La discarica di Monte Carnevale finisce in manette. Chiesto approfondimento per determina su TMB di Guidonia

GUIDONIA MONTECELIO (RM) – Sarebbero stati commessi illeciti sulla discarica di Monte Carnevale, sito individuato dall’Amministrazione di Roma Capitale, contestato dai cittadini.

Per questo sono finiti agli arresti domiciliari sia Flaminia Tosini, vicesindaco del Comune di Vetralla e dirigente dell’area rifiuti della Regione Lazio, che Valter Lozza, amministratore della società NGR Srl e MAD Srl, operanti nel settore.

Pesanti le accuse: corruzione, concussione e turbata libertà procedimento scelta del contraente. Un terremoto in altre parole, che scuote, e non poco, i piani alti della Regione quanto del Campidoglio, e sicuramente avrà pesanti ripercussioni. Anche a livello politico.

Le ordinanze di custodia sono scattate questa mattina. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale, Lozza avrebbe ottenuto indebitamente l’autorizzazione, per la società ‘Ngr Srl’, per la trasformazione della discarica per i rifiuti inerti di Monte Carnevale, a nuovo sito di smaltimento dei rifiuti derivanti dal trattamento di RSU di Roma.

La notizia fa subito il giro. Inevitabili le reazioni. «Non mi avete mai creduto», scrive Francesco Storace sulla pagina Facebook, “ora potete rileggere tutte e magari scusarvi per aver sottovalutato anni di denunce». «Ora sia lanciata in pace Valle Galeria“, tuona il presidente della commissione regionale ai rifiuti, Marco Cacciatore: “In passato ho fatto ogni tipo di attività, compresi gli esposti, per oppormi all’individuazione di Monte Carnevale come discarica di Roma. Mi sono scagliato contro atti sia comunali che regionali che non mi convincevano per niente, a cominciare dalla delibera di Giunta Capitolina che, vergognosamente, decise il sito. Non dovrebbero essere le Procure a sanare i vuoti lasciati dalle istituzioni negli anni, o a compensare le decisioni folli come quella delibera di individuazione. Spero che ora la Sindaca – conclude l’esponente Verde – vada a revocare quella delibera di Giunta e che vengano riviste tutte le procedure. A Monte Carnevale non ci sono i presupposti per realizzare una discarica simile. Anzi, una mostruosità”.

Sulla vicenda, il Presidente della commissione Ecomafie della Camera Stefano Vignaroli precisa che «se sono stati commessi illeciti sulle autorizzazione del sito di Monte Carnevale lo accerteranno i magistrati. Tuttavia – recita il comunicato – vorrei sottolineare come la commissione Ecomafie avesse la consapevolezza delle criticità ambientali legate a miniere e cave dismesse, tanto da aver avviato un’inchiesta su questo tema. Quanto accaduto questa mattina conferma l’importanza dell’argomento. La commissione Ecomafie aveva notato fin da subito aspetti critici meritevoli di ulteriore approfondimento rispetto alla decisione di realizzare nella cava esaurita di Monte Carnevale la nuova discarica di rifiuti urbani di Roma. Un anno fa, a marzo 2020, alla vicenda erano state dedicate specifiche audizioni in cui era stata sentita anche la dottoressa Flaminia Tosini. Quanto emerso aveva confermato le perplessità della commissione. Da qui la decisione di inserire Monte Carnevale tra i casi esemplari di approfondimento nell’ambito dell’inchiesta sugli aspetti ambientali legati a miniere e cave dismesse». «Nelle prossime settimane la Commissione approverà una relazione su un altro caso di smaltimento di rifiuti in una cava esaurita, quella situata nel parco naturale di Montioni, in provincia di Grosseto», conclude il presidente Vignaroli.

Gli echi della vicenda giudiziaria, la prima prova della neonata alleanza Pd-M5S in ambito regionale, raggiungono, naturalmente, Guidonia-Montecelio, comune alle porte della Capitale. Sul piede di guerra per la determina dell’8 marzo scorso, numero G02450, emessa dalla Direzione regionale alle politiche ambientali e ciclo dei rifiuti, sorretta proprio dalla Tosini. Che autorizza l’attivazione del TMB dell’Inviolata di Manlio Cerroni. Fatto non di certo secondario, considerate le criticità ambientali e sanitarie incombenti sul territorio, flagellato com’è dalla presenza della mega-discarica, alle spalle del nuovo impianto, ancora da bonificare, di un’ulteriore discarica, quella a Castelverde/Lunghezza, e del TMB a Rocca Cencia. Da decenni in cima alle cronache per il tanfo nauseabondo e l’alta incidenza di malattie oncologiche riscontrate nella zona.

“La notizia dell’ordinanza in questo momento storico, subito dopo le autorizzazioni rilasciate per la messa in esercizio del TMB di Guidonia, ci fanno ancora sperare nella giustizia», dicono dal CRA – Comitato Risanamento Ambientale. “Ci auguriamo che possa essere il primo step per fare emergere la verità anche per il nostro territorio e speriamo bloccare atti già autorizzati su Guidonia Montecelio dalla dirigente della Regione”. “Chiediamo alla Regione un’ulteriore approfondimento su quel provvedimento specifico”, dichiara il consigliere comunale Claudio Zarro, “il TMB si inserisce in un tessuto che è simile a quello di Monte Carnevale. Occorre prestare la massima attenzione”.




Guidonia, impianto TMB: convocata audizione in Regione. Zarro prepara lo “scacco matto” per i pentastellati

GUIDONIA (RM) – Monnezza o non monezza, miasmi o non miasmi?», direbbe un Amleto moderno, catapultato a Guidonia, nel parco naturalistico dell’Inviolata, riconosciuto dalla Regione Lazio, che nel suo ventre ospita la megadiscarica, seconda solo a Malagrotta, e l’impianto di TMB pronto a partire e a raccogliere, secondo l’autorizzazione rilasciata, 190mila tonnellate di rifiuti l’anno, cioè, facendo un rapido calcolo, l’indifferenziato prodotto da circa 3 municipi romani. La sua attivazione continua a preoccupare, considerati gli effetti del vicino impianto di Rocca Cencia, al di là della Tiburtina, e proprio per questo torna prepotentemente alla ribalta della cronaca non solo cittadina, dopo la pausa estiva. Anzi, dopo il sit-in del 7 agosto, organizzato dal Comitato Spontaneo “NO TMB Guidonia” e dal Consigliere Comunale Claudio Zarro (Gruppo Misto),e l’approvazione del Piano Rifiuti da parte del Consiglio Regionale.

Audizione in Regione

Si parte con l’audizione in Regione in programma per martedì 8 settembre alle ore 12, convocata congiuntamente, in modalità telematica, dalle commissioni regionali “Agricoltura, ambiente” e “Urbanistica, politiche abitative, rifiuti”. «Ascoltiamo i territori», afferma Marco Cacciatore, Presidente di quest’ultima, sua la proposta dell’ATO a sé stante di Roma, un passaggio fondamentale, prima osteggiata dal Pd-M5S, poi ripresa e inserita nel “Piano Rifiuti” dall’Assessore Massimiliano Valeriani.

Invitato a partecipare insieme a Flaminia Tosini Direttore Regionale “Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti” e al Comune di Guidonia: il Sindaco Michel Barbet, l’assessore Antonio Correnti e i consiglieri di maggioranza Alessandro Cocchiarella, Giuliano Santoboni e Matteo Castorino. Invitati inoltre Carmine Laurenzano (“Fonte Nuova è Nostra”), Marco Gliardini (“Comitato CRA”), Umberto Calamita (“Amici dell’Inviolata”), Andrea Lucente (“Comitato di Risanamento Ambientale”) e lo stesso Comitato Spontaneo. «Occasione importante per ribadire la nostra netta contrarietà», spiegano, «quello di Guidonia è un territorio con un’alta concentrazione di impianti industriali, devastato dai roghi tossici e dove insiste una discarica che ancora aspetta un’adeguata bonifica. Attivare il sito significa aumentare gli agenti inquinanti nell’aria. E poi è troppo vicino all’impianto di Rocca Cencia. La politica deve ragionare, le disgraziate lacune del Campidoglio non possono sempre ricadere sul nostro quadrante che, in termini di rifiuti, ha già pagato pesanti cambiali». Dal Comitato poi aggiungono: «Ci stiamo strutturando, nei prossimi giorni contatteremo i cittadini che al sit-in del 7 agosto hanno dato la loro disponibilità, intendiamo creare un soggetto forte per la difesa dell’ambiente e della salute. Subito dopo l’audizione organizzeremo una nuova manifestazione».

L’ordine del Giorno

La protesta passa inoltre attraverso l’importante Ordine del Giorno presentato il 31 agosto dal Consigliere Claudio Zarro, che dovrebbe essere calendarizzato dalla Presidente del Consiglio prima del 15 settembre, data l’urgenza e il Regolamento Comunale.

«Conoscete il mio impegno su questo tema», esordisce l’esponente politico nel video pubblicato su facebook, divenuto subito virale. Il provvedimento, sottoscritto anche dalle consigliere Anna Checci e Lorena Roscetti, impegna l’Amministrazione ad «attivare tutti gli strumenti previsti dalla Legge Regionale n.13 del 19 luglio 2019 che consente la richiesta da parte dell’ente Comune alla Regione Lazio, di agire per tutelare quei siti già contaminati e/o inquinati», al fine di ottenere da quest’ultima il riconoscimento dell’«area dell’Inviolata come ad elevato rischio di crisi ambientale».

E ottenuto questo, il resto dovrebbe venire da sé, in quanto nei siti identificati come tali è vietato qualsiasi tipo di iniziativa capace ad appesantire ulteriormente le condizioni sanitarie e ambientali. Quindi il TMB subirebbe uno stop a prescindere, considerato il fatto che all’Inviolata, dove sorge, è stato riscontrato, stando alle rilevazioni dell’ARPA, «uno stato di inquinamento che per qualità e quantità degli inquinanti, è di sicuro dovuta all’attività di discarica», chiuse le virgolette.

La mossa è di certo sottile, rappresenta, se vogliamo, un chiaro scacco al re alla maggioranza pentastellata, capitanata da Barbet.

«È uno strumento legislativo reale, non mi sono inventato nulla, utile per impedire l’attivazione dell’impianto», commenta Zarro, «è stato utilizzato dal Comune di Patrica per difendere la Valle del Sacco. Mi chiedo perché la Giunta non si sia mossa prima». Infatti, perché? Nonostante tutto, il consigliere auspica un’ampia condivisione dell’atto, «questi temi non hanno colore politico», ribadisce, ma finora, contrariamente alle aspettative, non c’è stata alcuna presa di posizione ufficiale. «L’Amministrazione dice una cosa e ne fa un’altra», incalza infine Zarro, «è vero che si dice contraria al TMB ma poi per il bando sui rifiuti ha utilizzato tariffe come se l’impianto fosse operativo. A questo punto vediamo come si muoverà in Aula con l’Ordine del Giorno che, redatto anche grazie ai suggerimenti del consigliere Cacciatore, recepisce una legge regionale votata dal Pd e dal M5S».




Guidonia, oggi la mobilitazione cittadina contro l’impianto TMB: gli ex 5 stelle Marco Cacciatore e Claudio Zarro in prima linea per dire no

GUIDONIA (RM) – Mobilitazione a Guidonia-Montecelio per dire un «no al TMB dell’Inviolata», alla spalle della megadiscarica, seconda solo a Malagrotta, nel cuore del Parco Regionale Archeologico Naturale. «Il nostro territorio ha già dato», attacca Claudio Zarro, organizzatore e consigliere comunale, «c’è un’alta concentrazione di siti industriali e di roghi tossici che minano l’ambiente». L’appuntamento è per oggi pomeriggio, 7 agosto, alle ore 17.30 al Parco Giochi in prossimità dello svincolo autostradale del comune, di fronte a Bartolini. Con distanziamento fisico, ovviamente.

L’ Obiettivo è «dare un futuro sostenibile ai nostri figli, ai nostri nipoti, la difesa della salute è trasversale», riprende Zarro, «intendiamo sensibilizzare tutti i cittadini di Guidonia e dei territori limitrofi». E cioè, il VI Municipio di Roma e oltre, al di là della Tiburtina. «Dove insiste un’altra discarica simile all’Inviolata e il TMB di Rocca Cencia», fa eco il Comitato Spontaneo No TMB Guidonia, «coi suoi miasmi nauseabondi, a soli 14 chilometri da qui.  Non siamo contrari alla chiusura del ciclo dei rifiuti, troviamo assurdo che sia sempre il nostro quadrante a pagarne le conseguenze. La salute prima di tutto». Tra l’altro c’è il progetto di realizzare un impianto di Biogas a Lunghezza, ancora più vicino, e un’altra discarica sotto Villa Adriana, nel Comune di San Gregorio da Sassola. Per non parlare dei fumi alla diossina che si levano quasi ogni giorno dall’Albuccione, Salone e Salviati, tanto per gradire. «Basta, si devono ficcare in testa che non siamo il territorio della monnezza», risponde il Comitato, «occorre unire le forze. Invitiamo a partecipare massicciamente al sit-in, l’aria che respiriamo non ha confini, e a certificare la propria contrarietà firmando la petizione online [cliccare qui]».

Dalla Pisana, arriva il sostegno di Marco Cacciatore, Presidente della Commissione regionale sui Rifiuti, nettamente contrario al Piano della gestione e raccolta della Regione Lazio. «Parteciperò al sit-in di oggi», dichiara perentorio, «resto accanto ai territori, soprattutto a quelli preziosi come l’Inviolata, troppo vulnerabili. Nell’approvazione del Piano dei Rifiuti non si è risolta l’improbabile e poco opportuna localizzazione del TMB di Guidonia e non si risolve la troppo confusa e affrettata vicenda, che ha portato alla nuova autorizzazione. L’unico aspetto positivo deriva dal fatto che Roma è obbligata all’autosufficienza, pertanto la quantità di rifiuti ora previsti è, in questo primo momento, impossibile da giustificare razionalmente».

Infatti, secondo quell’autorizzazione, al momento rimasta tale, l’impianto dovrebbe smaltire una mole di immondizia pari a 190mila tonnellate l’anno. Un’enormità. «Noi diciamo no», riprende il consigliere comunale Zarro, «il TMB va dismesso, completamente». Per il Comitato Periferie Roma Est, in prima linea per l’alleggerimento e la conversione di Rocca Cencia, quella di Guidonia è una «battaglia sacrosanta», scrive il Presidente Marco Manna, «ci scusiamo per la nostra assenza, esprimiamo, comunque, la nostra solidarietà a all’iniziativa. È una battaglia di dignità e tutela della salute», prosegue, «che prima di tutto sancisce la nostra lungimirante Costituzione Italiana. Vi auguriamo di avere la caparbietà e la pazienza di porvi sempre con la prospettiva di affrontare questo così delicato e complesso tema, sempre con uno spirito solidaristico, senza farsi mai accecare da egoismi territoriali che oltre a non portare a nulla potrebbero portare a, come si dice, spostare il problema da una parte per portarlo da un’altra parte. Ci auguriamo e ne siamo convinti che le vostre battaglie saranno un ulteriore supporto alle tante battaglie ambientaliste volte a far comprendere ai decisori istituzionali l’idea che la salute non si baratta con niente e che lo sforzo che dovranno mettere in campo dovrà essere rivolto a superare con sistemi sostenibili e di prossimità queste situazioni ingiuste e insostenibili».

Le adesioni alla manifestazione non mancano, in molti in queste ora stanno facendo sentire la propria voce, il grido di disapprovazione. C’è poi chi dice che questa è soltanto una manovra politica: «consigliamo a costoro di farsi un giro a Rocca Cencia e di dare un’occhiata alla relazione della dottoressa Paola Michelozzi, Direttore dell’Unità di epidemiologia ambientale del Servizio Sanitario del Lazio», risponde il Comitato Spontaneo, «la quale conferma che le aspettativa di vita alla nascita in quella zona sono di tre anni inferiori rispetto a chi nasce e vive nel centro della città. Le polveri sottili (Pm10) sono così tanto e così di frequente al di sopra dei limiti e questo aumenta, e di molto, il rischio di ammalarsi di tumore. Dalle rilevazioni il fattore di rischio a Rocca Cencia si aggira tra l’11 e il 21% in più. Ovvero 9 punti percentuali sopra la media. Anche gli animali non hanno scampo. Parlassero con il signor Gianfranco Biagetti, se ne hanno il coraggio, che ha perso il figlio e il fratello, morti di cancro, oppure con altri che, come lui, piangono i propri cari. Stessero attenti a quel che dicono o scrivono, se non vogliono finire in Tribunale». Il messaggio è chiaro, esplicito il concetto, basta negazionismo.   




Lazio, il Piano sulla gestione dei Rifiuti arriva in Consiglio Regionale. Il Presidente della Commissione Marco Cacciatore all’attacco: “Sito scelto dalla Raggi contrario al suo programma elettorale”

Arriva al Consiglio Regionale del Lazio il “Piano sulla gestione dei Rifiuti” e Marco Cacciatore, Presidente della Commissione, fa il punto della situazione.

“Non ho potuto condurre i lavori in commissione, chiusura al confronto. La maggioranza lascia discutere per tre giorni e poi cala il maxiemendamento”. Promette battaglia in Aula, lo ha scritto di recente in un post su facebook, anche perché ha presentato un emendamento per creare l’ATO a sè stante di Roma, che consentirebbe alla Capitale, in perenne crisi, di chiudere il ciclo rifiuti e evitare la realizzazione di altri impianti «al di fuori dei confini comunali».

Nella stimolante intervista, rilasciata a L’Osservatore d’Italia, Marco Cacciatore parla a ruota libera. Entra nel merito del TMB di Guidonia, rispetto al quale è stata lanciata una petizione online sulla piattaforma change.org per scongiurarne la riattivazione, e del TMB di Rocca Cencia, consapevole com’è delle preoccupazione degli abitanti di quelle zone. “Rimanere accanto alle esigenze della cittadinanza», afferma chiaramente, «con proposte fattibili. Il TMB dell’Inviolata non può sorgere, mentre Rocca Cencia ha bisogno di misure concrete per alleviare l’impatto che rende quel quadrante invivibile”.

Infine, la rottura con il M5S, che secondo il Presidente della Commissione, “deve uscire dalle logiche politiche di palazzo. Sono stato oggetto di un provvedimento disciplinare da parte del Movimento per aver presentato un esposto contro la discarica di Monte Carnevale“. Il sito scelto dall’Amministrazione di Virginia Raggi, “contrario al suo programma elettorale”, tuona. “Questa e le altre decisioni mi hanno spinto a lasciare. Ricordo che la raccolta indifferenziata è ferma al 40%. Basta con politiche a misura di comunicato stampa”. L’intervista va ascoltata con attenzione per meglio comprendere dove si è inceppato il meccanismo amministrativo.




Petizione contro il TMB di Guidonia. E San Gregorio vota per una nuova discarica

Ora la possibile riattivazione del TMB di Guidonia incute timore. Anche oltre i confini comunali, al di là della Tiburtina, nel versante est del Municipio Roma 6, che ospita la discarica di Castelverde, tra via Massa San Giuliano e Lunghezzina, e l’altro TMB, quello di Rocca Cencia, finito in parte commissariato dalla Procura di Roma,stante la scarsa qualità dei rifiuti prodotti dalla struttura. Un incubo rispetto al quale è sorto il “Comitato Spontaneo” che, in questa prima fase, ha lanciato una petizione sulla piattaforma change.org, chiedendo «la dismissione e la delocalizzazione immediata dell’impianto» [per sostenerla cliccare qui].

La petizione rileva come l’esercizio del TMB è stato sospeso nel 2014 per «le note vicende giudiziarie» e che nel giugno scorso l’impianto è stato «dissequestrato con sentenza del Tribunale di Tivoli». Pronto all’uso, in definitiva, salvo ripensamenti. «Questa iniziativa nasce per pungolare le Istituzioni», riferisce il Comitato, «l’impianto si trova in un’area vincolata, nel parco naturalistico dell’Inviolata, e si inserisce in un quadrante, compreso tra Guidonia e il Municipio Roma 6, già fortemente compromesso sotto il profilo ambientale e sanitario, che ha già dato in termini di rifiuti. Dove, tra l’altro», incalza, «è stata riscontrata un’alta percentuale di malattie oncologiche e respiratorie per la concentrazione di siti industriali. Solo a Guidonia se ne contano 5, senza considerare la discarica dell’Inviolata. Altra immondizia, altro viavai di camion. È mai possibile che si ricordano di noi solo per scaricare rifiuti? Mah!».

Tra i destinatari Marco Cacciatore, consigliere e presidente della commissione rifiuti della Regione Lazio, uscito dal M5S, perché in forte contrasto, e approdato al Gruppo Misto. Il quale sulla vicenda, annosa, ha presentato, nei giorni scorsi, un’interrogazione dettagliata, in segno di protesta. «Il via libera consente il trattamento di una quantità di rifiuti molto maggiore rispetto alle necessità del territorio limitrofo. Tutto fa pensare che l’autorizzazione riguardi quindi anche i rifiuti della Capitale, altrimenti perché si parlerebbe di 190.000 tonnellate? E arriva proprio quando, con la discussione sul Piano Regionale Rifiuti alle porte, è in ballo una decisione sull’autosufficienza di Roma che, se approvata, renderebbe inutile autorizzare l’impianto a trattare una così grande quantità di scarti».

Al Movimento non risparmia critiche: «Il M5S Lazio, al di là dei proclami, non produce atti e proposte per i territori ma si orienta in base alle prossime elezioni, agli equilibri interni o ai rapporti con altre forze politiche. I colleghi del M5S Lazio che provengono da territori funestati dalla pessima gestione di Roma, presentano emendamenti (o peggio ancora non li presentano), esattamente rispondenti alle esigenze di una Capitale, che preferisce esportare il problema anziché fare la differenziata e risolverlo». Conclude augurandosi «che la voce dei territori non debba ancora una volta soccombere alle logiche più o meno esplicite delle alleanze politiche, o dei profitti che prevalgono sui diritti» e promettendo «battaglia in Aula» proprio in occasione della discussione sul Piano Rifiuti. Prevista per il 28 luglio prossimo, giorno da cerchiare sul calendario.

Nel correre sul web, la petizione riscuote l’assenso e la firma di Claudio Zarro, consigliere comunale di Guidonia del Gruppo Misto, fuoriuscito dalla maggioranza pentastellata capitanata dal Sindaco Micheal Barbet, che sarà ricordato, quasi certamente, per le sue abilità funamboliche nel rimanere in sella all’Amministrazione. Altra storia. «Bene l’iniziativa del Comitato Spontaneo», esordisce l’esponente. «In termini ambientali il nostro territorio ha già dato e continua a dare, abbiamo il cementificio Buzzi Unicem, Chimeco, la Basf, le cave, la subsidenza e i roghi quotidiani nelle frazioni di Albuccione, Collina del Sole, Villalba e Villanova».

«Il problema sono l’ATO e l’AIA: la prima perché l’Area Metropolitana di Roma dovrebbe avere un ambito territoriale ottimale», prosegue il consigliere, «e noi non possiamo ricadere in quello, altrimenti Roma continuerebbe a sversare i suoi rifiuti a Guidonia; la seconda, l’AIA, cui le autorizzazione fanno riferimento, è stata rilasciata nel 2010 e prevedere la lavorazione di 190.000 tonnellate di rifiuti all’anno rispetto alle 90.000 previste nel 2015. Un abbassamento che, se rispettato, avrebbe un impatto minore sull’ambiente. Mi domando, in previsione del Ryder Cup a Marco Simone, prestigioso torneo di golf, posticipato al 2023, ha senso il TMB dell’Inviolata? Assolutamente no, altrimenti le olimpiadi del golf si svolgeranno in un territorio dove l’olezzo sarà di casa». Zarro, infine, annuncia una manifestazione di protesta «all’inizio di agosto».

Il tempo di rilassarsi sembra non esserci.Da San Gregorio da Sassola arriva una nuova sciabolata, sotto forma di delibera. La numero 18 per l’esattezza, votata dal Consiglio nella seduta del 14 luglio scorso. E prevede, tanto per rimanere in tema, la realizzazione di un «impianto di messa in riserva e trattamento di rifiuti speciali non pericolosi di natura inerte», in virtù della domanda della «AS Appalti stradali S.r.l. assunta al protocollo generale 3594 dello 09/07/2020». Così recita il documento.

L’impianto sorgerà un appezzamento agricolo sulla via Polense alle pendici di Villa Adriana, Villa d’Este e San Vittorino.Sempre nel quadrante magico, poco distante dall’area nella quale sarebbe dovuta sorgere nel 2013 il sito alternativa a Malagrotta, un mostro purulento, e dall’ex-cava della Salini, individuata, nel 2018, per realizzare la discarica dove collocale i detriti del terremoto. Iniziative entrambe fermate dalle contestazioni delle associazioni e dai cittadini. Ma alla fine, qualcosa da quelle dovrà essere sepolto. Pare non esserci scampo. Certo, non si tratta del trattamento della maleodorante “monnezza”, ma perché proprio qui? In un’area ricchissima di preziose falde acquifere, esposta molto più di tante altre ai rischi di un inquinamento presenti anche nei rifiuti inerti?

La notizia della delibera non è rimasta inosservata. «Siamo stanchi da far da spettatori», tuona Marco Manna del Comitato Periferia Roma Est. «Le notizie ci calano dall’alto, all’improvviso, senza alcun preavviso. Siamo preoccupati per l’accanimento terapeutico su questo territorio, che comprende anche Guidonia, al riguardo esprimiamo la nostra solidarietà ai suoi abitanti. È necessario coinvolgere i cittadini, avviare un processo partecipativo, un nuovo patto con la cittadinanza per arrivare a un progetto di sistema del riciclo dei rifiuti condiviso».




Rifiuti capitolini: Guidonia come Rocca Cencia e il sindaco M5s tace

ROMA – La Procura di Roma ha deciso il sequestro del TMB AMA di Rocca Cencia. La notizia scuote: «Sono anni che i cittadini del Municipio VI denunciano da anni, sopportano sulla propria pelle i danni creati dall’impianto vetusto», rincara su facebook Marco Manna del Comitato Periferie Roma Est. A finire nel mirino della Magistratura la sezione relativa alla stabilizzazione della parte umida del rifiuto indifferenziato che lì viene conferita e che al termine del processo dovrebbe trasformarsi in frazione organica stabilizzata, un terriccio utilizzato per la ricopertura delle discariche.

Secondo la Procura il prodotto di quell’infrastruttura sarebbe «difettoso», al di sotto «degli standard di legge». Da qui la motivazione del dispositivo, emesso in via cautelativa, e la contestuale nomina di amministratore giudiziario a Pierluigi Palumbo, attualmente amministratore giudiziario anche della Colari e quindi anche dei due TMB che si trovano accanto alla discarica di Malagrotta. «Ad oggi, a livello di impianti, Ama gestisce il 20% dei rifiuti di Roma», continua Marco Manna. «Nei fatti è già privata. Se vogliamo continuare a prenderci in giro e spaventarci dell’imprenditore che vuole realizzare un impianto da 75mila tonnellate nel VI Municipio dovremmo porci la domanda contraria: perché Roma Capitale non ha fatto in modo che quegli spazi non vengano utilizzati dal pubblico?». E aggiunge: «Non ne possiamo più, oggi la Procura sembra finalmente confermare quello che i cittadini e i comitati denunciano da sempre».

Con la chiusura del TMB del Salario, l’unico impianto rimasto disponibile è quello di Rocca Cencia, che ogni anno tratta e smaltisce in media 234mila tonnellate dei rifiuti romani. La sua sospensione, se prolungata oltremisura, potrebbe portare la Capitale al collasso e accelerare, perché no, il processo di attivazione del TMB dell’Inviolata a Guidonia-Montencelio della Colari medesima. Che, comunque, al di là di tutto, è pronto a ricarburare, dopo aver incassato il dissequestro e il lascia passare dalla Regione Lazio, e a togliere le castagne dal fuoco alla Sindaca Raggi.  

Scongiurare la crisi è importante, ma qual è il prezzo da pagare? È normale continuare a rimpinzare di rifiuti quel quadrante, compreso tra il Municipio VI e Guidonia? E già perché il nuovo sito, tanto per schiarire le idee, si trova a soli 16 chilometri da quello dell’AMA. E la sua attivazione servirà più che altro a colmare il vuoto cosmico dell’Amministrazione a Cinque Stelle che guida il Campidoglio, incapace a trovare in questi anni un sito alternativo. A danno dei cittadini, dei soliti cittadini.

Appare lecito domandarsi se nella valutazione dei rischi sia stata presa in seria considerazione la vicinanza tra i due stabilimenti e l’impatto sull’ambiente derivato dall’aumento delle emissioni. O forse qualcuno è convinto che la puzza nauseabonda di Rocca Cencia sia un’invenzione o che sia salutare respirarla ogni giorno? Lapidario lo studio della dottoressa Paola Michelozzi, Direttore dell’Unità di epidemiologia ambientale del Servizio sanitario del Lazio: «A Rocca Cencia vivono circa 250 mila persone», ha dichiarato qualche tempo fa ai microfoni di Piazza Pulita. «Per loro le aspettative di vita alla nascita sono di tre anni inferiori rispetto a chi nasce e vive nel centro della città. In una zona in cui le polveri sottili (Pm10) sono così tanto e così di frequente al di sopra dei limiti aumenta, e di molto, il rischio di ammalarsi di tumore. Dalle nostre rilevazioni il fattore di rischio a Rocca Cencia si aggira tra l’11 e il 21% in più. Ovvero 9 punti percentuali sopra la media. Anche gli animali non hanno scampo».

Insomma, Guidonia come Rocca Cencia. Duro il commento di Marco Cacciatore, consigliere regionale fuoriuscito dal M5S.  «C’era una volta – e c’è ancora oggi – il parco dell’Inviolata», si sfoga su Facebook, «un’area naturale di pregio da salvaguardare. Eppure, nel mezzo di quel parco è collocato un TMB. Per anni, l’attività dell’impianto è stata sospesa a causa di vicende giudiziarie. Ma adesso, non appena decaduti gli ostacoli, il TMB viene autorizzato a riprendere l’attività in fretta e furia. Il via libera arriva tra l’altro per il trattamento di una quantità di rifiuti molto maggiore rispetto alle necessità del territorio limitrofo. Tutto fa pensare che l’autorizzazione riguardi quindi anche i rifiuti della Capitale (altrimenti perché di parlerebbe di 190.000 tonnellate?). E arriva proprio quando, con la discussione sul Piano Regionale Rifiuti alle porte, è in ballo una decisione sull’autosufficienza di Roma che, se approvata, renderebbe inutile autorizzare l’impianto a trattare una così grande quantità di scarti».

E ancora: «Aggiungiamo il tema paesaggistico. Il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR), approvato lo scorso anno e che pure ho contestato frontalmente, dispone esplicitamente che all’interno di aree simili gli impianti non debbano esercitare attività. Bisognerebbe quindi eventualmente delocalizzare, di concerto col territorio, al tempo stesso riconvertendo e riducendo la portata, alla luce tanto del PTPR che Piano Rifiuti in via di approvazione. Quanto alle autorizzazioni concesse, rispetto certamente l’autonomia degli organismi tecnici, che è giusto non siano influenzati dalla politica. Ma anche la politica, da parte sua, non può essere condizionata dalle decisioni tecniche». Argomenti questi racchiusi nell’interrogazione urgente presentata oggi, 13 luglio.

Dal Comune di Guidonia il Sindaco Barbet tace, salvo qualche sparuto post di poco conto, forse perché gradisce il regalo della collega dirimpettaia o forse perché troppo indaffarato a salvare le sorti della sua Amministrazione.




Rogo TMB Rocca Cencia, la Waterloo del M5S. Cittadini e Opposizione all’attacco

All’indomani dell’incendio accorso
all’impianto TBM di Rocca Cencia, la
sensazione è quella della calma prima della tempesta – e non solo politica! -,
da resa dei conti, serrata, tra il martoriato territorio del Municipio VI, cosparso di discariche a
cielo aperto (e di malati oncologici), e il Campidoglio. Le parole della Sindaca
Raggi
, – “se qualcuno ci vuole sabotare, sappia che non ci piegheremo”-, risuonano,
a questo punto della storia, come acqua calda.  

Che quei rapporti sono logori da
un pezzo, lo dimostra la tensione che ieri sera trasaliva davanti all’entrata
dello stabilimento AMA, al netto
dell’odore acre che impiastrava l’aria. Urla e slogan contro la compagine
amministrativa da un lato, mentre dall’altra abbandono dell’impianto alla
chetichella da parte dei consiglieri municipali della maggioranza e,
successivamente, della Sindacata stessa. Questo a significare che il consenso
plebiscitario ottenuto dal Movimento nelle passate elezioni amministrative, proprio
in quei quartieri, si è compromesso in maniera irreversibile, al punto da trasformare
la schiacciante vittoria in una nuova Waterloo.
Perché quella della Rocca Cencia è una questione molto sentita dalla cittadinanza,
ancora di più delle scosse telluriche che stanno scuotendo gli inquilini
(sempre della maggioranza) di Palazzo Senatorio. 

L’incendio, doloso, ha
interessato la vasca di ricezione rifiuti, mandando in fumo (ovvero in diossina)
circa 500 tonnellate di rifiuti cittadini, ospitate nell’area dell’ultimo TMB
di proprietà della società AMA, dopo l’incendio di fine 2018 che ha messo ko
l’impianto del Salario. Le proporzioni sono per fortuna diverse, a Rocca Cencia
il rogo è stato meno esteso, circoscritto, soprattutto grazie all’opera del
personale della società e dei Vigili del Fuoco. Ci vorrà ancora qualche giorno
per avere i risultati della campionatura dell’aria. La Procura di Roma ha
aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo.

E questo non può e non deve
essere un alibi per il Campidoglio. Che di fronte a tale emergenze avrebbe
dovuto avere il coraggio di chiarire, una volta per tutte, la sua posizione nei
confronti del TMB di Rocca Cencia. Sarà chiuso, riconvertito o cosa? “Si chiami
mafia o incapacità gestionale – va giù duro Marco Manna del Comitato
Periferie Roma Est
– si tratta del secondo impianto andato a fuoco in
pochissimo tempo. Capiamo prima le dimensioni e le conseguenze di tale
incendio, ma visto il carico di lavoro dopo gli eventi del Salario sarebbe
stato il minimo vedere da parte di ama un impegno nella organizzazione di
trasferenze…e invece ci troviamo qui di nuovo a piangere sul latte versato. Dopo
l’incendio del Salario – prosegue – come comitati territoriali abbiamo evitato
di forzare la mano contro la sindaca nonostante vedessimo aumentare ogni giorno
il flusso di mezzi ama che venivano a scaricare qui da tutta Roma. Ora però
basta, o si rivede la gestione dei rifiuti a Roma partendo dalla normativa anche
a livello nazionale o delle chiacchiere ne abbiamo abbastanza”.

“Stamattina la situazione è
ancora più surreale – tuona il capogruppo capitolino della Lista Civica #romatornaroma Svetlana
Celli
– da una parte i presidi di Carabinieri e Vigili de Fuoco, dall’altra
le troupe televisive che riprendevano una fila di camion della spazzatura in
attesa di entrare. Nessuna comunicazione ufficiale da parte di Comune e
Municipio. Tre anni di promesse mancate, scaricabarili e trasparenza a parole:
ecco la gestione dei rifiuti del M5S a Roma”.

“Un’amministrazione normale –
rincara Dario Nanni, consigliere
municipale del VI e Coordinatore di
Italia in Comune di Roma e Provincia
– avrebbe messo in atto tutte le
attività di controllo per mettere in sicurezza l’impianto di Rocca Cencia. Ma
qui siamo arrivati al teatro dell’assurdo dove, una Sindaca eletta tre anni fa,
parla dei problemi di Roma come fosse una studentessa in gita. Mi chiedo perché,
dopo quanto accaduto qualche mese fa al TMB Salario nessuno abbia pensato di
organizzare un servizio di controllo fisso che garantisse la sicurezza di quel
sito”.

I consiglieri di opposizione Compagnone e Celli

La cronaca di ieri notte è segnata anche da un evento piuttosto singolare. “Inizialmente – spiega la Celli – è stato impedito l’accesso all’impianto ai consiglieri comunali e municipali di opposizione, mentre quelli del M5S erano entrati senza problemi. Siamo riusciti ad entrare solo dopo vibrate proteste, anche da parte dei cittadini allarmati che chiedevano risposte a Comune e Municipio. Risposte che non sono arrivate. La Sindaca è scappata via senza parlare coi cittadini, mentre il Presidente del Municipio ha messo in scena il solito stucchevole ‘chiedete alla Regione Lazio’”. Con lei il capogruppo municipale del Pd Fabrizio Compagnone, “vengono meno una delle prerogative dei consiglieri – ha urlato nell’attesa di accedere – e di questa scelta politica qualcuno ne risponderà davanti al giudice”. Poi, finalmente, la situazione si è sbloccata ed entrambi gli esponenti sono riusciti a varcare la soglia dell’impianto.

Ma gli animi si erano ormai
surriscaldati. E quando la Sindaca è uscita di soppiatto all’interno di un’auto
bianca, la folla l’ha inseguita con urla e fischi. “Mi permetto di ricordare
che ieri le esalazioni di quanto bruciava a Rocca Cencia si sono sentite a km
di distanza – riprende Nanni-. In pratica per i cittadini di Roma Est, oltre al
danno la beffa. Perché oltre a dover subire le quotidiane esalazioni e i
continui disagi, ieri hanno anche dovuto respirare ciò che bruciava. Ricordo
sempre che i Cinque Stelle avevano promesso ai cittadini, concludendo proprio
davanti a Rocca Cencia, la loro campagna elettorale del 2016, che quel sito
sarebbe stato chiuso nel momento in cui si sarebbero insediati”.

“Con la chiusura del TMB Salario –
chiosa la capogruppo Celli -, Rocca Cencia rischia di divenire il punto di
approdo di tutti i rifiuti della Capitale. Un appesantimento indegno per un
territorio che ha già fatto la sua parte e continua a farla ogni giorno,
sopportando fumi e cattivi odori. Il Comune, invece di gridare al complotto, si
attivi al più presto per garantire maggiore sorveglianza, un presidio fisso del
sito ed un monitoraggio continuo dei livelli di emissioni”.

Il Presidente del Municipio VI Romanella assediato

È l’inizio di una lunga battaglia,
la politica del Campidoglio, quella di decidere di non decidere, ha mostrato la
corda e nelle peggiore dei modi.




ROCCA CENCIA, BLITZ DEL SINDACO RAGGI ALL'IMPIANTO DI TMB – VIDEO

Redazione

Roma – Blitz del sindaco di Roma Virginia Raggi e dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro all’impianto Tmb di Rocca Cencia. Il sindaco, in diretta Facebook, ha effettuato un soprallugo all’interno dell’impianto fermandosi a parlare con alcuni operatori. – “Condizioni pessime, fa caldissimo, un odore che lasciamo perdere, condizioni di lavoro pessime, sono senza parole – ha detto il sindaco durante il sopralluogo – E’ un sistema fallimentare che deve essere cambiato. Produciamo materiale che va in discarica o a bruciare. Dobbiamo riscrivere il contratto di servizio, metterci ad un tavolo e segnare il perimetro delle competenze. Ognuno deve sapere cosa deve fare. Una cosa è sapere e una cosa è vedere”. “E’ un impianto folle – prosegue la Raggi – abbiamo visto come viene selezionata la spazzatura, gli stessi operatori ci dicono che è un impianto inutile. Sicuramente faremo qualcosa”.