.
 
Ha parlato anche di immigrazione come fenomeno che va affrontato con saggezza e umanità, sottolineando che bisogna accogliere chi scappa e bisogna condannare i traffici indegni, ma soprattutto è necessario puntare “sulla cooperazione, la riduzione delle disuguaglianze”. Mattarella ha detto che “Le guerre il terrore, l'estremismo ideologico e religioso, le carestie e i disastri naturali spingono centinaia di migliaia di uomini a migrazioni di inedite dimensioni. Dobbiamo affrontarle con saggezza e umanità. Accogliendo chi ne fugge. Salvando chi grida aiuto”.
 
In merito all’Expo ha espresso impressioni positive. Ha detto anche: “Dobbiamo rispondere alla domanda se l'umanità sia ancora capace di essere artefice positiva del proprio destino. Perché a questo punto della storia dare cibo e acqua a tutti, e assicurare un futuro all'ambiente, non è più scontato”.



VERTICE UE: SU IMMIGRAZIONE, RENZI ” L’EUROPA DEVE GUARDARE NEGLI OCCHI IL DRAMMA”

di Ch. Mo.


Riga-Torna a parlare di immigrazione Renzi proprio nelle ore in cui si tiene il vertice Ue e si delineano nuovi punti di vista. L’obiettivo del premier di restituire le salme dell’ultimo viaggio della speranza terminato con un ecatombe del mare nel canale di Sicilia cerca consensi tra i colleghi europei. “L’Europa “- dice – “deve guardare negli occhi il dramma”, e ancora “non si può pensare di tenere la nave affondata nel Mediterraneo nascosta agli occhi di tutti”.

Cerca risposte il premier ed è sicuro di riuscire a trovare un’intesa. Sebbene nel vertice Ue in corso non fosse all’ordine del giorno il tema immigrazione, se ne sta comunque parlando.

Intanto, la Mogherini , Alto rappresentante per la politica estera Ue, sottolinea l’importanza di mantenere vivi i rapporti con gli altri paesi durante un commento al vertice sul partenariato orientale tra Ue, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldavia e Ucraina.

GRECIA
Renzi a Riga ha poi affrontato il tema Grecia: “Se la Grecia esce dall'euro sono possibili shock anche per noi". Inoltre, in riga con le dichiarazioni del ministro Padoan, commenta quanto si sta verificando attualmente, giudicando il problema greco strumentalizzato drammaticamente da tutti. Proprio oggi, il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, incontrerà il premier greco Alexis Tsipras a margine del vertice di Riga. 

REGNO UNITO

I negoziati tra Ue e Regno Unito per la riforma dell'Unione avranno "alti e bassi". Lo ha affermato il premier britannico, David Cameron, che conferma: "I britannici avranno diritto di scegliere sulla Ue riformata". 

Cameron inoltre conferma anche  l'intenzione di tenere il referendum sull'uscita della Gran Bretagna dalla Ue alla fine del 2017.




PRATO: OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA CONTRO IMMIGRAZIONE CLANDESTINA CINESE

di Angelo Barraco
 
Prato – È stata eseguita a Prato l’operazione “Passepartout” della guardia di finanza creata per bloccare l’immigrazione clandestina. Grazie a questa operazione si è interrotta una catena criminale costituita da italo-cinesi che, con la complicità di consulenti del lavoro italiani, creavano falsi documenti che attestavano il rapporto di lavoro in favore dei cinesi. Il problema è che questi documenti erano falsi.

Queste carte erano necessarie per i cinesi per potere rinnovare il loro permesso di soggiorno. Grazie all’operazione “Passepartout” è venuto alla luce che esisteva un vero e proprio gruppo criminale composto da circa 15 persone, tra cui imprenditori cinesi e consulenti del lavoro italiani. I consulenti italiani avevano il compito di mettere a disposizione per i cinesi documenti come buste paga, cud e anche dichiarazioni di ospitalità.

Tutti i documenti erano falsificati ma allo stesso tempo erano indispensabili per l’ottenimento del permesso di soggiorno nel nostro paese. I documenti avevano però un costo: la busta paga veniva fatta pagare 100 euro, il cud 400 euro e la dichiarazione di ospitalità 200 euro.

Inoltre gli inquirenti, guidati dal sostituto procuratore Antonio Sangermano, hanno scoperto che i consulenti creavano delle società, che però erano totalmente inesistenti. L’operazione ha visto mobilitarsi un centinaio di militari del comando regionale della Toscana e del territorio. Ricordiamo che l’esito di queste indagini si è avuto da elementi acquisiti durante le indagini del 2013 denominate “false residenze” dove è stato scoperto che un pubblico ufficiale iscriveva, sotto tangenti, cittadini cinesi nelle liste anagrafiche del Comune di Prato. 




IMMIGRAZIONE: MOGHERINI AL CONSIGLIO ONU. PAROLA D'ORDINE COESIONE

di Matteo La Stella

New York– I riflettori sono stati tutti puntati su di lei, l'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza europea Federica Mogherini, ieri al Palazzo di Vetro per presentare la bozza di manovra europea in merito alla risoluzione dell'emergenza migranti, confidando nell'intervento risolutivo delle Nazioni Unite. I punti cardine della bozza presentata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sono 4, tra questi la ripartizione dei richiedenti asilo tra i 28 paesi della UE, che appare ancora essere quello più controverso. L'Italia, secondo la bozza, sarebbe costretta a passare alla UE la gestione dell'accoglienza sulla penisola, operando solo da supporto ad organi internazionali.


A Palazzo di Vetro
Per l'emergenza- “Senza precedenti”- serve una- “risposta eccezionale e immediata”-. Parole del Ministro degli affari Esteri UE Federica Mogherini, intervenuta ieri al Consiglio Di Sicurezza delle Nazioni Unite per ricevere l'appoggio delle stesse nel portare avanti un'ipotesi di strategia volta a limitare gli sbarchi di migranti sulle coste europee .- “Per noi è un dovere morale”- agire nell'immediato, per “affondare” ai blocchi di partenza -”il modello di business dei trafficanti di immigrati ed essere sicuri che i barconi non vengano più usati”- dice Mogherini, sottolineando come gli asset in senso lato debbano essere in un secondo momento distrutti.


Poi arriva l'appello all'ONU.
La Mogherini si dice pronta a salpare ma aggiunge -” non possiamo agire da soli, abbiamo bisogno di partnership, deve essere uno sforzo comune e globale. Dobbiamo lavorare in partnership con la Libia per combattere i trafficanti di migranti". 
Ed è proprio in vista dell'eventuale mandato d'operazione navale in Libia, su cui si sta lavorando a Bruxelles, che l'ex ministro degli esteri punta a coinvolgere l'ONU, per compiere un'azione sinergica che rimanga, -”Possibilmente”- in un quadro di legalità internazionale. Il mandato, verrà sottoposto il 18 maggio al Consiglio Europeo dove ci sarà la possibilità -”Di prendere subito la prima decisione”-. La Mogherini ricerca anche l'appoggio delle autorità libiche, auspicando un governo di unità nazionale nel paese nord africano: "Ma non possiamo aspettare per combattere i trafficanti e per salvare le vite umane".
Inoltre, nel suo discorso, ci tiene a precisare che- "Migranti e profughi non saranno rimandati indietro. Voglio essere chiara su questo. La Convenzione di Ginevra sarà pienamente rispettata".
La Mogherini, inoltre, afferma di aver riscontrato un alto livello di comprensione da parte dell'ONU, perchè smantellare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo è un modo per salvare vite umane. Il Consiglio di Sicurezza condivide inoltre il senso di urgenza e la Mogherini spera in tempi di risoluzione ragionevoli.

La risposta Libica Giunge in serata la contropartita tagliente dell'inviato libico alle Nazioni Unite  Ibrahim Dabbashi : "Non permetteremo  un'operazione militare in Libia. Consentiremo solo un'azione coordinata tra l'Ue ed il governo legittimo di Tobruk, che sia un'azione umanitaria". Un monito accompagnato dalla precisazione che "la maggiore preoccupazione è la sovranità della Libia". Il governo libico, dice Dabbashi -"Non è stato consultato dall'Unione europea, ci hanno lasciato all'oscuro delle loro intenzioni e del tipo di azioni militari che stanno per prendere nelle nostre acque territoriali" . Una dichiarazione, quella rilasciata per la BBC da Dabbashi che va a braccetto con quella che nei giorni scorsi aveva lanciato il capo delle forze del governo di Tobruk, generale Khalifa Haftar, lasciando intendere che saranno ben accette solo le azioni umanitarie che non oltrepasseranno le loro stesse prerogative, poiché alcune decisioni spettano solo all'esercito libico.

La bozza operativa Il modello operativo presentato al Consiglio di Sicurezza si basa 4 punti fondamentali: Aiuti ai paesi di origine e di transito dei migranti, controlli alle frontiere in Libia e nei paesi confinanti, una serie di missioni contro le organizzazioni criminali e gli scafisti oltre al meccanismo di ripartizione degli immigrati tra i 28 stati mebri della UE. I 20mila rifugiati previsti sarebbero smistati in base al PIL, al numero di abitanti, al tasso di disoccupazione e al numero di richieste d'asilo già presentate a monte dell'azione congiunta. Sarebbero stanziati, inoltre, 190 milioni di euro: 50 per reindirizzare i rifugiati, 30 per i programmi nei paesi terzi, un centinaio per Triton e una decina per altri fondi. In soldoni, il doppio di quanto oggi dispone la UE per far fronte all'immigrazione. Il “pacchetto operativo” non dovrebbe di certo intimorire L'Unione, -"non ci sono problemi di soldi" – sostengono fonti europee, dato che l'Europa è il primo donatore mondiale e può attingere ad un fondo per cooperazione e sviluppo da 20 miliardi di euro.

DALL'ITALIA
L'Italia, stando al piano risolutivo presentato in consiglio di sicurezza, dovrebbe accogliere circa 2000 richiedenti asilo. Numero irrilevante se si pensa ai 130mila sbarcati solo nel 2014 sulle coste nazionali. Il cambiamento inedito avverrebbe, invece, per quanto riguarda il sistema di accoglienza italiano, che andrebbe a finire direttamente nelle mani di Frontex, dell'Ufficio UE per l'asilo e di Europol. Stando alla “strategia risolutiva” infatti, questi organi devono intervenire per quanto riguarda l'accoglienza fianco a fianco con gli Stati, così da facilitare la segnalazione dell'extra comunitario. Inoltre, sarebbero impegnati a cooperare con gli stati per la costruzione di centri di smistamento europei, dove i cittadini non comunitari dovranno essere ospitati fino ad identificazione avvenuta.
Intanto, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella risponde così ai giornalisti che lo incalzano, a Madrid, sul presunto intervento dell'Italia alla guida di una missione internazionale:- "Siamo in attesa di una risoluzione delle Nazioni Unite, e poi dobbiamo ascoltare i libici, occorre il loro consenso. Questo caratterizza l'azione del nostro Paese" -. Anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in un'intervista rilasciata alla CNN, riferisce in una nota rilasciata dalla Farnesina che-  "il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adotti la risoluzione proposta dai Paesi europei, basata sul capitolo VII della Carta dell'Onu”-. L'operazione risolutiva pertanto- "fornirebbe una cornice di legalità internazionale per poter condurre operazioni mirate all'identificazione e distruzione delle imbarcazioni dei trafficanti di migranti prima che queste partano". 




IMMIGRAZIONE, OBAMA: "IN LIBIA E' CAOS". BAN KI-MOON TELEFONA A RENZI

In Libia è il caos più totale. In un'intervista tv, interviene per la prima volta sulla tragedia del Canale di Sicilia anche Barack Obama, puntando il dito soprattutto sulla instabilità politica della Libia: "Il problema dei rifugiati è in gran parte il risultato di conflitti tribali e differenze religiose in Libia, che stanno creando il caos". Ma – sottolinea il presidente americano – le vittime del disastro vengono da varie parti dell'Africa e del Medio Oriente e fuggono da guerre, povertà e persecuzione. "Dobbiamo rimanere concentrati su questa visione: il Medio Oriente e il Nordafrica stanno attraversando un periodo di cambiamenti che non vedevamo da una generazione. Penso – ha proseguito Obama – che il mondo islamico stia attraversando un processo dove è necessario isolare e respingere ogni tipo di estremismo, come quello che vediamo incarnato nell'Isis. Ci vorrà tempo"

Renzi e Ban Ki-moon al telefono. Apprezzamento per il ruolo dell'Italia e una convinzione comune della "responsabilità condivisa" della comunità internazionale di proteggere migranti e profughi che si imbarcano nel pericoloso viaggio nel Mediterraneo per raggiungere l'Europa: questo il tenore della telefonata tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che sta preparando il vertice Ue di domani, e il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Ban – nel corso della telefonata a Renzi il cui contenuto è stato reso noto dalle Nazioni unite – ha sottolineato il bisogno di assicurare un "robusto meccanismo congiunto europeo di ricerca e salvataggio in mare". Il segretario generale Onu ha anche fatto presente la necessità di assicurare percorsi sicuri e regolari di migrazione e accesso a protezione per i migranti. L'emergenza immigrazione è arrivata in Consiglio di sicurezza. In una dichiarazione alla stampa, i membri del massimo organo di governo politico del mondo hanno espresso "forte solidarietà" ai paesi coinvolti dal traffico illegale dei migranti e "profonda preoccupazione" che l'impatto di questo traffico ha sulla stabilità regionale. "La voce dell'Italia è stata ascoltata, non solo a Bruxelles ma anche a New York", ha detto il rappresentante permanente italiano all'Onu Sebastiano Cardi, sottolineando come la dichiarazione del Consiglio sia "un passo significativo in un percorso che passa per il vertice europeo di giovedì per arrivare a misure per debellare il fenomeno del traffico illegale con il sostegno dell'Onu e in una cornice di legalità internazionale"




ADESSO L'EUROPA RISOLVE L'IMMIGRAZIONE CON UNA OPERAZIONE MILITARE

Redazione

E desso si parla di attacco armato. L'Italia "proverà a puntualizzare alcuni impegni concreti" prima del Consiglio Europeo di giovedì: interventi nei Paesi d'origine, distruzione dei barconi, raddoppio di Triton, ricollocazione d'emergenza condivisa tra tutti i Paesi, collaborazione con le Nazioni Unite, sforzo comune alle frontiere meridionali della Libia", ha affermato Matteo Renzi. "Le donne e gli uomini che stanno salvando vite umane nel Mediterraneo ci rendono orgogliosi dell'Italia e di quello che stiamo facendo. Ma ieri per la prima volta l'intera Europa si è mostrata attenta e solidale, con alcuni impegni concreti che proveremo a puntualizzare nelle ore che ci separano dal Consiglio Europeo di giovedì". "Se davvero finalmente alle parole scritte corrisponderanno fatti concreti per l'Europa sarà un primo passo", ha scritto il premier su Facebook, in vista del Consiglio europeo straordinario sull'immigrazione. "Ma la strada da fare è ancora tanto lunga – aggiunge – davanti al dolore dell'Africa e agli schiavisti del ventunesimo secolo non è possibile voltare la testa dall'altra parte. L'Italia c'è e sta facendo ciò che stiamo vedendo consapevole di portare sulle spalle secoli di valori e di civiltà".

Intanto si pensa ad "un'operazione militare" per colpire i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, così Natasha Bertaud, uno dei portavoce della Commissione Ue.

Dal racconto dei sopravvissuti all'ecatombe avvenuta due giorni fa nel canale di Sicilia emergono sempre più dettagli su quanto accaduto. Lo scafista – raccontano i superstiti – forse nel tentativo di nascondersi avrebbe condotto il barcone contro una nave mercantile portoghese, la King Jacobs che era arrivata nelle vicinanze per prestare soccorso. Una versione confermata anche dai pm di Catania secondo i quali il naufragio sarebbe dovuto a due cause: lo spostamento dei migranti sull'imbarcazione, che era sovraffollata, e l'errata manovra dello scafista che l'ha portata a collidere con il mercantile King Jacobs.

Secondo i pm "non è stato ancora possibile accertare il numero dei morti" nel naufragio in Libia, perché i superstiti riferiscono di cifre comprese tra i 400 e 950 passeggeri, ma "secondo alcuni sopravvissuti sentiti su nave Gregoretti e un report del mercantile portoghese si stima che a bordo del barcone ci fossero circa 850 migranti".

"E' nostro dovere fare di più per evitare queste stragi", ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Diciotto dei 28 scampati alla tragedia hanno trascorso la notte al Centro accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Mineo. Erano sulla nave Gregoretti della guardia costiera con la quale sono sbarcati poco prima di mezzanotte nel porto di Catania. Sull'imbarcazione erano complessivamente 27 i superstiti e tre di loro sono accompagnati dalla polizia di Stato in una struttura riservata per essere sentiti come testimoni. La loro ricostruzione dei fatti è ritenuta importate dalla Dda della Procura di Catania che vuole 'cristallizzare' e tenere 'incontaminata' la loro ricostruzione. 




IMMIGRAZIONE, IL COMMISSARIO UE: "L'ITALIA SI TROVA SOTTO PRESSIONE"

di Angelo Barraco

Bruxelles –  Il Commissario Ue agli Affari interno e all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, a seguito degli sbarchi avvenuti in Italia in questo ultimo periodo provenienti dal Nord Africa ha detto: “L’Italia si trova in questo momento sotto pressione” e ha aggiunto “dobbiamo sostenerla e aiutarla”.  Avramopoulos è consapevole che l’emergenza immigrazione richiede un’azione imminente a livello europeo e ha annunciato che si recherà in Sicilia la settimana prossima ed incontrerà Angelino Alfano, ministro dell’Interno e farà visita ai centri d’accoglienza che ospitano i numerosissimi immigrati sbarcati sul nostro territorio.  Avramopoulos ha parlato di ciò a termine dell’audizione all’Europarlamento incentrata su questo tema, ha detto anche: “Gli Stati hanno gia' avuto fondi europei per affrontare l'emergenza e siamo pronti a stanziarne altri, ma non si tratta solo di questo, quanto anche di mettere a punto una strategia a lungo termine”. Avramopoulos ha ricordato che finora c’è stato un approccio frammentato al problema ma “ora vogliamo che sia comune e completo”. Ha ricordato inoltre che la Commissione è a lavoro su una strategia che fissi i caposaldi della nuova politica Ue. 



IMMIGRAZIONE, PERICOLO CONTAGIO TUBERCOLOSI: POSSIBILE FOCOLAIO INFETTIVO IGNORATO

Redazione
Il fatto del rischio salute per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine ed in ispecie dell’UNITA’ Rapida di intervento sembra non interessi poi molto le rappresentanze dicasteriali tanto degli Interni quanto della Sanità. Lo dichiarano in una nota congiunta Michel Emi Maritato, Presidente di AssoTutela e l’Avv. Luisa Cicchetti, responsabile del Settore Legale e Giuridico dell’Associazione.
Nonostante l’allarme lanciato dagli scriventi circa le inesistenti misure di profilassi degli appartenenti URI, riprese dalla stampa delle ultime settimane, nessun provvedimento è stato preso in loro favore.
Anche la  recente richiesta dei medesimi Poliziotti URI  di essere sottoposti ad esami di controllo resisi necessari dalla reiterata esposizione di questi agli agenti pato-infettivi portati dai migranti con cui sono stati a diretto contatto nei porti di POZZALLO ED AUGUSTA,  è stata sinora ignorata dal DIRETTORE CENTRALE DELL’IMMIGRAZIONE E DELLE FRONTIERE , GIOVANNI PINTO, il quale come anche fece immotivatamente sul finire dell’anno appena passato ha nuovamente comunicato agli addetti URI,  sezione di specialisti in materia di immigrazione e rifugiati politici,  la disgregazione di questa entro il Settembre p.v.
Invero, tutte le forze dell’ordine sono dal punto di vista sanitario lasciate allo sbando nonostante le infondate asserzione dei vertici del Dicastero degli Interni secondo le quali i relativi appartenenti assegnati a mansioni a “rischio” sarebbero monitorati in via preventiva. Smentiscono tali “rassicurazioni” i casi di TBC accertati  in seno alle questure siciliane.
Non può nuovamente sorprenderci la decisione del Dr. Pinto, di segno contrario alle evidenti necessità del Paese che mai come in questo periodo non potrebbe far a meno dell’ intervento pronto e specialistico di professionisti per lo smaltimento di migliaia di pratiche generate non solo dall’arrivo massivo dei profughi degli ultimi mesi, e così sarà sinchè le condizioni del mare lo permetteranno, ma anche dall’atavico arretrato dei singoli Uffici Immigrazione delle singole questure dell’Italia.
Come facemmo nel Dicembre scorso, si chiede al Ministro Alfano e superiormente al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi di porre la massima attenzione sulle ingiustificate decisioni di smembramento dell’URI che il Dr. Pinto da troppo tempo minaccia e  dispone, peraltro senza alcun confronto con le rappresentanze sindacali di categoria che pure sono intervenute.
Non ultimo ai medesimi capi istituzionali si chiede conto in merito al disinteresse dimostrato e reiterato da parte della citata Dirigenza URI tanto  per la salute pubblica quanto per i singoli poliziotti. Ognuno degli  appartenenti URI, lasciato intervenire agli sbarchi senza le dotazioni minime di sicurezza previste dallo stesso Ministero degli Interni, rappresenta con evidenza un veicolo patogeno per la società.
Riteniamo che la tracotanza ed alterigia dei soliti noti abbia raggiunto, anzi superato, ogni ulteriore tolleranza.
Speriamo che tanto il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi quanto il Ministro Alfano non si aggiungano al “coro dei silenti e degli indifferenti”.

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